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Autore: ferijay    14/12/2012    12 recensioni
'il più bel ricordo che hai di lui?' Due corpi possono unirsi a tal punto che non sai più chi è chi e cosa è cosa. E' un miracolo:vai in paradiso e torni indietro,da vivo.E puoi tornarci tutte le volte che vuoi,con la persona che ami.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto andava al rallentatore. tutto sembrava meno caotico.le macchine sembravano scivolare come l'olio su quella strada di Limerick tra la nebbia che impacchettava i negozi e gli alti alberi come un regalo di natale, come quelli che avrebbe scartato quella sera. Ogni suono era diventato soave, o forse nemmeno stava ad ascoltare ciò che le accadeva atttorno. Ammirava il suo quartiere e intanto a farle  da sottofondo c'era ancora il suono armonioso dei loro sospiri, dei loro caldi fiati,quelli che si condensavano sulle loro pelli nude. Stavolta no... non aveva bisogno delle cuffie.


 
- si trovava lì nel bel mezzo della hall. Nessuno sapeva che era lì. Nessuno sapeva che era lì.
  Sì girò verso il bancone della reception. Conrollava le scale che andavano alle stanze. Controllava le porte girevoli. Non sapeva da dove sarebbe arrivato. Sapeva solo che sarebbe  tornato. Sapeva solo ciò che                    lui le aveva detto... o meglio  le avevo scritto.
 
  stava tornando.
  lì.
  solo per lei.
  
  Vide passere carrelli... carrelli... nient'altro che carreli carichi di bagagli. Poi d'un tratto un viso familiare.  Particolari di un viso familiare. Un paio di rayban a coprirgli gli occhi, cappello di  un verde scuro a coprire la testa  e il cappuccio della felpa tirato         su.
 
  sorrise.
 
  ''che...'' aggrottò la fronte. 
 eppure l'aveva vista bene. Si,aveva posato il suo sguardo su di lei. Non capiva. Tirò dritto per la sua strada, ed entrò nella porta girevole e sparì. Erano passati due lunghissimi anni    dall'ultima volta e lui cosa fa? nulla... impassibile. Non poteva         andarsene anche lei senza capire perchè, senza capire cosa lui provasse ancora per lei. Lei di certo non lo dimenticava,lo sapeva.  Anche se fosse, ciò che aveva sentito percorrere lungo la spina dorsale e nel petto una volta che lo aveva rivisto, glielo avrebbe  ricordato. 
 Prese il telefono. *un messaggio*
  
 '' non sei cambiata. scusa. ma un albergo non è poi così romantico. spero ti ricordi...''
 
 
Cosa? beh lei lo ricordava. Come avrebbe mai potuto scordare. Rinfilò di corsa il telefono nella tasca del giaccone blu e con passo veloce varcò anche lei la porta girevole con le   mani tra la sciarpa e il petto. Non ci avrebbe messo molto da lì, forse una decina di minuti. Era arrivata, a quel portone che l'ultima volta che lo vide non era ricoperto di neve. In quel momento doveva forse stare a casa, ad aiutare sua nonna a prepare tutto per la cena. Invece era lì, forse a ricevere il regalo di Natale più bello di  sempre. Era delicata. Così fu il bussare a quella porta. Da lì a qualche secondo avrebbe rivisto il suo volto,perso un battito per il suo sorriso,assapurato il suono della sua voce, avrebbe odorato e goduto il suo profumo... se non fosse cambiato. E no. Era sempre lo stesso. Erano lì, faccia a faccia. Aveva il cuore a mille, faceva rumore. Avrebbe potuto sovrastare il boato di una stadio intero dopo un goal.
 
  ''ciao'' 
  ''ciao'' sorrisero. 
  
 La fece entrare. Mentre chiudeva la porta, lei si guardava intorno. Non era cambiato nulla. Tutto sembrava essersi fermato a quel periodo. Dove lo studio, il divertimento, la paga assicurata era ciò che importava. Si mise dietro di lei,forse nemmeno se ne  era accorta. 
 
 ''beh?'' le sossurrò.
 
sossultò. Si girò per guardarlo meglio. Era quello che la fregava. Lui. I suoi occhi. Un azzurro più bello di quello del cielo. C'era anche un po' di mare se ci guardavi meglio. Le   vertigine a vederci dentro. Le sue guance sempre così rosse, come per   evidenziare il fatto che avesse bisogno di qualcuno a dargli calore. La pelle piena di piccole imperfezioni che amava accarezzare. E poi fissò quelle. Le sue labbra. Voleva approvare che fossero ancora morbide. Come l'ultima volta che ci posò le sue.   Rosee, carnose. E fù così. 
In un attimo, un movimento brusco, allietato e già dimenticato dalla serie di baci profondi che lo seguirono. L'aveva presa per il viso e appoggiatà sul muro. Le sue mani si aggrappavano ai suoi capelli biondi, sistemati da poco e ancora laccati. Mentre le   sue si incastravano tra i nodi dei suoi lunghi capelli neri,poco sistemati,gonfiati dal vento e dal gelo.
Le finestre erano socchiuse,erano pochi minuti dopo mezzogiorno.Anche se la luce che ne trapelava faceva pensare più ad un freddo pomeriggio ormai inoltrato.
 
Non era di certo ciò che avevano intanzione di fare. Di certo non pensavano di passare un po' di tempo così. Ma cosa ci volete fare. Quei due si amavano come forse nessuno. Non resistevano l'uno all'altra. 
  E poi il silenzio. 
  Loro due abbracciati, i loro cuori andavano all'unisino, poteva sentirlo dal battito regolare contro la sua schiena. Omai i loro corpi erano caldi. Un misero lenzuolo bianco di cotone a coprire il corpi nudi, per nulla infastiditi dal freddo.Era la ragazza più   felice del mondo, ma anche la più confusa. 'Che abbiamo fatto?' 'Perchè?'  'due superficiali...' 'un ciao e poi?' non riordava di avergli rivolto più di quel saluto. Ma forse bastava. Si erano forse detti anche troppo fino a quel momento, in tutto la loro   conoscenza.Avevano sprecato troppo fiato e parole, tempo e lacrime. L'istinto. Aveva seguito quello forse per la prima volta in tutta la sua vita. In tutti i loro ventuno 'spensierati' anni. E l'istinto gli aveva detto che si volevano. Che tutto ciò che   desideravano era stare insieme senza pensare a quanto lui fosse cambiato. Quanto la sua vita lo fosse. Quelle due ore sembravano averli riportati a due anni prima - 


 
Due occhioni la fissavano. Azzurri, proprio come i suoi. Non capiva, era quella la risposta alla sua domanda 'il più bel ricordo che hai di lui?'? Aveva chiesto a sua madre di loro due, non di altre persone. Ma ora capiva. Erano loro due, i suoi genitori. Ormai era una donna, poteva capire benissimo tutto questo. 
''lo amavi tanto, vero?''
''amore...già. Eravamo pazzi l'uno dell'altra. L'amore vero,quello che quando lo trovi,hai paura di perderlo in qualsasi momento,in qualsiasi istante,a causa di qualsiasi evento. Ogni secondo che passa vorresti averlo accanto. Ogni suo gesto per te non è irrilevante. Quando tutto il resto del mondo non esiste Perchè il tuo mondo è lui.'' ...Rivolse uno sguardo sereno alla pietra verticale incastonata nel terreno, che sembrava quasi nascere dall'erba verde, appena tagliata. 
 
'Niall James Horan'
 
''sei frutto dell'amore alicia'' continuò. ''sei frutto della passione'' disse prendendo la mano della figlia seduta a terra accanto a lei. Tremeva la sua mano,le sue mani piena di rughe, ormai perennemente spaccate,come dal freddo. Potevano contarsi le vene che la percorrevano. Non aveva più lacrime. O forse si tratteneva, poichè sapeva già che da lì a poco lo avrebbe raggiunto... Lo avrebbe trovati lì ad aspettarla con la sua chitarra, e magari ancora da accordare, perchè sapeva che amava il tempo perso a guardarlo impagnato a farlo. E poi avrebbe cantato per lei. Chrystal avevamo amato solo lui in tutta la sua vita. Aveva trovato il paradiso in terra. Aveva amato come pochi sanno fare e pochi arrivano a fare. E Niall aveva amato lei come nessun uomo sapeva fare.






spero vi piaccia. mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
buona lettura, ferij. 
  
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