CENERENTOL(A)
di
Asuki.
C'era
una volta, in un piccolo paesino lontano, sperduto in una foresta
sconosciuta, un pover uomo a cui gli era morto il marito.
Il pover uomo era padrone di tutte le
terre che circondavano il suo lussuoso castello. Aveva pure una dolce
figliuola, l'ultimo dono che suo marito gli aveva lasciato. Lo
definiva: l'ultimo regalo, la cosa più importante che gli
era
rimasto; non era proprio sua figlia, il marito l'aveva presa con se
dopo aver sentito dire che qualcuno la cercava perché la
volevano uccidere. Lui provò pena per la creatura indifesa.
Cosa aveva potuto fare di così tanto oltraggioso, quella
creaturina, per meritarsi la morte? La portò a casa, voleva
allevarla come se fosse sua figlia; per strane ragioni, lui e il
marito non potevano avere figli, quindi la bimba diventò la
loro figliuola. Dopo pochi istanti dal suo debutto in casa, la
bambina conficcò un kunai nella testa della madre che
morì
poco dopo.
Il pover uomo, rimasto vedovo, capì
il perché tutti volessero uccidere quella bimba, era
pericolosa... era lei... la vendicatrice mascArata: era la figlia del
dio delle serpi, Orochimaru e aveva lasciato sua figlia tra gli
essere umani perché voleva vendetta.
Il pover uomo voleva disfarsene, ma non
poteva, era pur sempre “l'ultimo dono”, quindi la
allevò a
modo suo. La viziava sempre, le comprava qualsiasi cosa, bastava che
lei chiedesse, e lui correva subito a comprare la cosa bramata dalla
piccola: kunai, shuriken, katane e varie ed eventuali armi di questo
genere. La piccola vendicatrice era cresciuta in una buona famiglia,
sotto le cure del padre, ma era pur sempre l'erede del dio delle
Serpi, mica poteva bramare “Barbie”.
All'età di 95 anni, il pover
uomo, ormai stanco, capì che la povera creatura aveva
bisogno
delle cure di una madre. Così fece dei provini. Scelse una
donna giovane con due figlie... beh, sperava che almeno la sua
piccola abbandonasse la sua vendetta per giocare con le due bambine.
Ma, sfortunatamente, durante il viaggio
di nozze, il pover uomo morì di un colpo al cuore mentre lo
faceva con la moglie, forse troppe emozioni.
La povera piccola rimase sola al mondo,
non aveva più nessuno, suo padre era morto e lei non voleva
vivere da sola, allora convinse la sua matrigna a rimanere con lei e
le sue due figlie.
Dopo poco, la matrigna mostrò la
sua vera natura: lei era il dio delle serpi, Orochimaru. Era
profondamente invidiosa della bellezza e della cattiveria della sua
figliastra, per due ragioni: la prima perché queste
qualità
non appartenevano alle sue figlie e la seconda perché queste
qualità facevano apparire le due figlie ancora
più
gentili e cortesi. Allora decise di punire la figliastra; le
sorellastre erano sempre vestiste in modo poco
“curato”, la
povera vendicatrice era costretta ad indossare un semplice e
grossolano vestito colorato ed un grembiule, ed era costretta ad
adempiere, per lei, i lavori più pesanti e disumani: si
alzava
all'alba ed era obbligata a fare l'animatrice dei piccoli di 5 anni
del grest vicino casa sua, gruppo chiamato “gli
scoiattoli”.
Doveva sempre ridere, giocare, scherzare... Quando finiva di sbrigare
tutte le sue mansioni, per riscaldarsi, era solita chiamare un branco
di animali della foresta, solitamente scoiattoli, che avvolgevano
completamente il suo corpo, per questo cominciarono a chiamarla
Sasuke, che tradotto vuole proprio dire
“scoiattolo”.
Non solo doveva sopportare tutto
questo, ma la piccola Sasuke doveva dormire in soffitta, stanza che
era stata ristrutturata apposta per lei: stanza coloratissima, con
tanti fiori e disegni qua e la.
Nonostante tutto questo, la piccola
vendicatrice non cambiò il suo carattere irruento e poco
cortese, e non smise di sognare che un bel giorno la sua vendetta
sarebbe arrivata.
Fece amicizia con gli animali che,
incuriositi da quei colori, si intrufolavano in soffitta e anche con
i topi di fogna che abitavano lì già da tempo. I
topi
amavano la piccola Sasuke poiché, talvolta, lei li liberava
dalle grinfie di Orochok, il malizioso serpente della sua matrigna.
Qualche mattina, quando non andava al
grest a lavorare, la piccola Sasuke preparava la colazione per tutti
gli abitanti della casa: dalle sorelle alla madre, dai topi agli
scoiattoli, e ogni volta che lei portava al primo piano i vassoi
della colazione per la matrigna e le sorellastre, succedeva sempre e
solo la solita cosa:
-Sasukeeeeeee!!! Prendi queste calzette
sporche e portale a lavare. Riportamele entro un ora!!!!- ordinava la
più grande delle sorellastre.
-Si, sorellastra.-
-Sasukeeeeee!!! Prendi le mie mutande
sporche e riportamele sporche tra 5minuti!!!- ordinava la sorellastra
minore.
-Si, sorellastra.-
-Sasukeeeeeee!!!!!-
-Si?-
-Ciao.-
-...-
-...-
-...-
-VAIIII!!!-
-Si, signora padrona.-
Nel frattempo...
Dall'altra parte della
foresta
sperduta, in un'altra foresta sperduta, sorgeva un grandissimo
palazzo reale.
Un giorno, il Re, padrone del castello,
convocò il granduca.
-E' tempo che la giovane principessa
prenda, finalmente, moglie e barattelli e si allontani da casa mia!-
-Ma vostra magnificenza...- rispose
calmo il duca.
-Ha qualcosa da ridire, granduca
Sakura?- Lo sguardo minaccioso del Re, intimorì il gran duca
che abbassò lo sguardo.
-S-si... la vostra figliuoletta deve
prima trovare una ragazza ed innamorarsi di quest'ultima...
sennò
non si libererà mai di lei.-
-Avete ragione...-
-No, sire, la ragione non la voglio
avere, nono.-
-Come mai osa contraddirmi???-
-Come ben sa... la ragione l'hanno solo
due individui... e io non voglio essere tra questi...-
-E chi sarebbero?-
-Lo sa benissimo... i primi sono i
pazzi, e io non lo sono... i secondi sono le... le...-
-Le?-
-Suvvia che ha capito benissimo chi
sono!!!- Il granduca diede una pacca sulla spalla al Re.
-AAAAAH, si ho capito... gli altri sono
le prost... come lei, granduca!!!! Adesso se ne vada!-
-Organizziamo un provino!!!!!-
-Provino?-
-Si, tutte le fanciulle del reame
saranno invitate... dovrà pur esserci una che la
farà
innamorare...-
-Hai ragione! Hai avuto un ottima
idea!!!!!-
-Adesso mi da pure del “tu”?-
-Certo... perché no?-
-Allora posso darle anche io del “tu”,
mio caro Re Tsunade?-
-Certo che non puoi!!!! Adesso vai
subito ad inviare tutti i moduli di iscrizione a tutti i reami
vicini!!!!-
Furono subito spediti gli inviti e il biglietto arrivò anche a casa della povera vendicatrice mascArata.
-Cosa dice la lettera?-
gridò la
matrigna seguita dalle figlie.
-C'è scritto che ci sarà
un provino, e per ordine del Re Tsunade, ogni fanciulla
dovrà
parteciparvi...-
-Uh madre, andremo ad un provino!!!!!-
-Non ho ancora finito... dice che in
questo provino la principessa dovrà cercare una moglie.-
-Diventerò la moglie della
principessa!!!!- Gridarono all'unisono le sorellastre.
Una di loro rimase zitta per un
istante, poi riprese parola.
-Non mi dire che anche Sasuke dovrà
venire alla festa...-
Le sorellastre cominciarono a schernire
Sasuke e iniziarono a ridere pensando la sorellastra che andava alla
festa con un vestito fatto interamente di pelle di scoiattolo.
Ma la matrigna, sorridendo, disse che
Sasuke sarebbe, certamente, venuta al provino, solo se avesse finito
il suo lavoro e se si fosse procurata un vestito adatto. Avendo
intuito il piano della madre, le sorellastre cominciarono a
sghignazzare e a saltellare.
Arrivò
finalmente il gran
giorno. Fin dalla prima mattina, le sorellastre cominciarono a
scegliere l'abito e i gioielli che avrebbero indossato. Nel
frattempo, la piccola vendicatrice svolgeva il suo lavoro al grest, e
nonostante tutto l'aiuto dei topi e degli scoiattoli, all'arrivo
della sera e della carrozza, lei non aveva neppure un
vestito per andare al provino.
-Allora non potrai venire... mi
dispiace così... poco... mwahahahahaha...-
La piccola Sasuke salì
tristemente in camera sua, arrivò davanti la finestra e
cominciò a guardare il palazzo, dopotutto, anche se aveva
quel
carattere, andando a quel provino, avrebbe potuto compiere la sua
vendetta, ci sarebbero state così tante persone che si
sarebbe
divertita tantissimo a sterminarle.
All'improvviso, venne colpita da una
luce accecante che proveniva proprio dietro di lei. Si voltò
e
vide un bellissimo completo, e indovinate chi glielo aveva
confezionato? Esatto, i suoi adorati serpenti. Indossò
l'abito
e si guardò allo specchio.
Era semplicemente bellissima. Aveva
indosso un bikini nero, di quel tessuto lucido, portava i guanti
lunghi fino sopra il gomito e neri, un paio di stivali, dello stesso
colore del resto del vestito, lunghi fin sopra il ginocchio ed
infine, per abbellimento, una giarrettiera rosso fuoco con al centro
un disegno: lo stemma del suo gruppo del grest, uno scoiattolo.
In men che non si dica, la piccola
Sasuke corse giù per le scale, ma scivolò e
sbattè
il sedere per quattro o cinque gradini finché non
arrivò
davanti la matrigna con le gambe in aria. Si alzò
immediatamente e toccandosi il sedere, disse:
-Aspettare, vengo anch'io.-
Le sorellastre si girarono e la videro.
Era bellissima e, accecate dall'invidia, cominciarono a saltarle
addosso ed a strapparle i vestiti. Quando furono soddisfatte, se ne
andarono lasciando sola la piccola Sasuke, che nuda,
cominciò
a piangere e a correre per le vie del bosco.
Tutti gli animali e le persone che
andavano al provino, la osservavano correndo, e tutti si chiedevano
chi poteva essere quella pazza che correva come un'ossessa per tutto
il bosco.
Stanca, si accasciò davanti ad
un panchina e, incrociando le mani su di essa, continuò a
piangere e a dire: -E' tutto inutile, non compierò mai la
mia
vendetta.-
Ma in quel momento, dal cielo scese una
nuvola che si trasformò subito in un essere con gli occhi e
i
capelli neri, vestito con una tutina verde pisello.
-Sciocchezze!- Disse lo strano essere
-Tu compierai la tua vendetta e ti aiuterò io! Asciugati le
lacrime... non vorrai mica farti vedere in questo stato alla festa!-
-Chi sei?- chiese Sasuke non appena
smise di piangere.
-Sono io, sono Gai, quello che non ti
farà mai, del male, sai. Non abbiamo molto tempo, prendi
quella zucca! Avanti!-
Sasuke la guardò stranita, chi
era quell'essere? E come si azzardava a darle degli ordini?
-Vuoi compiere la tua vendetta? Allora
prendi quella diavolo di zucca!-
Sasuke, udendo la parola vendetta,
corse a prendere la zucca e la mise hai piedi del fatino.
Il fatino cercò il suo kunai
magico, lo trovò, prese tra le mani la zucca.
Agitò il
kunai verso la zucca mentre cantava:
-(*)Quant’è bella giovinezza
che mi sfugge tuttavia!
Se vuoi vendetta, che essa sia:
di
vendetta, però, non c’è certezza!-
Conficcò il kunai nella zucca,
la piccola Sasuke si aspettava una magia, però nulla, anzi,
il
fatino cominciò a tagliare la zucca e cominciò a
mangiarla.
-EHIIII!-
-Eh? Fidati di me...- disse il fatino
con la bocca piena.
Mentre mangiava, il fatino continuava a
ripetere:
-Quant’è bella giovinezza
che
mi sfugge tuttavia!
Se vuoi vendetta, che essa sia:
di
vendetta, però, non c’è certezza!-
La ripeté 10 volte, come minimo,
poi sputò quello che aveva in bocca. Sasuke lo
guardò
con disgusto “che schifen”
pensava.
Il fatino guardò
per l'ultima volta la zucca rigurgitata, ispirò
profondamente,
spalancò la bocca e... un “piccolo”
rutto uscì
dalla sua bocca e si riversò sulla zucca... dopo pochi
istanti, il gesto disgustoso trasformò la zucca in una
bellissima carrozza a forma di scoiattolo.
-Wow.- era l'unica
cosa che riusciva a pronunciare la piccola vendicatrice.
-Adesso ho bisogno
di... ecco!-
Il kunai ancora una
volta volteggiava in aria e il fatino diceva ancora la solita
filastrocca, in men che non si dica, i topoloni e i serpenti si
trasformarono in scoiattoli giganti che furono subito attaccati alla
carrozza. Poi fu la volta degli scoiattoli, il fatino li trasformo,
uno in un superbo cocchiere e l'altro, in un elegante valletto.
-Wow.-
-Visto? Dovevi
fidarti solo di me! Però... adesso tocca a te!!!-
-A me? Non vorrai
mica ruttarmi in faccia...- disse Sasuke che al sol pensiero si
sentiva male.
-Tranquilla...
ahahahaha... fidati di me... dimmi come vuoi essere vestita!-
-Mah... vorrei un
travestimento strano... nessuno deve riconoscermi...-
-Oooooook... va
beeeeene!-
Il fatino guardò
con sguardo minaccioso la piccola Sasuke che, vendendolo avanzare
verso di lei, indietreggiò subito.
-Non aver paura!-
Il fatino prese con
una mano i due polsi di Sasuke e la sbatté al muro, con
l'altra mano prese il kunai e glielo passò su tutto il
corpo,
solleticando così Sasuke, infine, Gai schioccò un
bacio
sulla fronte della piccola vendicatrice e si allontanò: la
piccola cominciò a girare su se stessa e in men che non si
dica un vestitino le copriva le vergogne. Sasuke si specchiò
nel laghetto vicino e vide il vestito: era identico a quello del
fatino.
-Ma che schifen di
vestito è?- chiese la piccola schifata.
-Mi hai detto che
non volevi essere riconosciuta, ed eccoti qua, non ti
riconoscerà
nessuno! Però una cosa... entro mezzanotte devi essere a
casa... se rimani lì un solo minuto in più, la
magia
svanirà.-
-Ok.-
Salì sulla
carrozza che partì poco dopo.
Quando
arrivò
a palazzo, i provini erano già iniziati.
La vide, vide la
principessa seduta svogliatamente in quella sedia con la faccia
annoiata mentre guardava l'inchino delle ultime due damigelle: le
brutte sorellastre.
-Piacere, io vengo
dal palazzo proprio dall'altra parte della foresta, il mio nome
è
Kabuto!- disse una delle sorellastre.
-E io sono Jiraya,
sorella più grande di questa stupida e anche io vivo
dall'altra parte della foresta.-
All'improvviso, la
principessa alzò lo sguardo e vide all'ingresso la
più
mal vestita e strana fanciulla che avesse mai visto; doveva
assolutamente conoscerla, così lasciò di sana
pianta le
sorelle e si avvicinò alla ragazza dell'ingresso, la prese
per
mano e la portò al centro della sala, in mezzo a tutti, in
modo tale che tutti potessero invidiare la stranezza e la bellezza
della fanciulla, tutte le dame si ripromisero, guardando il vestito e
gli accessori della strana ragazza, di copiarli il giorno dopo. Dopo
pochi minuti la principessa portò fuori la piccola
vendicatrice.
Si sedettero sul
bordo di una fontana e cominciarono a parlare.
-Sei strana.-
cominciò a parlare la principessa.
-Anche tu.- rispose
la vendicatrice.
-Io mi chiamo
Itachi, e sono la principessa. Tu sei?-
-Mhm.-
-Come?-
-Mhm.-
-Mhm?-
-Mhm...-
Si guardarono
attentamente negli occhi, avvicinarono i loro visi, la principessa
prese per mano la vendicatrice, quest'ultima abbassò lo
sguardo e guardò la mano della sua adorata principessa.
-Wow, dove hai
comprato questo smalto?-
-Ti piace?-
-Si.-
-L'ho comprato...-
Poco dopo,
l'orologio del palazzo cominciò a suonare e la vendicatrice
lo
guardò.
-Mezzanotte!-
Si ricordò
della promessa fatta al fatino. -Devo andare!- gridò
spaventata e, liberando la sua mano da quella della principessa,
attraversò il palazzo e scese di corsa le scale.
La principessa non
poteva mica lasciarla andare, così, insieme al granduca, la
inseguì. Nel frattempo, nelle scale, l'incantesimo si
spezzò
e la piccola vendicatrice, rimase nuda, ma, imperterrita,
continuò
a correre.
La principessa la
guardò, si fermò, e disse: -Ti
troverò.-
Si sedette su di un
gradino e fu all'ora che vide qualcosa: erano le mutandine della
giovane. Li prese e li avvicinò al viso in modo da sentire
l'odore che emanavano, si inebriò così tanto di
quel profumo che svenne senza ritegno.
Il mattino
seguente, la figlia del Re comunicò al padre che avrebbe
sposato quella fanciulla strana, ma che era scappata prima di
pronunciare il suo nome. Allora consegnò le mutantde al
granduca che fu, quindi, incaricato di scovare il nascondiglio di
quella ragazza. Partì immediatamente alla ricerca della
“ragazza perduta”, così si chiamava la
missione.
Sakura provò
quelle mutande a tutte le ragazze del regno, ma non la trovò.
Arrivò
infine a casa di Sasuke.
La matrigna preparò
a dovere le figlie, sperava che una di loro diventasse la sposa della
principessa. Le fece scendere, poi andò da Sasuke, era una
minaccia, nessun'altra poteva approfittare di quella
opportunità,
perciò la chiuse nella sua camera, si mise la chiave in
tasca
e raggiunse le figlie, vani furono i tentativi della piccola
vendicatrice di uscire da quella stanza.
Kabuto e Jiraya
discutevano per chi dovesse essere la prima a provare quelle mutande
e la matrigna le osservava mentre se li provavano senza successo,
avevano il sedere troppo grosso.
La matrigna non si
accorse degli scoiattoli, che, entrarono silenziosamente nella tasca,
presero la chiave e la portarono a Sasuke.
Il granduca, stufo
delle litigate delle due sorelle, riprese le e decise di andarsene,
ma qualcuno lo fermò:
-Li devo provare
anche io quei cosi.-
La matrigna tentò
di sbarrare la strada al granduca, ma fu tutto inutile, allora gli
fece lo sgambetto così le mutande volarono in aria. La
piccola
Sasuke corse verso quel prezioso indumento e li prese per un pelo, li
indossò e in quel preciso momento, apparve il fatino Gai
che,
con il suo kunai, sfiorò le labbra della piccola
vendicatrice.
Tutti poterono vedere che era proprio lei la strana ragazza del
provino che aveva conquistato il cuore della principessa.
Fu accompagnata al
palazzo reale con la carrozza del granduca, lì
ritrovò
ad aspettarla la sua principessa e finalmente poté scoprire
dove Itachi aveva comprato il suo smalto e poté finalmente
compiere la sua vendetta.
E vissero, per sempre, felici e contenti!
Note
autrice di fine
capitolo:
Che dire? L'ispirazione di
questa “cosa” (che dovrebbe fare ridere, in teoria)
è
arrivata un giorno particolare... ero ad un matrimonio e stavo ancora
seguendo la celebrazione in chiesa... voi starete pensando: ma
è
normale? XD io vi rispondo: no, non lo sonoXD è finalmente
l'avete capito, sisi!
Questa “cosa” era nata
per essere una sola One-shot, ma penso, per sfortuna vostra, che
riprenderò altre favole e fiabe, tra le più
famose al
mondo, come questa, ho ripreso “Cenerentola”,
la mia fiaba
preferita di quant'ero piccola, la vedevo ogni giorno quando c'erano
le vacanze da sQuola... la vedrei tuttora se il videoregistratore non
si fosse scassato XD
Credit:
(*) questa
filastrocca, è ispirata alla poesia di Lorenzo De' Medici,
Trionfo di Bacco e Arianna.
Disclaimer: Questi
personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi
Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo
di
lucro.
Asuki.