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Autore: Orochi Shiki    14/12/2012    2 recensioni
In un pianeta dove gli esseri umani convivono con esseri metà uomo metà animale chiamati Hybrids, un ragazzo alla ricerca della sua identità è destinato a combattere in una sanguinosa guerra senza sosta, in cui scoprirà il suo vero valore e il suo destino.
Una rivisitazione dell’universo di Sonic Adventure 2/Shadow the Hedgehog in salsa mecha/Nagaiana, in cui niente è quello che sembra …
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dr. Eggman, Rouge the Bat, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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FINAL ACT: Letting the Past Go

 
Il portello sottostante del Chaos Omega si aprì, lasciando scendere la pedana su cui sostava la cabina di pilotaggio del robot. Una volta che essa toccò terra, Shadow si alzò dal sedile e fece qualche passo in avanti, lasciando che il Chaos Emerald rosso fluttuasse dritto dinanzi a lui. Come se avessero avvertito la presenza del loro fratello, anche gli altri sei smeraldi si levarono in aria per ricongiungersi ad esso. Le sette gemme formarono un cerchio intorno all’Hybrid riccio nero, continuando a girargli lentamente intorno, come pianeti intorno al loro sole.
Il momento che il ragazzo aspettava da tempo … l’ora della verità per cui tanto aveva lottato e patito, stava finalmente per giungere.
“Ben fatto, Shadow … ora possiamo dare inizio al rituale, come stabilito …” sibilò Black Doom rialzandosi lentamente. Nonostante il furioso combattimento appena avvenuto, l’alieno era ancora vivo! “Vieni da me, e dammi i Chaos Emerald!”
Prima che Shadow potesse fare qualunque cosa, sentì diverse voci chiamare il suo nome e si girò. Vide venire verso di loro la navicella G.U.N, il Tornado VF, il jet di Rouge – a bordo di cui vi erano sia lei che Knuckles – ,  un massiccio robot dalle fattezze di un enorme gatto viola pilotato da Amy e dalla sua piccola amica Hybrid coniglio Cream … e persino l’Omega-R di Gelb, che nella sua mano ospitava il suo creatore, il dottor Eggman!
“Non puoi essere così idiota da pensare anche solo lontanamente di dare i Chaos Emeralds a quella feccia aliena!” sbottò lo Shadow Android con disappunto. “A meno che tu non voglia che il pianeta venga distrutto!”  
Black Doom rise, trovando ridicola l’affermazione di quell’automa. “Non hai capito un bel niente! Noi Black Arms siamo venuti qui per offrire al vostro pianeta la salvezza …  per salvare gli esseri umani, prima che devastino il loro mondo.”
“Ma che cosa dici?!” Chiese Shadow, incredulo.
L’extraterrestre si erse possente dinanzi all’Hybrid riccio rossonero. “Gli umani sono una razza meschina e distruttiva. Esseri avidi e assetati di potere, inclini a tradirsi l’un l’altro. Ed è proprio questa loro indole che un giorno li porterà a distruggere sia loro stessi che il loro pianeta! Gli esseri umani saranno la causa della loro stessa estinzione!” gli occhi dell’imponente alieno squadrarono uno a uno i nuovi arrivati. “Ecco perché noi li salveremo da loro stessi … cosicché possano continuare a vivere la loro esistenza senza problemi … e ad essere la preziosa fonte di energia che sono per la nostra razza superiore!”
Quest’ultima frase di Black Doom scatenò lo shock generale di tutti i presenti. Quindi, per i Black Arms, gli abitanti del loro pianeta erano considerati alla stregua di comune bestiame da allevamento? Creature da mantenere in vita solo per il sostentamento di quegli alieni?!
Approfittando del momento di smarrimento dei suoi ospiti indesiderati, il capo dei Black Arms chiamò a sé i sette Chaos Emeralds, che gli fluttuarono intorno irradiando la loro luce.
“Che il rituale di prosperità abbia inizio … Chaos … CONTROL!!”
Con ulteriore stupore dei presenti, una forte luce partì dagli smeraldi, avvolgendo l’intera Black Comet, che per l’effetto della manipolazione spazio-temporale di quel massiccio Chaos Control, fu teletrasportata proprio sul pianeta, fluttuando minacciosa nei cieli tinti di rosso di Central City ei suoi dintorni.
Poi, da essa apparvero delle lunghe appendici simili a enormi tentacoli, che si piantarono nel terreno distruggendo qualunque ostacolo si trovassero davanti.
“Cosa sta succedendo?!” Annaspò Amy, cercando di riprendere il controllo del suo robot, il Big Cat.
“Come può essere riuscito ad utilizzare il Chaos Control?! E uno così potente da teletrasportare una cometa così grande!” Esclamò un’incredula Rouge.
“ … allora è a questo … che ti servivano i Chaos Emerald …?!” Chiese Shadow, che ancora non riuscì a capacitarsi di cosa fosse accaduto.
In tutta risposta, Black Doom rise trionfante. “Per quanto veloce, la Black Comet non lo è abbastanza da penetrare l’atmosfera di un pianeta come il vostro. Una cosa simile sarebbe potuta diventare possibile solo utilizzando gli smeraldi per amplificare il controllo spazio-temporale del Chaos Control!” dopo una pausa, aggiunse: “Sembra che il patto stretto tanti anni fa il professore abbia finalmente dato i suoi frutti …”
“… mio nonno?! Cosa c’entra lui in tutto questo?!” Saltò su il dottor Eggman, stentando a credere che suo nonno Gerald potesse essere coinvolto in un simile piano.
L’extraterrestre non esitò a rispondere. “ … cinquant’anni fa, il professor Gerald Robotnik tentò di creare la forza vitale suprema e perfetta … tuttavia, a un certo punto, la sua ricerca si impantanò. Fu allora che si rivolse a me affinché lo aiutassi a completare il suo progetto … e in cambio del mio aiuto, mi promise i sette Chaos Emerald … cosa che mi sarebbe pervenuta anche grazie all’aiuto della stessa forma di vita suprema, Shadow.”
Incapace di credere a quando sostenuto da Black Doom e sconvolto da quelle troppe terribili informazioni, Shadow si lasciò cadere in ginocchio. Tutto questo tempo, aveva creduto di avvicinarsi sempre più alla risposta che stava cercando … mentre non aveva fatto altro che fungere da pedina nel diabolico piano di Black Doom e Gerald! Un piano che sarebbe culminato con la fine del loro pianeta … una fine che lui aveva contribuito a creare!
“Mi stai dicendo … che mio nonno avrebbe tradito il suo stesso pianeta solo per la sua ricerca?!” il dottor Eggman scosse la testa, come per negare quella orribile nozione. “Non è possibile! Rifiuto di credere una cosa simile!”
Gelb guardò il suo creatore, provando allo stesso tempo sconcerto e rabbia. Si ripromise di fare qualcosa per porre fine al turbamento dell’uomo, e di fermare quegli alieni prima che fosse stato troppo tardi.
“Capirai! Credi che ce ne staremo qui buoni e zitti senza far niente?” Commentò Sonic con il suo abituale sorriso furbo.
“Ben detto!” replicò Knuckles. “Direi di prendere questa palla di roccia cosmica e rispedirla da dove è venuta!”
Un incessante trillare del radar a bordo della navetta catturò l’attenzione di Tails. Il bambino spalancò gli occhi per lo shock nel constatare cosa volesse dire un simile segnale. Subitò contattò tutte le unità tramite intercom. “Ragazzi, tenetevi pronti! Il radar sta rilevando centinaia di segnali Black Arms tutti intorno a noi …! E si stanno moltiplicando!!”
“Ma dove?! Io non vedo niente!!” Sussultò Amy guardandosi intorno.
Subito, Gelb iniziò ad analizzare quello spazio in cui si trovavano tutti, finché non captò un segnale dal soffitto, da cui spuntavano quelle che sembravano delle valvole biologiche.
Con dei rumori sgradevoli le tantissime valvole si aprirono e chiusero a intervalli regolari, facendo fuoriuscire un vistoso contingente di Black Arms di elite con le fattezze di robot giganti, che si chiusero intorno ai loro avversari, lasciandoli senza sbocco.
“Mi pareva troppo facile, fin qui …” borbottò teso Gelb. Poi, al dottor Eggman. “Si nasconda! A questi ci penso io!”
Il dottore sbuffò. “E dove, si può sapere? E poi te l’ho detto, no? Ho preparato un piano di contingenza!”
Detto questo, tirò fuori un telecomando con un unico pulsante rosso al centro. Dopo qualche istante dalla pressione del pulsante, l’intera area sembrò rombare mentre, dal corridoio, apparve un colossale quanto imponente robot dalla corazza rossa, alto almeno quaranta metri, sul cui torace sfoggiava l’emblema dello scienziato. Il robottone atterrò a poca distanza dall’Omega-R con un enorme boato che scosse la terra.
“Ti presento l’arma anti-Black Arm definitiva: l’Egg-Titanos 9000!” Dichiarò Eggman spalancando le braccia. Poi, saltò giù dalla mano dell’Omega-R ed entrò nel robot dal portello sottostante, simile a quello equipaggiato sul Chaos Omega.
Beh, almeno non dovrò preoccuparmi di proteggerlo e potrò combattere più liberamente … Pensò Gelb con un sorriso teso. Il suo sguardo andò poi su Shadow, che non era ancora rientrato nel mech e sembrava ancora sotto shock. “Che stai facendo, idiota?! Vuoi farti ammazzare?! Rientra subito nel robot!!”
Ci volle un po’ prima che Shadow si accorgesse delle parole dell’androide. Con un “Sì!” poco convinto, fece rientrare il blocco di pilotaggio all’interno del Chaos Omega.
I numerosi Black Arms si lanciarono contro i robot avversari per schiacciarli con la superiorità numerica. Ma nessuno di essi vacillò dinanzi a quell’attacco.
“Lasciate che vi mostri la pura potenza di un genio!!” Esclamò Eggman con una risata poco rassicurante. Detto questo, fece aprire un portello sul torace dell’Egg-Titanos, concentrando energia bluastra nel cannone che ne fuori uscì. Quando questo fece fuoco, generò un piccolo buco nero che inglobò una porzione di nemici.
“Well, what do you know! Allora ci SONO delle volte in cui anche tu riesci a creare qualcosa di sorprendente!” commentò sardonico Sonic. Poi, trasformando il Tornado VF in modalità Battroid, planò verso uno specifico nemico colpendolo con la mitragliatrice del robot, per poi farlo allontanare ritrasformandolo in aereo.
Anche il jet di Rouge – in cui lei si occupava delle manovre e Knuckles sparava con gridi animosi – si lanciò all’attacco, colpendo i nemici in una linea retta con i missili, abbattendone un buon numero.
“Amy! I Frog Bits sono pronti!” Disse Cream alla sua amica mentre controllava le gambe del Big Cat.
“OK! Fuori i Bits!!” La Hybrid riccio rosa tirò un pugno su un grande pulsante rosso, e da esso si aprirono diversi portelli laterali, da cui uscirono dei droni esplosivi con le fattezze di ranocchie che piovvero addosso ai Black Arms.
“Attivazione Omega Laser!” Dichiarò Gelb con fredda determinazione, mentre dal torace dell’Omega-R partì un raggio di energia rosa che abbatté una fila di nemici. Approfittando della lunghezza dello sparo, l’androide fece ruotare il busto del suo robot giallo, in modo tale che andasse a colpire ancora più nemici.
“OK, ragazzi! Lasciatemi spazio!” Ordinò Tails via intercom. Capendo le intenzioni del ragazzino volpe, i vari robot si spostarono dalla traiettoria di fuoco dei cannoni della navicella, che con dei potenti fasci di energia decimarono qualunque nemico si trovasse davanti.
Dei Black Arms mandatigli contro, ne rimase solamente un terzo.
Tuttavia, non ci volle molto perché le valvole iniziassero nuovamente a muoversi e a generare ulteriori Black Arms di elite, addirittura più numerosi di prima!
“Poveri sciocchi!” li schernì Black Doom “Non serve a niente sconfiggere i miei soldati … possono sempre venirne generati altri … e mentre ne appariranno ancora e ancora al massimo della forma, voi esaurirete le vostre risorse, fino a non avere più niente con cui combattere … e alla fine verrete schiacciati uno a uno! Non avete alcuna speranza!!”
“Purtroppo ha ragione … non arriveremo a niente di fatto continuando a combattere questi alieni …” pensò a voce alta Gelb mentre continuava a sparare ai nemici con Omega Gatling gemelli. “Se almeno potessi usare il Chaos Control come l’originale, potrei avere una possibilità di aggirare le orde di Black Arms e raggiungere il loro capo … ma …”
Lo sguardo dell’androide andò sul Chaos Omega, ancora immobile al centro della formazione.
All’interno del robot cremisi, Shadow strinse debolmente il generatore che fungeva da surrogato dei Chaos Emerald. Migliaia di pensieri confusi affollarono la mente dell’Hybrid riccio, rendendogli impossibile pilotare il robot.
Il complotto di Black Doom. La sete di vendetta del comandante del G.U.N.. La morte di Maria e Milly. Le mille domande sulla sua identità.
Cosa … cosa dovrei fare? Dovrei combattere? Se sì … per cosa? Per chi?
Siamo arrivati a questa situazione solo per colpa mia! Tante vite spezzate, solo per colpa mia!
Non riesco più nemmeno a ragionare …
Io … chi sono io?!
Il suo radar lo avvertì dell’arrivo di un attacco fisico a incredibile velocità. Shadow ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo, per ritrovarsi davanti l’Omega-R, il quale stava scattando verso di lui tenendo il braccio sinistro piegato all’indietro.
“Datti una svegliata, RAZZA DI IDIOTA!!!!” Fu il grido di Gelb mentre l’Omega-R tirò un poderoso gancio sinistro dritto in faccia al Chaos Omega, facendo rovinare all’indietro il robot scarlatto. L’intero campo di battaglia (Black Arms compresi) sembrò bloccarsi di colpo per quell’inaspettato evento.
Ci fu qualche secondo interminabile di silenzio, prima che il Chaos Omega si rialzasse lentamente e Shadow, stringendosi la guancia dolorante, inveisse contro il suo doppio. “Ma che ti salta in mente?! Come hai osato colpirmi in quella maniera, idiota?!”
“Se qui c’è un idiota, quello sei tu!” rispose l’androide con tono fermo e deciso. “Smettila di rimuginare su quello che è stato … concentrati piuttosto su quello che farai sia adesso che in futuro! Vivi il presente e guarda al domani! Solo così potrai definirti!”
Fu come un’illuminazione. Sebbene sgarbate, le parole di quell’androide erano giuste e veritiere. Finché avesse continuato a lasciare che quel nebuloso passato lo tormentasse, non sarebbe mai riuscito a tirare avanti. La risposta era così semplice, ma era talmente accecato dai suoi problemi da perderla completamente di vista.
Ora sapeva cosa doveva fare. Il fuoco della determinazione tornò forte più che mai.
Il generatore si illuminò sotto il palmo della sua mano e i fanali negli occhi del Chaos Omega scintillarono, come per rispecchiare la determinazione del suo pilota. Il robot scomparve dal campo visivo dei Black Arms per qualche secondo. D’un tratto, l’intero segmento di alieni che si frapponeva fra i vari moduli armati e Black Doom cadde a terra fatto letteralmente a brandelli, e il Chaos Omega riapparve proprio davanti al sovrano di quegli alieni.
L’umanoide fulminò Black Doom con il suo sguardo tramite il monitor del mech e fece la seguente dichiarazione con voce decisa:
“Io, Shadow the Hedgehog …  ho deciso di lasciarmi il passato alle spalle. Non permetterò più che mi influenzi, come non permetterò a nessuno di impormi quello che devo o non devo fare! E la prima cosa che farò … sarà distruggerti, Black Doom!!”
“Quindi è così che mi ripaghi, dopo che ti ho dato la vita?!” Rise sadicamente l’extraterrestre. “Allora io non esiterò a strapparti quella stessa vita che ti ho donato!”
Detto questo, Black Doom volò via per raggiungere il cuore della Black Comet, mentre ancora la sua risata riecheggiò nell’aria.
Subito, il Chaos Omega si mise sulle sue tracce per porre fine a quella storia una volta per tutte.
Lo sguardo di Gelb andò più volte dal Chaos Omega all’Egg-Titanos, quasi come per chiedere al dottore di poterlo seguire.
Capendo le intenzioni dell’androide, Eggman annuì, intimandogli di sbrigarsi ad andare prima che comparissero ulteriori Black Arms, e di non preoccuparsi per lui.
Anche l’Omega-R volò al seguito del suo robot fratello, proprio prima che ulteriori Black Arms cadessero dalle valvole sul soffitto, circondando nuovamente il gruppetto.
Sonic aggrottò le sopracciglia, squadrando i nemici circostanti. Shadow … dipende tutto da te … combatti a oltranza e non ti arrendere! Noi terremo duro fino al ritorno tuo e di Gelb!

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Un cielo nero e privo di stelle, contornato da quelli che sembravano incroci fra obelischi e grattacieli, contornati da migliaia di lucine simili a finestre; alcuni di questi “grattacieli” si dilungavano non verticalmente, ma diagonalmente, dando al paesaggio un aria ancora più surreale. Eppure all’interno, suddette costruzioni sembravano composte da membrane organiche di un colore rosa/violaceo.
Compiendo numerose acrobazie aeree, il Chaos Omega volò nello sfondo quasi onirico dell’interno della Black Comet, mantenendo un’elevata velocità nel suo percorso aereo.
Andò veloce, poiché in quel tetro ambiente, anche il tempo era suo nemico.
Tutto pendeva da lui. Motivo per cui non poté permettersi di indugiare.
D’un tratto, qualcosa interruppe il volo del mech rosso. Degli spari di energia violacea all’altezza della spalla sinistra. Sballottato da quel colpo improvviso, Shadow vide uno dei Black Arms d’elite discendere su di lui.
“Non ho tempo per te!” Sbottò Shadow attivando le mitraglie gemelle per l’Omega Gatling e crivellando di colpi l’alieno, nella cui corazza si formarono dei buchi da cui fuoriuscì un disgustoso liquido verdognolo prima che si accasciasse al suolo.
Il Chaos Omega lo guardò per qualche secondo e riprese la sua traiettoria. Non poté tuttavia accorgersi, dandogli le spalle, che l’alieno fosse ancora vivo, e che lo avesse inquadrato con la sua arma da fuoco a energia.
Fu solo quando udì un forte rumore, simile a qualcosa di viscido che si spiaccica si una superficie, che il robot scarlatto si voltò. Davanti ad esso apparve l’immagine di un robot quasi identico, ma di colore giallo che, con i suoi lunghi artigli, straziava il corpo steso a terra del Black Arm.
“Gelb?” Chiese Shadow con una certa sorpresa.
L’androide sorrise con aria sicura di sé. “Voglio esserci quando la faccia di quella sanguisuga aliena verrà spaccata per benino.”
Detto questo, i due robot fratelli ripresero il tragitto verso il cuore della cometa, che tuttavia sembrò essere irraggiungibile. Dall’esterno, il posto non sembrava certo così grande!
Mentre i due giganti meccanici volavano, sul monitor di Shadow apparve nuovamente la finestra intercom di Gelb.
“C’è una cosa molto importante di cui ti devo parlare …” lo apostrofò l’umanoide meccanico. “… so che probabilmente ora non è il momento, anche perché hai dichiarato di volerti lasciare il passato alle spalle … ma … potrei non avere più questa opportunità.”
Shadow sospirò. “Non fare tanto il melodrammatico e sputa il rospo.”
Gelb fece un gran respiro e lo guardò negli occhi tramite quella finestra intercom. “Non sono sicuro che tu ricordi o meno come la colonia spaziale Ark abbia minacciato di scontrarsi con il nostro pianeta, poco meno di un anno fa …”
L’Hybrid riccio rossonero fece una smorfia piena di amarezza. “… ti stai riferendo alle circostanze in cui lo Shadow originale è morto, giusto? Non ricordo molto chiaramente, ma—”
L’androide scosse la testa. “Ti sbagli. L’originale non è mai morto.”
La smorfia sul volto di Shadow cedette il posto a uno sguardo perplesso.
Capendo la confusione del suo ascoltatore, Gelb spiegò: “Sentii questa storia dallo stesso dottore: qualche tempo dopo che la catastrofe fu sventata, egli fece un sopralluogo nei pressi di una delle sue vecchie basi … e lì vi trovò il Chaos Omega. Il robot era terribilmente danneggiato e senza energia … ma non solo! Quando il dottore si avvicinò per esaminarlo meglio, notò che esso stringeva qualcosa nella sua mano destra, quasi come se volesse proteggerlo: un Hybrid riccio nero, in condizioni critiche.”
L’Hybrid porcospino biologico ebbe un sussulto. “Lo Shadow originale?!”
Gelb annuì. “Subito, il dottore portò entrambi al suo quartier generale. Si occupò di riparare il robot e mise lo Shadow originale in una soluzione medicinale per guarirlo.” l’androide fece poi una pausa e abbassò lo sguardo. “… fu in quel periodo che formulò l’idea di replicare sia Shadow che l’Omega, così da avere un esercito inarrestabile … e ovviamente fu così che nacqui io, il primo Shadow Android sperimentale basato sulla matrice strutturale e comportamentale dell’originale: il Matrix Prototype.”
Shadow ascoltò il racconto dell’androide in silenzio, continuando tuttavia a chiedersi che differenza avesse fatto che il suo originale fosse stato vivo o meno. Il risultato finale non era comunque la nascita sua e di tutti gli altri androidi?
Prima che il ragazzo potesse dare fiato a tale interrogativo, il suo doppio meccanico riprese a parlare con una sottile vena di amarezza. “… certo le cose si sono leggermente complicate quando, circa quattro mesi fa, il Chaos Omega si attivò improvvisamente da solo, senza che gli fosse attaccato alcun generatore o Chaos Emerald … e dopo aver distrutto buona parte dell’edificio in cui era immagazzinato,  e causato la fuoriuscita di alcuni androidi ancora in fase di programmazione, scappò portando con sé lo Shadow originale …”  
Shadow spalancò gli occhi. Se il racconto di Gelb fosse stato vero, ciò poteva voler dire solo una cosa! “Ma … credevo che … voglio dire, anche dal modo in cui ti riferivi a me … non hai sostenuto anche tu che NON FOSSI lo Shadow originale?”
“In effetti non ne ero sicuro nemmeno io. Vista la tua perdita di memoria e il tuo comportamento strano, pensavo fossi uno degli androidi incompleti che all’epoca fuggirono dalla base … uno dei Missing Numbers … ma anche se lo fossi stato, ci sarebbero state troppe cose che non avrebbero quadrato! Le tue abilità, le tue reazioni in determinate circostanze … e la tua capacità di pilotare il Chaos Omega. Tutti questi fattori mi hanno fatto dubitare, in maniera sempre più forte, del fatto che anche tu fossi un androide come me.”
Emise un risolino. Poi guardò Shadow negli occhi con un lieve sorriso. “… non che ammetterlo mi faccia fare salti di gioia … signor originale.”
Per la prima volta, dopo un periodo che gli sembrò durare un’eternità, Shadow sentì come se l’opprimente fardello che portava nel cuore si fosse improvvisamente dissolto. Non poté fare a meno di provare un sollievo nel constatare che quei ricordi che per tanto tempo lo confusero non fossero altro che la sua memoria originale che lottava per risalire in superficie. Cosa che tra l’altro sarebbe stata la spiegazione più ovvia. Sebbene avesse dichiarato davanti a tutti la sua intenzione di vivere nel presente e di scordare il passato, sarebbe stata una bugia dire che la cosa non lo facesse stare molto meglio.
Chiese poi a Gelb: “Non dirmi che mi hai seguito fin qui solo per dirmi questo?”
“Ovviamente, no … ma come ti ho detto, vista la situazione, non voglio avere scrupoli di coscienza.” rispose l’automa. “… ciò che voglio davvero fare è mantenere la promessa di proteggere il mondo … che feci a una certa persona.”
Ovviamente l’Hybrid dai capelli rossoneri capì subito di quale promessa si trattasse. “Ma Gelb … quella promessa …”
“Lo so … è solo un ricordo impiantato …” fu la risposta di Gelb, contornata da un sorriso malinconico. “… ma rimane pur sempre importante, vero o falso che sia. Ecco perché voglio lottare fino all’ultimo respiro per mantenere quella promessa. E allora forse …”  Si interruppe, non riuscendo a completare quella frase, sebbene avesse ben chiare le parole nella sua mente.
… allora, forse … potrei sentirmi più simile al vero Shadow … invece di una copia e basta … e anche più vicino a Maria.
La discussione dei due sosia fu interrotta quando entrambi captarono un massiccio segnale sul loro radar, da dove fuoriuscirono altri segnali più piccoli ma numerosi. Davanti a loro si erse una specie di grosso incrocio fra un drago e un pipistrello, biologico ma meccanico allo stesso tempo. Quando aprì la bocca, da esso fuoriuscì una legione di Black Arms di elite.
“A occhio e croce direi che si tratta di una specie di portaerei aliena … evidentemente non vogliono lasciarci andare senza combattere.” Commentò Gelb con la sua abituale voce fredda ma ironica.
“Pensi di riuscire a gestire la cosa?” Gli chiese Shadow con un sorriso arrogante.
Il sosia meccanico ricambiò il sorriso. “Non montarti la testa, originale. Sono più che in grado di cavarmela.”
Dopo aver pronunciato suddetta frase, fece attivare gli Omega Beam Rifles su entrambi gli avambracci dell’Omega-R e, facendo girare più volte il robot mentre volava intorno al suo compagno, iniziò a colpire i nemici circostanti abbattendoli e aprendo una strada per il Chaos Omega, affinché questo raggiungesse la bio-nave. Una volta che il Chaos Omega fu vicino a dove era situato il nucleo della nave, simile ad un cristallo giallastro legato al corpo da una serie di capillari rossi, tirò indietro il pugno sinistro e lo tirò di schianto contro di esso, frantumandolo. In una manciata di secondi, la nave-creatura si sfracellò al suolo.
“Non possiamo continuare a perdere tempo con questi scontri. Dobbiamo sbrigarci e raggiungere Black Doom o non finiremo mai!” Sbottò l’androide, avvertendo altri nemici sul resto del percorso.
Shadow guardò il generatore incastonato nel bracciolo. Black Doom era in grado di utilizzare il Chaos Control … e quel generatore gli era stato donato proprio da lui prima che avesse avuto inizio l’invasione! Con un po’ di fortuna, forse al Chaos Omega sarebbe bastato. Lo sguardo gli andò poi sull’Omega-R, ricordandosi del fatto che il suo androide non fosse capace di usare una simile tecnica. “Reggiti forte.” Intimò all’androide.
Prima che Gelb avesse tempo di replicare, il Chaos Omega afferrò saldamente la vita dell’Omega-R. Un alone blu iniziò a brillare intorno al robot rosso.
“Chaos … CONTROL!!”
La realtà si distorse intorno ai due robot, e tutto sembrò muoversi come a rallentatore, mentre essi sembrarono essere le uniche cose che si muovessero normalmente. Tale fu l’effetto di manipolazione spazio-temporale generato dal Chaos Control di Shadow, che rese i due giganti corazzati straordinariamente veloci, sebbene dall’abitacolo dei mech sembrasse di andare a un’andatura normalissima. Dopo un primo momento di vertigini, Gelb non riuscì a celare la sorpresa, nel constatare un tale fenomeno. Quindi era questo il potere del Chaos Control! Il potere che gli era negato poiché solo una copia imperfetta … lo stesso potere in possesso di Black Doom …
“Ci siamo. È laggiù. Sto captando il segnale dei Chaos Emeralds.” Pensò a voce alta Shadow con voce meccanica, senza distogliere lo sguardo dal radar.
I due arrivarono ad un ampia stanza circolare,  illuminata di violetto da delle fonti di luce invisibili. Il pavimento sembrava composto da una sostanza organica di colore giallognolo, ma la consistenza era simile a marmo. Non vi erano pareti, ma intorno alla piattaforma fluttuavano dei monoliti viola a strisce nere, di grandezze diverse.
Tuttavia, non sembrò esserci traccia né di Black Doom né dei Chaos Emerald.
“Il segnale doveva portare qui, no? Allora perché non c’è niente?” Chiese Gelb a Shadow, mentre fece camminare l’Omega-R verso la parte centrale della piattaforma circolare.
“… beh, non ci sono altre strade … deve essere questo il nucleo della Black Comet.” Rispose pensieroso Shadow.  Anche Il radar continuava ad indicare che gli otto segnali fossero in quella stanza
“Che maleducazione. Non è cortese invitare un ospite e poi non presentarsi …” commentò ironico l’automa. “Forse è ora che impari un po’ di buona educaz—”
Gelb si interruppe di colpo quando l’abitacolo dell’Omega-R iniziò a brillare di una forte luce viola. Neanche ebbe il tempo di reagire che il robot giallo fu trafitto da un raggio di energia distruttiva che lo colpì in diagonale, perforandone la corazza dorata e creando un vistoso buco che ne attraversò il torso, proprio sopra la cabina di pilotaggio. Come a rallentatore, il mech si accasciò a terra come una bambola di pezza.
“GELB!!” Gridò Shadow con quanto fiato aveva in corpo. La finestra video della connessione intercom con l’androide era fuori uso, mostrando solo un fastidioso sfarfallare. Riuscì solo a udire i gemiti dell’automa sofferente, unico indizio che fosse ancora vivo.
Subito l’Hybrid originale ordinò al Chaos Omega di muoversi in soccorso del suo duplicato, ma si fermò sui suoi passi quando vide atterrare dinanzi a lui l’imponente e minacciosa figura di Black Doom. I sette Chaos Emerald fluttuavano sopra la testa dell’alieno, formando un arco.
Nel vederlo, Shadow strinse i denti.  Poté sentire la sua rabbia crescere a dismisura.
“Sono a dir poco impressionato, Shadow … sei riuscito ad arrivare quaggiù illeso …” Commentò l’alieno con la sua voce cavernosa.
Poi si girò verso i resti fumanti dell’Omega-R e fluttuò verso di essi. Dal buco gli fu possibile vedere Gelb che, gemendo, si stringeva il petto con entrambe le mani. L’androide aveva disattivato il Ring Feedback System per evitare di provare ulteriormente sulla pelle i danni del suo robot, ma ancora risentiva di quel colpo devastante e dei suoi effetti trasmessi dall’interfaccia del robot con il pilota.
“Devo riconoscere che sono un tantino deluso …” commentò Black Doom tendendo una mano verso la testa dell’androide, afferandogliela e sollevandolo dinanzi a sé. “Non capisco come tu abbia potuto scegliere questo … fantoccio senza valore … come tua scorta.”
“Lascialo andare, Black Doom!” Gridò furioso l’Hybrid porcospino.
L’extraterrestre emise una risata piena di malvagità. “Perché ti fai tanti problemi per proteggere questa tua misera copia inferiore? Tanto disturbo solo per un fantoccio dalla mente vuota …”
Un rauco risolino emesso dall’androide catturò l’attenzione dei due. Il robot umanoide aprì lentamente gli occhi e guardò l’alieno. Nonostante il volto sofferente, un fuoco continuò ad ardere in essi. “… fantoccio, eh? Ma anche un fantoccio … può perseguire un ideale … e lottare fino allo stremo per realizzarlo!”
Irritato dall’atteggiamento di quell’essere che per lui era alla stregua di un giocattolo, Black Doom usò la mano libera per stritolare il braccio destro di Gelb. Dopo qualche istante, l’arto dell’androide si spezzò di nettò;  scintille scoppiettavano dalle due estremità strappate dell’appendice meccanica.
Gelb aprì la bocca per gridare, ma il dolore fu talmente forte che il gesto non gli riuscì.
“Impara a stare al tuo posto, inutile burattino!” Tuonò Black Doom stringendo con maggior forza la stretta sul cranio dell’automa, e trovando quasi divertimento nei gemiti soffocati di quel “fantoccio”.
“SMETTILA!!” Gridò Shadow, non potendo più sopportare quella visione disumana. “Il tuo nemico sono IO, non lui!”
I tre occhi di fuoco del leader dei Black Arms, andarono prima sul Chaos Omega, poi su Gelb. Con un espressione di disgusto, lanciò in terra il corpo flaccido dell’androide, che cadde supino e si strinse quel poco che era rimasto del suo braccio destro, stringendo i denti per sopportare il dolore.
“Non hai ragione di opporti a me …” disse Black Doom a Shadow. “Il futuro offerto al vostro pianeta da noi Black Arms è la sola via di salvezza rimasta agli esseri umani.”
“Ancora con questa storia!” replicò secco l’Hybrid riccio rossonero. “Ne ho avuto abbastanza. Mi stai annoiando a morte!”
L’extraterrestre lo guardò e rise, divertito dall’atteggiamento del ragazzo. “Quanto fegato per un Hybrid così piccolo … suppongo sia questo che ti rende così interessante …” chiuse gli occhi per poi aprirli di scatto, come per fulminare l’Hybrid dinanzi a lui con lo sguardo. “Ma vedi, non sarai mai in grado di battermi … vorrebbe dire andare contro il tuo stesso sangue!”
“Ma di cosa stai parlando?!” chiese il ragazzo riccio confuso. Di colpo, sentì un forte ronzio nelle orecchie e la testa iniziò a dolergli sempre più forte, annebbiandogli la vista. “Ugh … co … cosa mi stai facendo?!”
“Non hai ancora capito? È grazie al mio sangue se sei venuto al mondo.” Fu la risposta distaccata di Black Doom.
“COSA?!” Gridarono i due ragazzi riccio all’unisono. Nessuno dei due si aspettò una simile constatazione.
“Proprio così …” replicò il sovrano alieno. “Shadow … tu sei la mia carne e il mio sangue … ecco perché posso controllarti completamente. Dovresti già sentirlo tu stesso …”
“NO!! Rifiuto di crederci!!” Protestò Shadow scuotendo la testa. Sentì la sua mente svuotarsi del tutto, a poco a poco, ma cercò di contrastare quanto più possibile quella sensazione.
Black Doom lo guardò e rise malignamente. “Non serve a niente opporsi … non potrai mai sfuggirmi … così come non potrai mai sfuggire al tuo passato!” i suoi tre occhi andarono poi sull’androide steso a terra. “Ma se non vuoi crederci, posso dimostrartelo … facendoti togliere di mezzo quell’insulso fantoccio laggiù.”
Non appena Black Doom ebbe pronunciato questa frase, la mente di Shadow si bloccò di colpo e il ragazzo ebbe un sussulto. Sotto la sua mano, il generatore iniziò a brillare, indicando la ricezione dell’ordine da trasmettere al Chaos Omega. La testa del robot rosso si girò verso Gelb, e lentamente il colosso iniziò a camminare verso di lui, mentre i suoi passi meccanici rimbombavano nell’aria e scuotevano il terreno.
Maledizione … il Chaos Omega non mi risponde … non sono neanche più padrone della mia mente! NO!! Possibile che debba finire così?! Sono destinato ad essere solo la pedina di Black Doom … perché lui è mio … mio …!
“Sbrigati a sbarazzarti di lui. Ma non fare qualcosa di banale tipo schiacciarlo con il piede di quel robot. Strazialo con i suoi artigli, strappandogli il braccio e le gambette … uno a uno.”
Gelb guardò il gigante rosso torreggiare sopra la sua testa e alzare l’artiglio sinistro sopra di lui, e imprecò mentalmente. L’androide sapeva bene di non poter scappare, danneggiato com’era. L’Omega-R era fuori uso, e i missili con cui lui stesso era equipaggiato non sarebbero bastati per fermare il Chaos Omega. Di base, era spacciato. Quindi si rassegnò e chiuse gli occhi, convinto che quella sarebbe stata l’ultima immagine a rimanere impressa sulla sua retina artificiale.

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L’Hangar all’interno della colonia spaziale Ark era avvolto nel più assoluto dei silenzi … e dal fumo. Fumo generato da un goffo mech formato da più sezioni di animali diversi parcheggiato alla carlona nella zona hangar. In effetti fu proprio il penoso tentativo di atterraggio del mech all’interno della colonia la causa di tutti quei danni. Il pilota principale non aveva calcolato bene l’angolatura, ed ecco il risultato.
“Sarà problematico!” pensò a voce alta Charmy guardandolo. “Come faremo a tornare a casa col Chaoti-X in queste condizioni?”
“Beh, questa colonia sembra ben attrezzata per le riparazioni. Con un po’ di fortuna, lo ripareremo senza problemi.” Replicò il suo compagno più grande, Espio.
Il trillare del comunicatore da polso dei due giovani Hybrids detective squillò, avvertendoli di una chiamata da parte del loro capo, Vector.
“Allora, sei riuscito a trovarla, la tua benedetta sala del computer?” Chiese con un cenno di ironia l’Hybrid camaleonte viola.
“Sì, ma adesso ho un altro problema!” gracchiò l’uomo coccodrillo. “Non mi ci raccapezzo con questo coso! Forse in tre ci capiamo meglio!”
E poi mi sorprendo che il nostro atterraggio sia stato un disastro … pensò il giovane ninja scuotendo la testa con rassegnazione.
Una volta che i tre Chaotix furono riuniti, Espio cercò di vedere come far funzionare l’apparecchiatura per connettersi al computer centrale, battendo diverse parole chiave con la tastiera. Charmy gli chiese come stesse andando, ma fu subito zittito da Vector, che gli piantò una mano davanti alla faccia.
Dannazione, accedere a questo database è più complicato di quanto pensassi … seriamente, non mi pagano abbastanza per questo! Pensò Espio continuando a battere sulla tastiera. 
“E va bene!” Saltò su deciso il bambino ape.”Se né Vector né Espio riescono in questa impresa, tocca all’intrepido Charmy Bee salvare la giornata!!”
Detto questo, Charmy si alzò in volo e alzò il pugno. Al grido di “PROGRAM DRIIIIIVE!!!”, si buttò in picchiata sulla tastiera, colpendola col pugno. A nulla valsero i richiami di Vector.
In risposta allo scossone generato dal ragazzino, il terminale si accese. I tre Hybrids non poterono fare a meno di restare sorpresi per l’accaduto.
Dopo qualche secondo di sfarfallamento, sul monitor romboidale apparve l’immagine di un uomo: il professor Gerald Robotnik.

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“Shadow … figlio mio …” la voce del vecchio professore riecheggiò dentro e fuori la cabina di pilotaggio del Chaos Omega, così come la sua immagine apparve sia sul monitor della cabina di pilotaggio del robot che su svariati monitor esterni, lasciando i presenti senza parole per l’improbabilità e imprevedibilità di un simile evento.
Tuttavia non si limitò alla Ark o alla Black Comet; il video fu trasmesso persino al quartier generale del G.U.N., e nel resto del mondo.
Gerald continuò il suo discorso verso la sua creazione: “Se stai ascoltando questo messaggio, vuol dire che ormai il peggio è avvenuto … ma volevo comunque che tu conoscessi la verità.”
Nel video, l’uomo baffuto si incupì, prima di continuare. “Il governo ha deciso di mettere fuori uso questo istituto di ricerca … imprigionando chiunque fosse a conoscenza della tua esistenza …! E tutto per colpa mia! Vorrei non aver mai contattato quella cometa!”
La sua espressione si fece poi risoluta. “Ascoltami bene: fra cinquant’anni, la Black Comet si riavvicinerà al pianeta … e quegli esseri torneranno per scatenare caos e distruzione sul mondo! Ma esiste un modo per fermarli:  usare contro di loro quello stesso potere che intendono sfruttare.”
Ascoltando quel discorso, gli occhi di Gelb si illuminarono. Distruggerli usando il loro stesso potere! Quindi è per questo che Shadow può …?
Il video di Gerald diretto all’Hybrid riccio nero continuò. “Shadow! È tutto nelle tue mani! Tu sei L’UNICO in grado di fermarli! Usa l’arma che sviluppai per distruggere la Black Comet, L’Eclipse Cannon … e proteggi questo mondo! Proteggi il futuro di questo pianeta! Sei la nostra sola … ed ultima speranza!”
Poi, nel video, una ragazzina bionda con i vestiti azzurri si avvicinò all’anziano scienziato baffuto, stringendogli affettuosamente il braccio.
La nipote di Gerald: Maria Robotnik.
“Stai tranquillo, nonno! Io e Shadow ce la metteremo tutta per proteggere questo pianeta!” gli disse la piccola ragazza con un sorriso ottimista. Poi si girò verso la telecamera. “Non è così, Shadow??”
Professore …
Maria …
Io … io …!!
Shadow abbassò la testa, lasciando che la frangetta rossa gli coprisse completamente gli occhi.
Stanco di quello spettacolo inutilmente melenso, Black Doom fece sparire gli schermi con un gesto della mano. “Sei un povero idiota, Gerald! Ho il completo controllo della vostra cosiddetta ‘speranza’!” poi tornò a guardare il Chaos Omega, il cui braccio era ancora alzato e sul punto di afferrare Gelb. “Cosa stai facendo ancora così?! Avanti, liberati di quel bambolotto!”
Al suono della voce di Black Doom, il braccio destro del robot si mosse repentinamente verso l’androide …
Poi fu proteso in avanti, in direzione dell’alieno, e l’avambraccio si staccò dal resto del corpo per volare addosso al nuovo bersaglio. Il pugno a razzo segnò un arco, andando a sfiorare Black Doom, che si tirò indietro giusto il tempo per schivarlo, e si ricongiunse al resto dell’arto.
“Incredibile … come sei riuscito a liberarti dal mio controllo mentale?” Chiese basito il sovrano extraterrestre.
“Non lascerò più che tu mi controlli, Black Doom … perché ora non sono più confuso! Ora so qual è il mio scopo!” alzò la testa, fulminando l’alieno con uno sguardo carico di determinazione. “Sono qui per mantenere un’importante promessa … e per poter finalmente vivere libero dai fantasmi del mio passato!!”
Poi, con un grido di battaglia, ordinò al Chaos Omega di lanciarsi contro Black Doom. Ma prima che potesse colpire l’alieno con un pugno, questo svanì dalla stanza, lasciando solo l’arco creato dai Chaos Emerald.
Tuttavia, la voce del sovrano dei Black Arms poté ancora riecheggiare in quella stanza. “Molto bene … allora esaudirò il tuo desiderio e ti libererò dal tuo passato … così come dal presente e dal futuro … preparati ad andare incontro al creatore, Shadow!!”
Riapparve quindi dietro al Chaos Omega e iniziò a trasformarsi, diventando sempre più grosso e mostruoso e perdendo qualunque parvenza avesse con la sua precedente forma. Fu talmente enorme, da dover uscire da quella stanza per raggiungere una zona all’aperto della cometa.
“Preparati a morire, mentre subisci sulla pelle tutta la mia IRA!!!” furono le parole del mastodontico alieno mentre questo prendeva il volo.
Una debole voce lo chiamò alle sue spalle. L’Hybrid riccio si girò per vedere Gelb, gravemente danneggiato, zoppicare verso di lui stringendosi il braccio tranciato. “Devi vincere … assolutamente, capito?! Altrimenti non ti permetterò di guardare in faccia Maria all’altro mondo!”
Shadow annuì guardò i sette Chaos Emerald, sapendo bene cosa dovesse fare.
Il Chaos Omega chiamò a sé gli smeraldi, che iniziarono a girargli intorno sempre più rapidamente. Come quando dovette fermare la colonia dal cadere sul pianeta, l’Hybrid fu avvolto da lampi di luce colorata e dal suo corpo scaturì energia dorata, che tinse la parte nera dei suoi capelli e aculei del medesimo colore e gli rese gli occhi marroni, trasformandolo in un Super Hybrid. La stessa energia si sparse lungo tutto il Chaos Omega, causandone nuovamente la trasformazione nella sua controparte dorata più slanciata e potente.
“Trasformazione perfetta: CHAOS OMEGA SS!!!” Fu il grido che fuoriuscì dalla corazza di quel mech, mentre questo completò la sua trasformazione battendo i pugni uno contro l’altro e abbassandoli all’altezza della vita.
Una volta conclusa la metamorfosi, il robot dorato si lanciò all’inseguimento di Black Doom, sotto lo sguardo attento di Gelb.
Shadow … sei straordinario … mi chiedo come possa anche aver solo pensato di potermi paragonare a te!
Un fluire di energia fu captato dai rilevatori dell’androide, sia sul suo robot che su sé stesso. La potenza dei Chaos Emerald stava venendo trasmessa, pur solo in piccola parte, anche a lui.
Gelb si girò verso il suo robot, e un’idea prese forma nella sua mente. Avrebbe tanto voluto fare qualcosa per aiutare Shadow e il mondo … che la sua occasione si fosse finalmente presentata?
Con il potere dei Chaos Emerald … posso riuscirci!

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Quando finalmente il SS riuscì a raggiungere il suo bersaglio, quello che gli si presentò davanti non fu uno spettacolo gradito.
Dell’essere denominato Black Doom era ormai rimasto ben poco: l’essere dinanzi a lui fu un gigantesco abominio alato nero, simile a un demone, con un unico occhio centrale, due lunghe corna dalle punte cremisi, massicce ali da diavolo rosse e lunghi artigli color sangue.
Il computer a bordo del SS lo identificò non più come Black Doom, bensì come Devil Doom.
“Così intendi sfidare colui che ti ha donato la vita? Pagherai la tua ingratitudine con una dose di incessante dolore!” Nonostante la sua trasformazione, Doom non cambiò la sua voce cavernosa e, con queste parole, invocò intorno a sé una serie di rocce. Esse si sparsero e iniziarono a sparare all’impazzata raggi laser. Il robot dorato riuscì a schivarli, ma si preoccupò quando vide che buona parte di essi colpì la superficie della cometa. Pensò che gli altri, che stavano ancora combattendo, potessero essere coinvolti.
Fu la gracidante voce di Eggman a rassicurarlo tramite intercom. “Non preoccuparti per noi, Shadow! Siamo riusciti a scappare dalla cometa! Quindi combatti pure a oltranza!”
“Cosa? Ma come … così di colpo?” Chiese Shadow, non capendo bene come potesse essere possibile.
Questa volta fu la voce di Gelb a parlargli, sovrapponendo la sua frequenza a quella del dottore. “Heh … sembra che tutto sommato io non sia un fiasco totale … ho dovuto contare sull’energia residua degli smeraldi, ma ci sono riuscito … il mio Chaos Control ha salvato il dottore e gli altri!” La voce dell’androide era rotta dal dolore e dalla contentezza per essere riuscito finalmente a usare la tecnica di manipolazione spazio-temporale.
Il sentirlo tranquillizzò ulteriormente il Super Hybrid che, senza perdere tempo, ordinò all’Omega SS di concentrare l’energia nelle mani per creare dei giavellotti.
“Chaos … SPEAR!!!” I giavellotti di energia dorata centrarono l’occhio centrale di Devil Doom. Con un ruggito cavernoso, la creatura sbatté più volte le ali, creando una forte raffica di vento che spintonò all’indietro il robot.
Poi, approfittando della distanza fra loro due, evocò diverse macerie, scagliandole contro il suo nemico. Il Chaos Omega SS evocò intorno a lui il Quill Blaster, utilizzando gli spuntoni volanti per far saltare in aria le macerie circostanti. Tuttavia, il suo attacco non riuscì a distruggerle tutte, e un enorme roccia si schiantò contro il robot, spintonandolo all’indietro. Shadow strinse i denti, avvertendo sulla pelle la forza di quell’impatto. Mantenendo intorno a sé i Quill Blaster affinché continuassero a distruggere le rocce circostanti, l’Omega SS si avvicinò a Devil Doom per colpirlo nell’occhio. Per ottenere un effetto più devastante, trasformò il braccio in un cannone energetico e iniziò a chiamare a sé l’energia.
“Chaos … Particle … CAN—”
Il suo attacco fu brutalmente interrotto dal laser di una delle rocce intorno a Devil Doom, che andò a colpire in pieno il braccio cannone, distruggendolo e danneggiando il meccanismo del braccio. Altri laser fluttuarono intorno al robot e iniziarono a bersagliarlo con i loro laser. Shadow gridò per il dolore, mentre l’attacco subito lo fece volare fuori dalla sua rotta.
“D… DANNAZIONEEEEE!!!” Sentendo la rabbia aumentare, trasformo il braccio non danneggiato in una mitragliatrice. “DOUBLE S VULCAN!!” Miriadi di proiettili di energia azzurra partirono dall’arma per centrare l’alieno.
Prima che i proiettili potessero colpirlo, Devil Doom si volatilizzò. Shadow lo cercò sul radar, rilevando soltanto l’arrivo di una serie di laser in sua direzione. Li schivò agilmente per ritrovarsi in mezzo ai detriti. Il Chaos Omega SS riuscì a spazzare via tutti quelli che aveva davanti, ma un detrito lo colpì da dietro.
Ma non permise che questo lo fermasse. Il super robot volò dinanzi all’occhio di Devil Doom e lo colpì ripetutamente con il Double S Vulcan. Come contromisura di difesa, il colossale alieno chiamò a sé un insieme di rocce che fluttuarono sopra il robot dorato, colpendolo tutti insieme con i loro raggi. Per l’Hybrid all’interno fu come se tutto il corpo venisse martoriato da spilli incandescenti. La tuta si ruppe sotto l’impatto e la pelle bruciò.
“UUOOOOOOOH!!” gridò Shadow con determinazione mista al dolore fisico. Trasformò poi il braccio non danneggiato nel cannone energetico. “CHAOS PARTICLE CANNOOOOOON!!!”
L’energia accumulata nel cannone fu sprigionata in un grande fascio di luce rossa che centrò in pieno il volto di Devil Doom. L’alieno dalle fattezze demoniache si contorse per il dolore e utilizzò il Chaos Control per teletrasportarsi via.
La voce dell’abominio alieno riecheggiò ancora una volta nell’aria. “Sembra che io abbia sottovalutato il vero potere dei Chaos Emerald … ma non cambierà comunque l’esito di questa lotta!”
Ancora una volta, Shadow seguì la direzione da cui provenivano i laser a lui puntati per trovare la posizione del suo nemico. Appena il super robot dorato fu nel suo raggio visivo, Devil Doom gli scagliò contro dei detriti di taglia ancora più grande. Una dopo l’altra, le rocce travolsero il Chaos Omega SS, apparentemente schiacciandolo fra di loro.
Passò quasi un minuto di silenzio assoluto. Devil Doom fu a quel punto sicuro di aver trionfato sul suo avversario …
… quando, d’un tratto, delle crepe si svilupparono in tutte le rocce intorno al robot, che si sfaldarono completamente per via della pura aura di energia che circondava il gigante dorato.
Fu allora che Devil Doom capì. Capì che sarebbe morto.
Tuttavia decise di vendere cara la pelle e di portare con sé quel piccolo Hybrid.
Dal canto suo, Shadow decise di porre fine allo scontro con il colpo più potente a disposizione del Chaos Omega SS.Sperando che un braccio sia sufficiente … pensò chiamando a sé sia il Quill Blaster che il Chaos Particle Cannon sul suo unico braccio funzionante. Fortunatamente, la lama di energia prese forma dinanzi al robot, accrescendo ulteriormente il coraggio del suo pilota. L’Omega SS afferrò saldamente la lama, che si condensò in una sorta di cristallo nella sua mano.
“Colpo finale!! CHAOOOOS … MEGAAAA … DISASTEEEEEEEEEEER!!!” Con quel grido carico di ardore, il super robot si lanciò contro il volto di Devil Doom, deciso a trapassare il suo occhio con la spada appena creata.
Come risposta, Devil Doom lanciò contro di esso un raggio di energia fiammeggiante che partì dal suo occhio. Il Chaos Omega SS fu completamente travolto dal raggio, che ne bruciò l’armatura fondendone una buona parte. Anche il pilota all’interno del robot fu bruciato! Colonne di fumo si alzarono dal corpo di Shadow, mentre la sua tuta fu ulteriormente danneggiata e la sua pelle ustionata. L’Hybrid gemette stringendo i denti, ma non vacillò. Non avrebbe mai permesso che quell’attacco lo fermasse. Avrebbe sconfitto Devil Doom e posto fine a quell’incubo, anche se ci avesse dovuto rimettere la vita!
Il robot continuò a volare attraversando il raggio oculare di Devil Doom, ignorando i danni che questo gli causò. Poi, tirò in avanti la spada cristallina e, con un nuovo grido di battaglia, la piantò saldamente nell’occhio della creatura, da cui scaturì un violento fiotto di sangue verdastro.
Per liberarci dal giogo del passato …
Per lastricare la strada verso il futuro!!
Nella mente dell’Hybrid, presero rapidamente forma tutti i ricordi che lo portarono a quello scontro. Questo mare di ricordi durò un secondo netto, proprio prima che dalla lama dell’Omega SS scaturissero una serie di esplosioni energetiche che straziarono il corpo dell’extraterrestre.
“I … impossibile! Io sono il signore supremo di quest’universo!! La forma di vita immortale, assoluta e perfetta!!” Devil Doom emise un grido mentre il suo corpo fu fatto a pezzi, prima di cadere nel vuoto, senza vita.
Shadow guardò la carcassa del suo nemico sprofondare in quel baratro nero, mentre la corazza del suo robot ancora emetteva fumo causato dall’ultimo attacco subito. Il suo sguardo andò poi alla Black Comet sotto di lui. Rimane solo una cosa da fare … poi sarà davvero tutto finito.
Il Chaos Omega SS volò alla massima velocità verso la parte inferiore della cometa, reggendola con entrambe le mani e accumulando l’energia necessaria per il teletrasporto. L’Hybrid poté vedere i valori del suo robot altalenare e tendere verso il basso.
“No …! Sono al limite?!” Sbottò il ragazzo. Di questo passo sarà stato tutto inutile!
Fu allora che un braccio sinistro robotico di colore giallo afferrò saldamente la parete rocciosa della cometa, proprio vicino a lui.
Era l’Omega-R, pilotato da Gelb. Nonostante i danni subiti, sia l’androide che il suo robot erano ancora in grado di muoversi?
I due Hybrids così simili nel carattere e nell’aspetto si lanciarono uno sguardo di incoraggiamento, annuirono, e chiamarono a loro l’energia.
“CHAOS … CONTROOOOOL!!!” gridarono i due all’unisono.
In un’esplosione di luce, la Black Comet scomparve dall’atmosfera del pianeta per riapparire in un lampo nello spazio esterno. Le sue appendici tentacolari fluttuavano inerti in quel mondo senza aria.
Il Chaos Omega SS riapparve dinanzi alla colonia spaziale Ark. Il super robot piantò le braccia nella parte della colonia che si collegava alla canna dell’Eclipse Cannon e si preparò ad accumulare in esso l’energia dei Chaos Emerald.
Prima che Shadow potesse chiedersi che fine avesse fatto l’Omega-R, gli arrivò una comunicazione intercom da parte del robot giallo. A causa dei danni subiti da quel mech, la finestra video era guasta, ma l’audio fortunatamente funzionava ancora.
“Shadow, riesci a sentirmi?”
“Ti sento, Gelb. Che fine hai fatto? Ti perderai i fuochi d’artificio …”
“Shadow … mi è rimasta ancora dell’energia residua da utilizzare per un ultimo Chaos Control. Non è molta, ma posso utilizzarla per mantenere la Black Comet immobile nella traiettoria di fuoco dell’Eclipse Cannon. Approfitta di questo lasso di tempo per colpirla!”
Shadow si bloccò di colpo nel sentire le parole dell’androide. “Aspetta! Questo vuol dire che ti trovi ancora sotto la cometa! Se sparo adesso, non rimarrai coinvolto anche tu nell’esplosione?”
Gelb non rispose. Ma non fu necessario. Le sue intenzioni erano fin troppo palesi.
“No!! Non puoi chiedermi di sparare, sapendo che in questo modo morirai anche tu!!” Protestò l’Hybrid riccio rossonero scuotendo la testa.
“… cos’è questa ipocrisia, Shadow?” chiese Gelb con un flebile risolino. “… ci sono già state tante vittime per tutta questa faccenda … tante persone realmente VIVE … e adesso ti fai degli scrupoli per me, che non sono un effettivo essere vivente?”
Shadow aprì la bocca per protestare contro quella constatazione così dura ma veritiera, ma Gelb lo interruppe. “Ascolta … io sono solo un androide … una copia meccanica inferiore … il mio potere non è niente in confronto al tuo … ma anche io voglio fare la mia parte per proteggere questo pianeta … per onorare la volontà del professore e di Maria … proprio perché sono il TUO androide! Può darsi che il mio sia solo un capriccio, ma  … se potessi soddisfarlo, non avrei rimpianti.”
Shadow abbassò la testa, non sapendo più cosa fare. No, a dire il vero sapeva fin troppo bene cosa fare, ma NON VOLEVA farlo. Non se il prezzo era un'altra vittima dall’anima pura!
Tramite intercom, fu possibile sentire i gemiti del ragazzo robot, ormai al limite. “Sbrigati, maledizione!! Non riuscirò a trattenerla ancora per molto!!”
“Gelb, non puoi chiedermi questo!!” Gli gridò contro il ragazzo riccio.
“Il testamento del professore per te non vuol dire niente?! Lui e Maria ti hanno affidato questo compito, sapendo che tu fossi L’UNICO in grado di farcela!! Hai intenzione di ignorare i loro sentimenti?! Se veramente hai a cuore la loro memoria … e vuoi liberarti dai fantasmi del tuo passato, allora è QUESTO che devi fare!!”
Nella mente dell’umanoide artificiale balenò l’immagine del professor Gerald e di Maria, come li vide in quell’ultimo video. Gelb aveva ragione … loro contavano su di lui affinché liberasse il mondo dalla stretta dei Black Arms … tutto il lavoro di Gerald mirò esclusivamente a quest’unico momento. Se si fosse permesso di indugiare, avrebbe voluto dire sputare in faccia alle persone a lui più care e ai loro sentimenti nei suoi riguardi.
Shadow inghiottì il groppo che gli serrava la gola e concentrò il potere degli smeraldi nell’Eclipse Cannon, dalla cui bocca iniziò a prendere forma una sfera di energia verde.
Adios … Gelb … Pensò stringendo gli occhi per fermare le lacrime dal cadere.
Con un boato assordante, la sfera di energia verde si trasformò in un massiccio raggio che colpì in pieno la Black Comet. Il corpo celeste vibrò violentemente per qualche secondo a causa dell’impatto con il raggio, prima di venire distrutto da un’enorme esplosione.
Poco prima di venire consumato dallo scoppio, a Gelb sembrò di vedere una piccola sagoma femminile avvolta dalla luce. La guardò e sorrise. Anche io … sono in grado di proteggere il mondo!… forse … adesso potrò raggiunger la tua mano così lontana … Maria … L’androide tese la mano sinistra dinanzi a lui, come per raggiungere quella sagoma che gli tendeva la mano, mentrel’Omega-R fu avidamente inglobato da quello scoppio, venendo completamente disintegrato insieme alla cometa.

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“Ce l’hanno fatta!! La Black Comet è completamente distrutta!” Esclamò Tails saltando dalla gioia, nel vedere quella massiccia esplosione visibile persino dalla superficie del pianeta.
“Wow! Questo sì che è uno spettacolo coi fiocchi!” Commentò Sonic senza distogliere lo sguardo dallo scoppio nel cielo.
“Spero che quei due ragazzi stiano bene …” Pensò ad alta voce Rouge; questo commento fece mugugnare qualcosa di incomprensibile a Knuckles.
Amy si girò verso di lei e sorrise. “Andrà tutto bene! Stiamo parlando di Shadow! E Gelb è il suo clone dopotutto, no??”
Eggman guardò l’esplosione con un sorriso amaro. Nonostante l’ottimismo della Hybrid porcospino rosa, lui lo sentiva: sentiva che la sua creazione non avrebbe più fatto ritorno. Glielo poté leggere in volto poco prima che partisse per aiutare Shadow a teletrasportare la Black Comet lontano dal pianeta. Gelb … sei sempre stato così … hai sempre agito di testa tua, vivendo la vita come meglio credevi, fino alla fine … ma sono sicuro che sei arrivato alla tua meta senza rimpianti, qualunque sia la conclusione.
L’uomo scosse la testa, come per rimuovere quei pensieri così insolitamente sentimentali. Non era proprio da lui! Al momento, c’era qualcosa di molto più importante a cui pensare: con la minaccia dei Black Arms finalmente debellata, lo scienziato poteva finalmente tornare alla sua ormai abituale attività di recuperare i Chaos Emerald e riprendere i suoi progetti per la creazione del suo impero globale! Si allontanò in punta di piedi da quel manipolo di piccoli Hybrids, in modo che non se ne accorgessero.
Purtroppo, fu proprio in quell’istante che Knuckles si girò verso di lui, accorgendosi delle sue azioni. “Torna qui, tu!! Dove credi di andare, EH?!” gridò il ragazzo echidna.
I due iniziarono un buffo inseguimento lungo l’autostrada deserta, osservati dal resto della combriccola che non poté fare a meno di ridere per la comicità di quella scena.

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I numerosi monitor nella sala di comando del quartier generale federale mostrarono da più angolature la devastante esplosione che distrusse l’abominevole Black Comet. A tale visione seguirono le trionfanti grida di festeggiamento emesse sia dagli operatori che dai soldati presenti nella grande sala.
Solo due persone rimasero ad osservare i monitor in silenzio: il presidente e il comandante supremo del G.U.N.. Quest’ultimo, in particolare. Sembrò ancora avere il cuore carico di rammarico, dopo il suo faccia a faccia con Shadow. Lo stesso Shadow che tanto a lungo aveva disprezzato, e che causò quel magnifico miracolo che gli si ampliò davanti agli occhi, riflesso su quei monitor.
Capendo i sentimenti dell’ufficiale militare, il politico gli poggiò una mano sulla spalla. “Ironico, non è vero? Così a lungo abbiamo giudicato ingiustamente il professor Gerald Robotnik … eppure, nonostante il modo in cui lo trattammo, lui ha continuato a impegnarsi per poterci salvare da una simile situazione.” Disse.
Il comandante non rispose. E non solo lui … pensò con espressione addolorata.
“Ora tocca a noi fare la nostra parte per omaggiare la memoria del professore!” dichiarò pieno di ottimismo il presidente. “Mettiamocela tutta per assicurare a questo mondo un futuro di pace e prosperità! Che ne dice, comandante??”
Il politico diede una solidale pacca sulla spalla del militare, il cui volto sembrò finalmente abbandonare quell’aria così cupa. “Beh, è il minimo che potremmo fare, signore.”

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Quanto tempo trascorse da quando riuscì a guardare il pianeta azzurro – quello splendido pianeta azzurro che tutti loro amavano – con animo sereno, senza che una qualche ombra gli contaminasse l’anima? Difficile dirlo: di sicuro tanti … troppi anni. Eppure, in quel frangente, Shadow riuscì ad osservarlo con un indescrivibile serenità nel cuore.
No. Era diverso. Non era simile a quando osservava quello stesso pianeta insieme a Maria.
Era una sensazione del tutto nuova. Del tutto diversa. La chiusura di un cerchio, seguita dall’apertura di uno nuovo, che avrebbe portato con sé tante sensazioni così a lungo lasciate da parte per cedere il posto all’amarezza e al rimorso.
Cosa avrebbe riservato il futuro?
Impossibile dirlo.
E comunque non aveva molta importanza.
L’importante era solo VIVERE.
Il ragazzo tirò fuori dalla tasca una vecchia foto in bianco e nero: essa ritraeva un vecchio uomo con folti baffi e piccoli occhialini scuri, una ragazzina preadolescente con i capelli di media lunghezza e un ragazzo Hybrid porcospino.
Il suo sguardo si addolcì nel guardarla. Rimase a osservarla per pochi, interminabili secondi.
Poi si girò, e iniziò a camminare verso la porta che conduceva all’hangar della colonia spaziale. Mentre camminava, gettò la foto alle sue spalle, senza guardarsi indietro.
“Addio per sempre … Shadow the Hedgehog.”
 

FINE

 

CHAOTIC CORNER: L’angolo degli aneddoti e delle curiosità – episodio finale

 
Silver: Ehi, brava gente che ci ha seguito fin qui! Bentrovati per questo dodicesimo e … (tira su col naso) ultimo … episodio … del … NO, NON RIESCO NEANCHE A DIRLOOOOOOOOO!! (Scoppia in lacrime)
Espio: “Basta con le lacrime, vogliamo che i fan ci ricordino col sorriso”, eh? (Si schiarisce la voce e si passa una mano davanti agli occhi) Comunque, in via del tutto eccezionale, oggi abbiamo riunito l’intero cast della storia, e ci troviamo tutti qui, a casa di Orochi Shiki, per festeggiare il raggiungimento della conclusione della nostra fan fiction! La prima storia in italiano di Shiki, e la prima ad essere stata COMPLETATA dalla nostra autrice!
Shadow: … alla buon ora … mi sono stufato di guardare il suo brutto muso!
Espio: Vedete la porta dietro di me? Questa porta conduce alla sala più interna del santuario di Shiki, dove la nostra autrice instancabile è al lavoro! (A Charmy) Apri la porta, ma attento a non spaventarla! Sai come la pensa sulle api …
Charmy: Sissignore!! (Fa il saluto militare e apre la porta)
 
La stanza è nel suo solito disordine, ma solo appena illuminata dalla serranda abbassata a metà e dalla luce dello schermo del computer.
 
Espio: Shiki …? Ci sei …??
Milly: Signorina autrice? Non risponde … e non riesco nemmeno ad avvertirla!
Gelb: (Entra in camera senza troppi preamboli e si blocca davanti al computer) No … non ci credo!!
 
Shiki è seduta davanti al computer, piegata leggermente in avanti e con gli occhi chiusi … e un tenue sorriso le attraversa il volto. La sua immagine perfettamente immobile sembra tracciata in bianco e nero, a matita …
Qualcosa di simile al tragico epilogo di Rocky Joe o dell’ottavo episodio di Gurren Lagann.
 
Silver: (Con dei lacrimoni enormi agli occhi) Non … non dirmi che … ha usato tutta la sua forza vitale per finire la storia?!
Knuckles: Si è dedicata anima e corpo a questo arduo compito … questo è il segno di un vero scrittore!
Shadow/Espio: (Knuckles, tu non hai idea di cosa siano i VERI scrittori, eh?)
Gelb: Shiki … (Si avvicina al corpo esanime dell’autrice e la osserva per qualche secondo con espressione rammaricata. Poi, di colpo, le afferra entrambe le spalle, scuotendola violentemente) DANNAZIONE, TI PARE IL MOMENTO DI METTERTI A CITARE GLI ANIME VIRILI SOLO PER FARE SCENA?! ANIMOOOOO!!!
Shiki: GAAAAAAAAAAAAH!!! MA SEI MATTO, A SVEGLIARE COSI’ LA GENTE?!
Rouge: … svegliare??
Shiki: Scrivere questo capitolo interminabile mi ha stremato, quindi mi stavo riposando … e già che c’ero, data l’epicità dilagante che ho cercato di trasmettere in quest’ultimo pezzo di storia … ho voluto rendere anche la MIA immagine epica!
Shadow/Espio: (Confermo la mia tesi … questa donna non ragiona come una persona normale!)
Shiki: Allora, ragazzi?? Che ne dite di questo capitolo?? L’avete trovato abbastanza epico?? Io ce l’ho messa tutta per rendere gli scontri finali lunghi ed emozionanti nel puro stile degli anime di robot!
Shadow: … può andare, suppongo.
Shiki: Ma come “può andare”?! Tutto qui?!
Shadow: Non lo so, Shiki … dopo aver visto gli scontri finali di certe serie mecha, il tuo mi sembra piuttosto banale. Prendi Gurren Lagann, ad esempio: lì si tiravano addirittura le galassie, altro che comuni detriti! Essendo uno scontro tra due esseri supremi come me e Black Doom, le galassie che volano ci sarebbero calzate a pennello!
Silver: (Con gli occhi a mezz’asta e la gocciolina di disappunto) … qualcuno tiri una galassia addosso a questo Hybrid egocentrico e mitomane, così la pianta di sparare cavolate!
Gelb: A me è piaciuto! L’ho ritenuto un capitolo davvero intenso … anche se forse sarebbe stato figo anche combattere al fianco di Shadow!
Knuckles: Cosa?? Ma … ma se alla fine sei pure morto!!
Gelb: Embé? (Con le stelline negli occhi) Se lo chiedi a me, morire in maniera eroica proteggendo il mondo che si ama è il modo migliore di andarsene!!
Sonic: Wow, sei veramente HARDCORE!! Posso rispettarlo, amico!
Eggman: … anche se vorrei che usasse quella grinta per rendersi utile a ME … ad esempio facendo saltare in tanti pezzettini un certo ragazzino irritante e sfacciato.
Gelb: Comunque, come dicevo, mi sarebbe piaciuto combattere Devil Doom al fianco di Shadow … ma suppongo che se l’avessi fatto sarei stato il tipico personaggio originale che si mette sullo stesso piano dei personaggi effettivi della serie e li surclassa.
Milly: Un timore che tutti i personaggi originali come noi condividono.
Rouge: Vuoi dire DOVREBBERO condividere, ma non lo fanno!
Tails: Senza contare che almeno qui, grazie a Gelb, si spiegano delle cose che nel gioco originale sono un po’ nebulose … ad esempio: come abbiamo fatto, in ShTH a fuggire dalla Black Comet?? Vi ricordo che nel gioco eravamo paralizzati da un gas e in balia di quella specie di anemoni carnivore!
Shadow: (Ci pensa su) Ora che mi ci fai pensare … come avete fatto nel gioco??
Eggman: Bella domanda … devono esserselo chiesto tutti quelli che lo hanno giocato!
Sonic: Comunque, noi personaggi ufficiali restiamo sempre i MIGLIORI!
Amy: Ben detto, Sonikku! (Gli si avvinghia) Sei stato davvero grande, a bordo del Tornado VF!
Silver: In effetti non mi aspettavo che sapessi pilotarlo.
Sonic: (Cerca invano di divincolarsi dalla stretta della ragazzina riccio) Certo che so pilotarlo! Quel mech un tempo era il MIO aereo!!
Gelb: Ora che ci penso, è un peccato che il mio personaggio sia morto senza poterti combattere, Sonic the Hedgehog. Sarebbe stato un bello scontro!
Espio: … ma se persino il vero Shadow ha perso contro di lui! Non credo tu avresti avuto molte speranze …
Gelb: … porc! (Schiocca le dita)
Shiki: Sono d’accordo con Gelb … sarebbe potuto essere interessante! Ci sono tante cose che avrei potuto inserire nella storia ma che poi non ho potuto mettere, vuoi per le restrizioni di spazio, vuoi perché poco avevano a che vedere con i toni seri della storia, vuoi perché ci ho pensato troppo tardi …
Shadow: … vuoi per pigrizia …
Shiki: (Lo guarda malissimo) … e per pigrizia, sì … ad esempio: avete presente la scena in cui Chaos Omega ed Omega-R si sono scontrati nella pioggia? E se ci fossero stati anche i fulmini? Sarebbe stato piuttosto pericoloso se uno di loro avesse colpito uno dei robot. Avrebbe aggiunto più suspense alla battaglia, non trovate?
Eggman: Normalmente sì … ma vedi … ecco … questo prototipo zuccone che ho costruito tende ad avere strani effetti collaterali quando entra in contatto con i fulmini … diciamo che non avrebbe contribuito a drammatizzare molto la situazione …
Shiki: In che senso? Vuoi dire che non si limita a rompersi per un corto circuito?
Eggman: (Tira fuori una specie di auricolare)Vi presento il mio sensazionale Egg-Headshock, capace di somministrare scosse elettriche di incredibile potenza, arrivando persino ad eguagliare quella di un fulmine! (All’orecchio di Shiki) Che resti fra noi, intendevo usarlo su tu-sai-chi … ma per il bene della scienza, lo sperimenterò sul mio androide … sperimentale! (Mette l’auricolare sulla testa di Gelb)
Vector: Niente male davvero! Sembriamo quasi dei partner amanti della musica da strada!
Gelb: … vabbé … non che la cosa mi faccia impazzire, ma …
Eggman: Contatto. (Preme un pulsante rosso)
Gelb: (Si muove a scatti, attraversato dalla corrente elettrica. Poi si blocca e lascia cadere le spalle e la testa mentre il fumo esce dal suo corpo. Dopo qualche secondo rialza il capo sorridendo.) Whoooa! Che fissa, raga!! Avete visto che roba?? È stato tipo “ZAP!!”, troppo forte, eh?? (Scatta verso Shadow) Ehilà, fratellone!! Come ti butta la vita?
Shadow: … hai cinque secondi per allontanarti da me prima che ricorra alle mani.
Gelb: Ma come sei cupo e incavolato, fratello! Fammi un bel sorriso, dai! Capovolgi quel broncio e andiamo insieme a divertirci!! Solo tu, io, e quello schianto biondo laggiù!
Milly: EH?? I … io??
Gelb: No, il dottor Eggman. MA CERTO CHE TU, dolcezza!! Visto che Shadow comunque non ci sta, potremo combinare qualcosa io e te … (Fa schioccare la lingua con un occhiolino)
Milly: Umm … c’è qualcosa che dovresti sapere sul mio conto …
Gelb: Oooh, non preoccuparti! Ci andrò piano, visto che non sei pratica!
Tutti (Tranne Knuckles, che non capisce la situazione): (Ma se NON puoi farlo, visto che sei un robot!)
Milly: N… nnnooooo. Non quello … ecco … parliamone fuori, che è meglio.
Gelb: Timidina, eh? Ti aiuto IO a sciogliersi, baby.
 
Gelb e Milly escono dal palazzo. Di fuori si sentono dei rumori raccapriccianti, degli stridii e Gelb che grida in preda al terrore, seguito dal botto del suo corpo metallico che cade a terra privo di sensi.
 
Eggman: Oh beh … almeno così non dovrò darli un’altra scossa. Al risveglio tornerà normale.
Shadow: Suppongo sia stato un bene che un fulmine non lo abbia colpito quando ci siamo battuti … sarebbe stata una situazione assurda!
Shiki: Sottoscrivo …
Rouge: Shiki, posso farti un’altra domanda?
Shiki: Di che si tratta.
Rouge: Non ho potuto fare a meno di notare che anche se noi nella tua storia non siamo più animali antropomorfi, i Black Arms sono rimasti gli stessi. A volte mi viene da domandarmi come sarebbe stato Black Doom se fosse stato trasformato in un Gijinka in questa storia.
Shiki: A dire il vero ci ho pensato anche io … e ho anche un’idea di come sarebbe. (Guarda verso la porta.) Vieni avanti!
 
Dalla porta entra un affascinante uomo sulla trentina, con la carnagione olivastra, tre occhi rossi, lunghi capelli corvini dalle punte rosse e lunghe corna che gli sporgono ai lati della testa. L’uomo indossa una lunga tunica porpora con lunghi pendagli e una sciarpa strappata.
Insomma, sembra un po’ il tipico cattivo finale da gioco di ruolo giapponese per console degli anni ’90.
Tutti i presenti lo guardano interdetti.
 
Shiki: Ecco, quello è come immagino Black Doom se non fosse un orribile mostro alieno. Lo so, è tanto tipico e noioso quanto lo è nella sua forma originale …
Black Doom: (Con una voce calda e affascinante, esattamente il contrario del suo abituale tono cavernoso) A chi chiami “noioso”? Io mi ritengo un cattivo interessante!
Espio: (… suppongo, se si ritengono interessanti quei cupi cattivi stereotipati che fanno i cupi cattivi stereotipati per il bene di essere dei cupi cattivi stereotipati …)
Rouge: (Tutta rossa in faccia)Cacchio, che bonazzo!
Amy: (Come sopra) E parla con una voce che sembra Byakuya Kuchiki nella versione giapponese di Bleach!!
Rouge: Shadow … te l’ho mai detto che hai un gran bel papino? Complimenti vivissimi!
Shadow: (Con espressione conturbata) Quello non è mio padre …!
Sonic: A dire il vero, ora che ha questa forma, vi somigliate davvero tanto! La carnagione, i capelli, lo sguardo.
Black Doom: Infatti. Ora sì che sembriamo appropriatamente padre e figlio … e come padre ti ORDINO di venire qui ad abbracciarmi! (Apre le braccia con un sorriso giocoso)
Shadow: NO!
Black Doom: (Contrariato) D’accordo … allora chiamami almeno “babbo”!
Rouge: Dai, tesoruccio! Fallo contento! In fondo anche lui è un personaggio della serie e deve festeggiare.
Shadow: Ugh! E va bene … (Fa un gran respiro) bab … bab …
Black Doom: Siiiiiiiiii’??
Shadow: … babbuino.
Black Doom: (Freme dalla rabbia, cercando di controllarsi. Poi si blocca e guarda Shadow con aria serafica.) Sai, è un peccato che tu mi sia sempre avverso … perché se non mi ti fossi ritorto contro, saresti diventato l’oscuro e potentissimo principe dell’universo … avresti avuto ogni singolo pianeta conosciuto nel palmo della mano, e Black Watcher – voglio dire, Milly – sarebbe diventata la tua regina oscura!
Shadow: (Si immagina versione principe delle tenebre, seduto su un trono con in mano un calice di vino e con Milly ai suoi piedi, vestita con uno striminzito completino di cuoio nero) Wow, quella sì che è un’immagine figa del sottoscritto … (Scuote la testa) Ma la risposta è NO!
Eggman: (Gli copre la bocca) Ciò che voleva dire è “sì”, ovviamente! E ovviamente avrà bisogno di un saggio e fidato consigliere … mi offro IO volontario!!
Shadow: (Sottovoce) Ma che combina, dottore?!
Eggman: (Come sopra) Non intendo farmi sfuggire quest’occasione! Pensaci: l’impero di Eggman non si limiterà al solo pianeta Mobius, ma sarà un impero COSMICO! È perfetto! Con me che faccio da consigliere al sovrano marionetta troppo inesperto per governare e che prendo in mano le redini del comando … quello sì che è un lieto fine ideale!! (a Black Doom) Allora? Quando si parte?
Shadow: (Morde la mano di Eggman che gli copre la bocca) Lieto fine ideale UN CAVOLO FRITTO!
Black Doom: Vedo che l’idea non ti interessa, quindi non te lo chiederò più. Lo chiederò al Cicciobello che ti somiglia. A proposito, che fine ha fatto?
Shiki: Se ti riferisci a Gelb, credo sia ancora fuori con Milly.
Black Doom: Wow, non perde tempo … allora potrà essere interessato a diventare il mio erede al posto di Shadow.
Shadow: Gli hai danneggiato il mech, lo hai insultato più volte e lo hai persino mutilato. Non credo che ti ascolterà.
Black Doom: … allora dovrò cercarmi un altro erede … se volete scusarmi … (Si teletrasporta via)
Silver: Ah! No! Signor Doom, signore!! Lo faccio io l’erede! Trasformi ME nel suo principe delle tenebre!! (Cade in ginocchio) La mia grande occasione di diventare finalmente qualcuno, invece di un personaggio che sta sulle scatole a tutti …
Shiki: Non stai sulle scatole a tutti, Silver … a me piaci, per esempio!
Silver: (Si alza e la guarda negli occhi) Questo vuol dire che mi renderai il protagonista indiscusso della tua prossima storia??
Shiki: … beh …
Espio: Seriamente, cosa intendi fare ora che hai terminato Chaos Omega Robo? Suppongo continuerai a scrivere altre storie, giusto??
Shiki: Certo! Infatti ho già in cantiere un paio di progetti … alcuni dei quali si riallacciano a questa serie; avremo quindi l’universo degli Hybrids che pilotano i robottoni in espansione!
Sonic: Cos’hai in mente, miss Authoress?
Shiki: Che ne pensate, ad esempio, di Sonic Heroes con Hybrids e robottoni? Andrebbe bene, visto che parte degli eventi di Heroes è stata trattata anche in questa storia.
Vector: Sarebbe anche un buon pretesto per aumentare le apparizioni del nostro Chaoti-X, e far sapere a tutti le sue GLORIOSE origini! O magari vivere l’intera vicenda solo e unicamente dagli occhi dei suoi intrepidi piloti!!
Charmy: Oh, sì! Sì! Fallo, dai!!
Tails: Una storia del genere è anche un buon pretesto per scrivere più battaglie con i mech.
Charmy: E magari fonderne diversi anche fra loro … te l’immagini quanto sarebbe epica la fusione fra Tornado VF e Chaos Omega?
Shiki: Potrebbero dire qualcosa tipo: “Agganciamento rivaleggiante: Omega Tornado!!”
Sonic: … perché non Tornado Omega? Non voglio che il mio mezzo venga dopo nel nome!
Shiki: Perché Shadow sta sotto e tu sopra. (Sente gli sguardi delle ragazze che partono con le fantasie Yaoi) Quello che voglio dire è che la logica è la stessa del Gurren Lagann, col Gurren che sta sotto e il Lagann che sta sopra!
Amy: Comunque, sembra interessante! Altre idee?
Shiki: Sempre per l’universo Hybrid, pensavo di trattare gli eventi di Sonic Battle, con Emerl trasformata in un robot gigante che riceve le onde mentali del pilota e impara le varie tecniche di tutti coloro che la pilotano. (Ci pensa su) Se facessero un simile mech in Super Robot Wars, mi chiedo che razza di attacco finale verrebbe fuori …
Sonic: Non sembra male neanche questa!
Shiki: Hmmmm… e se potesse non solo imparare le tecniche, ma anche fondersi con tutti gli altri mech per creare un IPER robottone??  
Shadow: Ecco, è completamente partita … (Le dà una schicchera in fronte per farla tornare alla realtà)
Shiki: Ah, scusate! Quando creo non esiste nient’altro. Dicevamo? Ah, già! Le altre idee per le altre storie! Quanti di voi hanno giocato ad Ib, gioco horror creato con l’RPG Maker 2003? Sapete, quel programma che si usa per creare giochi di ruolo simili a quelli giapponesi per le console 16-bit.
 
Solo Shadow alza la mano. Gli altri la guardano confusi.
 
Shiki: Beh, sulla scia del successo di Hetaoni, trasposizione degli eventi del videogioco Ao Oni (Altro gioco horror creato con un RPG Maker) con i personaggi del celeberrimo Hetalia, ho pensato di creare una trasposizione della trama di Ib con i personaggi della vostra serie. La protagonista della vicenda sarà Cream, che insieme ad Amy, si ritroverà persa nell’oscuro e pericoloso mondo generato dalla galleria d’arte.
Shadow: … e chi avrà la parte di Garry, il ragazzo alto, bello e dalla parlantina femminile che funge da protagonista maschile della vicenda?
Shiki: Una mezza idea ce l’ho … ma non voglio fare spoiler.
Amy: Un bel ragazzo, hm?? Spero che almeno LUI sappia essere gentile con una povera fanciulla spaventata … Non come un certo stupidissimo e dannatamente affascinante ragazzo dai capelli blu di cui non farò il nome.
Shiki: Come ultima idea, pensavo di prendere i tre membri del Team Sonic e di farli finire, per colpa di Eggman, in un qualche universo alternativo … magari di qualche videogioco fantasy, di cui i nostri tre amici dovranno svelare i misteri mentre cercano un modo per tornare a casa. Non una premessa originale, lo ammetto … 
Tails: E da quale di queste inizierai, Shiki?
Shiki: …… Non ne ho idea! Probabilmente dovrei lanciare un sondaggio e sperare che qualcuno mi dica la sua … e poi basarmi sulle opinioni dei lettori … altrimenti dopo un po’ deciderò io!
Espio: Avete sentito, lettrici e lettori fan di Shiki?? Quindi fatele sapere quale dei prossimi progetti vi interessa di più! Potete anche contattarla privatamente, volendo.
Sonic: Ci auguriamo che questa storia vi sia piaciuta, e che anche i prossimi lavori di Shiki possano piacervi alla stessa maniera!
Shiki: Speriamo di rivederci presto, e grazie ancora a tutti per aver letto Chaos Omega Robo!
Silver: Il Chaotic Corner vi saluta qui, augurandosi di poter essere nuovamente con voi nella prossima storia! (Aspettando che Shiki si decida finalmente a rendermi protagonista di un suo prossimo racconto!)
Tutti: ARRIVEDERCI!!!!  

  
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