Trecentonovantacinque
Гражданская
Война
Сибирячка
Graždanskaja Vojna
Sibirjačka
La guerra civile siberiana
Седьмая
Часть
Sed’maya Čast’
Parte Settima
Sarà che giorno
dopo giorno avrò sognato troppo a lungo
I
will love her my life long
But she never will be mine
Io la amerò per tutta la mia vita
Ma lei non sarà mai mia
(God
You Made The World All Wrong, Notre Dame de Paris)
[...]
E fu così, lei dentro un sogno
Lei stessa un sogno, una vaghezza
Io le invidiavo la purezza
Dell’impossibile
(Signora delle ore scure, Claudio
Baglioni)
Krasnojarsk, 17 Marzo 1844
-Я не знал... Я не знал, мой
Капитан!- Ya ne znal... Ya ne znal, moy Kapitan! Io non lo sapevo... Non lo sapevo, mio Capitano! , ripeté Nočen’ka, appena fu in strada con Feri.
-La moglie di uno Zarista?
Ma come è possibile...-
-Non l’hai vista la fede?-
-Нет...-
sussurrò Innokentij, ancora più mortificato, e Feri non trovò nient’altro da
dirgli.
Del resto, qualcosa da
rimproverargli non l’aveva neanche prima.
Lui non sapeva.
Lui era ferito.
-È pericoloso- aggiunse soltanto, cupo -È
pericoloso restare qui-
Innokentij si accigliò,
accorgendosi che il Capitano zoppicava, e per quanto facesse di tutto per non
darlo a vedere ogni passo gli piegava le labbra in una smorfia di dolore.
-Tu come stai?-
-Non è niente- quasi ringhiò Feri -Come direbbe Alja, in polacco, nic- disse poi, avvedendosi di essere
stato forse un po’ troppo sgarbato con Nočen’ka.
Il giovane Pietroburghese
ricambiò il sorriso, annuendo.
-Nic. Suona
bene-
Però non gli aveva creduto.
-Ma sei sicuro che... Ti sei fatto medicare?-
-Да,
Ноченька, да! Христос,
sei peggio di моя
сестра!-
-Hajnalka?-
-Ne ho una sola, di
sorella, grazie al cielo-
-Ha ragione a
preoccuparsi, Haj. Quella gamba... Fa
paura-
-A voi! A voi-
-Secondo me fa paura anche
a te. Questa ferita potrebbe ucciderti quanto Natal’ja...
Solo che... Beh, non ne sei innamorato-
Lo fece sorridere, con
quelle parole, il Capitano.
-Può darsi-
-Sul serio, dovresti
riposarti-
-Sul serio, dovresti stare zitto-
-Sul serio, la tua
testardaggine è terribilmente irritante-
-Sul serio, ti ricordavo
più innocente-
-È passato un anno. Ho
combattuto con te per la Rivoluzione.
Hanno arrestato mia
sorella e i miei genitori. Loro sono
innocenti. Non io-
-Я знаю,
Ноченька, я
знаю. Sei
straordinario-
Innokentij sorrise,
compiaciuto quanto irriverente.
-Dovere,
мой Капитан-
-Cosa pensi di quella
Tat’jana?- gli chiese a un tratto Feri, cogliendolo di sorpresa.
Nočen’ka sospirò.
-Le sue mani, il suo viso,
la sua voce... Non può essere la moglie di uno Zarista. Non può-
-Forse non voleva
sposarlo, lei- ipotizzò Feri.
-Non credo che a lui
importi qualcosa. Non credo che lei
vorrebbe che gl’importasse-
-Era bella, poi. Tanto
bella, vero?-
Feri scrollò le spalle.
-Я не
знаю. Suppongo di sì. Suppongo che lo sia-
-Supponi?-
Innokentij sgranò gli
occhi smeraldini, incredulo e quasi sconvolto.
-Di Alja lo so. Con le
altre suppongo- spiegò il Capitano,
con aria persa.
-Ma tu sei innamorato, non miope- puntualizzò Nočen’ka, ancora perplesso.
-Suo marito sì. Suo marito
lo è-
-Miope?-
-Già-
-E innamorato no?-
-Anche. Entrambe le cose. Ma più miope, mi sa-
-Invece tu ci vedi, ma non
guardi. Non le guardi, le altre.
È bella, la tua fedeltà...
Se solo servisse a qualcosa-
-Fedeltà platonica. Proprio da cretini- commentò Feri, con un sorriso
triste.
-Я не
знаю- rifletté Nočen’ka, assorto.
-Что?-
-Se sono da compatire o da ammirare, quelli come
te-
-Sarebbero da guarire. Solo questo-
-Tu no-
-Почему?-
Počemù?
Perché?
-Perché tu non saresti lo stesso, senza il tuo
amore impossibile per Lys.
E noi non saremmo gli stessi, senza di te-
Forradalom, 11 Perspektíva Szabadság
Casa Desztor
Camera di Feri e Jànos
Sogno di colei che è la mia follia
Mai questa ferita rimargina
Che dai libri miei
Ha strappato via
L’ultima
pagina
(Cuore di Aliante, Claudio Baglioni)
[...]
Sono nato anch'io sotto un passaggio
di stelle
E nel cuore Dio fu come nella notte
un tuono
Ho viaggiato il mio destino tra
l'anima e la pelle
Muto in ogni addio, da solo il vento
non ha suono
Io non chiedo un poco più di pane
Ma che tu lo mangi insieme a me
E non credo che ci sia una pace,
mai
Se la pace non è dentro te
(Crescendo e Cercando, Claudio
Baglioni)
[...]
È notte alta e sono sveglio
Sei sempre tu il mio chiodo fisso
Insieme a te ci stavo meglio
E più ti penso e più ti voglio
Tutto il casino fatto per averti
Per questo amore che era un frutto
acerbo
E adesso che ti voglio bene io ti
perdo
E
non me ne frega niente, senza te
(Ancora, Eduardo De Crescenzo)
-Certo che fa male. Ma non
voglio che me lo dicano loro. Alle mie
ferite ci ho sempre pensato io-
Come al solito, sdraiato
sul suo letto, Feri parlava con il ritratto di Pugačëv.
Era un amico, Emel’jan.
L’unico amico che non gli aveva ancora detto: “stai
attento a quella ferita”.
Ma forse solo perché non poteva.
-Cos’avrà, poi, la mia
ferita di diverso dalle loro? È più profonda, forse, e ho perso più sangue.
Una lago di sangue, a dir
la verità, e... Sì, fa troppo male.
Non riesco a camminare ma
cammino lo stesso, Quando c’è Natal’ja non riesco a respirare ma respiro lo
stesso. Non riesco a resistere ma
resisto lo stesso. Cosa vogliono saperne loro?
Loro sono felici! E un po’... Un
po’ è anche merito mio. Io non voglio, non voglio farli sentire in colpa.
Sono i miei amici e i miei fratelli, mi
vogliono bene. Ma Dio, se solo me ne
avesse voluto un po’ di più anche lei... E se solo Hajnalka mi avesse fatto
meno stretta questa maledetta fasciatura! Non gliel’ha mai detto nessuno a
quella ragazza che fermare un’emorragia è
diverso dal fermare la circolazione del sangue? Emel’jan, credimi, io non
ho mai saputo come fare.
Io... Ero il figlio
preferito della mamma, sai? Lei era speciale, e per questo ho sempre creduto di
esserlo anch’io. Quando c’era lei... Mi
bastava. Io... Davvero, non lo so perché.
Ero il più scapestrato, il più ribelle, il più disordinato, il più impulsivo,
il più violento...
Il più coraggioso, anche, dicono, e quello che somigliava di più a papà, e per questo,
forse, anche il più presuntuoso, il più arrogante.
Perché papà era il nostro
idolo, ed io ero esattamente come lui.
Più degli altri, lo sono
sempre stato.
Il più strafottente no, quello
era Csák. Però io quasi quasi lo raggiungevo.
Ero il peggiore dei miei fratelli. Eppure la mamma... Adorava tutti, ma preferiva me.
Ed io chissà cosa
credevo... Chissà che cosa mi aspettavo. Di
essere davvero il migliore, il migliore per lei. Non c’è niente di tutte le cose terribili che ho
fatto che lei non mi avrebbe perdonato.
Anche Natal’ja. Anche
Natal’ja mi ha perdonato sempre tutto, e
mi perdonerà.
Anche per Alja ero il
migliore, anche Alja stravedeva per me.
E se la mamma l’ho persa
perché è morta, Alja l’ho persa perché si
è innamorata di lui.
Di quel Greco che forse
non è davvero migliore di me, ma l’ha sposata.
Alja me l’ha mandata la
mamma, no? E lui, chi diavolo l’ha
mandato?
Emel’jan, tu sei il più
grande eroe di tutti i tempi, però di queste cose non puoi capire un accidente
neanche tu. Tu ti sei sposato, ricordi? L’hai
sposata, quella che amavi, quella tua Sofija Nedjuževa, o così dicono. Quindi,
togliti quell’aria da cretino e adesso lasciami dormire-
Feri soffiò sulla candela
e si tirò le lenzuola fin sopra la testa, indispettito.
Il preferito di Zsófike.
Il preferito di Natal’ja.
E poi, alla fine, nessuno.
La notte poi cercavo il sole intorno
a me
E non vedevo il tempo consumarsi con
me
Ieri sì, da giovane
Cantavo le canzoni più facili per me
E nelle mie mani io credevo che
Ci fosse già il filo dell’eternità
(Ieri sì, Charles Aznavour)
[...]
И
после смерти
мне не
обрести
покой
Я душу
дьяволу
продам за
ночь с тобой
I posle smerti mne ne obresti pokoy
Ya dušu d’yavolu prodam za noč’
s toboy
E neanche dopo la morte troverò pace
Io
sto vendendo l’anima al diavolo per una notte con te
(Belle, Notre Dame de Paris)
Krasnojarsk, 1847 - 1848
A vent'anni, all'improvviso
Era scritto sul suo viso
Mi ha lasciato, mi ha ferito
Proprio come un colpo al cuore
(Bang Bang, Mauro Ermanno Giovanardi e Violante Placido)
-Riferito a Natal’ja e Geórgos-
[...]
È notte alta e sono sveglio
E mi rivesto e mi rispoglio
Mi fa smaniare questa voglia
Che prima o poi farò lo sbaglio
Di fare il pazzo e venir sotto casa
Tirare sassi alla finestra accesa
Prendere a calci la tua porta chiusa, chiusa
(Ancora, Eduardo De Crescenzo)
Era morto.
Geórgos era morto.
E non era cambiato niente.
Gli aveva portato via Lys,
gli aveva portato via il cuore di Lys
ancora più di prima.
Aveva rubato il sorriso di Lys.
I suoi occhi non erano più
grigiazzurri di cielo, ma di lacrime.
Piangeva giorno e notte, come aveva pianto solo per lui.
Lys era rimasta vedova a
ventidue anni, e di un uomo che aveva amato da impazzire.
Lys era impazzita davvero, ormai.
Feri da sempre, lei per
Geórgos.
Suo marito.
The feeling that I'm losing her forever
And without really entering her world
Slipping
through my fingers all the time
I try to capture every minute
The feeling in it
Slipping through my fingers all the time
Do I really see what's in her mind?
Each time I think I'm close to knowing
She keeps on growing
Slipping through my fingers all the time
La sensazione che la sto perdendo per
sempre
E senza mai più entrare davvero nel
suo mondo
Sta scivolando tra le mie dita tutte
le volte
Cerco di catturare ogni minuto
La sensazione che vi è dentro
Sta scivolando tra le mie dita tutte
le volte
Riesco davvero a vedere cosa c’è
nella sua mente?
Ogni volta che penso di esserci quasi
riuscito
Lei continua a crescere
Sta scivolando tra le mie dita tutte
le volte
(Slipping
Through My Fingers, Abba)
[...]
The
game is on again
A lover or a friend?
A big thing or a small?
The winner takes it all
Il gioco continua
Un amante o un amico?
Una cosa grande o una piccola?
Chi
vince prende tutto
(The
Winner Takes It All, Abba)
Krasnojarsk, 24 Febbraio
1848
Pensa, un giorno che era festa
La tortura della ruota
Io ti ho dato un sorso d’acqua
In quel sorso ti baciai
E qualcosa ci ha legato
Per la vita e per la morte
Qualche cosa di segreto
Tanto forte tra di noi
Ali in gabbia, occhi selvaggi
Non potranno più volare
E l’infanzia dagli oltraggi
Tornerà mai ad amare?
(Ali in gabbia, occhi selvaggi, Notre
Dame de Paris)
[...]
Wendy,
let me in, I wanna be your friend
I
want to guard your dreams and visions
We'll
run till we drop, baby, we'll never go back
Will
you walk with me out on the wire
`Cause
baby I'm just a scared and lonely rider
But
I gotta find out how it feels
I
want to know if love is wild
Girl,
I want to know if love is real
Wendy, fammi entrare, voglio essere
tuo amico
Voglio proteggere i tuoi sogni e le
tue visioni
Correremo fino a cadere, tesoro, non
torneremo mai indietro
Camminerai con me sul filo
Perché, tesoro, io sono solo un
viaggiatore spaventato e solo
Ma voglio sapere come ci si sente
Voglio sapere se l’amore è selvaggio
Ragazza, voglio sapere se l’amore è vero
(Born
to Run, Bruce Springsteen)
Feri lo sapeva, avrebbe
dovuto saperlo.
Fare l'amore con lei non era stare con lei.
Non era come stare con
lei, ma era la cosa più bella che gli fosse mai capitata dopo la libertà, dopo di lei.
Con quale disperazione
l'aveva spogliata in riva al fiume, con quale ardore aveva baciato la sua
pelle...
I suoi occhi brillavano degli stessi bagliori
dell’Enisej, e Feri sognava il Danubio, sognava
l'amore.
Quella volta non si sarebbe
fermato.
Le aveva quasi strappato i
vestiti, l'aveva quasi uccisa di baci.
Ed era quasi morto anche lui.
Intrecciando le dita ai
suoi capelli d’oro, aveva sentito tutto il mondo dentro il cuore.
E aveva cercato di più.
Di più della Rivoluzione.
-Tuo marito è morto, ma il tuo cuore no... E tu non
avrai più sensi di colpa, non avrai più paura.
Perché lui adesso è morto, e solo io posso
salvarti-
E lei gli aveva detto di sì.
Aveva accettato di sposarlo, il mattino dopo.
The highway's jammed with
broken heroes
On
a last chance power drive
Everybody's
out on the run, tonight
But
there's no place left to hide
Together,
Wendy, we'll live with the sadness
I'll
love you with all the madness in my soul
Someday,
girl, I don't know when, we're gonna get to that place
Where
we really want to go
And
we'll walk in the sun
But
till then tramps like us
Baby,
we were born to run...
Le autostrade sono piene di eroi
distrutti
Alla guida della loro ultima
possibilità
Sono tutti in fuga, stanotte
Ma non è rimasto più nessun posto
dove nascondersi
Insieme, Wendy, possiamo sopportare
la tristezza
Ti amerò con tutta la pazzia della
mia anima
Un giorno, ragazza, non so quando,
arriveremo in quel posto
Dove davvero vogliamo andare
E cammineremo al sole
Ma fino ad allora i vagabondi come
noi
Tesoro, noi siamo nati per correre
(Born
to Run, Bruce Springsteen)
Note
Sarà che giorno dopo
giorno avrò sognato troppo a lungo: Ho sognato una strada, Ivano Fossati.
Feri e Nočen’ka fuori
di casa di Tat’jana, e Lys e Feri nel 1848, dopo la morte di Gee.
Il cuore spezzato di Lys, tutto
l’amore di Feri, la loro Rivoluzione.
Adesso avete capito cosa
intendeva Aiace nel Capitolo 385, quando diceva che Feri aveva sposato Lys ;)
Non dico altro, non su
questo capitolo.
Spero davvero che vi sia
piaciuto! ;)
A presto,
Marty