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Autore: Natalja_Aljona    14/12/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Trecentonovantacinque


Trecentonovantacinque

Гражданская Война Сибирячка

Graždanskaja Vojna Sibirjačka

La guerra civile siberiana

Седьмая Часть

Sed’maya Čast’

Parte Settima

Sarà che giorno dopo giorno avrò sognato troppo a lungo

 

I will love her my life long
But she never will be mine

 

Io la amerò per tutta la mia vita

Ma lei non sarà mai mia

(God You Made The World All Wrong, Notre Dame de Paris)

 

[...]

 

E fu così, lei dentro un sogno

Lei stessa un sogno, una vaghezza

Io le invidiavo la purezza

Dell’impossibile

(Signora delle ore scure, Claudio Baglioni)

 

Krasnojarsk, 17 Marzo 1844

 

-Я не знал... Я не знал, мой Капитан!- Ya ne znal... Ya ne znal, moy Kapitan! Io non lo sapevo... Non lo sapevo, mio Capitano! , ripeté Nočen’ka, appena fu in strada con Feri.

-La moglie di uno Zarista? Ma come è possibile...-

-Non l’hai vista la fede?-

-Нет...- sussurrò Innokentij, ancora più mortificato, e Feri non trovò nient’altro da dirgli.

Del resto, qualcosa da rimproverargli non l’aveva neanche prima.

Lui non sapeva.
Lui era ferito.

-È pericoloso- aggiunse soltanto, cupo -È pericoloso restare qui-

Innokentij si accigliò, accorgendosi che il Capitano zoppicava, e per quanto facesse di tutto per non darlo a vedere ogni passo gli piegava le labbra in una smorfia di dolore.

-Tu come stai?-

-Non è niente- quasi ringhiò Feri -Come direbbe Alja, in polacco, nic- disse poi, avvedendosi di essere stato forse un po’ troppo sgarbato con Nočen’ka.

Il giovane Pietroburghese ricambiò il sorriso, annuendo.

-Nic. Suona bene-

Però non gli aveva creduto.

-Ma sei sicuro che... Ti sei fatto medicare?-

-Да, Ноченька, да! Христос, sei peggio di моя сестра!-

-Hajnalka?-

-Ne ho una sola, di sorella, grazie al cielo-

-Ha ragione a preoccuparsi, Haj. Quella gamba... Fa paura-

-A voi! A voi-

-Secondo me fa paura anche a te. Questa ferita potrebbe ucciderti quanto Natal’ja...

Solo che... Beh, non ne sei innamorato-

Lo fece sorridere, con quelle parole, il Capitano.

-Può darsi-

-Sul serio, dovresti riposarti-

-Sul serio, dovresti stare zitto-

-Sul serio, la tua testardaggine è terribilmente irritante-

-Sul serio, ti ricordavo più innocente-

-È passato un anno. Ho combattuto con te per la Rivoluzione.

Hanno arrestato mia sorella e i miei genitori. Loro sono innocenti. Non io-

 -Я знаю, Ноченька, я знаю. Sei straordinario-

Innokentij sorrise, compiaciuto quanto irriverente.

-Dovere, мой Капитан-

-Cosa pensi di quella Tat’jana?- gli chiese a un tratto Feri, cogliendolo di sorpresa.

Nočen’ka sospirò.

-Le sue mani, il suo viso, la sua voce... Non può essere la moglie di uno Zarista. Non può-

-Forse non voleva sposarlo, lei- ipotizzò Feri.

-Non credo che a lui importi qualcosa. Non credo che lei vorrebbe che gl’importasse-

-Era bella, poi. Tanto bella, vero?-

Feri scrollò le spalle.

-Я не знаю. Suppongo di sì. Suppongo che lo sia-

-Supponi?-

Innokentij sgranò gli occhi smeraldini, incredulo e quasi sconvolto.

-Di Alja lo so. Con le altre suppongo- spiegò il Capitano, con aria persa.

-Ma tu sei innamorato, non miope- puntualizzò Nočen’ka, ancora perplesso.

-Suo marito sì. Suo marito lo è-

-Miope?-

-Già-

-E innamorato no?-

-Anche. Entrambe le cose. Ma più miope, mi sa-

-Invece tu ci vedi, ma non guardi. Non le guardi, le altre.

È bella, la tua fedeltà... Se solo servisse a qualcosa-

-Fedeltà platonica. Proprio da cretini- commentò Feri, con un sorriso triste.

-Я не знаю- rifletté Nočen’ka, assorto.

-Что?-

-Se sono da compatire o da ammirare, quelli come te-

-Sarebbero da guarire. Solo questo-

-Tu no-

-Почему?-

Počemù?

Perché?

-Perché tu non saresti lo stesso, senza il tuo amore impossibile per Lys.

E noi non saremmo gli stessi, senza di te-

 

Forradalom, 11 Perspektíva Szabadság

Casa Desztor

Camera di Feri e Jànos

 

Sogno di colei che è la mia follia

Mai questa ferita rimargina

Che dai libri miei

Ha strappato via

L’ultima pagina

(Cuore di Aliante, Claudio Baglioni)

 

[...]

 

Sono nato anch'io sotto un passaggio di stelle 

E nel cuore Dio fu come nella notte un tuono 

Ho viaggiato il mio destino tra l'anima e la pelle 

Muto in ogni addio, da solo il vento non ha suono

 Io non chiedo un poco più di pane 

Ma che tu lo mangi insieme a me 

E non credo che ci sia una pace, mai 

Se la pace non è dentro te

(Crescendo e Cercando, Claudio Baglioni)

 

[...]

 

È notte alta e sono sveglio

Sei sempre tu il mio chiodo fisso

Insieme a te ci stavo meglio

E più ti penso e più ti voglio

Tutto il casino fatto per averti

Per questo amore che era un frutto acerbo

E adesso che ti voglio bene io ti perdo

 

E non me ne frega niente, senza te

(Ancora, Eduardo De Crescenzo)

 

-Certo che fa male. Ma non voglio che me lo dicano loro. Alle mie ferite ci ho sempre pensato io-

Come al solito, sdraiato sul suo letto, Feri parlava con il ritratto di Pugačëv.

Era un amico, Emel’jan.

L’unico amico che non gli aveva ancora detto: “stai attento a quella ferita”.

Ma forse solo perché non poteva.

-Cos’avrà, poi, la mia ferita di diverso dalle loro? È più profonda, forse, e ho perso più sangue.

Una lago di sangue, a dir la verità, e... Sì, fa troppo male.

Non riesco a camminare ma cammino lo stesso, Quando c’è Natal’ja non riesco a respirare ma respiro lo stesso. Non riesco a resistere ma resisto lo stesso. Cosa vogliono saperne loro?

Loro sono felici! E un po’... Un po’ è anche merito mio. Io non voglio, non voglio farli sentire in colpa. Sono i miei amici e i miei fratelli, mi vogliono bene. Ma Dio, se solo me ne avesse voluto un po’ di più anche lei... E se solo Hajnalka mi avesse fatto meno stretta questa maledetta fasciatura! Non gliel’ha mai detto nessuno a quella ragazza che fermare un’emorragia è diverso dal fermare la circolazione del sangue? Emel’jan, credimi, io non ho mai saputo come fare.

Io... Ero il figlio preferito della mamma, sai? Lei era speciale, e per questo ho sempre creduto di esserlo anch’io. Quando c’era lei... Mi bastava. Io... Davvero, non lo so perché.
Ero il più scapestrato, il più ribelle, il più disordinato, il più impulsivo, il più violento...

Il più coraggioso, anche, dicono, e quello che somigliava di più a papà, e per questo, forse, anche il più presuntuoso, il più arrogante.

Perché papà era il nostro idolo, ed io ero esattamente come lui.

Più degli altri, lo sono sempre stato.

Il più strafottente no, quello era Csák. Però io quasi quasi lo raggiungevo.

Ero il peggiore dei miei fratelli. Eppure la mamma... Adorava tutti, ma preferiva me.

Ed io chissà cosa credevo... Chissà che cosa mi aspettavo. Di essere davvero il migliore, il migliore per lei. Non c’è niente di tutte le cose terribili che ho fatto che lei non mi avrebbe perdonato.

Anche Natal’ja. Anche Natal’ja mi ha perdonato sempre tutto, e mi perdonerà.

Anche per Alja ero il migliore, anche Alja stravedeva per me.

E se la mamma l’ho persa perché è morta, Alja l’ho persa perché si è innamorata di lui.

Di quel Greco che forse non è davvero migliore di me, ma l’ha sposata.

Alja me l’ha mandata la mamma, no? E lui, chi diavolo l’ha mandato?

Emel’jan, tu sei il più grande eroe di tutti i tempi, però di queste cose non puoi capire un accidente neanche tu. Tu ti sei sposato, ricordi? L’hai sposata, quella che amavi, quella tua Sofija Nedjuževa, o così dicono. Quindi, togliti quell’aria da cretino e adesso lasciami dormire-

Feri soffiò sulla candela e si tirò le lenzuola fin sopra la testa, indispettito.

Il preferito di Zsófike.

Il preferito di Natal’ja.

E poi, alla fine, nessuno.

 

 

La notte poi cercavo il sole intorno a me

E non vedevo il tempo consumarsi con me

Ieri sì, da giovane

Cantavo le canzoni più facili per me

E nelle mie mani io credevo che

Ci fosse già il filo dell’eternità

(Ieri sì, Charles Aznavour)

 

[...]

 

И после смерти мне не обрести покой
Я душу дьяволу продам за ночь с тобой

 

I posle smerti mne ne obresti pokoy

Ya dušu d’yavolu prodam za noč’ s toboy

 

E neanche dopo la morte troverò pace

Io sto vendendo l’anima al diavolo per una notte con te

(Belle, Notre Dame de Paris)

 

Krasnojarsk, 1847 - 1848

 

A vent'anni, all'improvviso
Era scritto sul suo viso
Mi ha lasciato, mi ha ferito
Proprio come un colpo al cuore
(Bang Bang, Mauro Ermanno Giovanardi e Violante Placido)
-Riferito a Natal’ja e Geórgos-

[...]

È notte alta e sono sveglio
E mi rivesto e mi rispoglio
Mi fa smaniare questa voglia
Che prima o poi farò lo sbaglio
Di fare il pazzo e venir sotto casa
Tirare sassi alla finestra accesa
Prendere a calci la tua porta chiusa, chiusa

(Ancora, Eduardo De Crescenzo)

 

Era morto.

Geórgos era morto.

E non era cambiato niente.

Gli aveva portato via Lys, gli aveva portato via il cuore di Lys ancora più di prima.

Aveva rubato il sorriso di Lys.

I suoi occhi non erano più grigiazzurri di cielo, ma di lacrime.

Piangeva giorno e notte, come aveva pianto solo per lui.

Lys era rimasta vedova a ventidue anni, e di un uomo che aveva amato da impazzire.

Lys era impazzita davvero, ormai.

Feri da sempre, lei per Geórgos.

Suo marito.


The feeling that I'm losing her forever
And without really entering her world

 

Slipping through my fingers all the time
I try to capture every minute
The feeling in it
Slipping through my fingers all the time
Do I really see what's in her mind?
Each time I think I'm close to knowing
She keeps on growing
Slipping through my fingers all the time

 

La sensazione che la sto perdendo per sempre

E senza mai più entrare davvero nel suo mondo

 

Sta scivolando tra le mie dita tutte le volte

Cerco di catturare ogni minuto

La sensazione che vi è dentro

Sta scivolando tra le mie dita tutte le volte

Riesco davvero a vedere cosa c’è nella sua mente?

Ogni volta che penso di esserci quasi riuscito

Lei continua a crescere

Sta scivolando tra le mie dita tutte le volte

(Slipping Through My Fingers, Abba)

 

[...]

 

The game is on again
A lover or a friend?
A big thing or a small?
The winner takes it all

 

Il gioco continua

Un amante o un amico?

Una cosa grande o una piccola?

Chi vince prende tutto

(The Winner Takes It All, Abba)

 

Krasnojarsk, 24 Febbraio 1848

 

Pensa, un giorno che era festa

La tortura della ruota

Io ti ho dato un sorso d’acqua

In quel sorso ti baciai

E qualcosa ci ha legato

Per la vita e per la morte

Qualche cosa di segreto

Tanto forte tra di noi

 

Ali in gabbia, occhi selvaggi

Non potranno più volare

E l’infanzia dagli oltraggi

Tornerà mai ad amare?

(Ali in gabbia, occhi selvaggi, Notre Dame de Paris)

 

[...]

 

Wendy, let me in, I wanna be your friend

I want to guard your dreams and visions

We'll run till we drop, baby, we'll never go back

Will you walk with me out on the wire

`Cause baby I'm just a scared and lonely rider

But I gotta find out how it feels

I want to know if love is wild

Girl, I want to know if love is real

 

Wendy, fammi entrare, voglio essere tuo amico

Voglio proteggere i tuoi sogni e le tue visioni

Correremo fino a cadere, tesoro, non torneremo mai indietro

Camminerai con me sul filo

Perché, tesoro, io sono solo un viaggiatore spaventato e solo

Ma voglio sapere come ci si sente

Voglio sapere se l’amore è selvaggio
Ragazza, voglio sapere se l’amore è vero

(Born to Run, Bruce Springsteen)

 

Feri lo sapeva, avrebbe dovuto saperlo.

Fare l'amore con lei non era stare con lei.

Non era come stare con lei, ma era la cosa più bella che gli fosse mai capitata dopo la libertà, dopo di lei.

Con quale disperazione l'aveva spogliata in riva al fiume, con quale ardore aveva baciato la sua pelle...

I suoi occhi brillavano degli stessi bagliori dell’Enisej, e Feri sognava il Danubio, sognava l'amore.
Quella volta non si sarebbe fermato.

Le aveva quasi strappato i vestiti, l'aveva quasi uccisa di baci.

Ed era quasi morto anche lui.

Intrecciando le dita ai suoi capelli d’oro, aveva sentito tutto il mondo dentro il cuore.

E aveva cercato di più.

Di più della Rivoluzione.

-Tuo marito è morto, ma il tuo cuore no... E tu non avrai più sensi di colpa, non avrai più paura.

Perché lui adesso è morto, e solo io posso salvarti-

E lei gli aveva detto di sì.

Aveva accettato di sposarlo, il mattino dopo.

 

 The highway's jammed with broken heroes

On a last chance power drive

Everybody's out on the run, tonight

But there's no place left to hide

Together, Wendy, we'll live with the sadness

I'll love you with all the madness in my soul

Someday, girl, I don't know when, we're gonna get to that place

Where we really want to go

And we'll walk in the sun

But till then tramps like us

Baby, we were born to run...

 

Le autostrade sono piene di eroi distrutti

Alla guida della loro ultima possibilità

Sono tutti in fuga, stanotte

Ma non è rimasto più nessun posto dove nascondersi

Insieme, Wendy, possiamo sopportare la tristezza

Ti amerò con tutta la pazzia della mia anima

Un giorno, ragazza, non so quando, arriveremo in quel posto

Dove davvero vogliamo andare

E cammineremo al sole

Ma fino ad allora i vagabondi come noi

Tesoro, noi siamo nati per correre

(Born to Run, Bruce Springsteen)

 

 

 

Note

 

Sarà che giorno dopo giorno avrò sognato troppo a lungo: Ho sognato una strada, Ivano Fossati.

 

Feri e Nočen’ka fuori di casa di Tat’jana, e Lys e Feri nel 1848, dopo la morte di Gee.

Il cuore spezzato di Lys, tutto l’amore di Feri, la loro Rivoluzione.

Adesso avete capito cosa intendeva Aiace nel Capitolo 385, quando diceva che Feri aveva sposato Lys ;)

Non dico altro, non su questo capitolo.

Spero davvero che vi sia piaciuto! ;)

 

A presto,

Marty

  
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