Mi stringe tra le sue braccia, la mia testa appoggiata al suo petto, mi indica le stelle, le conosce tutte.
"La vedi quella?" Mi chiede a bassa voce.
Seguo il suo dito puntato e scorgo una stella che brilla più delle altre. "E' la stella polare?" Chiedo.
"Si, ma i tuoi occhi sono ancora più belli.”
Sorrido e lo stringo più forte a me.
"Resta con me, non andartene!" Cerco di stabilire contatto visivo, ma lui distoglie lo sguardo.
"Non posso."
Le labbra di Tim sono più dolci del solito. Sanno di cioccolato e fragola. Piango e cerco di non guardarlo.
Fa tutto così male, l'addio, l'ultimo bacio...
"Tim, non andare." Dico ancora un volta.
"Devo tornare da mia mamma. E' stata un'estate fantastica." Scuoto la testa e mi stacco da lui.
"E' tutto quello che sai dire?" Lui mi allontana leggermente e si gira.
"Addio piccola Swift."
Il mio addio muore in gola, soffocato dal singhiozzo e dalle lacrime che mi annebbiano la vista.
Coricata su un prato con la radiolina vicino ad un orecchio ascolto la sua canzone preferita, la canzone che ballavamo ogni sera.
Sono passati due anni dal nostro incontro e non ho più avuto notizie di lui.
Gli ho scritto innumerevoli lettere, non una l'ha risposta.
Mi fa male ricordarlo, riascoltare la nostra canzone. Maledico la mia sensibilità, la mia dannata debolezza.
Perchè non posso semplicemente dimenticarlo, come tutte le mie amiche dimenticano i loro ex.
Ad un tratto arriva l'illuminazione.
"Cause, when you think Tim McGraw, I hope you think my favourite song."
Sussurro al vento il ritornello e mi alzo di scatto.
Un metodo per trasferire il mio dolore, la mia mancanza c'è; La musica.
E mentre corro via, verso la mia casa, la radio continua a suonare la canzone preferita di Tim.