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Autore: Cardy    14/12/2012    1 recensioni
Piccola raccolta ScoziaXNordIrlanda Dedicata alla mia David-Ast, derivata da un momento di pazzia e dall'ispirazione che mi dà la role che ho con lei in cui compaiono questi due dolcissimi bambini, anche se in versione ragazzi normali!
Genere: Dark, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Role's Fic'
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Whiskey in the jar.

Aveva bevuto troppo, lo sapeva da solo. Tornare a casa era stato tremendamente difficile, come trovare la strada per camera propria. Non ci aveva mai fatto caso ma quella casa era fin troppo piena di scale, si trascinò nell'ultima rampa di quei maledetti gradini, fino alla porta della sua stanza, almeno credeva fosse quella. Non era colpa sua se le cose gli sembravano tremendamente diverse quando si era ubriachi ed ammetteva di averci dato abbastanza dentro con il Whisckey. Aprì la porta, sbattendo le palepebre, era stato in grado di salire le scale al buio, ora che la luce gli feriva gli occhi, anche se fievole, fu costretto a battarle ripetutamente. L'occupante della stanza aveva inarcato un sopraciglio- Dio! quanto era sexy quando assumeva quell'espressione?!?- come a volergli chiedere che cosa stesse guardando. La risposta era semplice, stava guardando lui.
-"Camera tua è la porta accanto."-
Una risposta lapidaria, un modo per scacciarlo, perchè per un sedicenne, quella era l'età che dimostrava, la propria camera era un tempio e lui lo aveva appena violato senza una valida ragione. Colin conservava ancora un vago accenno di lentigini, andate sparite con la sua crescita.
-"lo so."-
Era stato l'istinto a portarlo lì, ne era certo. Il piccolo irlandese aveva sbuffato, chiudendo il libro che cercava di leggere, posandolo sul comodino, prima di riportare lo sguardo su di lui.
-"Sei ubriaco."-
-"Non tanto, cioè, sono stato peggio."-
-"Puzzi da fare schifo."-
Forse era la sbornia, era certo fosse quella, perchè in realtà lui non si sarebbe mai permesso di sfiorare il suo piccolo con un dito, eppure era scattato in avanti, spingendolo con la schiena sul materasso. Certo che da così vicino i suoi occhi erano ancora più verdi e meravigliosi.
-"Sei diventato davvero, davvero insolente, lo sai?"-
Lo vede stupito, come se non capisse cosa sta succedendo. Ma lo capisce benissimo, no? Se non avesse fatto quello spettacolino giusto qualche ora prima non sarebbero a quel punto, se l'è cercata.
-"David?"-
La sua voce ha una nuova intonazione, un intonazione che non gli ha mai sentito prima, sembra un misto tra confusione e timore, non lo ha mai trovato così tremendamente invitante.
-"Shhh... va tutto bene, Col."-
Lo tranquillizza, ma intanto non accenna a spostarsi, anzi, infila un ginocchio fra le sue gambe, costringendolo ad aprirle per lui, le mani sono corse ai suoi polsi, tenendoglieli fermi. Continua a specchiarsi in quegli occhioni da cucciolo spaurito, sentendo un sorrisino iniziare a prendergli forma sulle labbra.
-"Non era quello che sognavi?"-
Ecco, la consapevolezza, un lampo veloce in quel verde foglia, ce lo vedrebbe bene vestito di verde, come i suoi occhi, assomiglierebbe tremendamente ad un folletto, peccato che in quel momento stia cercando di dibattersi.
-"Sei ubriaco!"-
ferma per un soffio la gamba che stava per colpirlo ai propri, santissimi, gioielli di famiglia.
-"Ehy, guarda che quelli servono, sai?"-
-"David! Togliti di dosso!"-
Oh, no! Interrompe i successivi insulti -sta inizianzo a passare troppo tempo con Arthur, decisamente!- con la propria bocca, naturalmente il morso se lo aspettava. Staccò una mano, tanto aveva dei polsi così esili che poteva benissimo tenerli con una sola, portandola al viso, stringendo appena in modo che aprisse la bocca per lui, invadendogliela con la propria lingua. Sentì la padrona di casa ritirarsi, ma tutto ha un suo modo ed un suo tempo, sapeva che sarebbe ceduto. infatti dopo poco, e varie lusinghe dell'ospite, eccola andarle incontro, intrecciandosi alla gemella. Aveva un sapore delizioso, Col, un sapore che ricordava quello della menta, ma più speziato, piccante. Si staccò quando i polmoni richiesero a gran voce aria, stupendosi quando il piccolo mugugnò contrariato. Osservarlo non era stata una buona idea, Col aveva il viso rosso, gli occhi socchiusi e le labbra inumidite, da orgasmo.
-"Cazzo, dovresti vederti ora, sei stupendo!"-
E come al solito non riusciva a trattenersi. L'irlandese sorrise, un sorriso malizioso, mentre si spingeva appena contro di lui, come se avesse bisogno di lui. E lui non voleva che accontentarlo.
-"David... lasciami le mani."-
Un sussurro, un sussurro così dannatamente sensuale che non poteva che obbedirgli, perchè era schiavo di un ragazzino! Probabilmente lo era stato dalla prima volta che lo aveva incontrato, quando gli aveva dato del cespuglio. gli liberò i polsi, scendendo con una carezza lungo le braccia, scivolando sui fianchi esili, su quel corpo deliziosamente acerbo, un frutto proibito pregno di peccato che lui non voleva che assaggiare e gustare.
Sentì le sue mani fra i capelli, trascinato nuovamente su quella bocca invitante, sarebbe potuto morire su quelle labbra, e di nuovo sentì la gamba rialzarsi, ma questa volta non lo colpì. Mugugnò appena, sentendo il ginocchio frizionargli l'eccitazione, come se avesse davvero bisogno di una cosa simile per eccitarlo, gli bastava respirare! Portò una mano sul suo petto, pizzicandogli un capezzolo, mentre l'altra mano andava a segare lentamente il sesso del piccolo da soprai pantaloni del pigiama. L'irlandese si staccò, gemendo appena.
-"David..."-
Non rispose nemmeno, scendendo a succhiargli la pelle della gola. Colin aveva portato le mani ai uoi pantaloni, slacciandogli la cintura e togliendogliela, lanciandola via gli parve, sbottonandoli lentamente mentre si spingeva contro di lui. Era come se gli stesse chiedendo di più, se gli stesse permettendo di conquistarlo del tutto, ed era una vita che non aspettava altro!
Sentì un nuovo gemito, un sorriso gli increspò le labbra mentre intrecciava le dita di una mano a quelle del piccolo. Se fosse stato meno ubriaco si sarebbe accorto che tutta quella collaborazione era fin troppo sospetta, che forse c'era un motivo se l'altro gli aveva infilato una mano nei pantaloni, sotto ai boxer per l'esattezza, muovendola allo stesso ritmo con cui lui muoveva quella sul sesso del piccolo, ma non ci prestò attenzione.
Per questo non fece nemmeno storie quando, qualche secondo più tardi, Colin gli premette le mani sulle spalle, dopo avergli tirato su il capo in modo da baciarlo ancora, facendogli capire che voleva andargli a cavalcioni. Si staccò, osservando un filo di saliva che ancora li legava, sistemandosi come l'altro desiderava, tirandoselo sopra prima di baciarlo nuovamente e strusciarsi con forza, bacino contro bacino. Alla fine gli interessava solamente i gemiti che il piccolo stava emettendo, al suo corpicino che si strusciava a sua volta, alle sue mani che si intrecciavano alle sue, portandosi sopra la nuca. Ok... c'era qualcosa che non andava, ma non arrivò a cosa fino a quando l'altro non si staccò con un sorriso vittorioso. Sbattè le palpebre confuso, tirando i polsi e trovandoli stranamente... legati! La sua cintura!
-"Ma cosa?!?"-
Lo fissò perplesso mentre Colin scivolava elegantemente giù dal suo letto, sistemandosi i capelli ed incrociando le braccia al petto.
-"Buonanotte, Dave."-
-"Colin! Colin, cazzo! Se mi lasci qua così te la faccio pagare!"-
Il piccolo rimise il visino dentro alla porta, osservandolo divertito.
-"Magari quando sarai sobrio, Alba. Non mi piace l'odore dell'alcool."-
E lì non potè che sbattere le palpebre prima di accasciarsi sul cuscino. Quel piccolo, infido bastardello. Un ghigno si dipinse sulle sue labbra... Se non fosse stato così sadico non sarebbe stato il suo piccolo, adorato, Colin! E gliel'avrebbe pagata, oh, si! Magari gli sarebbe perfino piaciuto! Per il momento si accontentò di addormentarsi sul suo cuscino, assaporandone l'odore.
  
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