Fanfic su artisti musicali > Queen
Segui la storia  |       
Autore: MrBadCath    15/12/2012    1 recensioni
Dalle autrici di best seller (lol) het come 'The days of our lives' e slash come 'Il marinaretto in congedo e il ninfomane pronto a farselo', con la collaborazione della Regina dei matrimoni a Las Vegas... direttamente sui vostri schermi la fan-fiction a sei mani che renderà questo venerdì 17 agosto ancora peggiore di come ve l'eravate immaginato. Muahahahahahah!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

9. Lost in Elation

- 8 dicembre 1977 -
Atlanta


Le ragazze erano andate a farsi un giro da un paio d'ore ormai; in quell'arco di tempo Julia si era rannicchiata nel letto e aveva sonnecchiato. Effettivamente i ritmi del tour la stavano sconvolgendo, ma ne valeva la pena, visto che si divertiva un mondo ad andare a feste sfarzose oltre ogni modo; inoltre vedere posti nuovi l'aveva ispirata più di quanto in realtà si aspettasse.
«Che vuol dire che non lo trovate?!» Roger cercava di parlare al telefono il più piano possibile per non svegliarla, fallendo perfettamente.
Freddie dall'altro capo parlava ad alta voce, talmente tanto che la ragazza poteva distinguere perfettamente le parole che pronunciava:
«Non è con Rachel e non risponde al telefono della camera!»
«Cosa pretendi che faccia?»
Il cantante urlava sempre di più:
«Non possiamo andare solo in tre a quel fottuto incontro con la stampa... Va bene, senti, diciamo che non si sente molto bene e che ha preferito riguardarsi.»
Julia si stiracchiò e poggiò una mano sulla spalla di Roger, che a sua volta le accarezzò i capelli:
«Ora devo andare, bimba,» le annunciò lui, baciandola sulle labbra «se trovi John dagli un calcio nel culo da parte nostra, ok? A stasera.» scherzò.
Quello era un invito ad infrangere le regole e la ragazza lo prese in parola.

«John?» chiamò la giovane dai capelli viola bussando alla porta della camera di Rachel e del suo fidanzato scomparso «John, dai, mi sto preoccupando!» effettivamente l'aveva cercato in lungo e in largo, ma non l’aveva ancora trovato... quindi le opzioni erano tre: o era scappato con un'ipotetica amante in giro per il mondo, o si era affogato nella tazza del cesso oppure si era semplicemente addormentato nel caldo letto della sua camera.
Un cameriere con un completo nero la guardava:
«Signorina, lei non dovrebbe essere su questo piano, lo sa? È riservato, quindi venga via con m...»
«No, aspetti!» esclamò Julia prendendo il cartellino del Queen Staff, per poi sbandierarlo davanti al naso dell'uomo «Hem... Ho dimenticato le chiavi dentro la camera e il mio fidanzato sembra non esserci. Non è che potrebbe aprirmi?»
Il cameriere si scusò mentre estraeva il passepartout:
«Prego Signorina. Mi scusi per il malinteso, ma sa, dobbiamo stare molto attenti che non ci siano disturbi per i nostri ospiti.»
«Ha ragione e fa bene a occuparsene! Arrivederci e buon lavoro!» Julia sorrise soddisfatta, quando volse lo sguardo verso la porta aperta.
Era di nuovo sola davanti all'entrata della stanza:
‘Okay, ora entro e se non c'è nessuno mi faccio gli affari miei, esco e nessuno saprà mai nulla di quanto accaduto’ pensò preoccupata la ragazza, mentre apriva la porta; se la chiuse alle spalle e parte delle sue ansie scomparvero.
«John!» esclamò raggiungendo il musicista sdraiato sul letto, con le guance arrossate, gli occhi socchiusi «John! Che cazzo ti prende? » chiese piuttosto spaventata, ma a bassa voce.
Lui si sforzò di guardarla negli occhi e sorrise, le mise un braccio sulle spalle e la avvicinò a sé; lei non ebbe problemi a districarsi, visto che il bassista era talmente sbronzo da avere una stretta pari a quella di un animale morto.
«Dai, non te ne andare» le parole uscirono biascicate dalle labbra sottili.
«Non me ne vado! Però...»
Era inutile parlare con una persona che non avrebbe capito niente, si disse Julia, così baciò sulla testa il suo amico, (stupendosi di quello slancio improvviso di tenerezza) e dopo averlo sistemato in una posizione più comoda sul letto si accomodò su una poltrona poco lontana.
Guardarsi attorno le sembrava così maleducato, così la ragazza dai capelli viola si strinse le ginocchia al petto e guardò la figura distesa sul materasso morbido.
Un flash attraversò la sua mente, un altro abbozzo per un'opera.
Cercando freneticamente una penna nelle proprie tasche, Julia trovò in una di esse, un pennarello indelebile che Roger aveva usato per scrivere una scaletta per uno dei concerti.
Mancava solo qualcosa su cui immortalare la sua arte...
La ragazza prese la prima cosa bianca che le capitò sotto mano e cominciò a disegnare. Solo dopo aver finito si accorse di aver marchiato per sempre una camicia di John.

Courtney e Rachel si incontrarono nella hall dell’albergo, praticamente per caso. Stavano entrambe correndo come matte.
«L’hai trovato?» chiese la prima alla seconda, sapendo benissimo la risposta.
Courtney aveva un’aria trafelata, ma ugualmente composta: non una goccia di sudore, solo i capelli erano lievemente scomposti, ma si affrettò a toglierseli dal viso con un elegante gesto della mano.
Rachel scosse la testa.
«Vado a vedere se fosse al bar.» continuò la ballerina.
«Io vado da questa parte…» annunciò la dottoressa, indicando l’esterno.
Le due si separarono e non si incontrarono più. Rachel stava correndo nel cortile interno dell’Hotel, l’unico posto poco affollato in cui riusciva ad immaginare John. Se solo avesse saputo che stava dormendo in camera sua…
Si mise a sedere sul bordo della fontana tonda, il cui centro era adornato da una statua di Cupido, catturato giusto un attimo prima di scoccare una delle sue frecce dell’amore.
‘Che quell’impedito possa essere maledetto!’
I ragazzi avevano appena finito con la stampa, quando Brian intravide l’amica disperata seduta sul bordo della fontana. Cercò di raggiungerla velocemente, ma i suoi capelli, per via della forma tutt’altro che aerodinamica, lo rallentarono parecchio. Anche il chitarrista si accomodò sul marmo umido, accanto alla ragazza.
«Calmati… sarà qui in giro da qualche parte a farsi beffe di noi» sussurrò, abbracciando Rachel, lei si girò per guardarlo negli occhi, la matita le era colata lungo il viso per via delle lacrime, l’espressione che aveva esprimeva racchiudeva tutto l’odio e la tristezza del mondo.
Ed era comunque bellissima.
«È uno… Lo odio! Lo Odio! Oh, Brian…»
«Mi dispiace che sia successo tutto ciò…»
«Possiamo andare in camera tua…? Non voglio che gli altri mi vedano in questo stato.»
«Tu sei sempre bella,» il ricciolo tentò di asciugare le lacrime della sua amica, accennando un sorriso, poi aggiunse «ma se vuoi, andiamo, non è un problema» le tese la mano, vicino al viso, e, dopo averglielo accarezzato con tenerezza, mista a timidezza, le prese la mano per portarla nella suite.
Appena entrati nell’alloggio, Rachel si abbandonò sul letto con aria disperata, riaprendo i condotti lacrimali.
La ragazza non si sentì molto in colpa, benché fosse sdraiata sul letto del suo migliore amico, mentre la sua ragazza era in giro a cercare il suo ragazzo. La situazione era piuttosto contraddittoria.
«In realtà non mi aspettavo neanche che si ubriacasse… Sono delusa.» sospirò al chitarrista.
L’altro, che distratto si osservava le unghie, stava per dire qualcosa, ma fu interrotto da Rachel, che lo strinse in un abbraccio tenero, coinvolgente.
Quando la stretta fra i due si allentò, per poi sciogliersi del tutto, la ragazza inchiodò gli occhi al pavimento, mentre Brian le poggiava i nuovo le mani sul corpo: una sulla spalla, l’altra sotto il mento, le alzò il viso.
«Te lo posso dare, un bacio?» May si sentì interdetto, come se non fosse sicuro che quelle parole erano uscite dalla propria bocca, tant’è che Rachel le interpretò in modo puro, gli porse la guancia.
«Io…»
I nasi si sfiorarono.
«Oh, fanculo!»
Le due labbra si congiunsero, tagliando fuori il resto del mondo, delle parole, dei pensieri. Rachel si sentì svenire, per un attimo: quella sensazione, quell’attrazione che per giorni aveva tentato di obliterare per tanti motivi… Non era corretto sentirsi innamorata di un altro uomo che non fosse il suo, era sbagliato provare dei forti sentimenti nei confronti di chi in un futuro enormemente prossimo si doveva sposare.
Ma tutte queste congetture, tutti i pensieri, furono distrutti nel momento in cui le due lingue si sfiorarono, dolcemente, si assaporarono.
«Ti adoro, Brian» Rachel accarezzò il petto del chitarrista «Tu hai un cuore... Sei dolce e generoso... Io... Ti adoro, qui dentro.»
Si baciarono di nuovo.
Con più consapevolezza.
Fu in quel momento che Roger bussò alla porta.
«Brian, Courtney! Julia l’ha trovato, grazie a Dio!»
Il chitarrista spalancò la porta, chiedendo:
«Sul serio?»
Roger lo guardò perplesso e tutta la drammaticità del momento fu spazzata via dalla visione del ricciolo con le labbra impataccate dal lipstick con i brillantini. Il batterista capì subito che quella non poteva essere roba di Courtney. Lei aveva il suo rossetto di Chanel, di sicuro non si sarebbe abbassata a tanto. Sporse la testa e vide Rachel, così scosse la testa.
«Amico, datti un tono prima di uscire di qui.»

«Buongiorno!» sorrise Rachel aprendo la porta della camera.
«Buongiorno» rispose con la stessa dose di entusiasmo Julia, tenendo fra le mani la camicia di John, sentendosi in imbarazzo come non mai.
Le due ragazze rimasero a guardarsi:
«Ho qui una cosa per il tuo ragazzo» cercò di giustificare la sua visita una delle due «Non sta ancora dormendo, vero?»
«Oh, no! Veramente stavamo andando a farci una passeggiata, quindi siamo quasi pronti per uscire, a dire il vero! Vieni dentro, dai, così la consegni direttamente a lui! »
Una volta dentro la stanza, Julia cercò John con lo sguardo e lui non tardò ad accoglierla, ovviamente a modo suo:
«Ciao» sorrise e salutò con la mano.
Rachel andò in bagno, probabilmente a finire di truccarsi, visto che quando aveva aperto la porta aveva un occhio con la matita e l'altro no.
«Ti ho portato questa,» sussurrò Julia, porgendo nel bassista la camicia disegnata «non provare a lavarla, il colore non se ne andrebbe.»
«Ma... Questa è una mia camicia! Dove l'hai presa?»
«Non ti ricordi nulla di ieri?»
Si guardarono e all'improvviso John collegò tutto quel che riusciva a ricordare:
«Non lo dire a lei... Per favore.»
«Okay... Ma ora devo andare. Ci vediamo dopo!» Julia stampò un bacio sulla guancia al suo amico e uscì di fretta.
Il musicista si toccò la guancia con la punta delle dita e aprì l'indumento, aggrottando le sopracciglia:
«Ma che ca... » quando mise a fuoco il disegno sorrise stupito di quanto potesse essere spaventosamente bello.
John sapeva cosa avrebbe indossato durante il prossimo concerto.


Rachel&Brian © Midori Meddows.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: MrBadCath