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Autore: ChandersonLover    15/12/2012    1 recensioni
Ship: Grant Gustin - Nuovo Personaggio
TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
"Se non fosse che io sia distesa per terra, nel bel mezzo di un’autostrada, ricoperta di sangue e con la vista annebbiata, nel punto più vicino alla morte di quanto io non abbia mai raggiunto, potrei persino essere felice.
Lui.
La persona per la quale io per ben 4 anni sono stata ossessionata.
Colui per il quale non ho quasi avuto vita sociale, se non tramite manufatti elettronici. Colui che ha reso la mia adolescenza un vero delirio…
E’ qui, mi tiene la testa, cercando di fermare il fiume di sangue che parte dalla mia tempia e… Sta piangendo.
Lui sta piangendo per me.
Grant Gustin.
Grant sta piangendo per me. "
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Grant Gustin
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                Capitolo 2
 
 
 
La mattina seguente mi svegliai con un enorme mal di testa. In realtà non credo che “svegliarsi” sia la giusta definizione. Non avevo chiuso occhio.
Appena le mie palpebre, cercando di alleviare la mia stanchezza, provavano ad abbassarsi, iniziavo a vederlo come se fosse lì, davanti a me.
I suoi occhi. Il suo sorriso. Sentivo persino la sua voce. Era tutto troppo strano e troppo reale, tenendo conto che, in realtà, oltre a tanti video e fotografie, io non so come lui sia.
Ma la sua voce rimbombava nitida nella mia testa ripetendo “Ci sarai? Ci sarai? Ci sarai?”
 
Ero certa di aver preso la giusta decisione. Non avevo abbastanza fondi da affrontare un viaggio del genere, per poi riuscire ad arrivare a fine mese. Era tutto troppo sbagliato, ma non riuscivo a non pensare ‘Stai perdendo l’occasione della tua vita’.
Mi alzai di malavoglia riprendendo il mio cellulare e aprendo automaticamente twitter. Quei messaggi erano ancora lì. Oramai non potevo più convincermi che fosse tutto frutto della mia immaginazione.
Aprii la nostra conversazione scrivendo, cancellando, riscrivendo e ricancellando ciò che avrei voluto dirgli.
Non sapevo come iniziare. La mia mente era convinta io dovessi rispondergli: “Ciao Grant. No, non vengo perché la tua ragazzina innamorata è sepolta nel mio passato”. Il mio cuore invece era puntato sul “Sto arrivando. Preparati perché non ti lascerò scappare facilmente”
Ovviamente nessuna delle due risposte mi sembrava sensata.
Dopo aver passato almeno 10 minuti a spremermi le meningi, puntai su qualcosa di semplice. “Magari potessi. Ho da lavorare. :( ” risposi, tremando leggermente.
Stavo davvero sprecando l’occasione della mia vita, ma mi ero riproposta di essere responsabile. Non sarei mai andata dai miei genitori dicendo: “Ehy, vorrei andare due settimane a Milano, pedinando l’uomo dei miei sogni. Potreste supportarmi?”
 
No. Non era possibile.
 
“Betta?” mi chiamò Ludovica, bussando alla mia porta.
“Hey! Arrivo!” risposi, vestendomi in fretta e correndo al bagno.
“Non sei ancora pronta??” mi rimproverò, prima che io potessi sbatterle le porta del bagno, praticamente sul naso.
“Scusa!! Ho dormito troppo” mentii, provando a darmi una sistemata, il più velocemente possibile.
Uscii e la trovai appoggiata al muro a braccia conserte. La guardai scuotendo leggermente la testa, con aria interrogativa.
“Cosa c’è?” chiesi con un pizzico di fastidio.
“Cosa c’è? Me lo chiedi pure? E’ da ieri che sei strana. E non vuoi dirmi il perché. Sono o non sono la tua migliore amica? Che diavolo è successo durante la lezione di filosofia?” ascoltai il suo interrogatorio, sbuffai e cercai di superarla, rispondendole “Faremo tardi” ma lei, cocciuta, mi trattenne per un braccio e mi riguardò arrabbiata.
“Eh no, carina! Quando vuoi salti le lezioni e pretendi che io segua i tuoi improvvisi attacchi d’ipnosi? Ora parli o giuro che chiudo la porta d’ingresso a chiavi e le butto dalla finestra!!” sorrisi per un attimo, pensando a quanto fosse uguale a me. Quando Ludovica si mette una cosa in testa, nessuno può farle cambiare idea.
“Ok.” Sbuffai, prendendo il cellulare. Arrivai ai messaggi di Twitter e glielo porsi senza fiatare. Guardò la mia mano trasparendo i suoi pensieri. “E’ pazza” avrà sicuramente pensato, ma senza parlare lo prese e iniziò a leggere. I suoi occhi si sbarrarono in un solo colpo e rimasero così per circa due minuti, mentre leggeva i suoi messaggi e le mie risposte.  Dopo poco, alzò lo sguardo con un ghigno sulle labbra, da mettere i brividi.
La guardai stringendo le palpebre in aria di sfida. Sapevo già a cosa stavo andando incontro.
“Tu sei pazza!!” urlò prima del previsto. “Non ci vai? Cioè, tu non ci vai??” chiese sbraitando.
“No, non ci vado!” le risposi, prendendomi il cellulare e sorridendo incondizionatamente, come ogni volta che leggevo il nome del mittente della mia conversazione.
“Allora non sei soltanto pazza! Sei una masochista senza perdono! Ti rendi conto che sono più di quattro anni che non fai altro che parlarmi di questo Grustin?”
“Gustin” la corressi, beccandomi un’occhiataccia.
“E’ uguale.”disse di rimando.
 La guardai ridendo. Da quattro anni chiamava Grant, ‘Grustin’ ed ancora non era riuscita ad imparare il suo nome.
“Senti. Sai che non sono il tipo da seguire un cantante o chiunque sia, alla follia, come hai fatto tu. Ma … cazzo, questo ti ha scritto! Ti ha praticamente implorato di andarlo a conoscere!!” continuò, guardandomi con aria di chi sa di avere un caso perso davanti agli occhi. Aveva ragione. Lei è l’unica con la quale, a parte vari social network, ho parlato di Grant, durante tutto questo tempo. Aveva sorbito per anni i miei monologhi e adesso che avevo Grant su un piatto d’argento e non volevo approfittarne, Ludo avrà davvero pensato di avere un’amica senza cervello.
“Non mi ha implorato. Ha soltanto fatto il gentiluomo. Mi ha chiesto un favore, non poteva non invitarmi, sarebbe stato scortese. E’ il suo lavoro essere gentile con le persone. Sta soltanto eseguendo il suo dovere” risposi, col cuore in mano. Sapevo benissimo che mi aveva chiesto di andare, soltanto per gentilezza. Figuriamoci se io avessi fatto la differenza con Grant Gustin.
Una Betta vale l’altra.
Ha contattato me perché l’ho perseguitato per anni e non aveva altra scelta.  Sono certa che nessuno su questo mondo l’abbia venerato come avevo fatto io, tempo fa.
“Betta stai dicendo un mare di cazzate!! Non sto dicendo che questo tipo si sia innamorato ‘telematicamente’ di te, sarebbe assurdo. E non ti sto dicendo che andando da lui, scatterà la scintilla fatale, come in uno stupido film d’amore e vi sposerete a Las Vegas, 24 ore dopo.
Sto soltanto dicendo che da un anno a questa parte non fai altro che studiare e lavorare, lavorare e studiare. Dovresti prendere la palla al balzo e divertirti, una volta tanto.” Disse tutto d’un fiato, scrutando ogni mia mossa.
La guardai sospirando. Aveva ragione, ancora. Ne avevo bisogno. Avevo davvero bisogno di una pausa e includerci l’uomo dei miei sogni, non avrebbe fatto altro che renderla più piacevole. Ma… c’era sempre quel ma. Non potevo. Non potevo precipitarmi lì, senza pensare allo studio, al lavoro, a tutto.
“Cosa pensi?” chiese, vedendo il mio sguardo posarsi sul pavimento.
“Che sei un’amica fantastica. E che hai ragione. Ma Ludo, non posso andarci! Vorrei tanto, ma non posso. Non ho abbastanza soldi e perderei troppi giorni di studio. Siamo quasi alla prima sessione degli esami e non posso essere bocciata o andrò fuori corso. E tu sai che se vado fuori corso mi aumentano le tasse e lì davvero dovrò tornare a casa perché se non pago le tasse non posso frequentare, ma se pago le tasse non posso pagare l’affit..”
“BETTA FERMATI!!” Urlò stringendo le mie spalle, scuotendomi come per farmi svegliare da un momento di trance.  La guardai leggermente affannata. Avevo parlato troppo in fretta, senza prendere fiato.  
“Calmati… Prendi un bel respiro e non pensare a nulla. La tua amica risolverà tutto. E non provarci con la scusa dello studio. Sono certa che tu abbia superato il programma raggiunto dai professori, per quanto stai studiando. Quindi, ora rilassati, andiamo a lezione e ne riparliamo, con estrema calma, questa sera.”
Annuii, il silenzio, stringendo le labbra.
Ludovica sapeva sempre come farmi stare meglio. Stavo esagerando con le paranoie.
Forse mi serviva davvero quella pausa. Forse avrei dovuto chiudere i libri per un attimo e pensare a me, se ci  tenevo alla mia salute fisica e mentale.
 
 
La giornata passò molto lentamente. Non è affatto piacevole provare a concentrarsi sulla Linguistica Tedesca, che sembra sia un’enorme, infinita equazione matematica, mentre la tua mente è completamente sconnessa. O almeno è connessa ma non col mondo che ti circonda.  Per tutto il giorno non feci altro che pensare alle parole di Ludovica. Avrei davvero dovuto prendere la palla al balzo? Avrei davvero potuto godermi quell’attimo di follia, lasciando lo stress alle spalle per qualche giorno?
 
Ero talmente soprappensiero da non accorgermi che, tra stanchezza e confusione, la mia testa se ne stava accasciata sui libri, poggiati sulla mia scrivania, da più di un’ora e tra pensieri e piccoli momenti di riposo, non avevo ancora iniziato il capitolo 4 dell’Amleto.
Saltai sulla sedia, quando il mio cellulare vibrò. Oramai ogni volta che suonava, il mio cuore iniziava a battere all’impazzata, speranzoso. 
Lo presi al volo e lessi prendendo un forte respiro.  Era lui.
 
“Hai spezzato il mio cuoricino, con queste semplici parole, lo sai?
Avrei tanto voluto conoscere la mia folle Stalker italiana. Ma hai ragione. Il lavoro prima di tutto. Sei davvero una persona responsabile.  Ci saranno altre occasioni, spero.
Tuo Grant.”
 
Sorrisi come mai avevo fatto prima, nella mia vita.  Tornai al pensiero della gentilezza, dettata dal lavoro, ma desistetti.  Non avrebbe avuto bisogno di rispondermi. Poteva semplicemente starsene zitto o rispondere con un “che peccato”, in quel caso sarebbe stato dettato dalle buone maniere. Ma, scherzare sul cuoricino spezzato, sperare in altre occasioni… sembrava qualcosa di più.
Aveva voluto farmi sorridere apposta, anche quando non era indispensabile.
“Ecco perché sono pazza di lui”, pensai maledicendomi. Chiusi gli occhi, respirai e tornai ai miei pensieri da ventenne responsabile: “Betta, non puoi essere innamorata di qualcuno che non conosci. Un semplice messaggio non è una dichiarazione di matrimonio. Torna alla realtà e inizia a studiare quel maledetto Amleto” .Dando retta ai miei pensieri, posai a malincuore il cellulare sulla scrivania e puntai gli occhi a quel librone che, tempo prima, sembrava amassi ma ora stavo iniziando ad odiarlo perché era  uno dei tanti fattori che mi spingevano a vivere la pura realtà.
 
 
Stavo studiando da circa un’ora, scacciando il moscerino Grant, che mi ronzava nelle orecchie, concentrando tutta me stessa sulla traduzione di quella complicata storia di Shakespeare, quando sobbalzai sentendo la porta aprirsi di colpo.
Impaurita mi voltai e trovai Ludovica sulla porta con un sorriso smagliante sulle labbra. Mi guardava con lo sguardo da pazza e io allargai le braccia per chiederle “Che diavolo…?”
 
Andiamo a Milano.  Ecco i biglietti”




Angolo di Follia

Eccomi qui. Il secondo capitolo è andato. Ovviamente è veloce perchè è di passaggio, quindi Betta non morire e preparati al prossimo, ci sarà da divertirsi lol
Spero ti stia piacendo il modo in cui ti vedo e cerco di descriverti.
Grazie agli altri che hanno letto.
Baci
vale

 

 
   
 
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