Eccomi qui, in questo freddo pomeriggio dicembrino, per pubblicare la seconda flash. Il protagonista è il caro vecchio Mickey e la storia è ambientata durante la puntata 2x06, quindi nel mondo parallelo che ha appena subito l’invasione dei Cybermen. Sono presenti alcuni accenni di Ten/Rose, un pairing che non ho potuto fare altro che amare fin dal primo istante. Direi che non c’è altro da aggiungere, alla prossima!
Martina
A matter of choice
Mickey
Smith
«Voglio restare qui.»
«Mancano un paio d’ore alla partenza, hai tempo per fare
un giretto.»
«Hai capito benissimo cosa intendo. Almeno per una
volta, puoi smettere di trattarmi come un idiota?» Sbotto, incapace di
trattenermi. Il Dottore fa una smorfia e, dopo essersi guardato intorno con
circospezione, mi trascina via prima che Rose possa accorgersi di
qualcosa.
«D’accordo, starò al tuo gioco. Ti rendi conto di ciò
che mi hai appena chiesto, giusto? Si tratta di vivere in questa dimensione
parallela per il resto della tua breve esistenza umana. Non potremo venire a
riprenderti.» Il suo tono è serio, quasi minaccioso, ma non intendo farmi
spaventare. Non sarò la sua pedina, mai più. Ma il modo con cui parla
naturalmente al plurale... Quello sì che continua a turbarmi. È sbagliato, fa
male.
«è
esattamente quello che avevo in mente.» Replico secco. So perché mi sta fissando
con occhi increduli: non riesce a mettersi nei miei panni. Dopotutto, chi mai si
potrebbe interessare al punto di vista del banale, insignificante
Mickey?
«Va bene.» Dichiara infine, sospirando e allargando le
braccia in segno di resa.
«Davvero?»
«Sì. Ma dovrai avvisarla tu.» Si comporta in modo
stranamente evasivo, il Dottore. Sembra quasi che tema di pronunciare il suo
nome.
«Non so se...»
«Oh, lo sai eccome. Dimostrami che tieni a
lei.»
Come se ci fosse bisogno di mettere in dubbio il mio
affetto per Rose. Lei è l’unico motivo per cui non ho mollato tutto dopo il
primo viaggio su quella bizzarra cabina blu. E lui lo sa, dannazione. Cerca solo di
rendermi le cose più difficili.
«Lo farò. Ma voglio una risposta da te.» Mormoro. Non
avrò altre occasioni, tanto vale approfittarne.
«Allora fammi una domanda.»
«La ami? Dimmi solo questo.» Chiedo a bruciapelo. Nel
momento esatto in cui pronuncio quelle parole mi rendo conto di essermi
comportato da stupido. Di nuovo. Solo a me poteva venire in mente di indagare
l’ovvio. Perché il Dottore in certi casi sa essere terribilmente criptico, ma
non quando si tratta di Rose. Ogni volta che sono insieme le sorride, ed è il
gesto più bello e spontaneo che io abbia mai visto.
«Credo che tu non voglia sentire la mia risposta,
Mickey. Mi dispiace.» Afferma lui, mettendomi una mano sulla spalla. È
genuinamente mortificato, lo capisco dal suo sguardo smarrito. Il punto è che
non voglio farmi consolare da nessuno, tantomeno da lui, quindi scrollo le
spalle e mi allontano. Non c’è davvero più nulla che possa farmi cambiare idea.
Mi trovo in un mondo parallelo, il posto più lontano da casa che si possa
immaginare. Eppure qui c’è qualcosa che appartiene alla mia storia, ed è a
questo che voglio aggrapparmi. Posso essere utile alla città e ai suoi abitanti:
c’è una Londra da ricostruire con pazienza e attenzione.
La verità è che ho bisogno di essere indispensabile per qualcuno. E quel qualcuno non potrà mai più essere Rose.