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Autore: Pervinca95    15/12/2012    8 recensioni
Lei ama la vita, lui fare stragi di cuori.
Lei è buona e dalla lingua tagliente, lui odioso e sicuro di sé.
Lei è una ragazza come tante, lui un dio della bellezza.
Lei è Federica e lui è Nick.
Due persone diverse che finiranno per odiarsi a vicenda, ma si sà, l'odio e l'amore sono due facce della stessa medaglia...che piaccia oppure no...
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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                                                                   Giornata Libera





Non é possibile che io sia nuovamente in ritardo alla lezione del professor Bertlam.
Ma perché devo avere le sue lezioni sempre alle prime ore? Sfortuna, sfortuna e sfortuna.
 
Corro velocissima verso la sua aula trascinandomi dietro il borsone con i libri.
Non appena entro noto la desolazione. Come mai non c'è nessuno in classe? 
Dove sono andati a finire tutti quanti? E quel mostro di Bertlam che fine ha fatto?
Oh mio Dio! Non é che l'hanno fatto fuori? Non mi meraviglierei dato che, diciamocelo, non é mai stato molto simpatico a nessuno.
Però forse un pochino mi dispiacerebbe...ma no, che sto dicendo? Sto divagando, piuttosto vediamo di risolvere il mistero.
Estraggo dalla tasca il foglietto su cui i primi mesi avevo scritto l'orario delle lezioni.
Scorro con il dito i vari giorni fino a che non arrivo a giovedì. Cavoli ma c'è Bertlam, che cosa sta succedendo? Non ho sbagliato.
Leggermente innervosita mi dirigo alla segreteria per avere qualche informazione.
 
- Scusi?- La donna sulla cinquantina dietro il bancone alza la testa dal suo giornalino di pettegolezzi e mi guarda da sotto gli occhialini.
 
- Dica- mi incita leggermente scocciata.
 
- Vorrei solo sapere come mai l'aula del professor Bertlam é completamente vuota- dico infastidita dal tono di voce della megera.
 
- Oggi il professor Bertlam non verrà, si é preso un giorno libero per suoi motivi personali- spiega tornando a guardare il suo giornalino.
Quanto vorrei strapparglielo di mano, nessuno le ha mai detto che quando si parla con una persona la si guarda negli occhi?!
 
- Capisco, ci sono altri professori che mancano?- Questa donna mi sta irritando più di quanto non sia capace il diavolo.
Risolleva lo sguardo su di me come a dire " ancora qui?" e finalmente mi risponde osando anche sbuffare.
 
- Mancano anche Brooke, Speet e...si, e la Carther- conclude tornando a leggere.
No! Non ci credo, sono tutti i professori con cui ho lezione stamattina. Questo sì che é un colpo di fortuna. Oh, ogni tanto anche a me capitano.
Per la donna che prima avrei strangolato tanto volentieri adesso farei una statua fuori dal campus. Che sia benedetta!
 
- Grazie mille, arrivederci- la saluto con un enorme sorriso stampato in faccia.
Questa mi guarda come se fossi impazzita, poi scuotendo la testa ritorna sul suo giornale.
 
Quasi volo verso la mia camera per appoggiare il borsone con i libri e prendere la borsa per uscire. Questa giornata é da annotare tra le più belle di tutta la mia vita, non ho nulla da fare e posso tranquillamente spendere il mio tempo a fare shopping.
Risistemo i capelli ed esco dalla stanza saltellando tipo Heidi sui monti. 
Cosa si vuole di più dalla vita? Un Lucano...no, ok, sto impazzendo. 
Una dose troppo grande di felicità può avere effetti collaterali, leggere attentamente il foglio illustrativo.
Uscita dal campus mi dirigo verso un bar per fare colazione, ormai la mattina sono talmente di corsa che non ho più nemmeno il tempo di mangiare un boccone.
 
Entro dentro il primo bar che ho a tiro. Vado ad un tavolino ed ordino una tazza di cioccolata calda, una brioche, cinque bignè al cioccolato e due alla crema chantilly. 
Ma sì, abbondiamo! Al diavolo la linea e tutte quelle altre stupidaggini come la dieta e le calorie. Oggi voglio darmi alla pazza gioia! 
Non appena il cameriere arriva si guarda intorno in cerca di qualcuno e poi comincia a depositare la mia colazione sul tavolino.
 
- Questi li lascio qui per il suo compagno?- mi chiede cominciando ad appoggiare i miei adorati bignè dall'altro capo del tavolino.
 
- No, no, é tutto per me- specifico acciuffando il piattino con le bignè.
Lo vedo sgranare gli occhi e poi sorridermi. Ma che vuole questo tizio? Non ha mai visto qualcuno mangiare? Dopo aver posato la tazza di cioccolata e dopo un altro sorriso mi lascia finalmente in pace a mangiare tutto sto' ben di Dio.
Pancia mia fatti capanna! 
 
Afferro la mia tazzina di cioccolata e comincio a berla lentamente, gustandomela.
Il sapore amaro mi rimanda con la mente ai tanti momenti passati insieme alla mia famiglia ed alle mie amiche a Firenze. Sembra tutto così lontano adesso.
Basta, niente nostalgia. Oggi é una bella giornata.
Dopo averne bevuta metà la accantono per dedicarmi ad un bignè al cioccolato.
Quando la sto per addentare una voce estremamente antipatica, e purtroppo da me conosciuta, mi distrae facendomi quasi cadere a terra il piattino.
 
- Non dovresti mangiare così tanto, tra l'altro é tutta roba piena di grassi- mi riprende il diavolo facendo scorrere la sedia davanti a me e sedendosi.
 
- Me lo hai già detto ieri- gli ricordo portandomi una mano sul cuore. 
Cavoli, ha quasi rischiato di uccidere i miei bignè.
 
Appoggia i gomiti sul tavolino sorreggiendosi la testa con le mani - A quanto pare non capisci- Ma quanto sarà antipatico?!
 
- Senti ma tu arrivi sempre quando io sto per addentare il mio pranzo o la mia colazione? Hai una specie di radar?- chiedo seccata addentando il mio bignè. 
Alla facciaccia sua!
 
- Forse, comunque ti stai ingozzando come un maiale, potresti anche essere più femminile- Quasi mi strozzo con le sue parole. Afferro il bicchiere d'acqua che il cameriere ha portato in più e la scolo velocemente. 
 
- Mi vuoi uccidere? Ti assicuro che ci stai riuscendo benissimo, per poco non mi fai strozzare. Comunque, per la cronaca, io non mi stavo ingozzando come un maiale...ehi lasciala immediatamente, quella é...- Non termino la frase che il diavolo si é già ingurgitato uno dei miei bignè alla crema.
 
- Buono- commenta guardandomi divertito.
 
- Ci credo, era mio, ladro- lo accuso afferrando l'altro alla crema prima che faccia fuori pure quello.
 
- Infatti, era- specifica ghignando diabolico. Fermatemi o lo prendo a schiaffi.
 
Lo fulmino con lo sguardo - Comunque, qual buon vento? Come mai qui?- chiedo guardandolo mentre mangio la brioche.
 
- Stavo andando in palestra, tu? Non dovresti avere lezione?- domanda facendo spallucce.
 
- Oggi mancano tutti i miei professori, quindi ho la mattinata libera- spiego sorridendo come un'ebete. Sono troppo felice.
 
- Ah, ecco perché ti stai dando alla pazza gioia- Indica la mia colazione e sorride alzando un sopracciglio. 
 
- Già, almeno una volta tanto faccio colazione, solitamente non riesco mai a farla- Ingoio l'ultimo pezzo di brioche e poi riprendo la cioccolata calda fra le mani.
 
- Me lo immaginavo, se tu mangiassi così tanto tutte le mattine a quest'ora rotoleresti- Ma come é simpatico? Sempre carino, accidenti.
 
- Lo prendo come un complimento. Andavi in palestra?- chiedo all'improvviso ricordandomi di quello che aveva detto.
 
- Sì, ogni tanto ci vado per fare un po' di box- risponde facendo spallucce come se la cosa non lo interessasse più di tanto.
 
- Sei uno che tiene alla forma fisica quindi- constato posando la tazza di cioccolata ormai vuota e pulendomi la bocca con il tovagliolo.
 
- Nella giusta misura, ci vado solo quando ne ho voglia, non ne sono un fanatico. Comunque un giorno mi spiegherai come hai fatto a diventare una modella- insinua appoggiandosi allo schienale della sedia e portandosi una mano fra i capelli.
 
- Sei di un'antipatia che sconfina nell'infinito, ne sei consapevole vero?- Stringo gli occhi e lo fulmino con lo sguardo.
Come osa questo brutto pallone gonfiato? Magari brutto no...glielo concedo, ma pallone gonfiato sì.
 
- Ragazzina é inutile che ti scaldi tanto, ho fatto solo una semplice constatazione- Scrolla le spalle e sorride diabolico.
 
- Ti ho detto un miliardo di volte di non chiamarmi ragazzina, guarda che ho solo due anni in meno di te, non é una vita. Comunque non lo so nemmeno io come sono diventata una modella e non c'è bisogno che tutte le volte tu me lo ridica...Mr.Tonno- concludo soffermandomi soprattutto sul suo nomignolo.
 
Vedo il suo sorriso sparire improvvisamente,eh eh, chi la fa la aspetti.
 
- Ancora con questo Mr.Tonno? Non sei affatto spiritosa, vedi di abbozzarla- dice con un tono di voce che mette i brividi. 
 
- Se no che mi fai?- chiedo provocandolo e sporgendomi sul tavolino, cosa che noto fa anche lui.
 
- Non vorresti saperlo- sussurra ad un millimetro dal mio viso. 
Il suo respiro sulla pelle mi provoca un brivido per tutto il corpo facendomi fremere istintivamente. 
 
- Mettimi alla prova, magari ti sbagli- sibilo sorridendo beffarda. 
 
- Peccato che io non sbagli mai- Ma sarà da schiaffi? 
Faccio una smorfia e mi allontano. Solo adesso mi accorgo di quanto noi fossimo vicini, troppo vicini se si parla di me e il diavolo.
 
- A che ora dobbiamo incontrarci oggi? Sempre alle due?- chiedo incrociando le braccia al petto. 
 
Sorride schioccando la lingua - Già, sempre alle due. Oggi credo durerà di più il set fotografico e vedi di non farmi perdere tempo- Basta! Adesso lo strozzo, questo é troppo.
 
- Sono solo due o tre giorni che faccio questo lavoro, potresti essere anche più comprensivo, non muori mica se ogni tanto mi aiuti sai?- domando retorica trattenendo a stento la voglia di prendergli la testa e sbattergliela contro il tavolino.
 
- Non c'è molto da spiegare, ti dicono in che posa metterti e tu lo fai, semplice- sorride afferrando il mio bicchiere d'acqua e facendolo roteare. Ma allora si diverte proprio a farmi incavolare?!
 
- Ma mi credi scema?- sbotto alzando il tono di voce - Lo so anche io questo, ma tu sei comunque più sciolto di me quando sei sul set, potresti dirmi come fai- 
 
Il diavolo sorride e si porta una mano fra i capelli - Quella é una dote naturale, non so dirti come faccio- Modesto. Non c'è che dire.
Lascio cadere l'argomento, tanto é inutile parlare con uno così.
 
- Vado a pagare il conto- dico alzandomi e andando verso la cassa dove c'è il ragazzo che mi aveva servita.
Si alza anche il diavolo e mi segue alla cassa.
Non appena arriva il mio turno pago ed il ragazzo mi sorride ancora. Ma che vuole?
Gli sorrido anche io e dopo avermi dato lo scontrino mi fa l'occhiolino lasciandomi perplessa.
Esco dal bar ed il diavolo mi si affianca strappandomi di mano lo scontrino.
 
- Che fai?- chiedo sbraitando. Nessuno gli ha mai insegnato che non si strappa la roba di mano? Che cafone!
 
- Ti ha lasciato il suo numero- se ne esce fuori sorridendo e continuando a fissare lo scontrino.
 
- Che?- Non ci ho capito niente, ma che sta dicendo? É impazzito.
 
- Il ragazzo alla cassa ha scritto il suo numero di telefono sullo scontrino, ecco perché ti sorrideva e ti ha pure fatto l'occhiolino- spiega alzando un sopracciglio. Sembra quasi scettico.
 
- Ah, quello lì, anche prima che arrivassi tu non faceva altro che sorridere, ma non avevo capito che volesse- Faccio spallucce e comincio a camminare a fianco del diavolo.
 
- Come hai fatto a non accorgerti che ci stava provando? Pure un cieco l'avrebbe visto. Non sei affatto sveglia... comunque tieni, nel caso tu lo volessi chiamare- Mi porge lo scontrino e sorride, anzi, non sta sorridendo, sta ghignando spudoratamente.
 
- No grazie, lo puoi tenere te, potresti trovare un nuovo amichetto magari, forse quell'occhiolino era indirizzato a te - Scoppio a ridere ed il diavolo riduce lo scontrino ad una pallina informe lanciandolo in un cestino. 
 
- Spiritosa, davvero- conclude con una smorfia di completo disgusto dipinta in volto. 
 
 
Alle due precise sono davanti all'enorme edificio A&G.
Dopo aver fatto una passeggiata insieme al diavolo ero poi tornata al campus per portare il pranzo a Cristy. Una volta tanto ero stata io a fare da mamma.
Se ripenso ancora alla mattina passata con Nick mi vengono i brividi. Cavoli abbiamo parlato senza scannarci! Forse non é poi così antipatico, questo però non significa che io lo trovi simpatico, intendiamoci. 
 
Tralasciando i miei pensieri insensati entro nell'edificio e mi dirigo verso l'ascensore. 
Appena arrivo al quarto piano cammino tranquillamente fino alla sala trucco di Alfonso; ormai conosco questo posto come le mie tasche.
 
- Ciao cara, ma come siamo raggianti! Conosciuto qualche bel ragazzotto?- mi chiede non appena mi siedo sulla solita poltrona bianca.
 
- No, oggi sono solo di buon umore- Sorrido ancora e socchiudo gli occhi per permettergli di truccarmi.
 
- Sono davvero contenta per te amore, ma senti quel Brad non c'è più?- mi chiede curioso.
 
- No, il fotografo ha detto che per ora vuole solo me e il d...Nick- Mi riprendo in tempo evitando di fare una figura penosa. 
 
- Ah capisco, va beh, comunque anche questo Nick é proprio un bel figliolo- commenta cominciando a spettegolare come una vecchia comare.
 
Praticamente dopo un'ora in sala trucco ho le orecchie che mi fanno male. Alfonso non si é chetato un attimo, ha cominciato a parlare del diavolo, di Brad, di Kate, insomma, ha spettegolato su tutti, nessuno escluso.
Trovo Kate nel corridoio e la saluto sorridendo. In questi giorni non faccio altro che elargire sorrisi.
 
- Ciao Federica, stai benissimo con questo trucco, oggi il tema é total black a quanto pare, in camerino troverai i vestiti abbinati, ci si vede dopo- Detto ciò mi fa un cenno con la mano e si dirige sul set, credo.
Total black? A proposito, non mi sono nemmeno guardata allo specchio. 
Corro in camerino curiosa di vedere come mi ha conciata Alfonso; mi ha rimbambita talmente tanto con le sue chiacchiere che non ho voluto altro che uscire da quella stanza.
Apro la porta del camerino e vado diretta verso lo specchio.
Chi é quella ragazza riflessa? Non mi riconosco nemmeno io. 
I miei occhi castani- verdi sono messi in risalto dalla matita e dal mascara nero. 
Sembrano essere quasi più...belli, più accesi. Alfonso li ha messi davvero molto in risalto.
Questo deve essere dovuto anche dal fatto che non ho solo una sottile linea di matita, ma molte e anche abbastanza spesse. 
L'ombretto poi si va ad incastrare benissimo nell'insieme. E devo ammettere che questo grigio perlato mi dona davvero molto, cercherò di ricordarmene in futuro.
Sulle guance c'è solo un leggero filo di blush giusto per non appesantire troppo il trucco ed anche sulle labbra ho solo un tocco di lucida labbra.
I capelli mi sono stati fissati con delle forcine e delle pinzette. 
A differenza degli altri giorni non mi ricadono morbidi sulle spalle, ma sono stati tirati indietro con le pinzette.
Nell'insieme é tutto davvero grazioso. Mi compiaccio di me stessa e corro a vestirmi velocemente.
Infilo dei pantaloncini neri...ehi, ma quanto sono corti?! Accidenti, mi lasciano le gambe completamente scoperte, sono poco più lunghi delle culottes. 
Meno male che stamattina mi sono fatta la ceretta alle gambe. 
Sfilo la mia maglietta ed indosso quella grigio perla che c'è sul tavolo ed infine concludo con una felpa con il cappuccio, anch'essa rigorosamente grigia.
Infilo gli orecchini a cerchio argentati, gli stivaletti neri ed esco dal camerino allungando ogni due per tre i pantaloncini a mio parere troppo corti.
 
Entro nell'enorme stanza in cui si trova il set e Kate si volta a guardarmi sorridendo soddisfatta rivolgendo poi un'occhiata al diavolo che ancora non mi ha notata.
 
- Federica, vieni qui cara- mi urla da lontano dimenandosi come una pazza.
Noto con la coda dell'occhio che il diavolo si é voltato a guardarmi e che adesso mi sta fissando. 
Mi avvicino a Kate leggermente in soggezione, insomma, mi stanno guardando tutti, ma soprattutto il diavolo, che non ha ancora staccato gli occhi da me.
 
- Sei splendida Federica, forza, vai lì al centro tesoro- Mi passa la mano sulla schiena e vado verso al centro del set posizionandomi accanto al diavolo.
 
- Che ci fa questo divanetto nel mezzo?- gli chiedo indicando l'oggetto dietro di noi.
 
- Ci serve per fare questo set fotografico, l'ha messo lì il regista di scena- Fa spallucce e guarda il fotografo che ci ha appena richiamati.
 
- Allora, cominciamo! Federica va' a sederti sul divano, al centro, e tu Nick mettiti dietro, in piedi. Poggia i gomiti sul bordo e guarda lei dall'alto. Tu Federica invece guarda a terra con la testa inclinata più o meno a quarantacinque gradi- Sbatto le palpebre qualche volta.
Che ha detto? A quarantacinque gradi, ma non ho mica le squadre per vedere quanto l'ho inclinata?! 
Noto che Nick si é già posizionato dietro il divano e sta ghignando divertito dalla situazione.
Maledetto! Mai una volta che mi aiutasse. Mi siedo sul divano ed inclino la testa a destra a caso. Ma che ne so se sono quarantacinque gradi..
 
- Perfetto, fermi così- Sorrido appena, ah, ci ho azzeccato!
 
- Adesso guarda verso di me Federica, tu Nick continua a guardarla dall'alto. Ah, Federica voglio uno sguardo profondo, devi perforare l'obbiettivo- Annuisco con la testa e guardo intensamente l'obbiettivo socchiudendo leggermente gli occhi e schiudendo istintivamente le labbra.
Il fotografo mi fa segno di ok con la mano e lo sento fare almeno cinque scatti.
 
- Bene, bene, adesso Nick distenditi sul divano con la testa appoggiata sul tuo braccio. Federica tu devi rimanere così, ferma, e tu Nick, da disteso passale il braccio libero intorno alla vita, come a volerla tirare verso di te, ok?- Il diavolo annuisce e si stende sul divano come ordinato dal fotografo.
A quanto pare devo essere l'unica che non ha capito niente..
Dopo essersi passato il braccio sinistro dietro la testa mi fa cenno di avvicinarmi a lui sorridendo beffardo. Ma che vuole questo? Che gli spacchi la faccia? Con piacere.
 
- Ridi di meno- lo minaccio sedendomi sulla punta del divano per stare il più lontana possibile da lui.
 
- Come siamo pudici, devo passarti un braccio intorno alla vita, mica farti altre cose- Sgrano gli occhi sorpresa. Deve essere impazzito. Come gli vengono in mente certe cose?
 
Lui ghigna divertito e mi attira a sé passandomi il braccio intorno alla vita.
 
- Ok, bene, Nick, guarda verso l'alto e tu Federica guarda il suo viso voltandoti di sessanta gradi- Ma allora questo é fissato coi gradi? 
Sbuffo impercettibilmente anche se Nick mi sente e si morde il labbro per non scoppiare a ridermi in faccia.
 
- Ecco bravo, non ti conviene- sibilo a denti stretti. 
 
- Che paura- sussurra voltandosi di poco per far incontrare i nostri occhi. 
Io lo fulmino e lui ride. Poi torna a guardare il soffitto ed io cerco di inclinare il mio viso a sessanta gradi.
 
- Ok, bene fermi- ci comunica il fotografo che da oggi é entrato nella mia lista nera.
 
Ne approfitto per guardarlo più da vicino, cioè, non che mi interessi però... Insomma, non ho nient'altro da fare del resto...
I capelli sono volutamente spettinati conferendogli un'aria da tipico sex simbol...ehi, ma che vado a pensare? La camicia bianca che indossa ha i primi bottoni slacciati così da lasciare intravedere l'inizio dei suoi pettorali, la cravatta allentata sul collo poi gli dona il tocco finale, si nota lontano un miglio che é stato tutto diligentemente studiato.
 
- Hai finito di guardare? Così mi sciupi- La sua voce arrogante ed altezzosa mi riporta alla realtà. Oh santo cielo, da quant'è che lo sto fissando? 
Riprendo subito il controllo di me stessa rispondendo a tono.
 
- Sono costretta a guardarti, l'ha detto il fotografo, quindi vedi di farti meno filmini mentali- sussurro fra i denti per non farmi scoprire. Ma quanto cavolo dobbiamo rimanere in questa posizione?
 
- Ho l'impressione che te li stessi facendo più te i filmini mentali- sibila sorridendo beffardo. Che sfacciato! 
 
- Pensala come vuoi, non mi cambia la vita se tu non mi credi...pallone gonfiato- dico facendo spallucce.
 
- Ok, perfetto, cambiamo posizione! Adesso Federica distenditi sopra Nick- ordina quel pazzo decelerato di un fotografo.
Cooooosa? Distendermi sopra al diavolo? Ma non se ne parla nemmeno, qui sono tutti pazzi! Sto facendo un servizio fotografico, mica un filmino a luci rosse. 
 
- Federica? Tutto bene?- mi richiama l'uomo che può praticamente considerarsi finito.
Sento il diavolo ridere sommessamente. Ah ah, prende in giro! 
Eh no, deve ancora nascere qualcuno che si prende gioco di me, bello.
Silenziosamente mi alzo, guardo il diavolo e lentamente mi avvicino a lui. 
Lo vedo irrigidirsi d'un tratto ed a quel punto sorrido diabolica. Credevi di farmi fessa eh? 
Povero, piccolo, stupido, illuso.
Porto una mano dietro la sua testa per reggermi e non cadergli addosso. L'altra la porto vicina alla sua spalla, poi sistemo un ginocchio in mezzo alle sue gambe mentre l'altro lo poggio allo schienale del divano per non cadere e rimanere in equilibrio.
 
- Brava, eccellente, superbo- grida il fotografo sbattendo le mani entusiasta - Esatto, devi stare sopra di lui a mo' di pantera predatrice senza appoggiarti troppo al suo corpo, hai afferrato benissimo il concetto. Così mettiamo in risalto i pantaloncini, brava! Ora fermi così, faccio un po' di scatti e poi abbiamo finito. Mi raccomando, guardatevi negli occhi, é importante il contatto visivo - conclude il fotografo sorridendo.
 
Porto il mio sguardo sul suo sorridendogli vittoriosa. Credeva che non ce la facessi eh?
Ha avuto la dimostrazione della persona con cui ha a che fare.
 
- Hai smesso di ridere eh?- gli chiedo retorica ampliando ancora di più, se possibile, il mio sorriso.
 
- Non é colpa mia se non ti rendi conto delle espressioni che fai, vedi di tenere a bada la tua mimica facciale allora- risponde più acido di un limone. 
 
- Non ho fatto nessuna faccia, solo che non mi aspettavo dicesse una cosa simile- spiego inarcando un sopracciglio. Può esistere una persona più antipatica?
 
- E ti meravigli per così poco? Un sacco di foto saranno di questo tipo- Ghigna e si apre in un sorriso a trentadue denti.
 
- Taci, mi hai stufata, sei insopportabile- concludo sbuffando e spostando di poco lo sguardo.
 
- Pudica-
 
- Stupido-
 
- Scema-
 
- Cafone-
 
- Gallina-
 
- Cretino-
 
- Bene ragazzi, abbiamo finito, ottimo lavoro- ci richiama il fotografo urlando a squarciagola. 
Io e il diavolo restiamo a guardarci in cagnesco per qualche secondo, poi mi allontano da lui e vado verso Kate infervorata. 
Anche lui fa lo stesso. Si alza adirato e si avvicina al suo manager... Jordan, se non vado errata.
 
- Bravi, si vede che siete più complici adesso- mi dice Kate spostandomi un ciuffo di capelli dal viso con fare materno. 
Per poco non gli sputo in faccia l'acqua che sto bevendo. Io e quel cafone saremmo più complici? Il mondo deve cominciare a girare al contrario prima che accada. Probabilmente qui dentro o tutti hanno le classiche fette di prosciutto sugli occhi o fanno uso di sostanze stupefacenti che gli produco visioni. 
 
- Non credo proprio- rispondo dopo averla guardata con occhi sgranati.
 
- Mmh, sarà, comunque Nick sta venendo giusto da questa parte- Kate mi strizza l'occhio e si allontana sorridendo andando a parlare con Jordan.
Ma non ha ancora capito che il diavolo sta venendo da questa parte solo per appestarmi dal momento che gli ho dato del cretino? 
 
- Chi sarebbe lo stupido, cafone e cretino?- mi chiede infatti accostandosi a me ed afferrando anche lui una bottiglietta d'acqua.
 
- Siamo pari, tu hai detto che io sono pudica, scema e gallina- constato facendo una smorfia. Io gallina? Ma come osa.
 
- Hai cominciato tu, io mi sono solo difeso- Che cooosa? Cosa odono le mie orecchie? Avrei cominciato io? Roba da matti.
 
- No caro, non rigirare la frittata adesso, sei stato tu ad iniziare con quella storia delle foto, comunque se mi chiedi scusa posso chiudere un occhio, ma solo perché sono buona, sappilo- Tutto fiato sprecato, so benissimo che non mi chiederà mai scusa. Figuriamoci.
 
- Scordatelo- Appunto. 
 
- Questa allora é una dichiarazione di guerra, e in guerra tutti i mezzi sono leciti- lo avverto sorridendo diabolica.
 
- Proprio tutti?- mi chiede con una punta di malizia nella voce che inizialmente non colgo.
 
- Tutti- ribadisco annuendo con la testa e bevendo un ultimo sorso d'acqua.
Prima che io possa dire qualcos'altro il diavolo si é già volatilizzato nel nulla. 
Sbuffo e raggiungo il mio camerino per cambiarmi. 
Ho una domanda che mi sta assillando: che cosa voleva dire con "proprio tutti"?
Mah, chi se ne frega. Se devo stare dietro a tutti i suoi giochi di parole divento scema.
Mi rivesto in fretta e furia e corro verso l'ascensore dove trovo il diavolo che sta per mettere piede dentro.
Aumento il passo per cercare di entrarci anch'io, ma vedo il cafone, stupido, odioso e da questo momento spacciato, premere il bottone per scendere al piano terra.
A questo la corsa é disperata. Lancio l'urlo di guerra e corro simile ad un bue incavolato verso l'ascensore. 
Le porte si stanno chiudendo e la mia corsa diventa sempre più disperata.
Noto il diavolo sgranare gli occhi. Maledetto, ora mi vedi, ora che sto rischiando la vita per prendere un'ascensore!
L'ultimo metro di corsa mi ricorda tanto una di quelle scene a rallentatore dove si sente il disperato (che in questo caso sarei io) urlare un noooooo impazzito e dimenarsi con tutte le sue forze per raggiungere la meta.
Ecco, la stessa cosa. 
Faccio un salto chiudendo gli occhi e vado a spiaccicarmi contro una parete fredda. 
Adesso ho pure una paralisi facciale. 
Apro un occhio e noto con gioia di essere dentro l'ascensore con il diavolo che mi guarda sconvolto.
 
- Ma sei pazza? Hai rischiato di rimanere schiacciata tra le porte di un'ascensore- mi riprende agitando le mani. 
Mi lascio scivolare per terra. Ho il cuore a mille e sento scorrere l'adrenalina dentro di me come un fiume in piena.
 
- La colpa é tua, comincia a guardarti alle spalle quando sei davanti all'ascensore- ribatto alzando lo sguardo per incontrare il suo.
 
- Comunque bella corsa, l'ultimo salto é stato favoloso, soprattutto la facciata contro lo specchio- si congratula indicando l'impronta della mia faccia sul vetro.
Poi scoppia a ridere come non lo avevo mai visto fare fino ad ora.
Sorrido anch'io, in effetti deve essere stata una scena parecchio esilarante.
Appena le porte dell'ascensore si aprono mi alzo da terra ed esco seguita da un diavolo che non ha ancora smesso di ridere.
 
- Che fai stasera?- gli chiedo non appena usciamo dall'edificio e lui sembra essere tornato in sé.
 
- Affari miei- Appunto, é tornato perfettamente in sé.
 
- Era per cambiare modo di salutarsi, solitamente fai un cenno della testa e te ne vai. Ti pare educato?- gli chiedo inclinando la testa di lato. Mai una volta che sia gentile.
 
- Intanto saluto- risponde facendo spallucce e portandosi una mano fra i capelli.
 
- Oh, grazie sua maestà, non saprei come fare senza il suo saluto. Ormai ne ho fatta una ragione di vita- dico teatralmente portandomi una mano sul cuore.
 
- Spiritosa, comunque ho una serata con amici- confessa infine sistemandosi la camicia e facendo una smorfia con la bocca. Cavoli, però é bello...basta, che vai a pensare Fede?
 
- Tutti modelli?- chiedo sorridendo.
 
- Più o meno- risponde scompigliandosi nuovamente i capelli con la mano.
 
- Bene, allora non ti faccio perdere tempo, ci si vede domani- concludo, stavolta facendo io un cenno della testa. Tanto per prenderlo in giro.
Se ne accorge e sorride.
 
- A domani- saluta portandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
Oh mammina! Ha salutato come un normale essere umano, ora mi commuovo!
 
Mi volto e comincio a camminare verso il campus sorridendo come una scema.
Tutto sommato é stata una giornata rilassante. Magari fossero tutte così! 
Con questi sciocchi pensieri vado a passo spedito verso la mia adorata cameretta non vedendo l'ora di buttarmi a letto e dormire.
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti!!! Quant'è che non aggiorno eh?
Sì lo so, un secolo...
Va beh, comunque cosa ne pensate di questo capitolo? Si cominciano a conoscere meglio i nostri protagonisti e come si relazionano l'un l'altro...Nick lo adorooooo <3
Il prossimo capitolo arriverà molto prima! Un bacione e a presto!!!
  
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