Clarissa entrò nella stanza sbattendo la porta. I capelli castani e riccioli della ragazza ondeggiarono insieme allo scatto che il suo braccio compì nello sbatacchiare l’ ingresso. Gli occhi verdi chiari dell’adolescente fremevano di rabbia ed impazienza, la bocca limitata ad una linea sottile e rosea sul volto pallido e triste. Tra le mani tremanti un anonimo pezzo di carta, che Clarissa stringeva con foga e disperazione.
- Hermione! – strillò lei, richiamando l’attenzione sulla giovane donna, seduta su una poltrona.
- Ciao Clari… - mormorò la brunetta serenamente, dopodiché si fermò di botto alla vista di ciò che le stava porgendo la ragazza.
- Voglio che tu mi spieghi cosa è questa. – rispose la ragazza, con voce glaciale, mentre porgeva una fotografia ad Hermione. – L’ho trovata nel tuo comodino. -
Hermione prese in mano la foto e la fissò: in quella foto erano rappresentati lei e Ron al settimo anno, si stavano baciando e ridevano felici.
Una lacrima scese lungo la gota della giovane Auror, la quale scosse la testa e fissò la ragazza con rammarico.
- È giunto il momento che io ti spieghi, Clarissa. –
La donna tornò con la mente indietro a sedici anni prima, durante il suo diciottesimo compleanno…
-
Auguri Hermione! – gridò Harry abbracciandomi. –
Finalmente ti sei laureata! Tosta… il giorno del tuo compleanno! E solo tre
mesi dopo che è finita Hogwarts! –
-
Davvero, auguri con tutto il cuore bella! –
esclamarono i due gemelli Weasley mettendomi un braccio sulle spalle.
Erano lì tutti intorno a farmi
festa… tutti felici, tutti allegri… tutti, tranne il mio ragazzo.
-
Ehi, Ron! – esclamai io saltandogli sulle spalle. –
Non stare da solo in un angolino! Vieni con noi, dai! –
-
Certo… - rispose lui cercando di sorridermi.
-
Cosa hai? Non sei felice per me? – gli chiese io con
ria risentita.
-
Certo che sono felice per te! Finalmente sei
un’insegnante di Trasfigurazione… entrerai ad Hogwarts a fare da assistente
alla McGranitt, vero? – mormorò lui con aria poco convinta.
-
Si… guarda, che ormai è un anno che stiamo insieme,
e otto anni che siamo amici, lo vedo quando mi dici una bugia… dimmi cosa c’è.
– dissi io con voce ferma.
Ron sospirò e si prese la
testa fra le mani.
-
Mi dispiace doverti dire una cosa del genere in un
giorno così felice… ma sono già due mesi che taccio, e adesso non ce la faccio
proprio più. –
-
Dimmi… - sussurrai con voce preoccupata.
-
Hermione, io ti ho tradita. – Ron si fermò e si
impose di non guardarmi mentre stavo per mettermi a piangere. – Ti ho tradita
con una ragazza che non amo. Perché ero un po’ ubriaco… per divertimento.
Adesso però lei è incinta, e io devo prendermi le mie responsabilità. Ho
pensato di… di lasciarla al suo destino, ma… -
-
Tu non farai mai una cosa del genere. – risposi con
voce ferma. Mi era crollato addosso il mondo, ma non potevo cedere. Non potevo,
non dovevo. Mi legavano a quel ragazzo anni non solo di amore, ma di stima, di
confidenza, di amicizia. –Tu ti prenderai le tue responsabilità. –
-
Io… mi dispiace, Hermione, io ti amo… -
-
A quanto pare non abbastanza da non commettere sciocchezze.
– gli risposi con voce fredda. Stavo
per piangere, ma mi trattenei. – Quando è successo? –
Lui tacque un attimo. Ricordo
ancora i suoi occhi azzurri pieni di rabbia, di frustrazione…
-
Due mesi fa, quando eri a casa per preparare la
tesi. –
-
Ah, bravo! – mi lasciai sfuggire.
-
Io… non l’hai presa male… vero? - borbottò lui con
voce roca.
-
Invece l’ho presa malissimo, perché io a differenza
di te ti amo davvero, ma non ho intenzione di darti la soddisfazione di vedermi
piangere. – gli dissi con aria ironica. – Adesso devo tornare dagli altri…
invitami al matrimonio, mi raccomando… -
Dopodiché tornai da Harry,
Ginny, Neville e da tutti gli altri miei amici e cercai di comportarsi come se
nulla fosse.
Hermione si schiarì la voce e spostò una ciocca di capelli dal volto di Clarissa. Il ricciolo della ragazza volò dolcemente dietro alla sua, schiena e ciò fece sorridere Hermione.
- Vai avanti, ti prego Hermione. – sussurrò la ragazza con ria sconvolta.
Passarono nove mesi, durante i
quali io non vidi più Ron. Talvolta, dato che ero rimasta in contatto con zia
Ginny, gli zii George e Fred e con Harry sentii rammentarlo, ma loro sapevano
che non volevo nemmeno che pronunciassero il suo nome, quindi quando c’ero io
non parlavano quasi mai di lui. Accadde una fredda mattina di gennaio. Era una
splendida giornata invernale, e sebbene io non ridessi da più di un anno, quel
giorno mi sentii stranamente felice. Mi vestii in fretta e corsi ad accarezzare
la neve che era caduta durante quella notte. Mia madre mi fissava stupita ma
contenta, perché per la prima volta, dopo tanti anni ridevo felice… soltanto
per una nevicata. Mentre ero a giocherellare come una bambina con quei fiocchi
immacolati, Harry si materializzò davanti a me. Pronunciò soltanto sei parole,
ma quelle parole mi sono sempre rimaste impresse nelle mente:
- Hermione… Ron… al San Mungo…
corri… -
Senza neanche avvertire mia
madre mi materializzai subito all’ospedale San Mungo per malanni e ferite
magiche. Harry mi spiegò in fretta che Ron era stato attaccato da un
Mangiamorte mentre era in casa a
giocare con suo figlio. Improvvisamente tutta la mia rabbia svanì. Volevo
soltanto che Ron continuasse a vivere…
Mi precipitai come una matta
nella sua stanza e corsi verso il suo letto. Mi riconobbe subito e i suoi bellissimi
occhi si illuminarono:
-
Hermione… ti amo… - sussurrò quelle parole con voce
roca e tremolante.
-
Anche io ti amo… cosa è successo? – risposi
baciandolo velocemente.
-
Aurora… quella ragazza di venticinque anni con cui
ti ho tradita… è morta di parto… due mesi fa… - bisbigliò con aria sofferente.
-
Mi dispiace tanto. – mormorai con aria dispiaciuta,
ed ero sincera. Improvvisamente tutta la rabbia era sbollita. Desideravo solo
il bene di Ron. – E il piccolo è nato? –
-
È una piccola. – mi rispose lui diventando tutto
d’un tratto allegro. – È bellissima e si chiama Clarissa… -
-
È un nome fantastico. Cosa è successo a te, Ron,
adesso? –
-
È entrato un Mangiamorte… è perché io combatto
Voldemort… io e i membri della mia famiglia… io non sono bravo a combattere come
te… però ho difeso la mia bambina… ma io… io presto morirò. Ho sentito che lo
dicevano i dottori. –
-
No… Ron… io… scusa, ti amo, sei tu la cosa più
importante, Ron… resisti… - dissi mettendomi a piangere.
-
Anche tu sei la cosa più importante. Amo te, non ho
mai amato Aurora… ma amo Clarissa… - mi rispose lui prendendomi le mani. –
Hermione, io non ce la farò ma… ma se tu mi ami promettimi che prenderai la mia
bambina. –
-
Certo. – gli risposi continuando a piangere. –
Certo… sarà come avere te… di nuovo. –
-
Si… tu… tu sarai la sua mamma… lo vedrai, è
stupenda… - sussurrò lui, utilizzando la poca forza che gli restava.
-
È sicuramente stupenda, perché è figlia tua… ti amo…
-
-
… Anche io ti amo… di’ a Harry e alla mia famiglia
che gli voglio bene… e dillo anche a Clary quando sarà… grande… - Capii dalle
sue parole che mi stava abbandonando…
-
Si… ti amo tanto… -
-
… ti… amo… pensa a Clarissa… - dopodiché smise di
respirare.
Chiamai i medici, ma ormai
tutti sapevano che per Ron era finita. Il dolce e vivace Ron ci aveva
abbandonati.
Lottai per averti, e quando
decisero di affidarti a me Harry mi fece capire che forse sarebbe stato meglio
raccontarti una falsa verità a fin di bene.
- Ecco perché mi hai sempre detto che mamma e papà erano i tuoi migliori amici che stavano insieme fin dal quarto anno di scuola… - terminò Clarissa al posto di Hermione. – E che erano stati uccisi da un Mangiamorte dopo essersi sposati… -
- Si. – rispose la donna con un sorriso triste. – L’ho fatto solo per te… e se non sono mai riuscita a farti conoscere i tuoi parenti materni… è perché non hanno mai voluto conoscerti… -
- Non ti preoccupare. – rispose la ragazza. – Però tu… tu non sei mai riuscita ad avere un altro Ron. Io sono uguale a mamma, lo si vede dalle foto… ho i capelli castani scuri e ricci e gli occhi verdi… sono bassa e non ho nemmeno una lentiggine… -
- Tu hai il carattere di tuo padre. – la interruppe Hermione. – E anche se non lo avessi è uguale. Ti conosco da sedici anni e ho imparato a volerti bene per quello che sei… all’inizio ti ho presa solo perché volevo qualcuno che mi ricordasse Ron, ma adesso… non ho conosciuto Ron per ben sedici anni, ma te si. Sei mia figlia, Clarissa… -
- Anche io ti considero una mamma, Hermione, la migliore mamma che possa esistere! –
- Ti voglio bene, piccola mia! Sei tu la mia vita da sedici anni, non Ron… - la donna strinse a se la ragazza piangendo di commozione.
- Anche io ti voglio tanto bene, mamma! – ripose la ragazza abbracciando stretta la giovane donna.