THESE ARE CRAZY NIGHTS
Steven riportò Giada a casa
giusto in tempo perché la ragazza si facesse la doccia e si preparasse prima
dell’arrivo di Gin. Appena chiuse la porta dietro di sé la bionda sospirò, era
stata una giornata lunga e non era ancora finita. Di questo passo sarebbe
arrivata stravolta all’inizio dei corsi. Quella era la settimana in cui si
sarebbe dovuta ambientare e rilassare per ammortizzare l’impatto col sistema
scolastico oltreoceano! E invece avevqa dormito si e no dodici ore in due
giorni e non aveva fatto altro che cazzeggiare con Steven e Gin. Si gettò sotto
la doccia ripensando a quello stravagante pomeriggio. Il rosso si era comportato
in maniera così strana; faticava a credere alle parole di Gin, con lei si era
comportato da perfetto gentiluomo, non riusciva a catalogarlo come il classico
stronzo.
Lasciò che il caldo gettò
d’acqua sciogliesse i suoi muscoli: una giornata di shopping e un uscita col
figlio di un divo e chiunque sarebbe provato. Uscì dal bagno avvolta in un
candido asciugamano. Diede un’occhiata alla sua stanza: non aveva ancora
disfatto la valigia, tra quelle quattro mura regnava il caos. Si avvicinò alla
valigia traboccante di vestiti con di fianco i sacchetti dei più recenti
acquisti, pensando a cosa avrebbe potuto indossare. Quella sera ci sarebbe
stato Cash in zona, e sicuramente si sarebbero incontrati; non voleva ammettere
che la riccia aveva fatto centro e che lei era davvero interessata al ragazzo,
non solo per la forte somiglianza col suo divo di sempre. In più anche Steven
le aveva detto che si sarebbero potuti incontrare, che forse lui e i suoi amici
avrebbero fatto un salto da quelle parti.
‘Beh.. chissene frega di chi incontro stasera. Sono a Los Angeles,
circondata da divi e figli dei pilastri del rock n’ roll. Darò sfogo ai miei
desideri più reconditi’. Giada era un’amante del rock, e non solo della
musica, ma anche di stile di vita e abbigliamento. Aveva sempre sognato di
poter uscire di casa vestita anni ottanta, e lì finalmente poteva farlo senza
sentirsi un pesce fuor d’acqua. Estrasse da un sacchetto un paio di shorts
davvero provocanti acquistati il giorno stesso, i suoi fedeli tronchetti con tacco
chilometrico borchiati e una canottiera morbida rossa con la stampa di una
chitarra elettrica ‘Si questa può
andare.. qualcosa di più corto e mi prenderanno per una grupie’. Si truccò
leggermente e si frizionò i capelli con le mani. Uscì dal bagno proprio quando
il telefono cominciò a suonare.
***
Intanto in casa Hudson..
Il telefono squillò. Cash,
distratto dalla sua lettura, si abbassò le cuffie lasciandole appese al collo e
si allungò verso il comodino.
“Pronto?” Una voce bassa ma
allegra gli rispose nell’apparecchio: “Ehi
bro? Come va?”
“Gil! È un secolo che non ti
fai vivo! Come stai?”
“Non c’è male.. anche se a Las Vegas stavo meglio. Dobbiamo tornarci un
giorno man! La concentrazione di figa in quel posto è da capogiro!”
“Ahahah! Immagino ti sia
divertito parecchio!” Dall’altra parte sentì una risata sonora “Puoi scommetterci! Non sono stato fermo un
secondo! Tu che mi dici della città degli angeli? Come sono le cose qui?”
“Sempre il solito: università,
amici..” “..ragazze! Come va con Crystal?
State ancora insieme?” “Chi?” “Ahahah!
Cash sei un mostro! Tutte le migliori ti scopi! E poi le scarichi come niente
fosse! Ahaha! Beh.. devo ammettere che stavolta non ti dirò che hai il pane e
non i denti; quella era proprio una rompi coglioni! Non capisco come tu sia
riuscito a sopportarla così tanto!” “Che ti devo dire man.. aveva due gran
belle tette!” “Ahahah! Puoi dirlo forte!
E ora? Chi è la prossima vittima? So che ne hai già un’altra!” “Per ora
niente bro. Anche se mia sorella oggi me ne ha presentata una mica male!” “Ah si? Come sta Gin?” “Ha sempre voglia
di spaccarti la faccia!” “Ce l’ha ancora
con me? Merda.. volevo farmi perdonare” “Ahah! Troppo hai da farti
perdonare; sai com’è fatta!” “Si. Lo so.
Beh? Allora si esce stasera?” “Certo! Io e gli altri andiamo per locali!
Vieni anche tu!” “Ah adesso è così che si
dice? Andare per locali?” “Ahahah! Ma smettila di fare lo scemo! Ci beviamo
una birra in tranquillità. Poi se ci sono le ragazze anche meglio!” “Si, con te che rubi sempre il meglio sulla
piazza! Sono proprio curioso di vedere questa tua nuova pollastrella! Ci sarà
stasera?” “Non ne ho idea, non so che piani abbiano lei e Gin” “Ma avresti voglia di vederla?”
“Sinceramente? Assolutamente si!” “Ah
Cash, non cambierai mai.. va bene, vediamo di conquistare questa bellezza!”
“Grande man! Ci vediamo stasera! Ti passo a prendere per le nove?” “Ok, a stasera!” “Ciao!”
Cash tornò a leggere il suo
libro, ma dopo poche righe già aveva cominciato a non capire quello che
leggeva, già perso nei suoi pensieri. Quella Giada! Era davvero una bellissima
ragazza. Sexy, senza alcun dubbio, ma non appariscente. Si domandò se l’avrebbe
vista quella sera, sperava di si. Scosse la testa auto ironizzando sui suoi
stessi pensieri e ricominciò a leggere.
***
“Ehi Italy! Sei uno schianto!
Maledizione se non fossero finiti li avrei presi anch’io questi shorts!” Disse
la riccia non appena Giada spuntò dal portone “ti stanno una favola! Non vorrai
mica far girare la testa a tutti i ragazzi che incontriamo eh?” Gin accompagnò
la frase con uno sguardo furbo: la bionda capì subito a chi si riferiva e alzò
gli occhi al cielo.
“Non cominciare per favore!”
“Ok ok. Non scaldarti!”
“Allora? Dove andiamo?” moriva
dalla voglia di sapere dove l’avrebbe portata l’amica.
“Hai cenato?” Chiese l’altra
salendo in macchina.
Giada sentì il sangue gelarsi
nelle vene; avrebbe dovuto dirle che era stata a cena con Steven? Non poteva
sapere come avrebbe reagito la riccia, sapeva ancora troppo poco di quello che
era stata la loro relazione. Decise a scanso di equivoci di sorvolare sul suo
pomeriggio, così da evitare in ogni caso qualsiasi scenata di gelosia: “Si.. ho
cenato alla mensa”
“Maledizione! Io sono scappata
di casa prima di cena pensando che avresti preferito dormire che cenare!
Pazienza.. vuol dire che mi guarderai mangiare! Non posso affrontare la serata
a stomaco vuoto!” la bionda si mise a ridere. “Cos’è? Hai piani movimentati per
questa sera che ti servono energie?” Gin prese parte alla sua risata prima di
rispondere: “Ahah! No.. più che altro non penso mi tirerò indietro davanti a
qualche bevuta e non voglio ritrovarmi sbronza dopo meno di mezz’ora! Poi
certo.. se Justin ha in serbo qualche sorpresa per me.. ben venga!”
“Chi è Justin?” Chiese
l’altra, in realtà sapendo già la risposta.. “L’amico figo di Cash di cui ti
parlavo oggi!” “Ah.. giusto!” “Non fare quella faccetta da
maledizione-mi-tocca-vederlo!! So che non ti dispiace l’idea di incontrare mio
fratello!” La bionda sbuffò senza ribattere: meglio non darle corda.
***
La Sunset Boulevard era piena
di gente a quell’ora: gruppi di ragazzi di ogni età popolavano i marciapiedi. I
più grandi reggevano bottiglie avvolte in sacchetti di carta che sicuramente
non contenevano acqua; i più giovani osservavano i locali fantasticando sul
giorno in cui avrebbero potuto metterci piede o avvicinandosi col viso
preoccupato dal fatto che scoprissero che la loro carta d’identità era falsa.
Gin e Giada camminavano ormai da un po’ di tempo. La riccia non smetteva di
parlare, mentre si improvvisava guida turistica per l’amica, che dal suo canto
non si perdeva una parola. Quanto aveva sognato di far parte anche lei di quel
mondo! Los Angeles era la città dove si poteva fare tutto. Dove non dovevi aver
paura di vestirti in modo diverso, che tu fossi un rapper, un amante del rock o
un fighetto, avesti comunque trovato chi è come te. La cosa che più
entusiasmava la ragazza era vedere così tanti gruppi misti, in cui si vedeva un
po’ di tutto e dove non venivi giudicato dall’aspetto.
“E questo è il whiskey a
go-go. Ne avrai sentito parlare suppongo. Va bene. Basta. Ho parlato troppo, ho
bisogno di bere qualcosa!” Gin prese l’amica per un braccio e la trascinò verso
l’entrata del locale, dove un omone di colore con una mole considerevole le
guardò con fare indagatore:
“Documenti” Gin estrasse
prontamente la sua fake ID, consegnandola con tranquillità all’uomo. Giada la
seguì, tentando di sembrare il più rilassata possibile. L’uomo esaminò le due
tessere per qualche secondo, poi senza dire una parola le restituì alle due
ragazze scostandosi dall’ingresso.
Varcarono la porta. L’interno
del locale era buio, illuminato irregolarmente da faretti di vario colore. Gin
si diresse con passo sicuro verso un tavolo piuttosto decentrato. Giada la
seguì subito per evitare di perderla tra quella folla. Quel posto traboccava di
gente!
Ci mise qualche secondo a
inquadrare i ragazzi al tavolo. Erano gli stessi che aveva conosciuto la prima
sera. Gin salutò velocemente il gruppo per poi sedersi vicino a Mark, a cui certo
non dispiacque quell’incontro in parte inaspettato.
Giada si avvicinò disinvolta
al gruppo, quella sera si sentiva carica! Non c’era spazio per la timidezza!
“Ciao ragazzi!” Una pioggia di
saluti le rispose, lei si sedette vicino a Harry, con cui la prima sera si era
trovata meglio che con altri. I ragazzi la tempestavano di domande di ogni
genere! Quasi a fare a gara chi la intratteneva di più. Harry si avvicinava
spesso al suo orecchio prendendo in giro i comportamenti dei compagni, che la
maggior parte delle volte lo sentivano e lo riempivano scherzosamente di
insulti.
Nel locale la musica era alta,
puro rock n’ roll! Giada non poteva credere di essere al whiskey a go-go a
chiacchierare tranquillamente con un gruppo di amici. Probabilmente tutti i suoi
grandi idoli erano stati lì prima di lei, seduti allo stesso posto. Era una
realtà così diversa da quella alla quale era abituata in Italia!
“Te lo sto dicendo! Quel
piccolo idiota di Justin Bieber sta conquistando il mondo della musica cazzo!”
Urlava Harry, già abbastanza alticcio per i suoi standard. Giada e Gin, che
pure avevano bevuto un po’, ma non tanto da mettersi a strillare, ridevano a
crepapelle ascoltando gli strambi discorsi dei ragazzi.
“Non conquisterà la Sunset!
Questi locali sono stati templi di un’era! Non metteranno mai musica
commerciale qui dentro!” Rispondeva Mark. Poco ci mancava che quei due si
mettessero a dare spettacolo nel locale. Gli altri commentavano di rado la
conversazione, chiaramente più interessati alla fauna femminile del posto
piuttosto che alle star emergenti del mondo del pop.
Ad un certo punto, William,
per la gioia del gruppetto di ragazzi seduti al tavolo a fianco, si alzò in
piedi proponendo di spostarsi sulla Santa Monica. L’idea fu accolta con urla di
entusiasmo e il gruppetto si alzò dal tavolo. Gin e Giada furono ovviamente
invitate a partecipare, ma declinarono cortesemente l’invito. La mora non si
era dimenticata della promessa fatta all’amica. Quella sera solo Sunset. Con la
scusa di doversi incontrare con altri amici si staccarono dal gruppo appena
fuori dal locale. I ragazzi si avviarono a piedi verso l’altro grande polo
magnetico per i giovani della città.
“Non arriveranno mai pieni
come sono!” Rise Gin guardandoli barcollare abbracciati per i marciapiedi,
urtando i passanti e beccandosi non pochi insulti.
“Molto bene.. qual è il
prossimo locale?” Chiese Giada con gli occhi lucidi e un sorriso non troppo
presente sulle labbra. L’alcol era andato in circolo, e la ragazza si sentiva
felice e leggera. Gin la prese a braccetto e le due si spostarono dal whiskey a
go-go.
“Il Rainbow! Ecco qual è il
prossimo locale” disse l’americana. “Oddio!! Quel Rainbow? Quello del video?” “Si!
Quello del video!” e ridendo d’eccitazione si avviarono verso il fantomatico
locale.
Un bacio *.*
Liz