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Autore: LadyBlackRose    15/12/2012    0 recensioni
Lilia è una ragazza, umana. Prega, per riportare al cielo le anime rapite dai demoni, e costrette a vagare nel mondo umano. Ma questo non le basta, vuole fare di più.. lei vuole lottare, ma angelo non si diventa così, unicamente portando al petto una croce.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Mi chiamo Lilia, e mi trovo distesa sul mio letto, a guardare il cielo dalla mia finestra sul soffitto a spiovente.
Stò pensando a cosa fare, mentre tenendo in mano una croce di legno mormoro preghiere in latino.
Le anime mi ringraziano, scaldandomi il cuore; mi dicono che è già sufficiente quello che sto facendo, ma a me non basta. Voglio fare di più, perché di anime perdute ce ne sono in tutto il mondo, e ne continueranno ad arrivare, se i demoni non vengono fermati.
Mi alzo, e raccolgo la giacca.
Piove, non prendo l’ ombrello e scendo di sotto, emanando solo poche parole a mia madre:
-Esco, non so quando torno, un bacio.-
Facendole segno con la mano. Lei mi guarda, il solito sguardo da “non cacciarti nei guai” , malgrado sappia che non riesco a farne a meno. Sull’ uscio mi giro e la raccomando:
-Prega!-
E’ più un incitamento, che una raccomandazione. Lei ricambia il saluto. Porto il cappuccio alla testa e cammino a passo spedito, non ho una meta, mi lascio guidare dal cuore e so che lui non mi tradirà mai.
Gli spiriti, fantasmi, o come li volete chiamare.. sono freddi. Ogni persona passandogli affianco sentirebbe un brivido gelato, ogni persona senza cuore. Io invece trovo conforto in questo, in questo brivido, perché so che mi stanno cercando, vogliono che faccia qualcosa, malgrado mi ringrazino. Ed io devo svolgere questo per loro. Ho le scarpe rovinate, e sento che l’ acqua pian piano raggiunge la pianta del piede, irritandola. Non mi fermo, non posso fermarmi , anche perché con la pioggia, il bagnato tornerebbe comunque.
Ho percorso qualche miglia, sono fuori città. Alzo la testa al celo abbassandomi il cappuccio. Dammi un segno, per favore, le anime non possono continuare a vagare in eterno, trova un posto anche per loro, fammi lottare, contro i demoni, sarò una tua servitrice, ne sarò degna. Delle gocce mi cadono sugli occhi, che devo, per forza di cose, chiudere per almeno un secondo.  La pioggia è più forte.
–NON ME NE ANDRO’ COMUNQUE!-
grido, sì perché è una prova che devo superare, una delle tante prove della vita. Ed io le devo superare, per diventare un angelo. Angeli si nasce, o si diventa dopo la morte, dicono. Ma io non ci credo, penso che per “angeli si nasce” intendano dire che.. la vita da fare per diventare uno di loro è dura. Infatti, quale onore più grande sarebbe diventare uno di loro per me? E lottare, combattere, difendere i cari e proteggere le anime buone? In fondo noi per questo viviamo, e dobbiamo far si che gli altri, dopo di noi facciano lo stesso, per farci entrare in paradiso, dove la vita sarà eterna. Mi trovo in una radura, piena di fanghiglia, le luci della cittadina quasi non si vedono più, a questo s’ aggiunge anche la pioggia, fitta. Non me ne vado, se questo non è il mio destino voglio che lo diventi, voglio salvarli..
–SALVATELI VOI, SE NON VOLETE CHE LO FACCIA IO!-
Sono caduta, in ginocchio, ho quasi le lacrime agli occhi, fino ad ora non credevo fossero così importanti le persone che non conoscevo, ed invece sì. E’ così, e non me ne ero nemmeno accorta prima. Continuo a guardare il celo quando sento una fitta al petto. Porto lo sguardo in basso, verso quel punto del torace. Riesco a riconoscere un altro colore: rosso, sangue, sangue, sto sanguinando io.. comincio a vedere tutto offuscato, non piove più.
  
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