Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: franceskinayaoina    15/12/2012    0 recensioni
Keita Kagami camminava guardando senza vederle le lapidi di morti sconosciuti. Ma sapeva benissimo dove trovare quella che lui cercava, si fermò davanti alla tomba della madre sulla quale vi erano state poste, forse il giorno prima, delle rose rosse. Keita si inginocchio e tolse la neve dalla pietra scura che conteneva le spoglie della madre. Sospirò piano.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La città oggi si svegliava dipinta di bianco, la neve cadeva lenta e rendeva i sogni dei bambini una dolce realtà. Gli abeti erano decorati con luci di diversi colori; le case erano addobbate per il natale appena passato e le calze erano state svuotate da poco dai bambini impazienti di doni e felicità. Un giovane uomo correva a perdifiato per il quartiere, vociando con veemenza il figlio che era sparito, forse rapito da quel paesaggio bianco.
Però nonostante la bellezza di quello spettacolo, c'era solo un luogo dove nemmeno la neve riusciva a portare felicità. Il cimitero. Keita Kagami camminava guardando senza vederle le lapidi di morti sconosciuti. Ma sapeva benissimo dove trovare quella che lui cercava, si fermò davanti alla tomba della madre sulla quale vi erano state poste, forse il giorno prima, delle rose rosse. Keita si inginocchio e tolse la neve dalla pietra scura che conteneva le spoglie della madre. Sospirò piano.
<< Mamma, lo sai che la nostra vita vale come quella di un insetto?>> Disse strappando il fiore della rosa. << Sì perché basta fermare il cuore per morire, noi ci crediamo speciali perché siamo umani no? Allora perché basta la lama di un coltello o un proiettile per ucciderci? Forse la nostra vita è meno importante di ciò che ci uccide? So che i sentimenti ce li regala il cervello, non è il cuore che ce li regala. Però è colpendoci al cuore che si muore. E' il nostro punto vitale. Allora non siamo forse uguali a un cane o a una mosca? Perché non veniamo messi in prigione se uccidiamo una zanzara o pestiamo una formica? Sai mamma io non ho mai fatto del male a un insetto. I sentimenti sono superflui, prima della morte subentra la spiegazione logica.>> Keita diceva queste parole mentre strappava i petali dalla rosa.<< Si muore perché il nostro cuore e i nostri organi non sono eterni. Siamo come fiori che appassiscono vero mamma? Lo sai perché quando si muore chiudiamo gli occhi? E' perché non abbiamo più la forza di tenerli aperti, come quando ci addormentiamo. Ma se uno muore all'improvviso gli occhi non si chiudono, succede perché li avevamo aperti un attimo prima. Sembra tutto facile vero? Sì morire è una sciocchezza, è più difficile vivere. Mamma lo sai che siamo destinati a essere travolti dall'esplosione del sole? Sì perché il sole è una stella e quando muore esplode. Sarà un'esplosione talmente grande che ne rimarremo coinvolti. Sì non c'è bisogno di avere paura di qualcosa, tutto ha una spiegazione. Mamma lo sai che i morti non tornano in vita? Quindi tu non tornerai da me e da papà.>> Disse Keita ma non c'era amarezza ne dolore. << Vorrei non essere quello che sono. Vorrei non essere intelligente. Vorrei essere un ragazzo normale. Ma siete voi che avete voluto che diventassi così. Eppure sento una grande sofferenza dentro me. Cos'è la sofferenza? Anche quello è uno stato che proviamo grazie al cervello. Sai forse mi sbaglio ma quando morirò so che doveva succedere. Mamma hai mai provato la solitudine? So che papà mi sta cercando. Sarà meglio che mi faccia vedere. Tu che dici mamma? Ah forse sono abbastanza intelligente per deciderlo da solo. Solo. Si muore soli vero? Non c'è niente dopo la morte vero? Anche dopo la morte sarò solo.>> Finì di parlare e si guardo le mani sporche di petali, piano piano una lacrima scese dal suo occhio. Silenziosa ma decisa, calda. Si ricordava ogni cosa da quando aveva un anno. E nei sedici anni della sua vita non aveva mai pianto. Ma quello non era un pianto. Era solo una lacrima. Si alzò e si pulì i pantaloni dalla neve. Le mani erano gelate, era uscito senza guanti. La voce del padre lo raggiunse mentre usciva dal cimitero.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: franceskinayaoina