La ragazza soffiò, lasciando nell’aria secca una nuvola
leggera e bianca
Seduta sul gradino di quello spalto della pista, cercava di
distinguere i volti tra le figure ammassate.
Tre giorni alla partita.
Le
vedeva fremere, scaldarsi i muscoli, cominciare a pattinare lentamente.
E lei
non poteva far altro che assistere, inutile ( in fondo come sempre, cosa
cambia?).
Si sistemò il cappellino chiaro che le era scivolato, lasciando
sfuggire uno dei codini.
La lana sulla fronte le dava fastidio, ma era
impossibile, altrimenti, sfuggire al freddo.
Ma proprio in una pista di
pattinaggio all’aperto dovevano esercitarsi le sue stupide compagne? Strano come
quello stesso gelo che
ora le rendeva l’attesa insopportabile, prima di una
partita l’esaltasse tanto.
Soffiò ancora, decisamente annoiata.
Tre giorni
dalla partita, cinque dall’infortunio.
Infortunio che le comprometteva la
finale.
Sbuffò, stringendo la sciarpa, fino a sentire il collo bruciare.
-
Ciao, Tenten- chan!- urlò una delle compagne, voltandosi verso di lei.
La
ragazza rispose con un rapido cenno della mano, svogliatamente.
Non era da
lei, vero, ma quella non era una giornata proprio felice.
Le amiche avevano
iniziato a passarsi il disco piatto, con i lunghi bastoni.
Sorrise,
allora.
Hokey non era un gioco da donne. Questo glielo avevano ripetuto
talmente tante volte da farle venire la nausea.
E tutte le volte lei aveva
risposto con un sorriso, scuotendo le spalle o, talvolta ( ma solo raramente),
arrabbiandosi un poco.
Il disco bucò la difesa estrema del portiere,
centrando la porta.
Tenten sentì la rabbia salirle. Quel nuovo portiere era
una vera groviera.
- sveglia Hinata!- tuonò, con nella voce un tono di
rimprovero.
Il portiere si voltò appena. Sicuramente, conoscendola, stava
arrossendo.
- il disco! Guarda il disco!- sussurrò, osservando l’altra
fissarsi i pattini.
Cavolo, stava ricominciando a parlare da sola…oltre che a
perdere di nuovo la pazienza.
Sistemò ancora con rabbia il cappello, che
proprio di stare su, quel giorno, non aveva voglia.
Sentì allora il suono
ovattato del disco nella porta e le urla di giubilo delle compagne.
Hinata se
ne era lasciata scappare un’altra.
Se ci fosse stata lei, sotto quei
pali…
Meglio non pensarci, decise, osservandosi la gamba fasciata.
Tre
settimane di riposo, niente gesso, fortunatamente.
Niente allenamenti, né
finale, purtroppo.
Il naso cominciò a pruderle e lo sguardo le si appannò.
Cavolo, Ten che piangi?
Fu solo allora che quel suono di passi la
riscosse.
Si asciugò con un gesto veloce gli occhi umidi voltandosi verso la
figura.
Avvolto da un soprabito bianco, il ragazzo si sedette a pochi passi
da lei.
Sugli occhi gli stessi occhiali scuri che indossava da una
settimana.
Una settimana.
Si, ricordava benissimo la prima volta che
l’aveva visto.
Sette giorni prima.
E come, sette giorni prima, il "ragazzo
silenzioso" ( così l’aveva soprannominato Tenten) si sedeva ed osservava la
pista.
O almeno Tenten supponeva guardasse la pista.
Quegli occhiali erano
troppo scuri per potergli osservare gli occhi.
Una volta si era persino
chiesta se fosse cieco.
Ma poi, quando l’aveva visto guidare nel parcheggio,
si era ricreduta.
Forse era un reclutatore di qualche squadra femminile di
Hokey, forse un fratello di qualche sua compagna…
Ecco, aveva ricominciato a
fantasticare su di lui.
Lo sapeva che dopo la rottura con Neji il suo
cervello avrebbe avuto serie ripercussioni.
Neji?...Neji!
Ecco dove aveva
visto quel ragazzo.
Era un amico del suo ex.
Il "ragazzo silenzioso" si
mosse appena, sollevando il braccio.
Dalla pista Hinata, tesa e nervosa, lo
notò, rivolgendogli un veloce saluto.
- la conosci?- chiese Tenten,
avvicinandosi al ragazzo, sorridendogli amichevolmente.
Non poteva certo
continuare a guardare lo scempio della sua squadra, né, tanto meno, pensare
ancora alla sua gamba contusa.
Meglio farsi una chiacchierata, no?
Il
ragazzo si voltò, scoccandole un’occhiata veloce.
E basta.
Continuò ad
osservare la pista di pattinaggio, imperturbabile.
Ma come osava?
- io
sono Tenten!- si presentò allora lei, porgendogli la mano.
Mano che rimase
sospesa in aria qualche altro secondo, prima di tornare in tasca alla
proprietaria.
Che maleducato!
Hinata si voltò nuovamente verso il ragazzo,
sul volto un’espressione di viva determinazione.
- sei il suo ragazzo?-
chiese, con voce forzatamente allegra. E chi se lo sarebbe aspettato da Hinata?
Sembrava impazzisse per quel biondino che lavorava alla manutenzione…
Il
"ragazzo silenzioso" ( soprannome mai così azzeccato) si voltò verso Tenten,
fissandola per svariati secondi.
Ma che diavolo?...Tenten cominciava ad
averne paura, in fondo.
- che domande stupide- disse infine voltandosi
-
ma come?...certo che sei proprio un…un…bha!- Tenten scosse la mano che aveva
rivolto, chiusa a pugno, verso il ragazzo.
Con chi credeva di parlare,
quello? E pensare che, avvolto dal soprabito, silenzioso e misterioso le aveva
fatto anche nascere una certa curiosità, giorni prima.
- rete!- urlò una
delle ragazze, mentre Hinata si rialzava a fatica sui pattini
- cavolo
Hinata! Cerca di stare più attenta!- strillò Tenten, con le mani attorno la
bocca.
Se avesse fatto un errore simile alla partita…che palle! Lei aveva
lavorato tanto per quella finale!
- non la innervosire- dichiarò il ragazzo,
sistemandosi le lenti scure sul naso
- ma allora sei vivo!- disse Tenten,
reprimendo un insulto che le saliva alle labbra
- se la innervosisci,
Hinata-san continuerà a sbagliare- continuò l’altro, quasi ignorando la
ragazza
- ma chi sei, la sua guardia personale?- chiese allora Tenten,
sbuffando
- squadra maschile di rugby, centrocampo- rispose il ragazzo, con
voce fredda.
Era vero. Era Tenten poteva ricordarlo.
Quando con Neji le
cose non erano ancora precipitate ( non poteva dire andavano bene, perché con
Neji si era sempre in bilico) qualche volta lo aveva seguito alle partite di
rugby, dove giocava in difesa.
E se non sbagliava, quel ragazzo spesso era
lì.
- e ti pregherei di non gridare più nulla ad Hinata. È un bravo portiere,
ha fatto un duro allenamento- disse ancora, continuando a fissare la pista
Un
bravo portiere?!
Tenten sbuffò, prendendosi il viso tra le mani
Certo che
quel ragazzo era proprio strano.
- alle tue stupide domande ho, comunque, tre
stupide risposte- riprese lui – uno, si la conosco, dato che ci siamo salutati.
Due, io mi chiamo Shino Aburame. Tre, no, non sono il suo ragazzo. E se stai per
chiedermi perché sono qui, la risposta è semplice: l’ho aiutata ad allenarsi.
Volevo vedere come si integrava in una squadra. Ora, credo che non abbiamo altro
da dirci- concluse, stringendosi nel cappotto chiaro.
- Sei un tipo di molte
parole!- rise lei, mentre le guance assumevano una strana colorazione.
Ma che
le prendeva?...certo non era giornata.
Si voltò, ormai certa di essere
arrossita.
Quel ragazzo non era solo un po’ maleducato e strano.
Era
freddo.
Ed avvertire la sua freddezza come fastidiosa, le sembrava
impossibile.
Dopo essere stata con Neji, non avrebbe mai creduto di trovare
qualcun altro più gelido di lui.
- si, lo credo anche io…- rispose,
fissandolo di traverso.
Quegli occhi, sotto le lenti, , dovevano essere
chiari.
Di un bel verde scuro, profondo.
Come i campi dove ricordava di
averlo visto allenarsi.
No, no e no! È la crisi post-infortunio!
Che cosa
vai a pensare Ten! Di solito non sei così moscia!
- di che colore sono i
tuoi occhi? Scommetto verdi!- ma cosa? Oddio. Ma che aveva detto?
Shino non
la guardò neppure, continuando imperturbabile a guardare l’allenamento.
-
Scusa..- biascicò lei, stupita della sua stesa domanda.
La ragazza si voltò
verso il campo, dove Hinata, dopo un agile salto, era riuscita a bloccare un
tiro insidioso.
Brava! Pensò, euforica.
Forse, una parte di lei, si disse,
anche troppo.
Il cappello le era scivolato ancora e dei brividi avevano
iniziato a scuoterla.
E brava scema!
- che freddo!mi ci vorrebbe qualcosa
di caldo…- disse infine, cercando di intavolare un discorso.
Sempre meglio
parlare del tempo, che stare proprio zitti...o no?
Naturalmente, come aveva
già immaginato, non ottenne alcuna risposta.
Meglio così. Sorrise.
Forse
alla fine, ogni tanto, faceva bene rimanere in silenzio.
Hinata, sul campo,
intanto, dopo i primi tentennamenti, era riuscita in altre meravigliose parate,
meritandosi occhiate di vivo affetto ( e invidia) da parte di Tenten.
Da
quando aveva smesso di incitarla, era già migliorata molto.Quello Shino, in
fondo, aveva avuto ragione.
Tenten vide lo strano ragazzo alzarsi, poco prima
del termine dell’allenamento.
- ehi, dove vai?- chiese, sollevando la
testa
- addio- rispose lui, continuando a camminare.
Strano, strano
ragazzo.
*********************************************
Ancora tre gradini e ci sono, pensò Tenten, appoggiando la
gamba fasciata lentamente a terra.
Cavolo, quanto le faceva male!
E quel
giorno, poi, le temperature erano scese a picco.
Che schifo di
tempo!
Eppure doveva esserci, doveva assistere all’ultimo allenamento della
sua squadra.
Si avvicinò alle poltroncine colorate dei primi spalti,
continuando a salire verso le gradinate in alto.
Forse sarebbe stato meglio
fermarsi lì ma…sorrise.
Si vedeva meglio, ecco. Non c’entrava niente con il
fatto che Shino si sedesse sempre lì su per vedere la partita.
Scosse la
testa decisa, mentre il pon-pon del cappello le ondeggiava.
Salì
faticosamente gli ultimi grandini, cominciando a camminare nello stretto
corridoio.
Fino a che non notò uno strano foglio sulla gradinata dove il
giorno prima era seduta.
Si avvicinò guardinga, afferrandolo.
- Verdi.
Risposta alla tua domanda più stupida.-
Tenten sorrise.
- allora avevo
vinto la scommessa!- rise, sedendosi.
- Credo di si-
La ragazza si voltò
osservando il ragazzo moro che, senza occhiali, le porgeva un bicchiere di
plastica.
- e questo cos’è?- chiese
- la scommessa…- rispose Shino,
facendola arrossire
- è caldo- riprese lui, mentre lei lo
afferrava.
Tenten sorrise, mentre il ragazzo le si sedeva acconto, in
silenzio.
- sei venuto per Hinata?- chiese
- non credo che ciò sia
rilevante. E bevi, che si fredda-
La ragazza scoppiò a ridere.
Certo che
quel ragazzo era proprio strano.
Decisamente, stranissimo.
^^"...lo so, è improbabile, oltre che assurdo.
Ma per ogni lamentela accusate me e il mio senso delle sfide ( W
Gai-sensei!) e Alessandra per la scelta del pairng e dell'ambientazione (
rimane, Ale, il fatto che ti adoro!!*.*).
Grazie a tutti colori che hanno
avuto il coraggio di leggere questo...e un " MA SIETE FANTASTICI" a coloro
che lasceranno una recensione ( non siate crudeli, ve ne prego *__*).
volevo ora ringraziare coloro che hanno commentato la mie fic, in particolare "Poker" *___________* siete...siete...mi lasciate senza fiato!! e aggiungere che l'aggiornamento di "Recalling the past" sta per arrivare ( è una minaccia, bwawawawa, vero, Coco Lee?!^_^).
Un bacio!
Roberta