PREMESSA:

Quando ho cominciato a scrivere questa raccolta, ho immaginato che ad inventarsi tutte queste storie fosse un personaggio interno alla serie, e più precisamente Ino Yamanaka... perchè proprio Ino?
Beh, per una serie di ragioni...
primo, è uno dei miei personaggi femminili preferiti, e, molto più importante, possiede una tecnica molto particolare che le permette di mettersi letteralmente nei panni degli altri personaggi... quale augurio migliore, allora, per una serie di fic prevalentemente introspettive, dell'affidare proprio a Ino il filo conduttore della storia?
Tutti i capitoli saranno preceduti (e a volte seguiti) da una storia a parte, che non ha nulla a che vedere col contenuto dei capitoli stessi... se vi va di leggerla bene, se no potete tranquillamente saltarla, i capitoli inizieranno in corrispondenza del loro titolo.

Per quanto riguarda le storie, ora come ora credo che saranno prevalentemente di genere introspettivo e/o romantico, con presenza di coppie sia etero che yaoi.
La coppia trattata comparirà comunque sotto il titolo, quindi se non vi piace, saltatela pure ^^"

I tempi di aggiornamento saranno mooooolto variabili, mi scuso fin da ora per le attese, ma sono sotto esami e tutto può succedere ^^"
I personaggi di questa fiction non mi appartengono, ma sono di proprietà di Masashi Kishimoto.
Detto questo, buona lettura!

BLUE ROSES

PROLOGO

Rose rosse, rose gialle… viole del pensiero, un po’ di mimosa qua e là… camelie, fiori di pesco, di ciliegio… gelsomino, narciso, gerbera, acacia, rose rosa, gigli gialli… i vasi in fondo, i sacchi di terra vicino al lavabo…
Ino Yamanaka si muoveva agilmente tra le montagne di attrezzi nella serra, schivando i cespugli spinosi e lanciando i fiori recisi nel grande vaso sopra il bancone.
Nugoli di fiori dai colori più svariati volavano in tutte le direzioni, riempiendo l’aria umida e pesante della serra dei loro profumi, forti e delicati allo stesso tempo.
Piroettando goffamente al suono di una canzoncina sdolcinata, la bionda poggiò l’ultimo vaso sulla tavola, togliendosi velocemente i guanti per gettarli sulla sedia stracolma di nastri e carte colorate.
Fulminea, afferrò la cornetta
-Sì? Mamma? Un mazzo di rose rosse e due composizioni di fiori di campo… arrivo!- esclamò, finendo di annotare l’ordinazione su di un blocchetto sgualcito dalle pagine azzurre.
Afferrò il grosso vaso appoggiato sul tavolo, precedente bersaglio delle sue “freccette” floreali, cominciando ad estrarre i rigogliosi vegetali per poi disporli in ordinati mazzi, circondandoli con le sfarzose carte sparse oramai dappertutto.
A fine giornata crollò, sfinita, lasciandosi ricadere all’indietro su di un mucchio di sacchi di terra. Si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore, maledicendo quella dannata umidità che ai pigri vegetali sembrava piacere tanto.
Si tolse la leggera bandana bianca dalla testa, gettandosela alle spalle assieme al pesante grembiule da lavoro, preparandosi ad un lungo ed ingrato lavoraccio: tentare di ordinare tutto il macello che aveva combinato durante il giorno…