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Autore: maelle    15/12/2012    5 recensioni
Mi sbattè contro il muro e iniziò a baciarmi e a toccarmi con violenza. La paura prese il sopravvento al dolore.
Sentii i miei vestiti che si strappavano e lui che ansimava sul mio gracile corpo. Chiusi gli occhi sperando di svegliarmi nel mio letto, quanto volevo che fosse solo un sogno.
- Ehi piccola, così non vale - il suo alito puzzava di alcool - Apri gli occhi, è colpa tua se ti sta succedendo questo -
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't wake me up if I'm sleeping this life away'
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CAPITOLO 1
 
I'm a liar.




 

- E' pronta la colazione, Holly alza il culo da quel letto - questa è la solita grazia di mia madre di primo mattino.
 
Mi trascino giù dal letto, cercando di non svegliare mia sorella Sarah che può dormire ancora un'ora. Universitaria del cazzo. 
Tanto questo è il suo ultimo anno di università, poi si dovrà svegliare alle sei di mattino per andare a svolgere il suo magnifico lavoro di assistente sociale. 

Comunque, tornando alla mia penosa vita da diciassettenne, questo è il mio primo giorno di scuola del penultimo anno di scuola, purtroppo. Dico purtroppo non perchè mi mancherà passare le nottate a studiare fisica per poi prendere un'insufficienza o non vedere quei scassapalle dei miei compagni, ma lo dico perchè non è l'ultimo. Purtroppo.
Ma quante volte dico purtroppo? Oh l'ho ridetto, stupidi pensieri. 
E poi alle sette di mattina mi chiedo: perchè pensiamo in ogni momento? Vorrei un po' di calma nella mia mente perversa.
I miei pensieri sui pensieri vengono interrotti alla vista di una tazza di latte con dei croccantissimi cereali che fanno diventare il latte cioccolatoso. Dovete provarli, sono la fine del mondo.
Fare l'amore con il sapore? Fatto, oh yeah.

Dopo dieci minuti buoni mi andai a vestire, che due palle.
E' pazzesco che ci metta più a fare colazione che a scegliere i vestiti: so proud of myself. 
No, non fate caso all'ultima frase, non sono affatto fiera di come sono, ma d'altronde, chi non lo è?
Tralasciando questo momendo molto da depressa, vi starete chiedendo come mi sono 'conciata', bhe una ragazza normale sfoggerebbe un'outfit perfetto, ma io sfoggio solo un paio di jeans scoloriti con una maglione grigio di mia sorella, di una taglia in più, che lascia intravedere la mia spalla destra. Il risultato? Un barbone ha più stile di me, senza offesa naturalmente.

Truccarmi mi piaceva già di più, era un modo per nascondermi, per nascondere i miei difetti. Era un modo per cercare di sembrare un'altra persona. 
Sono falsa, falsissima. 
Sono una bugiarda, mento a tutti, anche a me stessa. Mi illudo ogni giorno che tutto cambierà, che io cambierò. E poi mi guardo allo specchio e vedo quella stupida ragazza che non riesce ad accettarsi e mente per paura di essere giudicata.
 Io sono la prima a giudicare, è un modo per sentirmi migliore. Solo ora mi accorgo di quanto faccia schifo.
Ecco cosa si naconde dietro un filo di eyeliner su degli occhi verdi, spenti, e una passata di mascara sulle mie lunghe ciglia. La falsità.

Come ogni mattina non pettino i miei capelli ma cerco di metterli in ordine con le mie manine. Non riuscendo a dargli una forma, irritata inizio a muovere convulsivamente la testa a destra e a sinistra. 
Dopo quasi due minuti mi fermo perchè ho dato una testata contro il lavandino. Dettagli Holly, dettagli.
Mi guardo allo specchio: i capelli, tinti di un rosso quasi spento, leggermente mossi  mi coprono le spalle e mi arrivano quasi al seno. Non mi piacciono. Prendo un elastico per capelli e faccio una treccia che di treccia non ha proprio niente.

Afferro un dilatatore a caso e con una semplice tracolla di stoffa blu  e una paio di scarpe la cui marca è sconosciuta al mondo intero, mi dirigo verso la fermata dell'autobus.
Con mia grande fortuna arriva dopo poco e ci sono addirittura posti liberi!
Prendo posto su un sedile vicino al finestrino, mi piace parecchio guardare il mondo. In realtà mi piace farmi i fatti degli altri, fisso spesso la gente mentre fa qualcosa, sono abbastanza inquietante. 

Ero persa nello scegliere la musica dal mio mp3 sminchio che non mi accorgo che qualcuno si è seduto accanto a me con la leggiadra di un bisonte imbufalito. Da faq?
Sperai con tutto il cuore che fosse un ragazzo, uno strafigho, ma purtroppo è solo quella cogliona della mia migliore amica Audrey.
Io e lei ci conosciamo dalle medie, siamo uguali ma diverse, semplici ed efficaci. Sembra una pubblicità per l'acqua.
Ci scambiano spesso per sorelle, anche se io non vedo tutta questa somiglianza.
Lei ha i capelli che sono lunghi quasi il doppio dei miei, in poche parole le arrivano quasi al culo. E' la classica brunetta con degli occhi castani intensi, io mi perdo sempre. E' troppo dolce e ingenua e io cerco sempre di proteggierla da tutto.

- Hei Holly, anche tu sprizzi di allegria per il primo giorno di scuola? - disse ironicamente  schioccandomi un bacio sulla guancia. 

- Wohoo, party hard - il mio tono era piatto e senza alcuna traccia di allegria. 

Scoppiammo a ridere, anche se non ne conosco il motivo. Siamo così noi, ridiamo sempre anche senza un motivo.

- Mancano poche fermate, dio che strazio, rivoglio l'estate! -

- Non è nemmeno iniziata e sei già esausta? - 

Notai una triste espressione sul suo volto.

- Sam? - annuì 

- Dai, va tutto bene. Dopotutto è un anno nuovo no? Come dice il detto 'anno nuovo, vita nuova'.. e fammi un sorriso.

Era un coglione, meno male che non ci hai fatto niente. - quel detto è una cazzata, anno nuovo e stessa vita di merda, ecco la verità.

- Ok, non voglio essere triste. Lui non meritava una strafiga come me, mi ha preso solo in giro, non mi amava e voleva solo il mio fiorellino. Per fortuna l'ho scoperto prima del disastro.- disse tutto d'un fiato - Sai cosa ci vorrebbe per rallegrarmi? - un sorrisetto fece capolino sul suo volto

- E uno, due e tre - iniziai a tenere il ritmo schioccando le dita

- Io penso positivo perchè son vivo, perchè son vivo, wooh - e scoppiammo a ridere come due idiote, questi erano i momenti che mi piacevano di più.

Ricevemmo qualche sguardo divertito e preoccupato dalle persone attorno a noi.

- Secondo me pensano che siamo da manicomio - mi sussurrò Audrey, le sorrisi

- Comunque, finalmente, hai messo la felpa che ti ho regalato a Natale - dissi vittoriosa e ricevetti un buffetto sul braccio. Mi regalò uno dei suoi migliori sorrisi.
 

Appena scesimo dall'autobus notammo che c'era già una folla numerosa fuori la scuola, nonostante mancassero venti minuti all'inizio delle lezioni.

Sentimmo una risata tipo da cavallina in calore mista ad un ippopotamo in fin di vita.

- Meriem - dissimo all'unisono. Infatti la ragazza ci stava già raggiungendo. Era dimagrita, sicuramente era andata in
palestra. E' fissata con l'aspetto fisico.
Diciamo che era un po' una troia e il suo nome che sembrava inventato non aiutava di certo. Per me aveva dei bei lineamenti, era di origine peruviana ma era nata qui a Brighton. Spesso eravamo a casa sua: la madre, che io adoravo, non era molto presente e il padre se n'era andato. 

- Aaah ciao barbone - 

- Dio ma come ti sei vestita Meri? Una troia ha più gusto di te - la provocai

- Devo mettere in mostra le mie piccole - disse palpeggiandosi le sue 'ragazze'

- Ciao scema, oh e ciao anche a voi nipotine mie - Audrey abbracciò prima la ragazza e poi salutò con la manina le sue tette, ma quanto poteva essere stupida questa ragazza?

- Hei, ci sono anche io - feci il labbruccio e incrociai le braccia

- Vieni qua, stupida - ci fu un abbraccio di gruppo. 

Ecco qui, noi tre siamo inseparabili, anche se siamo diverse. 

- Oh che strazio, Greg ti prego, non mi lasciare mai. Sei la mia vita, ti amo - disse un coglione patentato cercando di imitarci, che pessimo attore.

- Problemi Lane? - ecco, l'ho mai detto che sono una a cui piace attaccare brighe? Una volta mi stavo pure per picchiare con una, mi dovettero portare via di peso.

- Siete ridicole, davvero, senza offesa - questo era quel Greg, cazzo ridi? - Quel sorrisetto strafottente te lo ficco nel culo. -

- Come scusa? - si stava avvicinando, non perdiamo la calma

- Va bene, adesso basta. Siamo tutti  nervosi per la scuola. Ora andiamo, sù - povera, piccola e ingenua Audrey, perchè non gli sei saltata addosso cercando di strappargli tutti i capelli? Perchè ha un cappello? 

Non fai ridere, Holly.

Fortunatamente suonò la campanella, non fu mai così felice di entrare a scuola.

- Cazzo Holly, la devi smettere di attaccare tutti e soprattutto quei tipi di prima. Prima o poi finirai nei guai e di conseguenza anche noi - disse esasperata Meriem

- Non ci posso fare nulla, è più forte di me. E' un'istinto primordiale - scoppiammo a ridere.

- Ci tocca tenercela così, dai su andiamo a ritirare gli orari - ci incamminammo verso la segreteria.
 
 
 
 




* SPAZIO AUTRICE *
Salve ragazuole c:
sinceramente non ho ancora in mente la trama della storia ahhaha
e nel prossimo capitolo preciserò che rapporti hanno con i ragazzi, anche se nemmeno io lo so, good.
anyway, mi sta sul cazzo dire anyway a caso così, ditemi se vale la pena di continuarla e se avete consigli ben venga ahah 
se volete recensite, non è una minaccia lol
scusate se ci sono errori ma non ho riletto, perchè ho sonno.
Baci, abby

 
  
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