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Autore: _echo of lost voices    15/12/2012    6 recensioni
E’ perfino stupida questa pioggia, continua a picchiettare sulla finestra, sembra stia cercando ti attirare la mia attenzione, attirarmi nella trappola fatta di ricordi impregnati di te.
Quel giorno pioveva, non avevo nemmeno un ombrello, mi hai lasciata lì, sola in mezzo ad una città a me sconosciuta, conosciuta solo grazie a te, ma il mio senso d’orientamento mi ha lasciata.
Non ricordo nemmeno quante lacrime ho versato, quanto fossero mischiate alla pioggia, quanto pesavano sul mio cuore.
Nemmeno un “vuoi un passaggio?”, o un “Ti accompagno io”. Niente di niente. Ho messo le mani in tasca e mi sono incamminata verso la stazione, tetra come quel giorno, isolata come il mio cuore. I passi a rallentatore, era bello confondere la pioggia sul viso, ho aspettato il primo treno che mi ha portata via da te,
per sempre.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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113 days without you.

One Shot.
 



Per te, mia Amira.



 
E’ perfino stupida questa pioggia, continua a picchiettare sulla finestra, sembra stia cercando ti attirare la mia attenzione, attirarmi nella trappola fatta di ricordi impregnati di te.
Quel giorno pioveva, non avevo nemmeno un ombrello, mi hai lasciata lì, sola in mezzo ad una città a me sconosciuta, conosciuta solo grazie a te, ma il mio senso d’orientamento mi ha lasciata.
Non ricordo nemmeno quante lacrime ho versato, quanto fossero mischiate alla pioggia, quanto pesavano sul mio cuore.
Nemmeno un “vuoi un passaggio?”, o un “Ti accompagno io”. Niente di niente. Ho messo le mani in tasca e mi sono incamminata verso la stazione, tetra come quel giorno, isolata come il mio cuore. I passi a rallentatore, era bello confondere la pioggia sul viso, ho aspettato il primo treno che mi ha portata via da te,
per sempre.
 
 
 
«Connie…» Sussurrò, stringendosi nel giaccone, ed io lo guardai curiosa.
«Si?» Lo incitai a parlare, e lui si morse una guancia, guardandomi ansioso. Corrugai le sopracciglia e mi portai dietro l’orecchio una ciocca rossa che mi era finita sul naso.
«Ecco, io…» Disse lasciando la frase in sospeso, ed io fissai i miei occhi marroni nei suoi, incitandolo a continuare, mentre il mio cuore batteva all’impazzata.
«Connie, io… io non ti amo più.» Sussurrò, e potei sentire il mio cuore frantumarsi in tanti piccoli pezzettini.
«C-cosa?» Sussurrai con voce secca, mentre le mie mani cominciarono a tremare. Non poteva essere, non poteva succedere davvero. 
«Perdonami Connie, ma io non provo più niente nei tuoi confronti. Io… io sono confuso. Non so più che farne della mia vita, non so più cosa mi gira per la testa. So solo che io… io non ti amo. Dimenticami Connie, fallo per te stessa, dimenticami.» Sussurrò la sua voce roca, ed una lacrima scivolò lenta e tagliente sul mio volto.
«Ma… e tutto quello che abbiamo passato insieme, Harry?» Sussurrai mentre un’altra lacrima segnava la mia guancia. Lui scosse la testa con sguardo triste, e i suoi ricci gli caddero sul volto, coprendogli gli occhi color smeraldo.
«Dimenticami, Connie. Ti supplico.» E si voltò, incamminandosi per la strada deserta, mentre una piccola pioggerella cominciava a battere sul terreno, aumentando sempre di più il ritmo.
«Harry, io ti amo. Non lasciarmi, ti prego.» Urlai alzando una mano nella sua direzione, ma lui ormai era andato, per sempre.
L’amore mi aveva abbandonata.
Mi accasciai a terra, coprendomi il volto con le mani mentre le lacrime scendevano ininterrotte. Harry mi aveva abbandonata, ed io non potevo fare nulla per farlo tornare indietro.
Cominciai a correre nella speranza di star andando nella direzione giusta. Dopo qualche minuto, la intravidi, immersa nel caos più totale. La stazione di Londra. Salii sul primo treno che mi avrebbe portata lontano da lì, lontano dal mio passato, lontano da tutti. Ma soprattutto, lontano da Harry, che mi aveva completamente spezzato il cuore.
 
 
 
4 giorni senza di te.
Questa notte è stata la peggiore, ho fatto un incubo.
Ho sognato noi due, in un prato. Ricordi quel giorno?
Stavamo chiacchierando allegramente, parlando del più e del meno.
Tu giocavi teneramente con una mia ciocca rossa, e mi guardavi desideroso le labbra. Poi, improvvisamente, le hai poggiate sulle mie, arrossendo leggermente.
E’ stato bello, come ogni volta che mi baciavi.
Quel brivido lungo la schiena, la pelle d’oca sulle braccia.
C’era tutto, Harry. C’era tutto il mio amore per te.
Poi mi sono svegliata, e ti ho cercato accanto a me, nel mio letto.
Era vuoto, tu non c’eri. E non ci sarai mai più.
Mi manchi Harry, mi manchi tanto.
 
 
 
«Connie, ti va un picnik?» Esclamò entusiasta, guardandomi allegro, ed io annuii con altrettanto entusiasmo. Amavo stare in mezzo alla natura, mi rilassava. Lui battè le mani allegro, scuotendo a destra e sinistra quella chioma indomabile di ricci castani. Sorrisi alla vista dei suoi occhioni eccitati, e scossi la testa con fare esasperato. Lui mi morse dolcemente una guancia, ed io sorrisi nuovamente, fissando i miei occhi nei suoi. Intrecciai le mie dita ai suoi ricci, e poggiai delicatamente le mie labbra sulle sue. Il sapore caldo del suo fiato mi invase subito la bocca, ed io lo strinsi a me. Lui ricambiò il bacio, accarezzandomi la schiena con movimenti circolari, provocandomi così quei famosi brividi e la pelle d’oca. Era tutto perfetto, fra le sue braccia.
Ci staccammo, e ci sorridemmo guardandoci a vicenda negli occhi. Osservai quelle sue fossette, molto più belle delle mie, che gli donavano quell’aria da bambino un po’ troppo cresciuto. Se avessi dovuto definire Harry, non avrei mai detto che lui fosse sexy, no. Lui era bello, Harry era davvero bello.
Lo strinsi nuovamente a me, affondando il viso nel suo petto, beandomi del suo dolce e allo stesso tempo un po’ aspro profumo. Sospirai, prendendolo per mano e cominciando a preparare tutto il necessario per il nostro picnik.
 
Il sole batteva insistentemente sul mio viso, facendomi chiudere gli occhi per la troppa luce. I miei capelli, sotto quella luce intensa, sembravano di un rosso più vicino all’arancione fiamma, che al rosso scuro che erano di solito, e questo mi divertiva, li rendeva davvero buffi. Li osservai con una smorfia concentrata dipinta sul viso, intenta a cercare tutti i minimi particolare di quel colore strambo, mentre Harry mi osservava attentamente.
«Sono bellissimi, tu sei bellissima.» Sussurrò prendendomi una ciocca fra le mani, prima di baciarmi nuovamente, con la stessa passione di qualche ora prima. Mi aggrappai alle sue spalle, cercando di trasmettergli tutto quell’amore che mi riempiva il cuore, l’anima, che si era infiltrato sin dentro le mie ossa. L’amavo, eccome se lo amavo. Più di me stessa.
 
 
 
14 giorni senza di te.
Sono passati quattordici giorni,
quattordici giorni da quando tutto questo è cominciato.
La notte non dormo più, continuo a sognarti, amore mio.
Continuo a sognare di poter sfiorare le tue labbra, di poter baciare il tuo collo,
di poterti stringere a me, anche solo per un misero secondo.
Perché mi hai abbandonata, amore mio?
Sono qui, seduta ad un bar, ad osservare la pioggia che scorre sui vetri.
Non ha mai smesso da quando sei andato via, dentro di me la pioggia continua a cadere, incessantemente, creando quell’atmosfera malinconica.
Fra le mani ho una cioccolata calda, quelle che piacevano a te, quelle bollenti con la panna sopra. Ricordi? Le hai sempre amate. Ti piaceva berle in mia compagnia, magari sdraiati sul tuo divano, intrappolati dalle coperte con un bel film in tv. Ricordi quanto ci piaceva?
E non riesco ancora a capacitarmi, che tutto questo non succederà mai più.
Son solo ricordi quelli che mi restano?
 
 
«Harry, che stai combinando?» Esclamai divertita, avvicinandomi al ragazzo che trafficava con chissà cosa sul ripiano della cucina. Quando mi avvicinai, poggiai il mento sulla sua spalla, e osservai le due tazze colme di cioccolata fumante.
«Hai fatto la cioccolata calda?» Esclamai sorpresa, e lui sorrise entusiasta.
«Solo per te, amore mio.» Sussurrò teatralmente, prima di stamparmi un bacio sulle labbra. Io risi scuotendo la testa, e lo aiutai a portare le tazze nel soggiorno. Ci sdraiammo sul divano, coprendoci con le coperte. Attorcigliai le mie gambe alle sue in cerca di calore, e lui mi sorrise calorosamente.
Soffiai un po’ sulla cioccolata nell’intento di raffreddarla, e poi ne bevvi un sorso. Harry fece lo stesso, e poi mi poggiò un bacio sulla guancia, sporcandomela di cioccolato. Io alzai gli occhi al cielo mentre lui me la leccava per pulirmi.
«Mi piace molto la cioccolata.» Sussurrò mentre mi sfiorava il mento con il naso, ed io ridacchiai.
«Ma davvero?» Domandai ironica, e lui ridacchiò. Bevvi un altro sorso di cioccolata, e poi lo baciai. Il sapore della cioccolata mischiato a quello del ragazzo era una delle cose più buone che avessi mai assaggiato. Mi aggrappai alle sue spalle, approfondendo il bacio. Lui poggiò una mano fra i miei capelli, spingendomi verso di lui. Lentamente, il bacio si trasformò da passionale a dolce, per poi finire con dei piccoli baci a stampo.
«Ti amo, Harry.» Sussurrai sulle sue labbra, fissando i miei occhi nei suoi.
«Ti amo anch’io, Connie.» Rispose, e quelle parole mi procurarono un brivido che arrivò dritto al cuore. 
 
 
 
35 giorni senza di te.
Il tempo passa, e tu continui ad essere nella mia mente.
Perché non mi lasci andare, Harry? Perché non riesco a dimenticarti?
So che non tornerai, eppure continuo a guardarmi spasmodicamente intorno,
convinta che tu possa comparire da un momento all’altro.
Magari ti stai solo nascondendo, stai solo aspettando il momento giusto.
Mi stai mettendo alla prova, Harry? Credi che io mi dimenticherò di te?
Harry, come potrei dimenticarti? Tu sei parte di me, tu sei dentro di me.
Sei ovunque, sei in ogni cosa, sei in ogni luogo, sei in ogni persona.
Mi manchi, amore mio.
Sai cosa ho trovato ieri? Un ciondolo. Si, quel ciondolo. Quel ciondolo che mi hai regalato tu, quel piccolo diamantino che ha significato tanto per me.
Era stato il nostro primo litigio, tu mi avevi chiesto di uscire, di andare in discoteca, ed alla fine hai passato la serata a ballare con quella biondina, Kate.
Ero davvero arrabbiata con te, mi ero sentita inutile, o, peggio ancora, dimenticata. Ma tu ti eri saputo far perdonare, vero Harold?
Eri così dolce, rosso dall’imbarazzo con quel piccolo diamantino fra le mani che mi giuravi amore eterno in cambio del mio perdono.
Ti perdonai, quel giorno. E dov’è ora quel tuo amore eterno?
Che fine ha fatto la tua promessa?
 
 
 
Ero seduta lì, in quell’angolino nascosto del grande salone, intontita dalla musica forte e dall’odore acre dell’alcool. Guardavo infuriata il riccio, che ballava come un matto assieme a quell’oca di Kate, che di certo non si lasciava sfuggire occasione per non tenere le mani al posto loro.
E la cosa che mi dava più fastidio, era quella sensazione di essere stata dimenticata che avevo addosso. Perché si, era davvero così: Harry si era completamente dimenticato della mia presenza, troppo preso a strusciarsi contro il corpo della finta bionda.
Mi alzai di scatto, mentre le mani mi prudevano per la rabbia, e mi diressi a passo spedito verso l’uscita della discoteca. Lui, non se ne accorse nemmeno.
Quella notte, non si fece sentire per niente, ed io non chiusi occhio per l’agitazione. Ero preoccupata che gli fosse successo qualcosa, o peggio ancora, che stesse ancora con la bionda.
La mattina dopo, quando aprii gli occhi colpiti dalla forte luce del sole che filtrava dalla tapparella alzata, lui era lì, che dormiva con il capo appoggiato ai piedi del mio letto. Sbuffai infastidita, anche se in fondo ero intenerita da quella scena. Mi alzai di scatto, scostando violentemente le coperte dal mio corpo e lui saltò in piedi spaventato. Mi guardò prima confuso, poi pian piano cominciò a fare mente locale. Lo oltrepassai, sbattendo leggermente contro la sua spalla, e mi diressi verso la cucina, ma lui fu più veloce e riuscì a bloccarmi per il polso.
«Dio… scusami, Connie. Non ero in me ieri sera, ero completamente ubriaco.» Borbottò stropicciandosi gli occhi, ed io storsi la bocca con disappunto.
«Non eri in te? Non eri in te?! Harry, tu ieri sera mi hai completamente ignorata! Eri troppo impegnato a strusciarti contro Kate per prestarmi attenzione, non è vero?» Cominciai ad urlare, e lui mi guardò spaventato. Quella, era la prima volta che io ed il ragazzo litigavamo, e non eravamo abituati ad urlarci contro.
«Connie, per favore… scusami, te l’ho detto, ero ubriaco!» Si scusò, ed io lo trucidai con lo sguardo.
«Esci immediatamente fuori da questa casa, Styles.» Sibilai, ma lui non si mosse di un millimetro.
«Connie…» Sussurrò avvicinandosi, ma io mi scostai subito.
«Esci fuori, ho detto!» Urlai, ancora. Lui, sconfitto, si diresse verso la porta, e mi guardo con sguardo triste.
«Ti amo…» Sussurrò prima che io gli sbattessi la porta in faccia.
 
Non ci sentimmo per tre giorni, e tra noi ci fu il vuoto totale finchè, il terzo giorno, lui si presentò alla porta di casa mia, la stessa che gli avevo sbattuto in faccia qualche giorno prima. Mi sorrise speranzoso, ma io lo guardai diffidente.
«Connie, tu hai bisogno di capire che io ti amo, e tu sei l’unica per me! Sono fottutamente innamorato di te, capisci? Ed io non ce la faccio a starti lontano, perciò… per favore, torna a sorridermi. Io non ce la faccio più a stare senza di te.» E cacciò fuori un piccolo diamantino che luccicava seguendo la danza dei raggi del sole. Rimasi incantata si dal piccolo diamante, ma soprattutto dalle sue parole. Gli sorrisi rassicurandolo, e lui sospirò. Gli saltai al collo e lo bacia con foga, facendo incontrare le nostre lingue che agognavano come un’ape desidera il miele. Quel ragazzo mi avrebbe fatto perdere la testa, prima o poi.
 
 
 
63 giorni senza di te.
Sto migliorando, sai? Comincio a vedere i volti delle persone per quello che sono,
e non vedo più in tutti un paia di occhi color smeraldo e quei tuoi ricci ribelli, no.
Pian piano stai cominciando a sparire dalla realtà che mi circonda, Harry. E questo mi spaventa, tanto. Ho paura di arrivare al punto di non ritorno, quel punto in cui solo ricordare mi fa paura.
Ma la domanda che più mi assilla da ben 63 giorni, Harry, è:
Perché l’hai fatto? Perché sei andato via?
Sono così facile da dimenticare? Non mentirmi, riccio. Lo so che non è così.
La verità è che tu non mi hai mai amata davvero, purtroppo questo l’hai capito un po’ troppo tardi. Sono arrabbiata, frustata, delusa.
Non sono più velata da quel senso di annebbiamento, da quella tristezza immensa che contagiava chiunque mi stesse intorno come i primi giorni.
No, io sono fottutamente arrabbiata, Harold.
Si, io ti odio, Harry Styles. Odio quello che mi stai facendo, semplicemente odio il fatto che tu mi stia facendo a pezzi.
Questa mattina ho incontrato un ragazzo, un ragazzo davvero carino.
E’ stato molto gentile con me, mi ha offerto persino un caffè. Ci siamo scambiati il numero di telefono, e sono più che sicura che mi chiamerà.
Ma io lo so… lo so che non potrò mai rimpiazzarti, riccio. Io amo te, non qualcun altro. E questo non cambierà mai, nessuno può cambiarlo.
Ti ricordi Giselle, mia sorella? E’ venuta ad abitare con me, crede che io sia caduta in depressione. “Ti vedo meglio!” mi ha detto questa mattina.
La verità, Harry, è che io la notte continuo a sognarti, continuo ad urlare nel sonno perché tu sei troppo lontano, irraggiungibile.
Ricordo ancora la prima volta che dormimmo insieme. Quella notte fu magica, non trovi?
 
 
 
«Sei bellissima.» Disse sicuro, osservandomi intensamente. Io gli sorrisi timidamente, intrecciando le nostre mani e stringendomi a lui.
«Grazie.» Risposi portandomi la rossa chioma su una spalla. Lui mi sorrise, prima di sporgersi oltre il tavolo per lasciarmi un dolce bacio, che ben presto si trasformò in qualcosa che non era per nulla casto. Lui mi guardò divertito mentre un lampo gli attraversava gli occhi.
«Io direi che è ora di tornare a casa.» Sussurrò malizioso, aiutandomi ad alzarmi. Io ricambiai lo sguardo malizioso, e lui scosse la sua chioma riccia. Lasciò la mancia sul tavolo, e la proprietaria venne a ritirare i soldi, prima di salutarci e di ringraziarci per aver passato la serata al suo  ristorante.
Harry mi prese per mano, cominciano a correre come un matto trascinando anche me, nel bel mezzo della strada. Continuammo a correre finchè non arrivammo sotto il mio portone, e lui mi sorrise.
Io aprii il portone con mano tremante, prima di trascinarlo in casa, dritto in camera mia. Lo buttai sul letto, cominciando a baciarlo con passione.
 «Harry… fammi tua, stanotte.» Sussurrai sulle sue labbra, e lui sorrise felice, prima di riprendere a baciarmi.
E lo fece, lo fece davvero. Mi rese davvero sua. Quella notte, noi facemmo l’amore. Quella notte, fummo per la prima volta un’unica persona. Quella notte, ci amammo con passione. Quella notte, fu la notte più bella della mia vita, la notte in cui imparai ad amare davvero. 
 
 
 
98,99,100 giorni senza di te.
Ho perso il conto, ormai. E’ passato così tanto tempo dall’ultima volta che ti vidi, Harry, ed il mio cuore non riesce ancora a capacitarsi della tua assenza.
Fra un po’ sarà Natale, ti ricordi i nostri progetti per questa festività?
Volevamo passarlo insieme, da soli. Solo io, te, un caminetto e tante schifezze da mangiare. E invece dove sei ora, Harry? Lontano, ovunque. Non lo so.
Sei sempre qui, nel mio cuore. La verità è che i ricordi non mi bastano più. Ho bisogno di aria, di tornare a vivere.
Ho bisogno di te, Harry Styles. Ho un disperato bisogno di te.
Sono passati 100 giorni, ed io continuo ad amarti.
Perché non sei più qui, amore mio?
Quante volte mi sono posta questa domanda? Forse è stata solo colpa mia, forse non ero abbastanza. Bé, allora perdonami, amore mio, se non sono stata in grado di amarti quanto meritavi. Ma sappi, che io continuerò ad aspettarti, sempre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
113 giorni senza di te, e la mia attesa è finalmente terminata.
Mi hai fatto aspettare ben 113 giorni, Harry, prima di capire che io non sarei mai andata via, e che avrei continuato ad amarti fino alla morte.
Sei tornato, sei qui ora. Ti ho visto da lontano, passeggiavi intimorito con quella tua andatura instabile per le corsie della stazione, un trolley in una mano e una grande valigia nell’altra. Sei cambiato, sei cresciuto, ed il mio cuore, è “invecchiato” assieme a te.
Il mio respiro si è fermato, il mio cuore ha ripreso a battere frenetico.
I tuoi occhi hanno incontrato i miei, e nel giro di due secondi, ci siamo ritrovati avvinghiati l’uno all’altra.
“Scusami, scusami, scusami, scusami” continuavi a ripetermi, mentre sfioravi freneticamente ogni parte del mio volto. Io ti ho sorriso, con gli occhi colmi di lacrime.
“Non ho mai smesso di aspettarti, Harold.” Ti ho sussurrato, e tu mi hai baciato. Le nostre labbra si sono incontrate dopo 113 giorni, ansiose di ricominciare ad assaporarsi a vicenda.
I nostri sapori si sono fusi l’un con l’altro ancora una volta, dopo tanto tempo.
Le nostre mani si sono intrecciate fino a diventare una cosa sola.
I nostri cuori hanno cominciato a battere all’unisono in modo frenetico, rendendoci l’uno parte dell’altra.
 
Lo sai qual è la verità, Harry?
La verità è che io e te abbiamo solo voluto sperimentare un altro modo per rimanere uniti, per sempre.
Il primo, è stato fare l’amore quella sera che mi hai portata al ristorante.
Il secondo, è stato allontanarci con la consapevolezza che non ci saremmo più rivisti, per poi continuare ad amarci sempre di più. Alla fine, ci siamo fusi fino a diventare un'unica persona con il semplice amarci.
 
Tu non hai mai smesso di essere la mia anima gemella, Harry. Ed io, in fondo, lo sapevo che prima o poi saresti tornato. Ho solo dovuto stare 113 giorni senza di te.
 




HOLAAAAA 

Ciao a tutte, principese c:
Okay, parliamone.
SUL SERIO HO APPENA PUBBLICATO LA MIA PRIMA OS?!
Dio, aiutatemi a nascondermi sottoterra. QUESTA COSA E' UN OBBROBRIO.
davvero, è orrenda D:
ma non ho saputo fare di meglio cc 
vabbuò, è pur sempre la mia prima OS.
Okay, non vado per le lunghe perchè devo spegnere ee

Connie è lei asihfsj:



me ne sono completamente innamorata *o*
okay, forse l'immagine è un pò troppo grande HAHAHAHA
vabbuò, ora vi saluto uu
se vi va, lasciatemi il vostro parere c:
Un bacio,
#peaceloveandnondrogatevi.

-Zia Roby

  
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