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Autore: taemotional    15/12/2012    5 recensioni
{BaekYeol}
"Vederlo in quell'ambiente mi diede una strana sensazione di familiarità. Realizzai, sgranando gli occhi, che quel tipo raccapricciante era proprio il mio stalker."
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Commento: Ma nessuno ha notato il mio nuovo avatar?? (・∀・)No? Okay...

Eccomi di nuovo con una coppia un po' più canon! Questa fanfic è, diciamo, il bonus della mia ultima Kao (Circular Life) ma potete benissimo leggere questa fanfic come a sé stante ^^ I riferimenti sono molto vaghi e non importa che l'abbiate letta u.u

Detto questo... la fanfic è ancora in fase di scrittura ma non ho idee LOL Se avete qualche richiesta da fare per una scena in particolare non esistate xD (sì, sto raccattando idee a destra e a manca u.u)

Dimenticavo!! Un ringraziamento speciale a MoCo e Yelling Kinoko
 per il titolo e per avermi fatto da beta-reader!! (♥ó㉨ò)ノ♡

Buona lettura! ♥

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Il Black Out quella sera era piuttosto tranquillo.
La gente ballava e si scatenava sulla pista ma i tavolini non erano troppo affollati. Sarebbe stata la serata perfetta se non fosse stato che quella persona se ne stava con la faccia schiacciata sul tavolino decidendo di rovinarmi di colpo l’umore.
Esatto, è stato lui la causa di tutti i miei mali quella sera (e non solo, perché lui non lo sa che tutte le disgrazie che mi sarebbero accadute in futuro sono sempre colpa sua). E io avevo pure adocchiato due o tre ragazze - apparentemente single - ed ero sicuro che una di queste aveva pure ricambiato il mio sguardo e me lo sentivo che sarei stato fortunato e avrei fatto bingo perché sono sexy, free & single e... ovviamente no. Arrivati a quel punto della serata non ero ancora riuscito a combinare nulla e mi sentivo che la cosa non si sarebbe nemmeno evoluta ed è tutta colpa sua. Perché lui, Kai (nome ancora più idiota della faccia, tra parentesi), aveva deciso di innamorarsi di Bruce Lee. E chi è quello che si è sorbito tutti i suoi sfoghi ogni sera? Io. Mi pare scontato e limpido come la superficie del liquido con cui si stava imbottendo da tre ore. Ma dov’è il problema, dico io? Avrebbe dovuto imparare da me, il maestro del rimorchiaggio! (Non so nemmeno se esista questa parola... ma ci siamo capiti.)
Tornando a noi, Kai era lì, davanti a me, e continuava a fare casini. Aveva pure cacciato malamente due ragazze poco prima. Ma come si fa? E sono certo che una di quelle fosse pure interessata a me. Chi non lo sarebbe dopotutto?
Basta, decisi che dovevo trovare un modo per sbrigarmela e andarmene da quel tavolino o rischiavo di far crescere funghi pure io.
“È che...” provai allora a dire per fare il punto della situazione e svelare a quest’idiota una verità di cui solo lui sembrava non essere al corrente,  “Sei sempre stato un po’ strano... ma gay proprio non me l’aspettavo!”
Il volto di Kai si fece di colpo rosso. Era parecchio che non si prendeva una sbornia del genere, e lo sguardo omicida che mi lanciò dopo non prometteva nulla di buono.
“Ti ho detto che non lo sono!” mi gridò contro, aggrottando le sopracciglia e alzandosi dalla sedia, “Guarda!” quindi mi afferrò per il bavero della maglia e io non capivo che diavolo pensava di fare e... ommioddio.
Oh mio dio.
S-sono rimasto... dire scioccato sarebbe un eufemismo. Meglio inorridito, ecco. Sono rimasto inorridito e schifato e dovevo andarmene da lì prima che quell’essere potesse decidere di fare qualcos’altro di blasfemo mettendo a repentaglio la mia incolumità. Il mio piccolo cuoricino non avrebbe retto un altro colpo simile.
“Povero me”, mormorai a me stesso mentre provavo invano a pulirmi (grattugiarmi) la bocca per rimuovere accuratamente ogni residuo di quella collisione non (e sottolineo NON) voluta.
“Hai visto? Non ho sentito nulla! Non sono mica gay!” continuava a farneticare e io non so come sia riuscito a trattenermi dal mollargli un pugno su quel bel nasino, MA io sono un gentleman e non potevo certo abbassarmi al suo livello.
Inspirai lentamente (continuando sempre a pulire con grazia le mie povere labbra - violate così volgarmente) e dissi: “Sei impazzito di colpo?! Ma che me ne frega a me se sei gay o no! Non usarmi come cavia! Ma tu guarda...! Non ci ha visto nessuno, vero? Oddio, devo andare a rimorchiare qualcuna per togliermi dalla mente questa brutta visione...” e, con quella dimostrazione di maturità, mi alzai, fuggendo da quel maniaco approfittatore.
 
Se la serata era iniziata male, non avevo idea che sarebbe finita peggio.
 
Appena fuori dalla portata di Kai, partii alla ricerca spasmodica di quella ragazza dai capelli biondi e lunghi che avevo intravisto prima. Mi sembrava che fosse al bancone, quindi la mia prima tappa fu sedermi su uno sgabello e ordinare qualcosa per accelerare il processo di rimorchiaggio. Un buon bicchierino aiuta sempre, dico io.
All’improvviso la vidi. Era là, seduta ad appena uno sgabello di distanza, quindi decisi di spostarmi ma... lo sgabello di fianco era occupato da un certo tipo che mi fissava in maniera strana, un po’ troppo insistente.
Feci per chiedergli se voleva fare a cambio di posto ma quel tipo fu più veloce e iniziò a farfugliarmi qualcosa che non afferrai subito.
“Come scusa?”
“Quel ragazzo” ripeté allora, un po’ più lentamente e con l’espressione di chi sta parlando con un ritardato, “Ti piace? State insieme?”
La mia faccia doveva aver assunto le sembianze di un enorme punto interrogativo perché il tipo mi ripeté la stessa frase un’altra volta. Non è che sono ritardato, è che quella domanda non aveva assolutamente senso. Quale ragazzo... ma la visione di un’idiota in canotta bianca mi tornò in mente e impallidii.
“T-tu... tu hai visto... prima...”
“Insomma, state insieme o no? Perché mi sta bene che te la fai con tutte le ragazze di questo mondo e l’altro... ma quello lì no, non mi sta bene.”
Iniziai a balbettare scuse incomprensibili e quel ragazzo assunse uno strano cipiglio. Ma insomma, chi era quello per mettermi in crisi così? Non dovevo di certo dare delle scuse a lui! Ma sì, invece, non si poteva spargere la voce o la mia ottima reputazione al locale sarebbe deceduta, più morta del moscerino che in quel momento aveva deciso di metter fine alla propria vita tuffandosi dentro al mio bicchiere di Cuba Libre.
“Non lo dirai a nessuno vero?”
La sottile linea di eyeliner si tirò insieme alle sue palpebre in un cipiglio, se possibile, ancora più maligno.
“Senti, non ho tempo ora” cercai di sbrigarmela nascondendo la preoccupazione, quindi mi alzai e proseguii diritto verso la mia meta.
La ragazza fu la prima persona quella sera a darmi delle soddisfazioni. Non faceva troppe domande e si fece trascinare ben volentieri in bagno. Aveva pure un buon odore, e quella era una qualità che iniziava a scarseggiare in quei periodi al locale. Insomma, eravamo al bagno, intenti a fare le nostre cose, e di colpo la porta si aprì. La ragazza non si accorse di nulla (dopotutto era normale che la gente venisse in bagno) ma io lo vidi subito.
“Hai intenzione di restare a guardarci tutto il tempo mentre limoniamo?” sbuffai dopo qualche secondo, quando quel tipo non sembrava avere intenzione né di usare il cesso né di andarsene. La ragazza si spaventò e si voltò verso la porta. Io presi a massaggiarmi le tempie, “Ci lasci in pace?”
“No.”
“Come scusa?”
“Devo sapere se ti piace quel ragazzo.”
“Quale ragazzo?” domandò la ragazza visibilmente schifata. No, non ti permetterò di rovinarmi la serata ancora di più, pensai di colpo entrando nel panico.
“Scusami, cara...” le dissi allontanandola con delicatezza, “Ci lasci un attimo soli? Se vorrai continuare ad approfondire la questione ti aspetto tra cinque minuti al bancone. Magari poi ce ne andiamo da qualche parte, okay?”
La ragazza annuì, anche se non sembrava molto convinta, quindi uscì dal bagno.
“Che vuoi da me?”
“Ti piace, sì o no?”
“Ma no che non mi piace!” sbottai di colpo, ma che diavolo! “Sei cieco? Non vedi quali sono le mie preferenze sessuali?”
Quel tipo - che iniziava seriamente a spaventarmi - socchiuse appena gli occhi e si avvicinò di qualche passo. Io, di tutta risposta, arretrai contro il muro. Si avvicinò pericolosamente al mio viso e prese a scrutarmi per un buon paio di minuti.
“Bene” commentò alla fine sorridendo, quindi si allontanò restituendomi il mio spazio bio-riproduttivo e io mi resi conto solo in quel momento di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo. Buttai fuori l’aria e tentai di ridarmi un contegno.
“Se hai finito di ostentare la tua spudorata ammirazione nei miei confronti, io avrei altro da fare.”
E uscii evitando di guardarlo negli occhi.
 
 
La seconda volta che lo incontrai ero seduto con i miei amici ad un tavolo della mensa universitaria.
Vederlo in quell’ambiente mi diede una strana sensazione di familiarità. Aggrottai le sopracciglia mentre lo guardavo sedersi al suo solito tavolo insieme a quella plebaglia e capii: non era affatto la seconda volta che lo vedevo, e ci avevo anche parlato qualche volta durante il mio primo anno accademico. Realizzai, sgranando gli occhi, che quel tipo raccapricciante era proprio il mio stalker.
Come avevo potuto non riconoscerlo al locale? Dovevo essere stato accecato dalla mia stessa bellezza riflessa nelle luci caleidoscopiche del locale per non riconoscere quei piccoli occhietti diabolici. Forse era stata colpa della matita, ma non importava più ormai. Se era arrivato pure al punto da seguirmi al Black Out, la mia vita era bella che finita, puff, morta stecchita con tanto di mazzo di fiorellini bianchi sulla lapide.
 
“Tu” gli puntai il dito contro quando, quel pomeriggio, lo incrociai in corridoio. Il ragazzo sobbalzò e i suoi occhi - privi di trucco - si allargarono scioccati guardandomi come se i miei capelli stessero prendendo fuoco.
“Ehm...” di fronte alla sua espressione da coniglio impaurito persi il filo del discorso. Spinsi due dita sulla fronte, cercando di recuperare quello che volevo dire e, sì, dovevo dirgli di farla finita perché ormai eravamo grandi e vaccinati e doveva smetterla di seguirmi ovunque o avrei dovuto denunciarlo. E poi come aveva scoperto che frequentavo quel locale la sera? Ommioddio quel tipo mi seguiva a casa! E aveva di sicuro installato delle telecamere nella mia camera per guardarmi mentre dormivo! Magari erano pure in bagno! OMG, quel bagno aveva visto cose che non si possono descrivere a parole e...
“Sei un pervertito!” gli gridai e la gente di passaggio si voltò a guardarci.
Le linee delle sopracciglia di quel ragazzo - che mi sembrava si chiamasse Baekhyun - si inclinarono in maniera quasi pietosa. Per un secondo pensai che potesse mettersi a piangere e mi sentii una merda. Chanyeol! Dov’è finito il gentleman che è in te, maledizione?
Allungai una mano scusandomi ma quel ragazzo mi diede di colpo le spalle e scappò nella direzione opposta.
 
“Quanto la fai tragica...” commentò il giorno dopo Kyungsoo, mentre si sbucciava con estrema cura una mela.
“Non la faccio tragica!”
“No, infatti è tutto apposto” si intromise Luhan, “Channie ha solo sputtanato quel tipo in mezzo al corridoio. E guarda, oggi lui e suoi amici non sono nemmeno al solito tavolo! Si saranno rintanati a casa di qualcuno a vedere film strappalacrime mangiando gelato alla vaniglia.”
Guardai Luhan con ammirazione, “Preferirei che non mi chiamassi in quel modo, ma grazie per essere sempre al mio fianco, Lulu!”
“Di niente. Mi piace vederti disperare per le tue figure da babbuino sub equatoriale e aiutarti a convincertene.”
“Sei perfido.”
“Oh, io aveLe offeso la tua peLsona? Scusa, io non paLaLe bene tua lingua.”
Stramazzando inerte sul tavolo tornai a rivolgermi a Kyungsoo.
“Kyungsooooooo!”
Lui alzò gli occhi dal torsolo della mela e alzò un sopracciglio, “Il secondo anno non hai fatto altro che lamentarti per quel tipo - hai detto che si chiama Baekhyun? - che ti stalkerava” e mimò delle virgolette con le dita - e io non capii bene il perché, dal momento che era vero e non c’era nulla da virgolettare. Lui mi sta stalkerando e continua a farlo da quattro anni. Il fatto che dopo un po’ di tempo mi sia abituato ai suoi sguardi provenienti dall’altra parte della mensa non significa mica che li voglia. Oddio, bello sono bello, quindi non mi stupisce che anche l’altro sesso lo noti e tragga piacere dal guardarmi... ma insomma, un conto è guardare, un conto è interrompermi mentre dissipo ferormoni al locale. Eh. Comunque, mi ripresi dalla riflessione e tornai a focalizzarmi su quello che stava dicendo Kyungsoo.
“Ma ora di sicuro non si farà più vedere in giro. Dovresti esserne contento” concluse.
“Sì, però...”
“Aaah” sospirò Luhan alzando gli occhi al cielo, o meglio, al soffitto, “Peccato! Quel ragazzino che ti girava intorno dava un tocco di originalità alla tua persona. Ora diventerai noioso e io non ho più nessun motivo per essere tuo amico” e si alzò stiracchiandosi, “Bye.”
“Lulu!” gridai io afferrandolo per la maglia, “Dove vai?”
“Ti lascio alle tue noiosissime lamentele e vado alla ricerca di qualcuno di più interessante da punzecchiare.”
“Ma!”
“Luhan” esordì Kyungsoo con un tono di voce che mi mandò i brividi giù lungo la schiena, “Resta, ho un’idea.”
Luhan si bloccò.
“Dato che quel ragazzo prova evidentemente qualcosa per Chanyeol e Chanyeol non mi sembra indifferente alla questione...”
“Come scusa?” tentai di dire io ma nessuno mi ascoltò. Luhan tornò seduto e, di colpo, pendeva dalle labbra dell’altra folle persona che quel giorno non aveva trovato altro di meglio da fare che sparare sentenze a caso sul mio conto.
“...perché non aiutiamo il nostro piccolo amico a fare breccia nel cuore del freddo playboy aka Chanyeol?”
A Luhan brillò una scintilla negli occhi che non mi piacque affatto. Per niente, nada, nain, out, nisba, no.
“Heeey” sventolai una mano davanti alla faccia di Kyungsoo, “Io sono qui e dal momento che NO, temo che il vostro piano non funzionerà, penso che dovreste lasciar perdere.”
“Fantastico” commentò Luhan e mi diede una pacca sulla spalla, “Non ringraziarci poi.”
“Sentite” continuai io inspirando e alzando le mani come in un coro gospel, “C’è già Kai che mi rompe le scatole coi suoi problemi amorosi e non ho intenzione di invischiarmi pure io in una relazione seria o in queste faccende complicate, okay? Sto tanto bene così, con le mie serate al Black Out e con le mie donne super sexy che non pretendono nulla da me se non una serata piccante diversa dal solito.”
Luhan fece una pernacchia scoppiando a ridere e io non avevo nemmeno più la forza di guardarlo male.
Kyungsoo sorrise e si pulì accuratamente la bocca con un tovagliolo, “Quello che mi sciocca di più, mio caro Chanyeol, è che ti stai lamentando di tutto tranne del fatto che stiamo mettendo in dubbio la tua così tanto sbandierata eterosessualità.”
 
Il piano nome in codice “HanSoo Beautiful Cupid” aveva tutto tranne le sembianze di un piano, se non organizzato, quanto meno un minimo ponderato. No, sembravano due ragazzine delle superiori che tentano a caso di far sbocciare l’amore tra la loro amica zitella e il capitano della squadra di basket. Se non fosse che, primo: dovrei essere io il capitano figo e secondo: non sono affatto zitella. O zitello... o comunque, single alla ricerca di qualcuno. Sì, sì, lo so... all’inizio avevo detto di essere sexy, free & single ma non mi ero spiegato bene. Io voglio restarlo per sempre. Okay? Okay. È diverso.
E così non mancava occasione per cui Luhan, nel momento in cui vedeva Baekhyun nei paraggi, iniziasse ad aggrapparsi al mio braccio come un opossum della Virginia tentando di indurre in gelosia l’altro che, puntualmente - e giustamente, aggiungerei - continuava a chiacchierare indifferente con gli amici. Oppure c’era Kyungsoo che, con la sua solita nonchalance e grazia, mi spingeva a destra e a manca nella vana speranza di farmi finire addosso a Baekhyun. E per fortuna che lui era abbastanza agile da riuscire a spostarsi in tempo ed evitare di farsi travolgere dalla mia imponente e mascolina persona.
“Non funziona” sentenziò un giorno Kyungsoo mentre eravamo a pranzo. Oh, Kyungie, tu e il tuo spiccato senso d’osservazione. Come farei senza di te.
“Io direi che abbiamo peggiorato la situazione” disse Luhan sporgendosi alle mie spalle verso il solito tavolo di Baekhyun e dei suoi amici. “Com’è possibile che il mio charme abbia fallito? Chiunque si sarebbe ingelosito...”
“Sei stato troppo diretto” disse Kyungsoo alle prese con la solita mela del fine pasto, “Le persone si spaventano.”
“Ah sì? Chi è che cercava di farli accoppiare brutalmente in quel modo?”
“Okay, passiamo al piano B.”
“Abbiamo un piano B?” domandai spaventato.
“Ovviamente” rispose Luhan, “Senti. Rapiamo Baekhyun e...” Ma io non potevo più starli ad ascoltare e mi alzai di scatto.
“Guardate come si fa” commentai prima di voltarmi, inspirare profondamente e dirigermi a passo spedito verso il suo tavolo.
Non capii bene perché quella sfilata in passerella che stavo offrendo alla mensa mi sembrò così fastidiosa. Dopotutto dovevo solo andare dallo stalker, parlargli di un qualche argomento a caso in modo da far contente quelle due arpie, e poi tutto sarebbe tornato alla normalità. O almeno, speravo che tutto sarebbe tornato come prima, come una settimana prima, quando i suoi sguardi oltre il tavolo della mensa ancora arrivavano alla mia schiena rassicuranti e... rassicuranti? Chanyeol, torna in te per l’amor del cielo.
Comunque, una volta arrivato al tavolo e incrociati i suoi occhi, il senso di fastidio che mi arricciava le budella poté solo peggiorare.
“Ehm...” evitai di mollarmi uno schiaffo per riprendermi. Su, non è così difficile. “Posso parlarti in privato?” In privato? Che diavolo vai dicendo? Dovevi solo dire qualche stronzata - qualsiasi altra stronzata - e poi te ne saresti potuto andare a testa alta, illuminato dai riflettori dello spettacolo della tua vita e dai coriandoli della vittoria.
“Okay” fu la risposta di Baekhyun, e il barlume di un sorriso gli si formò sul volto. Questa volta mi diedi davvero un pizzico sul braccio, dissimulandolo abilmente con il bisogno di grattare un prurito inesistente.
 
“Devi scusare i miei amici...” iniziai io dopo che mi fui chiuso la porta della palestra alle spalle, “...ogni tanto passano delle strane idee nelle loro testoline bacate e chi li ferma più!”
Baekhyun annuì ma sembrò non capire, e infatti, “Ma a cosa ti riferisci?” domandò.
“Ah... come? Cioè, non hai notato degli strani comportamenti quest’ultima settimana?”
“Se devo essere sincero, sì...”
“Eh, ecco.”
“Quel ragazzo che sembra un angioletto... credo che gli piaci? Oppure state già insieme? Siete inseparabili... e poi l’altro, Kyungsoo?, lui mi mette un po’ in soggezione e non capisco perché ti stia bullando in quel modo. Dovresti dirlo a qualche professore. Ma magari anche a lui piaci ed è solo geloso dell’angioletto? Non saprei... comunque intendi questo? Ma io non credevo, cioè, tu mi hai detto che non avevi queste tendenze e in effetti non capisco, ah, ma perché dovresti dare delle spiegazioni a me?” e concluse il suo volo pindarico col solito sorriso e i soliti occhi imbarazzati.
Mi ci volle qualche secondo per riuscire a richiudere la mascella e assumere un atteggiamento decoroso. La smetti di inventarti scenari improbabili?, volevo rispondere, ma mi trattenni.
“No!” esclamai quindi sventolando le mani, “No, no, no!”
Baekhyun mi guardò e inclinò la testa, “No” ripeté e io annuì con forza.
“No.”
“Okay...” mormorò lui e prese a guardarsi i lacci delle scarpe.
“Non hai la matita agli occhi in facoltà” fu l’unica cosa che mi venne in mente di dire dopo aver passato un paio di minuti a fissare il vuoto e a contorcermi la manica della maglia.
“Oh” mormorò lui e alzò il capo, “Oh... ti riferisci a quella volta al locale... scusami davvero, ero ubriaco e di solito non mi comporto così e...”
“È colpa mia che non ti avevo riconosciuto... la matita, sai... ti dà un’aria da... boh, persona malefica?”
Baekhyun scoppiò a ridere e io mi ritrovai a sorridere a mia volta e a fissargli il volto, almeno finché non si portò il dorso della mano davanti alla bocca e tutto quello che restò furono quegli occhi socchiusi e brillanti. Mi costrinsi a distogliere lo sguardo.
“Okay...” dissi io dopo l’ennesimo minuto di silenzio, “Allora... ci si vede in giro?”
“Certo e... ah!” esclamò tirando fuori il bigliettino pubblicitario di un negozio di cosmetici, “Io lavoro qui, se hai bisogno di qualcosa...”
“Oh.”
“No, dai scherzavo...” mormorò poi agitato e cercò di riprendersi il biglietto ma io lo tenevo forte. Me lo infilai in tasca e gli sorrisi.
 
-Channieeeee-
“Luhan, mi hai ucciso un timpano...”
-Che fine hai fatto? Perché non sei più tornato in mensa?-
“Mhn...” cercai di far funzionare in fretta il cervello per trovare una scusa plausibile, “...il mio criceto non sta tanto bene e sono tornato a casa...”
-Tu non hai un criceto.-
“Ho detto criceto? Volevo dire tartaruga...”
-E la tua tartaruga ti ha telefonato per avvisarti.-
“Yep.”
-CHE GLI HAI DETTO A BAEK?- avvertii distintamente la voce di Kyungsoo dall’altra parte.
“Niente” risposi mentre mi buttavo sul letto. E in effetti era vero. Cosa avrei dovuto dirgli?
-METTI IL VIVAVOCE! ...sshh non urlarmi nelle orecchie, ora lo metto!-
Chiusi gli occhi e presi un profondo sospiro.
-Okay ci siamo!- commentò Luhan dopo pochi secondi, -Dicci tutto.-
“Sentite, non ho molta voglia ora...”
-Channie, cos’hai? Tutto bene? Vuoi venire da noi a mangiare la nutella?-
“Eh?” sforzai una risata, “Va tutto bene! Cos’hai te, semmai! Che discorsi sono questi... ah! La tartaruga mi chiama! Ci vediamo a lezione, eh! Bye!” e riagganciai in fretta.

   
 
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