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Autore: IllyElric    16/12/2012    3 recensioni
Sakura Haruno è una giovane ispettrice di polizia. Ama il suo lavoro e ama essere al servizio degli altri, ma ama soprattutto le sue amiche, compagne di innumerevoli avventure.
Soprannominata "la donna di ghiaccio" perché dopo la rottura col suo ex non si lascia corteggiare da nessuno, ma ci sarà qualcuno che non mollerà finché non ci riuscirà.
Ma quale segreto celano i suoi occhi e gli occhi del bel dottore? Perchè qualcuno le sta segretamente dando la caccia? In quale mistero è coinvolta la protagonista?
Dal capitolo 3: "Non resistere Sakura, non giocare col fuoco, potresti bruciarti. E sai bene chi verrebbe a medicare le tue bruciature."
Dal capitolo 12: "Sasuke, ti dichiaro in arresto per l'omicidio del Raikage."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Aveva bisogno assolutamente di caffè, amaro il più possibile. Aveva delle occhiaie mostruose che nemmeno un buon correttore di qualità avrebbe coperto, non dormiva da un sacco di notti, aveva addirittura perso il conto. Oramai il commissariato era diventato la sua casa, il suo ufficio la sua stanza e la scrivania piena di scartoffie il suo letto. Tornava a casa verso le 2:00 di notte per poi tornare a lavoro alle 6:00 in punto.
Possibile che Tokio ultimamente avesse aumentato il suo livello di malvivenza portandolo alle stelle?! Denunce, arresti, multe, il tutto si accumulava facendola impazzire, stressare.
-Buongiorno ispettore Haruno.-
-Buongiorno a lei.-
Salutava i suoi colleghi stampando sul volto uno dei suoi soliti sorrisi da lavoro, esatto, perché nemmeno uno di quei sorrisi era sincero, tutti nascondevano qualcosa, e quel giorno il suo sorriso nascondeva stanchezza e stress.
Si avvicinò alla macchinetta del caffè cominciando a scegliere la cialda giusta quando una mano si posò sulla sua.
-Posso offrirle un caffè signorina?-
Come non riconoscere quella voce estremamente sensuale da far venire la pelle d’oca anche al mattino presto?!
-Itachi, mi hai fatto prendere un colpo.-
-Rilassati, non sei in missione e non fa affatto bene essere così tesi già di prima mattina.-
L’uomo dai capelli neri si avvicinò alla macchinetta preparando il caffè per entrambe, e Sakura rimase immobile dietro di lui ad ammirare le sue spalle larghe.
Era bello, anche troppo, e molte volte restava incantata a fissarlo mentre beveva, o mangiava, o addirittura quando si scostava dei ciuffi ribelli dal viso. Aveva quegli occhi così scuri e intensi che catturavano la preda con un solo sguardo, quasi come fossero ipnotici, e lei non riusciva proprio a resistergli, gli sarebbe saltata addosso in qualsiasi momento anche davanti a tutti, non le importava.
Era il commissario più sexy dell’intera squadra.
-Ecco a te.-
-Ti ringrazio.-
Le porse il caffè e cominciò a sorseggiarlo, per poco non lo sputò a terra per quanto fosse amaro, ma in fondo era come lo voleva.
-Notte insonne?-
-Già, come sempre.-
Finì la bevanda nel bicchiere di plastica e lo buttò nel cestino poco distante, salutò il collega e si diresse nel suo studio, ma il suo tocco la trattene di nuovo.
-Ci vediamo a pranzo?-
-Non lo so, ho parecchie pratiche da sbrigare.-
E senza dargli nemmeno il tempo di ribattere corse via e si chiuse in ufficio e cominciò a firmare quella valanga di fogli che ormai non lasciavano nemmeno un centimetro di spazio libero sulla scrivania.
Si sentiva tremendamente nervosa, ogni cosa quel giorno le dava fastidio, a partire dalla divisa improvvisamente troppo stretta e soffocante fino ai capelli di quell’insolito color pesco che alzò con una semplice stilo.
Le sue dita scorrevano frenetiche sulla tastiera del computer e il tempo sembrava non passare mai, ogni tanto gettava uno sguardo fuori dalla finestra e osservava gli enormi nuvoloni grigi che sovrastavano il cielo. Il meteo quel giorno prospettava pioggia, e lei da perfetta incantata qual era aveva dimenticato, di nuovo, l’ombrello. Per fortuna quella mattina aveva deciso di prendere l’auto.
Non sapeva spiegarselo, ma la pioggia le infondeva un senso di sicurezza, le piaceva particolarmente, e se non fosse stata una totale pazzia avrebbe volentieri ballato e urlato in mezzo alla strada liberandosi da quel senso di angoscia e oppressione che in quei giorni la tormentava. Si riprese immediatamente dalle sue solite fantasie bambinesche e tornò a lavoro.
Finalmente era arrivata l’ora di pranzo, dopodiché sarebbe stata libera, il sabato lavorava solo mezza giornata.
Indossò il cappotto e uscì dal suo ufficio incontrando nuovamente Itachi.
-Allora? Cosa fai?-
Già, l’uscita a pranzo.
-Scusami Itachi, ma non mi sento molto bene, preferisco tornarmene a casa. Magari sarà per la prossima volta.-
-D’accordo. Vuoi un passaggio? Hai una brutta cera.-
-No sta tranquillo, ho l’auto parcheggiata proprio qui fuori. Grazie del pensiero, ci vediamo, buon fine settimana.-
Ma perché non aveva accettato? Insomma, stiamo parlando di Itachi Uchiha, l’uomo più sexy del commissariato che aveva dietro di sé una lunga fila di spasimanti, e lei era quella a cui dedicava più attenzioni. Si era per caso bevuta il cervello?!
E con questi ripensamenti arrivò all’auto e si diresse verso casa.
Cercò nella tasca del cappotto le chiavi ma niente.
-Accidenti, le avrò sicuramente dimenticate in ufficio!-
E con una velocità sovraumana che non sapeva nemmeno di possedere scese le scale senza nemmeno usare l’ascensore e rischiando più volte di cadere e tornò all’auto, premette a fondo l’acceleratore e ritornò in ufficio.
In 23 anni della sua vita, non aveva mai corso come quel giorno.
Mise sottosopra l’intera stanza ma non trovò niente, si calò sotto la scrivania e finalmente lo scintillio delle chiavi colpì i suoi occhi, le afferrò e tentando di rialzarsi sbatté la testa.
-Aiah! Accidenti, la solita maldestra.-
-Qualcosa non va?-
-No Itachi, va tutto bene, avevo solo dimenticato le chiavi.-
-Wow, sembra essere passato un uragano qui dentro.-
Solo dopo qualche minuto si rese conto di essere rimasta rintanata a terra con le mani dietro la nuca nel tentativo di sopprimere il dolore martellante, imbarazzata come non mai si alzò in piedi.
-Vado. Di nuovo. Ciao Itachi.-
Gli passò accanto e percorse il lungo corridoio che portava all’uscita, e incontrò un ragazzo dall’aria alquanto familiare sullo stipite della porta con le braccia incrociate. Aveva gli occhi chiusi e i capelli color notte scompigliati, la pelle diafana, indossava una semplice giacca nera. Sembrava una statua greca, assolutamente affascinante. Si diede mentalmente della stupida in quel momento per quei pensieri poco “normali”.
-M-mi scusi, dovrei aprire la…-
Il moro aprì di scatto gli occhi e Sakura credeva di essere sul punto di svenire.
Occhi neri e profondi, scrutatori e indagatori, uno sguardo così penetrante, così misterioso, così…
-Prego.-
E con un’eleganza che forse solo lei avrebbe notato il moro si scansò lasciando libera la via. Aprì la porta ancora “sotto shock” per quegli occhi e se ne andò, sicura di aver intravisto un sorrisetto sghembo sul volto del ragazzo, tornò per l’ennesima volta alla macchina e se ne andò, definitivamente.
-Carina la tua amichetta.-
-Abbastanza.-
-Allora, vogliamo andare? Nostro padre non aspetterà un minuto di più.-
-Si, andiamo.-
 
Quella sera sperava di riuscire finalmente a dormire, come al solito la giornata era stata lunga, noiosa e stressante, e lei aveva bisogno di una vacanza, per questo non vedeva l’ora che arrivassero le feste di Natale, avrebbe fatto un bel viaggetto con le sue amiche Ino, Hinata e TenTen. Si fece una doccia bollente e poi avvolta da un asciugamano si recò in camera sua e sfogliò il calendario, notando con immenso piacere che le tanto attese ferie sarebbero arrivate tra pochi giorni.
Il suo appartamento non era molto grande, si trovava in periferia, ed era di modeste dimensioni, in fondo ci viveva solo lei. Per un po’ aveva convissuto con il suo ragazzo, Nagato, ma nel momento in cui lo trovò a letto con un’altra lo cacciò di casa completamente nudo lanciandogli i vestiti dalla finestra e minacciandolo con la pistola in mano di non fare mai più ritorno, o l’avrebbe usata sul serio.
Inutile dire che il malcapitato sparì definitivamente dalla circolazione e non azzardò nemmeno a richiamarla per dirle di aver dimenticato la console dei videogiochi e che voleva riprendersela.
Indossò il pigiamone azzurro e accese la TV sedendosi sul divano. Cominciò a fare sano zapping con il telecomando cercando una trasmissione che potesse interessarle, ma quella sera stranamente tutti trasmettevano film d’amore, e fu proprio in quel momento che si sentì improvvisamente sola.
Erano passati 7 mesi da quando aveva rotto con quel verme, non che le mancasse, ma sentiva il bisogno di avere qualcuno accanto a lei, qualcuno che l’amasse e la facesse sentire importante.
E la sua mente fu annebbiata dal ricordo di quella mattina durante la quale aveva incontrato quel ragazzo. Non l’aveva mai visto, eppure aveva un nonsoché di familiare… Itachi! Somigliava incredibilmente ad Itachi, ma i suoi lineamenti erano più delicati e… ed era molto più sexy di lui.
-Cosa diavolo vado a pensare, sembro una ninfomane in astinenza da due giorni.-
E lentamente le palpebre cominciarono a farsi sempre più pesanti, e prima di addormentarsi sul divano lasciando il televisore acceso com’era già successo molte volte si alzò, spense e andò in camera da letto infilandosi sotto le coperte, e in men che non si dica Morfeo l’aveva già avvolta con le sue braccia.
  
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