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Autore: soniestrange    16/12/2012    0 recensioni
"Sentivo la testa scoppiarmi. Ero stanco, ma non potevo fermarmi, non volevo. Ormai erano giorni che correvo, ma non potevo smettere. Non avevo idea di dove mi trovassi, ma non importava."
Ho immaginato la scena di quando Jacob scappa, perchè ormai Edward è tornato e Bella ora ha di nuovo occhi solo per lui. E mi è piaciuto molto pensarla così...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Correvo in quella fitta foresta.
Sentivo ancora le lacrime scorrere frenetiche e bagnare il mio volto di licantropo.
Lei aveva scelto. Aveva preferito il suo stupido succhiasangue a me.
Nonostante tutto quello che lui le abbia fatto. Lui l’aveva abbandonata, ed io le sono stato vicino da buon amico.
Ma quando quell’amicizia stava per diventare qualcosa di più, lui è tornato rovinando i miei piani.
Una parte di me urlava ‘stupido Jake, come hai pensato lei potesse stare con te?’ e l’altra ‘bèh … almeno ci hai provato’. Non sapevo a quale parte dare ragione. Ero confuso, ma di una cosa sarei per sempre stato certo: io amavo quella ragazza, la mia piccola Bells.

Sentivo la testa scoppiarmi. Ero stanco, ma non potevo fermarmi, non volevo. Ormai erano giorni che correvo, ma non potevo smettere. Non avevo idea di dove mi trovassi, ma non importava.
Il solo pensiero di quel biglietto lasciatomi da quel schifoso succhiasangue mi dava la forza di correre.

 

‘Jacob,
so che spedirti questo biglietto infrange le regole. Lei aveva paura di ferirti, e non voleva che ti sentissi in alcun modo obbligato. Ma so che, se le cose fossero andate diversamente, da parte mia avrei voluto poter scegliere.
Ti prometto che mi prenderò cura di lei, Jacob. Grazie – per lei – per tutto.
Edward.’


Quelle parole continuavano a rimbombarmi nella mente. Come aveva osato inviarmi quel biglietto? Era solo per dirmi grazie di essermi preso cura della sua amata? O era un gesto per farmi stare ancora peggio? Se per caso qualcuno non lo sapesse, anch’io ho dei sentimenti.

Ormai non si poteva più tornare indietro. Dovevo dimenticarla. Ma come? Sentivo ancora una parte di lei che mi attraeva eppure non avevo avuto l’imprintig con lei.
Continuavo a ripetermi “dimenticala Jake, lei non sarà mai tua”.

Un improvviso rumore richiamò la mia attenzione. Vedevo qualcosa muoversi al di là di un albero. Forse era uno di quegli stupidi succhiasangue.
Mi misi sulla difensiva pronto all’attacco e proprio quando stavo per attaccare la mia preda, strabuzzai gli occhi.
Era Leah.
“Cosa diavolo ci fai qui, Leah?”
“Calmati Jacob. Siamo tutti preoccupati per te, torna a casa. Billy è davvero preoccupato, Sam non smette di cercarti e gli altri hanno smesso anche di sorridere.” Nella sua voce sentii un filo di tristezza.
“NO.” urlai
“Ma scappando non si risolve niente. CAZZO Jake, perché sei così cocciuto!!!”
Era ormai notte e così mi trasformai in umano. Lo stesso fece lei.
Entrambi ci sedemmo sull’erba umida. Ricominciai a piangere.
“Oh Jake. So che è difficile, ma nella vita bisogna andare avanti.” Da quando Leah era così saggia?
Mi scappò un sorriso.
“Cos’hai da ridere? Certo che sei strano Black. Un secondo prima piangi e subito dopo ridi. Non ti capirò mai.”
Passarono qualche minuto e le sussurrai un ‘grazie’.
“Cosa? Parla più forte!”
“GRAZIE LEAH”

Ancora silenzio.
Mi voltai verso di lei e mi accorsi che aveva gli occhi puntati sui miei. Poi sorrise, ed era il sorriso più bello che avessi mai visto. Non lo avrei mai detto, ma alla luce della luna Leah era davvero bellissima. Così le sorrisi anch’io.
Passammo un po’ di tempo a chiacchierare e ridere. Mi disse cose che non aveva mai detto a nessuno, e di questo mi sentii onorato.
Probabilmente dopo quella sera le cose sarebbero ritornate al loro posto, ma il quel momento eravamo solo Leah e Jacob , e non Leah contro Jacob.
“Emh Jake…” improvvisamente le sue guance si colorarono di rosso.
“Che c’è? Ho forse detto qualcosa che non dovevo?”
“No.. è che… bèh… emh…”
“Su dai Leah, spara!”
“Come dire… ti sei accorto che… emh… siamo nudi?”
“Cazzo.” Fu l’unica parola che riuscii a dire.
“Ma per te è un problema? Se è così me ne vado…” Stava per alzarsi ma le afferrai un braccio.
“Ma no. Tranquilla, va tutto bene.” Si risedette accanto a me.
Questa volta ci trovavamo a pochissimi centimetri di distanza. Non potei far a meno di accarezzarle il viso. Era bellissima. Quante volte l’avevo già detto?
Chiusi per un istante gli occhi e poi… sentii le sue labbra premere sulle mie. Ma si staccò improvvisamente.
“Scusami Jacob. Non volevo ma…” la zittii con un dito posandoglielo sulle sue labbra. Le sorrisi, ancora, e quella volta fui io a baciarla.
Quel bacio era così intenso e appassionante,ma non aveva amore. Dopo qualche minuto, ci staccammo solo un attimo per riprendere fiato ma subito lei si rimpossessò delle mie labbra. Improvvisamente ci ritrovammo distesi. Lei mi salì sopra e io, pian piano, penetrai in lei. Quella notte fu solo sesso, e non amore.
Entrambi soffrivamo per amore, lei rivoleva il suo Sam e io la mia Bella.
Quella notte fu in un certo senso.. magica.
“Hei, Leah. Grazie, ancora”
“Smettila di ripetermelo o mi farai montare la testa.”
Ridemmo entrambi, poi ricominciammo il nostro sesso.

Il mattino seguente ci ritrovammo entrambi abbracciati e ancora sorridenti. Forse dal quel momento, le cose sarebbero cambiate davvero.
Improvvisamente Leah si fece seria.
“Jake, ho qualcosa da dirti.” Ok.. mi spaventava.
“Tutto quello che vuoi, piccola.” Io continuavo a sorridere.
“Ieri, non ero venuta solo per riportarti a casa…”
“Continua.”
“Sarò diretta. Fra tre giorni Edward e Bella si sposano.”
Mi sentii sbiancare. Respiravo a fatica. Non potevo crederci, anzi non volevo, non potevo.
“Mi dispiace, Jake.” Mi abbraccio.
“No, non è colpa tua.” La allontanai da me. Le sistemai una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Adesso però, voglio restare un po’ solo.”
Mi guardò piena di comprensione.
“Ok. Ma promettimi che non farai cazzate.”
“Promesso.”
Le baciai la fronte e mi trasformai in licantropo. Diedi un’ultima occhiata alle mie spalle e cominciai a correre.
“Torna presto.” Furono le ultime parole che riuscii appena a sentire.
Ormai ne ero certo, il mio dolore non si sarebbe mai placato.
 

  
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