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Autore: telesette    16/12/2012    2 recensioni
Saraide mormorò quelle parole con un filo di voce, quasi incapace di credere a ciò che vedeva, tanto che il cavaliere temette subito di aver detto qualcosa di sbagliato. Un attimo dopo però, sfiorandogli appena la guancia con mano sottile e delicata, il volto sbalordito di Saraide si aprì ad un'espressione di pura gioia e felicità...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lancillotto
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lancillotto & SaraideSaraide è un personaggio minore del famoso ciclo di Leggende Arturiane, noto più che altro agli appassionati e, nei dettagli, ai profondi conoscitori dell'opera. La sua apparizione ruota attorno alle imprese di Sir Lancillotto e, per essere precisi, nell'episodio che lo vede alla liberazione di Joyeuse Gard ( la "Gioiosa Guardia" ). Qui Lancillotto incontrerà Saraide, in circostanze spesso confuse e variabili ( a seconda delle versioni ), e sarà da lei aiutato ricevendo in dono tre magici scudi da combattimento. Non molto chiara è l'identità di Saraide. Leggenda vuole che la bionda fanciulla sia identificata come una delle ancelle della Dama del Lago ( devota alla sua signora e, per volontà di essa, anche alla causa di Lancillotto ). Altre versioni invece presentano Saraide come una specie di Amazzone, una Donna-Guerriero, volta a rappresentare la prova per misurare il valore del cavaliere. Voci più azzardate invece, pur contrastando completamente con le note storie che vedono coinvolto Lancillotto con la regina Ginevra, o con la figlia del Re Pescatore Elena ( madre del cavaliere Galahad ), narrano di Saraide come della TERZA probabile amante del cavaliere, rivelandosi anch'essa una fanciulla di nobili origini. Però, mica fesso Lancillotto! Okay, scherzi a parte, la Saraide/Lancillotto non è riconosciuta da nessuna fonte ufficiale. Io personalmente ricordo di avere fantasticato molto su un'eventuale relazione tra i due - complici anche le splendide illustrazioni di PIERO CATTANEO su uno dei miei libri preferiti fin dall'infanzia - e quanto segue è semplicemente il frutto di sogni e ricordi di tanti anni fa. E dopo questa breve introduzione, passiamo dunque alla fanfiction vera e propria dal titolo...

 

Una lunga attesa

 

Una volta attraversato il fiume, tenendo con una mano le briglie del cavallo della donzella in armatura, il cavaliere si fermò sulla riva opposta e si scusò ripetutamente con la fanciulla per averle fatto fare quel bagno rinfrescante.
La fanciulla scoppiò a ridere.
La sua risata aveva un che di infantile, vivace e sfacciata allo stesso tempo, eppure il suo volto e i suoi lunghi capelli biondi ondulati rivelavano chiaramente una giovane donna in età da marito.
Costei si rese conto immediatamente di avere offeso la sensibilità del cavaliere, ridendo così sguaiatamente del suo comprensibile rammarico, cosicché si affrettò a ricomporsi e a tranquillizzarlo.

- Non vi preoccupate - esclamò, lasciando cadere a terra l'elmo e il giubbotto di metallo che indossava sopra la corta tunica da battaglia. - Affrontando me, avete dimostrato di essere un combattente di valore: altri cavalieri giunti nei pressi di questo guado, invece di attaccarmi, sono fuggiti via come dei conigli... Voi no!
- Comunque vi prego ancora di perdonarmi - disse ancora il cavaliere, chinando il capo con rammarico. - Ignoro il motivo che vi abbia spinta ad indossare quell'armatura, o il perché vi siate fatta passare per un uomo, ma essendo io cavaliere mi è assai gravoso il pensiero di avervi fatto del male...
- Tranquillizzatevi messere, ve lo ripeto - tagliò corto lei, strizzandosi l'orlo fradicio e gocciolante della tunica. - Il massimo danno che mi abbiate arrecato, se così lo possiamo chiamare, è un tuffo in una pozzanghera... Invece io debbo ringraziarvi: il vostro arrivo segna la fine del mio compito e l'inizio del vostro!

Il cavaliere sgranò gli occhi perplesso.
Malgrado le sue frasi e il suo modo di parlare misterioso, la fanciulla era bagnata fradicia. Subito il cavaliere si accinse a prendere una coperta dalla sacca della sella, onde potergliela avvolgere attorno alle spalle. La giovane lo ringraziò con un sorriso, guardandolo con occhi scuri e splendenti come l'onice.
Senza dubbio costei era molto bella, di una bellezza fuori dell'ordinario, e qualunque uomo avrebbe subito il suo fascino.

- Il mio nome è Saraide - disse. - Posso avere l'onore di conoscere il vostro?

Il cavaliere si morse il labbro con disappunto.
Non era la prima volta che gli rivolgevano quella domanda, né sarebbe stata l'ultima, eppure la risposta restava tuttora un mistero anche per lui.

- Vi prego, non abbiatevene a male - esclamò lui sottovoce. - Purtroppo ignoro quale sia il mio nome, né conosco quello della mia famiglia, e Dio solo sa se vivo nel desiderio di scoprirlo!
- Non ci posso credere...

Saraide mormorò quelle parole con un filo di voce, quasi incapace di credere a ciò che vedeva, tanto che il cavaliere temette subito di aver detto qualcosa di sbagliato. Un attimo dopo però, sfiorandogli appena la guancia con mano sottile e delicata, il volto sbalordito di Saraide si aprì ad un'espressione di pura gioia e felicità.

- Tutto ciò che era scritto: "un cavaliere senza nome"... Voi siete il predestinato!
- Mia signora, voi continuate a parlare di cose che non capisco e nemmeno comprendo!
- Avete ragione, perdonatemi - si scusò dunque Saraide.
- Il fatto è che attendevo il vostro arrivo da... Beh, non ricordo neppure più da quanto... Vi spiegherò strada facendo, non temete, se solo avrete la bontà di seguirmi in un luogo più asciutto e sicuro di questo!

Il cavaliere annuì.

- D'accordo, Lady Saraide, sarò onorato di scortarvi dove vorrete! - L'onore è mio - sottolineò la fanciulla con evidente ammirazione. - Ma sarà meglio muoverci, la notte è piuttosto fredda per poterla trascorrere all'aperto...

Come a conferma delle sue parole, Saraide cacciò uno starnuto e si strinse tremante nella coperta. Il cavaliere la aiutò dunque a rimontare in sella e, seguendo la direzione da lei indicata, spinse i cavalli al trotto verso la foresta.

 

( continua col prossimo capitolo )...

   
 
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