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Autore: Asu chan    16/12/2012    3 recensioni
Andare a vivere insieme, sposarsi, mettere su famiglia... Sono stadi comuni nella vita di ogni uomo e donna e di solito portano tanta felicità. Sotto Natale, poi, tutti i ricordi si colorano di una sfumatura ancora più dolce. Se poi hai una figlia e una moglie che ti amano, le festività non potrebbero essere più belle... forse.
[Seconda fiction per il Calendario dell'Avvento del forum NERO "The Black Parade"!]
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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L’imperativo costante nella vita di Shikamaru Nara era sempre stato il relax: ovunque e in qualunque momento, tranne ovviamente durante i vari incarichi. A casa propria la scusa “sono appena stato in missione e devo riposarmi” aveva sempre funzionato e non gli aveva mai causato grossi problemi, salvo le più fantasiose gamme di lamenti, rimbrotti e occasionalmente insulti propinatogli da mamma Yoshino.
Ma tutto era cambiato il brutto giorno (così amava chiamarlo) in cui aveva deciso di andare a vivere, e in seguito di sposarsi, con la sua dolce metà. Ricordava ancora il suono degli scatoloni contenenti gli oggetti di Sabaku no Temari che venivano collocati nella nuova casa con precisione maniacale dagli addetti al trasloco. Appena la bionda sbraitava qualche ordine, i poveretti sussultavano ed eseguivano con evidente terrore le indicazioni della giovane. Quel giorno aveva riso: sì, insomma, conosceva abbastanza bene Temari per dire che poteva essere davvero spaventosa a volte, ma suo padre aveva sempre detto che le donne come Yoshino (di cui la sua ragazza era caratterialmente la copia quasi sputata) erano capaci di grande dolcezza con i propri cari. E allora aveva riso.
Un vero cretino, aveva sospirato qualche mese più tardi.
Con il passare degli anni le cose non erano migliorate e quando la ragazza era rimasta incinta, era intervenuto Shikaku Nara in persona.
 
« Figliolo, su questo libro c’è scritto tutto ciò che ti serve sapere sulle donne incinte. Tutti i dettagli su come trattarle » aveva spiegato suo padre, cacciandogli fra le mani un libriccino dal titolo: “Come affrontare la maternità – Per tutti i padri”.
Shikamaru aveva sollevato un sopracciglio fissando il piccolo tomo con aria incerta.
« Mi sembra tanto uno di quei discorsi esemplificativi del tipo “Da dove arrivano i bambini”. »
« Assolutamente no! » esclamò l’altro indicando il volumetto con serietà. « Leggere questo libro sarà necessario per superare indenne i prossimi otto mesi. Lo usai per tenere a bada tua madre. »
Il figlio sollevò il volto dall’oggetto in questione e osservò suo padre con uno sguardo indecifrabile.
« Ne parli come se fosse una bestia feroce » fece notare freddamente.
« Ne ho ben donde » aveva risposto Shikaku con tono piatto prima di andarsene.
 
E il libro invece era finito da qualche parte ad impolverarsi mentre Shikamaru affrontava con pentimento crescente uno dei periodi più duri della sua vita. Gli ormoni facevano scherzi pessimi a Temari, causandole sbalzi d’umore che riuscivano a farla passare dalla furia più omicida alle lacrime (incredibile a dirsi)1 in meno di tre secondi e persino per un Q.I. come quello del suo neo-marito era difficile starle dietro – anche se a dir la verità per lui era difficile già prima. Pertanto il giovane riceveva insulti variabili da « sei un mostro insensibile » a « lurido bastardo », per non dire di peggio. E trattandosi di una donna incinta doveva pure ingoiare il rospo e riverirla come una principessa.
Nonostante tutto, comunque, dopo che era nata la loro bambina, la situazione era sensibilmente migliorata: gli sbalzi d’umore erano scomparsi in favore di una versione di Temari più stabile ma non meno sadica. Insomma: era tornata quella di prima.
La piccola invece era, a detta del papà, la sua unica gioia in famiglia. Aveva i capelli neri del padre, i grandi occhi verdi della madre e un visino dai contorni morbidi e rotondetti tipici dei bambini. Per quanto riguardava il carattere era testarda, vivace e dolce: a parte la determinazione (sicuramente riconducibile alla mamma), a prima vista sembrava proprio aver maturato le altre caratteristiche autonomamente, con grande esultanza da parte di Shikamaru. E più la piccola cresceva, circondata dai tentativi del padre – brutalmente stroncati da Temari – di viziarla, più la loro felicità aumentava. Nel profondo del suo cuore il giovane era meravigliato da quanto un essere così piccolo, peraltro di sesso femminile, potesse portare tanta gioia nella vita sua e della sua donna.
Ci stava pensando anche quando, a poco meno di dieci giorni dal Natale, se ne stava come al solito sdraiato sull’adorato divano con l’adorata figlia di cinque anni seduta sulla pancia.
« Papi, mi fai volare? » chiese la bimba fissandolo con i suoi grandi occhi verdi e riscuotendolo dai suoi pensieri. Gli stava strattonando le mani con le proprie nel tentativo di ottenere la sua attenzione.
« Mmh… fammici pensare… » borbottò Shikamaru arricciando il labbro inferiore per stuzzicarla. Pungolare la figlia gli piaceva quasi quanto punzecchiare la madre, con l’unica differenza che a provocare la seconda finiva sempre con qualche livido o con una serie di improperi. La bambina infatti socchiuse le labbra e spalancò gli occhi supplichevole facendo scoppiare a ridere il padre. « E va bene, Yukiko, ma prometti che dopo farai la brava e lascerai riposare papà. »
« Promesso » esultò la piccola raggiante. Il giovane allora le lasciò le mani e la afferrò sotto le ascelle per sollevarla, farla scendere all’improvviso e poi riportarla in alto con rumori molto infantili che divertirono parecchio la bimba.
Proprio mentre Shikamaru si accingeva a deporre la figlia a terra scorse sulla soglia del salotto Temari che lo stava fissando con un mezzo sorriso.
Posò Yukiko a terra e si mise a sedere assumendo di nuovo il cipiglio pigro che usava tenere sempre con la compagna di vita.
« Cos’è quella faccia? » domandò mentre osservava la bambina schizzare verso la mamma con un enorme sorriso in volto. La bionda si vide costretta a rispondere solo dopo aver preso in braccio la piccola.
« Stavo pensando che, nonostante tu sia più infantile di lei, sei un buon genitore. »
« E tu sei- » fece per risponderle il giovane prima di bloccarsi. La fissò a bocca aperta. « Aspetta, mi hai davvero fatto un complimento? »
Si pentì di averlo chiesto quando vide l’espressione di Temari farsi quasi stupita.
« Ho detto genitore, non ho specificato se padre o madre »2 si limitò a rispondergli con perfetta naturalezza. Effettivamente quelle frecciatine erano la quotidianità. « In ogni caso bisogna andare a fare delle compere, ma io devo finire di redigere alcuni documenti. »
Non terminò la frase ma lo sguardo penetrante che rivolse al suo uomo fu sufficiente a fargli capire tutto. Ormai gli ordini non li dava neanche più: si limitava a farli comprendere.
« …era l’ora del riposino… » tentò di protestare Shikamaru, ma fu prontamente zittito dall’occhiata gelida della sua donna. « …della bambina! » si corresse con prontezza il giovane.
Temari si rivolse alla figlia.
« Hai sonno, tesoro? » domandò dolcemente la kunoichi.
« No! » esclamò energicamente la bimba.
Con un sorriso vittorioso e fin troppo candido la mamma si voltò verso il giovane Nara.
« Sembra proprio che la mia piccola non abbia sonno » rimarcò. « E dimmi, chi deve andare a fare spese? Papà o mamma? »
Yukiko si portò una manina alla bocca, pensierosa.
« Mmh… Papà non ha mai voglia di fare niente » constatò la bambina come se fosse la cosa più naturale del mondo. Temari la sollevò meglio sul fianco e tornò a guardarla. L’incontro tra quelle due paia di occhi verdi dovette far scattare qualcosa, perché la piccola sentenziò: « papà va a comprare le cose e mamma sta a casa con me. »
Quest’ultima si girò verso Shikamaru con un gran sorriso, ficcandogli tra le mani un foglietto pieno di scritte, mentre questi cercò di ritrattare con la figlia.
« Ma… Yukiko, fuori fa freddo. Vuoi che il tuo papà soffra il freddo? »
« Papà è un uomo forte! »
A quelle parole Temari scoppiò a ridere di gusto e la bambina, inizialmente stupita dalla reazione materna, la seguì dopo pochi istanti, contagiata dall’ilarità della giovane pur senza capirne il motivo.
In tutto ciò il padre, definitivamente sconfitto dalla non tanto velata presa in giro della moglie, senza aggiungere altro prese il cappotto, lo infilò e uscì di casa. Poteva ancora sentire le risate di Temari anche fuori dalla porta.
 
 
 
Nonostante avesse tentato di usarlo come scusa, il freddo non era così pungente come aveva pensato. La neve era già stata spalata dalle strade e accumulata tra una porta di un negozio e l’altra. Il cielo era coperto di nuvole biancastre che preannunciavano nuove precipitazioni, ma tutto sommato la temperatura era sopportabile.
Shikamaru si premurò di passare più tempo del dovuto in paese gettando l’occhio su varie vetrine che esponevano giocattoli e peluche di ogni tipo, in cerca di un possibile regalo per la figlia – ovviamente non per la moglie che fin da quando si erano messi insieme non si era mai aspettata niente da lui. Lei era l’unica cosa che riusciva a farlo muovere prima del tempo (che era da intendersi come “prima del 24 Dicembre”) per acquistare un pensierino per Natale.
Dopo molte ricerche infruttuose – desiderava infatti regalarle un peluche a forma di cerbiatto, tanto per iniziare ad interessarla all’animale, ma purtroppo non ebbe fortuna - decise finalmente di riavviarsi verso casa.
Non aveva idea di quanto tempo fosse passato, ma pur sapendo che la moglie odiava i ritardi sapeva di non doversi preoccupare più del dovuto.
Tanto Temari mi ammazzerà comunque, un motivo lo trova di sicuro, si ricordò sconsolato tra sé mentre si avvicinava alla soglia di casa con alcuni sacchetti in mano. Aprì la porta con il gomito e gemette un soffocato:
« Sono a casa! »
Si aspettava che Yukiko andasse ad accoglierlo ma lei non arrivò; invece alle narici del giovane Nara giunse un piacevole profumo di cioccolato.
Si diresse incuriosito verso la cucina e ne dischiuse l’uscio. Dal calore, superiore a quello che aveva percepito entrando nell'abitazione, capì immediatamente che i fornelli o il forno erano stati accesi.
Davanti ai suoi occhi si presentò una scena inaspettata: sua figlia lo fissava con un sorriso che andava da un’orecchia all’altra e aveva le labbra sporche di cioccolata; dietro di lei stava Temari con entrambe le mani coperte da guanti da forno (in un ruolo da donna di casa che a parere del suo uomo le si addiceva davvero poco) e infine sul tavolo una teglia piena di biscotti marroni a forma di fiocchi di neve e decorati con glasse bicolori.
Meravigliato, Shikamaru posò i sacchetti per terra e si avvicinò alla tavola.
« Ti piacciono, papà? » trillò Yukiko tutta felice e piena di aspettativa.
« Sono bellissimi. E hanno un ottimo odore! » esclamò il padre scompigliando affettuosamente i capelli della bambina che ridacchiò soddisfatta. Temari assistette alla scena senza parlare. « Li hai fatti tu? »
« Sì, ma mi ha aiutata la mamma! » rispose la piccola alzando il visino verso la madre. « Anzi, l’idea è stata sua! Era proprio contenta di fare i biscotti per pa- »
La sua frase candida e sincera fu prontamente mozzata dall’imputata che le ficcò in bocca con ottimi riflessi uno dei tanti biscotti.
« Ma come sono buoni! » commentò tanto per essere sicura di essersi tratta d’impiccio.
Shikamaru fece il giro del tavolo e cinse i fianchi della moglie con le braccia.
« Guarda che non è un disastro se mi dimostri un po’ di amore almeno sotto Natale… »
Temari grugnì qualcosa prima di cacciare in bocca anche a lui un biscotto.
« Assaggiali anche tu, Crybaby! »
Per evitare di strozzarsi e sputare briciole ovunque il giovane dovette lasciare la presa sulla compagna di vita e portarsi le mani alle labbra raccogliendo i pezzetti del dolce che stavano cadendo.
« E ti sbrodoli pure » sogghignò lei osservandolo mentre tentava di salvare il salvabile.
« Si vede che non mi hai educato bene » bofonchiò Shikamaru prima di deglutire. « Comunque sono buoni. Non pensavo di dirlo, ma sei una brava cuoca, Tem. »
Prima che potesse essere ucciso con lo sguardo, intervenne la piccola Yukiko:
« È vero, la mamma è proprio brava a cucinare! » commentò radiosa sedando un possibile Naricidio. Temari le accarezzò la testa, addolcita.
Sì, quella bambina era l’unica gioia del padre. L’unica che riuscisse a preservarlo da possibili morti violente per opera della sua adorabile madre.
« Ah, mamma, perché papi quando gli dici di fare qualcosa dice che sei una- »
« Assaggia un altro biscotto, piccola! » esclamò Shikamaru con foga.
Forse non era sempre una salvezza.
Ma, viste le circostanze, sarebbe anche potuto morire felice.
 

N.d.A.:
1. Probabilmente state pensando “e l’IC dove cavolo è finito?”. Beh, Temari rimane pur sempre una donna. Ed è incinta. E ha gli ormoni impazziti.
2. Come mi ha fatto notare Claudia, adoro in modo insano effeminare Shika. XD è divertente quasi quando farlo picchiare da Temari <3 *sadica*


Angolo dell'Autrice:
Arieccomi! *-*! Innanzi tutto voglio ringraziare preliminariamente (?) Claudia per l'aiuto <3 Cerca sempre di aiutarmi anche quando ha poco tempo ç____ç
Ancora una volta spero di avervi fatto passare del tempo in modo piacevole. Questa volta il mio obiettivo era ammazzarvi col fluff più totale! Io lo adoro, spero che a voi piaccia altrettanto.
In ogni caso! Come avrete letto dall'intro (l'avete letta, vero?!) questa fic partecipa all'iniziativa del Covo Nero "The Black Parade". DOVETE passare. Vi basta cliccare sul banner sotto per scoprire il nostro Calendario e tutte le fic già pubblicate! Continuate a seguirci, vi daremo un Nero Natale! <3

Il prompt di questa fiction era "Snow cookies" <3

   
 
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