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Autore: ScarlettIvyCH    16/12/2012    3 recensioni
Era imprigionato in quel luogo raso di malvagità da tempo, ma non aveva ancora smesso di sperare. Dura la vita di un cucchiaino da tè.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione! Questa Flashfic è qualcosa di veramente demenziale, forse nemmeno troppo, ma spero comunque che possa far sorridere qualcuno e magari far venire voglia di lasciare un commento. Miro troppo in alto? Forse dovrei solo sperare che non mi venga lanciata della verdura marcia addosso. XD

Dedico questa fan fiction ad una delle aguzzine del protagonista, Miss BloodyFangs. Fortunatamente io non sono tua prigioniera e posso quindi dire di volerti bene da pazzoide ragazza libera.

Buona lettura a tutti!

 

 

Non ricordava nemmeno più da quanto fosse imprigionato lì, sapeva solo che i maltrattamenti continui ora non si potevano nemmeno più contare sulle punte di un intero servizio di forchette.

Era stato lanciato, sbattuto contro il tavolo con rabbia, affogato nello yogurt e in altre sostanze che era meglio non ricordare. Solo l’altro ieri era stato quasi lasciato ad ustionarsi in una sottospecie di forno diabolico che quelle donne, soprattutto le più giovani, usavano di continuo.

Era disperato e proprio non ne poteva più. Non riusciva a smettere di chiedersi cosa mai avesse fatto di così terribile per meritarsi un simile destino, una simile tortura.

C’era stata una sola volta in cui la sua speranza si era riaccesa, ma ormai erano passati mesi.

Aveva sentito la voce di una ragazza chiedere ad una delle sue aguzzine, la più giovane, perché lo maltrattassero tanto. Il suono solare della sua voce veniva da uno strano aggeggio che non assomigliava nemmeno lontanamente ad una ragazza, ma si era detto che forse, magari, c’era la possibilità che quello strano oggetto potesse essergli d’aiuto. Per un attimo si era illuso che qualcuno sarebbe venuto a salvarlo e poco importava se era una donna, un uomo o un oggetto mai visto prima, ma subito dopo aveva sentito la risata delle due ragazze e aveva capito che non ci sarebbe stato alcun salvataggio.

Sarebbe rimasto rinchiuso lì, in quel luogo così buio e freddo che a loro piaceva chiamare “cassetto delle stoviglie”.

Era stato maltrattato in tutti i modi nella sua breve vita di cucchiaino da tè, solo perché era piccolo e indifeso si permettevano di fargli di tutto. Di tutto, davvero.  

E lui non poteva che subire e continuare a sperare e sognare che prima o poi qualcuno sarebbe venuto per salvarlo e portarlo via da quella prigione piena di ragazzine urlanti e donne davvero strane.

  
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