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Autore: Phenex    16/12/2012    0 recensioni
L'innocenza e l'ingenuità a volte possono portare anche ad amare la follia e la spietatezza di chi ci sta intorno. Terrence, un giovane adolescente appena trasferitosi, si ritroverà a vivere in un incubo fatto di segreti e paure, dove le emozioni si confondono con la follia e la follia si trasforma in terrore senza fine. Quando il ragazzo scoprirà una verità scioccante su di un tragico omicidio lui e la sua famiglia scivoleranno dritti all'interno di una mente contorta e spaventosa.
Genere: Drammatico, Horror, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: Incest
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Il fantasma di Crimson Garden.

 

Terrence non usciva di casa da circa una settimana. I videogiochi erano stati ricoperti da un fitto strato di polvere, mentre il suo abbigliamento era stato completamente sostituito dal pigiama estivo. Mangiava molto poco ed ogni notte aveva gli incubi dove quel dannato principe con il bastone nero lo inseguiva e lui non riusciva a muoversi, le sue gambe affondavano in qualcosa di vischioso e non descrivibile mentre in tutto quella paura e oscurità poteva sentire la sorella chiamarlo per nome.

Sette giorni prima la piccola Jessie non era tornata dalla sua gita nel bosco. Inutili erano stati i tentativi della famiglia di cercare nelle tenebre che avvolgevano quella notte di disperazione ed angoscia, che erano stati così costretti a chiamare la polizia. Pure le ricerche e le indagini di quest'ultima non avevano dato i risultati sperati: Jessie era scomparsa nel nulla, senza lasciare nemmeno una traccia.

Inutile dire che per Terrence, dall'esatto momento in cui aveva sentito dire la madre "Jessie non è ancora tornata", altri colpevoli non potevano esserci se non il Edward Crimson. Tuttavia i genitori si erano dimostrati piuttosto riluttanti all'idea di avvicinarsi alla villa quella notte, facendo capire così al ragazzo che anche loro, in un certo senso, avevano capito che qualcosa non andava in quel tipo sin troppo perfetto per essere reale. Gli agenti di polizia avevano comunque fatto visita a Villa Crimson ottenendo però poco o niente. La disponibilità di Edward nell'invitarli all'interno della lussuosa abitazione a bere un tè con lui li aveva convinti che, nonostante fosse sicuramente eccentrico e particolare, quel ragazzo non poteva essere il responsabile di un rapimento di minore anche perché, viste le sue condizioni da vite dei sogni, i moventi di quest'ultimo non erano neanche ipotizzabili. Però Terrence lo sapeva, lo continuava a ripetere ai suoi genitori che già alla cena di qualche giorno addietro Edward aveva mostrato un certo interesse verso Jessie, tuttavia loro continuavano a respingerlo. Ovviamente non lo facevano per egoismo, Caren era infatti nuovamente in uno stato depressivo che le stava facendo passare intere giornate a piangere ed a disperarsi, mentre Jhonatan sembrava essere morto all'esterno mentre dentro di lui ribolliva un vulcano di collera e frustrazione pronto a detonare da un momento all'altro. Tutto ciò rendeva per l'adolescente impossibile instaurare un dialogo sia con la madre che con il padre, mentre i suoi due coetanei Abby e Cody lo avevano già spaventato a sufficienza qualche giorno prima avendo quella reazione sconsiderata nel momento in cui lui aveva nominato la famiglia Crimson. Insomma, Terrence era finito dentro una gabbia impossibile da valicare, il tutto probabilmente per aver peccato di curiosità quel giorno quando aveva visto, cosa di cui cominciava a dubitare lui stesso, quella ragazzina albina dagli occhi iniettati di sangue. Forse era proprio per quel motivo che Cody ed Abby erano spaventati, forse sapevano già cosa sarebbe successo. Però quelli per lui erano dubbi su cui poter passare sopra, la sua principale frustrazione era di non aver protetto Jessie. La lasciava andare sola in quel bosco senza curarsene, senza importarsene. La sorellina era stata sempre una palla al piede, fastidiosa ed irritante, ma adesso? Adesso che sapeva che probabilmente si trovava indifesa tra le mani di qualche squilibrato? O magari peggio, magari il suo corpicino fragile e delicato era già stato privato del calore della vita e lei era sola, senza nessuno che la proteggesse e lui, lui era suo fratello. C'era voluta una disgrazia per fargli capire quale era il suo compito: difenderla. La aveva sempre ignorata ed adesso il pensiero di averlo fatto lo stava uccidendo lentamente, facendogli anche provare un forte rancore che, dopo sette giorni, si era convertito in forza. Quel pomeriggio Terrence si alzò da letto e si vestì in tutta fretta. Stanco di aspettare i risvolti della polizia, stanco di essere ritenuto incapace di comprendere la situazione dai genitori, uscì di casa e si diresse verso le case popolari alla ricerca delle uniche due persone da cui avrebbe potuto sapere ciò che gli serviva senza rischiare di fare la fine della sorella.

L'euforia e l'agitazione lo facevano sudare più del solito mentre si muoveva all'interno del luogo più affollato di Crimson Garden. Certo, non che la parola "affollato" potesse essere utilizzata in una sorta di paesino naturale con un massimo di sessanta abitanti. Fu dopo ben mezz'ora di ricerca quando finalmente intravide Abby e Cody che parlavano seduti ad un tavolino del chiosco. Il paffutello in camicia stava mangiando un panino e spiegando con un certo entusiasmo un qualche argomento che alla ragazza non sembrava affatto interessare, fatto sta che infatti preferiva dondolarsi avanti ed indietro con la sedia giocherellando con la lingua con il piercing sul labbro. Tuttavia, quando i due videro arrivare Terrence smisero di parlare, assumendo un'aria più seria e distaccata.

< Ciao Terry, abbiamo saputo di quanto è successo. >

Esordì Abby, intimandolo a sedersi accanto a loro. Terrence annuii e si sedette tirando un forte sospiro, facendo così intuire agli altri due che non era lì per scherzare o semplicemente per essere consolato.

< Immagino lo sappiano un po tutti. >

Sbottò lui, riuscendo difficilmente a mascherare le sue vere intenzioni. La sua risposta snervata e piena di sfiducia costrinse i due amici a scrutarsi per un secondo. Si scambiarono un'occhiata preoccupata e tesa, poi la ragazza poggiò delicatamente una mano sulla spalla di Terry. Un tocco lieve e pieno di compassione, così come lo erano anche gli occhi di lei.

< Se hai bisogno di qualsiasi cosa... >

Disse in un sussurro calmo e delicato, per niente collegabile al suo aspetto da ragazza ribelle ed anti conformista.

< Sentite. Non sono qui per essere consolato, ma per fare qualcosa. >

Quell'inizio discorso bastò a far ritirare la mano della ragazza che, assieme all'amico, assunse un aria indispettita e quasi spaventata, segno che entrambi avevano capito dove stava per dirigersi il discorso.

< Quando ho nominato Edward Crimson e soprattutto sua sorella ... >

Questa volta, vista la reazione improvvisa di qualche giorno prima, Terrence evitò di dire il nome di Samantha. L'ultima cosa che voleva era che quei due si esibissero in una seconda scenata da film del terrore. A lui servivano risposte e gli servivano in quell'esatto momento.

< ... avete reagito in modo sconsiderato e devo ammetterlo, anche inquietante. Sarei passato sopra la cosa se non fosse accaduto quanto invece è successo. Edward Crimson aveva dimostrato un certo interesse per mia sorella quella sera a cena, la trattava meglio di ... >

Terrence si bloccò un secondo accorgendosi che stava per nominare lui e la sua famiglia. Quella non era di certo una cosa che solitamente lo toccava, ma in quel momento si rese conto che il solo pensiero era come una pugnalata al cuore.

< ... meglio di chiunque altro. Senza contare che non appena io la ho criticata lui è stato investito dalla rabbia che lo ha portato ad insultarmi ed a minacciarmi, dopo di che se ne è andato dispiaciuto e rattristato. >

Abby e Cody si scambiarono una ennesima occhiata di intesa, poi portarono entrambi lo sguardo verso Terrence per rispondergli, ma il ragazzo le fece tacere non un segno della mano.

< Non è tutto. >

Puntualizzò, abbassando per un attimo la testa per fare mente locale di quanto stava per dire e soprattutto su come dirlo.

< Quando sono stato per la prima volta a casa di Edward ho visto, attraverso una feritoia, una bambina albina che sembrava essere stata rinchiusa lì dentro da molto tempo. Adesso non azzardo supposizioni, ma non è possibile che Edward possa essere un rapitore? Io so quello che ho visto e quando ve lo ho narrato siete come impazziti dalla paura. Perché?! >

Terrence chiuse in discorso, attendendo frasi o parole che non fossero semplicemente minacce o balbettii questa volta. In quel momento lui sapeva di essere l'unico in grado di aiutare Jessie, l'unico che avesse abbastanza materiale su cui lavorare e se la polizia ed i suoi genitori non gli credevano allora avrebbe dovuto fare di testa sua.

< Perché avevamo paura che accadesse quanto è appena accaduto. >

Rispose Abby, venendo poi fulminata da un'occhiata dell'amico che la ammutolì prontamente, per poi posare i suoi occhi adirati e spaventati su Terrence.

< Samantha Crimson non esiste. E' sparita e non è stata più ritrovata. Ci sono state numerosissime indagini ma non si è mai saputo nulla di lei. Qualunque cosa sia successa a tua sorella accettala e non farti altre domande. Edward Crimson lo ha fatto. >

Di fronte a quelle parole prive di rispetto verso di lui e verso la sua famiglia Terrence non poté fare a meno di saltare in piedi sbattendo i pugni sul tavolino, facendo sobbalzare di paura Abby ed incrociando lo sguardo con quello di Cody che, anche se di pochi centimetri, indietreggiò con la sedia in una sorta di istinto difensivo.

< Non dire stronzate Cody! Cosa è che ti fa tanta paura? Quel pazzo di Edward? Oppure sei immischiato anche tu nei suoi reati? Sai dove si trova mia sorella forse?! Perché affronti il problema con tanta superficialità? Faresti così se accadesse qualcosa ad Abby? Oppure alla tua famiglia? >

< Io non darei la colpa a caso alle persone! Terrence tu sei disperato e basta e ti inventi storie assurde! Tutto quello di cui stai accusando i Crimson è un insulto all'intero paese! Se solo tu ne facessi parte da più tempo non ti verrebbero mai certi sospetti infondati! >

Ribatté Cody, balzando in piedi a sua volta e digrignando i denti furioso. Le parole del paffutello in camicia però non intaccarono minimamente Terrence e nemmeno la sua presa di posizione. Se avesse dovuto fargli sputare i denti a pugni per sapere ciò che gli serviva lo avrebbe fatto, ma poi, proprio quando stava per ribattere alle accuse, il suo sguardo cadde dietro alle spalle di Cody, dove si trovava il chiosco e dove una piccola figura si stava appropriando di un succo di frutta senza il permesso del venditore. Nonostante la piccola fosse vestita in modo elegante, coi i capelli candidi raccolti in una lunga treccia agghindata alla radice da un fiocco rosso, Terrence riconobbe immediatamente quegli occhi color cremisi e quel corpicino cadaverico. La ragazza che aveva visto nella cantina di villa Crimson era li a pochi metri da lui.

< Cosa stai guardando? >

Chiese Cody, inarcando le sopracciglia mentre vedeva lo sguardo di Terrence perdersi alle sue spalle. Il ragazzo però non rispose, si limitò a sollevare il braccio per indicare a tutti la ragazzina con il lungo abito bianco, adornato da rifiniture scarlatte, che stava beatamente sorseggiando un succo di frutta rubato.

< E' lei! La ragazzina che ho visto! >

Riuscì finalmente ad esclamare, lanciandosi poi verso il suo obbiettivo mentre i due amici si voltavano di scatto confusi.

< Tu! Sei Samantha Crimson?! >

Chiese Terrence finalmente, dopo aver raggiunto la bambina che lo scrutò incuriosita con il suoi occhi iniettati di sangue, per poi annuire in modo quasi stressato ed iracondo. Una sorta di sorriso si generò sulle labbra del ragazzo che, dopo essersi voltato, indicò ancora una volta la piccola e cadaverica fanciulla ai due ragazzi che, nel frattempo, si erano già messi in piedi.

< E' lei! E' Samantha! La vedete?! E' la stessa ragazza che ho visto a villa Crimson! >

L'attenzione generale si spostò su di lui che, senza accorgersene, aveva alzato la voce per l'eccitazione. Nell'esatto momento in cui aveva visto quella ragazza Terrence aveva come visto le cose ribaltarsi. Non si era neanche chiesto cosa ci facesse li, neppure che fosse troppo improbabile che la soluzione a tutti i suoi problemi comparisse così all'improvviso. Addirittura neanche il pensare alla chiamata che aveva ricevuto, probabilmente da quella stessa bambina, due settimane prima lo intimoriva più. Adesso non c'era più niente da nascondere, aveva provato i suoi sospetti di fronte a tutti, sarebbe stato un passo decisivo per la salvezza di Jessie e per far capire a tutti che razza di persona era Edward Crimson.

< Non è uno scherzo divertente giovanotto. >

Lo rimproverò l'anziano signore proprietario di chiosco. Quella frase mischiata allo sguardo confuso di tutti i presenti fecero capire a Terrence che qualcosa non andava. Il ragazzo si voltò verso la bambina che stava gettando il contenitore vuoto del succo di frutto dentro il cestino accanto a lei. No, non se lo era immaginato, quella bambina era lì! Cominciò allora a pensare che gli le persone intorno a lui non gli credessero, che sospettassero che non fosse altro che una messa in scena, uno scherzo di pessimo gusto e nulla più.

< Non vi sto prendendo in giro! >

Esclamò agitato e con il cuore che gli batteva a mille.

< E' lei! E' Samantha Crimson! La bambina che è scomparsa due anni fa! Non la riconoscete!? >

< Ragazzino falla finita e porta un briciolo di rispetto a questo posto ed a chi ci vive. >

Ringhiò una signora che beveva il tè ad un tavolino poco distante, mentre Terrence incrociava le espressioni confuse ed interrogative di Abby e Cody. Quest'ultimo tirò un sospiro molto profondo poi fece qualche passo in avanti.

< Terrence, dovresti andare a casa... questa storia deve averti sconvolto... >

Cercò di tranquillizzarlo, ottenendo però l'effetto contrario da parte dell'adolescente che, in preda all'agitazione, avverrò lo scheletrico braccio della bambina strattonandola verso di se.

< Maledizione perché non mi credete?! Questa bambina è Samantha! >

Insistette, sentendo un'anomala sensazione di gelo attanagliargli prima le gambe poi il cuore. Cody sospirò ancora, mentre sempre più persone si voltavano verso di lui adirate ed indispettite di fronte al suo comportamento.

< Terrence, noi non vediamo nessuna bambina. >

Quell'ultima frase fu come un proiettile. Penetrò all'interno del corpo di Terrence perforandolo con violenza, distruggendo ogni sua sicurezza e speranza. Il suo corpo cominciò a tremare, la sensazione di gelo aumentò a dismisura mentre la fronte grondava sudore freddo. La bambina che stava trattenendo si voltò verso di lui, gli occhi color sangue sgranati e minacciosi, come quelli di un vampiro e la bocca contorta in un sorriso che lasciava intravedere i dentini bianchi che davano forma ad una mezza luna perversa e sadica.

< Ciao, ragazzo della lepre. >

La voce spettrale della bambina, identica a quella che Terrence avesse udito per telefono giorni addietro, lo spaventò così tanto da fargli mollare la presa facendolo poi scivolare a terra.

< Non mi piaci per niente. Sei stato cattivo con Jessie, ma adesso lei è felice con me. Giochiamo ogni giorno e lei non è più sola. Non lo sarà mai più. >

Sibilò la piccola Samantha, allargando quell'inquietante sorriso e facendo inevitabilmente scivolare Terrence dalla paura alla collera che lo fece nuovamente balzare in piedi, incurante di tutto ciò che avesse intorno.

< Sei stata tu a prendere Jessie?! Dove si trova mia sorella!? >

Urlò rabbioso, sopprimendo a malapena il desiderio di prendere a pugni quello scheletro dagli occhi cremisi e l'espressione diabolica. Ogni muscolo del suo corpo era teso e pronto a reagire a qualsiasi situazione se ce ne fosse stato bisogno. La bambina però non sembrò minimamente intimidita di fronte a lui, anzi esplose in una stridula ed agghiacciante risata che fece accapponare la pelle al ragazzo.

< Mi dispiace, sei una macchia Terry. Il mio fratellone non tollera le macchie, verrà a fare pulizia molto presto. Per fortuna non hai sporcato Jessie. Lei è la mia amica del cuore ora, staremo insieme per sempre. >

Lo minacciò, tornando a ridere mentre il ragazzo, incapace di agire in alcun modo e sentendosi circondato dagli sguardi confusi ed arrabbiati di quasi tutti gli abitanti di Crimson Garden, non poté fare a meno di imprecare per poi voltarsi e correre via.

Mentre scappava continuava ad udire quell'incessante risata sadica e terrificante. Ora mai non riusciva più a capire se fosse nella sua testa, se veramente quella bambina non esisteva e stava lentamente impazzendo. Tutte le sue sicurezze stavano lentamente morendo mentre si avvicinava alla propria casa con il solo desiderio di chiudersi a chiave in camera sua e non uscire mai più. I suoi genitori non lo avrebbero ascoltato, l'intero villaggio non lo avrebbe ascoltato, Terrence era solo.

 

-

 

La madre non aveva preparato la cena neanche quella sera. Il sole stava lentamente tramontando e Terrence non era più uscito da camera sua dal momento in cui era tornato in casa. L'unica cosa che era riuscita ad alleviare la sua frustrazione era una vecchia foto di cui aveva un lontano ricordo dove vi erano lui e Jessie quando la sorellina aveva circa due anni e lui, il suo fratellone, la stava tenendo il braccio. Dopo averla cercata nell'album di famiglia, accorgendosi anche che di momenti insieme alla sorella non ve ne erano stati immortalati poi così tanti, se la era messa nella tasca dei pantaloni dopo averla ripiegata con cura. Quello era tutto ciò che riusciva a consolarlo dal fatto di essere stato un pessimo fratello, la dimostrazione che almeno una volta le era importato di lei.

Il padre era tornato a casa in anticipo, ma non aveva fatto altro se non sedersi sulla poltrona in silenzio, a meditare sulla propria collera, quando poi all'improvviso spalancò la porta della camera del figlio in compagnia di Abby.

Terrence rimase sorpreso di vedere la ragazza in casa sua, ma fu subito assalito dal terrore che fosse lì solo per riferire alla famiglia quanto fosse accaduto quel pomeriggio. Tuttavia la sua paura venne smorzata da un insolito sorriso allegro di lei che, dopo aver varcato la soglia lasciò che Jhonatan chiudesse la porta, ma non prima di aver annunciato "Non fate troppo chiasso, tua madre sta dormendo".

< Che sei venuta a fare? >

Chiese imbronciato, rimanendo seduto sul letto e continuando a tastare la fotografia ripiegata dentro la sua tasca. Abby assunse un aria molto seria, poi si sedette di fianco a lui evitando però di incrociare il suo sguardo.

< Sono venuta a chiederti scusa. >

Esordì sorprendentemente, lasciando Terrence alquanto interdetto, quel tanto che bastava da lasciarla parlare senza interruzioni.

< Non credere di essere pazzo Terry. Oggi tutti hanno visto Samantha Crimson, hanno solo finto che non fosse lì. Tutti, compresa me. >

Ancora una volta tutto quello che il ragazzo pensava venne fatto esplodere in una miriade di quesiti irrisolti.

< Ma.... >

Riuscì solo a mormorare stordito di fronte a quella rivelazione. Abby strinse le mani sulle ginocchia, segno che ciò che stava per dire era per lei una sorta di enorme sforzo.

< Le persone che abitano i Crimson Garden, compresi i miei nonni e quelli di Cody, sanno benissimo che Samantha è viva e vegeta e che si aggira per i boschi e per il villaggio spensieratamente. Tuttavia tutti sono d'accordo con il fatto che non esista. Dicendoti questo io sto facendo un errore, non potrei riferirlo neanche ai miei genitori. Questo perché i nonni, anzi l'intero paese me lo ha proibito. >

La voce della ragazza cominciava a tremolare, la paura e l'insicurezza si stavano facendo strada dentro di lei, ma Terrence non le avrebbe permesso di interrompersi proprio in quel momento.

< E perché sono tutti d'accordo? Per quale motivo difendono Edward e fanno finta di non vedere Samantha? >

Abby sospirò, scostandosi una lunga ciocca di capelli corvini dietro la spalla sinistra.

< I Crimson, i genitori di Edward e Samantha, non erano mai stati degli stinchi di santo. Poco prima della loro morte infatti stavano per vendere l'intero territorio di Crimson Garden a degli imprenditori che avrebbero sostituito il paese con delle fabbriche. In questo modo tutti gli abitati del villaggio si sarebbero ritrovati senza una casa. Fu così che Edward si mise d'accordo con i paesani. Lui avrebbe tolto di mezzo i genitori, ereditando la loro fortuna e così facendo salvando le loro case. Gli abitanti accettarono immediatamente la proposta che comprendeva da parte loro solo testimonianze false e già più che presenti risentimenti verso i Lord Crimson, utili per confondere e sviare le indagini. I due tiranni morirono per mano del figlio che si assicurò un futuro di ricchezza, mentre i paesani poterono vivere nelle loro case senza il rischio di perderle. >

< E questo cosa c'entra con la storia di Samantha? Che bisogno c'era di farla sparire? >

Abby sembrò titubante a rispondere.

< Nessuno lo sa con certezza. Sta di fatto che oltre alle false testimonianze Edward il giorno prima pretese che gli abitanti riconoscessero come inesistente la sorella. Lo so è strano, ma a loro cosa importava? Ignorare una ragazzina come se fosse un fantasma era un prezzo più che accettabile per mantenere il loro stile di vita. Io e Cody siamo costretti da due anni a fare i finti tonti, a mentire alle persone come te, ma dove lui è sempre stato forte io sono debole. Non riesco più a mentire ai miei genitori, ai turisti e... a te. Forse avrei potuto continuare, ma non dopo che tua sorella, una bambina... >

Abby non riuscì più a trattenere le lacrime. Il peso delle menzogne, il continuo recitare di fronte al prossimo la aveva lentamente corrosa nel tempo, sino a che la sparizione di Jessie non le aveva stroncato la coscienza con i sensi di colpa. Terrence rimase in silenzio a contemplare quanto gli era stato detto. C'erano anche svariati interrogativi da risolvere, come le condizioni di Samantha il giorno in cui la aveva vista la prima volta, ma finalmente tutto sembrava scorrere dalla sua parte, il che non poteva fare altro che riaccendere in lui la speranza di rivedere la sorella.

< Cody è un idiota, non è affatto forte. >

Disse poi, toccando la spalla della ragazza come lei stessa aveva fatto con lui quel pomeriggio.

< Continuare a dire menzogne anche a chi ti sta vicino a discapito del prossimo non è forza. Sei stata molto più coraggiosa tu a raccontarmi tutti questo... >

La rassicurò sorridendole. La ragazza si asciugò le lacrime con il dorso della mano, poi tornò a parlare.

< Quello che ha detto oggi Samantha. La storia sulle macchie. Ho paura che vogliano fare qualcosa a te ed alla tua famiglia Terry. >

In quel momento, proprio quando ella riuscì ad emanare quell'avvertimento, i due sentirono bussare alla porta principale. Era un suono forte che solo un oggetto metallico poteva produrre, un oggetto come il bastone di Edward Crimson.

   
 
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