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Autore: ravencraw    16/12/2012    0 recensioni
"Un giorno speciale in fin dei conti, e per Izumi lo era ancora di più, era il suo compleanno e per questo motivo il padre decise di chiamarla primavera, non credo ci sia un nome più appropriato"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 1 YANAGI

 

Il canto del gallo della vicina fattoria svegliò Izumi insieme al Sole, era un giorno importante:

era il suo compleanno...

Velocemente come in preda ad una incontrollabile euforia, ella si diede una rinfrescata e si vestì, mise il suo maglione preferito, color cobalto, un paio di pantaloni color pesca, e il berretto; anche se era a tutti gli effetti primavera, il clima non era certo clemente, mise poi gli stivali di velluto, il regalo di compleanno dell'anno passato, niente trucco, non era come le altre ragazze, che seppur vivevano in una vallata rurale si tenevano al passo con le mode occidentali con capelli tinti e viso colorato, e la maggior parte dei ragazzi avrebbe sostenuto che non ne avrebbe avuto bisogno.

Scese velocemente le scale di camera sua, spinse la porta cerata scorrevole e salutò i nonni con un sincero inchino, prese la colazione e si fiondò animatamente ad aiutare suo padre nell'orto.

Aprì il cancello di legno della staccionata e oltrepassò la guaina posta a protezione del raccolto, abbracciò affettuosamente il padre, dimenticandosi come di consueto di fare l'inchino, lui l'avrebbe perdonata, v'era un rapporto speciale tra loro due e entrambi lo sapevano, soprattutto in questi ultimi mesi in cui la madre era ricoverata al Tokio Central Hospital.

Entrata nel campicello, salutò come al solito il suo amico pesco, mettendo i palmi delle mani sulla corteccia, in segno di risposta le fronde frusciarono gioconde sotto un alito di vento;

lavorò con impegno per circa tre ore, curando meticolosamente ogni singola piantina e nonostante lo sforzo, aveva sempre il sorriso sulle labbra.

Tornò a casa, dove i suoi parenti le avevano preparato la cerimonia, ricevette alcuni regali, maglioni, e altri capi di vestiario, le fu dato inoltre un pacchettino in carta lucida, il mittente: sua madre.

Congedò tutti secondo la tradizione, poi corse ad abbracciare i nonni incurante del galateo, infine prese il regalo della madre e si avviò in camera sua contemplando l'incarto e cercando di indovinare cosa vi fosse al suo interno, non senza rattristtarsi, in quanto il pensiero volò subito alla madre stessa, in quella camera bianca da cui da giorni riceveva notizie non rassicuranti, persino suo padre che ogni qual volta lei gli chiedeva informazioni sullo stato di salute della madre, lui la rassicurava e le sorrideva, ora aveva smesso di farlo, ora sospirava e annuiva al vuoto.

Aprì l'involucro con estrema delicatezza, assicurandosi di non danneggiarlo, al suo interno vi era un quadernetto foderato con una stoffa morbida color lilla, Izumi la accarezzò amorevolmente; la sua famiglia non poteva certo permettersi sfarzosi regali ma le piccole cose lei le sapeva apprezzare, il suo amore per la scrittura e per la poesia erano noti anche alla madre, bastò quel piccolo dono a farle spuntare nuovamente il sorriso.

 

Pioveva a dirotto quel pomeriggio, ma c'era da aspettarselo, la primavera porta un aumento delle temperature e quindi anche a modesti acquazzoni, ma Izuma sapeva apprezzare anche quelli, facendo disperare i parenti, infischiandosene dei malanni, usciva scalza a danzare sull'erba cercando di schivare le gocce, una giocosa danza molto intima, tra lei e la natura, chiudendo gli occhi e vedendo con il cuore, andava per i campicelli annacquati come incantata da una dolce nenia.

É ben appurato però, che le cose cambiano e non sempre in meglio;

tutto si svolse in un attimo, come la scena di uno di quei film drammatici che a lei piacevano molto, Izumi sotto la pioggia, suo padre le corse incontro la strinse forte, le sussurrò qualcosa all'orecchio e tutti e due iniziarono a piangere sotto la pioggia, sua madre si era spenta nel pomeriggio;

lacrime, lacrime sincere si unirono al pianto della foresta, il cielo si incupì per lutto e lamenti di tuoni riecheggiarono tutt'intorno, l'unica differenza con il film, è che stavolta era vero.

Izumi era una ragazza forte questo è certo, ma questa era una prova da superare difficile anche per lei, abituata all'allegria e alla pace della natura, si trovò catapultata in un istante nel mondo reale, quel mondo grezzo e ruvido, inadatto per la sua delicatezza, ma volente o nolente doveva imparare a conviverci, ora come ora, sola.

Ed è così che volle stare per tutta la serata: sola, in camera sua, sdraiata su quel variopinto materassino che lei stessa e sua madre avevano confezionato anni prima con fiori secchi e essenze profumate; i singhiozzi si chetarono lasciando spazio alle reminiscenze e ai ricordi di un passato non troppo lontano, nella sua mente vedeva immagini nitide di lei e sua madre in mezzo ai prati a coglier gigli, gli correvano per la mente le canzoni antiche che sua madre le cantava prima che la piccola prendesse sonno, e che Izumi stessa muovendo le labbra cercava di riprodurre...

Per la prima volta aveva paura, soprattutto di dimenticare, fu allora che prese il quadernetto lilla, e come se fosse l'ultima cosa che la legava a sua madre, con l'innocenza di un bambino decise di scriverle.

 

" Cara mamma, non so perchè te ne sei andata così all'improvviso...

Papà è molto triste, e anche io lo sono, so che tu non lo vorresti..ricordi le poesie che mi cantasti prima di...insomma...sai no?, erano tutte allegre, scrivo queste poche righe cercando di spiegarti a parole quanto mi manchi, anche se non credo di riuscirci...vorrei che tu mi rimanessi accanto e so anche che lo farai...tutto qui continua normalmente, anche se è brutto senza di te,...Volevo dirti anche che ho apprezzato molto il tuo regalo, questo quadernetto, ti scriverò spesso, nella speranza che tu possa leggere...mi manchi...la tua Doki"

 

 

Izumi riuscì a stento a finire i suoi pensieri, ancora scossa, si addormentò.

 

 

Ecco il primo capitolo, come al solito sono ben accetti commenti, critiche, opinioni, consigli ecc..

 

è la prima volta che scrivo un racconto sentimentale, ma sopratutto ambientato in Giappone, e so che sul sito ci sono molti amanti del genere, quindi chiedo scusa anticipatamente se ho dato per scontato qualche aspetto della cultura orientale o ho banalizzato in qualche modo...

 

vorrei poi aggiungere che i capitoli sono dedicati in alternanza ai due protagonisti fino a che...(non ve lo dico ora XD)...e chiedo scusa se in questo capitolo la protagonista sembra immatura o superficiale, da un lato volevo rendere l'idea di crescita personale, dall'altro so di aver trattato un tema delicatissimo e forse troppo spesso palesemente utilizzato, ovvero la morte della madre, che non vorrei fosse solo un aggancio per la trama o una storia per intristire, quindi ancora mi scuso se non ho dato la giusta impronta di sensibilità alla cosa, ma sta in base all'emotività di ognuno compiere osservazioni, ringrazio ancora in anticipo coloro che dedicheranno il loro tempo per leggerla.

  
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