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Autore: MaikoxMilo    16/12/2012    10 recensioni
Svegliarsi da un coma non è facile, né per chi si trova in quella particolare situazione in prima persona, né per chi vi è fuori... No, non esiste "essere fuori" per chi sta rischiando di perdere una persona cara, perché il senso di perdita è così opprimente da toglierti il tuo stesso respiro, da spingerti a fare di tutto per salvarla...
E poi il risveglio, doppio, se possiamo dire... Perché non puoi mai sapere cosa ti riserverà il futuro, perché non puoi mai sapere cosa accade se le vite del passato e del presente si incontrano...
Seguito de "La guerra per il dominio del mondo" della quale è necessaria la lettura. Personaggi Lost Canvas e serie originale.
(Fanfic in fase di riscrittura)
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Aquarius Degel, Nuovo Personaggio, Scorpion Kardia, Scorpion Milo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Passato... Presente... Futuro!'
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CAPITOLO 30

 

RITORNO A CASA (prima parte)

 

Milo corse più che poté, corse, corse e corse, del tutto incurante dell'ambiente circostante. Una bruttissima sensazione albergava in lui, il cosmo sofferente del suo migliore amico ne era la prova schiacciante. Qualcosa stava succedendo; qualcosa di terribile, lo poteva presagire sin troppo bene.

Certo, il sommo Zeus gli aveva chiaramente detto che sarebbe andato a chiedere la stessa cosa a Camus, eppure era stato proprio ciò a far scaturire in lui una paura atroce Chiedere la stessa cosa. Nelle condizioni fisiche del suo migliore amico. Era fisiologicamente impossibile, salvo perdere la vita nel processo, una cosa che Camus avrebbe fatto senza pensarci due volte. Ecco la ragione di un tale atterrimento. Giunto davanti alla porta da cui proveniva quel cosmo carico di pena, la aprì di scatto senza curarsi di chiedere il permesso, e quel che vide diede credito ai suoi timori. Un rabbia cieca lo avvolse.

Sommo Zeus!!! Cosa diamine state facendo a Camus?!” urlò, spaventato dalla scena, divaricando le gambe per apprestarsi ad attaccare.

Davanti a lui infatti si ergeva il re degli dei girato di spalle nell'atto di inchiodare il giovane Cavaliere dell'Acquario contro la parete. A Milo venne un colpo quando riuscì a vedere nitidamente il volto pallido e stremato del suo migliore amico vinto dal dolore; per non parlare del sangue che sgorgava incessantemente dalle ferite al torace e confluiva, per qualche trucco magico, in un'ampolla abbastanza capiente. Il Cavaliere dello Scorpione non riusciva proprio a crederci, si sentiva quasi tradito da quell'entità aliena con cui aveva combattuto in precedenza come compagno e che, in quel momento, di punto in bianco, faceva una cosa così assurda e crudele nei confronti del già stremato Camus. Fremette violentemente, sempre più minaccioso.

Zeus!!! Così lo ucciderete! Perché gli state facendo tutto questo?!” si agitò ancora Milo, incapace di continuare ad articolare parole con un senso compiuto. Del resto, nemmeno quella dannata divinità dava cenno di volersi fermare, quasi come se le sue orecchie fossero chiuse alle sue grida. Lo Scorpione era sempre più fuori di sé, si dovette trattenere per non colpirlo seduta stante.

Calmati, Cavaliere... pensi mi stia divertendo a torturare ulteriormente questo ragazzo dopo tutte le pene che ha già passato? Non è così, ma la profezia dice chiaramente che...”

CALMARMI?!? LO STATE DISSANGUANDO E MI DITE DI STARE CALMO?!? Non me ne fotte una beata minchia di questa profezia! - lo bloccò immediatamente Milo, lanciando una delle sue cuspidi ai piedi del padre degli dei come primo avvertimento - Liberatelo immediatamente o ci metterò un attimo a concentrare tutti i miei quindici colpi in un solo e a costringervi con la forza a togliere le vostre sporche manacce da lui!” lo minacciò ulteriormente, tirando fuori esaustivamente entrambi gli aculei dagli indici delle due mani. Più chiaro di così non si poteva, ancora una goccia di sangue e lo avrebbe attaccato con tutte le sue forze, in barba all'alleanza.

Il padre degli dei sospirò sonoramente, poi, con un rapido gesto, liberò Camus, il quale, totalmente sopraffatto dal dolore, cadde in avanti, incosciente.

"CAMUS!!!"

Cavaliere, è stato lui stesso a volerlo. Io non... non avrei mai voluto fare una cosa simile, avrei voluto trovare un'alternativa, ma il tuo amico è stato irremovibile. E ho capito. Non riuscirebbe in alcun modo a sopportare un mondo svuotato dalla presenza della sua amata sorellina, è stato così coraggioso...”

Ma Milo non lo stava più ascoltando, essendosi precipitato ad afferrare il suo migliore amico al volo e a distenderlo delicatamente per terra in posizione supina, le mani ancora una volta tremanti e il sangue sparso dappertutto che gli sporcava l'intero torace, scendendo poi sull'addome, e ancora sui capelli, come quel dannatissimo giorno in cui si era procurato le lacerazioni.

Camus! Santo cielo, Camus! Cosa hai fatto?!” esclamò Milo, spaventato a morte. Sollevò leggermente la nuca del compagno per permettergli di appoggiare la testa sul suo grembo e farlo respirare meglio, ma non vi era modo di arrestare l'ingente emorragia che, ancora una volta, lo prosciugava lentamente della vita. Le sue mani corsero a tastagli il polso fiacco, la paura aumentava ad ogni secondo.

L'ho sottoposto ad una scelta, recuperare la vita di Marta a rischio della sua e, sebbene gli avessi detto dei rischi che correva, non ha esitato un attimo a sacrificarsi per lei. Davvero voi esseri umani siete straordinari!” proferì Zeus, con un misto di ammirazione e compassione.

E' tutto così assurdo quello di cui parlate... perché dovevate riaprire proprio le ferite che, per un soffio, non gli hanno fatto perdere la vita?! Perché a lui?!? Ora Camus sta continuando a sanguinare... morirà se non facciamo immediatamente qualcosa!!!”

Calmati, Cavaliere! Ho già provveduto a questo... non è che un tampone da usare nell'immediato, ma lo farà stare meglio, almeno pe il momento”

Milo non ebbe il tempo di rispondere che vide entrare nella stanza Hermes con passo incalzante, quasi come se si trattasse di un prodigio che avesse aspettato fino a quel momento per palesarsi sulla scena.

Non gli permetteremo di morire, di questo puoi starne certo! Noi dei abbiamo già causato troppi spargimenti di sangue... - sancì l'ambasciatore divino, facendo segno a Milo di lasciarlo procedere e di avere fiducia.

Passò quindi una mano tra i capelli di Camus, il quale, ansimava con patimento, mentre con l'altra, la sinistra, che sorreggeva il Caduceo, poggiava l'estremità del bastone sulle tre ferite. Malgrado la delicatezza del movimento, il corpo del ragazzo tremò con forza, preda di deboli, ma consistenti, spasmi che spinsero Milo ad accarezzarlo, lisciandogli i capelli con dolcezza.

"Resisti, Cam, tra poco sarà tutto finito!" provò ad incoraggiarlo, con il cuore in gola, mentre una lucina cominciava ad irradiarsi dalla punta del bastone.

"Tuttavia... - riprese Hermes poco dopo, come se niente fosse, operando come un mago - il sangue che lui stesso ha donato riuscirà davvero a far tornare in vita sua sorella, rendendo però il suo organismo ancora più debole. Certo, questo vale in parte anche per te e Hyoga, ma per Camus... per Camus è diverso!”

Perché... perché per lui deve essere tutto così dannatamente doloroso?!” chiese un prostrato Milo, non appena riuscì a distogliere l'attenzione dalla luce che produceva il Caduceo del dio dei viandanti e che faceva rimarginare, almeno in parte, le ferite aperte di Camus. Anche il suo respiro stava tornando regolare, anche se ancora un poco difficoltoso, si mosse appena, in quello che pareva un gesto involontario.

Perché... lui è molto interessato ad indebolire Camus per raggiungere i suoi scopi... - rispose solo Zeus, enigmatico - Ho accettato la richiesta del Cavaliere dell'Acquario anche se ero perfettamente consapevole di fare il gioco di quell'entità maligna, nondimeno non potevo certo rimanere indifferente davanti alla sua disperazione così tangibile. Questi due ragazzi, lui e sua sorella, si vogliono molto bene, ma oltre a questo, sono forse l'unica speranza per il futuro... le sorti del mondo, anzi di tutte le dimensioni, ricadono sulle scelte di Camus e Marta!"

U-un'entità maligna? Un'altra?!” interloquì Milo, sgomento.

Cavaliere, non possiamo dirti tutti i dettagli, ti basti sapere che la battaglia che si è appena conclusa sarà solo la prima, ed è stata voluta da qualcuno molto più potente di tutti noi dei dell'Olimpo messi assieme. Questa... cosa... ultradimensionale è assai antica, un tempo equilibrava e riordinava il suo mondo, la sua dimensione... ma successe un fatto che gli fece perdere la ragione, il suo mondo implose su sé stesso, portandolo a mutare essenza. Da lì in poi cominciò a lavorare per piegare tutti i mondi al suo volere... e ci sta riuscendo, quasi, poiché questa dimensione ancora resiste!” spiegò Zeus, sempre più enigmatico. Dava l'impressione di sapere ma di non poter parlare, in ogni caso non avrebbe più continuato, lo si presagiva distintamente in quel volto che, proprio in quel momento, sembrava terribilmente vecchio.

Milo non riusciva a credere alle proprie orecchie, intuiva la gravità del problema e la grandezza del pericolo, si sentiva impotente davanti ad una simile rivelazione, ma parallelamente non aveva gli elementi sufficienti per connettere tutte le parole e le teorie in un'unica tesi. Solo di una cosa era certo in quel momento: non avrebbe permesso più a nessuno di toccare, anche con un solo dito, Camus, le ragazze e gli altri Cavalieri suoi amici, no! Per farlo occorreva avere più informazioni che nessuno gli avrebbe dato... Pazienza! Lui era abituato a leggere le frasi non dette e sottintese del suo migliore amico, era avvezzo a percepire i mutamenti del sostrato, persino quando questi non venivano pronunciati esplicitamente, allo stesso modo avrebbe ottenuto le sue risposte, in un modo o nell'altro, era necessario per riuscire a proteggere tutti quanti!

Pi-piccola mia...” mormorò debolmente Camus ad un tratto, aprendo a fatica gli occhi. Il cuore di Milo perse un battito per la gioia. Stava faticosamente riprendendo coscienza, il suo viso aveva riottenuto un briciolo di colore, pur vertendo sempre sul pallido.

Camus!!! Sei sveglio, amico! Sei... sei sempre il solito, quando smetterai di farmi morire di paura ogni volta?!” esclamò, in un tono misto tra il rimprovero e l'assoluta felicità. Incassò la testa fra le spalle, sciogliendo la muscolatura e permettendosi di cedere, giacché, si rese conto solo in quel momento, non vi era una fibra del suo corpo che non fosse irrigidita dalla tensione. Camus alzò a fatica lo sguardo nel vederselo così in balia degli eventi, così spaventato dalle sue condizioni fisiche. Sapeva quanto aveva rischiato, ma Milo lo aveva scoperto solo in quel frangente. Concentrò quindi tutte le sue energie nel tentativo di parlare per tranquillizzarlo, la voce gli usciva a fatica.

"Sc-sciocco, s-sei... sei il solito impulsivo, non sai quanto hai rischiato ad attaccare Zeus, p-prima, nel tentativo di proteggermi da una mia... scelta... anf, è pur sempre una divinità, anche se nostro alleato..."

"Io non saprei cosa ho rischiato?!? E tu, lo sai, Camus?!? - ribatté l'altro, lasciandosi sfuggire due lacrime capricciose che caddero sul volto stremato dell'amico - Ma certo che lo sai, Camus, lo sai sempre, ma questo non ti ferma da commettere follie. Quando finirai?! Quando riuscirai a capire che anche la tua vita è preziosa?!? Qualcuno riuscirà mai a scrivertelo a caratteri cubitali in quella testa bacata che ti ritrovi?!?" lo accusò, frustrato, ma mai sconfitto, mentre continuava ad accarezzargli i capelli.

Il suo migliore amico gli scivolava via, sempre... era sempre stato così fin da piccoli, ma quella volta non glielo avrebbe più permesso, a costo di rimetterci la vita. La nuca di Camus era ancora appoggiata alle sue ginocchia, impossibile per il Cavaliere dell'Acquario alzarsi in quel momento, le energie gli mancavano, il respiro era ancora aritmico, ma trovò le forze sufficienti per ricambiare almeno la stretta del compagno, chino su di lui, le mani sul suo busto, in una specie di abbraccio. Camus alzò faticosamente le braccia, stringendo le dita sui polsi del migliore amico. Chiuse gli occhi, stremato, non riusciva a fare di meglio, e ciò gli procurava rabbia. Le parole non erano mai state troppo necessarie, tra loro, poiché Milo percepiva tutto di lui, persino in un simile frangente, e in quel momento Camus aveva un bisogno quasi disperato di abbracciarlo per sentirlo concretamente vicino a sé.

"Sono qui, amico mio, non temere, non sei solo, o-ora andrà meglio, vedrai!" lo provò a rassicurare lo Scorpione, avvertendolo agitato. Anche se cercava di non darlo a vedere, probabilmente Camus era rimasto traumatizzato dal modo in cui le ferite sul suo torace erano state riaperte, il solo vederle lì, ancora sanguinanti nonostante l'intervento di Hermes, più profonde e più ampie, faceva sentire piccolo piccolo il suo cuore.

"Cosa hai dovuto patire, ancora una volta..."

Lo so, tu... tu ci sei sempre, M-Milo... g-grazie, io..." gli sorrise con tutte le sue forze, prendendosi una breve pausa perché a corto di fiato.

"Sciocco, parli raramente oltre le due sillabe in momenti come questo, e decidi di esprimerti più del dovuto ora che sei così conciato! Riposa, Camus... riposa!" lo rassicurò, commosso.

Ma Camus, ancora restio a lasciarsi andare prima di sapere le condizioni della sorellina voltò il capo in direzione delle due divinità, rimaste in disparte: "Lei... lei starà bene?”

Era quasi del tutto stremato, aveva paura che il suo sacrificio non sarebbe bastato per la sua piccola Marta, l'aveva vista così pallida, così immobile, ne era rimasto sconvolto, voleva solo che la sua sorellina potesse tornare a sorridere, e a camminare, in quel fantastico percorso che era la vita.

Sì, starà bene grazie a te, devi dare solo il tempo al tuo sangue di fare effetto e... potrai riabbracciarla, Camus!” esclamò il Padre degli dei, con una punta di dolcezza nella voce.

Il cuore gli si fece immediatamente più leggero.

Grazie... grazie, Sommo Zeus, per questa seconda possibilità che le state donando. Lei... lei è come una piccola lucciola nella mia vita, ormai non sarei in grado di ritrovare la strada senza la sua presenza. Il pensiero che potrò di nuovo abbracciarla, o anche solo discorrere con lei, rende più sopportabile l'immenso dolore che mi provocano nuovamente queste ferite riaperte...” sussurrò ancora Camus, mentre una solitaria lacrima uscì dai suoi occhi, inumidendogli la guancia diafana. Si appoggiò completamente alle ginocchia di Milo, lasciandosi andare prima di cedere al buio dell'incoscienza, esalando un profondo respiro a metà strada tra il sollievo e la sofferenza fisica.

Forse le cose sarebbero andate veramente meglio per lei, solo quello contava. Per lui, invece, si delineava una sentiero buio, pieno di ostacoli e sofferenza in cui non ne sarebbe uscito vivo. Ma Marta e le altre erano salve... sorrise leggermente nel far riaffiorare alla mente i visi delle allieve, che lo accompagnarono verso l'oblio della perdita dei sensi.

*************

“E' stato tutto molto commuovente, non c'è che dire... tuttavia la speranza di quella nullità di Zeus è finalmente caduta, allo stesso modo in cui è caduto tuo fratello! Le febbri della peste lo consumeranno dall'interno, dall'interno sì, permettendo così al mio cosmo, già penetrato in lui tramite quelle ferite, di prendere le redini del comando!"

Sussulto nell'udire una voce spietata frastornarmi le orecchie. Riapro gli occhi, sono circondata dal buio, ma vedo chiaramente i volti davanti a me, quello di mio fratello, rotto dalla sofferenza, quello del Mago, sopra di lui, visibile dalle spalle in su, braccia comprese, perché sotto... rabbrividisco subitaneamente, sgranando gli occhi.

"...Una volta fatto questo, userò il suo corpo per ucciderti, Marta, avendo ovviamente la massima cura di lasciare un barlume di lucidità al tuo dolce fratellino durante la mia possessione. Potrò quindi tornare al mio obiettivo primario, ovvero la tua eliminazione completa, sollazzandomi nell'urlo viscerale di Camus, il quale, pur non potendo fare alcunché, sarà sufficientemente conscio per percepire il suo pugno, guidato da me, penetrare le tue giovani carni; le carni della persona che ama di più al mondo... muhahahaha!!!"

Così dice, prendendo un braccio inanimato di Camus per poi stringerselo a sé, intrecciando le sue dita con i suoi polpastrelli, mentre con l'altra mano passa sul suo busto scoperto, ricolmo di segni neri, che sembrano quasi vene contaminate da miasmi ben visibili. Tremo di raccapriccio, serrando la mascella. Di nuovo quella voglia di uccidere che provo solo per lui.

"Toglili le mani di dosso... verme!" sibilo, furente, non riuscendo però a muovermi. Impreco tra me e me. Mi è consentito solo osservare... osservare quel disgustoso intreccio del suo corpo che sembra penetrare dentro le carni di mio fratello, nudo e impotente davanti a me, quelle sue dita rachitiche, che lo toccano in mille e più modi, senza che lui possa reagire. Vigliaccamente. Perché mio fratello, sebbene respiri ancora, con patimento, non riesce più a difendersi. E' alla sua totale mercé...

"Toglili le tue sporche manacce di dosso, SCHIFOSO!" ripeto, con ancora più convinzione, fremendo con sempre maggior forza, cercando di smuovermi, ma una misteriosa pressione mi inchioda... il cosmo di quel mostro?!

"Oh? Non vuoi che faccia questo? - mi chiede lui, languido, mentre, alzandogli il braccio sopra alle testa, trattenendolo lì, gli gira forzatamente il volto, chinandosi poi su di lui per leccargli la guancia pallida fino al collo, dove si ferma e si raddrizza, scoccandomi un'altra occhiata, stavolta di trionfo - Oppure non riesci a tollerare... questo?!" persevera, mentre con l'altra mano gli percorre la linea dello sterno fino ad arrvare all'addome, all'ombelico, che inizia a torturare con l'indice, insinuandocelo dentro, come a volerlo trafiggere.

Se alla prima leccata Camus reagisce appena, con un disperato serrare delle palpebre, alla seconda azione il suo corpo cade preda delle convulsioni. Osservo impotente la sua schiena arcuarsi più e più volte, la sua bocca spalancarsi a vuoto, non riuscendo a far raffiorare la propria voce, tra le risate di quell'essere che sembra invece godere spietatamente di tutta la situazione.

Non ci vedo più. Ha travalicato tutti i limiti possibili e inimmaginabili! Espando il mio cosmo offensivamente, ma, poco dopo, lo sento prosciugarsi come se venisse assorbito da qualcosa. Annaspo, a corto di fiato, prima di urlargli tutta la rabbia che avverto in corpo.

“BASTARDO! LASCIALO!!! LASCIALO, MALEDETTO!!! GIURO CHE TI UCCIDERO', TI MASSACRERO', FOSSE ANCHE L'ULTIMA COSA CHE FACCIO! VILE! MOSTRO!!!"

Non credo di aver mai odiato qualcuno come lui, MAI, desidero solo ridurlo in poltiglia, trapassarlo da parte a parte, per ciò che ha fatto, e sta continuando a fare, a Camus.

 

“Povera sciocca illusa... non hai dunque capito?! Non puoi fare nulla perché siamo già dentro il corpo di tuo fratello, quindi in un territorio di MIA pertinenza. IO HO GIA' VINTO! Amo follemente il suo fisico, ormai del tutto mio; mio per merito tuo, Marta, effettivamente dovrei ringraziarti!"

Sbatto le palpebre, incredula, mentre mi sento cadere a terra, spossata dai miasmi, dal suo cosmo, così superiore al mio. Sono totalmente impotente, gli sto permettendo di infierire in quella maniera su mio fratello... no, maledizione, no!

"Già, io sono entrato in lui la prima volta che Camus si è posto davanti a te per difenderti dal mio sgherro, ricordi? Non lo sgherro di Hades, ormai defunto, ma un mio sicario, esatto!"

"N-non può... essere!"

"E poi ancora nella visione che hai appena visto, grazie al suo sacrifico per te mi sono affinato ed eradicato, formando un tutt'uno con il tuo caro fratellino. Non penserai sarà stato un caso che le ferite non guarivano, vero? C'ero io sotto, sono diventato così potente grazie a te, alla tua debolezza, che ha fatto sì che Camus gettasse il suo corpo tra le mie grinfie per proteggerti! Mi sei tornata utile alla fine, Marta, più di Seraphina che invece si è sempre opposta! Sarebbe stato un po' un problema se la personalità vincente fosse stata la sua, in effetti!"

"N-no... no!" ripeto, rifiutando le sue veritiere parole con tutta me stessa. Mi sento così inutile... possibile che non riesca a reagire?! A ribellarmi?! C-Camus!

"Tuttavia sei anche un bastone tra le ruote di notevole impiccio, in potenza molto più pericolosa di lei! - prosegue, franco, prendendo a schiacciare ripetutamente le ferite sul torace di mio fratello, il quale scrolla disperatamente il capo nel vano tentativo di opporsi - Per farlo totalmente mio, devo sbarazzarmi del suo spirito, ma esso è ancora allacciato a te per via del vostro legame malsano. Mi ostruisce e non dovrebbe, impedendomi la penetrazione completa..." sottolinea l'ultima frase con gusto, inumidendosi ancora quelle sue labbra sottili e disgustose, prima di alzargli a forza il mento e forzarlo ad aprire la bocca.

Capisco fin troppo bene le sue intenzioni. Lo vedo avvicinarsi sinistramente a lui, che respira male, sempre più difficoltà, le palpebre serrate, il corpo scosso da spasmi. Così inerme... no, devo reagire, devo farlo per lui!

Permetto quindi che la rabbia mi pervada, lasciandomi così guidare da lei. E agisco. Un impulso cosmico potente, come la corrente del mare, riesce infine a colpire il nemico, che viene così sbalzato via, separandolo da mio fratello. Non penso. Non decido, semplicemente mi getto su Camus, proteggendolo con il mio corpo, abbracciandolo, con tutte le forze che possiedo. Voglio che mi percepisca. Io lotterò, deve farlo anche lui!

"S-sono qui, Cam, non sei più solo, non più... resisti, aspetta il nostro arrivo! Torneremo in tempo con la medicina, lo giuro!" gli sussurro all'orecchio, prima di affondare il viso nell'incavo della sua spalla e singhiozzare senza lacrime.

"Ma-r-ta..." riesce a rantolare debolmente, con una fatica immane.

"Non arrenderti... per nessuna ragione al mondo, ti prego!" annuisco, disperata.

"Come immaginavo... mi impedisci di ottenere ciò che è mio, sei una spina nel fianco non da poco, Marta!"

Mi sento tirare per i capelli con così tanta forza che vengo sollevata senza possibilità di reazione, del resto il mio intervento di prima mi ha stroncato, ancora una volta, lui è troppo superiore a me, vorrei oppormi ma non so come fare.

La luce fredda nei suoi occhi neri mi attraversa con prepotenza, un brivido mi percorre la colonna vertebrale, mentre avverto un'insana pressione sul ventre. Sta... preparando un attacco?

"Non ti fermerai, nessuno della vostra combriccola si fermerà, giusto?!"

"Non mi fermerò, esatto, non lo avrai mai! Dovrai disintegrarmi l'anima per averlo!" ribatto, ostentando una baldanza che fatico a racimolare.

"Perfetto, è ciò che voglio! Ci penserò personalmente io a dare un freno a te e ai tuoi amichetti, e poi, finalmente, estirperò il legame tra te e Camus una volta per tutte!" sancisce, prima di imprimere il suo pugno nel mio stomaco e farmi urlare dal dolore.

 

"Aspettami nella realtà, non avrò alcuna pietà né per te né per loro!" stabilisce, mentre un vortice nero mi avvolge, facendomi precipitare nel vuoto.

 

*************

“NOOOOOO!!!”

Mi alzo in piedi di scatto per poi ricadere a gattoni, priva di forze, mentre il mio urlo si propaga per tutto l'ambiente circostante.

“Oddio no... NO!” biascico ancora, dando un pugno alla sabbia sottostante in un impeto di frustrazione impossibile da controllare. Fatto questo, sono praticamente obbligata a stringermi le braccia sulla pancia da quanto è il dolore provo in questo momento, come se fossi stata colpita davvero.

Mi metto difficoltosamente a carponi, udendo appena le onde del mare non lontano da me, ma la mente è concentrata su ben altri pensieri, nemmeno l'acqua può essermi da conforto in una situazione così disperata.

Quel bastardo... ha atteso così tanto per la semplice ragione di volermi uccidere utilizzando il corpo di mio fratello, questo è il livello del suo odio! Dice che è tardi, che è già dentro di lui, ed è solo questione di poco... no, non ci crederò mai, Crono è riuscito ad intervenire e ci ha offerto una speranza, siamo ancora in tempo per salvarli, deve essere di certo così, e noi ci riusciremo, costi quel che costi!

Faccio di tutto per non dare adito alle mie preoccupazioni, rifiutandole con tutta me stessa, ma la voce cattiva del Mago continua a rimbombarmi in testa, spietata, prosciugandomi la volontà. Mi tappo disperatamente le orecchie, mi rannicchio su me stessa, tentando in tutti i modi di far tacere quella risata maligna, ma è tutto inutile. Le tempie mi fanno male... dannatamente male!

Camus sapeva tutto, Milo, grazie alla sua sagacia, aveva intuito a sua volta gran parte della verità... anche per questo il nemico lo ha reso inoffensivo, piegando ancora e ancora la volontà di mio fratello che, pur resistendo con tutte le sue forze, ha infine ceduto alla peste. Una stilettata al cuore mi investe, propagandosi nello stomaco e dappertutto nel ricordarmi le condizioni disperate in cui versa Camus. Le febbri lo stanno davvero consumando...

"Marta!"

Qualcuno è al mio fianco, mi sorregge dalle spalle, spingendomi ad alzare gli occhi, sebbene con fatica.

"F-Fra..." farfuglio, mentre i miei occhi definiscono la sua figura e parte dell'ambiente circostante.

"Che ti succede? Q-quello là ti ha inferto un colpo cosmico?" mi chiede, titubante, vedendomi sofferente.

"I-io..."

“Urgh...”

La voce flebile dietro alle mie spalle, che riconosco immediatamente, ha il potere di farmi tornare totalmente in me. Voltandomi di scatto, lo vedo disteso a qualche metro da me, l'espressione contratta di chi si sta per svegliare.

“Dègel!!! Come ti senti?!" strepito, gettandomi quasi su di lui come avevo fatto prima con mio fratello. Sono ancora tremendamente frastornata dalla visione avuta, ma non possiamo permetterci di perdere troppo tempo: non abbiamo che pochi giorni per trovare tutto e portarlo nel 1741!

“Sono stato indiscutibilmente meglio... ma non ha la benché minima importanza ora! Piuttosto, ci sono riuscito?” sussurra, aprendo gli occhi e iniziando a guardarsi spaesato intorno.

“A cambiare spazio sì, per il tempo...”

“Sì, sì, siamo nel 2011, lo percepisco!” conferma Francesca, rialzandosi in piedi a fatica senza tuttavia smettere di osservarmi con preoccupazione.

“Allora ci sono davvero riuscito... ne sono lieto!” mormora Dègel, sorridendo fra sé e sé nello stringere fra le dita il ciondolo raffigurante il Tetractys.

Lo guardo con affetto e una punta di orgoglio, mentre nello stesso momento anche Michela e Sonia si ridestano.

“Ho una vaga voglia di vomitare...” blatera la prima, ancora mezza intontita, scrollandosi di dosso la sabbia appiccicata alla pelle come se fosse un simpatico barboncino.

“Perché la Spiaggia Segreta?!” chiede invece la seconda, stranita, appena capisce il luogo dove ci siamo risvegliate.

“Sono... desolato! So che la madre di Marta lavora in un ospedale a Genova, ma io... non ci sono mai stato e non avevo la più pallida idea di dove atterrare, quindi la mia mente ha raffigurato questo posto...” si scusa Dègel, sentendosi in colpa.

“Non devi scusarti, è grazie a te se siamo qui, significa che hai dato tutte le tue energie, te ne siamo grati!” esclamo, sforzandomi di essere briosa per mascherare la paura, abbracciandolo poi con forza per incoraggiarlo.

"Marta... avrei voluto prendere più tempo, ma davvero non..." biascica, rosso in viso, guardando altrove.

"Va tutto bene, Dégel, davvero! Credi un po' di più in te stesso, altrimenti Cardia..."

Mi blocco seduta stante, accorgendomi che manca l'allegro cicaleccio del mio migliore amico, nonché le solite battutine capaci di risollevare il morale di tutti con naturalezza. Guardandomi intorno, noto che lo Scorpione è steso pochi metri più in là ed è ancora incosciente.

“Cardia! Cardia!” lo chiamo, correndo verso di lui, agitata.

Nessuna risposta...

“Ma porc... hai deciso di farci venire un infarto?! CARDIAAAAA!!!” grido ancora nel tono più alto che possiedo, dandogli delle leggere sberle sul viso alla ricerca di una reazione.

"Uddiu, non risponde!!! - strepita Michela, affiancandomi, non sapendo bene cosa fare - Se gli gettiamo dell'acqua salata addosso di riprende?! Cardiaaaaaa!!!"

"Che acqua salata, Michela!!! Spostati, fai fare a Dègel!" si aggiunge anche Sonia, tentando di rimanere controllata, con scarsi esiti.

"CARDIA!"

Anche Dègel lo sprona a reagire, inginocchiandosi dall'altro lato e apprestandosi a chinarsi verso di lui. Fortunatamente basta la sua sola voce per scorgere una reazione.

“Uuuurghhh!! - biascica lo Scorpione, sofferente, strizzando le palpebre prima di aprirle con fatica - Quanto... quanto chisso che fate, è già mattina?!"

“Sei proprio scemo! Ci fai prendere dei tali colpi che... Cardia, ma stai bene?!” chiedo alla fine, osservandolo sempre più preoccupata. Non è da lui un tale pallore!

“Sì... voglio dire, mi sento un po' un uovo sbattuto destinato ad una frittata ma... me la cavo!” risponde solo, sbrigativo, issandosi in piedi con le braccia che tuttavia tremano vistosamente. Deve farsi forza per non sbilanciarsi, mentre la mano destra corre a tenersi il petto.

Brutto segno...

"Cardia... sei sicuro di riuscire a..."

"Che solfa, Dègel, siamo già qua, non si torna più indietro, lo sai bene, non senza quella cosa che dovrebbe curare i nostri amici, per cui meno perdiamo tempo e meglio è per tutti, in marcia!"

"Ma!!!" lo blocca per il polso libero Dégel, imprimendo i suoi occhi in lui.

"Non perdiamo tempo, Dég! - ribadisce lo Scorpione, serio - Mi farà bene azionarmi! Andiamo, forza!"

Sì, ma dove? Da che parte?! E' la voce di Francesca a rispondere ai miei quesiti non manifesti.

“Ci conviene passare direttamente per il villaggio di Rodorio, vicino al Santuario, sarebbe troppo pericoloso per Dègel e Cardia vedere come è cambiata la città di Atene! Forza, gambe in spalla!” esclama lei, comportandosi da leader in una spedizione rischiosa.

"Aspetta, come possiamo mettere le gambe in spalla?! Non siamo contorsionisti!" le fa notare Cardia, ben felice di deviare argomento al di fuori del suo, precario, stato fisico.

Francesca sorride sotto i baffi, perfino a me scappa una breve risatina, anche se di breve durata.

"E' un modo di dire, Cavaliere!" gli fa notare lei, quasi sbuffando.

"Del vostro tempo? - chiede ancora Cardia incuriosito - Lo dicevo che eravate tutte strane, voi persone dal futuro!" commenta, mentre, affiancandomi, guarda dirtto davanti a sè, la testa concentrata sugli obiettivi della missione.

 

********************

Rodorio, il villaggio più vicino al Grande Tempio di Atene, nonché gioiello di inesauribile valore per celare la spaccatura tra i due mondi: quello delle persone normali, ignare di tutto, e quello dei guerrieri che da sempre combattono per difendere la giustizia.

Gli abitanti di Rodorio, proprio come il villaggio, non sembrano aver avvertito lo scorrere del tempo, mantenendo le proprie credenze e la tranquillità tipica di un paesino antico che da sempre ha vissuto in simbiosi con i Cavalieri d'Oro del Santuario.

Non so quale sia il piano di Francesca, ma sono altrettanto sicura che, se ci ha portati qui, sa per certo di trovare qualcuno che può darci una mano. Del resto, questo paese è strettamente legato al Tempio, tanto da conservane il segreto da secoli e secoli. Non è affatto raro che uno dei dodici giunga qui per aiutare qualcuno, o anche solo per fare una passeggiata in tutta tranquillità.

“Oooooohhhhh, ma guarda! Camus e Milo, rispettivamente il Cavaliere dell'Acquario e quello dello Scorpione!”

Sento con chiarezza Dègel e Cardia trasalire di fronte al saluto vivace di una madre e una bambina strette per mano; la piccola ci sorride raggiante, visibilmente emozionata, poi, con una breve corsa ci raggiunge velocemente, stagliandosi proprio davanti a Dégel e mettendosi a guardarlo con adorazione, la bocca aperta in un 'o' ricolmo di tante cose non dette.

Francesca, che è davanti a noi, non bada alla situazione che si è creata, sembra cercare, appunto, qualcuno, del tutto presa nell'operazione.

“Da quanto tempo, Cavalieri! E' così bello sapere che ogni tanto venite a trovarci! Solo noi siamo a conoscenza del vostro segreto e ci fa sentire più tranquilli avere la consapevolezza che voi vegliate costantemente su di noi!” continua allegra la signora, sorridendo con gratitudine. E' una donna sulla quarantina dai capelli castano scuro, le prime rughe cominciano a comparire sul suo viso, ma a dispetto di questo sembra ancora giovane e bella. La vedo avvolgere le spalle della figlia, ancora intenta a fremere come quei piccoli peluches che, una volta tirata la corda, vibrano. Dégel è piuttosto imbarazzato nel ricambiare l'occhiata, forse percependo l'immensa emozione della piccola. Per un po' non sa cosa dire, poi, tossicchiando, cercando di darsi un contegno e l'eleganza propria di Camus, si arrischia in un discorso.

“Uh... Ehm, non potremmo fare diversamente, mia signora, il nostro compito di sacri custodi è quello di proteggere ogni forma di vita sulla Terra, non solo seguire la dea Atena - prova a spiegarsi, cercando di destreggiarsi in una situazione così imbarazzante. Nello stesso momento la piccola, forse rassicurata dal suo tono così gentile, si approccia ancora di più a lui, tirandogli la veste come a richiedere attenzione – Questo vale anche per voi pargoli, sai, pulce? Aldebaran, un giorno, mi disse che voi bambini siete come dei semi, proiettati quindi verso il futuro e pieni di speranze per il domani, a maggior ragione dobbiamo prenderci cura di voi, siete... inestimabili!” dice poi alla creaturina, posandole una mano sulla testa e arruffandole i capelli con dolcezza.

Quest'ultima, sopraffatta dall'emozione, non resiste più.

“ALLORA ERANO TUTTE VERE, LE VOCI!!! - trilla improvvisamente, al settimo cielo, mentre salta letteralmente tra le braccia di Dègel, il quale, ancora più imbarazzato rispetto a prima, non può fare a meno di ricambiare il gesto e di reggerla per impedirle di farsi male - I miei amici mi prendevano in giro, perché dicevano che Camus non sa provare emozioni, ne è del tutto incapace..."

La guardo, un poco infastidita, non certo per lei, ma per quello che si dice in giro su mio fratello. Chi sono questi coglioncelli che non capiscono un'acca e si mettono a dire certe castronerie?! Camus freddo e anaffettivo?! Ma come caz...

Mi blocco ancora prima di ultimare il pensiero, rendendomi conto che io ho pensato uguale, che lo ferisco molto spesso su questo settore, e che quindi non sono molto diversa da questi. Un nodo mi stringe in petto, l'aria mi manca.

"Io dicevo che non era così, che erano bugie, che avevo le prove, ma loro non mi credevano, mi fanno un tale rabbia! - freme intanto la piccola, convinta delle sue parole, prima di tornare a guardarlo negli occhi - Recentemente però si sono diffuse le voci che Camus si fosse molto sciolto con chiunque, manifestando così il suo vero essere, io non ho mai avuto dubbi su questo, ma ora finalmente anche quelli là dicono che sia vero, che lui è cambiato, e ora anche io ne ho la prova definitiva!!!" esclama ancora la piccola, stringendo Dègel in un caloroso abbraccio, strusciandosi su di lui.

"Oh, ehm..."

"Ricordati la promessa che mi hai fatto, va bene?!" insiste lei, al settimo cielo.

"Erk, qua-l... "

"Quella di sposarmi quando sarò grande!" dice, in tutta tranquillità, facendomi scappare a Sonia, non so perché, una risata trattenuta.

"P-parbleau, n-non sei un po' troppo piccola per maritarti?!" esclama ancora Dègel, rosso come un papavero, cercando di darsi un tono.

"Se è con Camus dell'Acquario va bene, so che lui mi proteggerà!"

"I-io..."

“Dai, CAMUS, non puoi rinunciare ad una proposta così appassionata, no?! Accogli la richiesta!” lo prende scherzosamente in giro Cardia, sempre con il sudore a bagnargli la pelle ma divertito più che mai.

"C-Ca... voglio dire, Milo, taci!" lo ammonisce lui, quasi sibilando come un serpente.

E' la stessa madre della bambina, fortunatamente, a salvarli in corner, mentre io mi sforzo di immaginare mio fratello a promettere una cosa simile alla piccola, non riuscendoci.

“Scusatele la sua irruenza, ma la mia piccola è molto legata al Cavaliere dell'Acquario da quella volta che salvò la vita a suo padre, il mio caro Alexios! Da quel giorno non fa che parlare di lui, a volte ne sembra proprio innamorata e, beh, sapete, è ancora giovane e ingenua! - ci racconta, visibilmente emozionata. La mia bocca si dischiude in un sincero 'o' meravigliato nel sentire le sue parole - Ma, piuttosto, Nobile Milo, state bene? Avete una tale faccia stravolta e... e quei vestiti... state forse celebrando una ricorrenza?” chiede poi, cambiando drasticamente discorso.

Oddio, è vero!!! Così sorpresa dal racconto della signora, mi ero completamente dimenticata che Cardia e Dégel indossano ancora i vestiti tipici del XVIII secolo! Passi Cardia con la solita veste lunga, accompagnata dai pantaloni e dai sandali, ma Dègel con quella particolare camicia a balze e i pantaloni inconsueti non passa certo inosservato!

“Ehm, molto poco tempo abbiamo noi! I Cavalieri di Acquario e Scorpione essere in missione per Russia occidentale e dovere partire immediatamente! Ciaoooo!!!” interviene tempestivamente Michela, imitando il modo di esprimersi di una straniera russa e spingendo via gli ancora scombussolati Cardia e Dègel. A Francesca, Sonia e a me non resta che seguirli di corsa, mormorando parole di scusa alla bambina e alla donna, con la promessa che saremmo ritornate in momenti più propizi per un saluto. Giriamo in fretta e furia l'angolo, quasi volatizzandoci all'istante.

“C'è mancato davvero poco, ci stavano per scoprire!” biascica Sonia, tesa appena raggiungiamo una zona sicura dietro una casa disabitata.

“In che cosa... in che cosa ho mancato?” chiede Dègel, grattandosi la testa in evidente stato di disagio.

“Oh, non è colpa tua, Dègel! D'altronde non potevi sapere che Camus non avrebbe mai regalato un gesto così affettuoso e spontaneo ad una persona che non conosce bene... è veramente troppo schivo e chiuso per farlo, gli occorre del tempo per sciogliersi, come avrai sicuramente capito dal discorso che ha fatto la signora!” spiega Michela, non riuscendo a mascherare un sorriso mesto nel nominare il suo maestro.

"Sì, però poi basta conoscerlo meglio ed è davvero così, empatizzo appieno con la bambina che si è invaghita di lui!" le fa eco Sonia, sorridendo tra sé e sé, un poco imbarazzata.

Dègel annuisce meccanicamente, capendo le parole delle mie amiche, poco prima di aggiungere sommessamente un: "Comunque questa breve esperienza ha avvalorato ancora di più il mio pensiero che la vita di Camus sia davvero inestimabile, chissà quante altre persone ha salvato oltre al marito della signora!"

"Camus è davvero inestimabile... - conferma Sonia, ora di nuovo triste - L'unico a non rendersene conto è lui stesso!"

Annuisco di riflesso, guardando altrove, la consueta fitta al petto che aumenta vertiginosamente. Fa un male cane.

Una mano amica sulla mia spalla mi fa sussultare, mi volto verso di lui, mostrando così i miei occhi lucidi proprio a Dègel, che deve aver percepito il mio stato.

"Farò di tutto, se non oltre, per salvargli la vita, te lo prometto, Marta!" compio un cenno di assenso, mentre automaticamente stringo le sue dita tra le mie, il dolore si attenua un poco.

Nel mentre Francesca, appoggiata al muro e con la faccia rivolta verso la strada, sempre intenta a cercare questa persona che non so chi sia, comincia visibilmente a fremere e ad agitarsi.

"Ehi, trottola, che ti succede adesso? Calmati, così rischi un colpo apoplettico!" tenta di attirare la sua attenzione Cardia, approcciandosi a lei.

“Sììì!!! E' qui!!! Lo sapevo, lo sapevo!!!” esulta Francesca per tutta risposta, gli occhi, se possibile, a cuore, da quanto luccicano. Ma che diavol...!

Prima di poter proferir parola, la vediamo scattare in là e cominciare a correre all'impazzata in direzione di... Oh, santi numi!!!

Il singulto di Michela e Sonia mi fa capire che non sono io una pazza visionaria e che anche loro stanno vedendo la stessa persona che sto osservando, sbigottita, io. Il mio cuore automaticamente accelera per l'emozione: da quanto tempo... mi sembra sia passata una vita, ormai disperavo di poterlo rivedere!

“Death Mask!! Death Mask!! Sapevo che eri qui per continuare ad espiare le tue colpe aiutando la gente comune, lo sapevo! Lo sapevo! Me lo sentivo in cuore!!!” lo chiama Francesca, lanciata in avanti, fuori di sé dalla gioia.

L'interpellato non ha neanche il tempo di raccapezzarsi sull'entità della voce in avvicinamento che la mia amica gli salta addosso con tutta la forza che possiede.

“Fr-Francesca?!” riesce solo a balbettare, prima di essere baciato sulla bocca da quella che, molto probabilmente, reputa un'illusione voluta da un dio capriccioso. Un bacio a stampo, certo... ma comunque un bacio netto e preciso sulle labbra, non c'è possibilità di errore.

“EEEEEEEHHHHH??? COSAAAAAA?!?” urla Michela, non riuscendo a trattenersi per la sorpresa, mettendosi le mani nei capelli e inarcando la schiena.

"Uuuuuuuuuuuhh!!! Qualcuno ha cuccato, qui!!! Vai giù di lingua, Francesca, così sei troppo blanda, e anche tu tizio che non so come ti chiami ma di cui indovino l'effige di appartenenza!" fa invece il tifo Cardia, ridendo sguaiatamente come un matto. Ha riconosciuto di certo la reincarnazione di Manigoldo, ma non ne sembra impressionato come Dègel.

“OH...” riusciamo solo a dire Sonia ed io, guardandoci spaesate, unica manifestazione che riusciamo a dare dello stupore che ci ha pervaso le membra fin nei recessi più profondi.

“MA COME 'OH'?! SI SONO BACIATI!!! SI SONO BACIATI!!! Questo significa che stanno insieme!!!” grida ancora Michela, stritolandoci nella sua solita morsa letale, quasi come se si dovesse congratulare con noi per la piacevole scoperta.

Death Mask e Francesca si sono effettivamente baciati... non danno l'idea di essere ancora molto intimi, ma senza ombra di dubbio, qualcosa è nato o sta nascendo tra loro. Non l'avrei mai detto, anche Francesca... anche Francesca sta sperimentando un sentimento nuovo e mai provato prima e inoltre... proprio con il Cavaliere che meno di tutti sembrava propenso a questi tipi di legami affettivi... com'è ironica la vita!

Senza quasi accorgermi dell'ambiente circostante, mi dirigo automaticamente verso di loro, consapevole che gli altri stanno facendo la stessa cosa. Abbiamo fatto un baccano assurdo con la nostra venuta qui; due di noi, alias Michela e Cardia, devono pensare di trovarsi allo stadio, o qualcosa del genere perchè hanno preso a fare il tifo tra loro, sostenendosi a vicenda come se dovessero commentare l'andamento di una partita.

“D-Deathy!” riesco a biascicare, una volta vicina. La mia voce è uscita con un timbro strano, del tutto innaturale, ma rivedermelo lì è stato un vero e proprio colpo al cuore e, non credevo, ma... mi mancavano davvero tanto, tutti, al solo pensiero che li rivedrò, un qualcosa simile al sollievo mi investe.

“M-Marta?! Cavolo, anche Michela, Sonia e... oh, merda!” si blocca, non riconoscendo Camus e Milo nei due giovani Cavalieri dietro di noi. D'altro canto anche lo stesso Dègel lo fissa interdetto, non sapendo come approcciarsi, mentre Cardia, così, al naturale, si sbraccia per salutarlo, non degnato, però, perché la reazione di Cancer è molto più simile a quella di Dègel che non dello stesso Scorpione.

Rimaniamo alcuni minuti in silenzio a guardarci, non riuscendo a credere ai nostri rispettivi occhi, Death Mask non ci abbraccia, non ci regala nemmeno un gesto d'affetto, ma dalle sfumature del suo cosmo avverto che è incredibilmente felice e rassicurato. Questo mi basta a sorridergli grata, ricordandomi anche dei suoi sforzi per darci una possibilità di continuare a vivere dopo la battaglia contro Crono. E' grazie a lui se siamo tutti qui, ma non possiamo soffermarci più di tanto su questo particolare, il tempo stringe ed è nostro acerrimo nemico!

Capendo di doversi muovere, è Francesca stessa, scrollandolo per un braccio, a prendere parola.

“Deathy, la situazione è molto grave, non possiamo spiegarti tutto quello che è successo nei dettagli, ma Milo, Camus e altri stanno rischiando di morire, dobbiamo parlare direttamente con il Grande Sacerdote il prima possibile!” esclama lei, agitata

Vedo Death Mask grattarsi la testa a disagio, una leggera smorfia sul suo volto.

“Siete sparite da più di una settimana e ora siete riapparse dal nulla con le precedenti vite di Milo e Camus, inoltre mi dite che quest'ultimi rischiano di morire... datemi almeno il tempo di raccapezzarmi un minimo!”

“Aspetta... hai detto una settimana?! - intervengo, basita – Non è possibile, da noi è passato quasi un mese!”

“U-un mese?! Oggi è il 1 agosto 2011 e voi siete sparite il 25 luglio, se ben ricordo...” ribatte Death Mask, cupo in volto.

“Il 1 agosto 2011?! Il 1 agosto del 1741 Marta si è svegliata nella nostra epoca! Mi chiedo... mi chiedo se sia soltanto una mera coincidenza, oppure... è forse il tempo ad ottenere un'accelerazione quando viene manovrato in qualche modo?!” mormora Dègel pensieroso, mettendosi una mano sotto il mento.

“I-il tempo? Manovrato? Ma cosa?”

“Non c'è tempo, Deathy, accompagnaci al Grande Tempio, serve l'aiuto di tutti i Cavalieri d'Oro! Ti spiegheremo strada facendo!” esclama Francesca, strattonandolo con forza, quasi spingendolo verso il Santuario, nel luogo che dobbiamo assolutamente raggiungere.

 

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1 Agosto 2011, pomeriggio.

“...Quindi in poche parole vi siete ritrovate nel 1741, avete conosciuto i Cavalieri dei tempi antichi e in questo momento il signor Mago Misterioso sta provocando un'epidemia di peste che sta attaccando il già debilitato fisico di Camus e Milo... non ci voleva proprio!” commenta Cancer, pratico, sebbene un leggero tremore lo scuota visibilmente.

“Non sembri così tanto sorpreso, Death Mask!” controbatte Sonia, sorpresa.

La capisco pienamente, anche io ero convinta di dover spiegare tutto, ma il Cavaliere del Cancro sa già parecchie cose, che sia intervenuto Crono stesso in qualche modo?

“Eh?! Ah, sì, vedete...”

Death Mask si permette una piccola pausa prima di rispondere all'arguta frase della mia amica. Come dargli torto? Siamo riapparse dal nulla e abbiamo portato subito brutte notizie, anche se Deathy non sembra così scombussolato come dovrebbe... in ogni caso, avverto disagio in lui, testimoniato anche dal fatto che cerca di stare il più lontano possibile da Dègel e Cardia. Soprattutto il primo sembra aver perso l'uso della parola, mentre il secondo di permette di continuare a guardarlo per capire in cosa si discosti dal compagno Manigoldo e in cosa invece possa essere simile.

“...Vedete, Zeus e le altre divinità ci hanno spiegato l'identità del vero nemico, pare sia un certo mago megalomane e, dalle vostre parole, posso confermare che sia vero. Hanno inoltre aggiunto che è stato lui ad ordire tutti i piani che hanno causato questa situazione, compreso Crono cattivo. Inoltre le visioni che Aiolia aveva ogni tanto su di te, Sonia, ci hanno fatto capire, almeno in parte, dove eravate e cosa vi accadeva. Tuttavia eravamo all'oscuro sugli ultimi avvenimenti, soprattutto del fatto che Milo e Camus avessero contratto il mormo e stessero rischiando la vita” ci spiega il Cavaliere del Cancro, non riuscendo a nascondere comunque la preoccupazione.

“Allora è servito... è servito lo scambio di sangue con mio fratello! ne sono contenta!” afferma Sonia, sorridendo appena.

Mi ricordo: poco prima di ritrovarci nel passato aveva scambiato il sangue con suo fratello nella speranza di ricreare il legame che vi era tra me e Camus e far funzionare così il CIMP. Beh, di sicuro la mia amica è stata molto sagace ad attuare questo piano, se non altrio Cavalieri non si sono preoccupati troppo.

"Sei stata davero brava, hai avuto una deduzione fenomale! Così facendo, è come se fossimo rimasti in contatto con il nostro presente!" mi congratulo con lei, scompiagliandole affettuosamente i capelli. E' più piccola e bassa di me, mi ispira sempre una gran tenerezza e un intenso desiderio di proteggerla. Lei si crogiola nel mio tocco, sorridendomi e arrossendo un poco, inorgoglita.

Giunti quasi in prossimità della prima casa senza più fiatare, Michela decide di rompere la tensione.

“Quindi... Francesca e Deathy forever and ever! E brava, Francesca! Non ci hai detto mica niente, eh, eppure ti sei presa un bel figo anche tu!!!” la stuzzica, regalandole una forte gomitata nelle costole.

L'interpellata arrossisce, prima di bofonchiare un: "Veramente non è proprio così!"

“Ahahaha!! - ride di gusto Death Mask, accorrendo a difendere la compagna – In verità siamo ancora in fase di conoscenza, il bacio a stampo che mi ha dato è stato il primo in assoluto. Sapete, il ghiacciolo non era neanche del tutto favorevole, ma Francesca è più che maggiorenne quindi non può neanche opporsi più di tanto. Comunque è partito tutto dal dopo battaglia contro Crono malvagio: eravamo due reietti incapaci di essere utili, e allora ci siamo ritrovatia a consolarci a vicenda e, sapete, da cosa nasce cosa, ahahaha!"

“Fra, vogliamo i dettagli quando tutto questo si sarà sistemato, eh, sappilo!” la pungola ancora Michela, cercando di mantenere il buonumore. Francesca non risponde, lo fa Death Mask al posto suo.

“Ok, piaghe, quando tutto questo sarà finito vi spiegheremo ogni cosa; per il momento azzittitevi che devo richiamare Mu con il cosmo per farlo uscire dalla sua dimora, prima che vi veda e si faccia venire un infarto!” esclama lui, chiudendo gli occhi per concentrarsi meglio.

Annuisco appena, non sapendo se tirare fuori il discorso concernente le nostri morti, visto che, in teoria, non lo dovremmo sapere, ma è come se avessi bisogno di parlare, come se...

"Ehi, granchio!"

...Come non detto, al solito ci deve pensare Cardia a cominciare i discorsi senza né capo né coda. Sospiro.

"Mmmh?" mugola Death Mask, non riuscendo comunque a guardarlo.

"Ma tu davvero ti chiami Death Mask?! Ma che razza di nome sarebbe, poi?! Tua madre era ubriaca quando te l'ha affibbiato?!"

"Ehi! Vedi di moderare i termini, Sco-scorpione, mia madre non si tocca e... e poi questo è un soprannome, non..."

Finalmente si riescono a guardare, quasi sfidandosi con lo sguardo.

"Aaaaah, è un soprannome, lo dicevo io che non poteva essere il nome!!! - verseggia Cardia, soddisfatto che le sue teorie si siano rivelate fondate, poco prima di tornare serio - Beh, fa schifo comunque!" arriva alla conclusione, pratico, provocante, facendo spallucce.

"Ma chi diavolo sei tu, bel damerino?! Sicuro di essere la precedente vita di Milo?! Lui non è così maleducato, devi portare rispetto per i compagni più vecchi!"

"Io sono Cardia Magno, né più né meno! - si presenta lui, tutto gaudente, alzando la testa come un gallo che si pavoneggia (e menomale che diceva di non pavoneggiarsi, eh!) - Io sono io, nessun altro!"

"Ed io sono Death Mask il manigoldo, vado fiero del soprannome con cui sono conosciuto da tutti!" sbraita, punto sul vivo.

Vedo Cardia ghignare tra sé e sé, frastornandolo: "Il manigoldo hai detto, giusto?! - sbuffa, regalandogli un'occhiata furba, d'intesa - Non c'era da aspettarsi altro, Mani!"

Death Mask lo guarda stralunato, non sapendo più che pesci pigliare, è la prima volta che lo vedo preso in contropiede e devo ammettere che è buffo. Cardia intanto gli ha dato le spalle, ha ottenuto ciò che cercava e ora se ne sta lì, il sorriso sotto i baffi.

"Cercate di riportare indietro Milo e Camus perché io a pensare di dover condividere il Santuario con questo qui mi ci prendo male, eh, Camus a confronto è un gioiellino rupestre!" esclama, scoccandomi una breve occhiata, prima di girarsi dall'altra parte, non prima, certo, di avergli fatto linguaccia. Così simili... andrebbero d'accordo invece, anche in questa vita!

“Deathy...” lo chiamo, in tono basso, trovando infine il coraggio di manifestare i miei pensieri.

“Cosa vuoi, rompi?! Ora che QUELLO LA' ha smesso di scartavetrare le cosiddette, ti ci metti tu a...”

“Grazie... per averci salvato la vita! Senza di te non avremmo avuto alcuna possibilità di scelta. Se ora abbiamo una speranza a cui aggrapparci è tutto merito tuo, ti sono debitrice... per non esserti arreso!” continuo, arrossendo un poco, ma determinata più che mai.

Quasi vedo cadere Death Mask in seguito alla sorpresa, il suo cosmo si spegne all'improvviso, del tutto impreparato alle parole che ho avuto il coraggio di rivolgergli.

“E TU COME DIAVOLO LO SAI?! QUESTE SONO INFORMAZIONI TOP SECRET! mi è stato detto di non riferirvele!” strilla, completamente rosso in viso, prima di essere fermato da una serie di passi.

“Death Mask, ho individuato il tuo cosmo che mi chiamava, ma cosa... oh, santi numi!!!”

Mu, appena uscito dalla sua casa, si blocca improvvisamente e ci squadra con gli occhi spalancati per la sorpresa.

Dietro di me, un altrettanto meravigliato Dégel sussurra tra sé e sé un: "Ha i caratteri propri della stessa stirpe di Shion!"

“Ehi, montone! Dovevi aspettare ancora un po' prima di uscire, ma visto che ormai sei qui... beh, le pulci sono tornate!” afferma Death Mask, nascondendo subito l'imbarazzo di poco prima.

“C-ciao, Mu! E' così bello rivederti!” lo saluto, commossa dalla sua vista, lo stesso fanno le mie amiche, accennando qualche passo fino ad allinearsi con me.

“R-ragazze... siete veramente voi! I-io...” inizia a balbettare, ma nel momento in cui scorge le sagome di Cardia e Dègel comincia a tremare per un'emozione ancora più forte e incontrollabile.

“D-Dègel e Cardia?! C-come è possibile?? Come in quest'epoca? Dove sono Camus e Milo?!'” domanda a raffica, non riuscendo a celare l'incredulità dentro di lui.

“Tu... conosci i nostri nomi?!” chiede invece Dègel, avvicinandosi a sua volta, protraendo un braccio verso di lui.

“I-io... - esita un attimo, prima di raddrizzarsi - S-Shion, l-lui è... il mio maestro!"

"COSA?! Il giovane Shion ha pure un discepolo suo?!" esclama Cardia, interessato alla faccenda.

Dègel invece ha una reazione molto più composta, quasi di tenerezza. Sorride, prima di trovare il coraggio di guardarlo negli occhi.

"Ho riconosciuto i caratteri distintivi del vostro popolo e... sono felice di aver conosciuto l'allievo di un mio compagno di mille battaglie, ma, mi chiedo, come è possibile?"

"E-ecco, lui, il Nobile Shion è..."

“Ascolta, Mu! - intervengo, fermando il discorso prima che prenda il volo, anche se mi dispiace. C'è poco tempo per tutto, non ne possiamo perdere altro, nella maniera più assoluta! – Abbiamo solo tre giorni e dobbiamo fare presto! Vi spiegheremo tutto prima o poi, ma ora ci serve che avvisi gli altri Cavalieri d'Oro di riunirsi al tredicesimo tempio, subito! Noi vi raggiungeremo presto!” concludo, guardandolo intensamente negli occhi per imprimergli fermezza.

Mu rimane fisso a guardarmi per qualche secondo, poi annuisce con decisione. E' sempre stato molto sveglio, deve presagire la gravità della situazione.

“Va bene, Marta, dal tuo tono di voce capisco che deve trattarsi di un'emergenza! Mi fido di te e farò come mi hai chiesto! - dice, annuendo con la testa - Avremo tempo poi per parlare!

“Grazie, Mu! Capisco che non sia facile vederci riapparire così d'emblée, con le precedenti vite di Camus e Milo, ma vi spiegheremo tutto, lo promettiamo!” affermo, lieta che si fidi di me.

Mu annuisce, regalandomi un'altra occhiata ricca di significato

“Sei cambiata in così poco tempo, Marta... sei più decisa nelle tue scelte e hai acquisito una fermezza di intenti straordinaria per una ragazza della tua età. Non so cosa sia successo a Camus e Milo, ma deve essere qualcosa di molto grave, prendete pure le scorciatoie per salire, i giovani Aquarius e Scorpio dovrebbero conoscerle, io intanto mi metto in contatto con tutti gli altri!” conclude, prima di scattare verso la seconda casa senza un minimo di esitazione.

Rimango ferma ed immobile, almeno finché non vedo la sua figura sparire nell'ombra del Tempio dell'Ariete... E' vero, sto lentamente cambiando ed i miei atteggiamenti lo dimostrano: il mio modo di fare è diventato più deciso e non solo per la situazione disperata di mio fratello e di Milo... no, anche perché devo adeguare il mio essere del passato a quello del presente, senza dimenticare la grande lezione che ho imparato in queste mie due vite: sono Marta, ma sono stata anche Seraphina, la figlia del governatore di Bluegrad. Ormai è finito il tempo in cui mi nascondevo nel ruolo che ero costretta ad avere, finendo poi per essere protetta dagli altri... no, ora sarò io a proteggere le persone a me care e lo farò con decisione senza guardarmi più indietro, se non per imparare dalle esperienze che ho avuto. Ho tentennato troppo nella mia scorsa esistenza, ora è tempo di fare mia la lezione più importante che mi ha donato Cardia: non arrendersi mai davanti e decidere in prima persona il mio destino, il mio ruolo, che non deve essere più voluto dagli altri, ma da me medesima!

Già... se mi lascio abbattere io che ne sarà delle persone accanto a me? Non mi posso far scoraggiare, ne va della vita di mio fratello e dei miei amici! Mi stringo una mano sul petto, il fiato corto per l'agitazione che sto tentando disperatamente di controllare, malgrado tutte le immagini che quel lurido verme si diverte a farmi vedere senza che io possa oppormi contro di lui come vorrei.

Camus... te l'ho promesso, ti riporterò al calore della vita e, per farlo, sconfiggerò io medesima quel bastardo. Non devi avere paura d niente, non ti lascio da solo, pertanto resisti con tutte le tue forze, ti supplico!

“Forza, non perdiamo tempo! Dobbiamo sbrigarci anche noi!” ci incita Sonia, grintosa, pervasa dalla mia stessa determinazione.

Annuisco e faccio per accennare un passo, ma subito mi blocco, notando un'ombra minacciosa aleggiare sopra le nostre teste. Essa è ben visibile dalla mia posizione perché oscura lo stesso sole, il che mi fa capire quanto sia vicina. Una scossa dilaga in tutta la mia colonna vertebrale, prima di voltarmi e trovarmi faccia a faccia a due occhi taglienti che emanano sfumature dorate. Essi mi scrutano con insistenza, imprimendosi in me, ed è come se ne fossi risucchiata.

“Marta, cosa sta...?” mi chiede Dègel, accorgendosi della mia reazione. Lo stesso fanno gli altri, improvvisamente tesi.

Non rispondo verbalmente alcunché, ma ho l'impulso di mettermi davanti al mio migliore amico, il quale, mutando improvvisamente di espressione, alza istintivamente il capo.

Un bagliore scarlatto gli attraversa le iridi, fulmineo, mentre la bocca si allarga in un ampio, quanto sinistro, ghigno. C'è un solo modo per tradurre ciò che sta attraversando il suo corpo scosso da fremiti: piacere, del più puro e genuino, quello che si prova prima di fare l'amore con la persona amata. Eccitazione. Non certo per la figura che si è trovato davanti, quanto per le sensazioni che gli crea. Ed io so perché... è scritto nelle stelle che i loro destini si incroceranno su un campo di battaglia... fra due anni... Tremo davanti a questa consapevolezza.

L'ombra sopra le nostre teste passa in rassegna anche lui, dopo averlo fatto con me, le sue labbra si piegano in uan smorfia, prima di disgusto e poi di vero e proprio ribrezzo. Lui sa, invece, lo percepisco... e sapendo ha deciso comunque di manifestarsi. Idiota!

“Non avrei mai creduto di poterti rivedere, piccolo insetto meschino!" palesa il suo disappunto, rivolgendosi a Cardia.

“R...” inizio a proferire, cercando di fermarli prima che arrivino alle mani, ma Dègel si pone immediatamente davanti a me come a volermi proteggere.

“Che diavolo fa qui uno dei tre Giudici degli Inferi?!? Che storia è questa?! Ci troviamo nel suolo sacro della dea!!!”

"E-Ehi, calma, voi due! C'è un perché..." tenta di spiegare Death Mask, non ascoltato.

“Ah, non saprei proprio, ma sembra un tipo molto interessante, ahahahaah!!! Hai visto il suo sguardo ricolmo d'odio?! Il nostro amico qui deve avere un debole per me visto che i suoi occhi continuano a fissarmi con rabbia inaudita!” esclama Cardia, mentre avverto il suo animo infervorarsi per l'emozione e per l'impazienza di misurarsi contro il nuovo arrivato.

Vedo la Viverna Infernale atterrare al suolo, appropinquandosi poi ai due Cavalieri: "Sei indietro di due anni... - si lascia sfuggire, secco - Ma dici le stesse scempiaggini di allora. E' proprio vero che l'erba cattiva non muore mai, feccia di Atena!"

Fa per alzare la mano, minaccioso, con l'evidente intenzione di attaccare, ma se già le sue parole mi hanno messo in allarme, la sua azione mi da la spinta ad agire immediatamente.

“Razza di cretino, sparisci da qui subito, COGLIONE!!!” urlo ad un tratto, frapponendomi prepotentemente tra lui e Cardia, puntandogli il dito contro, facendolo ondeggiare da un occhio all'altro. Lui, sotto gli occhi sbalorditi di tutti, invece di attaccarmi come c'era da aspettarsi da un guerriero del suo calibro, si ferma, rimanendo composto ad osservarmi.

Dannazione, questa non ci voleva, ma cosa gli passa per la testa?! A lui i ricordi delle sue vite sono già tornati da un pezzo, e cosa fa?! Si palesa davanti a Dègel e Cardia per attaccare rissa, che bellissimo esempio di furbizia!!!

“M-Marta?” mi chiama Michela, squadrandomi come se fossi pazza. In effetti una tale familiarità con una persona con cui non ho avuto nulla a che fare, eccetto uno scontro come forzatamente alleati, non mi è consona, eppure Rhadamantis ed io ci conosciamo da molto più tempo, già durante la battaglia di Crono lo avevo avvertito, ora ne sono pienamente certa!

“Voi andate pure avanti, la situazione è sotto controllo! Io mi fermo un attimo qui, a scambiare due chiacchiere con costui!” esclamo, decisa, liquidando la faccenda.

“Non se ne parla, Marta!!! Non ti lascio sola con un Giudice degli Inferi! Fa parte delle schiere di Hades, è un grandissimo pericolo!” ribatte Dègel, protettivo nei miei confronti, prendendomi per il polso sinistro, come per avvertimi che non mi lascerà andare, che non compierò una simile folia, non finché ci sarà lui con me.

Sospiro, cercando di trovare un modo per farlo andare via senza rivelargli il suo futuro e quello di Cardia, sebbene una parte di me sia tentata di metterlo in guardia a proposito del suo destino nefasto.

“Non ti preoccupare, Dèg, non mi farà niente: siamo alleati in quest'epoca, e poi ho un conto in sospeso con lui!” provo a tranquilizzarlo, sorridendogli. In verità la frase sconvolge ancora di più i due Cavalieri.

"CO-COSA?! Un'alleanza con questi esseri?!?"

E' Death Mask interviene in mio favore: "Ha ragione, c'è un accordo di non belligeranza tra le due fazioni, non le farà niente! - si intromette serio, prima di ridurre gli occhi a due fessure - A meno che i Giudici degli Inferi non vogliano incorrere nell'ira di tutti i Cavalieri d'Oro!"

Dègel abbassa lo sguardo, cupo in volto, poi annuisce con ben poca convinzione.

“Ma bene! Avete un accordo con i nemici di Atena, sapete quanto me ne freghi?! Io questo non lo lascio comunque in compagnia di Marta, se lo sogna proprio! PREPARATI A RICEVERMI, ORA STO PER... ” prova ancora ad opporsi Cardia, ma la mano del suo miglior amico lo blocca.

"DEGEL!"

“Non abbiamo abbastanza tempo, è vero, in più ciò che accade in quest'epoca non ci riguarda, noi siamo solo di passaggio! - lo avverte Dègel, serio, prima di rivolgersi a me, una nota dolente nell'espressione – Però sii prudente, Marta, te ne prego!” aggiunge poi, scoccandomi un'occhiata preoccupata e allontanandosi poco dopo insieme alle mie amiche, a Cardia, che si lamenta del fatto che voleva comunque combattere, e a Death Mask.

“Però, non pensavo che quel piccolo insetto meschino e pure egoista, potesse provare un sentimento così forte verso una persona che non sia sé stesso! Trasuda amore per te da tutti i pori, quasi fatico a riconoscerlo, e pure l'altro non scherza, anche se lo sapevo già. Devi essere una sorta di calamita per i casi umani, non vedo altra spiegazione! ” commenta Rhadamantis, ghignando, completamente a suo agio.

“Piantala! - lo zittisco, leggermente a disagio per le sue frasi inadeguate – Hai idea del rischio che gli hai fatto correre, apparendogli davanti?! Tutta la faccenda di Atlantide è intrisa anche della tua puzza, soprattutto Cardia e mio fratello Unity!” lo rimprovero, guardandolo male.

Lui assotiglia le labbra, raffinando lo sguardo nella mia direzione, serio.

“Conosci quindi i fatti accaduti, Marta... o dovrei chiamarti Seraphina? Quale delle due identità ha, infine, trionfato?!"

“Conosco alcune cose, Rhadamantis... certi ricordi si sono svegliati in me, ma ho ancora dei buchi. Rimembro tutti gli avvenimenti di Atlantide, per esempio, e so di conoscerti da molto tempo, anche se non ho la più pallida idea del modo in cui io e te siamo entrati in contatto!”

"Sei dunque più Marta che lei..." arriva alla conclusione, non nascondendo una punta di delusione.

"Spiacente, ma è così..." dico, inaspettatamente con la gola secca, guardando altrove per il disagio.

“Il confine tra la vita e la morte è più labile di un vetro di cristallo... tu, in questo momento, possiedi i ricordi della tua vita passata, non del lungo periodo in cui eri nel Limbo... E' lì che ci siamo conosciuti, nel luogo in cui gli spiriti, che non hanno terminato il loro compito in vita, entrano in contatto in circostanze misteriose!” prova a spiegarmi il Giudice, serio, cercando di nascondere il suo tono ricolmo di delusione.

Limbo?! Mi trovavo sul confine tra la vita e la morte?! E quando sarebbe accaduto ciò?! Non ho davvero memorie su tutto questo, ma effettivamente mi sono reincarnata più di due secoli dopo, qualcosa deve essere successo a cavallo di essi!

“A-anche Unity ci è passato?” riesco solo a chiedere, una debole speranza in cuore. Non so come reagirei nel rivederlo, ma devo sapere... devo assolutamente sapere che cosa ha fatto della sua vita dopo quei fatti.

“No, non ci passano tutti, solo le anime di coloro che si reincarnano e che, come ti dicevo, avevano ancora uno scopo da raggiungere...”

“Capisco... mio fratello Unity ha già adempiuto alla sua missione, continuando a vivere per onorare la promessa fatta a Dègel!” biascico, sentendomi improvvisamente la testa pulsare violentemente nel ricordare avvenimenti così dolorosi per me. Inconsapevolmente fremo... fremo con forza, movimento che non sfugge agli occhi del Giudice.

“Quanto astio maldestramente celato nel pronunciare il nome di tuo fratello Unity. Ora come ora sembri nutrire più odio per lui che per me che gli ho sfondato il petto con queste mie mani, o meglio... che credevo di avergli sfondato il petto, visto che non sapevo degli altarini con Poseidone!” mi fa notare Rhadamantis, incrociando le braccia al petto, come se stesse parlando di essere andato a fare la spesa al supermercato più vicino.

“Certo, in quanto Seraphina provo una grande tristezza mista ad affetto per lui, ma in quanto Marta non, avendo nemmeno più vincoli sanguigni, non riesco a perdonarlo per le azioni che ha perpetrato e per aver rotto la promessa con Dègel. Se solo non fosse stato così debole, tutto ciò non sarebbe successo! E' stata anche colpa sua, ha rischiato la vita di milioni di persone, oltre a prendersi quella del suo migliore amico! L-lui... è stato lui ad uccidere Dègel!" sibilo sinistramente, quasi cinica, mentre una rabbia atroce mi pervade.

“Capisco... in fondo è tuo diritto questo sentimento!”

“Non mi sono fermata qui con te per discorrere su questo, abbiamo poco tempo! Ho bisogno di sapere i motivi per cui ti trovi cui, in un territorio nemico, e se sai qualcosa in più su questa entità aliena. Posso fidarmi di te...?”

“E' una cosa complicata da spiegare in poco tempo, inoltre non sarò certo io a convincerti a credere in me o meno, quello dipende solamente da te! - ribatte, sincero - Come Seraphina ti sei fidata, ma neanche io so più chi sei, non sei più quella di allora, ma qualcosa in più; qualcosa che non so ancora se mi aggrada!"

“Ma io... non so praticamente nulla di te, tranne che dovresti essere un nemico, ma che inspiegabilmente non riesco a reputarti tale, e poi non ho tempo, come giù ripetuto, Milo e Camus stanno combattendo tra la vita e la morte e necessitano il più presto possibile della medicina, o quel bastardo di un Mago riuscirà nei suoi piani!”

“Milo sta rischiando la vita?! Aiutare te significherebbe mettere i bastoni tra le ruote a quel negromante bastardo?!” esclama Rhadamantis, manifestando per la prima volta la sua rabbia.

“S-sì! Anche tu hai un conto in sospeso con lui?!”

"..."

"Ehi! Hai perso la lingua per parlare?!"

Non risponde verbalmente, semplicemente, senza troppi fronzoli, mi passa una mano tra le gambe e la schiena, sollevandomi per tenermi tra le sue braccia.

Il gesto, oltre che a farmi sbilanciare e perdere l'equilibrio, mi imbarazza oltremodo, riportandomi però alla luce un ricordo che credevo assopito: ci sono già stata qua sopra, può volare, io ho già... volato con lui!

"G-guarda che le gambe mi funzionano bene, posso camminare da sola!" gli faccio notare, tesa.

“Con i poteri ridotti al lumicino, perché è stata Marta a trionfare tra voi.. - mi continua a far notare il suo disappunto, 'sto stronzo, l'ho capito che aveva un legame speciale con Seraphina, mi dispiace di non essere più lei, ma lo trovo indelicato il suo modo di trattarmi! - ...sei troppo lenta, e poi ti devo raccontare un paio di cose, senza contare che con me raggiungerai il tredicesimo tempo in maniera molto più immediata, ricongiungendoti con i tuoi amichetti!”

Lo guardo sorpresa e sbigottita, mentre sbatte le ali della sua aramtura e di appresta a spiccare un volo, con movenze un poco simili a quelle di un corvo. Subito avverto l'aria sferzarmi la faccia, il peplo sbattere più volte contro la parte posteriore delle mie gambe, costringendomi a nascondermi il sedere con il palmo delle mani. Non so bene cosa sto facendo, Seraphina forse lo saprebbe, ma lei è dentro di me, dormiente, ha abbracciato la mia essenza, modificandola con delicatezza, non desiderando in alcun modo sconvolgerla nel profondo. Avverto una nuova fitta dentro di me nel pensare alla sua condizione, che mi addolora. Ancora mi chiedo se sia giusto che sia venuta a galla io...

Non so cosa sto facendo, ma il mio cuore, che batte di nuove energie proprio grazie a Seraphina, lo sa; sa che mi posso fidare di lui, e che quindi non mi resta che seguirlo pedissequamente. Vi è una sola possibiltà, e sono disposta a tutto per raggiungerla!

 

  
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