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Autore: LaMusaIspiratrice162    16/12/2012    2 recensioni
"Qui nulla è quello che sembra!"
"Ma il mio amore per te, quello non cambierà mai"
"In realtà questa sarà la prima cosa a mutare."pensai angosciato.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora ho pensato a varie soluzioni per farla pagare a Pierre! La prima idea che mi è venuta è stata quella di far civettare Chocola con tutti i ragazzi della scuola, ma era troppo scontata.

Ho poi pensato al fatto che lei potesse cacciarlo dal palazzo,ma sappiamo che Chocola non lo avrebbe mai fatto! Ho quindi pensato a questa idea, che mi pare perfetta! Spero che anche voi la pensiate così!

Ero seduto sul divano del mio grande salotto in compagnia di Megan, la mia “nuova fiamma”. Il mio litigio con Chocola non poteva interrompere il mio compito principale, raccogliere noir e accrescere l’energia nera che ancora ci proteggeva dalle guardie di Extramondo. Le accarezzavo i capelli e le guance, la corteggiavo con dolcissime parole. Più il suo viso diventava color porpora più desideravo continuare. Mentre avvicinavo le mie labbra alle sue, ricordai che mia moglie era al piano di sopra. Beh, nulla era più stimolante della visione di Chocola che rodeva di gelosia a qualche camera di distanza da me. Sorrisi e la baciai con trasporto. Lei si staccò, però, da me improvvisamente. Fissò qualcosa dietro di me e poi mi rivolse uno sguardo carico di disappunto.

Mi voltai incuriosito e vidi l’oggetto dell’attenzione di Megan. Chocola si muoveva nel salotto comportandosi con naturalezza e mostrando ,quindi, di essere di casa. Feci appena in tempo a mimarle l’insulto più duro che mi venisse in mente, prima che la mia spasimante afferrasse il cappotto e si avviasse verso l’uscita. Fui costretto, dunque, a seguirla e a scongiurarla di restare.

Le rivolsi parole fin troppo mielate e soavi, che solitamente mi sarei ben guardato dal pronunciare.

Tuttavia queste non ebbero l’effetto desiderato e la ragazza uscì, battendo la porta.

-Ah se ne è andata…peccato! Le avevo preparato una tazza di the!-esclamò Chocola, guardandomi con un ghigno soddisfatto.

Strinsi i pugni, mentre sentivo la rabbia e la sconfitta invadere il mio corpo e il mio cuore.

-Tu non capisci…Credi che io mi diverta!-sussurrai in preda alla collera.

Lei mi osservò per qualche istante seria e poi scoppiò in una fragorosa risata. –Oh sì, già è proprio una sofferenza!-

La vista mi si annebbiò e il cervello smise di funzionare. Da quel momento in poi non avrei saputo più trattenermi. Le afferrai le spalle e la spinsi contro il muro. La guardai negli occhi con un’espressione indicibilmente intensa e con un tono sicuro le dissi:

-Catturare un noir non è come appropriarsi di un qualsiasi cristallo…no, è completamente diverso!

E’ una sensazione tremendamente appagante ed eccitante. Riesco finalmente a dare pace alla mia anima, ad ammettere con sicurezza a me stesso quale è la mia natura. I dubbi, le incertezze, le debolezze spariscono e mi sento forte come non mai. Mi sento il Re degli Orchi! Spietato, freddo e calcolatore, temuto da tutti e amato da nessuno! Questo voglio essere! Questo devo essere! Capisci perché devo provare odio? Ho la grande necessità di avvertirlo intorno a me, nelle viscere della Terra e nel mio cuore!Corteggiare le ragazze, tradirle, farle sentire delle nullità, sorriderle, deluderle, illuderle…è il mio compito, ciò che mi tiene in vita! -

Lei tremava e mi guardava fisso, senza capire il significato profondo delle mie parole. Allora decisi di mostrarglielo. Le afferrai il braccio e trascinai dietro di me fino a raggiungere una sala a lei molto nota. Si guardò intorno e rabbrividendo ricordò gli istanti trascorsi, legata da forti catene. Si massaggiò i polsi, mentre osservava i vari noir ,disposti in modo ordinato per tutto il perimetro della sala. Tutto era avvolto dall’oscurità, illuminato soltanto da un leggero bagliore emanato da tutti quei noir. La scena era piuttosto spettrale.

-Catturalo!-le ordinai e la mia voce rimbombò in tutta la sala. Lei mi guardò spaventata e mi implorò con gli occhi di lasciarla in pace. Se fossi stato sano di mente, avrei ricordato che ero stato proprio io ad ordinare a Sylvette di non impiantarle un noir nel petto. In quel momento ,invece, guidato dalla rabbia o dalla pazzia, le ripetei con voce più forte il mio comando.

-Solo così potrai capirmi! E dopo averne catturato uno, non potrai più farne a meno…-

Lei mi osservò un secondo e ancora tremante annuì. Allungò la mano sopra il cuore nero e chiuse gli occhi. Sospirò e sussurrò una strana formula a denti stretti. Il cristallo restò sospeso qualche secondo prima di entrarle nel petto. Immediatamente si sentì male e crollò in ginocchio sul freddo pavimento. Tossiva forte e tremava così tanto, che mi spaventai sul serio.

-Che ti succede?Eh Amore, cosa hai?-le chiedevo, in ginocchio accanto a lei.

Tra un colpo di tosse ed un altro, sussurrò: -Non riesco a respirare…aiutami!-

La abbracciai e cominciai a gridare il nome del mio servitore. Ero davvero atterrito, come se mi fossi appena ripreso da uno strano stato di torpore ed avessi appena iniziato a comprendere le mie azioni e responsabilità.

Sylvette entrò e soccorse subito Chocola. La prese in braccio e si allontanò, lasciandomi solo al buio.

Solo con i miei pensieri e sensi di colpa. La peggior punizione del mondo.

  
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