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Autore: Federico    16/12/2012    0 recensioni
Salve! Questa è la mia prima fanfiction su "Bleach", un'AU di ambientazione storica e di genere militare.
1940; in una Londra devastata dai bombardamenti, con Hitler all'apice della sua potenza, il primo ministro inglese Winston Churchill convoca sette eroici soldati di diverse nazionalità, capeggiati dall'intrepido colonnello Isshin Kurosaki, e affida loro un incarico top secret: costituire un commando di militari d'elite, superaddestrati e forniti degli armamenti più moderni, da impiegare in pericolose missioni dietro le linee nemiche, nell'estremo tentativo di evitare che le potenze fasciste vincano la guerra.
I nostri vivranno avventure mozzafiato su tutti i fronti, dall'Africa al Pacifico, da Stalingardo alla Normandia, e vedranno in prima persona le miserie della guerra, scrivendo pagine tragiche della nostra storia: ma soprattutto, diventeranno amici e confidenti, un gruppo affiatato e scanzonato, unito nelle difficoltà e nella vittoria.
Spero che vi piaccia, e di non aver fatto i personaggi troppo OOC. In ogni caso mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate con le recensioni! Ciao a tutti!
Avvertenza: i capitoli saranno 14, e usciranno, salvo contrattempi, ogni due giorni.
Genere: Avventura, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Spazio autore

Jeanny991: Grazie mille di aver recensito e inserito la fic fra quelle seguite! Faccio una precisazione: ovviamente questa storia è ispirata a Bastardi senza gloria, ma allo stesso tempo anche a Quella sporca dozzina, Salvate il soldato Ryan, Il nemico alle porte e a un'infinità di altri film sulla Seconda Guerra Mondiale, e persino al romanzo Dove finisce l'arcobaleno di Wilbur Smith, a seconda dei vari capitoli. Quanto a Byakuya, ho scelto di farlo torinese senza pensarci troppo, poiché mi bastava che fosse italiano. Un giapponese? Sarebbe stata un'idea elettrizzante, ma purtroppo non mi è venuta: non è detto però che in futuro non possano aggiungersi altri personaggi... Quanto ad Urahara, d'ora in poi non comparirà più molto spesso, ma i suoi diabolici marchingegni saranno una presenza costante. Infine, se proprio devo scegliere i personaggi che ritengo di aver caratterizzato meglio, direi Kenpachi, Shunsui e Coyote, che in ogni capitolo ci allieteranno con battute da film americani di serie B e divertenti siparietti. Grazie ancora e ciao, ci vediamo alla prossima!

 

Due piccioni con una fava

 

Oceano Atlantico, al largo della Guyana francese, 17 agosto 1940

Terminata la riunione, i membri del futuro commando erano stati congedati con l'ordine però di presentarsi il mattino seguente in una località indicata alla foce del Tamigi, da dove si sarebbero imbarcati per la loro prima missione.

Effettivamente il giorno dopo erano tutti lì, a ricevere il saluto di Churchill e a gli approvvigionamenti di Urahara; poi, con un misto di rimpianto e timore per l'ignoto ed esaltazione per le future avventure, erano saliti sulla nave destinata a portarli dall'altra parte dell'oceano e avevano preso il largo.

L'imbarcazione in questione era il sommergibile HMS Aden della Royal Navy, al comando del capitano di fregata Ikkaku Madarame, un ufficiale taciturno e dall'aspetto truce, poco meno che quarantenne (lo so che non è così vecchio, ma alzando l'età a Kenpachi ho dovuto farlo anche a lui nda), universalmente conosciuto in tutta la Marina per due caratteristiche peculiari: la pelata, che spesso non si peritava neanche di nascondere sotto il berretto d'ordinanza, e l'indomito coraggio, che sfiorava spesso nell'incoscienza e lo aveva portato ad intraprendere con assoluta noncuranza missioni tanto pericolose quanto coronate da successo nell'Atlantico e in Norvegia.

Nessuno dei nostri aveva mai viaggiato prima d'allora su un sottomarino, e risultò piuttosto difficile adattarsi all'affollamento e alla mancanza di intimità che imperavano a bordo, all'atmosfera viziata e soffocante, al moto ondoso, alla cucina monotona e alla continua necessità di immergersi il più in fretta possibile ogniqualvolta si presentasse il pericolo di essere avvistati da battelli o velivoli nemici; ma d'altra parte la ciurma era gioviale ed espansiva, ben addestrata e completamente devota al proprio comandante, il quale da parte sua si rivelò un ottimo e competente anfitrione.

Kenpachi aveva subito provato un debole per lui, in quanto entrambi erano letteralmente dei cani sciolti, temerari fino alla follia e insofferenti delle convenzioni gerarchiche fino all'insubordinazione: proprio per questo si piacevano, e spesso e volentieri allietarono le serata a bordo dell'Aden scambiandosi gli avventurosi resoconti delle proprie gesta, gareggiando a chi rievocava la bravata più eroica.

Frattanto, mentre Ichigo trascorreva giornate intere ad ascoltare le narrazioni di soldati e marinai ben più esperti di lui, e si rendeva conto di avere ancora tanto da imparare sull'argomento, qualcuno iniziava a lamentarsi.

Ma quando arriviamo? E cosa ci tocca fare stavolta?” polemizzava Coyote Stark rigirandosi nella propria amaca e fumando.

Con calma, giovane yankee, con calma. La calma è la virtù dei forti” replicava conciliante Shunsui, ma nel frattempo non poteva fare a meno di domandarsi come era possibile che un uomo così pigro e svogliato avesse potuto raggiungere il grado di maggiore: forse nascondeva delle doti insospettate, oppure godeva di conoscenze altolocate, oppure in America semplicemente regalavano le promozioni senza il minimo riguardo per il merito personale...

Ora però era giunto il momento di effettuare tutte le rivelazioni del caso.

Mentre il sommergibile procedeva semi emerso alla normale velocità di crociera, fendendo le onde scure come il petrolio sotto un cielo stellato, Isshin, Shunsui e Ikkaku convocarono i restanti membri del commando nella cabina del capitano.

Signori, ritengo opportuno mettervi a parte della vostra missione ora che siamo giunti in zona” esordì in tono asciutto il padre di Ichigo, al che Byakuya sibilò seccato: “Alla buon'ora!” e aggiunse a bassa voce qualche parola in italiano.

Da un po' di tempo ci sono giunte segnalazioni riguardo a un mercantile battente bandiera francese- e a queste parole Ukitake si fece attentissimo- che nelle acque al largo della Guyana francese rifornisce gli U-boot tedeschi di passaggio di viveri e carburante. Il nostro compito è distruggere questa nave e scoprire se sia l'unica impegnata in tali attività. Ma non è tutto...”.

Prese la parola l'australiano: “ Parrebbe che in questo braccio di mare si aggiri da qualche settimana la Coronel, una nave corsara tedesca. Ce ne sono molti in circolazione di questi mercantili adattati a incrociatori ausiliari per disturbare i nostri traffici commerciali, e questo in particolare ha già mietuto varie vittime. Il suo comandante ha combattuto in Polonia e in Norvegia e sa il fatto suo: si dice che sia spietato e non lasci in vita nessuno sulle navi abbordate. Ma noi non dovremo colare a picco la Coronel, bensì catturarla. Il professore infatti vuole che gliela riportiamo intatta in modo che lui e gli altri tecnici la studino per realizzare incrociatori ausiliari più efficienti”.

Adesso era il turno di Ikkaku: “Fino ad ora le coste della Guyana francese sono rimaste sguarnite perché le nostre navi in quest'area sono impegnate nel blocco della Martinica (dove era internata parte della flotta francese, per evitare che le autorità di Vichy le consegnassero ai Tedeschi nda), ma ora ci siamo noi. L'Aden si incaricherà di affondare la nave rifornimenti, quindi toccherà a voi e a parte del nostro equipaggio abbordare l'incrociatore corsaro e conquistarlo”.

Alla fine della spiegazione Ichigo restava un po' dubbioso: “Non capisco perché affidino a noi questo compito, non siamo abituati a lottare in mare. Non sarebbero stati meglio i Royal Marines?”.

Prima che Isshin potesse rispondergli, si intromise Kenpachi: “Beh, per far fuori i crucchi ci vuole gente con le palle, e noi lo siamo! Per me, che sia per mare o per terra, fa lo stesso”.

Grandioso...Ora ci fanno pure giocare ai pirati...” mormorò Stark poco entusiasta.

In quell'istante arrivarono due marinai a cercare il comandante: c'erano navi in vista.

Immersione rapida!” ordinò con voce stentorea Ikkaku mentre, seguito dagli altri, si precipitava sul ponte di comando.

Una volta che il battello si fu del tutto inabissato, procedendo speditamente a vari metri sotto il livello del mare, il capitano fece innalzare il periscopio e vi si sistemò di persona: “Due piroscafi che si accostano...Un attimo...La bandiera francese...Quei fumaioli, quella prua...Ma sì, è la Coronel che va dalla mammina a succhiare il latte! Che colpo di fortuna, signori!”.

In quello stesso momento, baciate da un invitante chiaro di luna, la nave corsara aveva toccato la fiancata dell'altro battello; lunga e slanciata, doveva apparire un normale piroscafo commerciale alle sue vittime, ma in realtà sul ponte si nascondevano cannoni, mitragliatrici e tubi lanciasiluri.

Mentre le due ciurme collaboravano per caricare sul bastimento tedesco scorte di cibo, munizioni, barili d'acqua e sistemare i tubi destinati a riempirne di nuovo gasolio le cisterne, il comandante francese, un uomo anziano ma ancora ben piantato, con folti baffi bianchi e una cicatrice che gli deturpava il lato destro del volto, lasciò vagare lo sguardo alla ricerca del pari grado nazista e, individuatolo, lo salutò con rispetto: “Il comandante Nnoitra Jirga, giusto?”.

L'ufficiale della Kriegsmarine, alto e molto magro, con una benda sull'occhio sinistro e uno strano sogghigno, non era per niente intenzionato a salire a bordo e si limitò a una smorfia dalla distanza, replicando in un francese dal marcato accento germanico: “Voi dovete essere il capitano Baraggan Luisenbarn, suppongo. Vi sono obbligato per i vostri servigi”.

Trascorsero attimi di profondo silenzio, interrotti solo dall'imprecare degli uomini addetti alle operazioni, quindi fu il tedesco il primo a infrangerlo: “Perché lo fate, capitano? Vi abbiamo sconfitto e umiliato: è tanto grande la vostra ammirazione nei nostri confronti?”.

Il vecchio si inumidì le labbra in tono mesto: “Da quando gli Inglesi hanno accolto quel traditore di De Gaulle e hanno bombardato la nostra flotta in Algeria (ancora una volta per evitare che cadesse in mano ai Tedeschi o agli Italiani nda), per me sono loro i nemici. Assistendovi spero di aiutarvi a concludere la guerra il prima possibile. E allora tutto sarà molto diverso”.

Già, cambierà ogni cosa” sorrise maligno Nnoitra, pensando a un futuro radioso in cui la Germania, oltre che essere imbattibile a terra, avrebbe finalmente tolto il dominio sui mari alla Gran Bretagna inviando le sue navi in ogni angolo del globo: e in quella nuova Kriegsmarine lui forse avrebbe comandato una portaerei o una corazzata, o lo avrebbero addirittura fatto ammiraglio...

Mentre il capitano corsaro fantasticava e supervisionava i rifornimenti, il sommergibile aveva saldamente inquadrato il proprio bersaglio.

Tubi numero uno e due, fuoco!” ordinò Ikkaku, e fu questione di un attimo: come pescecani feroci, come dardi scagliati da un implacabile arciere subacqueo, i siluri morsero le acque e a velocità supersonica si conficcarono nella fiancata del mercantile francese.

Anche per via della gran quantità di munizioni e idrocarburi conservati nella stiva, in un batter d'occhio il piroscafo fu sventrato da una detonazione apocalittica: dove un attimo prima c'era una folla di marinai operosi, ora giacevano macchie di sangue e lamiere contorte.

Baraggan e pochi altri riuscirono a mettersi in salvo su una scialuppa, mentre la Coronel, sotto lo sguardo inorridito di Nnoitra che si aggrappava al parapetto con tutte le forze, veniva spinta lontano dalle onde causate dall'esplosione, lasciandosi dietro chiazze di gasolio incendiato.

Dopo aver schivato il relitto francese in fiamme, l'Aden emerse a fianco del mercantile armato, e, prima che uno qualsiasi dei Tedeschi potesse rendersi conto di cosa stesse accadendo, cominciò a fare fuoco con il cannone, infliggendo danni considerevoli.

Protetti da questo fuoco di copertura, e muniti di rampini speciali costruiti da Urahara, i nostri, dopo aver schivato le pallottole che l'intero equipaggio nemico vomitava su di loro, riuscirono ad arrampicarsi a bordo, seguiti da un buon numero di marinai britannici armati fino ai denti.

Appena mise piede sul ponte, Ichigo udì un urlo selvaggio alle proprie spalle e si vide assalito da un marinaio che brandiva un randello: a seguito di un colpo potente e preciso sferrato con il calcio del fucile, il tedesco precipitò in mare e scomparve.

Kenpachi sembrava addirittura posseduto, tanta era la foga e la velocità con cui consumava e cambiava i caricatori della propria arma: quando li ebbe terminati passò alle pistole, adoperandole sia per sparare che per assestare colpi devastanti in faccia agli avversari.

Byakuya, freddo e impassibile come sempre, scaricava il contenuto della sua mitraglietta contro un numero soverchiante di assalitori: sembrava che non avesse mai fatto altro in vita sua, e non appena i nazisti giacquero tutti sul ponte in un lago di sangue, si limitò a passare ad un altro gruppo.

Shunsui e Ukitake combattevano l'uno nelle vicinanze dell'altro, coprendosi le spalle a vicenda a seconda delle necessità del momento; il primo adoperava con uguale disinvoltura fucile e pistole, mentre il secondo riuscì a centrare in testa un marinaio che stava per scagliare una granata contro gli aggressori.

Come per miracolo, Coyote si era riscosso dal torpore abituale e stava mostrando a tutti di che pasta era fatto; contro i nemici lontani utilizzava un revolver dal calcio decorato, mentre quelli vicini li affrontava con un letale tirapugni metallico impugnato con la sinistra, e non cessava mai di rivolgere commenti e battutine ironiche ai Tedeschi, esasperandoli.

Intanto Isshin era riuscito a mettere con le spalle al muro il comandante corsaro.

Arrenditi e consegna la nave e tutto questo cesserà!”.

Io arrendermi? Mai! Heil Hitler!” ribatté Nnoitra eseguendo il saluta nazista con una mano e sparando con l'altra, ma i suoi colpi si rivelarono imprecisi e furono agevolmente schivati.

Il tedesco estrasse la sciabola, e il britannico rispose sguainando una coppia di coltelli dalla lama telescopica, invenzione di Urahara, e lo invitò a battersi.

Nnoitra gli piombò addosso e calò un fendente, ma mentre si esponeva ricevette una gomitata nello stomaco e barcollò all'indietro, raggiunto da una pugnalata al braccio; anche se dolorante, continuò

comunque a lottare, incrociando la spada con i coltelli, finché il colonnello, approfittando della propria maggior prestanza fisica, lo afferrò per il bavero e lo scagliò via, disarmandolo con una calcio; un attimo prima che il nazista potesse raccogliere da terra l'arma, egli fu raggiunto al torace

dai due pugnali, scagliati con destrezza, e si accasciò vomitando sangue.

In quell'istante l'equipaggio britannico, ammainata la bandiera da guerra rossa e nera della Kriegsmarine, inalberò l'insegna bianca, con la croce di San Giorgio e l'Union Jack nel quarto superiore, della Royal Navy.

A questo punto, con l'incrociatore relativamente intatto, nonché appena rifornito, i marinai dell'Aden si divisero in due squadre: una destinata a rimanere sul sottomarino, che avrebbe proseguito alla volta della Martinica, e un'altra che aveva il compito di governare la Coronel fino in Inghilterra, di cui facevano parte anche i membri del commando.

Mentre manovravano per allontanarsi dalla zona dello scontro, venne avvistata un piccola sagoma in lontananza: era la lancia contenente i pochi sopravvissuti del piroscafo francese.

Non appena li ebbero trasportati a bordo, Ukitake afferrò per il colletto Baraggan e lo affrontò a muso duro: “E così eri tu che li aiutavi, eh? Chien! Homme de merde! Che razza di francese sei?”.

L'anziano uomo di mare non si fece assolutamente intimidire: “E tu, dimmi un po', che francese saresti? Lo sai chi è che ha distrutto quella nave, piena di tuoi giovani compatrioti? I tuoi amici Inglesi! Lo sai chi è che ha aggredito senza alcun motivo la nostra flotta a Mers-el-Kèbir, strappando tante giovani vite? Gli Inglesi! Devi essere un comunista per non accorgertene!”.

Il vecchio fu portato via, sottocoperta, assieme al resto della sua ciurma, ma nondimeno le sue parole avevano lasciato un profondo segno nell'animo del giovane ufficiale.

Nel frattempo Kenpachi, sollevata la cornetta del telefono portatile di Urahara, effettuò la chiamata: “Pronto, Mr. Churchill? Cosa??Vi ho destato? Mi dispiace molto, signore, ma ci tenevo tanto a informarvi che abbiamo portato a termine la missione con successo...Che ne dite? Siamo bravi?”.

  
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