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Autore: _yulen_    16/12/2012    1 recensioni
Era tempo che volevo fare una FF su CoD ma per un motivo o per l'altro ho sempre rimandato perchè non avevo l'ispirazione. Poi mi sono resa conto che il CoD non si vedono quasi mai ragazze e quindi ho deciso di inserirne una io anche perchè secondo me è una cosa ingiusta U__U
Fine della Terza Guerra Mondiale, Praga. Una ragazza, ex spia e ora Spetsnaz, è in giro per la città alla ricerca di sopravvissuti e si imbatte nel corpo quasi senza vita di un soldato.
Una nuova guerra all'orizzonte e un'altro nemico da affrontare. Sembra che per la Task Force 141, alla quale poi si aggiungerà anche la stessa ragazza, la pace non sia destinata a durare molto e anche il mondo, guarda il sole sorgere all'alba di una nuova guerra.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Un’altra noiosissima giornata era trascorsa lenta, come la guarigione del ferito, aveva ripreso coscienza anche se si riaddormentava poco dopo, ma almeno stava bene.
Io invece ero distrutta, passavo la maggior parte del tempo nel buio, i miei occhi bruciavano a causa dell’esposizione alla luce del sole e mi facevano tanto di quel male da causarmi un mal di testa insopportabile e questa cosa mi faceva innervosire perché in cinque mesi di reclusione, se così la vogliamo chiamare, limitai i miei movimenti solo quando calava la notte, sembravo una specie di vampiro.
Guardai l’orologio, era mezzanotte, decisi di tornare in sala computer e controllare le ultime notizie, sembrava che si stesse riaccendendo la scintilla della guerra, circolavano voci di bombardamenti sulla costa est del Giappone e di alcune truppe dell’esercito cinese in marcia da Seattle verso Vancouver, forse era arrivato il momento di avvisare anche Price.
Corsi verso l’armeria e rimasi quasi sorpresa nel vedere Soap seduto sul letto, mi guardò incuriosito riconoscendo la divisa dell’esercito russo.
-Chi cazzo è quella?-chiese a Price.
-Tenente Selena Markovna Yakova, Spetsnaz-rispose Price lanciandomi una rapida occhiata.
-Fottuti sovietici-borbottò toccandosi il torace.
Gli lanciai uno sguardo di disapprovazione, non perché aveva praticamente espresso il suo odio verso la Russia ma perché gli avevo salvato la vita, non mi aspettavo certo una cerimonia di ringraziamento, avrebbe potuto comunque fingersi quanto meno felice di essere ancora vivo.
-Lascia stare, lo fa sempre-disse Price percependo il mio nervosismo.
-Cosa? Arrivare a un passo dalla morte o mandare a fanculo chiunque gli salvi la vita?-chiesi calmandomi.
-Tutte e due le cose-
“Buono a sapersi” pensai avvicinandomi alla porta, mi ero dimenticata per cosa ero tornata fin lì.
Si era ripreso, non volevo aspettare oltre. Dovevo andarmene, se le notizie erano vere, voleva dire che la guerra aveva incontrato solo un breve periodo di tranquillità e che ben presto sarebbe tornato tutto un inferno.
Ero sulla soglia quando Price mi richiamò.
-C’è qualcosa che devi dirmi?-
Mi fermai e mi voltai, indecisa se rispondere.
-Si. Mi sono collegata con un satellite stabilendo una connessione internet. A parte le solite storie, la costa est del Giappone è stata bombardata e alcune truppe cinesi sono in marcia verso Vancouver -risposi rientrando e tornando nel mio posticino.
-Opera di Makarov?-chiese Soap, non sapeva della sua morte.
-Credo che Makarov non ci darà più problemi, l’ho ucciso io-rispose Price attirando l’attenzione di entrambi.
Era stato lui, lo aveva ucciso. Certo, volevo essere io a fargli esalare il suo ultimo respiro visto che mi aveva privato di tutto, ma la cosa più importante era la sua morte. Aveva distrutto abbastanza vite per poter camminare ancora su questa terra, non meritava di vivere, non l’ha meritato nemmeno per un secondo. Credevo che con la sua morte si fosse risolto tutto, ma a quanto pare non era così. Probabilmente uno dei suoi fedeli seguaci era sopravvissuto nascondendosi e ora voleva proseguire con l’intento di conquistare l’Europa e distruggere l’America. La cosa divertente è che probabilmente sapevo di chi si trattava ed era per questo che dovevo muovermi.
-Che posto è questo?-chiese Soap guardandosi attorno.
-Siamo in Russia, San Pietroburgo, questa è una caserma-risposi.
Lo guardai mentre studiava con occhio vigile ogni angolo di quella stanza.
Il mio compito era finito, era arrivata l’ora di andarmene, presi il fucile, una pistola, qualche granata, un fucile di precisione e alcuni caricatori.
Mi avvicinai alla porta. -Do svidaniya (Addio)-dissi prima di uscire.
-Dove stai andando?-mi chiese Price.
-Via, lui è vivo-dissi indicando Soap-necessita ancora di cure ma il mio aiuto non serve più. Comunque vi sconsiglio di riprendere subito le vostre attività, la ferita è ancora aperta-continuai voltandomi di nuovo verso la porta.
-Potresti aggiungerti, ci serve qualcuno che sia capace di medicare le ferite-disse Soap passandosi una mano sul torace.
Per un attimo iniziai a credere che il dolore gli avesse dato alla testa, che stesse delirando, ma per uno strano motivo lui era serissimo.
-Due militari inglesi e uno Spetsnaz… sembra l’inizio di una barzelletta-commentai sarcastica.
-Scozzese. Io sono nato in Scozia-mi corresse guardandomi.
Alzai le spalle scettica. Aggiungermi a una squadra voleva dire fidarsi dei compagni e io non riuscivo più a fidarmi di nessuno.
-Nemmeno per sogno, ho le mie cose ha cui pensare-
-Anche noi e un fucile in più può essere comodo-
Anche se il loro discorso aveva senso scossi la testa decisa ad andare per la mia strada.
-Scordatevelo, la Russia non vede l’ora di giocare con la mia testa, quindi è meglio che me ne vada-risposi decisa.
-Price?-Soap voleva sentire cosa ne pensava.
Fantastico, ora ci voleva anche il suo parere, non che per me contasse qualcosa, figuriamoci.
-Di certo un medico può ritornare utile-
-Vi ricordo che sono nata in Russia e noi russi siamo dei bastardi è per questo che me ne devo andare-risposi prendendo anche alcune fasce.
-Stai tranquilla, ti toglierò di mezzo personalmente se scopro che ci nascondi qualcosa-disse Price guardandomi.
Non dubitavo del fatto che mi avrebbe uccisa se avessi fatto o detto qualcosa fuori luogo, a volte anche io mi sarei presa a schiaffi da sola.
-No, resterò solo fino a quando non servirò più, poi leverò le tende-risposi guardando Soap.
Io ero della mia idea e per nessun motivo l’avrei cambiata e poi perché avrei dovuto prendere parte di una squadra? Stavo bene da sola, potevo fare quello che volevo senza dover dare spiegazioni a nessuno, non avevo bisogno di nessuno, sapevo cavarmela da sola, avevo imparato seguire solo il mio istinto e il mio intuito per sopravvivere e questo mi bastava.
E comunque, completamente sola, non lo ero. Avevo la solitudine ed eravamo come sorelle, lei non mi aveva abbandonata un secondo, era sempre rimasta al mio fianco, ascoltandomi quando parlavo al vento, capendomi quando piangevo e tenendomi compagnia nelle notti insonni.
La mia unica compagna di squadra era lei, fedele e leale ed ero sicura che non l’avrei rimpiazzata per niente al mondo.

   
 
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