sabato 18 maggio 2013
ore 7.00

la sveglia suonò, mi alzai dal letto e scesi in cucina per fare colazione. era una tipica mattina da fine settimana: mio padre che leggeva il giornale davanti alla tv, mia madre che mi oreparava la colazione e io che dovevo andare a scuola. che sbadata, mi sono dimenticata di presentarmi: io sono Hope, ho 17 anni, frequento la quarta liceo e vivo in un paese in provincia di Pavia. sono vivace, allegra, spesso timida, testarda e innamorata. "di chi?" vi starete chiedendo. di cinque ragazzi; loro si chiamano Liam Niall Zayn Louis e Harry, i OneDirection. ma.. tornando a noi, quella mattina non avevo proprio voglia di andare a scuola. io: mamma posso stare a casa? chiesi con la faccia da cucciolo. mamma: no! andare a scuola è il tuo dovere e oggi ci vai, non mi interessa se sei stanca! rispose con tono arrogante. io: si ho capito, non cè bisogno che ti alteri cosi. risposi alzandomi dal tavolo e andandomi a preparare.
passai dalla camera, presi i vestiti e mi recai in bagno.
mi sciacquai il viso e mi cambiai: misi una maglia a righe blu e bianche, un leggins blu scuro e le vans sempre blu.
misi un po di matita, un po di mascara e un po di blush.
ero pronta, erano le 7.40, presi la borsa, scesi in salotto, salutai mamma e papà e uscii.
era un caldo mattino di primavera cosi decisi di farmi una passeggiata dato che la scuola era poco distante. 
presi il cellulare, le mie cuffiette e feci partire 'change my mind'.
intanto scrissi un messaggio alla mia migliore amica: "buongiorno amore, allora.. tra poco ore sarai qui da me. non vedo l'ora x".
non feci in tempo a mettere il cellulare in tasca che mi arrivò la sua risposta: "ehi buongiorno stella, non vedo l'ora anche io, sono agitatissima. ci sentiamo dopo x".
come avete capito Chloe (cosi si chiama) è la mia migliore amica.
ci siamo conosciute il 13 giugno 2012 tramite un social network, facebook, tramite un gruppo che avevano creato per riunire tutte le directioners.
Chloe è una persona fantastica, in poco tempo è diventata un persona davvero importante per me.
ha 17 anni e abita in provoncia di Lucca e frequenta la quarta liceo come me.
è una ragazza vivace, simpatica, dolce; mi ha regalato davvero tanto in questo tempo. è una persona bellissima, fuori e dentro. quel giorno ci saremmo viste, finalmente, per la prima volta.
arrivai a scuola, entrai in classe e mi sedetti al mio banco, insieme alla mia compagna.
x: mi hanno detto che domani andrai al concerto dei oned, è vero? mi disse con tono arrogante.
io: si è vero. non vedo l'ora, sono emozionatissima. e tu invece? stai a casa? ahaha. risposi prendendola per il culo.
mi stava troppo sul culo; cercava di stringere amicizia con me solo perche pensava che io le chiedessi di venire al concerto con me, ma si sbagliava.
x: vaffanculo puttana. disse urlando.
io: non devi permetterti di darmi della puttana solo perche non ti ho chiesto di venire al concerto con me. FALSA. urlai ribattendo.
la classe scoppiò a ridere e a prendere in giro la mia compagna e vidi gran parte della classe che mi alzò il pollice come per dire 'sei una grande'.
scoppiai a ridere anhe io quando sentii chiamare il mio nome; mi voltaii, era il figo della classe che mi chiamava.
era da tempo che volevo provare a chiedergli se potevo mettermi vicino a lui ma non trovavo mai il coraggio.
x: ti va di venire qui e non stare con quella? mi chiese facendo segno al banco accanto al suo.
io: volentieri, grazie. risposi spostandomi vicino a lui.
x: non avevo mai notato questo tuo lato cosi aggressivo. disse ridendo.
io: be si in effetti non è nel mio carattere reagire cosi, ma quando una mi da della puttana per niente non posso stare zitta. risposi ridendo.
la prof entrò in classe, ci alzammo tutti per salutarla.
io: forse adesso è meglio seguire la lezione. dissi facendo un mezzo sorriso.
x: gia hai ragione. rispose.
io: saremo buoni amici, si. esclamai.
x: ne sono sicuro. rispose facendomi l'occhiolino.
le ore passarono in fretta.
erano le 13.15 e la campanella suonò; presi la mia borsa e salutai Alex (il mio compagno) con un bacio sulla guancia e tornai a casa di fretta.