PROLOGO
Non riuscivo più a sopportare Londra. Tutto il caos, le luci, i pub, le discoteche, la frenesia.. Ero persino arrivata al punto di non sopportare neanche più le mie migliori amiche, o meglio coinquiline. Avevo davvero bisogno di una pausa. Così mi ritrovai alla casa in collina di mia nonna materna, che mi ospitò volentieri per almeno due settimane. Mia nonna Mary è sempre stata una grande lavoratrice e una donna silenziosa, e per capirmi in genere le era sempre bastato uno sguardo, quindi in quei giorni ebbi il mio meritato riposo e tutto il tempo per pensare alla mia vita. Sono una diciassettenne in crisi, nel caso non si fosse capito. Le mie due migliori amiche, Faith e Sarah, erano troppo occupate dai loro pensieri e di certo non volevo annoiarle con i miei. Faith, la mia vera prima migliore amica, era fidanzata da due anni e ultimamente era talmente presa dai litigi con il suo ragazzo che ci eravamo limitate solo a parlare per le questioni del nostro appartamento. Sarah, invece, viveva una vita sfrenata, sempre in discoteche, pub e molto spesso non rientrava neanche per la notte. Per lei ho sempre provato una specie di amore e odio, perchè da un lato odiavo il suo modo di vivere, la mancanza di morale e la sua sregolatezza, ma dall'altro lato mi sarebbe piaciuto essere come lei. Una persona impulsiva e che non rifletteva molto prima di agire. Tutto il contrario di me: la tipica ragazza che preferisce stare al computer o leggere un libro invece che uscire e che preferisce vedere l'amore che provarlo davvero. Proprio per questo mio modo di essere non ho mai avuto un ragazzo. Le mie amiche per consolarmi dicevano "sei te che non lo vuoi avere Becky, se ti lasciassi solo un pò più andare avresti la fila di ragazzi dietro". Tutte scuse, la realtà sempre quella era. DIciamo che per descrivermi mi piaceva utilizzare le parole 'non abbastanza'. Non abbastanza alta, non abbastanza magra, non abbastanza bella, non abbstanza simpatica. Tutto quello che avevo era insignificante. Gli occhi color indefinito, tipo grigio. I capelli nè lisci nè ricci. In poche parole avevo troppo di cui lamentarmi e proprio per sfuggire a questa depressione mi rifugiai nell'accogliente casetta di mia nonna. Ma la cosa che mi piaceva più fare era andarmi a sdraiare nel boschetto poco distante e addormentarmi ascoltando la natura intorno a me. Mi dava un senso di pace. E anche quel giorno lo stavo facendo finchè non sentii una voce umana. Dire che mi presi un colpo è poco, visto che in genere è una zona disabitata. Mi nascosi dietro un albero e cercai di capire da dove provenisse quella voce che si trasformò in musica.'Another day another life
Passes by just like mine
It's not complicated'