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Autore: Franci_1    17/12/2012    8 recensioni
Santana è la primaria di cardiochirurgia a Los Angeles.
Un giorno al centro commerciale accade una cosa che potrebbe cambiarle la vita per sempre.
Dal primo capitolo:
“Cosa si sentiva prima di perdere conoscenza?” chiesi.
“Aveva dolore alle gambe, al petto e mi è sembrata blu.” Disse lui.
Quinn si bloccò a guardarmi.
“Cazzo!” esclamai spostandomi al kit di primo soccorso.
“No San! Non puoi!”
“Continua Fabray! E lasciami fare!” le ordinai continuando a rovistare nella borsa.
Friendships: Quintanna, Bram, Mike e Brittany, Puktana, Pezberry (e quasi tutte)
Ship: Quam, Brittana, Tike, e altre accennate.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Sam Evans, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si sistemò il camice e lo stetoscopio uscendo dallo spogliatoio. Arrivò al bancone delle infermiere sorridendo alle persone che incontrava. Posò il gomito sul bancone afferrando una cartella e sfogliandola passandosi una mano tra i capelli corvini.
 
Sfogliando la cartella corrugò la fronte e lesse nuovamente il nome del paziente e poi rilesse la cartella alzando lo sguardo su una infermiera.
 
“Ehi, Olivia, chi è Brittany Pierce?” chiese.
 
La rossa alzò lo sguardo dallo schermo del computer.
 
“Oh, è la ragazza della pazzia Lopez.” Rispose lei distrattamente passandosi una mano tra i capelli tornando al computer.
 
Callie sbuffò e chiuse la cartella prendendola avviandosi verso la stanza.
 
Bussò distrattamente entrando.
 
“Salve, sono la dottoressa Torres, primario di ortopedia.” Disse posando la cartella al bordo del letto.
 
“Salve.” Le rispose un ragazzo biondo.
 
“Posso vedere la spalla?” chiese avvicinandosi.
 
La paziente annuì scoprendosi.
 
Sorrise cominciando a fare i suoi test.
 
“Okay, è molto gonfia e con la risonanza non vedremmo molto adesso, quindi propongo di aspettare almeno un paio di giorni. Puoi spiegarmi come hai fatto?” chiese allontanandosi tornando alla cartella.
 
“Non lo so. Immagino nel cascare. E’ lussata?” chiese la bionda tentando di sistemarsi meglio sul letto.
 
“Ci sta, ma non posso dirlo con certezza fino a che non ho i risultati della risonanza.” Le sorrise tornando a scrivere sulla cartella.
 
La bionda rimase in silenzio con lo sguardo dritto al soffitto mentre il fratello si torturava i capelli.
 
Callie notò la situazione.
 
“Va, va tutto bene?” chiese.
 
“Sa siamo grati che sia venuta a controllare la sua spalla, ma in questo momento mi preoccupa più il suo embolo! E non ci dicono niente. La dottoressa Lopez sembra essere sparita.” Si aprì Sam.

“Prima pensa di poter infrangere la legge su di me, e poi scompare..” gracchiò acida Brittany continuando a fissare il soffitto.
 
Sam la squadrò e poi guardò Callie che intanto aveva chiuso la cartella in un gesto di stizza.
 
“Ha infranto la legge per salvarti la vita!” esclamò e Brittany rise.
 
“Come se fosse meglio ora. Ho solo un super debito ospedaliero da pagare. Se fossi morta almeno non avremmo dovuto pensare a quello.”
 
“C-ci hanno solo detto che le servirà un’altra operazione.” Spiegò lui alla dottoressa.
 
La Torres prese un profondo respiro per evitare di rispondere a tono a quella ragazza ma qualcuno entrò nella stanza.
 
“Salve, scusate l’interruzione. Callie, puoi uscire un secondo..” la sua voce la fece riscuotere e uscì lasciando un occhiataccia alla ragazza.
 
Portò alla fine lo sguardo sulla bionda.
 
“Dimmi Arizona.” Sorrise dolcemente.
 
“Sono solo passata a salvare la situazione. So che quella ragazza parla sempre così di Santana e so quanto tu tenga a lei e che avresti reagito. Comunque..” la sua parlata fu interrotta da un Sam preoccupato.
 
“Scusate, vi posso interrompere?” chiese e la bionda annuì allontanandosi dai due.
 
Callie guardò il ragazzo e incrociò le braccia sotto il petto.
 
“Mi dispiace, mi creda. Questa non è mia sorella. Lei è la persona più gentile del mondo. Non smette mai di sorridere nemmeno un secondo. E’ grata alla vita. Lei è tutto ciò che c’è di bello a questo mondo, ma adesso.. non so cosa le sia accaduto. Non è più in se. Non è più lei. Non è più la mia Brittany.”
 
La mora lo guardò e sospirò.
 
“Faremo fare un controllo neurologico.”
 
“Grazie..” disse il biondo tornando nella stanza.
 
Si voltò guardando l’infermiera.
 
“Chiama il dottor Shepherd.” Posò la cartella al suo posto e se ne andò.
 
 
 







“Ehi, come mai qui a quest’ora? Il tuo turno non inizia fra tre ore?” chiese Puck passandole una cartella clinica dato che lei aveva teso una mano.
 
“Non ho voglia di parlarne.” Sbottò secca guardando la cartella.
 
“E’ per San?” chiese lui appoggiandosi al bancone.
 
Lei sospirò sfogliando distrattamente la cartella.
 
“Si.  Ho paura che stia soffrendo, ma con lei non poi solo andare li e obbligarla a sfogarsi. Lo sai come è. Ci ha messo 3 anni prima di parlarmi di suo padre. A me. La sua migliore amica dall’asilo. Non parla mai di ciò che prova. E io non so come comportarmi!” spiegò lei guardando il ragazzo rasato per poi riposare lo sguardo sulla cartella.
 
“So che ti ha detto una cosa.. non molto carina..” aggiunse borbottando ancora la bionda.
 
Il ragazzo annuì.
 
“Si..” abbozzò un sorriso amaro.
 
“Puck, lei..”
 
“No, Quinn, lo so, credimi..” abbozzò un sorriso un po’ meno amaro e si staccò dal bancone.
 
“Adesso devo andare, ci vediamo alla pausa pranzo.”
 
La bionda annuì guardando il ragazzo allontanarsi.
 







 
 
Bussò delicatamente alla stanza entrando.
 
“Salve, sono Noah, sono qui per cambiarti la medicazione. A momenti dovrebbe raggiungerci il dottor Shepherd.” Disse avvicinandosi alla bionda.
 
Aprì il camice da ospedale della ragazza e cominciò a cambiare la medicazione.
 
Nel frattempo arrivò il dottore.
 
“Ciao, sono Derek Shepherd, primario di neurochirurgia, posso visitarti?” chiese dopo aver strinto la mano di Sam.
 
“E’ un altro modo per provare a rubarci altri soldi?” chiese lei sempre intenta a fissare il soffitto, come tutto il tempo dal quale era arrivata in ospedale.
 
Sam fece un cenno di scuse che il dottore accettò con un sorriso avvicinandosi.
 
Fece un paio di test e sospirò allontanandosi.
 
“Prenota una tac.” Disse uscendo dalla stanza bloccandosi un attimo sulla porta. Sorrise alla figura davanti a lui e proseguì.
 
Noah tornò verso la paziente tornando alla medicazione.
 
“Come ti senti?”
 
“Secondo te?”
 
“Ho una mia idea ma lo sto chiedendo a te.” Continuò Puck.
 
“Incazzata, sono incazzata. Con tutti voi. Non voglio che mi operiate. Non voglio che mi tocchiate. Ogni cosa che fate sono almeno mille dollari in più! Solo il fatto di essere stesa su questo letto mi farà spendere almeno diecimila dollari. Lo sai che con diecimila dollari pago l’affitto per un anno? E adesso? Come farò a pagare l’affitto?”
 
“Almeno sei viva. Dovresti essere grata di questo..”
 
“Grata?” rise lei continuando a fissare il soffitto. “Avrei preferito morire. Meglio lasciare un cadavere che un debito di almeno duecento mila dollari.” Continuò lei mentre Sam si passava una mano sugli occhi sbuffando. “Sa chi è l’unica persona che deve essere grata in questo fottuto ospedale? La dottoressa Lopez. A mio fratello  che non la vuole denunciare. Quella è l’unica in questo posto a dover essere grata..”
 
“’Quella’ ti ha salvato la vita.” Disse Puck corrugando la fronte. “Quella è la persona migliore di questo mondo. Quella è la persona che ti ha salvato la tua fottutissima vita del cazz-“
 
“Noah!” la voce di Santana rimbombò potente nella stanza fermando tutti e tre i presenti e anche alcune persone fuori dalla porta. Puck fece un passo indietro alzò le mani. Si voltò e passò accanto a Santana guardandola per poi uscire.
 
Santana chiuse gli occhi sentendo la porta sbattere serrando la mandibola e chiudendo i pugni nelle tasche del camice.
 
“Sei un fallimento, su tutti i campi. Sei la delusione più grande che potessi avere. Ti voglio fuori da questa casa! Non ti voglio più vedere. Tu, lo hai ucciso. Non hai fatto niente. Tu, sei la persona peggiore che esista. Hai lasciato tuo padre morire!”
 
Erano appena tornate dal funerale. Entrambe vestite di nero. Una giovane Santana cercava di trattenere il pianto dinanzi alla madre che nel frattempo stava buttando tutti i suoi vestiti dalla porta. Improvvisamente Santana si sentì spingere fuori dalla porta. Finì a terra sull’asfalto sporco e bagnato in quel giorno di settembre dove pioveva copiosamente. Alzò la testa, la quale era completamente bagnata così come il resto del suo corpo.
 
Guardò la madre con il volto distrutto dal pianto.
 
“Non tornare mai più, Santana.”
 
“Mamma, ti-ti prego..” balbettò lei tra i singhiozzi e le lacrime.
 
“Non sono più tua madre. Tu non sei più mia figlia.” E poi sentì la porta di casa chiudersi così prepotentemente dinanzi a lei che il rumore le arrivò come uno sparo di un cannone diritto nel suo petto.
 


 
Scosse impercettibilmente la testa come a scacciare il ricordo e uscì senza guardare nessuno.
 
Si diresse a passo svelto verso il primo stanzino dei medicinali chiudendosi all’interno. Si appoggiò con la schiena contro la porta. Lentamente si lasciò accasciare a terra arrivando a sedere.
 
Posò la testa sulle ginocchia e cominciò a piangere.
 






 
Santana dopo lo sfogo nello stanzino era leggermente più calma. Stava camminando per il corridoio quando si senti chiamare.
 
“Lopez, Dottoressa Lopez.” Si fermò e socchiuse gli occhi per poi entrare nella camera.
 
“Mi hai chiamato?” chiese.
 
L’altra annuì con lo sguardo al soffitto.
 
“Dove è tuo fratello?”
 
“L’ho mandato via. Non ne potevo più.” Disse la bionda. Poi calò il silenzio.
 
“Cosa c’è?” fu la latina a rompere il silenzio.
 
La bionda rise continuando a fissare il soffitto.
 
La latina si avvicinò alla cartella sfogliandola. Improvvisamente si bloccò e alzò lo sguardo verso Brittany.
 
“Ebbene si. Sembra che dopotutto morirò lo stesso..” esclamò quella.
 
Santana sfogliò ancora la cartella per poi chiuderla.
 
Adesso le era tutto molto più chiaro.
 
“Tra qualche ora ti verranno a preparare per portarti in sala operatoria.” Disse mettendo la penna nel taschino del camice per poi avviarsi alla porta.
 
“Mi dispiace.” Esclamò Brittany all’improvviso facendo fermare Santana sulla porta.
 
La latina si voltò e la guardò.
 
“Si, mi dispiace averti trattato così male, ma…”
 
“Non sei tu. Hai una grossa emorragia che ti fa avere questo pessimo atteggiamento. Ma Shepherd è il migliore, e sono sicura che riuscirà a..”
 
“Anche se ce la facesse? Non ho i soldi per pagare tutto questo.” Esclamò lei.
 
Santana sospirò.
 
“Perché sei diventata dottoressa?” chiese poi Brittany abbassando finalmente lo sguardo su Santana.
 
Quest’ultima rimase senza fiato scontrandosi con gli occhi azzurri della bionda. Erano bellissimi.
 
“Io, ho-ho perso mio padre.” Disse Santana distrattamente voltandosi per uscire.
 
“Ti prego non andartene. Non voglio restare da sola.” Si bloccò per l’ennesima volta girandosi.
 
La bionda corrugò la fronte.
 
“Come mai adesso, sono.. così?”
 
“Ci sta, alle volte che torni lucida.” Disse Santana tornando vicina al letto.
 
La bionda annuì tornando a fissare il soffitto.
 
“Ti va di parlarmi di lui?” chiese Brittany posando lo sguardo su Santana che nel frattempo fissava il pavimento con le mani nelle tasche e le spalle strinte.
 
“Okay..” prese un sospiro e si sedette vicino a lei sulla sedia di Sam.
 
“Lui era l’uomo più straordinario che esistesse. Era un rinomato chirurgo. Era il primario del più famoso ospedale di Lima, in Ohio. Spesso io e lui andavamo a correre, io ero una cheerleader e avevo bisogno di mantenere la forma. Avevo anche una borsa di studio per il cheerleading, che poi ovviamente non ho accettato. Eravamo al parco, e come sempre stavamo facendo una gara.. improvvisamente correndo mi sono accorta che lui, non era più al mio fianco..” si bloccò chiudendo gli occhi. Perché lo stava facendo? Perché si stava aprendo con una sconosciuta che poi era una sua paziente? Non si sapeva dare una risposta. Non riusciva neanche ad andare avanti.
 
Brittany lo capì e le tese la mano sul letto. La latina guardò la mano per poi con esitazione prenderla.
 
La bionda la strinse e questo diede coraggio alla mora a continuare.
 
“Mi sono voltata, trovandolo a terra accasciato. Non sapevo cosa fare, ero nel panico. Chiesi alle persone di chiamare l’ambulanza ma ebbe un attacco cardiaco. E non sarebbe stato neanche letale se avessi saputo fargli una stupida manovra che impari il primo anno di specializzazione.” Disse lasciandosi scappare una lacrima che prontamente asciugò.
 
Brittany rimase in silenzio e poi sospirò.
 
“Mi dispiace.” Disse e la mora sorrise alzandosi mentre degli infermieri stavano entrando.
 
“Ti prepareranno per l’operazione. Ci vediamo tra un po’. Devo fare una cosa prima..” sorrise Santana lasciando la mano della bionda con esitazione, più esitazione di quella che aveva per prenderla.
 
Santana cominciò a correre e arrivò in sala.

“Derek, ho bisogno di parlarti.” Disse con il fiatone. Questo annuì guardandola confuso seguendola.
 
 
 





“No, non è possibile!” disse Webber mentre Shepherd era in silenzio sulla sua poltrona.
 
“Ti prego. Richard! Non può permetterselo. Noi siamo disposti a farlo pro bono. Perché non accetti?”
 
“Sai quanto cosa?”
 
“Non ci faremo pagare!”
 
“E gli infermieri? E gli strumenti? Santana è un operazione da centomila dollari. Chi li pagherà?”
 
“Li pago io.”
 
I due uomini si guardarono confusi mentre Santana tirava fuori il libretto degli assegni.
 
Lo compilo e lo sbatté sulla scrivania.
 
“Adesso siamo coperti.” Disse rimettendo il libretto in tasca e uscendo dalla stanza seguita da Derek che ridacchiava.
 
Richard si passo le mani sulla testa guardando l’assegno per poi sbuffare e fare un giro con la sedia girevole.













 
 
 
“Un cinque zeri.” Disse Santana tornando poi con entrambe le mani al suo lavoro.
 
Alla testa del paziente c’era Shepherd che cercava di ridurre l’emorragia. Non aveva rasato i capelli alla ragazza perché Santana lo aveva praticamente minacciato di morte.
 
“Cazzo, cazzo, cazzo!” esclamò il dottore facendo allarmare Santana che alzò lo sguardo dal torace della ragazza.
 
“Che succede??” chiese subito.
 
“Ho bisogno di un altro paio di mani.” Disse.
 
“Okay, tre vieni qua e continua!”
 
La ragazza la guardo impaurita.
 
“Rose, muoviti! Devi solo suturare! La sai fare una sutura continua sul cuore, lo so. Te l’ho insegnata io! Su!” le disse mentre si faceva mettere gli occhialini e  la luce dalle infermiere.
 
Arrivò al fianco di Derek.
 
“Eccomi!”
 
“Okay, devi aspirare.” Disse. Santana annuì prendendo l’aspiratore e togliendo tutto il sangue in più.
 
Rimasero in allerta per almeno cinque minuti buoni quando finalmente Derek si rilassò e così fece anche Santana.
 
“Okay, è tutto sotto controllo. Ce l’abbiamo fatta..” disse alzando lo sguardo verso il soffitto chiudendo gli occhi respirando profondamente.
 
Santana sorrise sotto la mascherina. Le suturarono tutto e la portarono in camera.
 
 
 






 
“Fabrey, come mai c’è dello schifosissimo cibo vegano nel mio frigo?” urlò Santana guardando nel frigo.
 
“Primo: è il nostro frigo. E secondo..” urlò lei avvicinandosi per poi  arrivare in cucina e ridacchiare.
 
“Tadaaaan!” urlò la terza persona.
 
Satana spalancò gli occhi.
 
“No, dimmi che era registrato. Che non è veramente qui!” esclamò e Rachel rise.
 
“Santana, sei sempre così accogliente quando vengo a trovarvi!”
 
“Faccio quello che posso!” rispose lei voltandosi ridendo e abbracciando Rachel, la quale sorrise stringendola a sua volta.
 
“Allora, come mai a Los Angeles?”
 
“Ci hanno dato una vacanza di una settimana prima di fare le prove finali.”
 
“Come sta andando?” chiese Santana passando una birra a entrambe e aprendo la sua bevendola.
 
“Direi bene..” disse la bruna sedendosi sul divano.
 
Quinn si sedé accanto a Rachel mentre Santana si sedeva sula poltrona difronte al divano. Accavallò le gambe.
 
“Come stanno Kurt e Blaine? Finn?” chiese Quinn.
 
“Oh, Kurt sta scrivendo un libro grandioso. Blaine è in uno show off Broadway, ma ha il ruolo principale. E Finn.. “ si fermò asciugandosi una lacrima.
 
“Cosa? Che è successo?” chiese Quinn.
 
“E’ tornato a Lima, si sentiva fuori posto a New York.” Sospirò Rachel.
 
Santana roteò gli occhi.
 
“E’ un idiota. Vedrai che tornerà da te in tipo, tre giorni.” Esclamò bevendo un sorso di birra.
 
“Si lo penso anche io. Finn è sempre stato un bambinone spaventato. Lasciagli i suoi spazi e vedrai che tornerà da te capendo quanto coglione sia stato.” Annuì Quinn.
 
Rachel accennò un sorriso.
 
“Ma adesso sono a Los Angeles, con le mie due migliori amiche e, fanculo Finn, fanculo gli uomini! Stasera noi tre andiamo a divertirci!” si alzò Rachel.
 
Santana e Quinn si guardarono ridendo.
 
“Mi dispiace, non posso venire. La mia paziente si dovrebbe svegliare tra mezzora, e vorrei essere li..” disse abbozzando un mezzo sorriso.
 
“Oh, è la famosa paziente per la quale hai preso una cott-aaaahi!” urlò massaggiandosi le costole colpite dal gomito di Quinn che faceva finta di niente odiando mentalmente Rachel.
 
“C-cosa? No! Non, no assolutamente, non ho una cotta per lei!” disse Santana alzandosi e posando la birra sul tavolino da fumo davanti a loro.
 
“Ora vado.” Disse ancora dirigendosi in camera sua prendendo la borsa e uscendo.
 
Quinn guardò Rachel allargando le braccia.
 
“Che c’è?” chiese la bruna.
 
Quinn sollevò lo sguardo al cielo lasciando ricadere le braccia.
 
“Che?” continuò Rachel.
 
“Muoviti, vai a vestirti! Ho una persona che vuole vederti!” disse ridendo Quinn scotendo la testa.
 
 










 
 
Passò di fronte al bancone delle infermiere salutandole mentre tutte la guardavano con aria sognante per poi dirigersi alla camera.
 
“Dio, Brittany! Dio, grazie, grazie, grazie!! ” una voce piena di allegria le era arrivata alle orecchie.
 
Bussò sullo stipite della porta dato che questa era aperta.
 
Sam si voltò asciugandosi le lacrime di gioia che aveva sul volto.
 
“Dottoressa Lopez!” esclamò.
 
“Chiamami Santana, sono in veste non ufficiale. Sono venuta prima del passo perché immagino dopo la camera sarà piena..” disse entrando nella stanza.
 
Brittany cercava di alzarsi per poter salutare Santana, questa lo notò e le si avvicinò per aiutarla con una mano.
 
“Ecco, ciao..” disse con un sorriso in piedi al lato del letto. La bionda sorrise  e notò dei fuori in una mano di Santana.
 
Anche la mora si ricordò di averli in mano e ingoiò rumorosamente.
 
“I-io, questi, sono.. sono per te..” disse Santana passandoglieli.
 
“Grazie..” sorrise la bionda dando un occhiata al fratello che fece finta di ricevere una chiamata e uscì.
 
Santana si schiarì più volte la voce in modo imbarazzato.
 
“Conosci il significato dei fiori?” chiese poi e la bionda scosse la testa ridacchiando.
 
“No!”
 
“Nemmeno io, ho chiesto al fioraio.. e ho scelto questi quattro.. mi sono sembrati i più adatti. Questo il Lauro, che significa trionfo e gloria. Questa è una Camelia bianca, il significato… è.. sei adorabile..” disse imbarazzandosi grattandosi la fronte.
 
Come avrebbe fatto a spiegare il terzo fiore. Anche lei non sapeva perché lo aveva preso. Era il primo che aveva scelto, solo dopo aveva chiesto il suo significato.
 
“Oh, questo?” chiese la bionda indicando il tulipano giallo.
 
“Significa, hai il solo nel sorriso. La mora abbozzò un sorriso sempre più imbarazzata mentre gli occhi azzurri di Brittany la scrutavano curiosi.
 
“E questo rosso?”

Santana prese un respiro cercando di non rispondere. Non sapeva neanche perché lo avesse preso. Anzi non sapeva perché le avesse preso dei fuori. Ma le sembrava una cosa carina. Adesso però si sentiva una stupida. Si sentì una stupida quando qualcuno entrò nella stanza buttandosi su Brittany stringendola e baciandola. Un bacio appassionato al quale la bionda si sottrasse solo dopo qualche lunghissimo secondo.
 
“Dio, Britt, non sono riuscita ad arrivare prima, scusami!” esclamò la ragazza bruna con gli occhi verdi baciandola nuovamente.
 
“Non fa niente, non ti sarei piaciuta, ero una stronza..”
 
“Si l’ho saputo, non ho capito bene perché..”
 
“Nemmeno io..” rispose Brittany.
 
“Quando ha perso conoscenza, ha sbattuto molto forte la testa, e una emorragia comprimeva il lobo temporale, cambiando il suo carattere. Non era una cosa continua, aveva momenti di lucidità, ma con un emorragia così grossa che fa avere questi cambiamenti comportamentali è meglio operare. E l’operazione è stata un successo. Sarebbe passato dopo il dottor Shepherd ma dato che sono qui, c’è stata un piccolo problema ma lo abbiamo tenuto sotto controllo e adesso va tutto bene.” Spiegò Santana sistemandosi la borsa in spalla.
 
Brittany sorrise a Santana mentre la terza si voltò verso di lei alzando un sopracciglio.
 
“Tu saresti?”
 
“Santana Lopez, la dottoressa di Brittany..” disse l’ispanica tendendo la mano verso la ragazza.
 
Questa però continuò a tenere tra le sue mani la mano di Brittany.
 
“Una dottoressa che porta i fiori alle sue pazienti? EH?” disse e con una mano gettò a terra di fiori.
 
Santana spalancò gli occhi. Brittany guardò male la sua ragazza.
 
“Che diavolo fai? Sei impazzita?” le disse Brittany urlando.
 
“Brittany, non urlare, non puoi fare sforzi, o si riapriranno i punti. Sta tranquilla. Va tutto bene. Ho sbagliato io a.. scusate..” disse Santana prima di uscire dalla stanza scuotendo la testa.
 
In poco tempo arrivò al pub trovando le due migliori amiche in compagnia di Noah. Questo la guardò e vedendola sconvolta le tese il suo drink. Era così tra loro. Anche se litigavano, c’erano sempre l’uno per l’altra. Santana sorrise sedendosi al tavolo con loro.
 
“Allora come sta?” chiese Quinn.
 
“Bene, direi che adesso è la persona che mi suo fratello sosteneva fosse.”
 
“Perché sembri delusa?”
 
“Le ho portato dei fiori..” Rachel stava per parlare la San le lanciò uno sguardo fulminante che le fece richiudere la bocca.
 
“Ed è arrivata la sua ragazza.. che li ha gettati a terra..” spiegò bevendo tutto d’un fiato il drink ordinandone un altro.

“Okay, ci sei rimasta male perché ha una ragazza ho perchè questa ha tirato a terra i fiori?”
 
Santana alzò lo sguardo su Quinn e poi sospirò.
 
“Avevate ragione.. mi piace.. dovete vedere che occhi ha, sono.. sono così belli e limpidi, io..” sospirò ancora.
 
“Direi di festeggiare alla Lopez che per la prima volta nella sua vita ammette che le piace qualcuno!” esclamò Rachel alzando il cocktail.
 
“Se non l’ho mai detto è perché evidentemente non l’ho mai pensato!” si difese Santana facendo ridere gli altri e Noah le diede una spalla per poi cingerle le spalle con il braccio portandola verso di lui. Santana sorrise e si lasciò abbracciare per poi sussurra un: “Mi dispiace.” Nessuno se non Noah lo sentì considerando quanto Quinn e Rachel fossero impegnate a ridere.
 







Franci’s Corner: 


E ci siamo! Anch il secondo capitolo è andato!

Fatemi sapere se vi piace. Sto cercando di infiltrare quanti più personaggi di Grey’s posso perchè ho visto che vi piace.

Scrivo in terza persona così posso raccontare tutti i punti di vista e la cosa mi piace di più!

Baci Fra!

  
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