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Autore: _itsnickymine    17/12/2012    8 recensioni
“ha diciotto anni, Nicholas” disse Joseph guardandolo attentamente cercando di capire cosa passasse per la mente del fratello.
“e allora?” chiese il riccio interrogativo
“e allora hai già tuo figlio da crescere, non puoi perdere tempo dietro una ragazzina immatura che frequenta ancora il liceo”
“non la conosci” si difese il ragazzo
“Nick hai venticinque anni, un lavoro che ti richiede tempo e soprattutto un figlio di sei anni e mezzo da crescere solo! È vero meriti anche tu una donna al tuo fianco che ti sappia amare, che ti sappia amare veramente, ma questa donna di certo non sarà una ragazzina di diciotto anni!” disse il fratello
“..forse hai ragione”
“ho ragione, nessun forse” disse Joseph soddisfatto finendo di bere la sua birra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                'Do you believe in destiny?'




Chapter 25.

 

“hey mi ha chiamato mamma e ha detto che tarderanno, hanno cancellato tutti i voli fino a giovedì quindi rimarranno ancora un po’ a Los Angeles” disse Matthew entrando in camera della ragazza che era seduta sul letto intenta a leggere uno dei suoi libri preferiti.

“cosa?” chiese la mora alzando lo sguardo dal libro e fissandolo

“tornano giovedì” disse il ragazzo “ti va di raccontarmi chi era quello?” chiese Matthew  poi sedendosi accanto a lei “ho capito che è il tuo ex ragazzo ma..” continuò

“non c’è nulla da raccontare, vorrei non averlo mai conosciuto, almeno così non dovrei stare male per lui” ammise la ragazza alzando lo sguardo verso di lui.

“è più grande di te” cominciò Matt

“non  cominciare anche tu. Non ha quarant’anni, solo qualche anno in più a me e non c’è nulla di male, non c’era nulla di male nella nostra storia” urlò la ragazza

“okay… tranquilla.” Disse il ragazzo rassicurandola “ti va.. di vedere un film? Visto che non vuoi uscire, non mi va di lasciarti da sola”

“se vuoi uscire esci, non c’è alcun problema, sono abituata a stare sola ormai” ammise la ragazza

“non mi pare che tu sia mai stata sola” disse il ragazzo sedendosi sul letto accanto a lei

“è che io mi sento sola anche in una stanza affollata, l’unica persona che potrebbe farmi sentire bene, viva e non sola, è lontano da me, non c’è e non ci sarà più” si sfogò la mora

“okay, tu hai proprio bisogno di sfogarti lo sai?” chiese il ragazzo

“cosa?” chiese Samantha curiosa

“vieni con me” disse il ragazzo prendendola per mano e trascinandola in camera sua.

“perché siamo venuti in camera tua?” chiese la mora

Il ragazzo la ignorò, mostrandole un sacco da boxe enorme attaccato al soffitto.

“perché hai questo coso in camera tua?” chiese poi la mora

Il ragazzo la ignorò nuovamente, prendendo due paia di guanti da boxe che aveva in un cassetto.

“hai bisogno di sfogarti, e questo è il metodo perfetto” disse il moro dandogli i guanti da boxe

La ragazza lo guardò stranita.

“su mettili” la incitò Matt

La ragazza non se lo fece ripetere due volte e mise subito i guanti.

Matthew si mise dietro il sacco, mantenendolo con le braccia e spostando la testa in  modo da poterla vedere.

“su, sfogati” ammise il ragazzo.

Samantha diede un piccolo pugno , che non fece muovere nemmeno di un millimetro il sacco.

“è questa tutta la forza che hai dentro? Tutta la rabbia che hai dentro? sei proprio una femminuccia” la prese in giro Matt

“io sono una femmina” commentò la mora

“allora ti sei fregata da sola, oggi hai detto a quello di tornarsene dalla sua donna.. quindi sai che tu sei solo una ragazzina e non una donna”

Sam lo guardò male, dando un pugno al sacco cacciando tutta la forza che aveva.

“beh..va già meglio” commentò il ragazzo “quando qualcuno ti abbandona, perche dovrebbe continuare ad essere importante?” continuò poi.

Sam annuì infastidita continuando a dare pugni al sacco, sempre più forti, sperando che tutta la rabbia che aveva dentro andasse via..

 

 

 

 

 

 

“sono le sette di sabato sera e tu sei seduto su uno stupido divano a guardare una partita di wrestling” commentò Joseph entrando in casa del riccio

“non mi va di uscire” commentò il ragazzo facendo zapping fra i canali.

“è più di un mese che non ti va di fare un cazzo e sinceramente mi hai scocciato” commentò Joseph spegnendo la tv

“ora tu ti fai una bella doccia, ti vesti ed usciamo in cerca di belle donne” disse Joseph ancora.

“non…non mi interessa la tua offerta” commentò il riccio

“non era un’offerta… era un obbligo” disse Joseph “tra un po’ vado a prendere la mai ragazza, le dico di portare un’amica?” continuò il ragazzo

“ma non capisci che non me ne importa un cazzo di te, della tua ragazza e delle sue amiche? Eh? L’unica cosa.. persona che mi interessa in questo momento è con uno stupido diciannovenne a fare chissà cosa, a fare l’amore si, forse stanno facendo proprio quello… Quel viso, quelle labbra, quel corpo, quella dannatissima ragazza non è più mia… ti rendi conto? Non lo è più… Eh solo dio sa quanto io stia morendo dentro. È passato più di un mese, Joseph ed io per tutte queste notti non ho fatto altro che pensare a lei a quanto sono stato stronzo, a quanto mi manca, a quanto la amo, perché si… io la amo…la amo…ma.. l’ho persa… e lei ha avuto fottutissimamente ragione ad avermi ridato quella collana, ha fottutamente ragione”

Joseph rimase spiazzato dalle parole del fratello.

“sono stato uno stupido, un ignorante a considerare quello che mi dicevate tu e la mamma, sono stato uno stupido… A me non interessava e non interessa tutt’ora della sua età, del fatto che andasse ancora a scuola… a me interessava solamente di lei, della sua persona, del suo carattere, della sua bellezza, della sua perfezione… e l’ho persa, l’ho persa perché sono stato uno stupido” sbraitò il riccio

“ascolta.. io..” cominciò Joseph

“no, non dire nulla, perché tu non hai colpe, volevi solo il bene per me e credevi d’avermi dato il consiglio giusto.. quello che ha sbagliato sono io, sono solo io.. Perché se l’amavo veramente non la lasciavo andare.. non lo avrei mai fatto” Nicholas lo interruppe quasi balbettando

“quindi lo sai che non la ami veramente?” chiese Joseph guardandolo

“non lo so, joe.. so solo che….”

Il riccio prese un lungo respiro prima di parlare.

“…che mi addormento pensando a lei e mi sveglio pensando a lei.. A lavoro penso a lei, quando sono con Nate, quando esco, penso praticamente tutto il tempo  a lei… e più cerco di scacciarla dalla mia testa più penso a lei.. Senza di lei, sto cadendo a pezzi. Lei è una persona timida, una che sta in silenzio ma che nota ogni minimo dettaglio. Una che non parla sempre, ma che se prende confidenza non la smette più. Una che si affeziona, sempre e viene sempre delusa da tutti. Ed io sono fra quei ‘tutti’. Tu.. tu non puoi capirmi, Joseph.. non puoi  e non sai quanto mi dispiace perché credo che ogni uomo sulla terra dovrebbe provare quello che ho provato e  che provo tutt’ora per lei. Avevo tutto quello che ho sempre voluto, tutto quello che ho sempre desiderato, tutto quello che mi rendeva veramente felice…e l’ho perso. L’ho perso per colpa mia… Sono uscito con una mia collega e l’ho chiamata ‘sam’ almeno cinque volte.. Mi ha detto esplicitamente di andare da questa ‘sam’ perché non era una semplice cotta.. Io…io non ce la faccio più Joseph, ho resistito troppo senza di lei.. Nate ha capito tutto già da tre settimane e non fa altro che ripetermi quanto sia stupido.. ti rendi conto? Un bambino di sei anni e mezzo che mi ripete in continuazione quanto io sia stupido.. Joseph, io… io non so amare, proprio non so come si fa. Sono ossessivo, geloso, rompipalle a volte anche violento e finalmente qualcuno mi.. voleva bene per quello che ero, finalmente qualcuno era innamorato di me, di me, Nicholas Jonas.. Dio, io non so come ho fatto.. se ripenso al fatto che lei in questo momento non è con me ma con un altro ragazzo, mi viene.. da picchiare tutto quello che trovo davanti, tutto.. compreso te” ammise il riccio

Joseph sospirò.

“non so che dirti nicholas, se.. tu…sei veramente legato a lei.. allora va’, va’ da lei.. Mi dispiace di averti spinto a fare cose che non volevi fare, cose di cui poi ti sei pentito… Io credevo di fare la cosa giusta, anche se devo dire che in questo mese ogni volta che ti vedevo mi maledicevo per averti detto tutte quelle stupide cose. Non ti ho mai visto come in quest’ultimo mese, sembrava essere torni a quando Allie è morta e tu eri da solo con Nate… Sembravi spento… quindi se tu…credi sia la cosa giusta va’ da lei” ammise Joseph sospirando

“non posso” ammise il riccio

“perché?” chiese curioso Joseph

“chi me lo da tutto questo coraggio? E se lei non vuole più parlarmi?”

“Hey nicky, tu sei una delle persone più forti che conosco e Nate ne è la prova vivente, davvero non sai dove trovare il coraggio?” chiese Joseph

“non è…così facile, joe” ammise il riccio passandosi una mano fra i capelli nervoso.

“lo è, invece. Se tu, che hai venticinque anni, pensi ancora così tanto a lei e stai così una merda senza di lei, figurati la ragazza, che ha diciotto anni, come sta? Dai, sono sicura che basterà qualche parolina dolce e tornerete assieme” ammise Joseph

“non credo, joe. Lei è stata male, le se lo leggeva negli occhi. Era così…spenta”

“beh se è stata male, vuol dire che ti vuole ancora bene e ci tiene ancora, no?” chiese Joseph

 

 

 

 

 Saaaalve belle<3 grazie alle dolcissime recensioni che mi avete lasciato nello scorso capitolo, siete meravigliose, splendide e come direbbero i jonas  'siete amazyng' u.u

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se è un po' corto.

Vorrei dirvi che la storia si sta volgendo al termine mancano cinque o sei capitoli, non sono ancora sicura su quanti ne farò. Ho già scritto i prossimi due quindi sta a voi recensire in tante u.u tra un po' arrivano le vacanze natalizie ( asdfghjjuhytgrfvdc amo il natale<3) e quindi penso che posterò ogni due o tre giorni così non starete in ansia u.u

Al prossimo capitolo, baci<3

ps. lasciatemi taaante recensioni :3




SPOILER.

Lui le preparava la colazione? C..cosa?

Come cazzo si permetteva?

Quella era la sua ragazza e non poteva portarle la colazione a letto, non poteva starle così vicino, non poteva farla ridere, non poteva abbracciarla, non poteva baciarla, non poteva fare nulla.

Lei era sua.

 

  
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