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Autore: Ornyl    17/12/2012    2 recensioni
Non è facile essere l'unica erede Bradford-Duff,soprattutto se si è donna. E la piccola Catherine lo sa,tra bustini troppo stretti per una bimba di otto anni,bambole di porcellana finissima che papà le porta dall'Europa e la disperata ricerca del perfetto partito. Ed è ancora più difficile se orfani,in mano alla fidata tutrice alla quale tua madre in punto di morte ti ha affidato,non è facile arrivare a diciassette anni all'altare con qualcuno che hai visto sì e no due volte ad un ballo. Non è facile finchè non interviene la morte a capovolgere tutto,finchè tu stessa non diventi la morte.
Chi si ricorda il mio one-shot "The Widow" alzi la mano! *rumore di grilli e palla di polvere che passa*
Anyway,questo è l'introspettivo in cui racconto la vita di Lady Duff,dalla nascita fino a ..boh,si vedrà.
(work in progress,siate clementi!)
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Periodo regency/Inghilterra
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1 Settembre 17**

Now if it’s a boy,he’ll fight for the King,
And if it’s a girl she’ll wear a gold ring;




L'inverno sembrava essere venuto fin troppo presto: era solo il primo settembre,ma una pesante coltre di nuvole nere e minacciose,talvolta tuonanti,si era fermata sopra il paese e copriva anche il più luminoso dei raggi del sole. Inoltre un freddo vento proveniente dalle montagne si mise a soffiare forte,sconvolgendo le cime ancora verdi degli alberi che in quel tetro paesaggio sembravano ormai tendere al nero.

Stormi di uccelli neri squarciavano il grigio delle nuvole e il silenzio ogni tanto,poi si posavano sugli alberi per poi volare ancora e sparire.

Erano le cinque del pomeriggio,mezz'ora in più,mezz'ora in meno.

Era una domenica,inoltre. Non c'era nessuno in giro con quel tempaccio e quel freddo troppo strano per essere settembre,persino la pasticceria dei Nash era chiusa e silenziosa,rincantucciata dov'è sempre stata,lì sulla piazza. Non un nitrito di cavalli,non un latrato nè voci umane.

Poi ecco giungere uno scalpitìo affrettato e uno schioccare di fruste,sempre più vicino,poi un cocchio dorato e verde scuro procedere spedito e distruggere il silenzio fin troppo spettrale di un vivace paesino dell'entroterra.

Quel cocchio sarebbe stato riconoscibile tra mille:la cabina di legno dorato e smalto nero,decorata da drappi verdi e neri,aveva disegnato sullo sportello quel rapace con il serpente tra gli artigli,simbolo dei Bradford-Duff. In particolare quella era la carrozza che Lord Samuel Duff e la consorte utilizzavano per le piccole gite in campagna e forse quel primo settembre se ne stavano tornando a casa in tutta fretta a causa del tempaccio.

-Reynold,veda di spronare quei cavalli,mia moglie ha le doglie!-

-Sto facendo il possibile,Lord Samuel,tra pochissimi minuti saremo al maniero!-

Samuel rientrò la testa e strinse la mano a Lady Galadriel,accarezzandola e baciandogliela. Ella,con la testa poggiata su un vetro,urlava dal dolore e si teneva il ventre con una mano,lanciando agonizzanti smorfie di stanchezza con i suoi profondi occhi neri. Aveva il viso bagnato di lacrime e sudore,e i suoi capelli corvini le stavano attaccati alla fronte arrossata,al volto e alle gote,e respirava affannosamente.

-Galadriel,mia cara,stiamo arrivando.. -.

La moglie gli rispose con un urlo e la puzza di sangue si diffuse in tutta la cabina,facendo tossire Samuel.

La carrozza accelerò ulteriormente e il cielo cominciò a tuonare. Poi si fermò un attimo,oltrepassò l'imponente cancello di ferro battuto e procedette. Attraversò il viale d'ingresso in tutta fretta,lasciandosi accarezzare violentemente dai rami degli alberi che sbattevano contro. Arrivata davanti alla scalinata si fermò di colpo e il cocchiere scese dalla sua postazione,iniziando a chiamare le varie domestiche. 

Un piccolo esercito di donnine vestite di bianco e nero si precipitò fuori agli ordini del cocchiere e si fermò davanti alla carrozza,dalla quale uscì un Lord Samuel con la fronte imperlata di sudore. Le domestiche e il cocchiere si caricarono addosso Lady Galadriel ed entrarono in casa tra i propri urli e quelli della servitù ancora dentro,poi salirono le scale e sparirono al piano di sopra,chiudendosi dentro la stanza da letto dei signori.

Lord Samuel seguì quella piccola odissea con gli occhi e poi si precipitò davanti alla porta della sua stanza confuso ed emozionato.

Faceva avanti e indietro lungo il corridoio,recitando preghiere e imbastendo progetti futuri,tremando ad ogni urlo che la moglie lanciava da dentro. 

L'erede è ormai qui,Samuel,tutta questa fortuna avrà un destinatario,rimuginava tra sè e sè,non c'è più il pericolo che tutto ciò vada perduto,amico mio;l'erede è arrivato in tempo,nonostante la tua età avanzata,e stai pur tranquillo che non morirai completamente quando arriverà la tua ora!

Sentì un urlo lancinante,il più terribile di tutti,quasi spaccargli i timpani e tremò.

Poi silenzio. E un vagito di neonato.

Lord Samuel emise un profondo sospiro e sorrise,poi pianse.

Il suo bambino era uscito,sano e vigoroso. Ma la madre? Non ne aveva sentito ancora la voce,e data la fine che aveva fatto sua madre nel metterlo al mondo temeva il peggio,tentando inultimente di non pensarci.

-Lord Samuel!- la porta si spalancò e una domestica sporca di sangue ma sorridente uscì fuori,facendolo sobbalzare - Venga qui!-

-Il bambino? Come sta lui? E la madre? Dimmi che è viva..!-

La domestica sorrise e arrossì gioiosamente,asciugandosi le mani ancora rosse sul grembiule.

-Ahah,la madre sta perfettamente! E dovreste vedere la piccina,si è già attaccata al petto di vostra moglie nemmeno il tempo di uscir fuori!-

Piccina?

 Ah beh,meglio di niente.

Oltrepassò l'uscio con una nuova serie di pensieri:la sua era una bambina,una femmina. Forse sarebbe stata l'unica figlia che avrebbero mai avuto e che lui stesso avrebbe mai visto crescere,almeno fino alle nozze,l'unica erede di tutto. Bene,amico mio,da oggi inizia la caccia al partito per la tua "piccina".

Si fece largo tra una schiera di domestiche intenerite e sorridenti nei loro vestiti sporchi di sangue,poi finalmente giunse al letto. Sua moglie era più bella che mai,anche nel suo aspetto trasandato da partoriente;i capelli corvini erano ancora attaccati al suo viso e al suo collo,l'aria stanca c'era sempre,ma la sua era ormai una stanchezza coronata dalla felicità dell'essere madre. L'aveva conosciuta così,liberamente bella senza artifici vari,un giorno di primavera. Lunghi capelli corvini sciolti e decorati da margherite,libera come quelle ninfe della tradizione classica. Adesso quel suo aspetto era ancora intatto,anche se si era sposata ed era appena diventata madre.
Finalmente.

Tra le braccia,appoggiata al seno,teneva un fagottino rosa. Samuel si avvicinò piano e le baciò la mano,poi fece modo di vedere il fagottino.

Una neonata dagli occhi scuri,identici a quelli della madre,lo guardava stupita e allungava una manina verso di lui.

-Coraggio.. -sussurrò la moglie,strizzando i grandi occhi neri e passando sopra un dito per asciugare una lacrima.

Lord Samuel allungò le mani verso la neonata e lei gli afferrò un dito,poi fece una smorfietta divertita.

Con gli occhi lucidi di lacrime sorrise alla figlia e alla moglie,poi la prese in braccio e la guardò negli occhi.

Aveva gli stessi occhi della madre,ma anche dello stesso del cielo di quel giorno,degli alberi che ondeggiavano violentemente spinti dal vento davanti la finestra della stanza in cui venne portata,dello stesso colore dei drappeggi del salone in cui avrebbe passato la vita. Un ciuffetto di capelli scuri,dello stesso colore degli occhi,si ergeva timido sulla sua testina pallida,e pallide erano le braccine,le gambe e il busto. Solo le guance erano arrossate,forse dal pianto,e un po' lo erano gli occhi sempre per lo stesso motivo.

Catherine Marie Bradford-Duff,sussurrò.

La neonata uscì la linguetta rosa e si mise a piangere.

Fuori tuonò e una folata di vento investì la stanza,facendo tremare il lampadario di cristallo che pendeva sopra il letto.

Due domestiche corsero a chiudere la finestra e Lord Samuel poggiò la figlia al petto della moglie.

I domestici cominciarono ad accendere le candele al piano di sotto,mentre sopra era un viavai di donnine pronte ad ogni esigenza della madre e della neonata. 
Lord Samuel si ritirò nel suo studio e cominciò a scrivere delle lettere indirizzate ai propri fratelli e alle sorelle della moglie,poi quelle ai suoceri. I pianti di un neonato avrebbero fatto innervosire un uomo come lui,ma quei pianti che giungevano dalla stanza da letto erano per lui la più bella melodia che avesse mai sentito.
Si guardò intorno,accese il camino e osservò il ritratto giovanile del padre,passato a miglior vita qualche anno prima: non era stato un uomo imponente,ma quegli occhi lampeggianti e fieri,inseriti nel corpo di uomo che senza di essi sarebbe sembrato un fanciullo troppo cresciuto,gli assicuravano il dovuto rispetto di amici,parenti e domestici. Posava accanto al suo destriero in abito da caccia,elegantemente sprezzante e vestito.
Non tutto era perduto,già.
Adesso che l'erede c'era,quel bastardo non avrebbe dovuto toccare le proprietà.
Quel bastardo non avrebbe ottenuto un soldo da lui. Non avrebbe finanziato le spese folli della cognata e delle sue orribili nipoti. Non finchè sarebbe stato in vita.
Firmò l'ultima lettera e la chiuse,poi incollò il francobollo.
Iniziava a piovere e la sera calava sulla campagna,rendendo tutto più nero.
 

   
 
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