17/12/2012
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Capitolo 2: Green eyes
La scuola dove vado io è per la maggior parte composta da ragazze. Non è possibile che su 1780 alunni solo 200 siano ragazzi, io mi ammazzo. Ok ok, viva le amiche, ma qualcuno lo dovrò trovare prima o poi.E se le future generazioni che in questi 5 anni invaderanno la mia scuola saranno solo composte da ragazze, dove vado a sbattere la testa, io?
Praticamente dei 200 ragazzi presenti il 50% sono gay,quindi...speranze zero. Il 25% sono dei fighi assurdi e frequentano l’ultimo anno, e i rimanenti sono secchioni di primo livello che se ne fregano altamente della vita e dell’amore.
Però è dall'inizio dell'anno che ne ho visto uno veramente bellissimo, lo rivedo spesso.
Oggi mentre tornavo da ed. fisica assieme a Tammy cominciai a canticchiare, o meglio per dire, fare la versione lirica di ‘’The scientist’’ dei Coldplay,amo quella canzone,mi da i brividi ogni volta che la ascolto,ma cantata da me è ovviamente tutta un’altra cosa; la trasformo in un suono assordante per le orecchie di ogni singolo essere umano e infatti, dicevo, salivo le scale cantando a squarciagola quando inciampando nell’ultimo scalino mi appesi ad un braccio non familiare. Mi ritrovai all’altezza della zip dei pantaloni e con aria imbarazzata mi tirai su sistemandomi velocemente i capelli e la maglia, vidi la sua mano raccogliere la mia sacca delle scarpe e porgermela con delicatezza. Alzai lo sguardo ed incontrai i suoi occhi color verde cinabro, quasi smeraldo che mi tolsero il fiato e sorrise dolcemente.
‘’ Tutto apposto?’’ mi chiese, nonostante lo avessi sentito ero ancora intenta a fissarlo nei minimi dettagli.
Aveva i capelli castani,ricciolini, forse mossi,spostati nel lato destro, gli coprivano la fronte,poi aveva quelle labbra,rosee, fini, mi veniva quasi da morderle e il suo sorriso creava delle leggere fossette sulle guance, era bellissimo.
Tammy vedendo il mio poco interesse alla domanda del ragazzo mi diede una gomitata sopra i fianchi, sfiorandomi le costole provocandomi un mini dolore che mi fece emettere un verso strano che però trattenni.
‘’Allora!? - mi chiese Tammy - tutto bene?’'
Annuii.
‘’ Sì sì, sto bene, grazie!’’ sussurrai ancora presa da quelle pozze verdi.
‘’Se non fosse per quella gomitata staresti anche meglio, vero!?’’ affermò lui accennando un sorriso.
‘’Eh, infatti...’’ ammisi lanciando un’occhiata a Tammy che rispose con un sorrisetto finto.
‘’Scusate ragazze, vi devo lasciare, l’ora di economia mi aspetta; che gioia! E’ stato un piacere salvarti da un triste destino...’’ disse lui aspettando che io gli dicessi il nome.
‘’Ehm...Megan!!’’ affermai arrossendo.
‘’Beh, Megan. E' stato un piacere e anche te, Valentina!’’ disse lui sorridendoci l’ultima volta per poi girare l’angolo sparendo nel nulla.
Guardai Tammy trattenendo il mega sorriso che la mia bocca voleva rivolgerle in quel momento, poi però ci ripensai:
‘’Aspetta un attimo...ma ti ha chiamata Valentina, sapeva il tuo nome, ma io non gliel’ho detto, almeno... Io no. Tu sì e non me ne sono accorta?’’ le chiesi confusa, lei mi guardò ridendo.
‘’Ma va stupida, è Harry, era alle elementari con noi, non ti ricordi?’’ mi disse.
‘’Ehi aspetta,è per caso il bambino che quando tu eri in quarta ti regalava sempre la merenda?’’ domandai mentre i ricordi riaffioravano.
‘’Ahahahah non me lo ricordavo per questo ma sì; è proprio lui.’’ mi disse ridendo per il ricordo strano che avevo di lui.
‘’ Però...è cresciuto bene il ragazzo, eh!!’’ affermai ridendo.
Ripensai tutto il tempo a quegli occhi, Dio mio, veramente bellissimi. Ho sempre amato gli occhi verdi nei ragazzi, sinceramente li preferisco a quelli azzurri e quelli di Harry avevano un qualcosa in più, erano veramente incantevoli.
Al suono della quinta campanella non mi resi conto che quella era l’ultima ora quindi non feci in tempo a infilare tutti i libri in cartella e a mettermi in fretta il giubbotto che vidi dalla finestra gli autobus andarsene colmi di persone come sempre. Tammy mi inviò un messaggio chiedendomi come mai non ero alla fermata e le dissi che oggi avrei avuto il corso di teatro. Non ammettiamo mai di aver perso l'autobus, è per una questione di orgoglio.
Dovetti aspettare fino alle 13.40 per l’autobus dopo, quindi andai al bar della scuola a bere qualcosa. Tutti i tavoli erano occupati da quei professori nomadi che non hanno una macchina e quindi usufruiscono dei mezzi di trasporto che offre la scuola e non sapendo dove mettermi mi appoggiai alla colonna quando sentii qualcuno che mi chiese
‘’Come mai qui? Il Lunedì non ti ho mai visto qua.’’ mi girai di scatto e indovinate? Proprio lui: Mister green eyes.
‘’Ehi! No, ho perso l’autobus, quindi aspetto il prossimo..’’ dissi timidamente.
‘’Ahn, capito... Sei rimasta a piedi! Vuoi venire a sederti con me? Devo aspettare pure io il prossimo bus!’’ mi chiese sorridendo.
Mi si illuminarono gli occhi. Veramente Harry ha chiesto a ME, Megan Taylor, di andare a sedermi con lui? Non ci credevo, non sapevo niente di lui e quella sarebbe stata un’occasione per conoscerci meglio quindi accettai. ________________________________________________________________________________________________________
Salveee!!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto di più dell'altro... Lasciate una recensione o voi che entrate, ne sarei felicissima! :))
Un bacio :* Giorgia