La storia è arrivata quarta al contest di GiulyHermi96 "Hermione e... Ron, SOLO Ron"
Autore
forum e EFP: Draco the best (entrambi)
Titolo: You'll always be mine
Genere: Commedia, Romantico
Personaggi (se oltre alla coppia c'è qualcun altro di
importante): ---
Pacchetti utilizzati: Rosso e λ
Avvertimenti: Missing Moments
Rating: Verde
Introduzione: Hermione ripercorre alcuni momenti felici con il suo Ron.
La vera gioia, però, deve ancora venire.
Nda: La storia è raccontata in prima persona da Hermione. Le
parti in corsivo sono ricordi.
Diagon Alley era probabilmente la via più trafficata del mondo magico. Durante il periodo natalizio, poi, era completamente infestata da famiglie, che correvano qua e là per la strada, in preda alla folle frenesia pre-Natale.
Mi divertivo a guardare dalla finestra del mio appartamento le mamme che cercavano di separare i propri figli dalle splendide vetrine, addobbate a festa. La neve cadeva giù, delicata e incantevole come sempre. Alcuni bambini stavano cercando di realizzare un pupazzo di neve, di fronte al negozio di Olivander. Non stava riuscendo loro molto bene, tanto che lo stesso fabbricante di bacchette uscì ad aiutarli.
La guerra era ormai finita. Quasi dieci anni separavano quel momento dall'attimo in cui Harry aveva sconfitto Lord Voldemort, il cui nome, ora, non era più temuto, come invece lo era un tempo. Tutto sembrava essersi concluso nel migliore dei modi e quegli anni di terrore erano solo un ricordo lontano. Lo si leggeva dalla felicità e dalla spensieratezza dei bambini e delle loro famiglie, che non dovevano più avere paura del loro futuro.
Era per questo che, sin da quando avevo acquistato quell'appartamento, adoravo affacciarmi alla finestra, per cercare questa gioia e serenità, che i volti dei passanti lasciavano trasparire. Sospirai dolcemente, riprendendo il libro che avevo, momentaneamente, poggiato sulle gambe. "Peter Pan". Era uno dei miei libri babbani preferiti. Me lo leggeva sempre mia madre, quando ero piccola. Lei mi aveva confessato che l'aveva costretta a leggerlo tutto in una notte, prima di andare a dormire. Odiavo lasciare le storie a metà. Ripresi la pagina, dove avevo lasciato il segnalibro, una foto, cioè, di me, Ron e Harry, quando ancora andavamo a scuola. Sorrisi al ricordo. Erano passati molti anni, ma la nostra amicizia non si era mai spenta, neanche con i matrimoni o con la nascita del piccolo James. Eravamo tutti una grande famiglia, lo eravamo sempre stati.
Ero veramente felice: avevo un lavoro che amavo, avevo degli amici meravigliosi… e poi c'era lui. Ero sposata con Ronald Weasley da un anno. Scoppiai a ridere da sola, mentre la mia mente riviveva il momento della sua imbarazzante "proposta".
-
Ronald! Lo
sai che
odio il Qwidditch! Non mi sarei offesa se fossi andato alla partita con
Harry o
con Ginny. Loro sono tipi da Qwidditch, non certo io!- continuai a
lamentarmi,
di fronte alla biglietteria dello stadio. Sapevo che era troppo tardi,
ma non
mi sarei arresa. Ron sbuffò, facendo finta di non
ascoltarmi, giocherellava
nervoso con i biglietti per la partita. Cannoni di Chadley contro i
Pride of
Portree. Sicuramente un evento esaltante per Ron, ma non per me. Mi ero
persino
portata un libro, nella speranza di poter trovare un posto dove leggere
in
santa pace. Dubitavo di poterci riuscire.
-
Ronald!
Sto parlando
con te!- lo ripresi, dandogli in testa il volantino della partita. Lui
sembrò
notare la mia presenza solo in quel momento.
-
Hermione,
chiudi il
becco! Per una volta che ti porto allo stadio!- sbraitò lui,
innervosito. Non
sapeva di aver liberato il mostro che era in me.
Passammo
tutto il
tempo che impiegammo ad arrivare ai nostri posti a discutere delle cose
più
futili, che non centravano nulla con l'argomento con cui era iniziata
la
discussione, ma noi… eravamo così, litigavamo
sempre e per qualunque cosa ed
era proprio questo che ci piaceva di più, in fondo.
Poco
prima
dell'inizio
della partita, i Cannoni di Chadley entrarono in campo a bordo delle
loro scope
e cominciarono a muoversi nel cielo, come se volessero scrivere
qualcosa, con
dei particolari fumi che liberavano dalla scopa.
-
Mi… vuoi… che c'è
scritto lì?- chiesi, confusa, cercando di leggere.
-
Sposare…- finì Ron,
più timido del solito.
-
Che cosa
ridicola,
chi vorrebbe ricevere una proposta di matrimonio così?-
chiesi, ancora,
scuotendo la testa. Subito, Ron mi prese per un braccio e mi
portò via dallo
stadio, blaterando un qualcosa come " Lasciamo perdere la partita,
andiamo
a cena". Io alzai le spalle, contenta, in fondo, e non mi accorsi che,
alle mie spalle, i Cannoni di Chadley avevano scritto nel cielo il mio
nome,
subito dopo quella proposta.
Eravamo
andati a un
ristorante, vicino
a casa nostra, e
avevamo cenato normalmente, come se nulla fosse successo. Arrivati al
dolce,
sorrisi appena.
-
Che
c'è?- mi chiese
lui, curioso.
-
Stavo
ripensando a
quella proposta di matrimonio. Cioè… è
stata persino più ridicola di quelli che
nascondono l'anello nella torta o cose del genere, non pensi?- chiesi
divertita, mentre stavo per infilzare il mio dolce con la forchetta.
Ron si
buttò quasi sul tavolo, per fermarmi. Prese il mio piatto e
cominciò a
mangiarlo velocemente.
-
Scusa,
avevo fame,
dicevi?- chiese lui, con la bocca piena. Lo guardai, stranita, alzando
gli
occhi al cielo.
-
Andiamo a
chiedere
il conto, che è meglio.-
Stavo
per
alzarmi,
quando lui cominciò a tossire, rumorosamente. Divenne
completamente rosso in
viso, come se si stesse strozzando con un pezzo di torta.
-
Tutto ok,
Ron?-
domandai, preoccupata, dandogli delle pacche sulla schiena. Lui
sputò sul
tavolo un anello, semplice, ma bellissimo. Fissai l'oggetto, stupita,
senza
avere parole. Ron era imbarazzato, ma sorrise, prendendo in mano
l'anello.
-
Insomma… vuoi…
sposarmi?- chiese, come se nulla fosse.
Mi
sentii
una stupida,
perché capii solo in quel momento i suoi precedenti
tentativi di chiedermelo.
Sorrisi, saltandogli addosso e baciandolo con passione.
-
Sì, stupido
tontolone, sì!- gli risposi, mentre una lacrima di
felicità rigava il mio
volto.
Per non parlare del matrimonio… Quello sì che era stato un disastro. Ma bellissimo.
-
Hermione,
promettimi
una cosa.-
Ginny
mi
raggiunse e
mi guardò con preoccupazione. Ero pronta per il mio
matrimonio. L'abito lungo e
bianco era perfetto. Mi ero persino allisciata i miei soliti capelli
crespi e
ribelli! Ero in uno strano stato di estasi. Di solito riuscivo a
mantenere la
calma e la razionalità, ma non con Ron. Con lui, tutto era
diverso… io riuscivo
a diventare il mio stesso opposto, con lui e per lui. Mi ritrovavo,
quindi
sommersa, da quella serenità celestiale prematrimoniale e
non mi preoccupai
delle parole di Ginny. Alle mie spalle, Luna e Fleur mi sistemavano il
vestito.
-
Dimmi,
Ginny. -
risposi, con un largo sorriso.
-
Non dare
in
escandescenza.- sussurrò la rossa, prendendo fiato. - Ron
non c'è.-
Quelle
parole mi
attraversarono come un fantasma.
-
Come "non
c'è"?- chiesi, alterando leggermente la mia voce.
-
Non so,
Harry è
andato a cercarlo più di mezzora fa, ma non è
tornato neanche lui. Non ti avrei
allarmato, ma lui doveva essere qui da un'ora e…-
Scesi
di
corsa le
scale della Tana e raggiunsi la cucina. Vidi in lontananza, in
giardino, il
padiglione, montato per il matrimonio. Presi una padella dal lavandino
e
osservai l'orologio di Molly. La lancetta di Ron era sulla voce
"disperso".
Dopo
diversi
minuti,
la lancetta si spostò su "casa" e sentii un rumore di passi
alle mie
spalle.
-
Hermione,
tesoro!-
Mi
voltai,
la padella
ancora in mano. Lui era lì, un po' trasandato, ma trafelato
per la corsa.
-
Sei
bellissima…-
aggiunse lui.
-
Dove eri?-
chiesi,
mentre le mie mani si stringevano sul manico della padella.
-
Ero
così emozionato
che… mi sono addormentato, tesoro, mi dispiace
così tanto, ma ora sono qui e…-
-
Ti sei
addormentato?- sbraitai, cominciando a rincorrerlo, brandendo in aria
la
padella. Questa scenetta durò per diverso tempo, fino a
quando non ci
accasciammo entrambi sul divano, stremati. Senza dire nulla, lui
cominciò a
ridere e io ebbi la sincera tentazione di dargli una padellata in
testa, ma fui
coinvolta dalla sua risata, dal suo successivo abbraccio, dal suo bacio.
Arrivammo
all'altare
come se nulla fosse successo. Solo i più accorti avrebbero
potuto notare i miei
capelli, che si erano ribellati all'effetto super lisciante e che
stavano
tornando crespi.
-
Posso dire
una
cosa?- Ron interruppe, stranamente, il banchetto, attirando
l'attenzione su di
sé, e io non capii il perché. Mi prese la mano e
baciò il dorso, come un vero
gentiluomo.
-
Volevo
solo dirti
che ho passato dei momenti bellissimi con te e mi sento l'uomo
più fortunato
del mondo a sposarti. Anche se faccio tardi al giorno del nostro
matrimonio,
anche se potrò dimenticarmi del nostro anniversario, l'unica
cosa che dovrai
pensare in questi momenti è che ti amerò per
sempre. Anche quando avrò 110 anni
e saremo entrambi vecchi e malaticci, io sarò lì,
insieme a te. Muta la mia
pelle, ma non mutano i miei occhi. Lo sai
ancora che sei mia. E lo sarai per sempre.-
Quelle parole mi lasciarono a bocca
aperta. Era questo che
amavo di Ron. Bisticciavamo il novanta per cento delle volte, ma poi se
ne
usciva con delle frasi che sapevano spezzarmi il fiato.
Ci baciammo davanti a tutti, come se
in quel momento ci
fossimo solo noi due.
La
porta di casa si aprì e io mi
destai da quel flusso di ricordi. Il libro di Peter Pan era ancora
nelle mie
mani, aperto alla pagina dove c'era il segnalibro.
Ron
entrò in casa, infreddolito, e
mi si avvicinò velocemente, sfregandosi le mani, coperte dai
guanti. Si chinò
verso di me e mi diede un dolce bacio sulle labbra. Erano fredde, in
confronto
delle mie, che invece erano caldissime.
-
Ciao, amore.- sussurrò,
sorridendo dolcemente.
-
Ciao, tesoro. Come è andato il
lavoro?- chiesi, curiosa. Ero costretta a casa ormai da troppo tempo e
non
sopportavo non fare nulla.
-
Basta pensare al lavoro,
Hermione! Devi riposarti, lo sai. A proposito, ho parlato con mamma. Le
ho
detto che non possiamo venire il giorno di Natale alla Tana,
perché non ti puoi
smaterializzare. Ha deciso che verrà lei qui a cucinare. Ci
saranno anche tutti
gli altri. E' un problema?- chiese poi, cominciando a preparare due
tè.
-
No, anzi. Ringraziala.- sorrisi,
mentre mi sporsi verso la porta di ingresso.
-
Cosa è quel pacchetto che hai
portato?- chiesi, curiosa. Ron lo prese, contento, e me lo
avvicinò. Io lo
aprii e sorrisi, emozionata. Dalla busta tirai fuori un cappello
piccolo
piccolo dei Cannoni di Chadley. Ron posò la mano sulla mia
pancia, ormai molto
gonfia.
-
E' per la piccola Rose.- mi
sussurrò, con un sorriso largo. - Non è
carinissimo?-
-
Ma è una femminuccia! Non vorrai
farla diventare una maniaca di Qwidditch come te?- lo presi in giro,
posando la
mano sopra la sua, come per accarezzare la bambina, che da
lì a poco tempo
sarebbe nata.
- Io ci provo, al massimo diventa un topo di biblioteca, come te.- rispose lui con un'espressione schifata. Gli diedi un buffetto in testa, prima di abbracciarlo forte. Ron prese il mio volto tra le mani e mi baciò con dolcezza, cercando entrambi di trattenere un sorriso emozionato, che si era schiuso dalle nostre labbra.
Spazio dell'autrice:
Salve!!! Questa storia ha partecipato al Contest "Hermione e... Ron, SOLO Ron" di GiulyHermi96.
Il pairing non è certo quello che preferisco, anzi. Però ho voluto accettare la sfida, andando contro i miei ideali Dramioniani XD (Non tradirò mai la mia fede nelle Draco/Hermione!!! E' stato solo un esperimento, giuro! XD).
Comunque mi sono divertita a scrivere anche questa storia.
A presto!!!
Kiss