Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Linn_CullenBass    17/12/2012    1 recensioni
Cross-over The Vampire Diaries e twilight.
Stefan e Damon Salvatore. Due fratelli conosciuti un po da tutti, alla fine.
Isabella Swan. Una ragazza frustrata, con il ricordo di un amore che le è stato negato.
Un’idea che mi è nata così, per caso.
E se…
E se Bella fosse andata via da Forks, e fosse andata dalla zia, a Mystic Falls, dove fa la conoscenza di due fratelli affascinanti e misteriosi?
E se questi due s’innamorassero di lei entrambe? Come era successo anni prima con Kathrine?
Bella sa, cosa sono loro. E non racconta nulla della sua vita passata, ne del suo amore per Edward.
Ma poi, una complicazione. E i Salvatore chiameranno al loro fianco il miglior amico di Stefan e la sua famiglia. E la sorpresa, potrebbe sconvolgere tutto quello in cui hanno sempre creduto.
[N.d.A: qui non esiste Elena, è impersonata da Bella]
Non so da dove trovassi la forza di stare con Stefan, senza provare disgusto con me stessa perché non era … lui a baciarmi. Ma per lo meno, questo vampiro, non mi avrebbe mai lasciata. È vero. Ma non era lui la persona con la quale avrei voluto condividere la mia vita, sempre.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo4:
 






Dai buio usciva lo spiraglio del raggio di sole più timido, che ogni singolo secondo s’allargava, per creare poi quel fascio, luminoso ed accecante, che mi riscaldava avvolgendomi tra le sue braccia.
Mi sembrava che gli arti fossero staccati dal corpo, una sensazione al quanto fastidiosa.
Poi, avvertì l’erba bagnata nelle scarpe.
L’umidità del verde era famigliare, troppo famigliare.
Alzai la testa,  e tutto quello che riuscii a scorgere furono alberi. Alberi che diventavano sempre più nitidi. Alberi che sfiguravano, davanti a ciò che di più bello avessi mai visto al mondo.
Alberi secolari, addirittura, che si ritiravano di fronte a tanta bellezza ed eleganza.
Lo scintillio nervoso, lo precedeva. E altro non potei fare, che sorridergli.
Edward era sdraiato lì, sull’erba della radura di Forks.
Un posto magico, tutto nostro.
E corsi, per raggiungerlo, quasi fosse un qualcosa di normale. Come se non se ne fosse mai andato.
Ma incespicavo, nell’erba.
In quell’erba che si faceva sempre più fitta, più alta, più insidiosa.
Nella corsa disperata, la luce svaniva.
“Non andare, ti prego!”
Gridavo, ma non avevo voce.
Sentivo le lacrime rigarmi il viso, quando due mani forti mi presero le braccia.
Erano due mani fredde. Due mani ghiacciate.
Il mio cuore incominciò a palpitare frenetico, quasi sapesse di trovare i suoi occhi, anche per pochi istanti.
Ma non era lui.
Stefan, era lì con me.
Mi mancò il respiro, e mi voltai confusa.
Prima di capire che ero a Mystic Falls.
“ Chi se ne dovrebbe andare, Bella?”
“Lui” mormorai. “Lui se ne dovrebbe andare.”
E poi, di colpo, mi svegliai.
 
*
 
 
 
 
-Bella?-
La voce preoccupata di Stefan, mi stava letteralmente facendo scoppiare la testa.
Esso, se ne stava lì, accarezzandomi i capelli, mentre sentivo che stava impazzendo.
Lo avvertivo dal tocco tremolante, confuso, incerto.
Di sicuro, non sospettava nemmeno il perché di quello svenimento.
Pregai perché pensasse che fosse stato il troppo stress.
- Sì, sto bene.-
Dissi, decisa, mentre mi tiravo su per sedermi.
I suoi occhi m’intimorivano, così fissi su di me. Era una sensazione irritante e spiacevole.
- Che è successo?-
Damon era al fondo del vecchio divano, un po’ stranito.
Di certo, si stava domandando COSA avesse scatenato in me questa reazione. Distolsi lo sguardo che distrattamente aveva colpito i suoi occhi di ghiaccio.
- Non lo so.-
Ero secca, nelle risposte. Di sicuro, non sarebbe sfuggito agli occhi di due attenti vampiri come loro.
Ma non potevo tradire emozioni.
Un po’ perché avrebbero capito, un po’ perché… stavo troppo male.
Sì, troppo male.
Per quanto ero rimasta incosciente? Poche ore? Erano bastate per spaccarmi il cuore e strapparmi via i polmoni. Nel senso più macabro della frase.
In quei minuti di sogno l’avevo visto.
Di sfuggita. Prima vicino, poi lontano. Poi…sparire.
Era stato come perderlo una seconda volta. Strano a dirsi, ma così.
Tante, troppe volte, l’avevo sognato. Ma questa volta..sembrava reale. Troppo reale.
Al punto da riuscire a bloccarmi l’impulso di respirare da sola.
- Stavamo parlando dei vampiri. Le stavo raccontando semplicemente quante razze ci fossero di.. noi. Sono arrivato agli “occhi da gufo” e lei è … puff.-
Fece uno strano gesto con le mani.
Occhi da gufo?
Mi uscì una smorfia spontanea.
Jacob, che fin’ora era rimasto in silenzio, sospirava guardando un punto fisso della stanza.
Lo stavo deludendo, in fondo.
A lui, avevo sempre voluto dare la sensazione di stare bene. Anche se mentirgli mi faceva male.
- Smettila, Damon.-
La risposta che sputò Stefan m’incuriosì, e non poco.
- Che c’è? Solo a te non da fastidio quella razza di sottospecie innaturale con gli occhi gialli. E solo perché tu sei loro amico, non vuol dire che lo debba essere anche io.-
Amico?
Un brivido mi percorse la schiena, e feci uno scatto involontario. Stefan mi strinse appena un po’ più forte.
Amico?
- No, ma almeno.. porta rispetto. Sempre se sei in grado di saper cosa vuol dire. Damon, sono loro molto legato. Quasi quanto a Lexi, lo sai. Sono come… dei cugini, per noi. Per lo meno per me…-
Trattenni il respiro per un’eternità.
Sentivo il cuore pulsare forte. Pompava sangue con un’intensità incredibile.
Stefan mi guardò, apprensivo.
- Tutto bene?-
“No, maledizione” pensai.
No, no che non va bene. Amico? Stefan era amico degli occhi gialli?
Stefan, i Salvatore.. erano amici..dei.. Cullen?
Sarebbe stato troppo. Una coincidenza che davvero mi avrebbe uccisa.
Strinsi la mano in un pugno, mentre ancora tremavo.
- Sì.. certo.-
Lanciai uno sguardo disorientato a Jacob, che, come me, era in preda alla confusione più totale.
Non ci voleva credere. Non poteva farlo, era veramente troppo strano.
Possibile che su questo pianeta NULLA potesse andare come doveva, senza curarsi di me? Perché ero l’unica fottuta persona, con questo genere di problemi? Che diavolo avevo di sbagliato, non lo sapevo.
Avevo solo una gran voglia di piangere.
- Bella.-
Mi disse, poi. La sua voce profonda, il suo sguardo nel vuoto.
- Andiamo a prendere un gelato?-
Si alzò, non mi fissò, continuò a guardare le piastrelle lucide del parquet di casa Salvatore.
Nel nostro campo visivo, in questo momento, nessuno dei due fratelli era con noi. In questo momento, c’eravamo solo io e lui. Che sapevamo tutto, e non sapevamo nulla.
Non ci curavamo dei loro sguardi, nemmeno per un secondo.
Avevo bisogno di uscire, o avrei cominciato ad urlare, urlare sul serio. Il mio compleanno era sempre una disgrazia.
- Stai scherzando, Jacob? Voglio dire, qualcuno le sta dando la caccia e tutto quello che sai dire è : “massì, Bella, vieni a prendere un gelato?”-
Damon, aveva perso il suo tono ironico. Sapevo bene che quando in ballo c’era la mia sicurezza, nessuno giocava mai. Era sempre stato così, per qualche strano motivo.
-Sì, Damon.- la sua voce uscì secca ed acita. – Perché non c’è pericolo, con me.-
Si stavano guardando negli occhi, e la cosa mi spaventava parecchio. Jacob era ENORME.
-Tranquilli, ragazzi.-
Stefan, che fino ad allora se n’era stato in silenzio, s’era alzato e s’era messo in mezzo ai due. Se l’avessi fatto io, avrebbero ascoltato di più.
- Jacob può tranquillamente passare un pomeriggio con la sua migliore amica, è al sicuro. E poi, noi due ci occuperemo di questa cosa, così al loro ritorno ne parleremo anche con lui. D’accordo Damon?-
Il tono così ragionevole, mi dava sui nervi. Avevamo fretta, io e Jacob. Dovevo andarmente.
- Sìsì.. fate quello che vi pare. Tanto alla fine qua l’unico che se ne preoccupa sempre sono io. -
Presi Jacob per mano, non mi curai del vampiro dagli occhi di ghiaccio e diedi un bacio leggero sulle labbra di Stefan. Prima di uscire di casa e sentire finalmente l’aria pura liberarmi i polmoni da ogni preoccupazione.
 
*
 
 
- Era il loro odore, Bella.-
Guardavo il prato, distratta dal ronzio delle api e i colori delle farfalle. Erano poi le ultime, essendo metà settembre.
- Non il loro proprio.. però.. della loro razza. Può essere un caso. Oppure no.-
Lui, invece, fissava me con fare strano.
-.. Senti, Bella. Io non lo so, ok? Non so se si tratti o meno dei Cullen. Quello che so, è che un qualche vampiro dei nostri è entrato in casa Salvatore, non credo per pura curiosità.-
Aveva gli occhi spalancati, di quel color cioccolato fuso, in tinta con la sua calda pelle.
- E se fossero loro?-
Come un’automa. Ecco a cosa assomigliava la mia voce, ora come ora. Ero il ritratto della neutralità, immersa com’ero nei miei pensieri più futili ed assurdi.
Non erano futili, avevo sbagliato termine. Erano importanti, solo..non in questa vita.
Se fossero stati loro?
Nulla. Se fossero stati loro, significava che mi avevano trovata.
Chissà, forse solo erano rimasti incuriositi dall’odore umano all’interno del pensionato, volendo far loro una visita. Magari nemmeno si ricordavano più di me.
-Ce ne andremo.-
Un dolore acuto e bruciante mi squartò il petto in due, quasi fosse preso da potenti e violente coltellate. Squartavano, tagliavano la carne viva. Il cuore fremeva, e mi salì un groppo in gola. Cercai di rimandarlo giù, ma stava già scatenando le mie lacrime
- Non posso, Jacob.- la mia voce era presa da un forte tremolìo.- Non posso andarmene. Non di nuovo. Capisci, vero, che non posso fuggire in questa maniera? Ho un cuore, Jacob. Ho un fottutissimo cuore, non posso distruggerlo ogni volta partendo in questa modo. Che importa, se arrivano i Cullen, jake?Tanto vale restare qui e tentare il tutto per tutto, non ho nulla da perdere.-
Mi ero alzata, e avevo iniziato ad alzare la voce.
Era un tratto di me che odiavo, ma non potevo farne a meno. Jacob voleva portarmi via, senza pensare ai risvolti su di me.
Non potevo abbandonare di nuovo la mia vita, non ne sarei stata in grado. Non di nuovo, non ancora.
E poi, non era la soluzione giusta.
Continuavo a scappare, a fuggire da quella famiglia che pareva perseguitarmi, anziché affrontare il problema come avevo sempre fatto, a testa alta.
- E vorresti restare qui? Vorresti veramente trovarti faccia a faccia con i Cullen? Faccia a faccia con Edward?-
Il suo nome pizzicò come una spina all’interno del cuore. Ed incominciò a sanguinare.
-  Massì. In fondo, è quello che vuoi, Bella. Non vedi l’ora che torni, no?-
Aprii la bocca per negare, pur sapendo che era la pura verità.
Perché era così, in fondo; sapevo bene ch’era così.
Non volevo andarmene, più che per i fratelli, perché sapevo che, nel caso fossero stati loro, li avrei rivisti. LO avrei rivisto. Non potevo lasciarmelo scappare. Al solo pensiero della sua perfezione più totale, mi sentii quasi svenire. Al pensiero di averlo anche solo a qualche miglio di distanza, il mio cuore tremava. Era come se già riuscissi a percepirne il dolce profumo, e fossi in grado di vedere il riflesso emanato dal suo corpo alla luce del sole. Era come.. se fossi già nei suoi occhi.
Le ali del colibrì s’agitavano dentro di me, lasciandomi senza fiato
- Vaffanculo, Jacob.-
 
 
 
 
 
 
*
Stefan.
 
 
Il telefono squillava, squillava senza mezzi termini.
“Dio, ti prego, rispondi.”
Il dottor Cullen era un uomo sulla ventina, forse poco più. La bellezza insormontabile della loro razza, aveva reso tutto molto più complicato.
Certo, ogni vampiro aveva il proprio fascino. Ma il loro splendore, faceva proprio parte della loro tattica per raggirare le prede.
Non gli avevamo mai contattati prima, non gli avevamo mai chiamati per i problemi con Bella. Questa volta, però, si trattava di uno come loro. Chiamarli era inevitabile.
Poi, una risposta.
-Stefan?-
Una voce cristallina, che rasentava il suono perfetto.
A volte, tutta quella perfezione, dava addirittura fastidio.
Mi accorsi subito che non era chi stavo cercando. O meglio, non era chi cercavo direttamente.
Ma, sicuramente, mi avrebbe aiutato anche lei.
- Alice?-
 
 
 
*
Vancouver, 13 settembre.
 
 
-Stefan?-
Mia sorella era lì, seduta sul divano di casa nostra, intenta a parlare con uno dei più cari amici che avevamo. Qualcuno che non sentivamo da tanto tempo.
Stefan Salvatore, il mio “quasi”migliore amico. Non avevo cari amici, né tantomeno ne avevo mai desiderati. Ma mi era stato vicino nel lontano 1950, e da lì eravamo rimasti in contatto.
Ero stupito, però, che avesse chiamato.
Non lo sentivo da un po’. Da un bel po’.
I miei pensieri mi stavano distraendo leggermente da quello che diceva. In realtà, volevo ascoltare.
- Alice?-
- Che succede?-
La ragazza si alzò, per posizionarsi di fronte alla finestra di vetro. La recezione era davvero pessima, qui.
- Abbiamo un problema.-
“abbiamo.”
E, a giudicare dal tono che aveva usato, il problema doveva appartenere anche a lui.
Damon Salvatore, suo fratello. L’irritazione che mi provocava era addirittura maggiore di quella che recava al fratello stesso, forse. Ma era logico; sebbene facesse vedere il contrario, Stefan ci teneva. E lo capivo, davvero.
Sapevo bene che, se era possibile, i due si tenevano a distanza. Il tutto, solo per una ragazza. Una donna chiamata Katherine. Una donna che avevano amato entrambe. Forse, Damon, con molto più amore di quanto Stefan ci mettesse. Sì, era stato così che s’erano allontanati.
-Che tipo?-
Ascoltavo la conversazione leggendo nella voce di Alica un po’ di rammarico.
- Credo che sarebbe più facile parlarne di persona.-
Sentii il sospiro profondo giungere dalla voce frustata che colpiva il telefono.
- Ok, ne parlo con Carlisle. Ma dove siete?-
- Mystic Falls. Siamo tornati.-





Mi scuso per il ritardo, ma non sono riuscita a continuarla prima. Fortunatamente, ho scritto altri 6 capitoli, nel frattempo. In modo da riuscirmi già a gestire.
Spero vi piaccia,
C.

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Linn_CullenBass