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Autore: Princess of Dark    17/12/2012    10 recensioni
Incontrare Johnny Depp è il sogno di tutte noi donne, o almeno era il sogno di Denise.
E lei credeva di stare veramente sognando quando lo incontrò.
Denise ha un lavoro noioso, una migliore amica un po' pazzerella, una vocina maligna nel suo cervello, un "fidanzato" e un sogno nel cassetto. Johnny sarà lì per renderlo vero.
ATTENZIONE:Johnny Depp dovrebbe essere illegale, ma visto che non lo è, va preso come minimo preso a piccole dosi. E' veramente rischioso per la vostra salute una meraviglia così!
Se anche voi lo amate, questa è la ff giusta per voi...aspetto le vostre recensioni!!
Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=rLHOJc3yhPM
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«No, non posso tenerli, devo lavorare!», borbottai spazientito, entrando in casa. Un odore di caffè m’investì e riempii i polmoni di quell’aroma, posando il cappotto sul divano del soggiorno.
«Non me ne frega, Joh, li vai a prendere a scuola e te li porti da te! Ho da fare questa sera»
«Vanes-». Quella vipera della mia ex staccò la chiamata, lasciandomi in sospeso. La chioma bionda di Denise fece capolino dalla cucina e lei mi sorrise.
«C’è qualcosa che non va?», mormorò preoccupata. Mi avvicinai a lei per salutarla con un bacio a stampo.
«Niente che non si possa risolvere. Devo solo organizzarmi meglio…»
«E… cosa voleva Vanessa da te?», mormorò infine a testa bassa. Doveva avermi sentito parlare e non era da escludere che le avesse dato fastidio.
«Vuole che tenga i miei figli per il resto della giornata. Il problema è che devo lavorare fino a stasera e non so proprio come fare!», esclamai, passandomi un amano tra i capelli. Lei mi scrutò, passandosi la lingua sulle labbra.
«Perché non li porti qui?», disse infine. La guardai sorpreso.
«Eh?»
«Ma sì! Preparo anche per loro! Dopo la scuola portali». La guardai esitante, valutando se fosse una cosa giusta. I miei figli l’avrebbero accettata? Sarebbero stati bene insieme senza di me?
«Non è una cattiva idea», annuii infine. Lei sorrise, afferrando il mio cappello e mettendomelo in testa, poi mi spinse verso la porta d’ingresso. 
«Vai, su, e portami i tuoi pargoletti», rise entusiasta. Risi anch’io, afferrando al volo la giacca prima di andar via.
Denise era davvero la mia salvezza. Forse se la cavava bene con i bambini…

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Mentre con le mani mescolavo il sugo nella pentola, tenevo appoggiato il cellulare all’orecchio stringendolo con la spalla destra.
«Secondo te gli piace la salsa?», mormorai, al telefono con Marylin già da una buona mezz’ora.
«A tutti i bambini piace la salsa, Den», replicò lei.
«E cosa metto vicino agli hamburger?»
«Patatine fritte, ovviamente!»
«Giusto», risi, infornando le patate. Sospirai, sedendomi al tavolo per una breve pausa nell’attesa che si cuocesse il sugo.
«Tra quanto tempo arrivano?». Guardai l’orologio che segnava le tredici.
«Tra mezz’ora saranno qui. Oh Dio! Questa è l’occasione giusta per presentarmi a loro: se non gli piaccio?», sospirai, alzandomi per sistemare la tovaglia nella sala da pranzo.
«Denise, sei sempre piaciuta ai bambini»
«Ma Lily è grande oramai: se Vanessa le avesse già fatto il lavaggio del cervello su me e Johnny? Potrebbe insultarmi e dirmi che sono la causa della rovina della sua famiglia!»
«Denise, piantala di fare la catastrofica! Nelle peggiori delle situazioni, la sera ritornerà Johnny e sistemerà tutto: credo che sappia come prendere i figli…». Sorrisi, Marylin era davvero un’ottima medicina ed era capace sempre di tirarmi su di morale e incoraggiarmi.
«Sì, hai ragione». Il forno iniziò a fumare e socchiusi si occhi per cercare di capire cosa stesse succedendo. «Oh cielo le patatine! Mary ti devo salutare!», esclamai allarmata.
«Certo. Non credo ti ameranno se servi loro dei carboni», rise. Recuperai appena in tempo le patatine e misi a cuocere gli hamburger nel frattempo che si cuoceva la pasta. Preparai la tavola e si fece in un lampo la fatidica ora X. Il campanello bussò ed io restai a fissare immobile la porta di casa, con il cuore in gola.
Coraggio, sono solo dei moccio setti da tenere a bada.
Ricordati che puoi fare un altro passo nel cuore di Johnny se anche loro ti adoreranno…
Ora sì che mi sento più calma, Gin.
Sentii delle voci, poi aprii la porta e mi ritrovai con Johnny che teneva una mano che accarezzava i capelli del piccolo Jack e l’altra mano sulla spalla di Lily.
«Ciao», sorrisi cordialmente, scrutandoli. I due, a loro volta, mi fissarono. Jack era in assoluto quello più identico alla madre tra i due mentre la biondina aveva molti più tratti in comune con Johnny. Erano due bambini adorabili, da prendere a morsi!
«Coraggio», sussurrò Johnny, spingendoli leggermente in avanti. Jack indietreggiò di nuovo e strinse il braccio di Johnny, insicuro.
Beh, forse è normale che si senta insicuro, in fondo non mi conosce…
E allora presentati, stupida!
«Io mi chiamo Denise. Voi dovete essere Lily e Jack, vero?», continuai, abbassandomi per arrivare all’altezza del bambino.
«Sì», sussurrò lui imbarazzato. «Che ne dite di entrare? Vi ho preparato un pranzo con i fiocchi: presto, prima che si raffreddi», sorrisi, facendoli entrare in casa. I due si guardarono intorno incuriositi ed io tornai con lo sguardo verso Johnny che sospirò.
«Per qualsiasi cosa, chiamami. Lily non ti darà problemi. Se Jack inizia a fare il monello ricattalo e digli che lo metterò in punizione quando torno», mi suggerì ed io risi.
«Stai tranquillo», mormorai.
«Non  saprei cosa fare senza di te. Grazie mille», sussurrò e si avvicinò per darmi un bacio.
«Johnny!», esclamai indietreggiando. Lui lanciò un’occhiata ai bambini e sorrise imbarazzato.
«Scusami l’avevo dimenticato. Ci vediamo stasera». Con un occhiolino andò via, lasciandomi con i famosi piccoli Depp.
«Appoggiate gli zaini lì e correte a lavarvi le mani»
«Ehm… dov’è il bagno?». Lily parlò per la prima volta e mostrai loro dov’era il bagno.
«Spero che vi piacciano gli hamburger», sorrisi infine, facendoli sedere a tavola.
«Hamburger?! Li adoro!», esclamò Jack entusiasta e Lily rise. «Jack mangerebbe hamburger tutti i giorni». Risi anche io, sedendomi a tavola con loro.
«Puoi versarmi un po’ d’acqua?», mormorò Jack, ingozzandosi di pasta.
«Sì, però magia piano che tuo padre mi uccide se ti faccio morire». Ridemmo. Ci fu qualche minuto di silenzio imbarazzante, nonostante fossi solo con due bambine.
Coraggio Ginevra, caccia un argomento qualsiasi… di cosa dobbiamo parlare ora?!
Qualsiasi cosa va bene!

«Allora… com’è andata la scuola oggi?»
Complimenti per la scelta dell’argomento, davvero…
Ero a corto di idee!
«Non è stata una giornata pesante… a parte le due ore di matematica: la odio!», esclamò Lily-Rose. Sospirai.
«Anch’io non avevo un buon rapporto con la matematica. Soprattutto con la geometria…»
«Esattamente! La mia stessa situazione!», sorrise.
«Io invece sono bravissimo in tutto. Pensa che oggi ho disegnato la mia famiglia ed ho avuto dieci», intervenne Jack soddisfatto. Lily mandò giù un altro boccone e alzò gli occhi al cielo.
«Deve essere stato faticossissimo, Jack», disse ironica.
«Volete vederlo?», chiese speranzoso. «Ok», risi. Il bambino si alzò dalla sedia con un balzo e corse a frugare nel suo zaino, estraendone un foglio. Dovetti trattenermi dal ridere quando osservai accanto alla figura della madre, il disegno di quello che doveva essere un pirata.
«Ah! Lo sai che mio padre fa il pirata?», aggiunse fiero ed io sorrisi.
«Certo che lo so. Chi non conosce Jack Sparrow?», risposi, restituendogli il disegno. Lily sorrise divertita, scombinandogli i capelli. Servii loro gli hamburger con le patatine fritte.
«Hai del ketchup?»
«Certo»
«Urrah!», esclamò Jack, infilando sulla forchetta tre patatine e spalancando la bocca. Sorrisi soddisfatta: almeno il pranzo gli era piaciuto.
«Ho visto il film nel quale hai recitato con papà», accennò Lily senza aggiungere altro. Sbiancai, ripensando alle scene dei baci che ci eravamo scambiati. Questa era la fine, era la fine sul serio!
«Sei molto brava, complimenti», aggiunse. Tirai un sospiro di sollievo.
«Ti ringrazio. Mi sono divertita parecchio a recitare»
«Anche io voglio fare l’attrice da grande», sorrise Lily, inzuppando la punta della patatina nella salsa rossa.
«E tu cosa vuoi fare da grande, Jack?». Il bambino mi guardò esitante.
«Il pirata!», esclamò. Lily si portò una mano alla fronte.
«Credo che questo lavoro per papi non vada molto bene… Jack sembra essere completamente impazzito. Non so se lo faccia apposta o crede davvero che papà sia un pirata…», accennò divertita ma con un po’ di amarezza. Risi.
«Io credo che lo faccia apposta», sussurrai con un occhiolino.
«Che cosa?», mormorò Jack.
«Niente», dicemmo all’unisono io e Lily, prima di guardarci negli occhi e ridere.
«Ok, ora datemi mezz’ora per ripulire tutto. Fate come se foste a casa vostra», mi alzai, iniziando a sparecchiare.
«Hai un tv?»
«Jack, Denise non vive sulla Luna! Chi non ha una televisione?», borbottò sarcastica.
«Il telecomando è sul divano», gli sorrisi e lui si tuffò sopra al sofà, premendo il bottone verde del telecomando. Mi ritrovai Lily dietro di me con il suo piatto in mano.
«Ti aiuto», si propose.
«Non ce n’è bisogno, vai pure a vedere al tv con tuo fratello», sorrisi. Lei scosse il capo cocciutamente.
«Mamma e papà mi hanno insegnato che quando si può bisogna sempre dare una mano. E soprattutto quando si è ospiti a casa di qualcun altro», replicò.
«O-ok», balbettai sorpresa. «Allora aiutami ad asciugare i piatti», aggiunsi. Lily si mise accanto a me ad asciugare con uno strofinaccio tutto quello che lavavo.
«Posso farti una domanda?»
«Dimmi»
«Devo chiederti un consiglio un uno che mi piace…», accennò imbarazzata.  «Prometti di non dirlo a papà?», sussurrò. Mi portai una mano al cuore. «Giuro», sorrisi e lei con me.
«Quando ci siamo fidanzati la nostra amica si è ingelosita ed ha iniziato a farmi mille dispetti. Alla fine si è presa il mio ragazzo ma a me piace ancora! Come posso fare per riconquistarlo?»
«Che cattiva!», esclamai.
«Che troia», mi corresse lei. La guardai sorpresa, ridacchiando. «Ben detto»
«Oh, non dire neanche questo a papà! Dice che sembro un maschiaccio e non vuole che dica le parolacce»
«Il tuo papà è una bella seccatura!», esclamai scherzosamente.
«Puoi dirlo forte! Soprattutto quando non si fa gli affari suoi, vuole sapere continuamente con chi parlo o esco e vuole decidere cosa devo indossare», borbottò.
«Mio padre era anche peggio, non preoccuparti»
«Non credo ce ne siano peggio di papà», replicò lei. «Anche se credo che sia il migliore, senza offesa», aggiunse e io le sorrisi.
«Beh… se ti ha lasciata vuol dire che non ti ha voluta abbastanza bene. Ti do un consiglio per esperienza, tesoro, lasciali andare tutti quanti!», esclamai. Riposi le pentole nel mobile.
«Non sento Jack…», accennai, asciugandomi le mani. Mi sporsi per buttare un occhio al divano e lo vidi dormire spaparanzato lì sopra con il foglio tra le braccia e il braccio penzoloni.
«Jack che si addormenta? È impossibile…», sussurrò Lily-Rose meravigliata. «Di solito non sta un minuto fermo fino a mezzanotte», aggiunse sorridendo. Mi avvicinai a lui e lo sistemai meglio, sfilandogli il foglio tra le mani. Osservai ancora il disegno di Vanessa, Lily e Johnny vestito da pirata, provando in quel momento una grande tenerezza.
«Jack è quello che soffre di più, secondo me. È ancora troppo piccolo per capire», intervenne Lily, osservandolo mentre mi affiancava.
«Lo immagino»
«I miei hanno detto che semplicemente hanno scoperto di non amarsi. Non so se è normale che l’amore finisca da un giorno all’altro, ma forse è possibile», disse amaramente. La guardai, accarezzandole i capelli.
«Da un giorno all’altro no, ma con il tempo sì», commentai. Lily fece spallucce.
«Io l’ho accettato, forse era anche meglio: non facevano altro che litigare. Spesso era la mamma che iniziava, papà è più il tipo che cerca di togliere occasioni per iniziare a battibeccare… a dir la verità, per me è come se non fosse cambiato nulla: vedo comunque quasi tutti i giorni papà», mi spiegò.
«La cosa che devi sempre ricordare è che, anche se la storia con tua madre è finita, voi sarete per sempre nel suo cuore e vi amerà per tutta la vita», mormorai. Sorrise.
«Lo so, ce lo ripete di continuo», ridacchiò, poi tornò a fissare Jack. «Forse a Jack manca un po’ di più perché la sera prima giocava con papà a fare i pirati. A volte la mamma prende il suo posto, ma lui si mette a piangere e dice che papà è più bravo a giocare con la spada», aggiunse amaramente. Il cuore si stava completamente sciogliendo a quelle parole.
«Però papà trova sempre il modo di sistemare le cose: infatti ogni volta che ci viene a prendere non risparmia mai il loro duello», rise. «Dovresti vederli!». Sorrisi anche io.
«Però mi piaci», aggiunse squadrandomi curiosa. «Come nuova fidanzata di papà, intendo». Il sangue mi si raggelò nelle vene, la guardai immobile.
«Eh?», sussurrai sorpresa e lei sorrise furba.
«Lo so che tu e papà state insieme! Capisco che ora lui dovrà farsi una nuova vita e mi fa piacere che sei tu e non un’altra», spiegò. Abbassai il capo, sospirando. Questa poteva essere l’occasione giusta per chiarire le cose con lei.
«Sai, Lily, mi dispiace molto per quello che è successo. Io non volevo di certo che i tuoi genitori…»
«Tranquilla, non penso che tu sia una sfascia famiglie come dicono sui giornali», sorrise Lily. «Quegli idioti dicono così perché non sanno cosa succede realmente. Era tra loro che non funzionava, tu non c’entri». Era incredibile il modo di pensare così moderno di Lily: aveva dodici anni e parlava come se ne avesse venti!
«Ci tenevo a dirtelo», sorrisi. Jack mormorò qualcosa, rigirandosi.  «Lasciamolo dormire», sussurrai, allontanandomi da lui con Lily accanto.
«Com’è bello il tuo smalto», sorrise, afferrando la mia mano per ammirare le unghie rosso matto.
«Vuoi metterlo anche tu?»
«Papà me lo farebbe togliere subito»
«E perché?»
«Da troppo nell’occhio»
«Ah, ci parlo io con tuo padre, mettiti comoda!», esclamai, prendendo lo smalto. Ci sedemmo e inizia a stendere lo smalto scarlatto sulle sue unghia curate e perfette.
«Da quanto tempo vi conoscete tu e papà?», mi chiese ad un tratto.
«Ehm… da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme… più o meno», mormorai e lei annuì.
«Mi aveva già parlato di te, sai?»
«Davvero?», dissi sorpresa, soffiando sulla mano destra per velocizzare l’asciugatura. Lei annuì.
«Gli chiesi com’era andata la sua giornata lavorativa e lui mi parlò di una nuova attrice in gamba di nome Denise», sorrise. Dopo quasi due ore, nel frattempo che Lily ed io avevamo fatto il nostro trattamento di bellezza, Jack si svegliò venendoci vicino. Lo guardai sorridere con i capelli scombussolati e ridemmo, mentre Lily cercava di sistemarli con una mano.
«Sei un dormiglione», sorrisi e lui con me. «Cos’è questa puzza?», borbottò.
«Lo smalto»
«Hai messo lo smalto rosso! Lo dico a papà!», esclamò ridacchiando.
«Zitto tu e non fare lo spione», scherzai sussurrando e poggiandogli un dito sulle labbra.
«Dovete fare i compiti?»
«Io no»
«Neanch’io». Annuii, guardando l’orologio che segnava le quattro e trenta.
«Vogliamo preparare una torta per merenda?», proposi.
«Siiii!», esclamò Jack, iniziando a saltellare di nuovo. Risi, ordinando di stare buono accanto a me.
«Ok. Lily pesa lo zucchero: cinquecento grammi precisi. Tu invece predi la frusta e inizia a girare le uova», sorrisi.
«Agli ordini», sorrisero in coro. Prendemmo tutto l’occorrente e, con il mio aiuto, iniziammo a preparare un panettone al cioccolato.
«No Jack, attenzione che schizza dappertut-». Jack azionò il frullino, facendo schizzare la farina dappertutto. Glielo tolsi dalle mani mentre lui rideva sotto una nuvoletta bianca. Risi anche io quando riemerse coni capelli bianchi. Lily glieli scrollò, sollevando una nuova nuvoletta di farina.
«Sei un disastro», lo prese in giro.
«Posso prendere un altro pezzo di cioccolata?». Lo fissai e annuii. «Solo un altro altrimenti non ce la facciamo per la torta!». Lo buttò giù in un sol boccone.
«Sei un golosone», ridemmo. Versammo il liquido nella teglia e la infornammo. Jack si mise con la sedia accanto al forno.
«Ci vuole un po’ per cuocerla: potresti bruciarti»
«No, resto qui ad aspettare»
«Come vuoi». Ripulii alla meglio tutto quel disordine sotto lo sguardo divertito di Lily.
«Non abbiamo mai fatto una torta con la mamma», disse Jack infine.
«Ah no?»
«Lei ha sempre da fare e quando ha un po’ di tempo libero, litiga con papà, diventa di cattivo umore e non vuole fare più nulla», concluse amaro. Cercai le parole giuste e alla fine gli accarezzai la guancia.
«Però ne abbiamo fatta una insieme, oggi. La faremo assaggiare anche a papà stasera», sorrisi e il suo viso s’illuminò.
«Che bello!», esclamò, saltando giù dalla sedia. Dopo aver passato l’ultima mezz’ora chiedendo di continuo “è pronta?”, lo intrattenni giocando con la carte da gioco fino a quando non fu davvero pronta.
«Mmmh che odorino!», esclamò Lily.
«Tu vai via, non la puoi mangiare sennò ingrassi», borbottò e lei rise.
«Se io sono grassa, tu sei un salsicciotto», borbottò, dandogli un affettuoso pizzicotto.
«Mettiamo lo zucchero a velo?», gli chiesi. Inutile descrivere il caos che fece Jack con quello zucchero a velo… proprio non riusciva a capire che non doveva respirare con il naso sullo zucchero perché si spargeva dappertutto.
«Adesso possiamo mangiarla?», chiese ansioso. Gli tagliai una grossa fetta.
«Ecco. Ora puoi mangiarla», risi, tagliandone una a Lily e un’altra a me.
«Mmmh è venuta buonissima!», esclamò Lily-Rose.
«Uh uh», farfugliò Jack a bocca piena. Riempii loro i bicchieri di succo di frutta.
«Siamo stati piuttosto bravi, no?», sorrisi.
«Posso averne un’altra?»
«Ti verrà un mal di pancia tremendo», osservò Lily dopo un po’, quando era già alla terza fetta.
«Coraggio, sono già le sette, devo iniziare a preparare la cena: tra un po’ arriva papà». Mentre loro iniziarono a giocare, corsi a preparare la cena e attendemmo che Johnny tornasse. Erano le venti e trenta quando il campanello bussò.
«Papà!», esclamò Jack, balzando all’in piedi e affiancandomi con Lily mentre aprivo la porta. Johnny ci sorrise, entrando in casa.
«Campione! Come state?», sorrise, abbracciando affettuosamente Jack e dando un bacio a Lily-Rose.
«Benissimo! Ci siamo divertiti tanto!», esclamò lui.
«Hai fatto il bravo?»
«Sì». Johnny mi guardò perplesso ed io sorrisi, annuendo.
«Sono stati due angioletti», risi. «Ora sedetevi: è pronta la cena». Ci riunimmo di nuovo attorno alla tavola e mi meravigliai di essere così emozionata e felice. Johnny, i suoi figli ed io: vedevo così allegramente la mia futura famiglia quando anche i miei figli si sarebbero seduti attorno alla tavola e avremmo cenato insieme.
«Com’è andata?», gli chiesi e lui sospirò. «Ho parlato con Tim…», farfugliò a bocca piena.
«Come sta zio Tim?», intervenne Lily, divenendo improvvisamente ansiosa.
«Chi? Quello pazzo?», borbottò Jack confuso.
«Non è pazzo!», replicò Lily e Johnny scoppiò a ridere, guardando poi la mia espressione confusa.
«Jack ha pensato da sempre che Tim Burton fosse un pazzo», mi spiegò e sgranai gli occhi meravigliata. Ero con Johnny da molto, ma non avevo mai conosciuto di persona Tim, il suo migliore amico. «Forse non ha tutti i torti», aggiunse divertito.
«Qualche giorno dovrai presentarmelo: è un mito», sorrisi speranzosa.
«Non è vero, è solo un pazzo», borbottò ancora Jack, tracannando la coca cola ad un fiato.
«Te lo farò conoscere. Sai, vuole girare un altro film…»
«Davvero?», sorrise Lily e Johnny annuì.
«Dopo Darkshadows, ha deciso di optare per qualcosa di questo genere. Per ora non si sa ancora niente ma ha serie intenzioni», ci informò.
«Sarebbe bellissimo», mormorai e lui annuì, sorseggiando dell’acqua.
«Voi invece cos’avete fatto? Sono stato in pensiero tutto il giorno, mi aspettavo di vedere la casa sottosopra», scherzò.
«Davvero è così tremendo?», risi.
«Anche peggio», borbottò Lily, beccandosi un pizzicotto.
«Denise è una bravissima cuoca», aggiunse il piccoletto.
«Questo lo vedo», annuì il padre mandando giù l’ultimo boccone. Sorrisi.
«E abbiamo fatto anche una torta! La vuoi assaggiare? Dove l’hai messa, Denise?». Jack balzò giù dalla sedia e Johnny gli fece cenno di sedersi.
«Finisci prima di mangiare, Jack», lo ammonì dolcemente. Il bambino ubbidì all’istante, tornando immobile sulla sedia, poi riprese a sorridere quando mi alzai e tornai con la torta.
«Ecco qui. Anche i tuoi figli sono ottimi cuochi, sai?», sorrisi, tagliando una fetta ciascuno. I baffi di Johnny si riempirono di zucchero a velo e mi trattenni dall’impulso di avvicinarmi per baciarlo. Era terribile dovergli resistere!
«Lo sai che Lily si è pitturata le unghie?», cantilenò infine, beccandosi un’occhiataccia dalla sorella.
«Fatti gli affari tuoi!», borbottò e incrociò lo sguardo perplesso del padre.
«Credo anche di sapere di chi è la colpa…», accennò, rivolgendomi un’occhiataccia. Risi, facendogli una linguaccia.
«Cosa c’è di male in un po’ di smalto?»
«È troppo vistoso…», farfugliò e Lily sbuffò, roteando gli occhi. «E non sbuffare», aggiunse scettico.
«Lily è abbastanza grande per mettere un po’ di smalto colorato», replicai.
«Ma…»
«Zitto. E non fare il padre rompiscatole», lo presi in giro e lui scoppiò a ridere, sorvolando sulla cosa.
«Ehy, Jack, hai fatto vedere il tuo disegno a papà?», sussurrai dolcemente.
«Lo stavo dimenticando!», esclamò il bambino, correndo immediatamente per afferrare il disegno dallo zaino e mostrarlo al padre. Johnny sorrise divertito.
«Uhm, è bellissimo». Gli stampò un bacio sulla fronte. Jack sbadigliò.
«Hai sonno?». Il bambino annuì. «Ti riaccompagno presto a casa: è dalle sei di questa mattina che non chiudi occhio»
«Ma se ha dormito per tre ore!», esclamò Lily.
«Jack ha dormito?», sussurrò l’uomo sorpreso, poi mi fissò. «Credo che tu gli faccia bene, Den», rise. Si alzò dalla tavola e afferrò Jack, prendendolo tra le sue braccia.
«Andiamo dalla mamma a dormire», gli sussurrò all’orecchio dolcemente. «Salutate Denise», aggiunse. Il piccoletto corse verso di me, buttandosi tra le mie braccia e stampandomi un grosso bacio sulla guancia.
«Ciao Denise»
«Ciao piccoletto», sorrisi. Anche Lily mi salutò, ringraziandomi per chissà cosa.
«Tornerete a trovarmi, vero?», esclamai, agitando la mano mentre salivano in macchina. Johnny mi sorrise e mise in moto.
Fiù… anche questa è andata bene.
Puoi dirlo forte, Gin!

Sussultai, sentendo un fruscio di lenzuola che si scostavano accanto a me.
«Sssh… sono io». Le braccia di Johnny mi avvolsero e lui mi baciò la fronte. Confusa, allungai le mani verso di lui, non riuscendo più a capire tra le lenzuola dove finisse lui e iniziassi io. Aprii gli occhi osservandolo sorridere nell’oscurità. Sistemò la coperta per coprirmi bene e poggiò il capo sul palmo della mano, osservandomi.
«Cosa c’è?», farfugliai assonnata, mentre lui mi accarezzava il volto.
«Grazie», sussurrò. «I miei figli sono molto contenti di averti conosciuta, sono stati benissimo»
«Per me è lo stesso. Sono delle creature adorabili», sorrisi, intrecciando le dita tra le sue. «Sai cos’ho notato?», aggiunsi.
«Cosa?»
«Tu e Vanessa gli date tutto l’amore di cui hanno bisogno. A differenza degli altri bambini che hanno i genitori separati, a Jack e Lily non manca nulla. Forse i miei avrebbero dovuto prendere esempio…», accennai amara, fissando il soffitto.
«I tuoi… sono separati?», accennò insicuro.
«Non credo di avertene mai parlato», commentai, tornando a fissarlo.
«No, infatti»
«Avevo più o meno quattordici anni… dopo aver trascorso gli ultimi anni a litigare continuamente, finalmente capirono che non erano fatti l’uno per l’altra. Mio padre se ne andò e da allora non l’ho visto molto spesso. Non era il tipo di persona fatto per la famiglia, anzi, non era proprio tagliato neanche per fare il padre. Ci vedevamo di Natale, al mio compleanno, poi spariva per mesi interi… Mi rende felice sapere che i tuoi figli non sentiranno mai il bisogno di avere una presenza maschile accanto: sei un padre perfetto». Lui mi accarezzò, stampandomi lievi baci sulla fronte. «Vorrei tanto che i miei figli, un giorno, non avessero mai questo tipo di problema che ho avuto io. Sai, credo che sarò una buona madre, mi piacciono i bambini e… devo confessarti che oggi con i tuoi figli ho fatto finta che fossero miei»
«Denise?»
«Mmmh?»
«Voglio essere io il padre perfetto dei tuoi figli». Le sue parole mi fecero trasalire, lo guardai di scatto.
«Dici sul serio?», mormorai sorpresa e lui annuì, prendendo il mio volto tra le sue mani.
«Non sono mai stato così serio in vita mia. È con te che voglio vivere il resto della mia vita e… credo che un giorno arriveranno anche dei figli perché mi è sembrato di capire che ne vuoi». Distolsi lo sguardo imbarazzata.
«Certo… dicevo in generale io… non ho mai pensato seriamente ad avere un figlio e tu ne hai già due e…»
«Proviamoci», mi propose.
«Eh?». Un sussurro strozzato mi uscì dalla gola, il mio cuore iniziò a battere più forte per l’agitazione, il respiro era mozzato dalla meraviglia. Mi sorrise.
«Proviamoci. Ora. Voglio darti un figlio», ripeté con decisione. Scoppiai a ridere.
«Hai bevuto?», mormorai.
«No», borbottò cupo. Ci furono diversi attimi di silenzio.
«Un figlio è una cosa importante. Hai già i tuoi doveri, non voglio accollarti anche i miei-»
«Non mi accolli proprio nulla. Anche io lo voglio», replicò, sussurrandomi all’orecchio. «Condividere un altro figlio con te è la cosa che desidero di più al mondo», aggiunse. Il mio cuore si riempì di gioia a tal punto che sarei potuta scoppiare a piangere da un momento all’altro.
«Non se questa è la cosa giusta: potrei non esserne capace e…»
«Ti ho vista stasera con i bambini. E li hai trattati con così tanto amore che non hanno fatto altro che ripetermi quanto sei fantastica. Anche tu sei pronta, lo so», sorrise. Deglutii, cercando di mandar giù quel groppo alla gola che non mi faceva respirare bene.
«E tu vorresti assumerti la responsabilità di mio figlio?», gli chiesi sorridendo.
«Nostro figlio», mi corresse, baciandomi il collo. Percorse i miei fianchi, sollevandomi la vestina e adagiandosi su di me. Incollai la mia bocca alla sua sentendo tutto il suo calore, stringendolo forte a me.
Tutto quello che sarebbe accaduto dopo, era solo un enorme dettaglio.
 


Finalmente ho trovato un buco di tempo per aggiornare la storia...avrei voluto aspettare un altro po' visto che le recensioni sono calate di colpo (perché? D:) ma non resistevo v.v
Adoro tantissimo i pargoletti di Johnny e non potevo non inserire un bel capitolo su di loro! Vi piace il rapporto che ho creato tra Denise e la famigliola Depp? *W*
Scappo, ho un mucchio di cose da fare ma non prima di aver ringraziado Aishia e freud in love per le recensioni <3
Fatevi sentireeee e a presto!!!
  
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