Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: shewolf_    17/12/2012    2 recensioni
"-Sedetevi pure.- disse il professore di musica,con un sorriso accennato.
Ecco,per Kimberly,quell'uomo era la prova che la perfezione esisteva.
Non avevano mai avuto musica prima d'ora,era stata una riforma scolastica di settembre dell'inizio dell'anno. [...] Nessuno sporse lamentele,soprattutto dopo aver visto l'insegnante.
Le professoresse lo descrivevano come “un uomo piacente”,giusto per non sforare e mantenere quel decoro che viene loro richiesto in ambito lavorativo.
Tant'è che inizialmente nessuno ci credeva. Cosa potevano sapere delle donne abbastanza attempate,di cosa era ritenuto bello al giorno d'oggi?
E invece.. eccolo lì. Il professore di musica più affascinante che potesse esistere.
Si chiamava Jared Leto,e grazie a lui,musica era la materia più attesa della settimana."
Questa è la prima FF che pubblico su questo sito, spero vi attiri e vi piaccia come è piaciuto a me scriverla :)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Adoro questi capitoli, mi ricordano quando all'inizio di una storia sei preso da quella frenesia dello scrivere,
quando hai le dita che fremono e le mille idee che spingono per uscire; quando i capitoli escono lunghi e 
ben strutturati senza fatica e di getto; quando non vedi l'ora di trovarti davanti ad un foglio bianco per continuare a esaurire queste idee così pressanti o quando non vedi di l'ora di arrivare ad un certo punto della trama, allora scrivi tutto rapidamente e senza troppi giri di pensiero.
Gli inizi delle storie sono sempre stupende. La novità ha sempre un fascino tutto suo, irresistibile.
Non so perchè mi sono lanciata in questo monologo, in ogni caso questo è il decimo capitolo,
mi auguro che vi piaccia al punto da farvi venire una gran voglia di commentare :)
Grazie a tutti dell'attenzione


Capitolo 10. 

Tra battutine e inciampi vari, finalmente arrivarono a destinazione.
-Ecco, è lì dentro!- esclamò Kimberly indicandogli un bar all'angolo di un cunicolo.
Jared la accompagnò fino al marciapiede e la lasciò solo quando fu sicuro che non cadesse da un momento all'altro, poi diede una rapida occhiata al locale.
Sembrava un posto prettamente giovanile, era completamente trasparente, su due piani: sotto c'era il bancone e sopra le poltroncine dove sedersi.
Appariva particolarmente alla moda, ma non si stupì granché, visto il tipo di ragazza con cui era in giro.
Kim fece strada e una volta dentro salutò tutti i presenti chiamandoli per nome.
Ci aveva azzeccato, era uno dei locali che frequentava abitualmente.
I camerieri ricambiarono con un gran sorriso, per poi lanciare una rapida occhiata a Jared.
Nei loro occhi non leggeva sconcerto o sgomento. La differenza di età non riuscivano neanche a notarla, cosa che a lui fece un gran piacere. Ovvio, che avesse qualche anno più di lei era palese, ma nessuno avrebbe mai sospettato che fossero addirittura una 20ina.
La seguì al piano superiore e si sedettero ad un tavolino in un angolo verso l'interno, in modo che nessuno potesse vederli dal fuori. Insomma, come avrebbe potuto spiegare alla preside il fatto che fossero in un locale insieme? L'avrebbe licenziato in tronco, o al minimo,avrebbe dovuto subirsi una lavata di capo non da poco.
Kim sembrava piuttosto tranquilla, anzi lo era. Era così presa dal fatto che la sua fame sarebbe stata saziata, che non si preoccupava assolutamente dell'assurda circostanza in cui si trovava.
Anche perché, gli occhi con cui si guardavano ogni tanto, erano tutt'altro che formali.
Si tolsero la giacca e Kim strappò letteralmente il menù dalle mani del professore, facendolo sorridere. Non si preoccupò neanche di chiedergli scusa.
Lui glielo concesse e si allungò per prenderne un altro dal tavolo adiacente.
-Porca.. c'è una coppa di gelato da 30 dollari?!- parlò ad alta voce, senza nemmeno pensarci.
La ragazza ridacchiò appena, nel vedere l'espressione attonita di lui. Avrebbe voluto fargli una foto.. era talmente espressivo certe volte. Ma non disse niente e tornò alla sua perenne indecisione, nonostante alla fine scegliesse sempre la stessa cosa.
Quando ordinarono e rimasero di nuovo soli, calò il silenzio. Ma non uno di quelli pesanti, in cui si percepisce l'imbarazzo nell'aria, uno puramente voluto.
Per lo meno quando stavano zitti non potevano punzecchiarsi a vicenda e finire per discutere come bambini.
Kimberly cominciò a pensare che dopotutto non era una compagnia così malvagia, anzi si trovava davvero bene con lui. Se aveva qualcosa da dire, la diceva, se invece non gli andava, stava zitto. Niente di più bello. Era abituata ad essere circondata da persone -specialmente ragazze- molto ferrate nelle parole/argomenti tappabuchi, che spesso e volentieri risultavano solamente fastidiosi.
-Dimmi a cosa pensi.- la sua voce calda la risvegliò dai suoi viaggi mentali.
Si rese improvvisamente conto che la stava osservando da più di 3 minuti, mentre lei aveva prestato tutta la sua attenzione a degli stuzzicadenti. Aveva davanti uno degli uomini più belli mai visti e lei era in grado di perdersi dietro a delle sciocchezze. Ogni tanto avrebbe decisamente voluto schiaffeggiarsi da sola.
Portò gli occhi nei suoi, con una vena di perplessità. -E' una richiesta o un ordine?- gli domandò confusa. Nonostante il tono gentile con cui gliel'aveva proposto, la struttura della frase sembrava qualcosa di più che semplice curiosità, come se ci tenesse particolarmente a saperlo. O forse era lei ad essere estremamente egocentrica.
-Un po' dell'uno e dell'altro.- rispose con un debole sorriso Jared. -Io esigo saperlo, ma te lo chiedo, dato che non posso strappartelo dalla testa. Anche se mi piacerebbe.- spiegò sinteticamente.
Lei lo guardò confusa. -E perché ci terresti tanto, se posso chiedere?- nonostante il tu, Kim cercava di mantenere quella distanza che la faceva sentire a proprio agio. La imbarazzava renderlo partecipe dei suoi pensieri, quando cominciava non aveva un blocco, come se le mancasse il pudore. Sarebbe anche stata capace di raccontargli le cose che la facevano vergognare solo a pensare di pensarci.
E poi lui era così particolare.. con quale lato di lui stava parlando al momento?
-Beh, semplicemente perché mi incuriosisci. Ne ho visti di volti espressivi, e il tuo è uno dei più belli, nonostante per me rimanga un mistero totale. Quando pensi a qualcosa, le sensazioni che ti fa provare si riversano sul tuo volto e certe volte hai un'espressione così.. indescrivibile che mi verrebbe voglia di entrare nella tua testa e sentirmi anch'io così.- disse lentamente e a bassa voce, come se le stesse rivelando un segreto. -Prima ad esempio sorridevi.- concluse.
Kimberly rimase colpita. L'uomo ne parlava come se non facesse altro che guardarla dalla mattina alla sera, e trovava spaventoso il fatto che lui sembrava riuscire a capirla molto meglio di quanto facessero altre persone che la conoscevano da molto più tempo.. loro due parlavano pacificamente da neanche due ore.
-Parli come se fossi l'unica al mondo in grado di pensare.- disse guardandolo negli occhi, non temeva il suo sguardo ora. Non dopo quello che le aveva detto.
-No, ma sei una delle poche con la quale riesco ad avere un discorso concreto. Non ci sono molte ragazze in grado di guardarmi negli occhi come stai facendo adesso tu.- a momenti non batteva neanche le palpebre. Lei si chiese come fosse possibile non riuscire a guardarglieli. Erano così grandi, così chiari, così limpidi.. sembravano gli occhi di un angelo.
Dovette trattenersi dal sorridere come una scema, lui notava troppe cose.
-Sembra un fastidio.- commentò, girando il cucchiaino nella coppetta che le era appena stata portata.
-Ogni tanto lo è, sì.- trattenne uno sbuffo. -Ma non cambiare discorso. Allora, mi renderesti partecipe dei tuoi più loschi pensieri?- assottigliò gli occhi, rendendo più intenso lo sguardo.
-Ma niente.. stavo semplicemente pensando che stare con te è.. come dire, diverso.- sapeva che stava per arrossire.
-Diverso?- chiese chiarimenti, corrugando la fronte e portandosi un cucchiaino di gelato alla bocca.
Kimberly dovette sforzarsi per non fissargli le labbra. -Sì, cioè.. diverso in senso positivo. È un diverso bello, diciamo.- confessò, guardandolo di sfuggita.
Era sicura che i suoi occhi l'avrebbero umiliata.
-Oh ok. Mi piace come risposta.. anche io la penso similmente. Tu mi fa sentire diversamente.- disse, senza ritegno alcuno che lei, lì, in quel momento si sarebbe messa a ballare sul tavolo. Detto da lui la faceva sentire così vera.. sentì un brivido invaderla, e fece del suo meglio per trattenere un sorriso immenso. Era bello che lui avesse colto il senso e che l'avesse fatto proprio, stravolgendone il significato originale.
Anche Jared ricambiò il sorriso che lei aveva tramutato in una buffa smorfia. Lo divertiva il fatto che tentasse di trattenere la sua gioia ed era contento che avesse fatto centro.
E più la guardava, più vedeva aspetti di lei che non facevano che piacergli.

-La prossima volta offro io!- borbottò Kim mentre tornavano verso scuola, dove si sarebbero separati.
Lui le aveva impedito vivacemente di pagare, cosa che da una parte le aveva anche fatto piacere, ma dall'altra l'aveva fatta sentire terribilmente a disagio.
-Sìsì, come vuoi...- sbuffò Jared, con un tono che faceva palesemente intendere che voleva solamente farla smettere. Erano 10 minuti che si lamentava, non aveva mai conosciuto nessuna che potesse prendersela per un gesto nobile.
-Non dirlo solo per farmi smettere, che tanto è inutile. Quando mi metto in testa una cosa, la faccio!- in realtà non era così testarda per queste cose, insomma le aveva fatto risparmiare qualche spicciolo!
Ma in quel caso parlava per lei il profondo desiderio che tutto quello accadesse di nuovo.. il più presto possibile. Avrebbe speso anche tutti i suoi risparmi, fino all'ultimo centesimo, purché lui le concedesse un altro pomeriggio simile. Era sinceramente preoccupata che dal giorno dopo si sarebbe comportato come se nulla fosse, come se finalmente il loro rapporto non si fosse cucito e i loro sguardi e le loro parole cariche se li fosse solo immaginati. Non voleva, assolutamente.
Lui sorrise semplicemente, stringendosi nel cappotto pesante. L'aria era davvero fredda, ora che stava calando la sera.
-Vuoi che ti accompagni a casa?- le domandò, giusto per cambiare discorso.
-Oh no, grazie. Tra poco dovrebbe passare il mio autobus, vai pure.- lei sorrise gentilmente. Anche solo chiederglielo era stato un gesto carino.
-Dove lo prendi?-
-Là in fondo.- disse indicando una pensilina gialla, e subito dopo vide lui incamminarsi in quella direzione. -Ehy, dove vai?- chiese correndogli dietro. -La scuola è dall'altra parte!-
-Non è ovvio? Ti sto accompagnando!- rispose lui leggermente infastidito. Insomma, dove pensava stesse andando?
-Ma non c'è bisogno, Jared.- pronunciò il suo nome per la prima volta da quando lui le aveva detto di farlo. Lui sembrò neanche sentirla, continuava a passo spedito e si fermò giusto in prossimità della fermata.
-Tu sei sotto la mia responsabilità, e io voglio essere sicuro che arrivi a casa sana e salva.- si giustificò.
-E come fai ad essere sicuro che ci arrivi? Potrei..- cominciò ad azzardare Kim, ma lui la bloccò. -Non farmici neanche pensare. Penso mi sentirei in colpa fino alla morte. Ok, vieni con me, ti porto in macchina!- sembrava seriamente preoccupato, la prese per mano e la trainò per un metro, ma lei si sfilò sorridendo.
-Ma smettila, sei ridicolo. Me la so cavare egregiamente anche da sola.- scherzò.
-Sì, infatti prima non riuscivi a stare neanche in piedi..- commentò Jared, il quale si chiese davvero quale fosse il motivo di tanta angoscia.. insomma, non era mica una bambina.
Lasciò la presa e retrocedette di cinque passi, tornando dov'era prima, con uno sbuffo.
Per il resto del tempo Kimberly lo sentì distante. Quando lei attaccava un discorso, lui rispondeva a monosillabi senza neanche guardarla in faccia. Aveva ragione, era piuttosto fastidioso parlare con qualcuno che non ha neanche il coraggio di guardarti negli occhi.
Quella sensazione terribile che percepiva prima, ora si faceva sempre più intensa. Non sarebbe cambiato niente tra loro due, anzi, si sentì ancora più stupida solo per aver pensato una cosa del genere, senza parlare dell'averlo sperato.
La conferma le fu data quando l'autobus arrivò e lui quasi non la guardò neanche. Le sussurrò solamente un flebile -Fai attenzione..- e poi indietreggiò, quando sembrava proprio che lei si stesse avvicinando. Eppure, anche quando, con il morale a terra si sedette sul pullman, lo vide lì fuori immobile, in attesa che il mezzo se ne andasse, così da essere sicuro che lei stesse bene.
In quel momento Kimberly pensò amaramente che era meglio che Jared non sapesse ciò a cui stava pensando.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: shewolf_