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Autore: Frankie92    17/12/2012    5 recensioni
Dal primo capitolo:
"Aveva appena flirtato con un ragazzo che sembrava un dio greco. Un ragazzo che gli aveva preparato il pranzo migliore di sempre. Un ragazzo che era padre di un’adorabile e bellissima bambina.
Quando ci si metteva, il destino era proprio un bastardo"

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Kurt e Blaine si incontrano in un giorno qualunque al "La Bella Notte", un piccolo ristorante italiano a Brooklyn. Quel giorno qualunque cambierà la vita di entrambi, facendogli scoprire che a volte la felicità non è poi così lontana.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Cinque
 

Quando si vive di presentimenti, capita per forza che qualcuno se ne avveri
(W.M. Thackeray)

 

 

Lunedì

“Bella, togliti quella sciarpa!” intimò di nuovo Margaret con un mestolo in mano, mentre Isabella sbuffava sonoramente. 
“Maggie, te l’ho detto: ho mal di gola e un mal di testa martellante, non ho voglia di dar retta alle tue scemenze” rispose con fin troppa calma.
“MA LA SCIARPA È VIOLA!”
“E allora?”
“Il viola porta sfortuna!”
Blaine si accigliò “Non era solo sul palcoscenico che porta sfortuna?”
“No, porta sfortuna sempre!” ribatté determinata la ragazza mescolando con troppa decisione una povera salsa ai lamponi.
“Io la uccido” mormorò Bella inviperita “La strozzo con la sciarpa e poi la sotterro e ci costruisco sopra una chiesa”
Omar le guardò “L’inferno non è mai tanto scatenato quanto una donna offesa”
Il ragazzo era un tipo silenzioso, ma quando parlava usava qualsiasi citazione adatta al contesto, stupendo notevolmente il capo chef.
”Hai ragione, amico mio” concordò Blaine “Hai proprio ragione”
E mentre la lite continuava e ogni tanto volava qualche cosa, Luigi entrò nella cucina.
“Blaine, c’è una chiamata per te” disse indicando il telefono “È il tuo amico”
L’espressione del ragazzo si fece confusa e andò a rispondere “Pronto?”
“Blaine, non farti prendere dal panico, ma sto portando Christie dalla pediatra”
Sgranò gli occhi “COSA?” urlò al ricevitore “Che è successo?!? Si è ferita? Rotta il braccio o la gamba o la schiena?? SEBASTIAN VUOI RISPONDERE?!”
“Hai finito di impazzire o vuoi altri cinque minuti?” sbuffò lo scrittore “Comunque dice di avere un forte mal di pancia da almeno un paio d’ore e ha anche vomitato. Thad mi ha detto di portarla dal medico perché pensa sia una semplice influenza intestinale”
“D’accordo, arrivo subito” mormorò frettolosamente il padre mentre armeggiava per prendere la sua roba “Seb, ti prego sbrigati!”

“Bravissima tesoro, ora dimmi se ti fa male qui” le disse la dottoressa Marley dolcemente, premendole la mano sulla pancia, provocando un piccolo gemito di dolore “Sembra proprio di sì” 
Erano arrivati da circa venti minuti e Marley li aveva fatti accomodare quasi subito, senza che Sebastian minacciasse di far chiudere lo studio per negligenza. 
Blaine sembrò leggermente più tranquillo rispetto a prima, ma ancora si sentiva ansioso di sapere cosa avesse la sua piccola. Sebastian, d’altro canto, aveva fatto finta di essere calmo fino all’arrivo all’ambulatorio, dopo di che la sua mente aveva iniziato a partorire le peggiori idee, da un’appendicite a un qualche tumore allo stomaco.
Stupido Thad che lo costringeva a subirsi stupide maratone su maratone di Grey’s Anatomy: certo alla fine erano più questioni di sesso che di medicina, ma ancora era rimasto traumatizzato dalla donna che era morta a causa del singhiozzo, o qualcosa di simile.
“Ok, Christie, abbiamo finito” annunciò allegra Marley facendola scendere dal lettino “Ora vai a rimetterti il maglioncino”
La piccola annuì e tornò dal padre, che iniziò a rivestirla.
“Allora, niente di grave” disse finalmente “Solo un brutto caso di indigestione. Cosa ha mangiato, oggi?”
Fu Sebastian a rispondere “È venuta da noi stamattina, ha fatto colazione con delle frittelle ai mirtilli. A pranzo un piatto di pasta e un po’ di insalata. Poi non so, io stavo scrivendo e Sterling la stava controllando… Un momento” si interruppe mentre prendeva il telefono “Devo controllare una cosa”
Blaine si accigliò mentre prendeva in braccio Christie, che si accoccolò contro di lui .
“Che succede?”
“Pronto, Barbie?” domandò Sebastian frettoloso.
“Smythe, non sono in vena di parlare” ribatté Jeff con voce stanca “Ho appena vomitato l’anima e Nick e Thad non si sono ancora visti, quindi sto decidendo se morire sul divano o sul tuo amato letto”
“Provaci e giuro che ti faccio resuscitare solo per ucciderti di nuovo” borbottò Seb “Comunque, cosa hai mangiato che ti ha fatto stare male?”
“Beh… Solo un paio di biscotti” risposevago.
“Quelli che ha preparato Thad dopo pranzo? La teglia era vuota come anche il barattolo. Pensavo li avesse portati al lavoro”
“No, li aveva lasciati per far fare merenda a Christie…”
Il ragazzo si portò una mano sul viso “Ti prego dimmi che non vi siete mangiati una teglia intera di biscotti” 
Al solo pronunciare dei dolcetti, Christie si contorse ancora di più.
“E abbiamo scoperto la causa” disse Marley mentre Blaine guardava la figlia severamente.
“Quando starai meglio, sarai in un mare di guai, Christine” 
E quando il suo Daddy usava il suo nome completo, lì si che erano guai.
“Ma sei idiota?!?” iniziò ad urlare Sebastian “Cavolo, una teglia intera! Ci credo che state tutti e due male! Potevo aspettarmelo da una bambina, ma non da un adulto! O aspetta, tu hai un criceto al posto del cervello, chiedo scusa!” E uscì dalla stanza, non volendo che la bambina sentisse le varie imprecazioni contro quella testa ossigenata.
Marley fece un sorriso comprensivo e diede un foglio a Blaine “Per un paio di giorni solo cibi leggeri e niente dolci. Ti ho prescritto questa medicina, la deve prendere stasera e domani sarà tutto passato. E tu, signorina” disse rivolgendosi a Christie “Evita di mangiare tutti quei biscotti”
La bambina annuì, nascondendo il visino nella spalla del padre.
“Grazie, Marley” disse sinceramente Blaine “Pensavo fosse qualcosa di serio”
“Nessun problema, è il mio lavoro. E poi, se non ci si aiuta tra vicini”
“A questo proposito, dovrei chiederti un favore. Puoi tenermi Christie sabato sera? Ho un… diciamo un impegno”
Marley si incuriosì, ma non chiese altro “Purtroppo ho una cena con i genitori di Ryder, dove dovrò far finta di divertirmi, yay!” disse senza entusiasmo “Già detto quanto non sopporto mia suocera?”
Blaine scoppiò a ridere “Ogni santo giorno”
“Mi spiace comunque. Non puoi chiedere a qualcun altro?”
“Non ti preoccupare, chiederò a Thad e Sebastian, sempre che non siano morti o finiti in carcere: Seb sembrava intenzionato a uccidere Jeff”
La ragazza ridacchiò “In quel caso, porterò con me Christie, magari mi risolleva la serata”
“Puoi usarla come animatrice: è capace di cantare “Twinkle Twinkle little star” per due ore di fila”
“Sempre meglio di sentire le lamentele di mia suocera sulla mia cucina, anche se a cucinare è stato Ryder”
“In questo caso, ti posso passare delle ricette che la facciano rimanere senza parole” propose facendole l’occhiolino “Fammi sapere. Ora meglio che vada: grazie ancora di tutto, salutami Ryder e, se non ci vediamo, buona fortuna per sabato”
Marley incrociò le dita “Ne avrò bisogno”

Martedì

“Mr. Hummel, puoi controllare queste bozze?”
“Mr. Hummel, può firmare queste?”
“Mr. Hummel, meglio quello rosso o quello blu?”
“Mr. Hummel…”
“Mr. Hummel…”
Quando Kurt riuscì a vedere la sua scrivania per la prima volta quel giorno, fu come trovare una meravigliosa oasi in un enorme deserto. Sembrava che tutti volessero qualcosa da lui allo stesso tempo e ogni volta che tentava di avvicinarsi al suo ufficio, un “Mr. Hummel” veniva urlato da qualche parte: era come se avessero uno strano sesto senso che si attivava non appena avesse intenzione di rilassarsi un paio di secondi (un minuto era già chiedere troppo).
Isabelle arrivò nel suo ufficio con una tazza di caffè.
Ora, Isabelle era uno dei migliori capi che potesse mai desiderare e aveva trovato in lei una buona amica, ma lavorando con lei aveva capito una cosa: a meno che non fosse Natale o compleanno, il 90% delle volte che si presentava con qualcosa in mano da regalare, era per chiedere un favore. 
E la tazza di caffè era un segno, un segno che quella giornata infernale non era neanche iniziata.
"Kurt, quella spilla è adorabile, sai?" Disse con un sorriso mentre Kurt sospirò.
"Cosa succede?"
"Perché pensi di..."
"Isabelle, ormai ti conosco: sei un ottimo capo, ma quando c'è un lavoro pesante da fare, ti presenti con qualcosa da offrire o regalare per i sensi di colpa"
Isabelle roteò gli occhi "Non dire sciocchezze. A proposito, ricordi quella sciarpa che avevi visto?"
"Si, ma ancora non è uscita e... vedi lo stai facendo di nuovo!"
"Ok, ok" si arrese alla fine "Ricordi il servizio principale di questa settimana?"
Kurt annuì "Su quel nuovo stilista emergente finlandese, no?"
"Esatto... Me ne sarei occupata io, ma devo partire per Milano per un paio di sfilate e nuovi stilisti e altro, così vorrei che te ne occupassi tu"
"Oh" disse sorpreso "Certo, è per questo venerdì, no? Non è un problema"
"Lo so, ma c'è un piccolo inconveniente: Ingrid"
Il ragazzo sgranò gli occhi "No, no, no! Ti prego no!"
“Lo so, ma lo stilista pretende lei e solo lei. Non c’è altro da fare”
Ingrid era una famosa modella norvegese, dalla pelle bianca, lunghi capelli biondi e un paio di occhi color ghiaccio: l'apoteosi della bellezza baltica. Non era la prima volta che lavorava con lei e proprio per questo non voleva ripetere quell'esperienza: Ingrid si rivelò una bambina capricciosa di ventidue anni, con manie di grandezza e strane abitudini, come quella di fare un bagno di latte di capra tiepido con petali di rosa o di bere solo acqua minerale francese, a temperatura ambiente sia chiaro. 
Erano stati tre giorno d’inferno per Kurt, costretto ad affittare un contadino e una capra e ad ospitarli in uno dei più lussuosi alberghi di New York e ad ordinare litri e litri di quella maledetta e costosa acqua.
No, non poteva. Doveva aiutare Tina e pensare al suo appuntamento con Blaine.
Ma era sempre il suo lavoro e se voleva pagare le bollette e quella giacca di Marc Jacobs che aveva visto doveva accettare.
"Kurt, lo so che ti chiedo molto, ma ho fiducia in te e so che puoi farcela"
E quando il tuo capo ti fa gli occhi dolci, sai che ormai non hai speranza.
"Va bene" mormorò stancamente "Ci penso io"
Isabelle sorrise e lo abbracciò "Farai un grande lavoro, me lo sento!"

L'incontro con la modella era fissato per quel pomeriggio e Kurt si stava finalmente godendo la sua pausa pranzo quando il suo cellulare iniziò a squillare.
Inghiottì un bocconcino di pollo e rispose "Pronto, parla Kurt Hummel"
"Kurtie? Sono Brittany" 
"Oh, Britt, dimmi"
"Mercedes mi ha detto di dirti che Tina ha detto di dirti che i vestiti delle damigiane sono pronte"
"Damigiane?" Chiese confuso "Britt..."
"Damigiane, si. Hoscritto il messaggio così non mi sbaglio. Il vestito che dobbiamo mettere, Mercedes, io, Santana..."
"Ah, il vestito delle damigelle!" Capì finalmente.
"E io che ho detto?" Chiese confusa Brittany.
"Ok, Britt tesoro, ti hanno detto a che ora andranno all'atelier?"
"Un momento" disse "Ecco: oggi alle cinque e mezzo"
Kurt annuì e iniziò a pensare: l'incontro era alle tre, quindi ce l'avrebbe fatta e mentre le ragazze provavano avrebbe potuto anche fare qualche chiamata per soddisfare le folli richieste di Ingrid.
"Ok, Britt, ci sarò. Ci vediamo oggi, va bene? Ti voglio bene"
"Ti voglio bene anch'io" canticchiò la ragazza riattaccando.
Kurt sospirò e prese un sorso d'acqua, preparandosi alla settimana infernale chegli spettava. 

Il taxi si fermò davanti all’atelier e Kurt scese di corsa, i capelli scompigliati e la cravatta allentata sulla camicia che ormai era per lo più fuori dai pantaloni.
L’incontro era stato più intenso del previsto: infatti la viziata modella non era cambiata affatto, ma solo peggiorata.
Niente più latte di capra per lei, era diventata vegana.
Una vegana che andava in giro con un cappello di pelliccia di visone in bella vista.
“È la legge della natura” spiegava lei “Gli uomini delle caverne usavano le pelli degli animali per scaldarsi, così faccio io. È mangiare animali che è sbagliato”
Per quanto volesse spiegargli che ora potevano usare cose come il cotone o la lana per coprirsi e che si confondeva con la catena alimentare, il povero giornalista fece buon viso a cattivo gioco e iniziò a segnare tutti i suoi “bisogni”: lamponi freschi ogni mattina, bagni di fango e maschere di argilla almeno una volta al giorno e voleva che la sua stanza fosse a temperature quasi glaciali, intorno ai 4 o 5 gradi, in modo che potesse dormire con la sua coperta di pelliccia, vecchio ricordo di infanzia (certo, e lui non aveva notato il cartellino del prezzo di cinquemila dollari quando gliel’aveva mostrata).
Così, dopo circa due ore di contrattazioni, Kurt fu finalmente libero e subito si diresse alle prove degli abiti.
Entrò nell’edificio e si diresse verso il salottino delle prove, dove c’era già Brittany che giocherellava con il suo vestito mentre la sarta tentava di sistemare le ultime rifiniture.
“Kurtie!” lo salutò felice mentre lo abbracciava nonostante le lamentele della sarta “Hai visto che bello? Mi sento una specie di mirtillo gigante e io adoro i mirtilli” 
Kurt sorrise “E questo blu notte ti sta benissimo, Britt. Le altre?”
“Santana è in viaggio a Washington per un noioso convegno di avvocati, ma il suo vestito è già pronto. Mercedes invece sta finendo di vestirsi, anzi eccola!”
La ragazza infatti stava giusto uscendo dal camerino, indossando lo stesso abito di Brittany: era un lungo abito color blu notte, senza spalline e con una scollatura a cuore, l’unico che riusciva a far splendere tutte quante le damigelle, perfino le due cugine isteriche di Mike che Tina era stata costretta a nominare damigelle per evitare future faide in famiglia. 
“Cedes, sono certo che al matrimonio farai strage di ragazzi” disse Kurt con una strizzatina d’occhio, facendo ridere la ragazza.
“Ragazzi che si ritroveranno un occhio nero dal mio biondo fidanzato”  
 “A proposito” Tirò fuori una cravatta dello stesso colore del vestito “Sono riuscito a trovare le cravatte! Almeno i testimoni saranno in tinta”
“Perfetto! Ah e Tina mi ha ricordato di dirti che domani sera ha un appuntamento con il catering e che devi assolutamente andare perché  lei non sa che scegliere tra patate al forno e patate al burro e Mike ha paura che avrà un’altra crisi di nervi”
“Una volta ho provato a cucinare le patate al burro” disse Brittany “Ho usato i pastelli a cera gialli perché il burro era finito. Non erano male, ma Lord Tubbington ha avuto una brutta indigestione” 
 Mercedes roteò gli occhi “Comunque, ha detto di essere a casa sua verso le sei. Credi di farcela?”
Kurt si sedette su una delle poltroncine e controllò l’agenda sul cellulare “Se Ingrid mi risparmia, penso di sì. Devo solo fare in modo che abbia il suo canto delle balene per addormentarsi e sono a posto”
“Aspetta, QUELLA Ingrid?” Chiese Cedes sorpresa “L’ultima volta che ci hai lavorato insieme quasi ti raccoglievo con il cucchiaino”
“Lo so, non me lo dire, ma Isabelle conta su di me e non posso deluderla” ribatté Kurt stancamente “Spero solo di avere tempo per organizzare l’appuntamento di Sabato. A proposito, Britt ce li hai i biglietti?”
La ragazza annuì e tirò fuori un paio di biglietti dalla borsetta.
“Avere un’amica che lavora come coreografa ha i suoi vantaggi” disse ridendo mentre li prendeva.
Cedes lo guardò con un sorriso intenerito “Sei nervoso per l’appuntamento?”
Kurt annuì “Da morire, ma spero, anzi voglio che tutto vada bene. Blaine sembra un ragazzo fantastico e voglio davvero conoscerlo bene. Un passo alla volta, no?”
“Un passo alla volta” ripeté Mercedes “Ora, dov’è il bolero che va qui sopra? Per quanto le mie spalle siano fantastiche, sto iniziando a sentire un certo freddo”

Mercoledì

Thad prese un sorso di caffè “Blaine, la situazione sta diventando catastrofica” iniziò a dire con fare serio. “Pensavo che sarebbe stato più facile, ma dopo l’incidente di lunedì stiamo toccando il fondo”
Blaine lo guardò “Cosa intendi?”
“Sebastian e Jeff! Continuano a farsi scherzi su scherzi, ripicche su ripicche e giuro che se non fosse casa mia mi sarei trasferito in albergo!”
“Andiamo, stai esagerando” ribatté l’altro roteando gli occhi “Quei due non si sono mai sopportati, ma non è la prima volta che convivono insieme, no? Al liceo siamo stati più volte alla tua casa al lago e siamo ancora qui per raccontarlo”
“Lo so, ma è dalla faccenda di Christie che fanno così! Ti faccio vedere” Uscì dalla cucina e tornò con una bottiglietta di shampoo “Reperto A: lo shampoo di Jeff. Riempito con miele e colla. Non è riuscito a togliersi la spugna dai capelli fino a che non l’abbiamo tagliata e con lei una generosa porzione di capelli. Poi” Prese una cesta da bucato da sotto al tavolo “Tutte le camicie bianche e i boxer di Sebastian sono usciti dalla lavatrice color rosa. E ‘casualmente’ c’erano un paio di calzini rossi di Jeff. Calzini che non gli ho mai visto indossare. E poi ieri sera: Sebastian ha sostituito il ketchup con la salsa piccante, ergo Jeff ne ha svuotata mezza bottiglia nel piatto e per poco non gli uscivano le fiamme dalla bocca. In compenso, lui ha riempito di sale ogni confezione di yogurt che Sebastian mangia mentre sta scrivendo e quindi sono dovuto uscire alle undici e mezza di sera per andarglielo a comprare per non sentirli litigare ancora”
Blaine rimase a bocca aperta a quei racconti: quei due si stavano dando un gran bel daffare.
“Io non resisto fino a lunedì, quindi o mi aiuti o giuro che caccio quei due fuori di casa e rimango solo con Nick”
“Ok, ok, troveremo una soluzione d’accordo?” disse Blaine cercando di risollevarlo “Stasera gli parleremo e li costringeremo a smetterla”
Thad sospirò “Va bene. Cambiando discorso, allora l’appuntamento di sabato?”
“Sono un po’ nervoso in realtà” confessò il moro giocherellando con il cucchiaino “È il primo appuntamento da anni e Kurt sembra così… perfetto che ho paura di rovinare tutto”
“Guarda il lato positivo: almeno sa già dell’esistenza di Christie” 
“Lo so, ma questo non lo rende meno imbarazzante” sospirò Blaine “Ho questa sensazione che Kurt possa piacermi davvero e ho il terrore che questo primo appuntamento possa anche essere l’ultimo”
Thad gli posò una mano sulla spalla “Ehi, non fasciarti la testa prima di rompertela. È solo un appuntamento e vedrai che andrà tutto bene. Altrimenti, vorrà dire che non è destino. Ma perché perdere le speranze subito? Sei un ragazzo fantastico, Blaine, e hai cresciuto da solo una figlia che è un piccolo gioiello. Non sminuirti sempre”
Blaine guardò l’amico un po’ risollevato “Grazie Thad”
“THADDY SIAMO A CASA!” una voce squillante li interruppe “HO FAME!”
“Jeff, finiscila!” lo rimproverò qualcun altro “Thad non è il tuo cuoco personale”
“Hai ragione, quello è Blaine”
“Blaine è qui!” ribatté l’interessato alquanto seccato.
Jeff e Nick entrarono in cucina “Blainey!” lo salutò il biondo “Dov’è il mio piccolo e dolce ermellino?”
“Ermellino?” ripeterono gli altri tre ragazzi confusi.
“Christie, il mio piccolo e dolce ermellino” 
 Nello stesso momento, anche Sebastian rientrò a casa “Sterling, di tutti gli animali viventi, hai paragonato quella bambina a un ermellino?” 
“Gli ermellini sono carini! Sempre meglio delle manguste. A proposito, sai che assomigli proprio ad una mangusta, Smythe?”
Sebastian ghignò “Barbie, perché non vai a farti un’altra doccia, magari stavolta ti rimane incollato l’asciugamano in faccia”
“E perché non ti fai prestare da Christie la sua gonna rosa? Sai, si abbina perfettamente ai tuoi boxer”
Thad si alzò dalla sedia e batté le mani sul tavolo “BASTA VOI DUE! ADESSO SEDUTI!” ordinò indicando le due sedie davanti a lui mentre i due lo guardavano confusi “HO DETTO ADESSO!”
Jeff e Sebastian si sedettero in silenzio mentre Thad sospirò pesantemente. 
“Allora mettiamo le cose in chiaro: potete continuare ad insultarvi a vicenda, ve lo concedo, ma basta con gli scherzi, le vendette e le ripicche.  Altrimenti tu” indicò il biondo “te ne vai in albergo e non ti ospiterò fino a che avrò vita e giuro che ruberò tutta la tua collezione di Harry Potter, compresa la copia de ‘La pietra filosofale’ autografata dalla Rowling. E tu” indicò il suo ragazzo “Perdi tutti i diritti del patto che abbiamo fatto, inoltre vai in bianco per almeno tre settimane, se non un mese! Sono stato chiaro?”
I due lo fissavano imbambolati, Jeff impaurito e Sebastian incantato.
“C-chiaro” balbettò Jeff deglutendo.
“Bene. Tu invece?” si rivolse a Sebastian.
“Eccitato. Un po’ terrorizzato, ma molto eccitato”
“Sebastian!”
Il ragazzo sbuffò “Va bene, niente più scherzi”
Thad incrociò le braccia “Bene, avete dieci minuti per rimuovere tutti gli scherzi che avete fatto, compreso lo zucchero nel nostro letto e la farina sulla porta della camera degli ospiti”
I due storsero il naso “Ma…”
“ORA!” 

Giovedì

“Allora lo studio è pronto?” Chiese Kurt mentre armeggiava con il suo tablet.
Natalie, la sua assistente, annuì “Paesaggio invernale pronto”
“E la neve?”
“Pronta a scendere”
“I vestiti?”
“Sono qui, vuoi venire a vedere?”
Il ragazzo si alzò dalla sedia “Andiamo a vedere queste meravigliose creazioni”
Scesero insieme nel guardaroba, dove due carrelli di vestiti troneggiavano tra tutti.
“Wow, Isabelle aveva ragione” disse Kurt prendendo una giacca “Il ragazzo ha talento”
“Ha solo un masochistico  gusto nello scegliere le modelle” aggiunse Natalie “Ho sentito che stamattina sei dovuto andare all’hotel solo per consegnarle i mirtilli”
Il ragazzo sbuffò “Non ricordarmelo: questa mattina non aveva voglia di lamponi e sono dovuto andare ad un negozio biologico pregando il proprietario di aprirmi alle sei e mezza di mattina. Spero che le siano andati di traverso”
Natalie ridacchiò “Porto questi allo studio, va bene?”
“Cerca...”
“Cerca di stare attenta lo so” aggiunse la ragazza sorridendo “Mi hai assunta perché sono brava, quindi fidati”
Kurt ghignò “Mi fido di te, ma non di quegli operai in studio che ti faranno il filo”
“Non mi lascio distrarre così facilmente!” ribatté con una smorfia.
“Come quando ti scordasti di consegnarmi quel pacco perché il postino ti aveva fatto un complimento”
“Dettagli, dettagli” sbuffò la ragazza prendendo le due ralle e andandosene.
Natalie era la sua assistente da un paio d’anni e non avrebbe potuto trovarne una migliore: era efficiente, svelta e divertente, e soprattutto erano sulla stessa linea d’onda.
Era una bella ragazza, alta, dai capelli corvini e occhi scuri, quindi non era difficile immaginare che i ragazzi ci provassero ogni volta con lei, ma ancora non aveva trovato ilquello giusto . 
Il ragazzo scosse la testa divertito e se ne tornò in ufficio, finendo di controllare le ultime cose, quando il suo cellulare squillò.
“Ti prego, non un altro problema” sussurrò prima di rispondere “Pronto, Kurt Hummel”
“Kurt? Sono Blaine” 
Il viso del ragazzo si rilassò “Ehi Blaine, come vanno le cose?”
“Tutto bene, ma ti sento stanco. Ti ho preso in un brutto momento?” Chiese il moro preoccupato, ma subito Kurt cercò di tranquillizzarlo.
“No, è solo una settimana infernale: ho a che fare con la figlia illegittima di Lucifero che, per mia sfortuna, ha deciso di fare la modella”
Blaine ridacchiò “Fammi indovinare: richieste assurde come bagni di latte o una camera tutta color rosa?” 
“Ringraziando il cielo ha lasciato stare i bagni di latte, ma vuole la sua camera a temperatura glaciale per coprirsi con la sua pelliccia. E lei è vegana”
“Mi sembra giusto: non può mangiare la pelliccia” scherzò l’altro.
“E se lo dice uno chef, allora devo fidarmi” 
Entrambi i ragazzi scoppiarono a ridere. 
“Allora, come mai hai chiamato?” chiese Kurt curioso “Non dirmi che hai avuto un imprevisto per sabato?”
“No, no!” rispose in fretta Blaine impacciato “Volevo solo sapere se avevi ricevuto il mio indirizzo. Insomma, non vorrei che ti perdessi e… “
“Ho ricevuto il messaggio e capito dove si trova. Se ho problemi a trovarlo, ti chiamo, va bene?” rispose Kurt teneramente, facendo rilassare l’altro ragazzo.
“Mi spiace di essere così ansioso, ma è il mio primo appuntamento da un sacco di tempo…” ammise un po’ imbarazzato.
“Beh, non temere: non mordo mica” scherzò il giornalista “Ma ti capisco e non voglio che questo sia troppo imbarazzante: prendiamo le cose come vengono, come al bar”
“Hai ragione, sono io che mi faccio troppi problemi” mormorò Blaine “E comunque, non vedo l’ora che venga sabato”
Kurt sorrise “Anch’io, Blaine, anch’io”

Venerdì

“Ingrid, devi indossare quest’abito per primo!” ripeté Kurt stremato “Poi puoi fare una pausa. Andiamo, non abbiamo neanche iniziato!”
Ingrid sbuffò e prese l’abito “Stupidi americani!” E si volatilizzò in camerino, imprecando in finlandese o norvegese o svizzero, non gli interessava. 
Kurt sospirò irritato e andò a sistemare gli ultimi dettagli dello sfondo: era già venerdì e ancora non aveva deciso cosa indossare per la sera dopo, in più doveva passare in profumeria a prendere quella favolosa maschera all’argilla che Mercedes gli aveva consigliato e  ordinare un piccolo bouquet di fiori per Blaine (era sempre stato un romantico senza speranza).
Invece no, non ne aveva quasi tempo.
Sembrava che l’universo o il karma avessero deciso di scagliarsi contro di lui proprio quella settimana.
Forse non doveva commentare così acidamente lo strano abbigliamento giallo, rosa e verde di Betty, la centralinista, ma aveva pur sempre dimenticato di passargli le chiamate. Oppure avrebbe dovuto dare più di una scatoletta di tonno a quel ragazzo delle associazioni per i senza tetto. 
E ora doveva avere a che fare con quel maledetto servizio, che seppur fantastico era stato fin troppo stressante. 
Domani, si ripeteva come un mantra.
Domani avrebbe rivisto il sorriso splendente di Blaine, che lo avrebbe ripagato di tutta quella attesa.
Avrebbe rivisto i suoi occhi color miele che in cui sarebbe volentieri annegato. 
Avrebbe rivisto quel ragazzo impacciato, dolce e divertente che gli aveva subito fatto battere il cuore. 
E tutto in quel momento gli sembrava perfetto. 
Domani.
“KURT, I MIEI LAMPONI!” 
Se non lo avessero arrestato per omicidio. 
Sabato 
Finì di sistemarsi i capelli con un’ultima spruzzata di lacca, avvolse la nuova sciarpa che Isabelle gli aveva regalato al collo e diede un’ultima occhiata allo specchio, notando che quella maschera all’argilla aveva fatto miracoli alla sua pelle stressata. 
Controllò di nuovo di avere i biglietti e il portafoglio in tasca, dopo di che si diresse in salotto, dove sul tavolino erano posti un piccolo bouquet di rose rosse e gialle e una bustina colorata con un grande fiocco sopra. 
Kurt prese un bel respiro, non riuscendo a trattenere il sorriso felice che gli stava spuntando sul viso: era finalmente arrivato quel momento, dopo una settimana estenuante e fin troppo lunga e piena di attesa. 
Ma ora eccolo lì, pronto ad andare ad un appuntamento con un ragazzo fantastico.
E non vedeva l’ora. 

“Allora, ha il pigiama, il cambio per domani, lo spazzolino…”
“Anderson, non è la prima volta che viene a dormire da noi” sbuffò Sebastian sul ciglio della porta prendendo il piccolo zainetto dalle mani di Blaine “Quindi stai tranquillo”
“Mi spieghi di nuovo perché mi hai costretto a farla venire a dormire da voi?” chiese il ragazzo imbronciato.
“Innanzitutto, la Barbie voleva fare un pigiama party con il suo ‘ermellino’” rispose il ragazzo roteando gli occhi “E poi così tu avrai casa libera. Sai come succede ad un appuntamento… una cosa tira l’altra e…”
“Eeeee sta arrivando mia figlia in questo momento” lo interruppe Blaine mentre prendeva Christie tra le braccia “E comunque non succederà niente di quello che la tua mente malata sta pensando”
Christie si accigliò “Zio Seb, hai la bua?” 
Sebastian scoppiò a ridere “No, piccola. Hai preso tutto? Anche i tuoi pupazzi?”
La piccola si portò le mani alla bocca “HO DIMENTICATO PANCAKE!” urlò divincolandosi dalla stretta del padre per ritornare in casa.
“È fissata con quel coniglio, eh?” notò Sebastian divertito “Comunque, Anderson ti ricordi ancora come ci si comporta ad un appuntamento, vero?”
Blaine sbuffò “Non sono idiota”
“No, perché se vuoi ti do una ripetizione” propose il ragazzo divertito mentre gli si metteva vicino “Visto che hai detto che è più alto di te, cerca di alzarti sulle punte mentre lui si sporge verso di te…” Avvicinò sempre più il viso al suo, i nasi che quasi si sfioravano “Accidenti, Anderson, sei proprio basso” ghignò l’altro mentre Blaine cercava di allontanarlo, ma senza successo, visto che l’amico lo bloccò in vita iniziando a fargli il solletico.
“Mi spiace per te, tesoro, ma sei un idiota” continuò a prenderlo in giro Sebastian.
Non si accorsero dell’arrivo dell’ascensore, ma soprattutto dell’arrivo di un ragazzo.
Kurt aveva guardato l’intera scena, non riuscendo più a capirci niente. 
Chi era quel ragazzo e perché Blaine sembrava baciarlo?
Avrebbe potuto andarsene, far finta di niente, dimenticarsi di lui, ma non lo fece. Aveva finito di scappare.
Quindi con voce apparentemente calma, richiamò l’attenzione dei due. 
“Scusate, cosa sta succedendo qui?”

Angolo di un autrice dispiaciuta
Sul serio, non odiatemi. Non avrei voluto prendere così tanto tempo ma tra computer mezzi rotti, regali di Natale e università è un miracolo che sia viva (Se vi consola, sabato sono caduta come una pera cotta e ancora ho svariati dolori: è il karma, ne sono certa)
Ma mi farò perdonare: il capitolo dell'appuntamento, ossia il prossimo, lo pubblicherò entro mercoledì! E un altro avviso: ho deciso che quello sarà il giorno di pubblicazione definitivo (mi devo solo autoconvincere). Ma passiamo al capitolo: la settimana pre appuntamento, tra convinvenze imposte e modelle capricciose, ma i nostri bellissimi protagonisti non pensano che a sabato: l'attesa è l'essenza stessa del piacere, come diceva il caro Wilde. E un piccolo inconveniente non rovinerà la serata, vero? (O forse sì? Naaa, state tranquille: Seb e Christie arriveranno con i loro mantellini rosa a porre rimedio) 
Detto questo, vorrei fare una piccola nota: la parola "ermellino" è messa lì per un motivo, ossia la mia dolce beta la usa per descrivere l'adorabilità di Christie (troppi ermellini) e così abbiamo fatto una scommessa: riuscire a inserirla nel contesto. 
E, cara Michela, ce l'ha fatta, yay! E visto che mi sono così divertita a farlo, propongo un piccolo contest: proponete qualunque sopranome per la piccola Christie, di qualunque tipo, e cercherò di inserirlo ogni volta nel capitolo successivo (forse non sarà una buona idea, ma proviamo!) 
Per quanto riguarda il prossimo capitolo, vestitevi eleganti che si va ad un musical! Che musical? Facciamo così: chiunque indovini, avrà uno spoiler sul prossimo capitolo ancora! (sì, oggi sono in vena di gare XD) 
Bene, dopo questo sproloquio, vi lascio con un piccolo regalino:


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Con annesse gocce di cioccolato, ecco la piccola Christie! (Con i capelli più chiari, ma sono dettagli XD)
Ora vi lascio sul serio: grazie a chiunque abbia inserito la storia tra preferiti/seguiti/ricordati! Siete voi a darmi la voglia di scrivere :)
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, magari con una piccola recensione, negativa o positiva che sia :)
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Baci 
Frankie

  
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