L’ho sognato; per essere solo un
sogno sono contenta di averlo fatto.
Eravamo qui, nella Sala Grande, e
c’era tanta gente, tutti compagni di scuola. Secondo me stavamo facendo una
specie di banchetto di fine anno, quelle piccole riunioni che si fanno alla fine
di ogni anno scolastico. Quell’anno era passato velocissimo, forse perché lo
avevo vissuto ricco, non c’era stato un giorno in cui mi fossi annoiata. Era
iniziato abbastanza tranquillo e si era trasformato in una tempesta di emozioni,
e non avrei mai creduto di lasciarmi trasportare da loro in questo
modo.
Erano tutti impegnati a mangiare,
ridere, bere e giocare, chi con le carte magiche, chi con gli scherzi dei
gemelli Weasley, chi con i brutali scacchi magici. Io invece stavo leggendo,
cosa non stana per una che era considerata la secchiona della scuola, ma leggevo
un libro ricco di parole incomprensibili. A cercare di interpretarlo con me
c’era Draco, ed io ero felice che vicino a me ci fosse lui, anche se non lo davo
a vedere. Cominciò a fare freddo, e Draco mi disse di andarci a sedere sul
divano, dove c’erano anche un mucchio di coperte. Ne prendemmo una e ci
sdraiammo sul divano uno accanto all’altra, strettissimi, e ci diffondevamo
calore in modo reciproco, aiutati dalla coperta. Continuammo a leggere ridendo
di quelle strane parole, e mi accorsi che intorno a noi tutti ci guardavano,
sorpresi di tanta naturalezza, sorpresi per il nostro recuperato rapporto che
era andato a pezzi non molto tempo prima.
Draco si accorse che mi sentivo in imbarazzo osservata da tutti, si alzò
, mi disse
-vieni-,
e mi portò lontano da quel posto
affollato di gente. Andammo a farci una lunga passeggiata, sempre con addosso
quell’unica coperta che ci riscaldava e ci teneva vicini, naturali, come se il
nostro passato fosse non ci avesse mai segnato, e continuammo a parlare di
quello strano libro, ridendo, ed io ero natura, come non ero mai riuscita ad
essere in sua presenza. Lui se ne accorse, e io gli piacevo cosi, divertita,
allegra, sempre pronta a dire la mia anche a costo di dire una sciocchezza.
Arrivammo su una lunga strada, non c’ero mai stata, ma Draco era sicuro e sapeva
dove portava, ma decise di tornare indietro, forse perché ci eravamo spinti
troppo lontano. Tornammo a scuola, e li , come niente, il mio sogno si trasformò
in una candida nuvola bianca, e mi ritrovai nel mio letto, scoprendo che tutto
ciò che c’era stato in realtà era solo un sogno. Da una parte ero contenta di
averlo rivisto, anche se solo in sogno, ma dall’altra avrei tanto voluto che
quella fosse stata la realtà.
Guardai l’orologio e mi accorsi che
era ancora l’alba, ma mi alzai lo stesso, mi vestì senza fare troppo rumore, e
scesi nella sala comune, dove scoprì di non essere la sola a non riuscire più a
dormire.
Seduta su una poltrona accanto al
caminetto vidi Ginny, la mia migliore
amica.
“Ginny, perché non sei a letto a
dormire?”
“Non avevo per niente
sonno” Le rispose quella sospirando.
“Non sarà ancora
per la storia di Dean, spero. Mi avevi detto che non te ne
importava niente!” riprese l’amica
“No, non è per quello. Figurati,
Dean l’ho lasciato io…era uno stupido…”
“E allora si può sapere cos’hai?” chiese
Hermione, anche se in fondo credeva di conoscere la
risposta.
“ È sempre la solita storia, Hermy.
È uno stupido, lo sai? Possibile che non lo capisca?” si domandò
Ginny
“Ma lo sai com’è fatto Harry…non è
molto pratico in queste cose…cerca di avvicinarti tu, e non solo come
un’amica…vedrai che lo capirà…”le consigliò
l’amica.
“Tu dici?” le chiese quella
un po’ perplessa.
“Si ne sono convinta…si vede che
lui prova qualcosa per te, solo che non è bravo a dimostrarlo… “la rassicurò
Hermione” ora scendiamo a fare colazione, non ho voglia di trovarmi in mezzo
alla confusione stamattina…”
“Ok” rispose Ginny che si alzò
dalla poltrona, già vestita come per andare a
lezione.
Le due si incamminarono verso la
Sala Grande, assorte nei propri pensieri. Hermione decise di non rivelare a
nessuno del sogno appena fatto, voleva continuare a goderselo per
se.
***
Pian piano la sala grande cominciò
a riempirsi; al tavolo dove erano sedute Hermione e Ginny arrivarono i gemelli,
con una delle loro nuove invenzioni, creando un vero trambusto per farla vedere
a tutti: si trattava di una piccola candela che però era in grado di emettere
dei fuochi d’artificio davvero eccezionali:
“Sarà uno spasso alle feste”
affermò Fred ridendo.
“Cosi Gazza non potrà confiscarle a
nessuno: sono SOLO candele!!!!”continuò George.
“Allora non ci resta che
collaudarle!”affermò una ragazza che era arrivata in quel momento. Si trattava
di Lavanda Brown, un vero portento nell’organizzare feste e incontri illeciti,
ma malgrado ciò nessuno in tutta la scuola aveva intenzione di perdersi una
festa preparata da lei: accadeva sempre qualcosa di
strabiliante.
“ Lavanda lo sai che non si può” la
riprese Hermione.
“Oh, su Hermione, secondo me
farebbe bene anche a te un po’ di divertimento!”le rispose
Lavanda
“ Allora a quando la prossima?”
chiese Ginny che non si era mai persa neanche una di quelle feste. Secondo
Hermione Ginny era un portento: riusciva a studiare ma nello stesso tempo non
aveva intenzione di perdersi una sola occasione per divertirsi, non si importava
delle regole, e per questo era un vero orgoglio per i suoi fratelli
gemelli.
“ Non lo so ancora di preciso;
stavo pensando di organizzarne una per il compleanno di Lee tra due settimane,
ma non glielo dite, voglio che sia una sorpresa” gli avvisò la
ragazza.
“ Ok, se hai bisogno di una mano
conta pure su di me” si offri Ginny “ ora devo andare, ho lezione di Erbologia
alla prima ora.”
Nello stesso momento in cui la
ragazza attraversava il portone principale per dirigersi alla sua lezione, lo
attraversò anche Malfoy, stranamente solo, che rivolse al gruppo dei Grifondoro
uno sguardo sprezzante e si diresse al suo
tavolo.
“Si può sapere che ha da guardare
quello stupido Serpeverde?” chiese Ron sbucato dal
nulla.
“Si può sapere invece tu quando sei
arrivato?” chiese Hermione voltandosi verso di lui
incuriosita-
“Ma come non mi hai visto? Sono
arrivato prima insieme agli altri!” finse Ron, e guardò per un attimo Lavanda,
sperando di non farsene accorgere.
Hermione lo guardò storto, convinta che
l’amico nascondeva qualcosa, ma decise di far cadere lì la cosa, si alzò dal
tavolo e annunciò che sarebbe andata in biblioteca a
studiare.
Arrivata lì ci mise pochissimo a
trovare il libro “Pozioni avanzate” che le serviva: ormai conosceva la posizione
di tutti i libri quasi come Mrs Prince. Andò a sedersi ad uno dei tavoli della
biblioteca intenzionata a cominciare quel tema per Piton sulla Pozione
Veritaserum, una pozione difficile, ma era convinta che a mente fresca sarebbe
comunque riuscita a terminare il tema. Non era riuscita neanche a scrivere il
titolo quando senti una voce abbastanza sgradevole rivolgerle
parola:
“Buongiorno
Granger”
Alzò la testa dal foglio di
pergamena e scoprì che quella voce sgradevole apparteneva a
Malfoy.
“Che vuoi Malfoy?” chiese la
ragazza con disprezzo.
“Calma, calma, Granger; cos’è
questo tono? Sono solo venuto a vedere come stai!” rispose lui con un sorriso
che esprimeva orgoglio.
“Fino a cinque minuti fa stavo
benissimo, grazie; adesso che ti ho visto va un po’ peggio. Ma cos’è tutto
questo interesse nei miei confronti? Ti serve qualcosa?” gli chiese la ragazza
come se non volesse aver niente a che fare con
lui.
“Ma come pensi male; va bene, se
devo essere sincero mi serve un piacere da te, anzi due…”le rispose il
ragazzo.
“Due? E cosa ti fa pensare che io
ti aiuti?” gli chiese Hermione
“Forse quello che c’è stato tra di
noi…” rispose, senza aggiungere altro.
“E credi che i miei errori del
passato ti faranno passare qualsiasi cosa? Mi dispiace Malfoy, ma ho già
sbagliato una volta, e non intendo rifarlo!”iniziò a gridare la ragazza, e Mrs
Prince passando le rivolse un’
occhiataccia.
“Signorina Granger, non vorrà che
io la cacci dalla mia biblioteca?”chiese Mrs
Prince
“No, no, mi scusi…” si scusò
imbarazzata Hermione
“Allora, se non vuoi aiutarmi,
credo che dirò ciò che è successo tra noi l’anno scorso a Potty; non vorrai
certo che lui non ti rivolga più la parola, vero?” la minacciò
Draco.
“Oh, sei passato ai ricatti adesso!
Sei un essere spregevole Malfoy!”Lo accusò
indignata
“Strano, non la pensavi così l’anno
scorso!” e si mise a ridere “Allora, vuoi che parli con il tuo adorato
Potty?”
“Che vuoi da me?” domandò Hermione
ai limiti della collera.
“Allora, vedi, Dria mi sta
rimbambendo perché si è presa una cotta bestiale per il tuo amico Weasley, anche
se sinceramente non capisco cosa ci trovi. E siccome non la sopporto più con
questa storia, ho pensato che forse tu potevi aiutarmi a
risolverla.”
“E hai pensato male, Malfoy”
rispose Hermione irritata.
“Non credo…facciamo così, se parli
con Weasley e lo convinci a provarci con Dria, prometto che la storia dell’anno
scorso per è totalmente dimenticata…altrimenti…” la minacciò di
nuovo.
“Oh, e va bene, ci proverò, ma non
credo di riuscirci…se non ci riesco però devi stare zitto Malfoy, hai capito?
Ricordati che io sono molto brava con la bacchetta!”lo guardò torvo
lei.
“Oh, io non mi preoccupo per la tua
bacchetta” rispose lui “ah, dimenticavo, il tuo secondo favore sarà cedermi quel
libro” disse lui indicando Pozioni Avanzate “sai anch’io devo fare il tema per
Piton.”
Hermione non ebbe nemmeno il tempo
di ribattere che già il libro le fu sfilato da sotto le sue
braccia.
“Arrivederci Granger” la salutò lui
ridendo e dirigendosi verso la porta.
“Avrei preferito fosse un addio”
gli rispose Hermione con un sorriso finto che fece capire il suo disprezzo per
il ragazzo.
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