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Autore: LAILA_dreamtime    17/12/2012    0 recensioni
Ciò che ci rende vivi sono i nostri ricordi... É cosi facile lasciarsi andare la cosa difficile é rialzarsi e spesso ciò é impossibile anche solo a pensarci.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HOLD ME TIGHT

 

«Tienimi forte e non lasciarmi mai!»

 

Guardavo fuori dalla finestra malinconica cercando di decifrare il percorso affrettato di quei minuscoli serpentelli d’acqua che scorrevano sulla finestra.

Il cielo era di un grigio che rasentava l’argento e dallo spiraglio della mia finestra penetrava l’odore inconfondibile di tempesta.

Cosa c’é di meglio della pioggia? Nulla, pensai.

Con la mia mano tracciai delle linee su quel vetro gelato. Rabbrividii. Dietro di me c’era quella donna. Sentivo il suo sguardo come uno spillo conficcato nella schiena all’altezza delle scapole.

«Quando hai intenzione di alzarti? Pensi che in quel modo tutto possa migliorare? Eh no signorina, la vita va affrontata non ci si può arrendere così. Non puoi lasciarti andare..».

Alla vista della tela lasciata nell’unico angolo buio della stanza le parole le morirono in gola.

«A...Anna perfavore!» disse disperatamente.

Mi voltai e nei suoi occhi apparse un guizzo di speranza, ma purtroppo non ero capace di reagire e di affrontare la situazione. Volevo darle la possibilitá di sperare in un futuro migliore per me e per lei. Mi ritrassi e mi nascosi sotto le coperte.

Subito la luce nei suoi occhi si spense. Aveva fallito ed io l’avevo delusa.

 

«Buttati...dai..fidati di me non ti lascerò cadere!»

«Ho paura» la bambina si reggeva al ramo di un enorme ciliegio su cui si era arrampicata e con voce piagnucolosa pregava il padre di farla scendere.

«Aiutami!»

«Ma io sono qui per aiutarti, solo un piccolo salto ti separa dal suolo. Tesoro davvero sono forte e ti prenderò!»

«Me lo prometti?» chiese con voce dubbiosa.

«Certo...oh!»

La ragazza si era buttata nel vuoto senza neanche un preavviso e per un secondo si sentì morire. Il cielo era di un blu radioso screziato qua e la da nuvolette che le ricordavano delle pecorelle. Fu un attimo e poi si trovò circondata dalle braccia di suo padre in un abbraccio pieno di amore.

L’aveva presa proprio come glielo aveva promesso.

Una lacrima le colò lungo il viso...era sollevata.

«Vedi che mantengo le promesse?» chiese con un sorriso sul volto il padre.

«Si papà...ma non farmi mai più salire su quell’albero» disse con una faccia così seria che lui scoppiò in una risata fragorosa.

«Certo tesoro»

Lei lo abbracciò ancora più stretto, era felice che non l’aveva fatta cadere.

 

Smise di piovere ed io non mi ero ancora alzata.

Quanto tempo era passato? Un giorno? Due? Non lo sapevo.

Avevo tenuto tutto il tempo gli occhi chiusi. Ora era quasi impossibile anche solo pensare di aprirli. Le palpebre erano pesanti come macigni.

Mi mancava il rumore di quella pioggia. Lei non era tornata e sapevo che ci sarebbe voluto un po’ prima che lo facesse.

Con forza di volontà aprii gli occhi e mi guardai intorno. Qualcosa era cambiato. Si era portata via la tela. Il mio albero di ciliegio era la sopra: l’unica prova della sua esistenza se l’era presa lei. Chiusi di nuovo gli occhi e il profumo dei suoi fiori mi inebriò la mente. Petali delicati mi accarezzarono le guance e poi tutto si fece nero...

  
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