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Autore: Hermes    17/12/2012    1 recensioni
Ero una ragazza come le altre, niente di strano in questo.
E come tutte le altre avevo i miei difetti ed i miei pregi.
E so cosa state per chiedermi…no, non mi sono innamorata di lui.
Innamorarsi vuol dire essere legati ad un’altra persona e ciò non è successo.
Mi chiedo solo quali strade abbia intrapreso e basta, non voglio andare oltre.

[Questa storia fa parte della serie 'Steps']
Genere: Science-fiction, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Steps'
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One day maybe you will see the land
Touch skin with sand
You've been swimming in the lonely sea
With no company

Oh, don't you want to find?
Can't you hear there's beauty in life?
The roads, the highs, breaking up your mind
Can't you hear there's beauty in life?
The Verve ~ One day

Il mattino dopo ho messo la sveglia presto e sono già in strada quando la Ferrari nera mi sorpassa e parcheggia un paio di stalli avanti.
È domenica e questo significa…? Michelle centaura! Oh yeah…
Lo aspetto appoggiata alla mia bimba…una leggendaria Guzzi California Jackal, già solo il modo nel quale ne sono entrata in possesso sa di storia.
Avevo sedici anni e passai davanti ad un demolitore con mio madre…eravamo in cerca di un posticino per esercitarmi con la guida ma il mio occhio scorse un lampo argenteo-nero ammiccante. Ci fermammo e la vidi per la prima volta.
Amore a prima vista!
Nonostante fosse incidentata, coperta d’olio, avesse un fanale incrinato e l’asse da regolare…era la mia regina.
Qualche mese dopo andai a prenderla, il demolitore mi raccontò che il vecchio proprietario aveva fatto un incidente con un camion rimorchio, me la regalò per la simbolica cifra di cinquanta dollari, augurandomi di riuscire a farla partire, la rimisi in sesto con una buona parte di quello che ero riuscita a risparmiare in due anni di lavoretti estivi ed alcune dritte da parte del meccanico di fiducia di mia madre. Praticamente l’avevo ricostruita pezzo per pezzo con le mie mani, 74 cavalli e 542 libbre di puro amore e dedizione.
Dopo otto anni siamo ancora assieme e nonostante qualche acciacco ogni tanto è in condizioni perfette…ci siamo fatte tutto Agosto dell’anno scorso in giro per la Florida e il Nevada, sfiorando la famosa Valle della Morte.
“Ciao Linds!” lo saluto scattante, morendo dalla voglia di cavalcare il sellino e dare gas.
“Questa è la tua moto?” domanda incredulo, abbracciandola con uno sguardo.
“Bella vero?”
Antica…” dice pensoso ma si salva dalla mia furia omicida con un “Mi piace!”
Gli propino un pugnetto negli addominali e mi siedo sul sellino “Andiamo a fare colazione?”
“Lo sapevo che me l’avresti chiesto…” risponde con un sorriso e si posiziona dietro di me con cautela.
“Se provi a palparmi ti spedisco sull’asfalto!” lo minaccio, accendendo il motore con un ringhio mentre si mette il casco.
“Non ne ho l’intenzione.” per comprovare, posiziona entrambi le mani sui miei fianchi sopra al giacchino. Le punte delle sue dita si toccano abbondantemente.
“Tieniti forte.” lascio andare il freno mentre la Jackal schizza in avanti come un piccolo bolide.
Linds si è improvvisamente irrigidito dietro di me ma non ci faccio caso più di tanto.
Seguo le sue indicazioni e mi ritrovo davanti una caffetteria dall’aria pulita e tranquilla.
Smontiamo e noto che è più pallido del solito in faccia.
“Stai bene…?” domando dubbiosa “Sembri un po’ frastornato.”
“Sì…credo di sì.” mormora, sorreggendosi con una mano al sellino…in effetti ha una sfumatura verde “Sei una furia sulla moto…”
“Vero…” affermo con un sorriso imbarazzato “Mi lascio un po’ trasportare! Entriamo…magari qualcosa da mangiare ti farà bene.”
“Sì…ma se mi baciassi starei già meglio.” replica con un sorriso, afferrandomi per il gomito e voltandomi senza farmi male.
Sciolgo la stretta “Non ci sperare!”
Tre secondi dopo stiamo ridendo entrambi ed entriamo nel locale che era davvero come sembrava da fuori: pulito, chiaro…sapeva di tranquillità.
Prendiamo un tavolo alla vetrina, ordinando il solito caffè lungo e tre o quattro crossaint.
Ormai sono in Paradiso…le brioches fragranti e profumate di caffè, ahhh, lasciatevi mangiare mie care!!!!
La colazione è quasi silenziosa, Linds preferisce solo bere mentre mi osserva con un sorriso un po’ idiota in faccia.
A delucidazioni in merito, alza le spalle “Scopro che sei golosa…è bello vederti apprezzare.”
“Apprezzo, apprezzo!” esclamo iperattiva, ormai lo zucchero mi era entrato nelle vene assieme alla caffeina.
“Onorato.” commenta con un sorriso appena accennato.
È ancora un po’ pallido ma ha una cera migliore…Michelle, datti una calmata. Sarebbe meglio portarlo a fare un giretto a piedi per il quartiere prima di rimontare in sella e soprattutto vai più piano o gli farai sputare le interiora, povero topo!
Dopo la pausa caffè facciamo due passi nei dintorni, il quartiere non è d’alta classe ma tranquillo e borghese, con un mucchio di fiori dappertutto ed i ragazzini che giocano a basket o vanno in bicicletta a ranghi compatti.
“Come l’hai scoperta la caffetteria?” non l’avrei mai trovata da sola, anche se di solito mi davo all’esplorazione di nuove zone della città; normalmente mi portavo qualche panino striminzito, preparato in fretta e furia.
“Segreto.” risponde solo.
“Segreto quanto il tuo motivo per avermi puntata fin dall’inizio?” domando con tono leggero ma serio. Prima o poi gliel’avrei posta comunque questa domanda.
Linds si ferma, le mani affondate nelle tasche dei jeans e mi guarda con un’espressione a metà tra il confuso e il divertito “Michelle, non ti ho puntata…ho solo visto che non prestavi attenzione e basta.”
Sì certo…come no…ma fammi il piacere, topo!
“Mi stai dicendo che la tua insistenza nel volermi portare a letto è una recita? Scusa se non ci credo ma al bar mi sembravi molto chiaro su questo punto.”
Linds riprende a camminare, superandomi, il suo sorriso è criptico ed inquietante “Io non recito, ma belle. Mai. Il fatto è che non ti sei ancora resa conto di quanto abbiamo in comune. Se vai avanti di questo passo temo che non te ne accorgerai abbastanza in fretta.”
È inutile provarci…non lo capisco. Che poi per la cronaca cosa abbiamo in comune noi due?!
Lascio cadere il discorso e verso le dieci torniamo alla moto, Linds mi ha detto di essere libero fino a questa sera ed allora abbiamo deciso la nostra prossima tappa ovvero il Monte Sutro.
A dire il vero l’ho deciso, non mi va di star proprio sola soletta con lui…non dopo le frasi strane che tira fuori…
Il parco è un ottimo punto di ritrovo per i cittadini nel weekend e dai suoi 820 piedi circa d’altezza si gode una delle più belle viste panoramiche della città, con tanto di Golden Gate Bridge sullo sfondo e vista della city.
Il viaggio è lungo ma mentre siamo fermi ad un incrocio, Linds ne approfitta per comprare pollo, patate, birra e quant’altro da un rosticciere in strada poi lo assicura alla moto con la scusa che probabilmente non avremmo più avuto possibilità di rifornirci la volta che fossimo arrivati.
Alla fin fine ci vuole quasi un’ora a causa del traffico ma la vista è davvero mozzafiato e lassù il rumore della city non arriva.
La giornata - dopo una settimana di pioggia, nebbia e vento - è magnifica ed il mare luccica turchese con decine di gabbiani che fanno il giro della baia dandosi il cambio.
Lo spiazzo erboso che abbiamo scelto è grande e già occupato da famiglie, gruppi d’amici ed anche coppiette in cerca di un po’ d’intimità che si fermano ai suoi limiti.
Lasciamo la moto nella piazzola ai piedi della collina ed saliamo le scale fino quasi alla vetta, fermandoci sotto un nodoso eucalipto dal fogliame rado, stendendo il plaid e scartocciando la rosticceria.
Ormai fa caldo e ci sbarazziamo delle giacche.
Sotto la giacca di pelle esibisce in bella vista una maglietta dei Sex Pistols dall’aria consumata ed un po’ scolorita sul collo, al polso tiene un elastico per capelli. I jeans blu gli cadono morbidi appena sotto i fianchi, anche loro sembrano vissuti e comodi. Il professor Lagden oggi è in vacanza…interessante!
La giornata è talmente calda che avremmo potuto passarla benissimo in spiaggia ma già la maglietta un poco aderente calamita lo sguardo di Linds ad ogni movimento…almeno finché non lo prendo per un orecchio.
“La mia faccia sta più in su!”
“Scusa… ma sei tutta molto interessante…”
“Non cambierai mai…” esclamo rassegnata, portandomi alla bocca l’ultima aletta messicana…che devia inspiegabilmente nelle fauci aperte di Linds.
“Hey!!!”
”Scusa, avevo fame…!”
“Ma se ne hai mangiate più di me!”
“Sì, perché tu devi mantenere la linea, ma belle…”
“Ti rimetto io in forma, brutto…!!!”
Iniziamo a rincorrerci come due mocciosi del primo grado, girando intorno all’albero. Dopo alcuni round riesco a raggiungerlo con un salto ben piazzato, agganciandomi al suo collo ed atterrandolo, faccia in giù come nelle migliori partite di rugby. Will qualcosa mi avrà pure insegnato, no?
“Cos’è…la rivuoi indietro?!” domanda lui soffocato, la faccia premuta contro un lembo della coperta.
“Credo di no…” rispondo afflitta, corrucciando la fronte quando Linds si gira a pancia in su e mi butta da una parte per approfittarne.
“Non tenermi il muso, Michelle…” mormora suadente, con il suo sorriso da marpione, le mani sulle mie guance. Gli occhi neri sembravano metallo fuso…e da come si avvicinano sono già stati usati per ipnotizzare più di una volta!
Il palmo della mia mano sinistra si scontra appena con il suo mento, deviando la traiettoria.
“Senti un po’, sbarbatello…se pensi di usare l’ipnosi caschi malissimo…” mormoro “Ma se mi offri qualcosa in cambio della defunta aletta potrei anche addolcirmi nei tuoi confronti…sai com’è…”
“Allo stomaco non si comanda…” declama lui con affetto.
“Esatto.”
Linds sospira, e mi libera, lasciandosi cadere pesantemente su un fianco. Ne approfitto per sfilargli gli occhiali da sopra il naso e provarli.
Risultato: oddio sta per venirmi la nausea…
“Sei completamente cieco!” esclamo forte, strofinandomi gli occhi.
“Non sono cieco, semmai il contrario.” risponde placido “Ho un paio di diottrie in più sull’occhio sinistro…”
“Non è un bene?” domando incuriosita “Voglio dire…hai la vista più acuta, suppongo.”
“Sì, se tenessi l’occhio destro perennemente chiuso.”
“Come mai questa differenza?”
“Frutto di un esperimento andato male.”
“Ah…quindi è così che sei riuscito a beccare quelli del giornaletto sconcio.” mugugno mentre analizzo la situazione anormale.
“A-ha…” i suoi occhi neri ora sono diventati solidi, impassibili.
“Lo sai…senza occhiali sembri meno vecchio.”
“Davvero?”
“Già…hai meno l’aria da corvo rapace.”
Il suo sopracciglio destro si alza “Mi stai dando del predatore di carogne?!”
“Solo se ci credi…” rispondo giocosa “Comunque con o senza occhiali non sei male, Linds.”
“Uhm…se dici queste cose allora ho qualche speranza…” il suo istinto da cavernicolo a quanto pare non va mai in sciopero…fantastico!
“Basta crederlo…ma il mio consiglio è di non montarti troppo la testa.” rispondo con il mio migliore tono materno.
“Vedremo, ma belle.” è irritante quando fa così ma devo ammettere che il suo sorriso contagia anche un po’ “Oh…che meraviglia il far niente…” si stiracchia ad occhi chiusi mentre lo osservo.
“Non ti ho mai visto star tranquillo un attimo da quando ti conosco.” butto lì, seguendo con lo sguardo il suo profilo.
Apre un occhio nella mia direzione “Insonnia…sono tre giorni che non chiudo occhio.”
“Bevi meno caffè, allora.”
“Non ho tempo e non ci tengo ad addormentarmi, davvero.” ridacchia asciutto e mette le mani dietro la testa, fissando le foglie. Ci sono delle storie dietro le sue risposte…ma non credo che le abbia mai condivise con qualcuno.
Il pomeriggio passa sonnecchiando, parlando e giocando a pallavolo in squadre opposte.
La partita viene vinta dalla sua squadra ad armi impari…casualmente mi ha subito scelto il gruppo dei più fustacchioni!
A fine match trotterella allegramente al mio fianco, pizzicandomi il naso…sembra quasi che abbia il diritto di mettermi al guinzaglio!
“Allora…allora…direi che mi merito un premio per la vittoria?” domanda pimpante come un bambino dell’asilo.
“Niente confidenze, metallaro…” svio indifferente mentre piego la coperta…okay ha vinto, ma non mi pare il caso di approfondire troppo il nostro rapporto solo per questo!
“Uhm…ceni con me, stasera?” ripiega con una smorfia, continuando “Niente di troppo intimo, c’è anche Raphael…”
“Wow…allora oltre il famolo strano hai anche certe tendenze…che dire…” commento, infilandomi il giubbino.
“…so sempre come sorprenderti?” mi ha spinto contro l’albero che avevamo occupato fino a quel momento ed ora mi guarda magnetico.
Forse è l’avercelo attorno quasi sempre ma…ho avuto a che fare con ragazzi più rudi, che a questo punto mi avrebbero messo le mani dappertutto. Lui non mi ha ancora toccata una volta. Probabilmente il suo motto deve essere: pervertito sì, ma con eleganza.
Mi viene quasi da ridere e Linds ha inclinato il viso alla mia ilarità silenziosa.
“Sul serio…” inizio piano, fissandolo senza vergogna “Tu e Raphael non è che…siete finiti a letto, vero?”
Il suo sorrisino è svanito ma risponde sarcastico “Raph è etero, ma belle.”
La mia espressione interrogativa parla da sola…
Linds sospira, incastrando la zip del mio giubbino con calma e tira su la cerniera lentamente.
“No, curiosona. Non siamo mai andati a letto e personalmente non ci tengo…sai, Raphael convive felicemente da un paio d’anni con una ragazza niente male.” risponde alla fine.
La cosa non sembra importargli più di tanto dal tono che ha usato ma si è impercettibilmente intristito…come se, quando il suo amico si era accasato, lui avesse perso qualcosa d’importante.
“Ti manca il tuo vecchio compagno di bagordi, eh?” provoco gentilmente, poggiandogli le mani sulle spalle. Linds scuote la testa, sorridendo “Andiamo, approfittatrice…”
“E sarei io l’approfittatrice!!!” replico di rimando mentre si avvia al parcheggio fischiettando con le mani in tasca.
Lo lascio provare la Jackal come atto di carità e ci incontriamo con Raphael davanti ad una pizzeria dal tipico stile italo-americano non molto lontano dal quartiere universitario.
Ci sediamo ad un tavolo, ordinando una pinta di birra ciascuno e tre pizze margherita formato famiglia.
“Allora vi siete divertiti?” domanda Raph, strizzando i suoi occhi azzurri in segno d’amicizia.
“Sì…fino a quando Linds non mi ha soffiato il manubrio della mia bimba.” rispondo, inscenando la parte della finta offesa.
“Devi sapere che ha una storia d’amore con una vecchia megera degli anni ’90…” mormora Linds all’altro con tono confidenziale, prima di fermarsi a causa di una mia gomitata nelle costole.
Raphael ci guarda battibeccare per un po’ affascinato, poi dice ghignando “Sembrate una coppietta fresca fresca!”
Ci blocchiamo mentre Linds cerca di tirarmi i capelli ed io il naso.
Sgrano gli occhi, schifata “Dimmi che stai scherzando!”
Stendiamo un velo pietoso sul povero cucciolo di San Bernardo che tre minuti dopo si ritrova un occhio nero, il sangue che gli esce dal naso e qualche piccolo acciacco…
Fortunatamente dopo il pestaggio ci diamo alla ginnastica mandibolare e l’argomento viene accantonato per cose più serie.
“Allora, ho finito di montare l’attrezzatura tre ore fa. Testata e fatto tutti i controlli del caso…direi che lunedì possiamo iniziare con la programmazione che mi hai chiesto!”
“Hai controllato anche il canale Delta, vero?” domanda scettico Linds.
La sua pizza sta venendo fredda, mentre ascolto le loro frasi criptate. Ne ho piene le scatole di sentire discorsi ingarbugliati di proposito!
“Sentite ragazzi…posso andarmene a casa se volete. Tanto tra un’oretta inizio il turno al lavoro…ma devo ammetterlo però, tutta questa segretezza mi incuriosisce…state trasformando quel laboratorio in una centrale nucleare o cosa?” domando, mordicchiando la mia fetta.
“Michelle, sei pregata di non intrometterti!” sbotta sgarbato Linds, puntandomi la forchetta contro e riservandomi un’occhiataccia. Cosa cavolo gli prende?!
“Dai, Linds non-” cerca di ammansirlo Raph, ricevendo solo un ‘No!’ secco.
Dopo quell’uscita piuttosto strana la conversazione si fa rara ed indirizzata su cose poco importanti.
Salutiamo Raphael e monto dietro a Linds che preferisce guidare data la mia poca resistenza all’alcool.
Quando arriviamo al mio stabile, spingo la moto fino nel cortile sul retro.
“Perché ti sei comportato così, prima?” so che è una domanda a vuoto, ma la faccio lo stesso.
“Quello che sto facendo nel mio laboratorio non sono affari che ti riguardano, ma belle. Se sei intelligente cerca di capirlo, okay?” risponde con un sorriso freddo.
“Non è che così mi spingi a rispettare la tua privacy, sai?” replico piccata e, per la seconda volta della giornata, mi ritrovo schiacciata contro un muro.
“Michelle…non voglio più sentirti parlare di questa storia, intesi?” la sua voce è calma ora, completamente diversa dal suo tono solito. Mi stringe le braccia con le mani per tenermi ferma ma cosa mi inchioda è il suo sguardo.
Al posto degli occhi ha due pallottole nere, gelide e senza alcun briciolo di sensibilità o ironia. Non riesco a smettere di fissarlo mentre un brivido mi scivola lungo la schiena.
Doppia personalità? No, questo è Linds in modalità dammi-fastidio-e-ti-faccio-diventare-polvere.
Sbatto le palpebre due o tre volte prima di rispondergli con un sorriso birichino e una grande dose di coraggio “Okay…”
“Cosa stai architettando dietro a quel ghigno?” domanda Linds, guardingo.
“Sono veramente curiosa di sapere cosa mi faresti se disobbedissi…” dico volutamente pensosa “Arriveresti a sculacciarmi?”
Anche lui adesso sogghigna, cogliendo dove voglio arrivare.
“Mmmhhh…Michelle…che pensieri che ti passano per quella tua bella testolina…” mi riprende, come se avessi fatto una marachella “In quanto alla pratica vedrò di farmi un nodo al fazzoletto per il futuro…ma spero per te che non arriveremo a quel punto.”
A quanto pare non attacca…e forse è anche stupido da parte mia aver pensato di riuscirci, ma perlomeno mi ha lasciato.
Il fatto rimane che mi augura una buonanotte piena di sogni su di lui e – ore dopo – la cosa si avvera.
L’inconscio è indomabile.
E tu Michelle devi darti una calmata…perché non ti puoi permettere di farti nemico Linds, e nemmeno di portartelo a letto.
Sarebbe una mossa da deficiente patentata.

Oh, you're too afraid to touch
Too afraid you'll like it too much
The roads, the times, breaking up your mind
Can't you hear there's beauty in life?

You know you've gotta
Tie yourself to the mast my friend
And the storm will end
One day maybe you will love again
Make it easy on you
Tie yourself to the mast my friend
And the storm will end
The Verve ~ One day

~~~

Canzone del capitolo: The Verve ~ One day.

Le note di questo capitolo sono:
- La Guzzi California Jackal è un modello costruito dall'ultima metà degli anni '90 ai primi anni del nuovo secolo e riprende l'iconico blocco motore a V, raffreddato ad aria caratteristico della casa motociclistica ma ha una linea leggermente più aggressiva delle altre California. La Jackal di Michelle è uno dei primi modelli ovvero la V11 fra il 1998 ed il 1999 con l'iniezione elettronica e pesa 246 Kg, il suo serbatoio può contenere fino ad un massimo di 5 galloni di benzina (circa 18 litri). Potete trovare un'immagine di riferimento in questa pagina;
- il Monte Sutro è uno dei 47 colli di San Francisco, alto 250 m e ricoperto da una fitta vegetazione. Buona parte del monte è di proprietà della UCSF ma una sezione di 17 acri - compresa la cima - è aperta al pubblico come riserva pubblica.
Curiosità il Monte Sutro non ospita la famosa Sutro Tower, anche se gli presta il nome. Questa torre per le telecomunicazioni è posta su una collina più bassa fra il Monte e le Twin Peaks;
- La riserva naturale del Monte Sutro è quasi interamente ricoperta da una foresta di Eucalipti importati, questi alberi non sono originari della flora californiana è sono stati piantati durante la febbre dell'oro alla fine del diciannovesimo secolo.

Quanto mi è piaciuto scrivere questo capitolo...magari sono la sola ad essere rallegrata da questa storiellina, ma almeno mi diverto...xD
Michelle continua a fare la sostenuta ma sarà ancora così per molto od il topo si sta avvicinando?
Nel prossimo si ritornerà nel pieno della vita universitaria e dei casini della nostra protagonista...=)

Un abbraccio a Petitecherie per aver recensito il capitolo precedente e domando scusa per la lunga attesa...sono un po' su e giù di giri in quest'ultimo periodo. ^^"
Non credo che aggiornerò più molto regolarmente a causa delle feste ma vi auguro comunque un Buon Natale!!!
Hermes

  
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