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Autore: ladyxaldin    04/07/2007    1 recensioni
Una vecchia conoscenza le comparve davanti,un angelo senz’ali dai lunghi capelli bianchi e gli occhi d’argento. Toma era il suo nome.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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2°CAPITOLO:UN NUOVO SENTIMENTO.

Era furiosa.

Non avrebbe mai pensato che suo fratello...proprio lui...potesse condividere e credere in quel che aveva detto!

Un ipocrita e un bugiardo...nient'altro.

D'altronde che si poteva aspettare da un arcangelo?

Volò per tutto il giorno,senza mai fermarsi. Sentiva il vento infrangersi sul volto,il vestito appiattirsi sul suo corpo e,infine acquisire velocità. Dispiegò le grandi ali,poi le ritrasse a se e poi le riaprì di nuovo. Piangeva,si sentiva confusa e non riusciva a capire cosa le avesse preso...in fondo...si ripeteva...Micahel aveva ragione. Gli angeli delle tenebre erano diversi,nell'aspetto,nei poteri e nell'animo. Loro non provavano sentimenti...o almeno così le avevano detto.

Immagini,pensieri,frasi le vorticavano in testa. Le mancò il fiato. Era esausta. Perse il controllo e cominciò a perdere quota,per fortuna trovò una corrente ascensionale,stabilizzò il volo,difatti le bastò aprire le ali e farsi trasportare dal vento. Un vecchio trucco insegnatole da suo padre all'età di sei anni.

Planò,così facendo,ai piedi del grande albero della vita.

Si era allontanata parecchio da casa!

Quel pensiero la fece rattristire e si abbandonò ai piedi del grande albero. Intorno a lei si avvicinarono tante piccole fatine. Com'erano carine!Una le si avvicinò al volto.

La fatina la guardò e si rattristì,le accarezò la guancia,prendendo così una lacrima dell'angelo,che le bagnò il braccio. Nana rimase in silenzio,la raccolse tra le mani e cominciò a piangere.

Non avrebbe mai creduto,che suo fratello avesse potuto dire una cosa del genere...non riusciva a capire perchè gli angeli celesti,persone come lei odiassero così tanto quelli delle tenebre,in fondo erano simili...anche se i secondi erano il prodotto dell'albero della vita...esseri creati dalla sua razza per servirli,esseri,anzi automi fatti a immagine e somiglianza degli angeli...però...ora quegli esseri provavano sentimenti,provavano dolore. Non trovava giusto considerarli inferiori,solo per la loro diversa origine,molti di loro nascevano dall'albero della vita e poi venivano modificati, attraverso amputazioni,arti metallici,a secondo del piacere e del gusto degli angeli SUPERIORI,oltretutto aveva scoperto, che Apollonius non era un vero angelo delle tenebre, anzi lui era nato dall'unione delle due razze,cosa però inaccettabile dalla sua comunità.

Si sentiva sola.

Da quando era morta sua madre,non le era rimasto nessuno. Lei le aveva insegnato ad amare e rispettare ogni essere vivente,anche se questo era diverso da chiunque conoscesse...continuava a piangere.

Pianse fino a quando non finì le lacrime.

 

 

*

 

 

 

Michael fissava il soffitto della sua stanza.

Cercava di non pensare a niente,ma questo gli riusciva difficile il volto della sorella,le parole ,che gli aveva detto,non poteva dimenticarle.

Come mai non l'ha ancora riportata a casa? si ripeteva tra se.

Era sdraiato sul suo letto,ormai da un'eternità.Le lenzuola erano soffici e leggere,si sorprese del suo interesse per la stoffa e della sensazione che gli dava,strinse nel palmo della mano un lembo di stoffa e lo fissò...fissò pure la mano.

"IPOCRITA"

diede fuoco al lembo del lenzuolo,rimase in silenzio,non fiatò,restò muto e impassibile mentre il fuoco avanzava lentamente e si mangiava i motivi e i colori della stoffa. Le fiamme sembravano stessere giocando tra loro.

Poi come se qualcuno l'avesse scosso,pose la mano sul fuoco ed esso sparì come se non fosse mai stato acceso,lasciando solo un'unica traccia...

Pensò,che fosse giunto il momento di cambiare le lenzuola.

 

*

 

Nana rimase a fissare il vuoto per ore,non si accorse che ormai era buio pesto.

Le fatine dormivano sulle piume delle sue ali.Intorno a lei aleggiava una tranquillità surreale, così come il silenzio. Il continuo pulsare dell'albero della vita la tranquillizzava come nessun'altro,quel pulsare così lento e ritmato le sembrava il battito del cuore materno.

Se la ricordava appena e a volte si scopriva piangere al ricordo dimenticato...sospirava...piangeva più delle volte silenziosamente...e nessuno sapeva come si sentisse in realtà.

Lei era sola.

Di questo oggi ne aveva avuto conferma.

La visione della luna e le piccole lucine che emanavano le aluccie delle fatine rendevano l'atmosfera ancora più malinconica e triste di quel che doveva essere.

Un angelo,titubante sul da farsi si fece avanti il più silenziosamente possibile. Non voleva che si accorgesse della sua presenza,sapeva fin troppo bene cosa volesse dire sentirsi soli,lui,però,non potè capire quanto il suo cuore ne soffrisse.

Le si sedette accanto,scivolando come un obra ai piedi dell'albero.

"era l'ultimo posto dove avrei immaginato di trovarti..."

"..."

"mi hai fatto prendere uno spavento"

L'angelo le cinse le spalle e rimase in attesa,che Nana ultimasse il filo dei suoi pensieri o smetesse di sentirsi appagata da quel silenzio.

La strinse a se,scoprì che i suoi capelli biondi odorassero di rose...se ne sentì spaventato,terrorizzato,lui non poteva provare ciò che sentiva,lui non ne era degno,in quanto angelo delle tenebre e se ne rattristì.

"Grazie"

"Apollonius non smetterò mai di dirtelo,finchè tu sarai sempre così come sei..."

"presente,gentile,di un animo così puro,capace di amare...come quello della mia mamma"

A quelle parole lui non potè che sorridere,capendo solo allora cosa lui sentisse veramente per quella ragazzina,così dolce e premurosa:amore. Ma non l'amore che lega due amanti,ma un amore che lega padri e figli,si proprio così lui la vedeva come la figlia,che non gli sarà mai concesso avere.

I due si strinsero in un forte abbraccio,così che lei ne rimase rassenerata e si sentì quasi protetta!

"devi tornare a casa,Michael sarà preoccupato...e tuo padre pure!"

"figurati lui a casa non c'è mai e mio fratello...almeno stasera non lo voglio vedere"

"però lui ti vuole bene,anche se..."

"allora perchè non è venuto lui a cercarmi?"

Improvvisamente urla agghiaccianti,pervasero le radici e il tronco dell'albero della vita,così tanto da farlo tremare.

Apollonius e Nana si guardarono negli occhi,tanto che lei capisse che qualcosa di orrendo e agghiacciante stesse per accadere.

L'albero fu scosso da altri tremiti,le fatine che giacevano tra le piume di lei, addormentate,si svegliarono e presero fuoco per auto combustione.Nana ne sentì il dolore come se quella che stesse bruciando fosse lei.

Apollonius capì cosa stava accadendo...doveva risparmiarle quel dolore...doveva.L'avrebbe portata a casa con il suo pore di teletrasporto...doveva sbrigarsi.

Nana si sentiva un gran dolore alle ali e alle tempie,aveva un gran mal di testa,l'angelo delle tenbre la stava per abbracciarla così facendo l'avrebbe riportata a casa in un attimo,ma improvvisamente sentì una voce...dapprima lontana,poi via via si fece sempre più limpida e chiara:

qualcuno le stava chiedendo aiuto e lei non poteva tirarsi indietro!

Un vero angelo deve aiutare e proteggere anche chi non conosce...anche se non ricordava più il volto di sua madre,ma una cosa più importante le aveva lasciato e che non avrebbe mai dimenticato: il suo cuore!

Nana sciolse l'abbraccio,lasciando Apollonius più che mai sbigottito.

"non posso...qualcuno ha bisogno di me"

Lui li per lì non seppe come ribattere,ma guardando i suoi occhi capì che non poteva fermarla. Sperava soltanto,che ne rimanesse illesa dopo l'esperienza in cui stava per immergersi,anche se sapeva che questo sarebbe stato impossibile.

Nana seguì un po' le urla e un po' il suo istinto,per la prima volta non potè fare affidamento sul suo amico,perchè sembrava volerla depistare,non capiva.

Ancora non ne conosceva il motivo.

Dopo aver attraversato,quasi di corsa l'immensa zona dove risiedeva l'albero della vita,arrivò in un casolare...dalla forme strane e bizzare,quel che era certo,era che quel posto le faceva rizzare le piume delle ali dalla paura.

Una volta valicata la porta d'ingresso il tanfo di carne andata a male la investì e allo stesso tempo le urla divennero nitide,ma sempre più agghiaccianti.

Qualcosa di veramente orribile stava succedendo in quel posto.

Cominciò a correre a perdifiato.

Le urla provenivano dalla stanza in fondo al corridoio,lì avrebbe capito cosa stava succedendo.

Arrivò alla fine del corridoio,la porta era chiusa.

Stava per girare la maniglia,quando ebbe un ripensamento...forse lei non doveva trovarsi lì...forse era sbagliato.

"Dimmi come posso voltare le spalle alla persona che mi chiede aiuto?"

Non sentendo nessuna risposta,si voltò,ma Apollonius era sparito...

"Apollonius..."

Ne rimase spaventata.

Urla.Ne sentì ancora.

Stavolta però erano disperate. Qualcuno era nei guai.

Inspirò decisa. Prese il coraggio a due mani ed entrò.

Lo spettacolo che le si parò davanti fu glaciale.

Mai aveva pensato una cosa tanto orribile e distruttiva,come quella a cui stava,ora assistendo.

Un angelo...essere,o mostro era più giusto definirlo.Si trovava disteso e legato su un lettino,diviso a metà. Il bambino non parlava...era muto,molto probabilmente per la paura,lo sciock. Un angelo celeste si trovava sopra di lui,gli aveva asportato la parte inferiore del corpo...il sangue scendeva copioso a terra.

Non era il bambino a urlare,ma un altro angelo...era legato ad un muro,con pesanti catene,la cosa che l'impressionò di più fu che non possedeva ali. Quest'ultimo,della sua età più o meno,urlava,perchè la smettesse di torturare il suo amico a quel modo...

Nessuno si accorse della presenza di Nana che si aggirava libera nella stanza,cercando di non scoppiare a urlare o a piangere.

La stanza era rettangolare,molto ampia,per raggiungere l'angelo legato al muro dovette sorpassare delle bottiglie contenenti resti di arti ed ali. Sentì salirle il voltastomaco.

Su un tavolo vide delle chiavi,le prese.

L'angelo celeste era intento a lavorare sul malcapitato,dal quale ogni tanto si sentiva qualche gemito o urlo soffocato dalla tosse.

Si avvicinò al prigioniero al quale fece segno di far silenzio.

I due si fissarono per qualche secondo,però a loro parve un'etrnità,fece scivolare la chiave nella serratura dei polsini di ferro e fece scattare il clack delle manette,segno che era riuscita a liberarlo.

Lei in quel momento,le sembrò la ragazza più bella che avesse mai visto,le sembrò quasi illuminarsi e risplendere di una luce propria.

L'attimo fu interrotto dalla carica dell'aguzzino con un coltello da macellaio in mano.

Lui istintivamente la protesse con il suo corpo e proprio in quell'istante comparve Apllonius e Michael.

Suo fratello vide quel tanto che bastò per prendere a pugni quell'angelo bassetto e custode degli angeli delle tenebre.

L'angelo senz'ali cadde a terra privo di sensi.

Quella notte ritornarono a casa in quattro persone.

Il giorno dopo Nana si occupò del suo nuovo amico e l'avvenimento appena trascorso le servì per riavvicinarsi al fratello.

Dopo parecchie settimane l'ultimo arrivato si svegliò e cominciò a prendere conoscenza con la nuova casa e i nuovi padroni a cui avrebbe servito,scoprì che essi non lo avrebbero sottoposto a interventi o non gli avrebbero dato delle protesi per essere sprovvisto di ali.

Possedeva un volto dai tratti quasi femminili e da lunghi capelli bianchi,lisci come la seta. Il suo nome era Toma,non ricordava nient'altro...un pomeriggio raccontò ai due fratelli e ad Apollonius che il suo unico legame con la sua vita era quel fanciullo...ma ormai chissà che fine aveva fatto...

"è stato affidato al progetto alfa,come angelo di tipo D" disse freddamnte Miachael.

"cioè???"

"non posso dire altro"

Nana sembrava molto incuriosita da Toma, era molto diverso da tutti gli altri angeli che lei aveva mai visto in vita sua.

Toma si accorse,degli sguardi insistenti di Nana e dovette abbassare il capo,perchè capì il motivo di tanta curiosità...

"sono nato senz'ali...sono così da quando sono nato,se è questo che ti stai chiedendo"

Lei arrossì di colpo,così che cambiò subito argomento!

"Michael come hai fatto a intervenire così velocemente l'altra sera?"

L'angelo dai capelli rossi sembrò annoiato...ma rispose dicendo che era merito di Apollonius che l'aveva avvertito al momento giusto.

 

*

Toma nei giorni seguenti fu indaffaratissimo,doveva seguire passo per passo Michael e dimostrare della sua fedeltà,inoltre gli venivano affidati incarichi minori,come ad esempio fare compere e cose del genere e non avendo le ali impiegava il doppio del tempo.

Una mattina come tante altre seguì Miachael al lavoro,e come ogni giorno gli toccava correre per stargli al passo. Comunque quella mattina l'angelo del fuoco doveva presenziare ad una noiosissima riunione.Dovevano discutere su come affrontare il rpoblema UOMINI,che pretendevano ogni giorno che passava,un territorio sempre maggiore.

Toma gli toccò aspettare fuori dalla sala riunioni. Si ritrovò a pensare a lei e ai loro innumerevoli discorsi. Gli tornò alla mente,senza nessun motivo apparente e senza capirne il motivo:una frase.

"io vedo le vedo...hai delle ali bellissime...solo che tu non le vedi ancora...fidati io le vedo e sono bellissime!"

 

*

Arrivò finalmente il giorno del compleanno di Nana,giorno più atteso.Michael non se ne ricordò.Finalmente compiva 16 anni,data che segnava la loro magiore età e la loro indipendenza.

Nana si svegliò alle sei in punto quella mattina,come ogni anno corse in cucina con la speranza di rivedere sua madre,ma come ogni anno le sue speranze furono annullate dall'inutile attesa. Rimaneva ad aspettare per ore fissando l'uscio della cucina,fino a quando non compariva suo fratello che l'abbracciava forte e le intonava la canzone del perdono e del grazie...

I due quella mattina si sedettero e aspettarono,loro padre...che arrivò in ritardo,mangiò velocemente,le fece gli auguri e si scusò,ma doveva proprio scappare alla sede centrale avevano proprio bisogno di lui,essendo il secondo arcangelo più importante di tutta Atlantia.

"Michael, sistema tu la sua sorpresa... ci siamo intesi?"

Nana scoprì così che le avevano fatto una sorpresa ne fu felice,ma allo stesso tempo era delusa,perchè nel suo giorno più bello lui non c'era.

Il pomeriggio di quello stesso giorno,Toma fu chiamato al loro cospetto,Miachael doveva discutere con lui e con Nana degli ultimi dettagli del regalo di compleanno.

Michael prese ad andare avnti e indietro mettendo a dura prova i nervi di Toma,che non era abituato agli strani,snervanti comportamenti che a volte assumeva il rosso.

"io e papà avevamo pensato di regalarti un'esperenzia simile a quella vissuta da nostra madre...se ti ricordi ti aveva promesso che avresti fatto pure tu il suo stesso viaggio...ricordi?"

Lei scosse la testa in segno di negazione.

"potrai andare sulla Terra e vivere per un po' di tempo lì,conoscere fantastici luoghi e prenderti una vacanza da Atlantia...al tuo ritorno però dovrai decidere cosa vorrai fare della tua vita."

Il volto di lei si illuminò,non ricordava quando fosse stata più felice.

"non ho finito...però non possiamo lasciarti andare da sola,non è sicuro! Apollonius non potrà seguirti in questo tuo viaggio e..."

indicò Toma.

"lui non ha ali"

Toma si rattristì e si sentì impotente.

"Fratello...Toma...però è più che adeguato! In fondo mi ha protetto e salvato già una volta e pure lui non...e poi l'ha fatto senza pensarci e se ti ricordi si era pure fatto male!"

Michael fece segno di si con la testa.

"E' per questo che ti ho fatto venire qui. Giuri sulla tua vita di proteggerla?"

"Certamente!"

 

 

Il pomeriggio di quello stesso giorno, Nana e Toma valicarono i cancelli di Atlantia.

Una nuova avventura l'attendeva e forse per la prima volta era chiamata a vivere.

 

*

 

Michael decise di non accompagnarla fino ai cancelli,anzi rimase seduto vicino un vaso di rose, a bere una miscela di acqua e vodka. Il pensiero di Nana così lontana lo turbava,forse,anzi ne era certo,era la prima volta che avrebbero trascorso un periodo così lungo da solo,non avrebbe potuto contare sul suo appoggio.

Bevve un sorso e prese in mano una rosa e si punse.

Osservò scivolare via dal suo corpo alcune goccie di sangue...Nana...finì il suo drink.

Per due mesi non l'avrebbe più riabbracciata e improvvisamente l'idea che Toma le stesse sempre vicino gli diede fastidio...tanto da fargli lanciare il vaso contro la porta vetro della cucina.

Guardò il suo volto trasformato dall'ira riflesso nel bicchiere.

Lo frantumò.

Restò a fissare il taglio profondo,che si era procurato nella mano...Nana...si sentì confuso tanto da non capire cosa stesse facendo o cosa gli fosse preso.

Poi,quasi come se ne fosse stato fulminato, capì.

Si fasciò la mano come meglio poteva,si alzò in volo e si diresse verso i cancelli del loro mondo. Quando arrivò fu tardi sua sorella li aveva superati da tempo,lanciò un pugno contro la barriera,subendone le conseguenze...urlò a squarciagola il suo nome...non capiva cosa stesse provocando la sua rabbia...una rabbia così cieca da offuscargli le menti...la confusione si impadronì di lui.

Improvvisamente si calmò e cominciò a tremare...riuscì a pensare lucidamente e se ne spaventò.

Era geloso.

Avrebbe voluto accompagnare Nana nel suo viaggio.

 

  
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