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Autore: ladyxaldin    04/07/2007    0 recensioni
Una vecchia conoscenza le comparve davanti,un angelo senz’ali dai lunghi capelli bianchi e gli occhi d’argento. Toma era il suo nome.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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4°CAPITOLO:UNA SERA DI MEZZ'ESTATE.

La vita trascorreva quieta e tranquilla nella piccola località di montagna,dove Nana cinque anni prima aveva conosciuto una signora un po' grassa e dai modi di fare rudi era la sua seconda mamma, e il suo amato Max,per lui aveva rinunciato alla sua famiglia,alla sua città,aveva voltato le spalle a tutto ciò che conosceva,per imbarcarsi in un viaggio dove conosceva solo la purezza del cuore del suo amato. Chissà quanti avrebbero il coraggio di fare lo stesso?

Si erano sposati quasi subito,ma attesero quattro anni per avere un figlio. Era un bellissimo maschietto,lei insistette per chiamarlo Michael,come suo fratello.

Diceva che così si sentiva più vicina alle persone,che aveva lasciato,inoltre secondo le usanze di Atlantia dare il nome di un parente al neonato era segno di rispetto e di onore. Ogni tanto,quando il suo piccolo piangeva o non voleva dormire lo prendeva in braccio,lo stringeva a sè,chiudeva gli occhi e ripensava alla sua vecchia vita con un po' di nostalgia...ricordando,però solo i momenti di gioia e di felicità che aveva vissuto insieme a sua madre,suo padre,suo fratello,Apollonius e Toma...erano la sua famiglia e lo sarebbero sempre stati,anche se ora vivevano in luoghi distanti...lo sarebbero sempre stati...infine cominciava a intonare una vecchia melodia insegnatele dalla madre per farla addormentare,quando lei era ancora piccola. In quei momenti le sembrava che il mondo si fermasse, e per un istante potesse tornare indietro e rivederla lì davanti a lei,con il suo abito di lino,lo scialle bianco con le frange che le cadeva lungo la schiena e sentiva anche la leggera brezza che provocavano le sue ali. Poi quando terminava il canto le sue spalle venivano cinte dalle forti braccia di Max,che le sorrideva e la pregava di tornare a letto. Sentiva proprio in quei momenti di essere arrivata al culmine della felicità,quella che tanto aveva cercato.

Era felice.

 

Michael percorreva con passo svelto e sicuro,i lunghi corridoi del palazzo centrale di Atlantia. Lui preferiva definirlo il Palazzo del governo o più propriamente il Palazzo del Potere.

Mancava poco... si ripeteva,presto avrebbe preso in mano le sorti di Atlantia.

Da quando sua sorella era sparita...era stata rapita, ingannata dagli esseri umani non si era mai arreso all'idea di recuperarla. Sarebbe stata di nuovo sua.

Questo gli aveva dato la forza in quei lunghi 35 anni di lontananza.

Avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per recuperarla e il suo potere ora stava per aumentare.

Percorse l'infinito corridoio della conoscienza. Arrivò davanti la grande porta d'oro che custodiva la sala dell'onore. Essa era protetta da due guardie marmoree.

Come era fragile la vita degli angeli delle tenebre in confronto alla sua razza. Le guardie si animarono e gli bloccarono il passo.

Michael senza battere ciglio sorpassò le lance che le guarde tenevano,poggiò le mani sulle loro teste, e le fece esplodere evocando la potenza del fuoco. Le guardie rovinarono al suolo.

In 35 anni Michael era divenuto più forte,ma la sua forza fisica era cresciuta di pari passo con la sua pazzia. Fu arrestato diverse volte,aveva cercato più volte di superare la barriera astrale che lo divideva col mondo esterno,aveva tentato con la forza di ottenere un permesso speciale,ma tutto fu vano. Anzi fu rinchiuso,etichettato come pazzo, perse la sua nomina di arcangelo, suo padre Sachiel sembrava essersi dileguato nel nulla, l'unico contatto che teneva col figlio era attraverso un giovane di nome Zeus a capo di una setta che bramava prendere il controllo di Atlantia.

La città conobbe presto le sue ore più buie. La zona centrale subiva continui attacchi da gruppi barmosi di potere. Dagli angeli delle tenebre che cominciavano a ribellarsi,difatti costituirono un gruppo di ribelli,sabotavano i laboratori e liberavano chiuque lo avesse chiesto, e presto si rifugiarono nei pressi dell'albero della vita. Quest'ultimo alimentato dalla forza e dalla volontà degli angeli celesti cominciò ad appassire...nessuno ne capiva il vero motivo.

Michael durante gli anni di prigionia fu liberato e salvato da Zeus al quale aveva giurato fedeltà. In cambio l'ex-arcangelo avrebbe avuto la possibilità di salvare la sorella,secondo le idee distorte di Zeus sarebbe stata condotta sotto l'ala malefica dei demoni usurpatori del loro mondo, gli uomini. Presto sarebbero stati sterminati,e avrebbero così puirficato il sacro suolo della Terra con il loro sangue,lavando così vecchie ferite profonde quanto la storia della creazione umana.

Si ripulì il vestito e spostò di lato i frammenti delle guardie di marmo. Poi con calma guardò davanti a sè.

La porta d'oro rifletteva una luce immensa,quasi feriva gli occhi.

Doveva varcare la porta e il potere sarebbe stato suo.

Per un attimo esitò,ciò che stava per fare avrebbe segnato la sua esistenza in maniera definitiva e non gli sarebbe stata concessa una seconda opportunità,era ancora in tempo per tornare indietro e percorrere una vita normale.

Una lunga e grossa spada gli pendeva lungo il fianco sinistro,il peso di essa lo distolse dai suoi pensieri. Non aveva avuto bisogno di utilizzarla contro le guardie...poi gli sovenne alla mente il ricordo di sua madre...lei non sarebbe stata contenta.

Si allontonò dalla porta.

"cosa sto facendo?" si guardò le mani terrorizzato,quante vite aveva tolto? e per cosa poi, per uno che gli prometteva la luna?

Mentre si allontanava dalla vista della porta d'oro,guardava inorridito i corpi marmorei che giacevano a terra. "cosa ho fatto?"

Si coprì gli occhi con le mani per evitare di vedere lo scempio che aveva compiuto. Era un assassino. Quando era successo? Quando lo era diventato? Questo non lo ricordava.

Poi senza alcun preavviso,senza alcuna motivazione una voce si insinuò nella sua testa. Gli occhi gli si riempirono di immagini surreali: di lui,di una vita che non avrebbe mai potuto vivere e..di lei: avvolta dalle tenebre,torturata,trattenuta contro la sua volontà,vedeva ogni genere di violenza che le poteva essere inferta...aiutami...sentiva. Le mani erano tese,come se cercassero di prendere una figura che non esisteva. Gli occhi gli si velarono di lacrime. Cercava inutilmente di afferrarla,poi però si ridestava e i suoi occhi si ricoprivano d'odio. Sfilò la spada dalla custodia. Si girò e si scagliò con tutta la sua forza contro la porta d'oro. L'avrebbe fatto per lei.

Per Nana.

Per nessun altro,solo per lei.

L'avrebbe salvata.

Sarebbe stata sua.

La porta cedette con facilità sotto il suo peso. Ne rimase quasi sorpreso.

Entrò in una stanza dalla pianta ovale. Non era mai stato in quel luogo,almeno non fisicamente.

Si guardò attorno con fare circospetto.

Era riuscito ad entrare,la parte più complicata iniziava ora. Avrebbe avuto solo una possibilità. Si avvicinò al centro della stanza. Era vuota,o almeno così gli era parso. Il pavimento era un mosaico,rappresentava un labirinto. Appena toccò col piede il piccolo ovale disgnato sul pavimento,si materializzò attorno a lui il fatidico labirinto. Era uno dei sistemi di sicurezza più avanzati che Atlantia possedesse. Quando entrava in azione poteva avere diverse conseguenze sull'intruso...aveva la capacità di condannare l'essere impuro a vagare per l'eternità nei suoi corridoi oppure se esso aveva la fortuna di uscirne illeso,avrebbe perduto la persona che più amava,condannandola a morte certa e la sua anima si sarebbe persa nell'oscurità...un destino simile era accaduto alla madre. La madre di Nana era morta per la scerrellatezza del padre. Ma Michael non aveva più niente da perdere,anzi aveva tutto da guadagnare.

Proseguì per un'ora senza raccapezzarsi,teneva sempre in mano la spada.

Era in allerta,non sapeva cosa gli potesse accadere e quali trappole gli erano state celate.

"Aiutami...Michael sbrigati..." Quella voce continuava ad assillarlo..."Michael ora! Davanti a te"

"COSA...DOVE..." Urlava. "Davanti a te..." Sentiva. Era esausto,non capiva e cominciava ad avere paura e a perdere la calma.

Poi quando non potè più sopportare urlò:"COSA DIAMINE SIGNIFICA???" Dicendo questo fece fuoriuscire da lui un'energia pura...l'energia del fuoco.

Si aprì così la strada abbattendo muri e scavalcando macerie,la stanza sembrò dapprima ingrandirsi e poi richiudersi su sè stessa. Poi dopo tanto vagare arrivò alla fine del labirinto.

Come aveva previsto c'erano due angeli ad aspettarlo: uno era il motivo per cui si era spinto a varcare la porta d'oro, l'altro era la guardia.

Avanzò a grandi passi fino a trovarsi a faccia a faccia con la guardia.

"non farai un passo di più"

Michael alzò la sua spada leccò il sangue secco delle sue precedenti vittime e rise. "questo è quello che dici tu!" Dicendo questo attaccò la guardia,prima che essa ebbe il tempo di estrarre la sua arma. Cadde al suolo tramortita. L'ex-arcangelo senza mostrare alcuna pietà gli si avvicinò e lo decapitò. Poi si rivolse al secondo angelo,colui che aveva di fronte era il presidente di Atlantia colui che gli aveva impedito di andare sulla Terra e che gli aveva revocato la nomina di arcangelo.

"odialo..." sentiva. Gli si avvicinò. Non poteva più tirarsi indietro,la sua spada era coperta da sangue ancora caldo.

"Sei il primo ad essere riuscito...come hai fatto....non...puoi..."

Michael,però,era come se non lo stesse ascoltando la sua testa era piena di quella voce:"Uccidilo!Non avere paura...Uccidilo" Alzò la spada,le tremava in mano.

"Non puoi farlo...ti..ti darò tuto quello che vuoi...ma non far" Le parole si fermarono qui,perchè Miachael gli tagliò la testa di netto,come aveva fatto in precedenza con la guardia.

"E' troppo tardi...tardi". Disse con tristezza. "Dovevi pensarci prima..non ora" Le lacrime scesero sulle sue guancie,quasi a voler lavare via il sangue che lo copriva.

Si asciugò la faccia e recuperò il suo autocontrollo,poteva passare all'ultima fase.

"Apollonius ora!" disse col linguaggio della mente.

Si diresse al centro della stanza e rimase in attesa.

Il suo fedele angelo si materializzò alle sue spalle portando con sè un giovane dallo sguardo crudele e spietato.

"ben fatto Michael...hai fatto proprio un bel lavoro con tutte quelle guardie!"

"già ora potranno riposare...per sempre" rispose con distacco.

Il giovane analizzò la stanza con fare minuzioso,possedeva un paio d'ali troppo piccole per la sua statura,ciò lo rendeva irrequieto. La sua attenzione fu catturata da una parete,battè le mani. Il suono prodotto da esse abbattè la parete che lasciò incustodito il prezioso tesoro.

Dietro le macerie si nascondevano la corona e lo scettro del cahos. Chiunque se ne ppropriasse sarebbe divenuto il nuovo sovrano.

Atlantia andava così verso la sua rovina.

"IO ZEUS MI PROCLAMO SOVRANO ASSOLUTO DI OGNI TERRA CONOSCIUTA..."

"chiunque tradirà la purezza e la magnificenza degli angeli celesti,verrà punito..."

"CON LA MORTE"

Detto questo Zeus si voltò verso Michael.

"Come ti avevo promesso..." gli prese una mano. La mise in posizione supina. Poggiò il suo pollice sul palmo e gli fece un sigillo. "questo ti aiuterà a pensare più lucidamente"

"cos'è?"

"lo scoprirai a tempo debito...ora va,la barriera ti lascerà passare..."

L'ex-arcangelo ripose la spada al suo fianco. Si voltò.

"...un'altra cosa Apollonius ti affiancherà come sempre..."

"lo so!" gli rispose col sorriso. "come sempre".

"ancora una cosa"

"cosa?" chiese meravigliato...

"Toma"

Michael sentendo quel nome si fermò. Aveva cercato di dimenticarselo nel corso degli anni,ma era sempre stato presente...un pensiero fisso. Non poteva fare a meno di pensare che fosse stata tutta colpa sua. All'epoca lo voleva uccidere nel modo più atroce possibile.

Adesso lui si chiedeva perchè Zeus lo avesse nominato.

"Toma verrà con te." lo disse con un tono talmente gelido che colpì l'ex-arcangelo.

"cos..."

Zeus gli si avvicinò.

"mi hai servito bene...hai ucciso senza esitazione chi mi intralciava...hai fatto tutto ciò che ti ho chiesto...ora..."

Michael fece un passo indietro.

"farai ciò che ti dico,perchè è un ordine!"

"un angelo senz'ali e senza alcun potere particolare a che pro? Mi sarà solo d'impiccio!"

"non preoccuparti di questo...ti sarà molto utile,fidati,ti ho mai deluso?"

"no...signore...d'Atlantia..."disse con un'umiltà che non si sarebbe mai aspettato di dimostrare. Si inchinò e se ne andò.

"vedrai che ti piacerà!!!" sentì in lontananza.

Michael uscì dal palazzo con passo svelto. Apollonius lo raggiunse sul piazzale del potere.

Insieme si diressero verso i cancelli di Atlantia. Li superarono. Ad aspettarli c'era Toma. Alla sua vista si inginocchiò,quando si alzò,mostrò uno sguardo assente,gelido,freddo e distaccato. Non teneva nessun vestito sul corpo,fatta eccezione di un perizoma. Dai fianchi fuoriscivano degli arti meccanici,dal modo in cui erano uniti al corpo si vedeva quanto avesse sofferto e sulla schiena c'erano due ali semi meccaniche unite alla schiena subito dopo le scapole. Il corpo era pieno di ferite cicatrizzate e non,alcune sanguinavano ancora.

Alla sua vista Michael non potè fare altro che sorridere e godere,chissà quante volte quell'angelo avrà desiderato morire sotto i ferri del sadico che l'aveva operato.

Gli arti meccanici si muovevano per conto loro. Lo sguardo era sempre fisso,come se stesse osservando qualche evento particolare,che solo lui potesse vedere.

"sono qui per servirvi..."

"... mio signore!!!"

Non lo degnò di una risposta,gli passò davanti e gli fece segno di seguirlo.

Michael attraversò la barriera astrale senza problemi, come gli aveva assicurato Zeus .

Apollonius e Toma lo seguirono.

 

Un bambino dai capelli biondi si avvicinò a Nana . Si vedevano delle piccole piume fuoriuscire dagli avanbracci.

Le si aggrappò alla gonna e gliela tirò. Voleva attirare la sua attenzione.

"mamma..."

"MAMMA!!!"

Nana se ne accorse e si accovacciò. "Che c'è piccolo mio?"

" ho sonno..." disse sbadigliando.

Lei gli passò una mano tra i capelli e sorrise.

Lo prese in braccio. "adesso torniamo a casa...abbi pazienza..."

"cerchiamo papà e ce ne andiamo...hai tanto sonno ?"

Il bambino si strofinò gli occhi e disse di si con la testa. Lo prese in braccio e si alzò.

"scusatemi devo andare...il bambino non ce la fa proprio più...arrivederci...grazie per la serata!" disse rivolgendosi ad un gruppo di signore.

"Signora Ruggeri"

Nana si sentì chiamare,proprio mentre stava per andarsene.

"Signora Ruggeri...volevo solo dirle buona fortuna..."

"cosa?"

"anche se lei più di una volta,in queste riunioni di paese,si è dimostrata contraria alla guerra...volevo dirle che non la odio..." La signora teneva un paio di occhialetti a mezzaluna sul naso e le si avvicinò. "..." Si guardarono negli occhi molto intensamente.

"non si preoccupi...lo so..." disse Nana .

"è che la guerra contro quegli esseri..."

"angeli" La corresse Nana.

"angeli..quel che è...comunque le continue battaglie ci hanno sfibrato,ogni giorno speriamo che non raggiungano questo paese,ma...con la guerra non si sa mai..."

"ma gli angeli non sono un nemico...possono diventare degli amci...non dobbiamo attaccarli con le armi,basta la parola...in fondo siamo entrambi esseri civili" Disse Nana e lo disse quasi con le lacrime agli occhi,ma tutto ciò che diceva o che che avrebbe continuato a dire fino alla fine dei tempi,non sarebbe servito a nulla. Gli umani si sentivano feriti,braccati,avevano perse tante persone care e mentre la loro vita trascorreva lenta,gli angeli invece inventavano nuovi mezzi,nuove armi,la loro tecnologia evolveva velocemente,perchè se per la terra voleva dire una settimana per loro erano due mesi. Presto, pensava amaramente,si sarebbe arrivati al triste epilogo. Molto presto! Che ne sarebbe stata della sua famiglia? Non lo sapeva. Era felice,ma allo stesso tempo angosciata. Speriamo almeno...ma non riusciva mai ad ultimare quel pensiero,anche se aveva compiuto la scelta di vivere accanto a Max,molte cose non le erano chiare. Chissà cosa stesse facendo Michael...si ritrovava a pensare,oppure i suoi pensieri e le sue speranze si volgevano ad Apollonius e Toma. Loro sicuramente stavano vivendo una vita non facile,ma sperava almeno in parte di avergli regalato un po' di felicità e speranza.

Si congedò dal gruppo delle signore,intente a discutere,ancora,su una possibile resistenza.

Prima di andarsene sentì un'ammonimento. "stia attenta sulla strada di casa..." Ma li per lì non ci fece caso,anzi proseguì senza dargli molta importanza.

Il bambino si era addormentato in braccio a lei,era così tenero,le ispirava proprio una sensazione di pace interiore e di una grossa felicità.

Ci mise poco a trovare Max con lo sguardo. Era proprio buffo,stava provando diverse tute da combattimento...era stato scelto come medico della compagnia. Se gli angeli avessero attaccato il paese,gli abitanti si sarebbero difesi. Avrebbero difeso tutto ciò che amavano anche al costo della morte.Lei,però non riusciva a capire,perchè si dovesse arrivare a morire per proteggere qualcosa...non capiva perchè qualcuno dovesse doverli attaccare...quando si trovava ad Atlantia non capiva perchè gli angeli attaccassero la Terra...dicevano che dovevano proteggere la loro terra,la loro città e le loro famiglie...sulla Terra era lo stesso. Entrambi avevano ragione,ma entrambi in egual modo avevano torto.

Era una guerra inutile.

Per questo ne era addolorata.

Max si accorse della sua presenza e le si avvicinò.

Le diede un bacio e poi accarezzò il bimbo.

"dorme..." Le disse sottovoce. I due si guardarono e lei ricambiò il bacio ricevuto. Era in momenti come quelli,quando le persone a lei più care al mondo si trovavano vicino a lei, che lei sentiva di essere arrivata alla felicità. Non avrebbe saputo desiderare altro.

Era felice.

Felice.

Vedendo Michy dormire tanto decisero di tornare a casa. Max si congedò dagli amici e insieme alla sua amata moglie e a suo figlio presero la strada di casa.

Casa loro si trovava in alta montagna e per raggiungela dovevano prendere dei sentieri molto ripidi.

La via era sterrata e il ciglio confinava con un solco di circa un metro di terra,esso lo divideva dal bosco circostante. I due camminavano svelti,ma non troppo. Volevano godersi quella stupenda passaggiata.

Il bambino improvvisamente cominciò a piangere disperatamente.

Nana non risuciva a consolarlo in nessun modo,provò anche Max,ma non c'era verso di calmarlo.

"perchè piangi,pccolino?" Chiese.

"PAPA'A'A'...."

I due genitori si guardavano negl occhi,non era mai successo che il piccolo Michy piangesse a quel modo. Poi il bimbo porse le braccia verso la sua mamma,facendole capire che le voleva tornare in braccio. Max glielo diede.

"mamma..BUAAAAAAAA"

"che c'è...su non piangere...hai fatto un brutto sogno..." Mentre diceva quelle semplici parole ebbe un brutto presentimento. Si ricordò di quando era piccola. Di quando aveva manifestato i suoi poteri...poteva guarire le ferite...le era stato utile,negli ultimi anni stando accanto a un medico...poi ritornò con la mente al giorno in cui saprì misteriosamente sua madre...l'aveva sognato..sapeva se pur incosciamente cosa era accaduto...ora capiva a distanza di anni...capiva...suo padre...allontonò questo pensiero per dedicarsi a suo figlio.

"su non piangere...era solo un brutto sogno...racconta alla tua mamma ...su non avere paura..."

Il bimbo tirò su col naso e abbracciò forte la mamma,nascondendo il volto tra i suoi seni.

"sigh"

"su" venne accarezzato dalla mano forte e sicura del padre.

""ho...nel sogno voi morivate...uno con le ali vi faceva tanto male...aveva i capelli rossi e diceva che la mamma doveva tornare a casa..."

Nana rimase stupita dalla descrizione dell'incubo...sembrava quasi stesse parlando di suo fratello. Lo strinse più forte,che potè.

"dovevi seguirlo...per andare a casa...la casa in cielo...e poi morivate e io rimanevo solo...BUAAAA"

"shh era solo un brutto sogno nessuno rimarrà solo...vero papà?" Disse rivolgendosi a Max.

"Si,lo prometto...adesso basta piangere...sei o non sei un ometto?"

Il bimbo fece cenno di si con la testa e si strofinò gli occhi con le mani. "papà?"

"si?"

"mi fai volare?"

La domanda lo preso in contropiede. Non capiva. Come doveva farlo volare? Come volava Nana? Ma lui non era capace! Lei capì cosa stesse pensando. Ma la voce del bambino li interruppe. Si fece mettere a terra,prese la mano del papà e quella della mamma.

"adesso!"

I due si misero a ridere...un po'per l'espressione decisa del bambino e un po' per la pretesa...voleva che lo facessero saltare tenendolo per le mani.

"ok...cominciamo allora!!!"

Il bambino così cominciò a saltellare dicendo:"vola vola vola" e intanto si diregevano verso casa.

La vita era così per loro.

Semplice e casta.

Sembrava che nulla potesse guastarla,e nessuno potesse rovinare quella vita così serena e tanto agoniata da Nana e Max.

Michy si staccò dalle mani dei genitori e corse lungo il sentiero.

Max gli corse subito dietro. Anche se quella via era sicura,non si poteva mai sapere cosa la montagna celasse...

La luna era alta in cielo.

Poi Michy urlò.

Max e Nana corsero il più velocemente possibile. Quell'urlo li spaventò a morte.

"MICHYYY...COSA..." Gli urlò il suo papà.

"Michael..." Disse sottovoce Nana. Suo figlio correndo era andato a sbattere contro un angelo Celeste. Era in tenuta da battaglia e alla cinta portava una spada.

Suo fratello era lì davanti a lei e l'osservava,con uno sguardo impenetrabile.

Le salirono le lacrime agli occhi. Piangeva di felicità. Nemmeno nei suoi sogni più belli,aveva mai pensato di rivedere suo fratello.

"ARGHHHH" Il bambino era in preda alla paura e più vedeva l'angelo che si stagliava alto sopra di lui,più aveva paura.

Nana gli si avvicinò seguita a ruota dal marito.

Il bimbo si rifugiò nell'abbraccio sicuro della madre. Lei non riusciva a parlare era molto emozionata,non sapeva scegliere le parole,che potessero descrivere la sua immensa gioia, per un attimo scorse anche negli occhi di Michael gli stessi sentimenti.

"tutto a posto?" le chiese Max,senza ricevere però risposta.

"calmati...lui non è cattivo..."

Lo guardò ancora in volto. Sembrava cambiato,ma non sapeva dire esattamente come.

Gli si avvicinò, voleva presentargli la sua famiglia. Spiegargli perchè non fosse più tornata,ma questo pensò ci aveva già pensato Toma.

"Michael..."

L'uomo voltò la testa per guardare i suoi immensi occhi,poi guardò il bambino che teneva in mano,possedeva delle piume su entrambe le bracia e delle aluccie sulla schiena...erano impercettibili,era ancora un bambino pensò.

"questo..." Disse Nana.

"è tuo nipote!" Glielo disse col sorriso in faccia.

Non poteva essere. Aveva avuto un figlio.

"Lui è mio marito! Si chiama Max...e se vieni con NOI ti presento anche la nonna di questo bellissimo bambino..."

Non poteva essere.

Non ci credeva.

Sua sorella non era stata tenuta lì con la forza.

Non era stata torturata.

Non aveva cicatrici sulla faccia.

Non piangeva disperatamente per essere salvata.

Niente di tutto questo.

Aveva ucciso per nulla allora?

Aveva subito torture per niente?

35 anni buttai via?

No,non poteva essere.

Se Zeus l'avesse scoperto,Nana morirebbe di certo per mano sua.

Aveva detto che chiunque li tradisse sarebbero stati condannati a morte.

Anche sua sorella, lo sarebbe stata.

No,lei non aveva colpa.

La colpa era loro.

Di quell'uomo che le stava accanto.

E di quel bambino.

Sua soerella amava solo una persona.

Di questo ne era certo.

Glielo aveva svelato la voce in sogno.

Ma ora cosa doveva fare?

Non lo sapeva.

Non farti ingannare...non è felice,mente...loro l'hanno costretta...per far in modo che tu te ne vada...loro sapevano...loro sanno quanto voi vi amiate...non vogliono che siate felici...

...

Voce che devo fare?

Come posso salvarla?

Dimmi!

Ti scongiuro non sparire.

Uccidili.

Specialmente il più piccolo!!!

Lui è il più potente.

Lui ha organizzato il rapimento.

Lui deve soffrire,più dell'adulto.

Vedrai poi lei ti rigrazierà.

Ora, però...che sono qui...hanno abbassato la guardia.

Vai.

Non te ne pentirai.

Segui alla lettera tutto ciò che ti dico.

Fallo...ORA!!!

Michael obbedì.

Colpisci il bambino.

Ma così colpirò pure lei...

Vedrai che ti lascierà fare...altrimenti perchè si è avvicinata?

Su...è semplice.

Ti basterà un colpo solo.

Nana vide il fratello alzare il pugno destro...voleva colpire suo figlio. Era forse impazzito? Non capiva,sapeva solo che doveva proteggerlo.

La colpì in faccia con la mano chiusa. Cadde a terra. Max le corse subito vicino.

"Michy stai bene?"disse.

"si" Rispose il fratello,ma lei non lo degnò di uno sguardo. Si rivolgeva al piccolo. "michy,tutto a posto? Piccolo mio,non piangere"

"L'ha chiamato come me..."

"Quel bambino ha il mio nome..."

"Non è possibile..."

L'ex-arcangelo arretrava,era scioccato.

Calmati stolto! Sentì.

E' una menzogna,non vedi come stanno ridendo di te?

Loro ti stanno prendendo in giro...anche tua sorella...

"NON E' VERO!!!"

Si che lo è...

Calmati.

Ragiona.

Tua sorella è stata costretta qui...non poteva scegliere il nome del suo bambino...lei è stata torturata...ricorda...

tu lo sai!

L'hai visto in sogno...

stai calmo...

puoi risolvere tutto uccidendo il moccioso e il padre di quel moccioso...

Tutto si sistemerà.

Nana non capiva. Le faceva male la mascella. Michael l'aveva colpita.

Lo guardò negli occhi. Era diverso. Urlava frasi senza senso. Max l'aiutò ad alzarsi,aveva voglia di spaccare il muso a quell'uomo e non gli importava nulla che fosse un' angelo e che fosse molto più forte di lui. L'aveva toccata e questo gli bastava.

"Max no...lascia che gli parli..." La lasciò fare,che scelte aveva?

"Michael..."

"non capisco che ti è preso?"

L'angelo le si avvicinò.

"o Nana quanto ti ho desiderata..."

"cosa stai..." Max era geloso e le prese le spalle,non gli piaceva lo sguardo di quell'angelo,sembrava un folle. Il piccolo Michy era terrorizzato e ascoltava in silenzio.

"Nana...Nanael...figlia di Sachiel...tu fai parte di me...Io ti ho sempre voluta...ti ho sempre amata..."

"come SORELLA...e chiamami Nana...nessuno mi chiama a quel modo...nessuno nemmeno tu! Perchè sei venuto? Mi sembra fin troppo ovio che non sei venuto fin qui per una visita di cortesia..."

"sono venuto a liberarti...dalle catene che ti hanno imposto..." Dicendo questo sfilò la spada.

"Che loro ti hanno imposto..."

Nana trasalì e Max si interpose subito tra i due. "Ma quali catene? Posa la spada e ne parliamo con calma..." disse lui.

"Ma sta zitto!!!" Lo colpì con l'elsa della spada sullo stomaco. Lo fece cadere a terra,il quale vomitò anche l'anima. Il bambino cominciò a piangere.

"Nana sono venuto qui per riportarti a casa. Ad Atlantia."

Il piccolo Michy a quelle parole si disperò. Era tutto come il suo sogno.

"vedrai torneremo a casa,ma prima..."

Nana si sentiva come svuotata...aveva paura di suo fratello...aveva paura di cosa potesse dire o fare.

"Prima,però dovrò ucciderli...sai loro devono pagare per quello che ti hanno fatto..."

Diede una serie di calci al povero Max. Sputava sangue. Molto probabilmte gli aveva rotto delle costole e ora gli premevano sui polmoni.

Tossì.

Rimase fermo come se fosse svenuto.

"MAAAAAX" Urlò disperata,cercava di risparmiare il piccolo Michy a quell'atroce visione. Gli premeva il volto contro il suo seno. Non doveva vedere."Maaax...rispondimiiii" Lo disse con le lacrime agli occhi. "Ti prego,non lasciarmi...MICHAEL PIANTAAAALA. PER L'AMOR DEL CIELO BAAASTA." Lo scongiurò,pianse e poi urlò di nuovo..."PERCHE'???"

Non capiva.

"Papa?" cercava di chiedere,ma la sua mamma non lo sentiva. Cominciò a piangere,anche la sua mamma lo faceva...lo sentiva. Stava piangendo.

Michael poi, si fermò.

Si voltò e la guardò intensamente.

Perchè stava piangendo? Sembrava disperata.

NO. Non vedi che piange di gioia?

"Lascia che lo uccida e poi sarà tutto finito..." Indicava il bambino.

Lei lo strinse con forza.

"NO" e fece dieci passi indietro. "no" ripeteva.

Suo faretello le si avvicinava,con la spada in pugno. Aveva un'aria quasi rassenerante.

"NO" Urlò Max,che si aggrappò a Michael,"non farai loro del male" Gli bloccò le braccia e una gamba.

L'angelo non poteva muoversi.

"NANA VAI...VAI DA SUSANNA...TI AIUTERA'...QUI CI PENSO IO!!!"

"no non voglio...Max..." Disse tra le lacrime...

"VOLAAAAAA"

Non se lo fece ripetere ancora,spiccò il volo e si diresse in direzione della loro casa. Lì ci sarebbe stata Susanna e lei avrebbe risolto tutto...sempre ammesso che qualcuno,potesse risolvere una situazione tanto assurda.

"Max..."

Improvvisamente vide materializzarsi davanti a lei Apollonius,anche lui brandiva una spada. Ne rimase sorpresa.

"Anche tu Apollonius? Perchè?"disse tra le lacrime.

L'angelo delle tenebre non le rispose,sapeva che ciò che stava facendo era sbagliato,ma...

"Non ho scelta..."

Era disperata,chissà se Max ce l'avrebbe fatta...Apollonius doveva lasciarla andare...se non altro per i vecchi tempi...

"tutti possono scegliere...tutti"

"35 anni sono lunghi Nana...le persone cambiano...le cose cambiano...tutto cambia..."

"Apollonius...perchè?" Era disperata,il suo bambino aveva un anno...piangeva ed entrambi non capivano.

L'angelo delle tenebre la fissò negli occhi,non l'aveva mai vista in quel modo...lo stava supplicando e quando lo superò,non la fermò.

Tutti hanno la possibilità di scegliere.

Nana volò più velocemente possibile, si sentiva il cuore in gola. Max ti prego non morire...si ripeteva...non morire...

Una volta arrivata a casa atterrò nel suo giardino.

"SUSANNA...SUSANNA..." Ma non sentì la solita voce risponderle. Solo un infinito e odioso silenzio.

Aveva paura.

"mamma...è colpa mia?"

"no...cosa dici?"

"papà dov'è?è morto?"

"NO!!!" Gli urlò.

"senti...adesso dobbiamo cercare la tua nonna e poi andiamo ad aiutare papà..." Le tremò la voce."OK?" Cominciò a piangere. Michy le asciugò le lacrime."mamma hai paura?"

"si piccolo mio...ho paura di perdervi..."

"mamma no...noi staremo sempre insieme..."e l'abbracciò forte. "nessuno ti farà niente mamma!! Ci penserò io!!!"

Dopo essersi ricomposta entrò in casa.

"Susanna dove...?"

"Nonna Susy dove sei? A papà gli hanno fatta tanta bua..."

Quando entrò vide che in casa c'erano segni di lotta. Prese in braccio il piccolo.

Controllò il bagno,la camera da letto...e infine la camera di Susanna.

Le si congelò il sangue.

Per terra c'erano delle macchie di sangue.

Erano ancora fresche...anzi continuavano ad avanzare come fossero state un fiume.

Le seguì.

"arrgh" Urlò il bambino.

"NONNA!!!"

Era stata crocifissa al muro.

Le erano stati conficcati due coltelli nei polsi.

Susanna vedendola disse:"mi...dispiace"

Poi morì.

Le si gelò il sangue,chi aveva potuto fare una cosa del genere?

"chi?"

Non possedeva più lacrime,era stata come svuotata,non riusciva più a pensare, a muoversi ad alzare un muscolo.

Poi lentamente,le si parò davanti Toma...

ma...

ne rimase turbata.

Non possedeva più lo sguardo innocente e spaurito di quando si erano conosciuti ora era diverso.

In qualche modo cambiato,diverso.

Era Toma,ma allo stesso tempo non lo era.

Il suo corpo era pieno di ferite,gli erano stati applicati delle braccia e delle ali.

Il suo sguardo era freddo e distaccato.

"Toma che ti hanno fatto?"

"no...quello che mi hai fatto tu!!!"

"Zeus non ti vuole nel suo regno...Michael presto lo capirà"

La voleva uccidere. Non aveva bisogno di armi...lui...aveva sete di sangue.

Nana uscì di corsa dalla casa,ma presto lui le si avventò di sopra. Le strappò il bambino dalle mani e le si allontanò.

"LASCIALO...CHE VUOI FARE!!!PIANTALA!!!"

Nana cercò di fermarlo,ma fu fermata da una sfera di fuoco lanciata dal fratello.

L'aveva raggiunta e teneva dal collo Max.

Intanto Toma si avvinghiò al bambino. Era come se non sentisse le urla imploranti di Nana. Aprì la bocca e morse le teneri carni del bambino,per succhiarne via la forza vitale.

"ma...mma aiuta..."

Poi quando divenne anemico lo lasciò cadere sul prato.

"MICHAEL...NOOOOOOOO"

Lo raccolse tra le braccie, Nana non riusciva a sentire più la vita scorrere nelle vene del suo piccolo.

"Michael..." Si sentì come se le avessero tolto l'aria dai polmoni il suo piccolo non...non era possibile.

Pianse,urlò.

Cercò invano di curarlo coi suoi poteri.

Apollonius le corse incontro era arrivato tardi.

Michael non la vide,la sorpassò e gettò il corpo martoriato di Max vicino la porta di casa.

"n...a..n..a..." gli scese una lacrima, cercò di tendergli una mano. La vide piangere...e tenere stretto tra le braccia loro figlio.

Capì.

Pianse.

"perchè?"

Michael con tutta risposta gli conficcò la lama della spada nell'addome.

L'aria era piena delle urla di Nana.

"PERCHE'?"

Non capiva perchè stava accadendo tutto questo.

Michael rideva.

Toma era perso nei suoi pensieri.

Apollonius piangeva assieme a lei. Cercava di fermarla,ma era tutto inutile.

Toma improvvisamente la colpì. Non sopportava le sue urla. La voleva uccidere.

L'angelo delle tenebre dai capelli rossi divenne furioso.

"ORA BASTA"

Gli bloccò un braccio meccanico,lo tirò verso di sè,fino a strapparglielo del tutto.

I due ingaggiarono una delle lotte più feroci mai viste.

Tutti avevano scelta...persino loro...e questo lui doveva capirlo.

Doveva pentirsi.

Doveva provare dolore perciò che le aveva fatto.

Lei era sempre stata buona con loro.

Era stata lei a salvare quell'angelo senz'ali da una fine orrenda.

E ora quello stesso angelo l'aveva tradita,aveva fatto a pezzi tutto ciò a cui teneva.

Lei era la su piccola bambina,aveva promesso a sua madre che non le sarebbe mai accaduto niente,che sarebbe cresciuta sana e forte. Le aveva detto che sarebbe stata felice.

Le aveva dato la sua parola.

Apollonius sembrava ricordarsi ogni parola ad ogni colpo che infieriva a Toma.

Doveva pagare.

Gli staccò l'altro braccio.

Toma sanguinava,aveva due buchi all'altezza delle costole. La carne era aperta,i muscoli squarciati, i tendini metallici ancora uniti all'arto tiravano la carne,procurandogli dolore.

Poi le ali vennero tagliate dalla grossa spada di Apllonius.

L'angelo senz'ali cadde a terra,ai piedi di Nana che ancora tentava di rianimare il suo piccolo.

Toma non riusciva a capire di chi era la voce disperata che urlava. Una voce nella sua testa gli diceva: uccidila,ma ormai il suo corpo non gli obbidiva più.

"Michyy..."

"parlami,piccolo mio parlami...MICHYYYY"

L'angelo pian piano capì a chi apparteneva la voce,in fine la vide.

Fu come se un incantesimo si fosse spezzato.

Si ricordò di quando Michael se la fosse presa con lui,dell'incontro con Zeus e dell'ordine ricevuto. Cosa aveva fatto?

Le urla della persona, che l'aveva salvato da ragazzo,lo riportarono alla realtà.

La chiamò,la toccò con una mano,ma niente,non rispondeva. Continuava a stringere tra le braccia quel bambino.

"Nana..."

Niente non rispondeva.

Non riusciva a capire perchè lei piangesse così,cos'era successo.

Poi come se qualcuno gli avesse fatto una doccia fredda. Capì.

"Cos'ho fatto?"

L'angelo strisciò sulla nuda terra,non aveva la forza di camminare,si aggrappò alle bianche ginocchia della sua padrona. Fece forza sulle braccia.

"Mi dispiace" le disse. Ma lei non lo sentì.

"MI DISPIACEEEEEE"

Nana alzò lo sguardo. Non capiva cosa le stesse dicendo. Non capiva chi fosse. Aveva solo un grande vuoto dentro di lei.

Disperazione, nient'altro.

"..i-il mio bi-imbo..." piegò la testa di lato "non...respira...i-i-i miei po-po...teri non servono a nulla?"

"Michy svegliati...la ma-amma è qui...Michy..."

Vedendole il viso stravolto capì solo allora cosa le avesse fatto. "mi dispiace..." ma nessuna parola,poteva giustificarlo.

Apollonius decise di risparmiarlo,la vita sarebbe stata la sua punizione.

La sua attenzione fu catturata da Michael,le si era avvicinato e nessuno l'aveva notato.

Lui al contrario di Toma non si era ravveduto,anzi la sua pazzia perversava.

Le prese il bambino dalle braccia. Lo teneva per i capelli.

Distruggilo...

Tagliali le ali...

così sarai sicuro della sua morte...

Michael obbedì,dal corpo del bimbo cadeva copioso il sangue. Poi evocò una sfera d'energia,la lanciò contro la casa,che per lei era stato un simbolo di felicità e serenità,per tanti anni.

La casa prese fuoco e così tutto ciò che si trovasse all'interno.

Poi l'ex-arcangelo lo gettò dentro,si era finalmente liberato da un pesante fardello. Ciò che non si era aspettato era lo slancio della sorella protesa a recuperare il suo bambino.

Corse veloce,ma non fece in tempo.

Il suo Michy ora stava bruciando tra le fiamme.

Apollonius sparì usando il teletrasporto.

Lei inciampò sul corpo di Max.

Gli cadde addosso.

Gli mise l'indice e il medio sulla giugulare,proprio come le aveva insegnato. Rise.

"ho imparato...adesso ho capito dove dovevo mettere le dita..."

Respirava ancora.

"Max..." Piangeva.

Gli sollevò la testa. e la poggiò sul suo grembo. "Max..."

Aveva perso molto sangue.

Gli rimaneva poco da vivere.

Lei aveva esaurito tutto il suo potere nel tentativo di salvare il loro piccolo Michy.

Lui aprì debolmente gli occhi,era felice di averla accanto per l'ultima volta, le sorrise.

Un'ultima lacrima gli scese sul volto,cercò di accarezzarle la guancia,ma non ci riuscì.

Chiuse gli occhi,per non riaprirli mai più.

"MAAAAAAX"

"NON MI LASCIARE ANCHE TU..."

Ma ormai non ne rimaneva che il corpo senza vita.

Le fiamme avanzavano,sembravano pretendessero quel corpo.

Michael la prese e la portò lontano dal calore.

Sentiva le mani di suo fratello cingerle la vita. Provò ribrezzo.

Gli diede una spinta. Lo voleva lontano dalla sua vita...ormai distrutta.

Nel tentativo cadde a terra.

Era debole.

Svuotata di ogni forza,di ogni certezza,di ogni legame che la teneva legata a questa vita.

Toma sentiva e capiva il peso delle sue azioni...non riusciva a perdonarsi per quello che aveva appena compiuto.

Michael le si avvicinò con calma e con gaiezza...

era felice,la sua missione si era compiuta.

Le tese una mano.

"Finalmente,potrai tornare a casa...ti ho salvata...prendi la mia mano...ti aiuterò io d'ora in poi..."

Nana cominciò a tremare,non piangeva più.

Quelle parole l'avevano portata alla realtà.

Gli sputò sui piedi.

Alzò lo sguardo trattenendo il respiro.

Voleva guardarlo negli occhi.

"La morte piuttosto..."

Michael ne rimase disorientato,perchè gli aveva risposto così?

Non era forse felice? Non l'aveva forse liberata?

"Tu-u non sei mio ..." Si alzò in piedi. "FRATELLO...lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere..."gli passò accanto e si avvicinò alla casa in fiamme.

"lui...mi voleva bene..."

"infa-atti te ne voglio...sono tuo fra"

"NO...non voglio crederci...LUI SA...LUI sapeva cosa provavo...QUANTO ero felice con loro"

"Co...Nana... io credevo..."

"Mio fratello è MORTO,la MIA famiglia è MORTA..."

Improvvisamente cominciò a correre. Voleva lanciarsi tra le fiamme.

Venne bloccata a terra dall'ex-arcangelo.

Lei si disperò.

Urlò.

Voleva morire non le restava più niente.

Michael non capiva.

Perchè le si era rivoltata così?

Non aveva fatto forse la cosa più giusta?

Allora perchè lei...

Non capiva.

Poi,senza alcun preavviso, la solita voce parlò.

Tu non hai colpa...hai tentato,ma lei non ha voluto essere salvata...

La devi...

NO...NON LA UCCIDERO'...

Poi lentamente capì,era stato ingannato,quella voce l'aveva ingannato...aveva pensato fosse Nana,ma non era lei...

Lei non avrebbe voluto che lui uccidesse,invece la voce...

STAI ZITTA...

Calmati...non dovrai ucciderla,ma salvarla...

BASTAAAA

Manda la sua anima all'oblio,là si salverà!

Non è vero! Lì le anime si perdono,sono condannate a un continuo senzo di colpa...il corpo coperto dai ghiacci eterni e l'anima...l'anima condannata a un continuo errarre...STAI ZITTA!!!

Zitto stolto...fai come ti dico...

NO

Lo farai comunque..che tu voglia o no!

Il sigillo che gli era stato imposto sulla mano cominciò a brillare.

La mano si poggiò sulla schiena di Nana e la sua bocca pronunciò per conto di un altro la maledizione.

"Fuoco dell'eternità,tramutati in ghiaccio e accompagna quest'anima maledetta verso l'oblio eterno..."

Lei vide i ghiacci appropriarsi velocemente del suo corpo. Perchè si domandava.

Non sentiva più dolore era come se i fatti appena accaduti non la riguardassero,non sentiva dolore. Non sentiva più niente.

Prima che i ghiacci le avvolgessero il volto,vide Apollonius materializzarsi davanti a lei. Teneva tra le braccia i corpi esanimi di Max e Michy. Il suo volto era talmente emozionato che non capì cosa le volesse dire,ma qualunque cosa fosse,loro sarebbero stati al sicuro. I loro corpi avrebbero ricevuto una degna sepoltura.

Ne era sicura.

In quell'istante fu contenta. Il su cuore si era rassenerato,almeno un po'.

I ghiacci l'avvolsero completamente,tramutandola in una statua di ghiaccio.

Michael cominciò a piangere,gli era sembrato di tornare bambino.

Abbracciò la statua.

"mi dispiace...non volevo..."

"non avevo capito...scusami...Nana..."

Pianse.

Apollonius gli si avvicnò coi corpi in mano.

"sei soddisfatto di quello che hai fatto?"

"..."

"RISPONDI!!! Sei contento?"

"NO ...non doveva finire così..."

"MALEDETTA CHI SEI?" Brandiva la spada al vento.

Stremato cadde a terra e continuò a piangere.

"chi sei?"

Sentì qualcuno ridere,aveva già udito quella risata...

Ben fatto Michael,hai fatto proprio un bel lavoro...ti dice niente?

Tu e tuo padre siete proprio simili...

Michael strinse i pugni.

Suo padre come lui era stato la causa della morte di colei che amava.

Non è possibile...

Farai bene a non ribellarti...ricordi?

Ora sono il nuovo re di Atlantia ed è stato grazie a te...

Ah Ah AH

"Alla fine tutti possono scegliere..."Disse Apollonius,poi si alzò in volo.

"dove vai?" Gli domandò Toma.

"Tutti hanno scelta...bisogna avere coraggio e scegliere...lei ha avuto coraggio...io ora ce l'ho!"

"...questo è stato il suo ultimo dono per me...mi unirò ai ribelli...con loro troverò la strada..."

Michael era stremato.

Disperato.

Si accovacciò ai piedi della statua.

"Tutti possono sciegliere...perchè non l'ho fatto?" Si addormentò piangendo.

 

 

*

 

"Brava...piangi quanto vuoi...ti fa bene..." Toma la guardò commosso e mosso da grande pietà la strinse ancora più forte a sè.

"Nana...mi dispiace solo ora ho capito...io..."

"schh...non puoi dire nulla che io già non sappia...o che tu non conosca...non esistono parole per ripagarmi di quello che ho perso...solo i fatti...li potrò rivedere?"

"No..." Disse addolorato. "Però potrai riposare...farai un sonno senza sogni...per l'eternità...mi dispiace"

"shh..."

Toma cominciò a piangere.

"E' ORA!"

Lei prima di essere accolta dalle ombre volle fargli un regalo.

"Toma...prendi le mie ali...le mie piume...mostreranno a tutti ciò che è celato..."

"LE TUE ALI SONO BELLISSIME..."

L'angelo vide le piume di lei posarsi sui sui capelli bianchi come latte.

Pian piano si formarono due stupende ali...Le vedeva.

Aveva ragione lei.

ERANO BELLISSIME.

"tienile...ormai a me non servono più..."

 

Michael aspettava il ritorno di Toma da due ore.

Finalmente uscì dalla statua di ghiaccio.

Si trovavano nella piazza pubblica di Atlantia.

Nana era stata utilizzata come monito a chiuque volesse tradire il nuovo sovrano.

Michael rimase sorpreso vedendo le piume al posto dei capelli sull'angelo delle tenebre.

I due si guardarono.

"Tutti possono scegliere" disse improvvisamente l'angelo delle tenebre.

"mi ha fatto un regalo..." Disse all'angelo celeste.

"...lei mi ha chiesto di non dimenticarla,ma credo che mi sarà impossibile...ora posseggo le sue ali..."

Camminò lasciando interdetto colui che era stato suo padrone.

Toma si voltò verso la statua. Le tese una mano.

"Michael ti ricordi quando mi avevi fatto giurare che l'avrei protetta a costo della vita?"

"ehmm.si" Non capiva dove volesse arrivare.

"Ho fallito...sono stato un codardo...ma ora posso rimediare!"

Quando disse quelle parole la statua di ghiaccio sparì nel nulla.

"La proteggerò, ora che è tardi...lo farò ora."

Ci fi un attimo di silenzio eToma proseguì dicendo.

"Devo dirti una cosa...lei non ti ha mai odiato...mai una volta...voleva che tu lo sapessi..."

"Dove vai?" Chiese Michael.

"Dove vado?...vado dove potrò annientare te e quelli come te..."

 

"Io sono un angelo delle tenebre...mi chiamo Toma e ho sete...

una sete che si estenguirà solo

con la caduta degli angeli celsti.

Atlantia sarà mia.

Sarà degli angeli delle tenebre.

Non importa se per ottenere ciò verranno sacrificate delle vite.

Nana è morta...

Nient'altro ormai mi importa."

 

 

FINE

  
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