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Autore: williamsrunes    17/12/2012    7 recensioni
“Mi svegliai, schiusi leggermente le palpebre, ma le richiusi immediatamente a causa dei raggi di sole che filtravano dentro la camera attraverso la finestra.
Già, la camera. Quella non era la mia camera. Mi portai una mano davanti agli occhi, così che potessi mettere a fuoco per bene la situazione in cui mi trovavo.
No, non era decisamente camera mia.
Poi, poco dopo, mi accorsi di una presenza vicino a me, mi voltai e vidi un ragazzo con i capelli color miele, abbracciato a me, con la sua testa poggiata sul mio petto.
Sobbalzai piano, per evitare di svegliarlo.
Avevo una confusione enorme in testa, che faticavo a ricordare cosa fosse successo quella notte.
Sicuramente non qualcosa di puro e casto, era evidente. Ma conoscevo quel ragazzo? Ne ero innamorato? Forse non me ne ero invaghito, prima di allora, ma appena rabbrividì al contatto con le mie dita fredde passate sulle sue morbide, invitanti e calde labbra, lui prese totalmente il mio possesso. Osservai il suo viso, i suoi capelli, il suo corpo, ogni suo minimo particolare.
Non aveva un difetto. Nemmeno il più piccolo.
Era semplicemente perfetto.”
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It's Ziam, babe.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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They don't know about us.



‘La gente crede ancora che gli etero facciano l'amore e i gay solo sesso. Mi piacerebbe spiegargli che si sbagliano.
Boy George

 
 
“Mi svegliai, schiusi leggermente le palpebre, ma le richiusi immediatamente a causa dei raggi di sole che filtravano dentro la camera attraverso la finestra.
Già, la camera. Quella non era la mia camera. Mi portai una mano davanti agli occhi, così che potessi mettere a fuoco per bene la situazione in cui mi trovavo.
No, non era decisamente camera mia.
Poi, poco dopo, mi accorsi di una presenza vicino a me, mi voltai e vidi un ragazzo con i capelli color miele, abbracciato a me, con la sua testa poggiata sul mio petto.
Sobbalzai piano, per evitare di svegliarlo.
Avevo una confusione enorme in testa, che faticavo a ricordare cosa fosse successo quella notte.
Sicuramente non qualcosa di puro e casto, era evidente. Ma conoscevo quel ragazzo? Ne ero innamorato? Forse non me ne ero invaghito, prima di allora, ma appena rabbrividì al contatto con le mie dita fredde passate sulle sue morbide, invitanti e calde labbra, lui prese totalmente il mio possesso. Osservai il suo viso, i suoi capelli, il suo corpo, ogni suo minimo particolare.
Non aveva un difetto. Nemmeno il più piccolo.
Era semplicemente perfetto.”
 
Il penetrante squillo della sveglia invase le mie orecchie, privandomi ancora una volta della culla del mio caldo letto, e di quel dolce sonno che mi aveva accompagnato per tutta la notte.
La spensi piuttosto brutalmente, sospirai.
Era tutto un sogno. Quel ragazzo era tutto un sogno.
Era strano. Non avevo mai sognato un ragazzo né tantomeno avevo immaginato di innamorarmene. Ma forse, non l’avevo solo sognato. Forse me ne ero davvero invaghito, anche se inconsapevolmente.
Eppure quel dolce ricordo mi accompagnò per tutto il tempo durante il quale mi vestii e feci colazione.
Avevo sempre cercato di nascondere la mia omosessualità dietro a tutte quelle ragazze, dietro all’intero corpo di cheerleader che ancora allora, ogni volta che mi vedevano, mi lanciavano qualche sguardo malizioso.
Una volta era successo di un bacio con un ragazzo, ma non sapevo chi era.
Era una scommessa, io dovevo baciare una ragazza a stampo, bendato. L’altra poteva vedere. Peccato che la bastardaggine di Louis e Harry fosse infinita, e così finii per baciare in bocca un tale. Ma questo non lo seppi sin da subito, mi venne infatti riferito da Niall, il mio migliore amico, la sera dopo. Mi colpì un conato di vomito e lasciai le scarpe nuove da pulire, totalmente.
Eppure lo sapevo, sapevo di essere omosessuale, o perlomeno bisessuale. Ero sempre stato attratto, anche solo un poco, da ragazzi del mio stesso sesso, forse più che da persone dal sesso opposto.
Ne ero consapevole, sì, ma non avevo mai accettato questo mio lato. E così mi riparavo dietro ad intere squadre di pallavolo, ginnastica artistica, l’intero corpo di ballo e di cheerleading della scuola.
Misi gli stessi vestiti del giorno precedente e mi recai in bagno.
Sistemai con qualche agile gesto e un po’ di lacca i miei capelli, un tempo a cresta, adesso spiattellati sulla fronte in stile ‘leccata di mucca’.
Presi lo zaino, controvoglia, e andai giù dove la mia adorabile sorellina Safaa aveva lasciato la mia colazione prima di partire per scuola con Waliyah. Sorrisi.
Bevvi avidamente il latte e cacao, scartai la brioche e le detti il primo morso mentre velocemente mi infilavo il cappotto primaverile.
Uscii quasi di corsa da casa mia per passare a chiamare Niall, insieme ci recammo alla scuola.
-“Niall è già andato, altrimenti faceva tardi” annunciò sua madre dopo che ebbi suonato il campanello.
La ringraziai con un cenno della mano e poi corsi verso la scuola, non prima di mandare gli occhi al cielo e sospirare rumorosamente.
Odiavo il lunedì.
Finalmente arrivai a scuola, di poco in anticipo poiché non avevano ancora aperto le porte.
Salutai i miei amici mentre, con il respiro affannato, mi appoggiavo le braccia sulle cosce per riprendere fiato. Vidi il biondo venire incontro a me.
-“Scusa Zayn, non sono potuto arrivare prima. Mia madre non voleva che facessi tardi e così…” tento di giustificarsi lui, poggiandomi una mano sulla spalla.
-“Non preoccuparti, avrei odiato ugualmente questo lunedì” risposi io.
La campanella suonò ed entrammo, seppur controvoglia, in classe.
 
-“Era proprio necessario venire qui?” chiesi sbuffando mentre entravo, trascinato da Niall, nella palestra.
-“Hai sentito il dottore. Dopo l’intervento che hai subito alla gamba non puoi più giocare a calcio, ma devi comunque tenerti in forma. E allora ho pensato che, per migliorare il tuo aspetto da bad boy, la palestra e in particolare il boxe, fosse lo sport perfetto per te” rispose il biondino mentre mi accompagnava al mio armadietto.
-“Non so se prenderla come un’offesa, ma sappi che ti risparmio solo perché sei il mio migliore amico, Horan” risposi socchiudendo gli occhi.
-“Perfetto. Io vado al centro commerciale con Harry e Louis. Passiamo a prenderti più tardi” mi salutò lui uscendo dalla porta.
Dato che mi aveva iscritto a quel corso senza che io ne fossi a conoscenza e non ero mai stato in quel luogo, sbuffai e scossi la testa per poi voltarmi verso il mio armadietto e prendere la roba necessaria per iniziare a sudare un po’.
Inizialmente andai a fare un po’ di corsa sul tapis roulant, poi feci un po’ di pesi.
Gettai un’occhiata all’orologio della palestra, notai che erano le cinque di pomeriggio. Il corso sarebbe iniziato di lì a poco, perciò decisi di chiedere informazioni per poi recarmi nella sala di boxe.
Mentre poggiavo le mie scarpe e la mia felpa sulla panchina di fianco al ring, sentii qualcuno passarmi accanto e lasciare una scia di profumo che attirò la mia attenzione.
Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo stupendo. Viso dolce, capelli color miele tirati leggermente in su da una parte, probabilmente grazie al gel. I suoi occhi erano di un color nocciola chiaro ed il suo fisico era semplicemente perfetto.
Riconobbi quel ragazzo. Era lui, quello del mio sogno. Fu allora che capii di esserne davvero attratto.
Dopo aver fatto un po’ di allenamento ed aver tirato numerosi pugni al sacco, l’istruttore ci fece mettere in riga. Eravamo solo in cinque al corso. Disse che ci avrebbe chiamati a coppie, uno sarebbe andato con lui. Incrociai le dita. Vidi l’uomo prendere un foglio e pronunciare i nomi.
-“Malik e Payne” disse ad un certo punto. Sentii il mio nome ed alzai subito lo sguardo, facendo un passo avanti. Notai che qualcuno si spostò, insieme a me, alla mia sinistra. Mi voltai e vidi lui, il ragazzo.
E quindi di cognome faceva Payne? Appunta, Zayn, appunta!
Timidamente gli rivolsi un sorriso appena accennato ma pur sincero, ricambiato con un sorriso stupendo ed impareggiabile.
Il compito era conoscersi ed, ovviamente, allenarsi.
-“Piacere, il mio nome è Liam” disse lui avvicinandosi a me, porgendomi la mano che strinsi ed abbandonai con lentezza, perché quel contatto fisico mi mandò in paradiso.
-“Z-Zayn” mi presentai io balbettando.
 
-“Perché sei qui, Zayn?” mi chiese Liam dopo una decina di minuti che ci eravamo conosciuti.
-“Beh, prima facevo calcio. Poi ebbi un problema alla gamba, mi si rigirò completamente. Sono svenuto dal dolore”- risposi io tra un respiro affannato e l’altro –“mi hanno operato alla gamba e non posso più tornare in campo. Così il mio migliore amico ha avuto l’idea fantastica di iscrivermi qui, perché devo comunque fare un po’ di ginnastica. Tu, invece, perché sei qui?”. Forse misi un po’ troppa enfasi sul ‘fantastica’, ma in fondo era stata davvero un’idea stupenda. Se Niall non l’avesse fatto, non avrei mai incontrato Liam.
-“Io sono qui da poco, un paio di settimane circa, non di più. Sono stato vittima di bullismo fino ai tredici anni per colpa del mio essere debole e gracile. Poi sono stato quattro anni perfettamente, senza problemi. Da due anni a questa parte, da quando hanno scoperto la mia omosessualità, tornavo a casa ogni giorno con una parte del corpo sempre diversa, piena di lividi, graffi o ferite. Così ho deciso di reagire” rispose lui, con una naturalezza unica. Non tutti avrebbero avuto lo stesso coraggio e lo stesso menefreghismo nel dichiarare il proprio essere omosessuali.
Tipo me. Io non l’avevo mai dichiarato a nessuno, nemmeno a Niall. Se è per questo, non l’avevo ancora ammesso nemmeno a me stesso.
 
Erano ormai due mesi che conoscevo Liam, uscivamo ogni giorno e, spesso, prima di andare a dormire, mi sentivo in colpa perché mi sembrava di trascurare Niall, Harry e Louis. Mi ripetevo ogni sera che il giorno dopo l’avrei trascorso con loro tre, ma finiva sempre che un messaggio da quel ragazzo stupendo mi sconvolgeva la giornata, come pure aveva sconvolto tutta la mia intera vita.
Così mi ritrovavo ogni mattina a dovermi scusare per la promessa non mantenuta del giorno prima e a farne un’altra, seppur consapevole che avrei trascurato anche quella. A me importava uscire con Liam e passare tutto il tempo possibile con lui.
Eravamo diventati molto amici, ma d’altra parte a me non bastava. Volevo essere più di un amico per lui, ma sapevo che era una cosa impossibile. Sapevo che un angelo come lui non mi meritava.
Certo, anche lui, come me, era omosessuale, ma non bastava conoscere l’orientamento sessuale di una persona per essere certi di piacergli.
Non sapevo se mai, un giorno, sarebbero arrivate quelle due semplici parole da parte sua, a sconvolgermi la vita più di quanto avesse già fatto. Ogni volta che si sistemava i capelli sentivo una scarica elettrica percorrermi tutto il corpo. Ogni contatto fisico che c’era fra me e lui mi faceva andare in paradiso. Ogni volta che lo guardavo negli occhi non riuscivo a parlare senza evitare di balbettare. Ogni volta che osservavo anche solo velocemente le sue labbra mi metteva addosso un’irrefrenabile voglia di baciarlo, ma c’era qualcosa che mi bloccava. La paura. La paura di rovinare la nostra fantastica amicizia.
Era strano, mai avevo provato delle sensazioni del genere, soprattutto con dei ragazzi. Ma lui, lui era l’angelo mandato dal diavolo per cambiarmi la vita.
Per lui avrei dato qualsiasi cosa. Qualsiasi. Perché io lo amavo, sentivo di amarlo. E così a volte passavo delle ore osservando il soffitto mentre la luce della luna illuminava il mio corpo disteso sul letto, pensando al mio amore, un sogno irrealizzabile, irraggiungibile.
Era uno dei miei classici mercoledì. Tornai da scuola, mangiai un po’ di pasta al pomodoro e poi mi precipitai in palestra. Mia mamma era quasi sorpresa dall’entusiasmo che avevo quando ci andavo. Sorrisi, perché se avesse conosciuto il vero motivo della mia felicità non mi avrebbe capito.
Una volta arrivato in quel posto che ormai conoscevo come le mie tasche, misi le mie cose dentro l’armadietto per poi andare a fare un po’ di riscaldamento mentre aspettavo che anche Liam arrivasse.
Ad un certo punto sentii un profumo familiare, quel profumo. Quell’odore sublime mi invase le narici e chiusi gli occhi per pensare a lui. E poi una voce, la sua voce, quel fantastico suono che mi entrò nelle orecchie facendomi accennare un sorriso, un sorriso sincero.
Mi alzai ed andai nell’altra stanza, per salutare Liam con un bacio sulla guancia.
L’istruttore, come al solito, ci mise a coppie per l’allenamento.
-“Domani sera esci?” mi chiese Liam mentre, una volta finito il corso, eravamo seduti sulla panchina degli spogliatoi per cambiarci le scarpe.
-“Io? No, non ho ancora programmato niente” mentii. In realtà avevo promesso a Niall che avrei cenato con lui ma, come ho già ammesso, erano nove settimane che ormai non mantenevo più niente di quello che dicevo.
-“Senti… in spiaggia fanno uno spettacolo di fuochi d’artificio. Hai voglia di venire a vederlo con me?” mi chiese ancora lui, rivolgendomi uno dei suoi migliori sorrisi, di quelli sinceri, che venivano dal cuore.
-“Ma certo, trovo che sia un’idea meravigliosa” risposi io, entusiasta, ricambiando il sorriso.
-“Perfetto. Passo a prenderti io, se vuoi. Alle 21 fuori dalla porta, ti aspetto, non tardare all’appuntamento” disse prima di salutarmi e battermi una mano sulla spalla.
Appuntamento. Appuntamento. Appuntamento. Appuntamento. Appuntamen…
Okay, basta.
Aveva detto ‘appuntamento’? Davvero Liam considerava quella uscita un appuntamento? Era il nostro primo appuntamento, quindi.
Ero davvero felice di uscire seriamente una volta con Liam. Ma lui sapeva della mia omosessualità? No, non gliel’avevo mai dichiarato. Forse la considerava solo una semplice uscita fra amici, o forse aveva capito il mio essere gay e voleva uscire come qualcosa di più di due semplici amici.
Una volta arrivato a casa, mi feci travolgere dal getto d’acqua calda mentre coi pensieri, volavo accanto a Liam.
Uscii dalla doccia e mi vestii come mio solito. Una maglietta dei Guns ‘n’ Roses sotto ad una Letter Jacket rossa, con dei jeans beige a cavallo basso e le mie immancabili Nike rosse. Gettai uno sguardo all’orologio e notai di essere, stranamente, di circa una decina di minuti in anticipo. Ne approfittai, allora, per andare in bagno e sistemare il mio ciuffo con qualche agile gesto.
Salutai velocemente mio padre e Safaa, gli unici in casa in quel momento oltre a me, ed uscii di casa. Proprio mentre chiudevo la porta sentii il rumore di una macchina fermarsi dietro di me, mi voltai istintivamente e vidi Liam che mi invitò a salire in macchina.
 
Ci fermammo e il mio amico spense la macchina. Scendemmo e mi stirai, poiché avevamo percorso dieci chilometri a sedere, e sentii ogni parte del mio corpo scricchiolare.
-“Andiamo a prendere un gelato? Per i fuochi d’artificio c’è ancora tempo. Non importa andare a prendere posto là dove c’è tutta quella folla, noi andremo sulla spiaggia, da lì lo spettacolo si vede meglio e saremo da soli” propose Liam. Io annuii, poiché non ero mai stato in quel posto e certo non potevo sapere cosa avrebbe o non avrebbe potuto accadere, al contrario suo.
Una volta pagato il gelato, camminammo per una decina di minuti sulla spiaggia, in riva al mare, per sgranchirci le gambe dal viaggio in macchina. Poi iniziò. Il primo botto, i primi fuochi, bassi.
-“Ci sediamo qui?” chiese Liam fermandosi ed indicando un pezzo di spiaggia.
Annuii quasi impercettibilmente, regalandogli tuttavia uno dei miei più sinceri e bei sorrisi. Ci sedemmo e gettai uno sguardo al cielo.
Chissà se mai Liam si innamorerà di me.
Io ero sicuro di amarlo, lo sentivo e ne avevo la conferma ogni volta che parlava, sorrideva, faceva qualcosa o, semplicemente, respirava. Era diventato il mio ossigeno, la mia ragione di vita. Non riuscivo a vivere senza un suo quotidiano sorriso rivolto a me. Senza di lui non ero niente, solo polvere. La mia vita sarebbe rimasta incompleta. Lo amavo, sì. Ma lui amava me? Forse non lo avrei mai scoperto.
Sospirai, lasciai che i miei occhi si posassero sul candido volto di Liam con uno sguardo fuggivo, per osservarlo mentre i suoi occhi venivano illuminati dai caldi colori dei fuochi. Accennai un sorriso, spontaneo, sincero, e poi guardai il cielo insieme a lui.
Lo spettacolo si faceva più grande, adesso venivano lanciati più fuochi insieme, di diversi o degli stessi colori. Non avevo mai visto una cosa del genere, se non su Youtube o in foto.
Liam si lasciò andare e si appoggiò sulla mia spalla, facendomi rabbrividire per un attimo, poiché quel contatto fisico così ravvicinato mi colse alla sprovvista. Chiusi gli occhi per un attimo, per godermi quella pelle calda al contatto con la mia, fredda e nuda.
Verso la fine dello spettacolo aveva abbandonato la mia spalla, facendomi attraversare un breve momento di malcontento.
Ad un certo punto il ragazzo si voltò e piantò i suoi dolci occhi dentro alle mie iridi color nocciola. Rimanemmo per una manciata di secondi a fissarci, poi io, istintivamente, iniziai col socchiudere gli occhi mentre pian piano, mi avvicinavo al viso di Liam, inclinando di poco la testa.
E fu il momento. Il mio cuore batteva mille volte al secondo, mi stavo riempiendo di gioia e dentro al mio stomaco non c’erano solo farfalle, c’era un intero zoo, posso giurarlo.
Le nostre labbra si unirono, ci unirono in un bacio fantastico, che mi dette sensazioni mai provate prima di allora. Poi posai una mano sulla sua guancia destra, per accarezzarlo, e fu allora che il bacio diventò più appassionante, mentre le nostre lingue giocavano a rincorrersi come due bambini.
Quando svogliatamente ci separammo lo guardai negli occhi, e sorridemmo insieme, per poi rubargli un altro bacio e tornare a fissare il finire dello spettacolo.
Sentii le sue braccia avvolgermi il ventre, allora ricambiai cingendogli le spalle e baciandolo sulla fronte.
 
Mi svegliai, schiusi leggermente le palpebre, mettendomi una mano davanti agli occhi per vedere dove mi trovavo e per evitare che la luce del sole mi accecasse.
Osservai quel luogo. Era una camera, ma non la mia. Eppure avevo avuto la sensazione di averla già rivista.
Sentii una presenza vicino a me, un respiro leggero, calmo e dolce. Mi voltai e vidi un ragazzo dai capelli color biondo scuro, abbracciato a me, con la sua testa poggiata sul mio petto.
Avevo un dejavù.
Voglio dire, mi pareva di avere già vissuto quella scena. E quel ragazzo. Quel ragazzo era Liam.
Mi ricordai del sogno che feci un paio di mesi prima. Era esattamente quello. Mi svegliavo, mi accorgevo di lui e non sapevo chi fosse, eppure me ne innamoravo.
Ma stavolta lo sapevo. Sapevo che era quel ragazzo che per diciotto lunghi anni avevo atteso, aspettando che arrivasse nella mia vita. E per due mesi avevo bramato le sue morbide labbra. E quella sera, la sera prima, lui aveva placato la mia sete di baci, donandomi la sua bocca. E probabilmente quella notte mi aveva donato tutto sé stesso, il suo cuore, il suo corpo, semplicemente la sua vita.
Aveva semplicemente ricambiato il favore, poiché anche io avevo affidato, ormai da molto tempo, il mio cuore a lui, attendendo che si accorgesse, finalmente, di me.
Come nel sogno, passai le mie fredde dita sulle calde, morbide e invitanti labbra di Liam, e lui rabbrividì a quel contatto fisico così diretto.
Mi feci un pizzicotto sulla guancia. Non era un sogno. Quella era la mia vita. Lui era la mia vita. E la stavo vivendo. Avevo raggiunto il mio sogno, stavo amando come mai avevo fatto e ne ero fiero. Fiero di essere gay. E per me non era un problema, ed ero sicuro che non lo sarebbe stato nemmeno per Niall, Harry, Louis e la mia famiglia.
E allora chiusi gli occhi, per abbandonarmi di nuovo al sonno. Ma prima sorrisi, perché finalmente avevo capito che cosa volesse dire amare. Desiderare qualcuno così tanto, donare il cuore ad una persona, avere paura di poterla perdere, quella persona. Il fatto che un ragazzo entrasse nella tua vita, nella tua testa, nel tuo cuore, per sconvolgerti la vita senza che nemmeno ti avvisasse poco prima.
Ma alla fine lui sapeva che doveva arrivare. E, in fondo, anche io.




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NOTES--

Hello guys! c:
larry, ziam e nizza shipper, peipis! shippo anche me e zayn. lol
ma adesso passo direttamente alla storia.
intanto scusatemi, è un po' lunga, capisco, perciò ringrazio chiunque sia passato e abbia speso cinque minuti della sua vita leggendo la mia storia.
mi sembrava abbastanza originale, visto che ho tolto un po' a zayn l'aria da bad boy. non fuma, non è trasgry e cose simili, anzi, mi pare piuttosto dolce, no? hsadlkdhlòk
ci tengo davvero tanto, poiché ci ho lavorato molto, con impegno e passione.
perciò, chiunque tu sia, per favore, se lasci una recensione te ne sono molto grato. iudshlahdsalk
thanks to everyone. c: 

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