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Autore: Ciara    17/12/2012    5 recensioni
« Cos’hai? » la semplice domanda rivoltale da Ron.
« Pensavo » rispose lei cercando di regolarizzare il suo respiro.
Ron sorrise ironicamente.
Certo! Quando mai lei non pensava?
Ritrovarsi con le risposte di Ron nella testa non faceva che darle la certezza dei sentimenti che la legavano a lui. Eppure pensava di aver superato quella fase.
Quella del rifiuto, dell’incredulità, della paura.
Quando credeva che non ci fosse nemmeno uno spiraglio di luce per loro.
Quando vagava nel buio alla ricerca dei suoi occhi.
Il primo capitolo si è classificato primo al "Hermione e.. Ron, SOLO Ron contest" indetto da GiulyHermi96 sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie '˜Cosmic Love˜'
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Sono tornata!

Ebbene si…sono tornata e con un progetto ambizioso: una raccolta di Missing Moment sulla coppia per eccellenza ovviamente! So perfettamente che sarà difficile e non sarò mai soddisfatta al cento per cento, ma perché non tentare?

Quindi bando alle ciance, vi lascio alla lettura del primo capitolo, che si è classificato primo al “Hermione e… Ron, solo Ron contest” indetto da GiulyHermi96 sul forum di EFP.

Ringrazio infinitamente la giudicia per il giudizio e spero che la shot piaccia a voi come è piaciuta a lei.

Un bacio!

Ciara <3<3<3

 

No Light

 

You are the hole in my head

You are the space in my bed

You are the silence in between

What I thought and what I said

You are the nighttime fear

You are the morning when it's clear

When it's over, you're the start

You're my head and you're my heart

“No light, No Light” Florence + The Machine

 

 I due Mangiamorte erano sempre lì.

Camminavano avanti e indietro sul marciapiede dall’altra parte della strada. Ogni tanto si fermavano, si scambiavano qualche parola e poi riprendevano a camminare.

Osservarli nella luce rossastra del tramonto era quasi ipnotico.

Improvvisamente si sentì portare una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sobbalzò leggermente prima di alzare lo sguardo per incontrare quello del colpevole di quel gesto.

« Ehi! » era Ron che le porgeva una tazza di tè fumante.

Era talmente concentrata nell’osservare i movimenti dei due uomini da non rendersi conto che il ragazzo si era seduto accanto a lei sul davanzale della finestra.

Gli sorrise in segno di gratitudine e prese la bevanda.

Assaporò il calore della ceramica mentre le scaldava le mani, quella casa era sempre e comunque gelida e il maglione che si era buttata sulle spalle di certo non era sufficiente.

Fuori il caldo estivo era soffocate mentre all’interno dell’edificio sembrava di essere in un altro tempo, quasi un’altra dimensione.

E lei si sentiva soffocare, intrappolata in quella dimensione.
Tornò ad osservare i Mangiamorte e sospirò pesantemente.

Cominciò a sorseggiare il tè mentre, con la coda dell’occhio, guardava Ron fare la stessa cosa.

Era dalla sera prima che si sentiva inquieta. Non capiva esattamente cosa, ma c’era qualcosa che le attanagliava il cuore in una morsa gelida, qualcosa capace di toglierle il respiro.

Alzando lo sguardo incontrò gli occhi azzurri di Ron e il suo sorriso.

Così va meglio.

Ron aveva la capacità di farla sentire a casa con una semplice occhiata e di farla morire con una sola parola. Loro due erano una combinazione esplosiva.

Siamo una combinazione esplosiva!

E probabilmente era quello che l’aveva sempre spaventata del loro rapporto, della dipendenza da lui che l’aveva così condizionata l’anno precedente.

I graffi e le ferite le bruciavano ancora addosso al solo pensiero dei mesi che avevano trascorso senza rivolgersi la parola.

E ancora quella sensazione.

Come se l’aria si congelasse nei polmoni impedendole di respirare.

Chiuse gli occhi inspirando profondamente.

« Cos’hai? » la semplice domanda rivoltale da Ron.

« Pensavo » rispose lei cercando di regolarizzare il suo respiro.

Ron sorrise ironicamente.

Certo! Quando mai lei non pensava?

Ritrovarsi con le risposte di Ron nella testa non faceva che darle la certezza dei sentimenti che la legavano a lui. Eppure pensava di aver superato quella fase.

Quella del rifiuto, dell’incredulità, della paura.

Quando credeva che non ci fosse nemmeno uno spiraglio di luce per loro.

Quando vagava nel buio alla ricerca dei suoi occhi.

Dalla sera precedente, da quando Lupin se ne era andato era semplicemente terrorizzata.

Terrorizzata non per la situazione in cui si trovavano.

No, quella era una paura gestibile, ancora.

« Va avanti! » la incoraggiò Ron.

« Pensavo a Lupin e Tonks. Pensavo a quello che ha detto ieri Lupin… ai suoi occhi, alla sua voce ».

Fece una pausa, come per raccogliere i pensieri, prima di riprendere a parlare: « Com’è possibile comportarsi così? Voglio dire è sua moglie! Com’è possibile parlare in maniera così fredda di tua moglie, della donna che ami? »

Aveva parlato a voce bassa ma chiara, incredula delle sue stesse parole.

« Io…» Ron non sapeva esattamente cosa dirle, lo vedeva.

Lo capiva.

Lei stessa non sarebbe stata capace di rispondersi.

Si amavano. Ne era certa.

Li aveva visti, i loro sguardi, il modo in cui si toccavano, si sfioravano.

Quasi accidentalmente.

Al compleanno di Harry li aveva visto Tonks sistemare il colletto della camicia di Lupin, e il modo in cui l’aveva guardato, così tenero, complice, l’aveva fatta sentire un’intrusa. Colpevole di aver visto qualcosa si troppo intimo.

« Certamente, noi donne, non vi dimentichiamo così in fretta come voi dimenticate noi. Forse è il nostro destino più che un nostro merito. Non abbiamo scelta! » e con quelle parole non si riferiva solo a Tonks. « Ma li hai visti anche tu insieme, come si guardavano alla Tana…sembravano felici… »

« Erano felici! » si affrettò a confermarle lui.

Si guardarono per un po’ negli occhi.

Ron le sfiorò una mano. « Sono perfetti insieme… e Remus lo sa! Andrà tutto bene ».

Quelle parole andavano ben oltre Lupin e Tonks, se n’era accorta dal modo in cui la stava guardando. Da come le aveva stretto la mano.

In fondo un po’ di luce c’era.

Non brancolava completamente nel buio.

E forse sì, non aveva scelta. Quella era la sua scelta.

Quegli occhi erano la sua scelta.

  
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