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Autore: nuccetta    18/12/2012    8 recensioni
Elena, Damon e Stefan. Elena è bella, mora, con gli occhi del color del cioccolato. Damon ha due iridi di ghiaccio, un atteggiamento da bello e dannato e la battuta sempre pronta sulla punta della lingua. Stefan è ligio al dovere ed innamorato perdutamente della sua donna. sembrerebbero gli stessi protagonisti che abbiamo imparato ad amare in The vampire diaries, ma non è così.
Elena e Stefan si sono conosciuti e amati anni fa, la loro storia è ricca di passione, tenerezza e amore. Damon giunge all'improvviso tra di loro e legherà indissolubilmente la vita alle loro.
E' la storia di un amore travagliato, è una storia di tradimenti, di bugie, di sentimenti veri e di timori nascosti.
un triangolo un po' diverso dal solito....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E così anche ottobre ha lasciato il posto a Novembre. Tra poco più di un mese sarà Natale, e la mia vita ha assunto un carattere per un certo verso... inutile. Già, lavoro, casa e ancora lavoro.

Più di una volta Stefan ha provato a rapirmi per qualche giorno, ma la mole insormontabile di scartoffie, mi ha completamente demotivata a muovere anche solo un passo da New York. Con Damon, invece, la situazione è stabile. Il nostro rapporto sta decisamente migliorando, o forse è solo ciò di cui voglio convincermi. Più che altro ha deviato per strade più facilmente percorribili, niente più scene imbarazzanti, niente più attimi di perdizione. Solo io e lui, un'assistente ed il suo capo, due amici che non perdono occasione per scherzare tra di loro. E poi c'è Caroline. La nostra amicizia sta crescendo giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. E tutto questo mi ha procurato un po' di problemini con Bonnie. Oh sì, la sua possessività in fatto di amicizie è leggenda. Ogni volta che nomino il nome di Care, sento la sua voce irrigidirsi. Un paio di volte l'ho anche presa in giro per questi suoi atteggiamenti un po' infantili, ma in fondo non è una situazione così incomprensibile.

E infine c'è Stefan. No, non ho problemi di memoria, so benissimo di averlo già citato, ma ciò che non ho detto è che le cose tra di noi sembrano andare meglio. Cioè, per lui è sempre stato tutto in regola, l'unica a riconoscere delle curve sono stata io, ma il cambio di rotta che ha preso il mio rapporto con Damon è stato un toccasana per la nostra unione. Persino i suoi genitori sembrano avermi accettato. Non che potessero fare nulla per tenerci lontani, però pare mi odino un po' meno. O almeno è ciò che vogliono far credere al figlio.

E poi c'è il mio lavoro. Inizio ad amarlo, essere tra i pupilli del capo, mi ha dato modo di approfondire le mie conoscenze. Sono stata a stretto contatto con le persone più influenti del controverso mondo dell'editoria. Certo, come ogni lavoro che si rispetti, mi sono toccati onori e oneri. Tra questi fare la conoscenza di Klaus Mikaelson. Dio mio, se è odioso! Quando ho conosciuto Damon, ero convinta non potesse esistere altro uomo sulla terra con un ego gigante come il suo... beh, mi sbagliavo. Non avevo ancora trascorso una mattinata con il re dell'egocentrismo. E' snervante...

“Ele, ho bisogno di parlarti”.

La voce squillante di Caroline interrompe bruscamente la rassegna stampa degli avvenimenti importanti del mio ultimo mese di vita. Distolgo momentaneamente gli occhi dalla pila di lettere che Damon mi ha chiesto di controllare.

“Sono tutta orecchi”.

“Devi farmi un favore enorme come una casa”. Dentro di me cado in uno stato di profondo panico, quando Care fa lo sguardo da cerbiatta è perchè deve chiedermi qualcosa di davvero molto importante.

“Ovvero?”.

“Devi sostituirmi per la prossima settimana”.

Me la sono scampata per questa volta. “Ok, non c'è problema. La prossima settimana dovrebbe essere un po' più tranquilla, posso benissimo farmi carico anche del tuo lavoro. Poi, Damon ultimamente è di buono umore, potrei riuscire a non suicidarmi per la fatica”.

“Ehm... veramente è un favore un po' più grande. Ricordi che avrei dovuto accompagnare Damon ad Atlanta?”.

No, questo no, non me lo può chiedere seriamente.

“No, Care, avevo anche promesso a Stefan che sarei andata con lui fuori per il week end”.

Si inginocchia ai miei piedi e, a mani giunte, mi implora manco fossi la Regina. “Ti prego, ti prego, ti prego. E' questione di vita o di morte. Tyler si è finalmente deciso a presentarmi ai suoi, non posso rimandare anche questa volta, non so quando tornerà a casa un'altra volta”.

Guardo indignata la mia amica, però so quanto sia importante per lei ufficializzare il fidanzamento.

“E va bene... ma laverai i piatti per il prossimo mese e penserai a stirarmi tutte le camicie per almeno due settimane”.

Mi sorride e mi abbraccia esultante. Scoppio a ridere per questa sua reazione eccessiva.

“dai, alzati prima che ci ripensi”.

“Comunque potresti ritagliarti una giornata per andare a trovare i tuoi”.

In effetti non ci avevo pensato. Mystic Falls è a pochi chilometri da Atlanta e ho una grandissima voglia di rivedere la mia famiglia. Natale è decisamente troppo lontano.

 

 

 

 

Credo di aver preso tutto. I vestiti, lo spazzolino, il caricabatterie, l'ipad e le scarpe. Ora, spero solo che la valigia si chiuda.

“Ehi”.

“Ehi”. Saluto Stefan con un bacio molto passionale. Non era particolarmente soddisfatto del mio viaggio, ma con un po' di convincimento sono riuscita a fargli accettare l'idea.

“Dunque non ti vedrò per un'intera settimana”.

Lo abbraccio forte e gli do un bacio in fronte. “Già, ma Damon mi ha promesso qualche giorno di riposo una volta tornati a casa. Quindi, non prendere impegni perchè io e te ce ne andremo via”.

“Guarda che ci conto”.

“Assolutamente”.

“Mi mancherai”.

“Mi mancherai anche tu”.

Si appoggia al letto e mi osserva mentre sistemo le ultime cose. Certo, potrebbe almeno darmi una mano. Ma d'altra parte è un uomo, a certe cose non ci arriva.

Ha un espressione assorta, un po' corrucciata, la tipica espressione di chi ha in testa troppi pensieri a cui dare conto.

“Che succede, Stefan?”.

“Niente”.

“Non provarci con me. Ti conosco e quando sei così metodico non è sicuramente nulla di buono”.

“E' pensarti sola con Damon per tutto questo tempo. Mi fa paura”.

Il mio cuore accelera un po', cosa c'entra Damon in tutto questo? Stefan non ha mai accennato nulla sulle sue conoscenze in merito al mio capo e di sicuro non sa cosa mi sia frullato nella testa subito dopo la nostra conoscenza.

“Cosa c'entra Damon in tutto questo”.

“C'entra che lo conosco e so di che pasta è fatto. E' un uomo abituato a portarsi a letto qualunque essere respiri. Non ci penserà due volte prima di farlo anche con te”.

“Così mi offendi. Pensi davvero che mi butterei così tra le sue braccia. Il nostro amore ha un senso Stefan, e questo perchè entrambi siamo consapevoli di ciò che ci unisce. Non manderei al diavolo tutto questo per uno sconosciuto affascinante ed insensibile”.

“Pensi che Damon sia affascinante?”. La preoccupazione sul suo volto mi colpisce in piena faccia come uno spiffero di vento gelato in inverno.

“Odio, quando fai il bambino”.

“Ed io mi odio quando non riesco ad essere certo dei tuoi sentimenti”.

“Ok, è questa la novità? Non pensi che io ti ami ancora? Senti, Stefan, è tardi, tra poco devo partire. L'ultima cosa che voglio è discutere con te di quanto autentici siano i miei sentimenti”.

“Ti nascondi dietro ad un dito, come sempre. Sai benissimo che è cambiato qualcosa, che il tuo arrivo a New York ha portato degli enormi scompensi nella nostra vita. Non puoi negarlo”.

“L'unico problema che ho io in questo momento sei tu. Vattene, Stefan. Non è questo né il momento, né l'occasione giusta per approfondire questo discorso”.

Il mio tono di voce si è fatto parecchio potente e le mie parole dure hanno letteralmente sconvolto Stefan, che è rimasto a fissarmi come se non mi conoscesse. Odio scontrarmi in questo modo con lui, ma qualcosa sta succedendo alla mia vita e non posso più permettermi di sorvolare. Spero vivamente che questo viaggio possa aiutarmi a chiarirmi le idee. Neanche sentire Bonnie sarebbe più un aiuto. Il suo schieramento politico nei confronti di Stefan è assolutamente inconcludente per quanto riguarda il mio stato attuale.

“Scusami, ora devo andare”. Gli lascio un bacio di scuse sulla fronte e, afferrato il piccolo trolley, mi allontano dalla camera a passo svelto. Se solo potessi capire cosa mi sta succedendo, se soltanto potessi giurargli amore eterno!

 

 

Guardo fuori dall'oblò con aria assorta. La discussione con Stefan mi ha parecchio segnata e, sicuramente, ora affronto questo viaggio con tutt'altro spirito.

“Pronto, pronto. Terra chiama Elena”.

La voce di Damon mi risolleva dai miei pensieri. Almeno uno dei due è allegro, questa è una buona cosa.

Mi volto a guardarlo, sul mio viso non c'è accenno di un sorriso. Non perchè ce l'abbia con lui per qualche particolare motivo, ma perchè so che sotto sotto in tutto questo c'entra anche lui.

Già, Elena, è tempo di ammetterlo, almeno a te stessa. Damon ti ha sconvolto, ha messo in discussione la tua perfetta e ligia vita da ventitreenne. Hai provato a negarlo fino a pochi minuti fa, ma provi dei sentimenti per lui. E questo ti spaventa.

“Scusa, non ti stavo ascoltando”.

“E me ne ero accorto. Anche se devo dire che non mi capita spesso. Normalmente le ragazze pendono dalle mie labbra, è una sensazione indescrivibile. Dovresti provarlo, sai?!”.

Gli dedico uno sguardo di profondo disgusto. Come potrei rinunciare mai a Stefan per un uomo del genere? Un uomo che tratta le donne come se fossero oggetti piegati al suo piacere. Un uomo che è troppo innamorato di se stesso, per poter dare amore ad un'altra persona.

“Parlare con te è come parlare come un bambino di tre anni”.

“Non mi pare che tu ti stia sforzando più di tanto. Mettimi alla prova. Potresti rimanere stupita”. Ancora quello stupidissimo sorrisetto ironico. Cosa ci troveranno mai le donne in un tipo così? Ok, forse ora sto esagerando con il mio tentativo di autoconvincimento. Potrei anche smetterla, ora.

“Non credo. Fino ad adesso non sono stata così fortunata”.

“Oh, questo semplicemente perchè ti sei soffermata troppo tempo ad ammirare la mia persona. Non ti giudico però, è un errore che fanno in tante”.

“Le ragazze mi pendono dalle labbra, le altre pagherebbero per essere al tuo posto, è un errore che fanno in tante... quando finirà questa storia? Quando capirai che io sono soltanto Elena? Io non sono le altre donne, io non ragiono come le sgualdrine che te la danno dopo due ore dal vostro incontro. Io sono un altro genere di ragazza. Sono un genere di ragazza necessariamente non compatibile con te”.

Mi alzo con mossa decisa e prendo posto in uno dei sedili liberi dell'aereo. Che questa fosse una giornata no, si era capito da come è cominciata, però qui stiamo davvero rischiando di toccare livelli inesplorati.

E più ripenso a tutto questo tempo, e più mi odio per ciò che sono diventata. Già, perchè qui non si parla di Stefan geloso, o di Damon provocatore. Qui si parla di me. Di Elena. Di me e dei miei conti in sospeso con l'amore. Di me e dei miei dubbi di esistenza.

Una calda lacrima sta per attraversarmi il viso, quando un fazzoletto bianco mi viene sventolato sotto il naso.

“Sono qui con una richiesta di pace. Posso sedermi?”.

“E' il tuo aereo”. Timidamente, afferro il fazzoletto e mi soffio il naso. Odio mostrarmi così, odio farlo soprattutto con un tipo come Damon.

“Sono un'idiota, vero?”. Scoppio a ridere, una risatina nervosa, decisamente non degna di me.

“Sì, sei un'idiota”. Ride anche lui, la sua risata è come musica per le mie orecchie. Mi infonde sicurezza, coraggio, allegria. Damon Kallaghan è la migliore medicina al malumore... ok, mi avessero detto che un giorno queste parole sarebbero uscite dalla mia bocca, sarei scoppiata a ridere in faccia al mio interlocutore. Ora, invece. Ora, tuttto è cambiato.

“Cosa ha fatto Santo Stefan per ridurti così?”.

Se solo immaginasse di essere il mio problema principale, più di quanto lo sia Stefan... beh, ci rimarrebbe male.

“Perchè c'è questo astio tra di voi? Ok, essere antagonisti, forse è anche naturale in un ambiente del genere. Ma addirittura spararvi addosso in questo modo, mi sembra un po' eccessivo”.

“Quindi Stefan parla male di me, a casa? Fantastico, questo mi rende davvero orgoglioso”.

Lancio a Damon un'occhiata irritata. Tra tutti e due non saprei dire quale sia il più bambino.

Il mio capo alza le mani in segno di sconfitta. “Ok, ok, ok. Cercherò di essere un po' più simpatico, almeno per il resto della giornata. Dunque, vuoi sapere perchè io e Stefan non ci sopportiamo? Vediamo... beh, mettiamola così: c'è di mezzo una donna. Dopo tutto, non si riduce sempre tutto all'amore per una donna?”.

Rimango un po' sconvolta, di certo non mi aspettavo una risposta del genere. Più che altro non avevo mai pensato che Stefan potesse avere avuto altre donne all'infuori di me. Ok, lo so, è una visione un po' narcisistica, ma non c'entra con la gelosia o altre frivolezze simili. Forse, i problema è che non è mai stato in grado di parlarmi di sé fino in fondo, forse neanche io sono stata in grado di ascoltarlo.

“Quindi anche Damon Kallaghan ha sofferto per una donna? E' davvero questo che sentono le mie orecchie”.

“Non per essere melodrammatico, giuro che non è da me... ma, la mia vita è stata in gran parte costellata di sofferenze. Basta però trovare il modo di nasconderle e non farle riaffiorare mai più. Spegnere l'umanità. Clic, un bottone e tutto finisce”.

“Non credo sia giusto, Damon. Sono cresciuta nella convinzioni che liberarsi fosse l'unica scelta possibile...non la vedo da questa prospettiva”.

Sorride, ma non accenna parola. In fin dei conti Damon è anche questo. Non posso pretendere da lui più di così. Mi accontento di questo piccolo passo verso l'infinito e ritorno a fissare il vuoto di quelle nuvole bianche. Quindi, Stefan ha avuto un'altra donna? Buono a sapersi.

 

 

 

“E' mezz'ora che ti aspetto. Neanche Caroline mi faceva aspettare così tanto. E lei è una di quelle che si cambia vestito dieci volte al giorno”

Mi presento di fronte ad un adirato Damon Kallaghan, ma non sono imbarazzata, anzi rido per questa sua reazione esasperata. Si vede che non ha mai dovuto corteggiare una donna, non si comporterebbe così, altrimenti.

“Perdonami, chiedo umilmente scusa. Avevo da fare”.

“Ho una fame che mangerei un vitello intero”.

Mi cammina ad almeno tre passi di distanza. Sospiro a pensare che anche questo è Damon. Un attimo prima riesce a farti sentire parte integrante della sua vita, poi cambia posizione e ti sconvolge completamente le idee.

Conservando, però, quel minimo di galanteria che lo contraddistingue, mi scosta la sedia e mi invita ad accomodarmi. Damon, Damon, se solo riuscissi a scorgere le mille sfaccettature del tuo carattere.

“Hai intenzione di tenermi il muso ancora per troppo tempo?”.

“Io non tengo i musi, io odio silenziosamente”.

“Oh, sono piuttosto lusingata”. In realtà il mio tono esce fuori parecchio acido. La parola odio è piuttosto dura, io personalmente non sono mai stata in grado di usarla. Ma so anche che non lo pensa neanche lui. Fa parte del suo carattere.

Arrivano finalmente i piatti che abbiamo ordinato, almeno per un attimo il cameriere riesce a spezzare quest'atmosfera glaciale che si è andata a creare. Non vedo l'ora di essere nuovamente in camera mia, senza il terrore di non sapere come comportarmi. Anche se poi le domande dovrebbe farsele da solo. Come cavolo fai ad essere così bipolare? Come è possibile che io non riesca a comprenderlo fino in fondo?

“Fossi in te non mangerei tutta quella pasta. Seriamente, è tutta roba che si deposita sui fianchi”. Ignoro anche quest'ultimo commento acido. E' terribilmente irritante quando ci si mette.

“Preoccupati di te. Prova con il pesce, dicono abbia benefici per il cervello”. Sorride, ecco tornato il Damon divertente e sarcastico, ancora più fastidioso dell'altro.

Per non farmi mancare niente, neanche le battutine sgarbate del mio capo, concludo la mia cena con un tris di dolci ad effetto. Solitamente cerco di tenermi sempre un po' con il cibo, ma oggi non è assolutamente giornata, devo trovare una valvola di sfogo e al momento mi viene in mente altra soluzione

“Hai intenzione di continuare a mangiare fino a far saltare tutti i bottoni della giacca, o possiamo alzarci e andare a fare una passeggiata? Chissà che magari non digerisci tutto ciò che hai ingurgitato”.

Alzo gli occhi al cielo, ma mi limito a questo, non voglio dargli nessuna soddisfazione.

Fa per alzarsi. “Veramente io dovrei andare al bagno”.

Sbuffa sonoramente e mi procura anche un sorriso tirato. E' così buffo!

“Ok, però muoviti. Io intanto pago il conto, non farmi aspettare in eterno”. Gentile e galante come sempre.

Mi allontano. Ora sono stranamente felice. E' così sempre quando sono con lui. Un attimo prima vorrei scappare via, rifugiarmi dentro me stessa e non dover più guardare in faccia niente e nessuno, l'attimo dopo mi sento leggera, pervasa da uno strano senso di piacevolezza, quasi come se fossi invincibile, come se la mia felicità dipendesse dalla verità di quegli occhi azzurri.

Rimetto il rossetto sulle labbra. A forza di mangiare, si è dissolto nel nulla. Mi guardo allo specchio, i capelli sono impeccabili, così come il vestito porpora che mi conferisce questo aspetto molto maturo, però qualcosa non va. E' come se i miei occhi non volessero rispondere agli stimoli, come se, ogni volta che mi avvicino leggermente ad essere felice, rischiassi di scottarmi per l'ennesima volta. Non è questo che voglio, non è una vita fatta di un uomo lunatico e scurrile che trascorre le sue giornate a crogiolarsi tra i propri conti bancari, non di un uomo che non conosce amore, che vive di rancore, che respira soldi ad ogni boccata d'aria. E' così che ritorno con la mente a Stefan,al nostro litigio di questa mattina e mi rendo conto di amarlo come non sono mai riuscita a dimostrargli. Vorrei chiamarlo, chiedergli scusa, proporgli di raggiungermi. Ma ormai è già tardi, conoscendolo dormirà già e non è il momento di disturbarlo per una cavolata. Già perchè è una cavolata chiamarlo per ribadirgli ciò che di cui avrei dovuto essere convinta tempo fa, ciò di cui inizio a convincermi solo ora. Ciò che forse potrebbe non avermi ancora del tutto convinto.

Esco dal ristorante stringendomi nel mio cardigan nero. L'aria autunnale mi fa venire i brividi. Altro che passeggiata, qui avrei voglia di rinchiudermi in camera mia e nascondere la testa sotto il piumone.

“Finalmente, stavo ragionando sul da farsi. Ero indeciso se denunciare la tua scomparsa o andare avanti e fare finta che niente sia successo”.

Mi sorride, un sorriso pulito, vivo, decisamente insolito sul suo viso. Eppure mi scalda il cuore. Gli faccio una linguaccia, poi, per smorzare un po' quell'imbarazzo che mi starà già colorando la pelle dopo il rovente incontro con i suoi occhi, mi metto a trafficare nella borsa.

“Cosa cerchi?”.

“Il portafoglio. Voglio pagarmi almeno la mia parte”.

Ride sprezzante. “Non essere sciocca. Sarebbe imbarazzante. Sono pur sempre un uomo. E poi che senso avrebbe? Dopo tutto tu vieni pagata con i miei soldi”.

Decido di non dire nulla, questo è il suo modo di essere gentile ed io non posso fare altro che apprezzarlo.

“Dai. Hai voglia di accompagnarmi?”. Annuisco. Poi aggancio la mia mano al braccio che mi porge mentre mi osserva spiritoso.

“E' una bella serata”. Eccolo tornato. Ecco tornato il Damon che mi piace, quello che mette da parte battutine sarcastiche e doppi sensi, quello che sa ascoltare, che sa scherzare, quello che, forse, in tutto questo è anche in grado di amare.

“Ti vedo un po' più allegra rispetto a questa mattina. Sono contento”.

Annuisco e mando già la saliva. “Mi sono tranquillizzata un po'”.

Mi guarda allusivo, vorrei tanto entrare nella sua mente, scoprire ciò che pensa, ciò che gli fa male.

Ci sediamo su una panchina, una di quelle bianche, di marmo. Di fronte a noi un panorama splendido, molto simile a quello di villa Mikaelson. La luna è alta in cielo e la vedo specchiarsi vanitosa e dispettosa nell'azzurro oceano dei suoi occhi. Un brivido caldo mi attraversa la schiena. La sua vicinanza mi manda in confusione, mi fa perdere di vista tutte le mie certezze, tutte quelle situazioni per cui avevo usato la parola mai.

“E' bello essere qui stasera. Sono contento che Caroline non sia venuta. Non fraintendermi, adoro Caroline, è l'unica persona a conoscermi e ad apprezzarmi per ciò che realmente sono. Però sono felice che stasera ci sia tu qui con me”.

La sua voce mi accarezza come una piuma che scivola leggera sulla pelle di un bambino. Ed ecco che il mio mondo crolla di nuovo. Addio alle mie convinzioni, addio a tutti i progetti che mi ero posta per il mio imminente futuro. Perchè ora, ciò che conta seriamente, è adesso, non domani. E adesso io so cosa voglio. E voglio lui, voglio la sua pelle su di me, la sua voce sul mio petto, la sua bocca su di me. E forse mi crederete perversa, penserete che sia una stronza depravata che pensa ad un altro, mentre poco tempo fa affermava con certezza il suo mondo d'amore amore per il fidanzato. Ma io sono anche questo. E' come se dentro di me ci fossero due Elena. Una, l'Elena di Stefan, determinata e sicura, figlia di un sentimento intenso e puro. L'altra fragile e confusa, desiderosa sì di amore, ma soprattutto di passione. Questa è l'Elena di Damon, quella di cui anche lui andrebbe pazzo se solo gli permettessi di conoscerla.

“Sono contenta anche io. A volte è piacevole stare con te”.

“A volte. Solo a volte?”. Mi dedica uno sguardo corrucciato, come se non sapesse rispondersi da solo.

“Beh, normalmente ti comporti da vero stronzo”.

Ride sinceramente divertito. Ha un sorriso bianco, perfetto, così cristallino da mettere a disagio chiunque lo guardi.

“Per questo mi piaci, Elena. Per questo mi sei sempre piaciuta. Tu sei bella, sei viva, sei dannatamente vera e sincera. Io... beh, non so neanche se sia stato mai sincero in vita mia. Solo con te riesco ad esserlo, solo con te non sono in grado di mentire”.

Non rispondo. Solo le sue parole, sono i suoi occhi... ed io non so come comportarmi, sono completamente asservita a lui, quasi come se sapessi di non poter muovere muscolo, se non sotto suo ordine.

Il suo viso è terribilmente vicino al mio. Riesco a scorgere le venette chiare, quasi bianche che innervano i suoi occhi. Non ho mai visto nulla di più bello. Come faccio a sottrarmi? Come posso allontanarmi da lui? Come posso volerlo davvero?

“Non starò qui a farti discorsi su discorsi, non mi metterò ad elogiare una per una le tue doti, non ti pregherò di fidarti di me. Io non sono questo, non sarebbe nella mia natura. Però posso dirti una cosa. E tu devi promettere di ascoltarmi. Ma non con la testa. Devi ascoltarmi con il cuore”.

Le sue labbra sono a pochi millimetri dalle mie. Il desiderio di superare quello spazio, di riempire quel vuoto, mi sta facendo girare la testa. Decido di ascoltarlo.

“Ascoltami e reagisci di conseguenza. Perchè qualsiasi cosa tu farai, devi farlo perchè sei tu a volerlo, perchè lo senti dentro di te. Non lasciarti condizionare da niente e da nessuno. Neanche da me. Ti prego”.

“Sono qui, Damon. Ti ascolto”.

La mia voce è più sottile e gracchiante del solito.

“Io ti desidero, Elena. Ti desidero dalla prima volta che ti ho vista, dal momento in cui i tuoi occhi arrabbiati e confusi hanno incontrato i miei al bancone del bar. Ti voglio mia. E non importa se sarà per dieci minuti, per un'ora o per tutta la vita. Io devo farti mia, devo sentirti mia”.

Mi prende il viso tra le mani. Questa volte è in piedi di fronte a me. Sul viso un'espressione diversa. Ed io non oso muovermi, quasi come a non voler spezzare la magia di questo momento.

“Lo vuoi anche tu? Fai l'amore con me, Elena. Facciamolo qui, in una stanza di un hotel a cinque stelle, sulla riva di un fiume invasa dai topi. Ma ti prego, fai l'amore con me”.

Ha detto amore. Damon Kallaghan è di fronte a me e mi sta pregando di andare a letto con lui. Di fare l'amore con lui. L'amore. Non sta parlando di sesso, di posizioni, di sveltine. Lui parla d'amore ed è disposto a tutto, pur di avermi sua per un istante.

E' un attimo, riempio subito la distanza che ci divide. Scontro con ferocia le mie labbra contro le sue. E torno a respirare. Già, mi sento un pesce, un povero pesce strappato al mare, che dopo anni torna a respirare. Di nuovo. Finalmente.

La sua lingua si fa spazio nella mia bocca ed io lo lascio fare. Sento l'energia di questo contatto. Sento il desiderio trovare pace. E' come se lo cercassi da una vita e solo ora riuscissi a darci un senso. Lo lascio fare. Il suo bacio mi invade, mi penetra dentro, fin sotto le ossa. Credo di non essere mai stata baciata così. Ma d'altronde lui è Damon, lui è il sogno erotico di centinaia di donne, come avrebbe potuto non essere all'altezza?

Ed è quando le sue mani iniziano ad insinuarsi curiose sotto la mia maglia che si spezza l'incantesimo. Le sue dita percorrono con delicatezza la morbida curva del seno ed io vorrei impazzire. Impazzire perchè ho bisogno di farlo continuare, impazzire perchè non posso.

Damon continua a baciarmi, la sua lingua abbandona la mia bocca per attraversare con audacia il mio collo, la mia spalla. E' pronto a scostare il reggiseno, è quasi pronto a concedersi al mio piacere, ma...

“No, no, no”. Mi risistemo i vestiti. Damon mi osserva come fossi pazza. “Non possiamo. Non posso fargli questo”. Mi limito a dire quest'ultima frase. Anche perchè non c'è nulla che mi tenga lontana da lui, se non il pensiero che io non sono una traditrice. A malincuore, mi sistemo la borsa sulla spalla e mi allontano.

Leggo delusione sul suo volto, la stessa delusione che ha preso casa nel mio cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao ragazze!! scusate il ritardo. Beh, vediamo finalmente una sceneggiata di gelosia partire da Stefan... e finalmente, anche lui inizia a prendere una posizione in questa storia. Scopriamo inoltre che il rapporto tra Stefan e Damon si è incrinato per una donna... ho ripreso anche una frase della serie per imprimere meglio il concetto.

Poi passiamo ai sentimenti contrastanti di Elena. Una volta è convinta di amare Stefan, una volta ci ripensa, poi ancora ci crede. Già, come vedete non siamo più di fronte all'Elena delle prime puntate. Abbiamo un'Elena parecchio insicura, completamente stravolta dalla presenza di Damon.

E proprio lui ha deciso di dichiararsi, di aprirsi a lei in ogni modo possibile, ma lei non sembra esserne convinta. Per Elena si tratta solo di attrazione? Mentre Damon, cosa lo ha spinto a dichiararsi a questa ragazza, poco più che una sconosciuta. E' davvero innamorato o è solo così solo da obbligarsi a crederlo?

 

Grazie per le recensioni. Siete adorabili...

  
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