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Autore: Giusyna    18/12/2012    4 recensioni
”Due giorni fa. Due giorni fa era cambiato tutto. Due giorni fa il mondo aveva smesso di girare. Due giorni fa il mondo aveva ricominciato il suo girotondo, solo che stavolta girava al contrario, almeno secondo Hermione.”
Seconda classificata a parimerito al contest "Hermione e... Ron, SOLO Ron" di GiulyHermy96 e vincitrice del "premio originalità".
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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COME IL MARE, SE SIAMO INSIEME

Se ne stava seduta, Hermione.

Davanti ai suoi occhi, l’immenso.

Il mare calmo della sera era un vero toccasana per i suoi nervi, che negli ultimi tempi erano stati messi duramente alla prova.

Si sentiva strana. Aveva la testa piena di pensieri che vorticavano impetuosamente e forse, per la prima volta in vita sua, avrebbe solo voluto cercare di non dare ascolto a nessuno di essi.

Semplicemente Hermione, in quel momento, avrebbe voluto non pensare a niente.

 

Ironia del destino.

 

Proprio lei, che aveva fatto dell’utilizzo dell’intelletto il suo cavallo di battaglia, adesso desiderava solo abbandonarsi ad uno stato di apatia e catalessi.

Era per questo che aveva deciso di uscire un po’ fuori, per mettere un po’ d’ordine nel suo cervello.

Villa conchiglia era probabilmente il posto più indicato per chi, come lei, si sentiva un po’ in confusione.

Il gorgoglio dei flutti del mare che lentamente si abbattevano sulla riva le rinfrancava l’animo.

A Hermione piaceva tanto il mare.

Non che fosse una di quelle ragazze che amano passare giornate intere sulla spiaggia, quelle ragazze che stanno per ore sotto il sole, talmente immobili da fare invidia alle lucertole.

No a Hermione piaceva proprio il mare.

Le piaceva osservarlo, sempre. In qualunque stagione e con qualunque condizione climatica.

 

 

Mare burrascoso, in tempesta.

Mare placido e sereno.

Mare minaccioso.

Mare senza la minima increspatura.

Mare nero, tinto dalla notte

o mare rosso, tinto dal crepuscolo.

Proprio come quello che aveva davanti.

 

 

“Avevo previsto che potessi avere dei ripensamenti, ma non pensavo così presto!”

 

La voce spensierata di Ron la riportò alla realtà.

 

“Non dire sciocchezze, Ronald” disse lei mentre lui le si sedeva accanto. “Se avessi avuto dei ripensamenti o se non fossi stata d’accordo te lo avrei detto due giorni fa, non ti pare?”

 

Due giorni fa.

Due giorni fa era cambiato tutto. Due giorni fa il mondo aveva smesso di girare.

Due giorni fa il mondo aveva ricominciato il suo girotondo, solo che stavolta girava al contrario, almeno secondo Hermione.

Due giorni fa Ron le aveva chiesto di sposarlo.

Due giorni fa Hermione pensò sul serio che il suo ragazzo sarebbe morto per autocombustione, tanto le sue orecchie erano diventate paonazze.

Due giorni fa Hermione pensò che anche lei sarebbe potuta morire davvero.

Buffo.

Non erano riusciti i mangia morte e neppure Lord Voldemort in persona in questo intento; e invece ci stava riuscendo Ron.

Ma di felicità non era mai morto nessuno, giusto?

 

“Ehi mi stai ascoltando?” Fu Ron a interrompere, di nuovo, il flusso dei suoi pensieri.

 

“Scusami ero sovrappensiero. Dicevi?” Replicò la giovane.

 

“Ti ho chiesto per quale motivo allora te ne stai qui tutta sola, se non è perché hai dei ripensamenti…” fece il ragazzo.

 

Hermione lo guardò per un momento. Poi rivolse nuovamente la sua attenzione alla distesa d’acqua davanti a sé.

Si stava agitando, Hermione. Ma il mare continuava a restare quieto.

Decise che avrebbe cercato di prenderne esempio, imitandolo.

 

“Non ho ripensamenti, Ron. Se me lo chiedessi di nuovo, ti risponderei sempre di sì. E sempre senza la minima esitazione”

 

Queste ultime parole, Hermione le pronunciò piano, con voce sottile, imbarazzata. Mentre il rosso che colorava il cielo e il mare era lo stesso che stava tingendo anche le orecchie di Ron.

 

“E’ solo che…” proseguì lei.

 

“Che?” la imbeccò il giovane.

 

“Ron è un matrimonio. Un matrimonio, capisci? Il matrimonio comporta cambiamenti, diventa tutto diverso. Possibile che non ci arrivi, miseriaccia?”

 

Hermione non fece neanche in tempo a realizzare ciò che aveva detto che subito la risata spontanea di Ron riempì l’aria. Anche la giovane sorrise, portandosi una mano su gli occhi in un gesto fintamente disperato.

 

“Ecco vedi... parlo già come te!”

 

“Me ne sono accorto, sì!” Disse il giovane con la voce che sapeva di felicità. “Insomma il problema non sono tanto io quindi, quanto piuttosto il fatto che si tratta di un matrimonio, ha afferrato?”

 

Oh sì aveva afferrato. Aveva afferrato in pieno.

La parola matrimonio la rendeva inquieta.

La parola matrimonio, negli ultimi due giorni, sortiva in lei il medesimo effetto di un molliccio davanti agli occhi.

Non era sempre stato così, però.

 

 

A dodici anni, Hermione non conosceva neanche il significato della parola matrimonio. Non che, letteralmente, non sapesse cosa fosse, ma di certo non poteva comprendere tutte le responsabilità che esso comportava. E d’altronde era fin troppo giovane per farlo.

 

 

A tredici anni, Hermione era convinta che il matrimonio non le piacesse, che non facesse per lei. Certo forse la Cooman che, con la sua “ineccepibile” lungimiranza, le diceva che il suo cuore era arido come quello di una zitella, aveva gravato un po’ sul suo giudizio personale. Ma lo fece anche quel libro, così bello, che aveva letto quell’estate. Quel libro babbano in cui l’autrice scriveva: “Solo il vero amore può indurmi al matrimonio, ragion per cui rimarrò zitella”. Ed Hermione non poteva essere più d’accordo.

 

 

A quattordici anni, Hermione aveva incominciato a pensarci seriamente, al matrimonio. Ci pensò mentre ballava tra le braccia del più giovane cercatore del secolo, che per quanto accoglienti e rassicuranti fossero, non erano le braccia che voleva l’avvolgessero. Quella sera come, forse tutta la vita.

 

 

A quindici anni, Hermione pensava al matrimonio. Pensava che al suo cuore non sarebbe certo dispiaciuto il matrimonio, anche se il suo futuro marito si fosse dimostrato, talvolta, insensibile e anche se la sua sfera emotiva era riducibile alle misere dimensioni di un cucchiaino da caffè.

 

 

A sedici anni, Hermione pensava seriamente al matrimonio. Ci pensava davvero quando, seduta in infermeria, pregava che il ragazzo steso sul letto davanti a lei si svegliasse presto. Lui sarebbe dovuto essere presente al suo matrimonio, accanto a lei, dinanzi all’altare. C’erano ancora troppe cose da dirgli, troppe cose da confessargli per lasciarlo andare così.

 

 

Ora, a poco più di venti anni, Hermione pensava ancora al matrimonio. Ci pensava e non voleva pensarci. Per quanto fosse una vita che ci pensava, adesso le appariva come qualcosa di nuovo, qualcosa che non conosceva, qualcosa a cui non era preparata.

 

Hermione era sempre preparata, su tutto. Hermione adorava avere sempre una risposta da dare, una risposta che tre volte su quattro era quella giusta. Hermione, questa volta, non sapeva a cosa stava andando incontro. E questo la intimoriva.

 

“Hermione?”

 

La giovane udì il richiamo del ragazzo, ma non si voltò. Continuando a fissare il mare che tanto le piaceva, forse temendo che, se avesse alzato lo sguardo, Ron avrebbe capito immediatamente che la sua era solo pura, semplice, banale, forse anche ingiustificata paura di compiere un passo così importante.

 

“Hermione mi guardi, per favore?”

 

Ora non aveva più scuse, Hermione.

Lentamente puntò i suoi occhi in quelli blu del ragazzo. Vi annegò dentro, come un naufrago in mezzo la mare. E in quel mare, Hermione cercava disperatamente un appiglio, uno scoglio, un’isola che la salvasse dalla tempesta e le desse riparo e sicurezza. Sicurezza che, forse, trovò quando lui le concesse una carezza sul viso.

 

“E’ un matrimonio, Hermione. Forse hai ragione a dire che cambia tutto, ma ci siamo io e te. Conta solo questo non pensi?”

 

Hermione continuava a fissarlo. Quel cucchiaino da caffè si era allargato, decisamente. Adesso era molto più simile a una di quelle grosse pentole in cui la signora Weasley cucinava il pranzo della domenica. Questa constatazione, tuttavia, non le impedì di porre la domanda che aveva da troppo tempo sulle labbra.

 

“E se poi non funzionasse? Se, metti caso, tu ti stancassi di me che ti correggo sempre quando sbagli una frase, o di me che non se mi metto ai fornelli rischio di mandare a fuoco tutta la casa? E se ci stancassimo di bisticciare sempre per qualche stupidaggine?”

 

Questa volta fu Ron a distogliere lo sguardo da lei. E fu sempre lui a puntarlo verso il mare.

Rimaneva calmo, il mare. Continuava a infrangere le sue onde sulla riva, indifferente a tutto ciò che gli accadeva intorno.

Allora Ron sorrise.

Hermione si maledì per quel pensiero, ma credette di non aver mai visto un sorriso più bello in vita sua. Quello era un sorriso che parlava di felicità, di consapevolezza finalmente trovata, un sorriso baciato dal sole rosso che scompare all’orizzonte.

 

“Hermione a te piace il mare?”

 

La giovane rimase confusa, ma comunque rispose:

 

“Sì, molto in effetti. Perché me lo chiedi?” Chiese a sua volta.

 

“Perché credo che allora non avremo poi tanti problemi”

 

Hermione continuava a non capire.

 

“Non ti seguo, Ronald”

 

“Tu mi hai chiesto cosa accadrebbe se, per caso, ci stancassimo della nostra vita insieme. Io ti dico, no anzi… ti assicuro che questo non avverrà mai. Perché noi siamo come il mare, Hermione.”

 

“Come il mare”

 

“Sì, esatto. Come il mare”

 

“Intendi, forse che alterneremo momenti di calma, in cui tutto va per il meglio, a momenti agitati, in cui avremo solo voglia di scannarci e tirarci addosso la prima cosa che abbiamo sotto mano?” disse Hermione sorridendo mentre immaginava la scena.

 

“Oh no” disse Ron che stava a sua volta immaginando la scena esilarante descritta dalla ragazza “No, questa è una cosa piuttosto normale e penso che sia comune un po’ in tutti i matrimoni.”

 

“Allora che vuoi dire” chiese la giovane con quella sua curiosità, sempre genuina e mai malsana o sconveniente. Quella genuinità che Ron adorava.

 

“Guarda tu stessa” le rispose Ron.

 

Hermione tornò dunque a fissare l’oceano, ma ancora non capiva. Stava proprio per farlo presente a Ron quando lui la precedette.

 

“Il mare è sempre lo stesso Hermione. Pensaci! Certo può essere agitato per via di una tempesta, o può rimanere calmo come è adesso, o ancora può avere mille altri aspetti. Ma alla fine resta sempre mare. In qualunque condizione si trovi, non smette di fare quello che ha sempre fatto e che continua a fare. Spinge le onde avanti, fino a riva, e poi le reclama indietro. E come una specie di danza, no?

Prima le lascia andare in avanti e poi le riporta indietro, le richiama a sé. Ecco perché dico che non avremo problemi. Noi ci muoveremo proprio come il mare, prima avanti e poi indietro.

Non sto dicendo che sarà facile, eh. Anzi probabilmente il contrario visti, come dire… i nostri trascorsi.”

 

Hermione sorrise. Ron continuò.

 

“Vuoi la verità? Anche io ho paura. Sapessi solo che paura che ho, miseriaccia! Però c’è una cosa che so: ogni giorno litigheremo per qualcosa, non c’è dubbio. Ma ogni sera, dopo un giorno intero trascorso a non parlarci, a non darci retta, o peggio a lanciarci frecciatine e sguardi ostili, ogni sera Hermione, faremo pace perché ci ricorderemo che niente è più importante di noi. Ci ricorderemo sempre che siamo come il mare e che niente vale più di me e te, se siamo insieme.”

 

Decisamente quel cucchiaino si era allargato. E probabilmente anche la pentola. Adesso la sfera emozionale di Ron aveva raggiunto le dimensioni di una considerevole vasca da bagno e la giovane si ritrovò a pensare che, tutto sommato, era già un bel progresso e che le andava più che bene così.

 

Ron la guardò ed Hermione, con il cuore che scoppiava di gioia e di amore, lo baciò di slancio. Era stata mossa da quella stessa temerarietà che anni prima, in una situazione sicuramente meno romantica e adatta, l’aveva spinta a gettargli le braccia al collo.

L’unica differenza fu che Ron, questa volta, non si sentì affatto colto alla sprovvista dal gesto di Hermione, motivo per il quale non impiegò più di una frazione di secondo per stringerla a sé e rispondere al bacio.

A Hermione piacevano i baci di Ron. Erano dolci, timidi, passionali, intensi. Quei baci erano tutto in una sola volta, per lei. I baci delle favole, quelli che ti mozzano il respiro, che ti lasciano senza fiato.

 

Si separarono, ma restarono vicinissimi e con gli occhi chiusi. A dividerli solo un soffio.

E quando i loro occhi si incontrarono di nuovo, Hermione seppe che quello sguardo, quello sguardo carico di fiducia, di gioia, di amore immenso e sconfinato come il mare, il mare di emozioni che Ron, da sempre, le aveva portato dentro, il mare che avevano davanti e che, testimone silenzioso, aveva assistito a quella promessa così bella, non l’avrebbe dimenticato mai.

 

 

 

 

 

 

 

 

Riporto qui sotto il giudizio della storia:

 

Grammatica: 7,5/10  
Sei caduta appena un po' sui tempi verbali D: Ci sono molti passati remoti che stonano in una frase al trapassato prossimo, tipo: “Due giorni fa Hermione pensò...” sarebbe meglio “aveva pensato” e così via per qualche riga. 
Stessa cosa nel flash-back del quarto anno quando dice: “Ci pensò mentre ballava...” anche qui era meglio “Ci aveva pensato mentre ballava” 
Alcuni dei tempi, però non stonavano completamente con il contesto, quindi non li ho contati troppo. 
A parte questi tempi verbali, il resto era buono, con quasi nessun errore di battitura (solo uno, dove hai scritto “ha” invece che “ho”. 
Originalità: 9,5/10  
Piuttosto originale, in effetti. Non mi sarei mai immaginata Hermione, in un momento di difficoltà, andare a Villa Conchiglia. Mi hai piacevolmente sorpresa :) 
Stile e forma: 9/10  
La forma è perfetta. Scorrevole e senza troppi intoppi, per lo stile stessa cosa. Ho trovato il tuo stile semplice ma, al contempo, pieno di meravigliosi particolari :D 
Gradimento personale: 9/10  
Mi è piaciuta davvero un sacco la tua storia, davvero, è stato meraviglioso e dolcissimo leggerla :) 
IC: 9/10  
Dunque, qui ho solo un piccolo appunto da fare. Leggendo la storia ho visto un nuovo lato di Hermione e un nuovo lato di Ron. Mi è piaciuto il fatto che lei fosse così timorosa rispetto alla novità (in questo caso del matrimonio) e che lui, invece, fosse molto sicuro (probabilmente vedendo il matrimonio dei genitori che ho sempre sostenuto assomigliassero tanto a Ron e Hermione). 
Un'unica cosa che mi ha lasciata un pochino perplessa, è stato proprio Ron. Certo, è stato bello vederlo così sicuro di se e tutto, ma in alcuni punti quasi non mi sembrava parlasse lui. Con questo non dico che avresti dovuto farlo più imbranato, anzi! Il contest era stato fatto proprio per vedere nuovi lati di lui, ma nella tua storia, in particolare quando sorride al mare e inizia a spiegare il perché andrà tutto bene, mi è quasi sembrato di vedere (per un secondo) qualcun altro. Perciò non ti posso dare un dieci pieno ç.ç Scusa D: 
Uso pacchetto obbligatorio: 5/5  
Il mare da filo conduttore è meraviglioso, complimenti! :D 
Uso pacchetto facoltativo (punti bonus): 5/5  
Molto carina la frase nel flash-back quando Hermione era più piccola. Mi è davvero piaciuta un sacco :) 
Totale: 54/60  

  
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